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Piazza dei miracoli:

Questo complesso riassume la vita di ogni cristiano che inizia con il battistero e culmina con il
camposanto, è possibile inoltre notare delle analogie tra gli edifici presenti in piazza dei miracoli e i
luoghi santi ( dove nacque e visse gesu): come ad esempio secondo una tradizione la terra
impiegata nel camposanto pisano proveniva proprio dalla terrasanta, questo legame che vi è tra i
due luoghi è ancora più significativo se si pensa che il vescovo di Pisa era allo stesso tempo anche il
patriarca di Gerusalemme oltre ai significati religiosi erano molto importanti anche quelli civili, uno
tra tutti l’imponenza del complesso che stava ad indicare l’enorme potenza della repubblica
marinara pisana. Il Duomo fu costruito a partire dal 1604 e secondo lo storico jacques legoffe fu il
primo cantiere urbano occidentale, ciò significava che l’iniziativa e la realizzazione non furono di
parte ecclesiastica ma bensì legate a un intera comunità urbana. La prima costruzione fu condotta
dall’architetto buscheroe la costruzione fu pronta al momento della consacrazione avvenuta nel
1118, successivamente intorno al 1120 l’ architetto Rinaldo prese l’incarico di renderla ancora più
solenne: allungò le navate verso occidente, completò l’abside e la cupola. L’innesto del transetto
nella struttura principale è sottolineato da una grande cupola a base ellittica di derivazione araba
così come l’arcone trasversale a ogiva che la introduce (molto raro in Europa a quell’epoca). La
facciata a salienti comprende nel livello più basso sette arcate cieche decorate con lasanghe
(rombi) e cerchi di derivazione araba, sopra vi sono 4 ordini di loggette alte e strette, le arcate
cieche al livello più basso si estendono per tutto il perimetro della costruzione fino all’abside. Per
quanto riguarda l’interno vi sono 5 navate che presenatno archi a tutto sesto sorrette da colossali
colonne monolitiche con capitelli in parte di spoglio di spoglio in parte realizzati sul modello
antico. La copertura della navata centrale è a capriate lignee nascoste da un soffitto a cassettoni,
mentre per quanto la navate laterali hanno volte a crociera, sopra al matroneo composto da bifore
vi sono le finestre del cleristorio. Il transetto absidato diviso in 3 navate crea un suggestivo gioco di
intrecci tra le colonne.

Nel 1153 l’architetto Diotisalvin iniziò la costruzione ,davanti la facciata del Duomo, del battistero,
a pianta circolare che fù però portato a termine solo tra la metà del duecento e la metà del
trecento. Come avviene spesso per la maggior parte degli edifici a pianta centrale, la struttura
vuole essere un chiara rimando al santo sepolcro di gerusalemme: a ciò rimandano oltre alla
pianta, la cupola conica nascosta da una più ampia calotta emisferica e il numero delle colonne
interne, 12 come il numero degli apostoli che vanno a delimitare anche il deambulatorio,
all’esterno al livello più basso ritorna il motivo delle arcate cieche predominante in tutti gli edifici
della piazza.

San Cataldo: esempio di sintesi tra diverse è questa chiesa che venne edificata a Palermo intorno
alla metà del 12 secolo: l’esterno dell’edificio è arabeggiante come si può notare dal volume
squadrato e cubico alleggerito appena da arcate cieche a setso acuto, per le tre cupole
tondeggianti allineate su uno stesso tamburo posto sulla navata centrale, all’interno invece si rifà
maggiormente allo stile bizantino, a cui rimanda la pianta rettangolare a tre navate con tre cupole
allineate su quella centrale secondo uno schema che si ritrova in Puglia nel duomo di molfetta.
Duomo di monreale: capolavoro del Romanico siciliano è il Duomo di Monreale commissionato da
Guglielmo 2, l’edificio fu eretto su un altura che domina la città di Palermo, il duomo di Monreale
colpisce soprautto per la sfarzosa superficie esterna della zona absidale: qui infatti troviamo una
fitta decorazione di derivazione araba, composta da arcate cieche a sesto acuto intrecciate.
L’edificio ha una pianta longitudinale a gtre navate divisa da un classico colonnato, una copertura
a capriate e un ampio cleristorio. La facciata è stretta tra 2 torri, all’interno l’effetto di una
spazialità ampia e continua è accresciuto dalla ricca decorazione musiva che ricopre l’intera
superficie. Lo sguardo è immediatamente attratto dal Cristo pantocratore del catino absidale. Sulle
pareti della navata centrale disposte a pannelli come grandi arazzi che scendono tra le arcate ci
sono Storie dell’antico testamento . Il committente Guglielmo II compare due volte, sui pilastri del
transetto: in un mosaico offre alla Vergine il modellino della cattedrale, nell'altro viene incoronato
da Cristo. Due preziosi portali bronzei, centrambi della fine del XII secolo, si aprono uno in facciata
(eseguito da Bonanno Pisano) e laltro sul lato settentrionale (eseguito da Barisano da Trani). Sul
lato meridionale, infine, si apre un suggestivo chiostro su colonnine binate.

LA SCULTURA ROMANICA

Dopo l’anno mille, in tutta Europa, in contemporanea con quanto avveniva nei campi
dell’architettura anche l’ambito scultoreo ebbe una rinascita significativa. La scultura riconquistò
forza plastica, sapienza compositiva oltre che un nuovo notevole prestigio testimoniato dalle
numerose firme che vi sono sulle opere di quell’epoca. Elementi tipici della statuaria classica come
la scultura a tutto tondo rimasero rarissimi. La produzione scultorea in quel periodo si concentrò
nella decorazione e nell’abbellimento di elementi architettonici (capitelli, portali, archi ecc) e
arredi (pulpito, fonti battesimali), la scultura nel periodo romanico ha principalmente una
vocazione architettonica, diventerà parte integrante dell’architettura, anche quando si fonde con
le membrature architettoniche, risaltandone forma e funzione, ha funzione ornamentale. Molto
importante inoltre è il ruolo comunicativo che quest’arte ha al servizio della dottrina religiosa.
Importante novità dell’epoca sarà la ricomparsa della figura umana che per prestarsi ancora
meglio alla propria funzione comunicativa assumerà una maggiore concretezza fisica e naturalezza
nell’ aatomia. La scultura romanica infatti avrà un’ esplicita funzione narrativo-didascalica, i
maestri del tempo attraverso le loro raffigurazioni avranno il compito di far parlare le loro opere,
sembrano prestarsi molto bene a questa funzione le figurine presente sul portale di Sante-Foy che
sbucano dalla lunetta in cui è illustrato il giudizio universale, dal giudizio universale ci si può
ricollegare facilmente a quelle che sono i soggetti privilegiati delle raffigurazioni scultoree derivanti
dall’Antico e dal nuovo testamento (in particolare della genesi), esemplari le opere Gisleberto
attivo in francia che lavorò nella realizzazione della cattedrale di saint lazare. La figura umana è
anche protagonista di numerose rappresentazioni dedicate alla vita quotidiana e al lavoro sia in
ambito artigianale (es formelle incassate in alcuni pilastri della cattedrale di piacenza)sia in ambito
agricolo che ritroviamo spesso nelle raffigurazioni del Ciclo dei mesi collegate a quelle delle
stagioni e dei segni zodiacali. L'architettura romanica è poi abitata da un vasto repertorio di motivi
fitomorfi (con forme vegetali) e zoomorfi (con ani- mali reali e fantastici). Numerosa in particolare
è la folla di fiere, draghi, animali doppi come centauri e sirene, creature diaboliche, simboli delle
tentazioni del Maligno e della lotta tra Bene e Male: queste figure sono di norma collocate
all'esterno dell'edificio sacro.

Wiligelmo

I rilievi eseguiti per il Duomo di Modena sono considerati ilo più importante complesso scultoreo
italiano della prima metà del 12 secolo realizzato da wiligelmo che di sua mano realizo la
decorazione del portale maggiore e le quattro lastre con le storie della Genesi. Originariamente le
lastre erano tutte alla stessa altezza , oggi invece risultano sfalsate in seguito all’apertura dei
portali latrerali di facciata avvenuta nel 200. Le lastre narrano i primi capitoli del libro biblico, dalla
creazione alla salvezza dell’umanità, narrati in dodici scene accompagnate da didascalia. Alcuni
studiosi hanno messo in relazione le scelte iconografiche di Wiligelmo con antichi esempi di
drammi semiliturgici che univano il tema del peccato del peccato alla certezza della redenzione. La
mancanza di rigide divisioni tra gli episodi produce una narrazione rapida e fluida in cui le figure si
richiamano una con l’altra atrraverso gesti e sguardi in questo modo wiligelmo sviluppa un vero e
proprio racconto. Il ritmo della composizione è scandito in alto dalle arcatelle che accomunano le
quattro lastre stabilendo un ideale collegamento con il motivo che lanfranco aveva previsto come
coronamento per l’esterno dell’edificio. Con uno stile semplice e sintetico Wiligelmo rappresenta
una realtà concreta in cui sono inseriti elementi del mondo naturale, i quali con grande abilità
sono resi effetti materici. I personaggi sono concreti e solidi, resi con sapiente senso dello spazio e
dei volumi, secondo proporzioni che ricordano la statuaria classica, ad esempio i panneggi delle
vesti hanno spessore e si adeguano ai corpi.

Il Gotico

Intorno alla metà del XII secolo in Francia si verifico una radicale revisione del linguaggio
architettonico in cantieri tra loro coevi e legati alla Corona. Partendo dalle innovazioni tecniche del
Romanico anglo- normanno, si elaborarono soluzioni nuove nei vari elementi architettonici, nella
scansione dell'alzato, nella concezione dello spazio in rapporto ai sistemi di illuminazione: solu-
zioni che nel giro di pochi decenni arrivarono a definire un nuovo stile, espressione di una
rinnovata sensibilità. Nel Gotico si manifestava un’intensa spiritualità che trovava nella verticalità
e nella luce, i propri elementi più caratterizzanti. Rispetto all'architettura romanica, quella gotica
aveva un nuovo e diverso scopo, ovvero realizzare chiese sempre più alte e luminose. La
conseguenza fu un cambiamento radicale nella conce- zione stessa delle costruzioni: ai valori di
semplicità e com- pattezza, propri del Romanico, si sostituirono altezze ardite. forme slanciate ed
elaborate, muri ridotti all'essenziale per lasciare il posto a grandi finestrecon vetrate policrome che
inondavano di luce l’interno. Si trattava di un’architettura formata praticamente dal solo scheletro
portante che esprimeva un senso di energia dinamica proiettata verso il cielo. Rifacendosi a quella
che era la filosofia scolastica elaborata all’interno delle scuole che sorgevano presso cattedrali,
monasteri ecc, la chiesa gotica puntava a una compiutezza che rispecchiasse la bellezza divina e
l’immagine del creato in scala minore. All’interno di essa ogni elemento tendeva a un equilibrio
con il tutto e all’unità, immergendo il fedele in una sorta di smarrimento mistico. Affinché
venissero costruiti edifici sempre più alti e più luminosi era necessario che le pareti perdessero la
loro funzione portante. Le grandi cattedrali gotiche lanciavano cosi una vera e propria sfida alle
possibilità costruttive dell'epoca, imponendo di ripensare la statica degli edifici e di individuare
modalità differenti per scaricare a terra l'enorme peso di strutture sempre più im- ponenti. Furono
cosi ideate ingegnose soluzioni tecniche, che con- sentirono di scaricare i pesi sullo scheletro
dell'edificio. Innanzitutto venne sistematicamente adottato l’arco sesto acuto (o ogivale), più
resistente e più leggero di quello a tutto sesto. Del tutto inedita, invece, fu la sua assunzione a
perno dell'intero sistema costrutti- vo gotico, esteso a ogni spazio. I costoloni scendono poi
verticalmente lungo le pareti, innestandosi nei pilastri a fascio, più massicci e complessi di quelli
romanici, su cui scaricano il peso delle volte. Un'altra innovazione fondamentale dell'architettura
gotica furono gli archi rampanti: si tratta di pilastri esterni, posti lungo il perimetro della chiesa in
corrispondenza dei punti di raccolta delle spinte provenienti dalle volte delle navate e dall'abside.
Gli archi rampanti scaricano le forze che tenderebbero ad "aprire" la navata centrale. Gli archi
rampanti trasmettono spinte oblique: per renderle perpendicolari al terreno, e quindi interamente
scaricabili al suolo, gli architetti medievali introdussero a coronamento dei contrafforti i pinnacoli,
elementi piramidali spesso posti su piccole edicole, che, aggiungendo peso, contribuiscono a
"raddrizzare" le spinte. In sintesi, la struttura elastica della volta e la possibilità di scaricare a terra
il suo peso, attraverso il sistema di nervature, pilastri ecc, permisero di costruire volte molto più
ampie più alte di quelle romaniche. Rispetto alle chiese Romaniche vennero mantenuti l’impianto
a croce latina e la suddivisione in tre navate, l’area presbiteriale divenne però più maestosa: il
transetto avanza quasi a metà chiesa, lasciando spazio per l'allungarsi del coro, mentre l'abside
assume maggiore rilievo visivo. Sempre nella zona presbiteriale, diviene costante la presenza del
deambulatorio, in età romanica prerogativa soprattutto delle chiese di pellegrinaggio, sul quale si
aprono cappelle radiali collegate tra loro da arcate e nervature, che accentuano l'andamento
dinamico dell'insieme. La copertura a volte ogivali conferisce una nuova maestosità alla navata
centrale, che nelle chiese gotiche aumenta le proprie dimensioni: in altezza, divenendo elevata più
del doppio rispetto a quelle laterali (e altrettanto alti sono i bracci del transetto), e in larghezza,
dove il sistema dei pilastri a fascio scandisce lo spazio in campate per lo più rettangolari, a
differenza di quelle romaniche, quasi sempre quadrate. A campa- ta quadrata continuano a essere,
in genere, le navate laterali. In una prima fase, la campata della navata centrale si articola su 4
livelli: sopra il primo ordine di arcate si innalzano il matroneo, il triforio e il cleristorio.
Successivamente i livelli diventano 3, vi è l’eliminazione dei matronei che sono sostituiti dagli archi
rampanti posti all’esterno, il cleristorio ospito finestre sempre più grandi deputate
all’illuminazione della navata centrale. Perdono la loro funzione portante i muri che sono
notevolmente alleggeriti con l’apertura di grandi finestre con una vetrata policroma all’interno
della quale sono spesso rappresentate storie bibliche o appartenenti alla storia sacra. L’interno
delle chiese gotiche è dunque carattterizzato dalla luce che da una nuova spazialità rispetto a
quelle romaniche.

Il gotico italiano

A partire dalla francia il gotico si irradiò in tutto il continente, subendo variazioni a seconda delle
tradizioni, tranne in italia, dove il modo di costruire gotico fu considerato antitetico. Gli edifici
gotici italiani furono il frutto di un processo che derivava dal basso, promosso dalla civiltà
comunale che aspirava attraverso gli edificii più rappresentativi a creare una propria identità. In
linea generale le chiese gotiche italiane mancano dunque del verticalismo e legggerezza di cui
sono proprie quelle gotiche d’oltralpe, non vi fu un annullamento delle pareti a favore delle
vetrate, le pareti continuarono a svolgere la loro funzione di sostegno e di sede privilegiata della
decorazione pittorica. I primi ad introdurre il gotico in Italia furono i cistercensi (ordine monastico
fondato nel 1098 a citeaux), che predicavano il ritorno al rigore della regola di San Benedetto. Il
rigore si ritrova anche nell’architettura cistercense: seocndo Bernardo di Chiaravalle gli edifici
dovevano favorire la preghiera e la meditazione dei monaci e non distrarre la loro mente con
aktezze smisurate, pitture e ornamenti.

Fossanova

All'inizio del Duecento, l'Ordine cistercense era diffuso in gran parte del territorio italiano dove
furono costruite numerose abbazie esemplate sui modelli francesi. Nel 1135 san Bernardo fondò
nel Lazio l'Abbazia di Fossanova; venne eretta nelle sue forme attuali tra il 1187 e il 1208, La
struttura planimetrica della chiesa abbaziale è a croce latina, a tre navate, con abside rettilinea e
transetto con cappelle rettangolari. All'incrocio tra la navata e il transetto si eleva un alto tiburio
ottagonale. L'interno, caratterizzato dai toni caldi del travertino, presenta la navata centrale molto
più alta e larga delle laterali, scandita da grossi pilastri, a cui corrispondono robusti contrafforti
esterni rastremati. L’abside rettangolare è illuminata da tre monofore ogivali e da un semplice
rosone lobato. La severa facciata a salienti è tripartita da robusti contrafforti e presenta al centro
un portale ogivale strombato. Nella parte inferiore si leggono ancora i resti di un portico.

Duomo di Siena

La città che più di ogni altra in Italia subì l’influsso del gotico fu Siena, la sua cattedrale dedicata a
Santa maria Assunta è un edificio che semplifica al meglio come nell’architettura italiana
convivessero la tradizione romanica e i nuovi apporti del gotico. Seguendo le sorti alterne
riguardanti la storia cittadina, l’ edificio ebbe un evoluzione singolare, per il quale si succedettero
diverse progetti e fasi di costruzione. I lavori iniziarono per la prima volta nel 1216 e vennero
portati avanti sino al completamento del coro, delle volte presbiteriali e della cupola. All’interno di
questa prima fase realizzativa un ruolo molto importante fu svolto dai cistercensi , della vicina
abbazia di San Galgano, i quali vennero chiamati per la loro conoscenza delle pratiche costruttive a
dirigere il cantiere, in seguito a partire dal 1245 furono affiancati dalla figura di Nicola Pisano.
Durante la prima fase di realizzazione vennero più marcati glie elementi di continuità con la
tradizione romanica , visibili particolarmente all’interno attraverso l’uso degli archi a tutto sesto e
nella dicromia dei pilastri, i quali presentano una fitta alternanza di fasce bianche e nere,
inizialmente inoltre il progetto prevedeva una tradizionale copertura a capriate lignee, che fu poi
sostituita da una copertura in muratura nel 1317. Già analizzando la pianta si possono notare delle
incongruenze che rivelano il travagliato processo di costruzione che l’edificio ebbe. In un secondo
momento fu infatti innestata su una pianta a croce latina un’area presbiteriale molto sviluppata
come nelle cattedrali francesi. Il ritmo serrato dei pilastri, lo sviluppo della zona presbiteriale e lo
sfasamento della cupola creano all’interno dell’edificio la sensazione di uno spazio smisurato,
tuttavia però lo slancio verso l’alto risulta impedito dalla solidità della struttura oltre che
dall’orizzontalità dei paramenti dicromi e dall’uso dell’arco a tutto sesto. Dopo quasi 20 anni dalla
conclusione dei lavori, Giovanni Pisano avviò una nuova campagna costruttiva che diede all’edificio
maggiori caratteri gotici. A Pisano si deve il prolungamento del coro e la composizione della
facciata che richiama il gotico fiorito francese. I tre grandi portali sono completati da ghimberghe
che ne accentuano lo slancio e l’eleganza, ma per quanto riguarda la lavorazione ornamentale essa
esplode nelle due torrette laterali : qui l’architettura sembra perdere la propria consistenza,
smaterializzandosi in uno spazio indefinito in cui statue di Filosofi Apostoli e Profeti divengono
protagonisti di una sorta di intimo colloquio. La facciata causa fu terminata solo nella seconda
metà del trecento, quando furono realizzati il rosone centrale e il coronamento tricuspidato.

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