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Il quartiere operaio di Schio

Il Quartiere Operaio "La Nuova Schio", realizzato tra il 1872 e il


1890 su un'area di circa 152.000 metri quadrati a sud-ovest del
primitivo centro urbano, fu per il progettista Antonio Caregaro
Negrin un piano complesso e per la storia dell'urbanistica italiana
un'esperienza nuova. Il committente Alessandro Rossi intendeva
attuare un piano urbanistico e sociale per soddisfare le sentite
esigenze abitative di molti lavoratori che si trasferivano in Città. Si
era già tentato di risolvere la questione delle abitazioni con la
costruzione di un edificio detto il palazzon, situato accanto
all’opificio centrale di Via Pasubio, ma l'edificio si dimostrò ben
presto insufficiente a soddisfare i bisogni della crescente
comunità. Il progetto iniziale dell’architetto, che si avvalse della
collaborazione di alcuni ingegneri del lanificio (E. Larsimon
Pergameni, G.B. Saccardo e S. De Pretto, C. Letter) prevedeva la
costruzione di una Città Giardino con residenze circondate da
verde, strade e viali ad andamento curvilineo e sinuoso, tranne le
due arterie principali - Via A. Rossi e Via Pietro Maraschin - poste
in senso ortogonale. A tale pianificazione si preferì uno
sfruttamento più razionale del terreno e fu pertanto realizzato un
progetto con un'organizzazione spaziale rigorosa e con un
sistema viario ad assi rettilinei ed ortogonali. Le abitazioni erano
divise in quattro classi: case signorili di prima e seconda classe
per dirigenti e tecnici anche stranieri, unifamiliari, varie nello stile
e perlopiù allineate lungo il viale maggiore; le abitazioni di terza e
quarta classe, invece, erano localizzate nella parte più interna del
villaggio e destinate agli operai (significativa per questa tipologia
è via A. Fusinieri), con attenzione a mescolare e collocare nella
stessa area urbana anche alcune abitazioni singole al fine di
accogliere una popolazione socialmente diversificata in una
ricercata armonia tra capitale e lavoro. Le abitazioni interne sono
costruite secondo il modulo a schiera, ma differenziate negli
Tommaso Franceschetti Leonardo Ranieri Matteo Raciti
ornamenti esterni, nell'altezza e obliquità dei tetti, nella forma
delle aperture, delle recinzioni ed anche nella cromia. Erano tutte
dotate di diverse stanze, cantina, sottotetto, giardino e orto. Le
abitazioni erano vendute direttamente o a riscatto e costavano
dalle 2.000 alle 10.000 lire circa: si consideri che un operaio
tessile percepiva in media un salario di 1,5 lire al giorno. Oltre agli
edifici residenziali, rispondenti ai nuovi canoni igienico- sanitari, il
Quartiere ospitava altri servizi a favore degli abitanti, ad esempio
l'asilo di maternità, la scuola elementare, i bagni pubblici, il
lavatoio, la ghiacciaia... e ciò per non rendere l'area un triste
dormitorio. Anche la linea ferroviaria, che conduceva agli
stabilimenti Lanerossi di Pieve e Torrebelvicino, attraversava il
quartiere residenziale. Il numero massimo di abitanti si ebbe nel
1890 con oltre 1500 abitanti, e più di 200 unità abitative.
Poco oltre l'incrocio tra Via P. Maraschin e Via A. Rossi venne
realizzato nel 1879 l'Asilo di Maternità; l'edificio, che fu demolito
in seguito al prolungamento della strada, si imponeva con la sua
struttura simile ad un tempio e il pronao con colonne doriche. Nel
suddetto incrocio era posizionato inizialmente anche il
monumento al Tessitore, proprio in linea con l'alta ciminiera
interna e con l'ingresso all'area produttiva, la cosidetta "barriera".
Lungo Via Maraschin si possono ancora ammirare: A) villino
Crutzen, B) casa del capofilanda, ora "Giuli"C) palazzina per
cinque abitazioni, D) villino Giovanni Rossi
Nel corso nel 1900 numerosi interventi nei lotti ancora liberi con
l'edificazione di nuove costruzioni e interventi nelle abitazioni
esistenti hanno snaturato l’insieme architettonico della Nuova
Schio. Dal 1990 è stato positivamente stabilito un piano
particolareggiato di iniziativa comunale di salvaguardia e
riqualificazione dell'area che pone dei vincoli in fase di restauro
architettonico.

Tommaso Franceschetti Leonardo Ranieri Matteo Raciti

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