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ROMANICO TOSCANO (PISANO E FIORENTINO)

Rispetto al romanico lombardo, ne vedremo uno molto diverso.

Pisa
Duomo di Pisa
Edi cio costruito in buona parte nell’undicesimo secolo (1064) e continuerà no al 1120 (data
della consacrazione dei due altari del transetto).

Edi cio di grandi dimensioni, chiesa a cinque navate con due bracci di transetto (molto ampi).

Questo edi cio venne costruito per sostituire una cattedrale precedente (degli scavi archeologici
hanno ritrovato i resti di una cattedrale).

Pisa, nell’undicesimo secolo, era già una grande potenza marittima in espansione verso il Mar
Tirreno ed era già in scontro con Lucca e poi più avanti con Firenze.

L’espansione di Pisa avveniva verso le isole della Corsica e della Sardegna che sono assoggettate
da questa grande città.

Anch’essa è coinvolta nella lotta per le investiture, lo scontro tra papa ed imperatore, ma Pisa è
dalla parte del Papa (c’era un vescovo molto attivo in questo contesto) il quale voleva riacquisire il
potere sull’impero e a Pisa viene costruita questa nuova cattedrale per ‘dimostrare’ questo nuovo
legame con il Papa.

Pisa inoltre voleva qualcosa in cambio, ovvero voleva far diventare la sua diocesi in un’arcidiocesi
(‘a capo’ die vescovi e delle diocesi della zona) per avere una legittimazione istituzionale e
religiose della loro espansione marittima sulle due isole.

Per fare questo, serve una cattedrale ‘degna’ di un’arcidiocesi, quindi si decide di costruire il
duomo.

I modelli architettonici erano le grandi cattedrali delle grandi arcidiocesi come quella di Milano
anch’essa aveva cinque navate) e di solito, le città che ambivano a diventare arcidiocesi,
fondavano un mito sulla costruzione della cattedrale che legittimasse questa ambizione enorme,
dunque Pisa costruisce questo mito con una leggenda, quella di San Piero di Grado.

In questo posto si trova una chiesa, una basilica con all’interno un santuario, dove secondo
questa tradizione venne creata questo luogo dove l’apostolo Pietro avrebbe celebrato la sua
prima messa. Infatti, mentre si stava recando a Roma, la sua barca naufraga e arriva sulle coste di
Pisa, dove celebra una messa per ringraziare Dio della scampata disgrazia.

Queste sono le ragioni anche perché l’edi cio è così grande, questa alleanza con il papato ne è il
motivo che porta anche ai grandi riferimento architettonici antichi (richiami classici e romani).

L’imitazione dell’antico è così evidente e ben fatta che lasciò senza parole anche i grandi del
rinascimento, dato che in quel periodo si seguiva e si imitava il canone classico.

Anche Vasari, elogia l’architetto del duomo di Pisa, Buscheto, celebrato da un’epigrafe
posizionata sulla facciata del duomo.

Non conosciamo le sue origini ma evidentemente era un personaggio che conosceva molto bene
l’architettura romana antica, che si palesa anche proprio nell’epigrafe contenente il suo nome che
si antepone alla sua tomba.

Questa epigrafe viene paragonata ad Ulisse e Dedalo, due gure che rappresentano la genialità
dell’antichità (Ulisse è il genio ingegneristico e Dedalo colui che costruì il labirinto del Minotauro a
Creta).

Buscheto viene elogiato per la sua inventiva, infatti l’edi cio è del tutto rivestito da lastre di due
pietre diverse, una bianca ed una nera (pietre calcaree).

Le lastre sono tagliate e assemblate perfettamente legate da giunti sottilissimi.

Questa muratura molto ra nata, che poi diventerà tipica del romanico pisano, si di onde poi in
tutti i suoi domini ed i materiali sono riusati, ovvero elementi antichi riutilizzati qua.

Anche nell’ordine parietale ci si rifa all’antico, infatti abbiamo tre ordini di erenti, ma anche
nell’interno, dove abbiamo un’imponenza assurda data dal colonnato che ricorda le basiliche
paleocristiane romane.

Nonostante questo, ci sono anche elementi tipici del romanico, infatti soprana colonnato troviamo
delle bifore che mettono in comunicazione la navata maggiore con il matroneo (tipico del
romanico).

Inoltre, le navate laterali, sono tutte coperte da volte a crociera, a di erenza delle basiliche
paleocristiane. Il matroneo ha una funzione estetica ed è un luogo praticabile, ci si arriva
facilmente.

Tutti questi elementi sono messi al servizio di una forma che vuole avvicinarsi al modello
romanico, anche per avvicinarsi ancora di più alla religione di Roma ed al papato.

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Troviamo anche modelli islamici, delle losanghe (rombi sulle pareti) che noi ritroviamo nelle
moschee del nord africa ecc, ma anche le listelli bianche/nere posizionate alternatamente che
ricorda la moschea del Cairo (infatti Pisa era molto legata a quelle città e territori dai suoi
commerci molto tti).

I capitelli corinzi dell’interno, nella navata maggiore, sono fantastici e veramente molto ben fatti,
copiati perfettamente dai modelli antichi.

Al di là dell’apprezzamento di questa architettura di forme antiche islamiche, è la capacità


ingegneristica di Buscheto che aveva la capacità ricostruire un colonnato come quello del duomo
di Pisa.

Infatti queste colonne vengono trasportate dalla Sardegna e dall’Isola d’Elba e piazzate nella
chiesa, erano colonne enormi e molto imponenti, per questo molto gradite.

Nel matroneo si trova un capitello Tolosan.

La chiesa viene poi prolungata dall’architetto Rainaldo e nello stesso periodo viene cominciato il
cantiere per lil battistero di Pisa.

Il comune dunque si organizza per poter gestire nanziariamente un cantiere immenso e


costosissimo, in quanto ha bisogno di un’organizzazione costituzionale ben fatta.

Il battistero ed il duomo sono diversi, il primo è espressione dei canonici della cattedrale e
l’espressione dell’aristocrazia Pisana mentre il secondo la nuova aristocrazia (mercanti ecc) della
città.

Forse l’ampliamento della cattedrale era una risposta all’avio di questo cantiere, operazione della
parte sociale più antica della città.

La facciata è a logge sovrapposte rette da arcatelle su colonne che compare qua per la prima
volta e verrà ripreso dal romanico toscano e orentino.

Non sappiamo la facciata riprenda o meno la vecchia facciata di buscheto.

Firenze

Duomo e Battistero
Città minore nell’undicesimo e dodicesimo secolo rispetto a Pisa ma comunque in crescita a
livello demogra co (anche dovuto all’urbanizzazione).

Firenze è anch’essa alleata, in questo momento, con Roma ed in particolare con Matilde di
Canossa.

Il suo vescovo viene dalla Borgogna e nel 1059 diventa Papa come Nicolò II, e sarà proprio lui ad
inaugurare la nuova cattedrale di Firenze.

La cattedrale viene ostruita nell’undicesimo secolo con una pianta particolare (piramide di absidi
alla sommità) che veniva da un edi cio monastico, Cluny, molto importante in quel momento
perché erano strettamente alleati con la riforma del papato.

Quindi la chiesa di San giovanni viene sostituita dal duomo odierno ma il battistero di Firenze
rimane come testimonianza romanica, costruito molto dopo ma in asse rispetto alla facciata del
duomo (elemento tipico del romanico Fiorentino).

Costruito nel 1128, avviene il trasferimento della fonte battesimale dal duomo al battistero.

Anche il duomo di Firenze ha molti elementi antichi, al punto che veniva considerato di rodigine,
almeno in parte paleocristiana, cosa esclusa da alcune prove archeologiche. È stato scavato
infatti nel battistero e sono state ritrovate alcune tomo di cui almeno una veniva tagliata dal muro
di fondazione del battistero, che quindi era per forza successivo, in un’unica fase nel dodicesimo
secolo.

Nell’interno, l’edi cio del battistero ha una pianta ottagonale ed ha due perimetri di fondazione
concentriche e la parte interna è articolata da un sistema di colonne architravate e con in alto una
semidei logge con bifore inquadrate da un’ordine di paraste che reggono la trabeazione ed
ancora sopra abbiamo l’attico in tarsie marmoree.

L’articolazione interna è molto simile a quella del Pantheon.

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Nell’esterno invece, nel livello inferiore abbiamo sempre una schema di griglie verdi e bianche,
abbiamo un ordine di paraste architravato e poi l’attico con grandi riquadri geometrico inquadrato
da paraste.

Il tutto è evidentemente frutto di uno spunto preso dal duomo di Bruscheto, a partire dalla
bicromia esterna con l’alternanza delle due pietre verdi e bianche.

La di erenza tra la bicromia di Pisa e quella di Firenze è che nella prima la prima abbiamo fasce
orizzontali mentre quelle orentine sono forme geometriche ed è solo un rivestimento, perché le
pareti interne sono fatte di pietra forte rivestita da lastre di marmo.

Inquadrando il rapporto con Pisa…

Almeno dalla metà del dodicesimo secolo, il battistero di renze era amministrato dall’arte di
Kalimala, corporazione di mercanti che importavano e smerciavano delle sto e islamiche
(soprattutto seta).

Questa corporazione era in quel momento la più importante del momento e venivano
commerciate grazie alla mediazione di Pisa, dunque le due città avevano un grande legame in
quel momento, no al 1220 che comincia la guerra tra le due.

Questo rapporto di amicizia, è testimoniato anche dalle due famose colonne per de che oggi si
trovano ai lati della colonna del paradiso (porta del battistero) che in origine si trovavano tra il
duomo ed il battistero e vennero spostate in seguito dopo un uragano.

Queste colonne si dice provengano da Pisa sotto forma di dono, i Pisani infatti le avevano
ottenute dopo il sacco di Palma de Mallorca e donate a Firenze come segno di alleanza ed
amicizia.

San Miniato al Monte, Firenze


Chiesa romanica la cui facciata è una copia del paramento esterno del battistero di Firenze.

In realtà, la chiesa era stata costruita nell’undicesimo secolo e rappresentava un santuario


importante dedicato ad un martire, Miniato, molto ammirato nella città.

Nel 1018, un monaco scrive una leggenda della vita di Miniato, un eremita che fondò una
comunità sul monte di Firenze ma arrestato e decapitato in riva all’Arno durante le persecuzioni di
Roma.

La leggenda narra che Miniato, dopo la sua decapitazione, si alza con la testa in mano e cammina
no alla collina indicando dove avrebbe voluto essere sepolto (fa parte dei miti cefalofori).

Quella leggenda è importante perché faceva parte di un’idea del vescovo di Firenze, Ildebrando,
che voleva rilanciare la chiesa di San Miniato.

Quindi scava, trova le reliquie di Miniato e decide di volerla ricostruire.

La pianta della chiesa è molto tradizionale, ha tre navate ed un’unica abside, dunque un impianto
basilicale.

Presenta degli elementi innovativi ed interessanti, il colonnato all’antico è interrotto da due pilastri
compositi che reggono le arcate trasversali che tagliano le navate.

Lo spazio è suddiviso in campate con un ritmo sassone (pilastro forte/due sostegni deboli/pilastro
forte ….) e la suddivisione in campate si ritrova bella chiesa di San Piero Scheraggio, Firenze.

La chiesa viene infatti divisa in due, una parte riservata al clero ed una parte riservata ai laici.

La chiesa di San Miniato ha due capitelli antichi principali mentre gli altri vengono fatti in pietra e
rivestiti con l’intonaco bianco.

Anche le colonne in realtà sono nte, sono infatti composte da ceci di pietra forte rivestiti poi
nell’ottocento con un tipo di gesso che imita il marmo.

La facciata ed il suo rivestimento vengono realizzati più avanti e abbiamo anche qua la bicromia.

La parte alta della facciata corrisponde alla parte interna dell’edi cio e la parte alta della facciata è
ornata da tarsie orientaleggianti,

In ne, come nel battistero, nella facciata ci sono rimandi a Roma, infatti essa cita probabilmente
la chiesa di San Pietro.

Inoltre, a San Pietro, c’era un mosaico che riproduceva il giudizio universale mentre qua riprende
la storia di Miniato.

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Il rivestimento interno delle navate fu iniziato probabilmente nel dodicesimo secolo, iniziarono con
delle vere lastre marmoree e poi tarsie dipinte in seguito nel ‘300.

Il battistero e san Miniato sono molto vicini e simili tra loro, infatti nel periodo in cui si ristruttura la
facciata di San Miniato, venne costruito il battistero, dunque si prese quello come modello, in più
non è escluso che i due architetti siano la stessa persona.

Riassumendo..

Il romanico orentino ingloba un’attenzione enorme per l’antico, il gusto per il rivestimento
marmoreo.

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