1. GRECI
Concetto di base su cui si fonda l’architettura greca: L’ORDINE ARCHITETTONICO
Importante anche per capire l’evoluzione della storia dell’architettura occidentale, avendo un
grande seguito in diverse epoche successive.
L’ordine architettonico è un sistema di elementi, di singole parti che possono essere
individuate e spiegate per se stesse, connesse da rapporti creando un’unità, dove tutto è
indispensabile perché ogni elemento interagisce con l’altro.
Questa definizione proviene dal concetto di linguistica (sintassi, lessico) governata da regole
precise ma non immutabili.
Il tutto nasce probabilmente da un’esigenza funzionale, essendo un sistema di proporzioni
universalmente comprensibile che ha come module base: il diametro della colonna.
Secondo il pensiero degli antichi greci la BELLEZZA era ottenuta dalla PERFEZIONE,
perfezione nelle proporzioni, il Partenone ne è un chiaro esempio: i greci erano grandi
studiosi, avevano capito che l’occhio umano “distorce la realtà”, “non percepisce una “reale
rappresentazione del reale” (es. parallelismo), realizzato questo attuarono degli accorgimenti
nella progettazione e costruzione del tempio, andando a creare volontariamente delle
irregolarità (nelle colonne, basamento, architrave) che correggevano la nostra visione del
tempio.
Il Partenone fu il risultato di un processo di compromessi e adattamenti, alla presa del potere
di Pericle la progettazione del nuovo tempio fu data Ictino e a Fidia la parte scultorea
(conservando le realizzazione di Callicrate), importante fu il ruolo della scultura, potremmo
interpretare l’intero tempio come un oggetto scolpito (materiale: marmo)
Il Partenone fu successivamente adibito nel tempo a varie funzioni: cattedrale cattolica,
moschea. Seppur conservata la parte centrale fu distrutta e gran parte delle sculture trasferite
a Londra.
2. ROMANI
Contesto: L’architettura romana fu influenzata soprattutto da quella greca ( i romani
conquistarono politicamente la Grecia, ma la Grecia conquistò Roma dal punto di vista
culturale/artistico) e da quella etrusca. Si era creata una nuova tendenza raffinata, elegante e
rilassata tipica dell’architettura greca.
I romani introdussero nuove realtà all’architettura urbana/civile, costruendo ponti,
acquedotti (Pont du Gard) e nuove strade di collegamento, i romani per questo erano definiti
grandi ingegneri. Le planimetrie di molte città erano spesso impostate su due strade rettilinee
incrociatisi ortogonalmente al centro, presso l’intersezione sorgeva il foro, in genere
colonnato, intorno a cui erano raggruppati i principali edifici pubblici: piazza del mercato,
sede del palazzo del Senato, basiliche, grande sale coperte per tribunali. Il foro romano
sostituiva l'agorà greca come fulcro della vita cittadina.
I nuovi tipi edilizi richiedevano un’architettura più varia e flessibile, rispetto a quella
greca/ellenistica, infatti svilupparono una migliore definizione degli spazi interni e nuove
tecniche e materiali da costruzione: L’ARCO e le VOLTE, e un primordiale
CALCESTRUZZO. Quest’ultimo denominato “pozzolana” era utilizzato per gli elementi
strutturali principalmente, mentre le parti non strutturali/decorativi si usavano pietre e
marmi, il travertino.
L’edificio romano a differenza di quello greco era dotato di un fronte principale riconoscibile,
al quale si accedeva assialmente, una monodirezionalità privilegiata.
Ciò succedeva anche nei templi ( es: Tempio della Fontana Virile ), che prese dagli etruschi
l’innalzamento del tempio su un podio con un portico all’estremità e la relazione tra il tempio
e una corte colonnata dai greci.
Importante è anche il rapporto che i romani ebbero con la natura e il paesaggio, fusione tra
architettura e natura: prendendo come esempio il Santuario della fortuna primigenia per la
sua collocazione e le ville tipiche romane (Domus Aurea, Villa Jovis e Villa Adriana; anche
usando l’acqua attraverso fontane o piscine oppure giardini e cortili).
Questo fase può definirsi un periodo di transizione tra due realtà storiche/culturali e un
passaggio da un’architettura ad un’altra: il Mausoleo di Costanza si ispira ad un esempio alla
tradizione romana di edifici a pianta centrale e al tempo stesso ci conduce alle soglie
dell’architettura paleocristiana e bizantina.
3. PALEOCRISTIANO
Contesto: La nuova religione cristiana permetteva al fedele di partecipare alle funzioni di
culto e di conseguenza si rese necessario la creazione di uno spazio che permettesse di
accogliere un grande numero di persone. La nuova immagine pubblica cristiana costantiniana
trovò la sua espressione architettonica non nei templi (dalle ovvie implicazioni pagane) ma
nelle basiliche, edifici che ai tempi dei romani venivano usati per funzioni civili.
L’impianto basilicale era formato solitamente da: un corpo rettangolare preceduto da un’area
di raccolta iniziale all’aperto (anche di purificazione, spiegata dalla presenza di una fontana)
chiamata quadriportico. La basilica era suddivisa da 3 o 5 navate, una centrale e laterali,
scandite dai colonnati, la posa della reliquia del santo è il motivo per cui fu aggiunto un corpo
rettangolare perpendicolare al corpo centrale che consentiva l’afflusso dei fedeli, detto
transetto. All’estremità si trova una zona rialzata e talvolta absidata e la tribuna. La copertura
era costituita da un un tetto ligneo con capriate a vista o nascoste da un soffitto piano e i muri
sono ancora sottili non essendoci le volte (es: San Pietro).
CAROLINGIO
Contesto: epoca imperiale di Carlo Magno (Francia-Germania) e dell’ascesa di quello che fu
il Monachesimo.
L'architettura religiosa manifesta la grande spinta costruttiva propria della politica di
Carlo Magno, il quale favorisce la costruzione di numerose abbazie, che sancivano la
cristianizzazione e la definitiva conquista dei territori, rappresentando quindi centri di
potere e di diffusione dell'ideologia imperiale.
L’espressione più completa del monachesimo carolingio è rappresentata dal piano di San
Gallo, pianta di abbazia ideale da prendere come modello per i grandi monasteri medievali,
non solo spirituali ma anche amministrativi, culturale e agricole, come una sorta di ”città
modello”. Non ha l’aspetto di una pianta di un’abbazia ma più di un “meccanismo di
funzionamento di strutture”.
San Ciriaco a Gernrode e San Michele a Hildesheim sono due esempi di influenza
ottoniana, successivo al decadimento di quello carolingio, anch’essa è legata ad un
immagine di chiesa militante, infatti possiamo ritrovare in S. Michele la presenza di torri,
una centrale e due laterali sul transetto, mentre l’alternanza di elementi portanti nella
navata, pilastri e colonne, sono collegabili all’impianto delle basiliche paleocristiane, la
triplice scansione in S. Michele (un pilastro seguito da due colonne) ha origine carolingia.
5. ROMANICO FRANCESE
Il periodo romanico inizia circa verso l’anno 1000 e si caratterizzò da elementi comuni:
● arco a tutto sesto
● derivazione di elementi romani
● l’uso della volta
e di elementi caratteristici del luogo in cui si sviluppa l’opera, tradizioni e tendenze del
luogo di provenienza (es. materiali).
ROMANICO ITALIANO
Contesto: In età romanica le lotte di potere tra i vari Stati italiani e la Chiesa impedirono
la creazione di un unico stile, ma di diversi caratteri architettonici in diverse regioni.
Nel tipo lombardo-padano (Milano-Pavia) si sviluppò uno stile massiccio, pesante dal
vigore plastico con largo impiego di laterizio.
In quello lombardo fu in particolare espressione del monachesimo benedettino
(Milano-capitale dell’Impero d’Occidente), la più nota è Sant’Ambrogio, ricostruita
mantenendo l’impianto basilicale paleocristiano con il quadriportico, all’interno la
copertura è prodotto di un sistema alternato (?) (sistema che non funziona bene perché in
origine non si era pensato a un soffitto voltato).
Nel padano ritroviamo alcuni esempi come il Duomo di Modena e il San Michele a Pavia,
quest’ultima come in altri presenta una facciata a capanna coronata da due ampi spioventi,
arcatelle pensili sotto le grondaie.
Nel tipo toscano, più prospero, si sviluppò uno stile proprio, vivace, riconoscibile e di
grande ricchezza decorativa (dal romano/bizantino) con maggiore disponibilità di pietra e
marmo (dai commerci attivi), utilizzati per esempio nel Battistero ottagonale (cupola che si
regge direttamente dalle fondazioni) di Firenze con ulteriore rivestimento decorativo
policromatico e un interno alla romana (colonna-trabeazione). San Miniato al Monte si
caratterizza anch’essa da un decoro policromatico di marmi colorati diversi in facciata.
Lo stesso parametro marmoreo unito a ordini sovrapposti di colonnati aperti costituisce il
Duomo di Pisa, dove al suo interno è decorato alla bizantina. L’elemento delle arcatelle
vengono ripresi anche nel Battistero e nella Torre di Pisa.
6. GOTICO FRANCESE
Contesto: il gotico si sviluppò nell’alto Medioevo, legato all’idea di un mondo ultraterreno,
costituì una nuova architettura cristiana, un’arte che accoglieva nuovi temi e una nuova
iconografia.
Lo stile gotico ebbe le sue origini in Francia come espressione del Cattolicesimo, anche se
alcuni dei suoi elementi derivano dal romanico, il gotico rappresentò una rottura con il
passato, lontana ormai dalla tradizione romana:
l’eliminazione della massiccia struttura muraria in favore di una struttura più leggera, a
questo nuovo senso di spazio si unisce la suddivisione degli interni in una successione di
celle nervate, articolati in modo analogo a uno scheletro.
Nuovo è anche l’accentuato verticalismo dove tutte le linee svettano verso il cielo, molto
simbolo e poetico come se volesse rappresentare un tentativo di avvicinamento a Dio. A
questo senso dell’ultraterreno contribuisce la luce che penetra nell’oscuro interno dalle
colorate vetrate.
In Saint Denis convivono le origini del gotico francese, caratterizzata all’esterno da un
nartece con una coppia di torri e un rosone al centro (modello per le successive) e
all’interno la sostituzione delle pesanti pareti divisorie con snelle colonne, così che lo spazio
potesse fluire in un gioco di ombre e luce, questa costituì la novità del gotico perché la
forma del deambulatorio, gli archi acuti, volte a costoloni e le cappelle radiali attorno
all’abside erano elementi già presenti nel romanico francese.
GOTICO ITALIANO
In Italia lo stile gotico arrivò in ritardo e non riuscì veramente a radicarsi come nel resto
dell'europa settentrionale perché ancora troppo legata dagli elementi classici propria della
sua storia e cultura. Gli edifici gotici italiani come Fossanova, Casamari e San Francesco
d’Assisi mancano dell'alleggerimento delle masse murarie, la complessità dei particolari e
l’aspirazione alla verticalità del gotico francese. In San Francesco d’Assisi si nota ancora
l’attaccamento alla decorazione pittorica dell’affresco.
7. RINASCIMENTO ITALIANO
a. Il Rinascimento è un periodo storico in cui si è sviluppato l’UMANESIMO,
corrente di pensiero che mette l’accento sul valore dell’uomo in quanto individuo,
la nuova importanza conferita alle possibilità umane condusse alla comparsa di un
uomo dedito a molte attività.
Si trattò di un'epoca caratterizzata dal culto del mondo classico presa come
modello per la rinascita culturale, e di grandi invenzioni come la PROSPETTIVA.
Inoltre secondo Alberti l’architettura non si fondava sulla pratica, bensì come una
disciplina intellettuale e un’arte RIVOLTA ALLA SOCIETà.
Infine dal punto di vista decorativo/estetico la belezza per la sua piena realizzazine
ha bisogno dell’ORNAMENTO costituito dall’USO CORRETTO DEI 5 ORDINI
(descritti anche nel “re aedificatoria”), ma solo dal punto di vista dell’architettura
romana, dato che in origine la colonna aveva funzione strutturale e non decorativa.
Alberti si occupò oltre di chiese anche di palazzi sempre per conto di Giovanni
Rucellai (committente anche di S. Maria Novella e il tempietto di S. Sepolcro)
come il Palazzo Rucellai, dove Alberti applicò per la prima volta di architettura
civile il sistema a pilastri degli edifici pubblici romani (es. Colosseo). La facciata
pensata di essere continuata nasce dall’aggregazione di edifici preesistenti
confinanti e si presenta come una ripetizione dello stesso modulo costituito dalla
bifora incorniciata da un’arcata di mattoni e scandita dalle lesene. Un altro
elemento ripreso è il disegno della muratura antica romana al livello terreno.
ARCHITETTURA CIVILE / ARCHITETTURA DEL PALAZZO
FIRENZE:
● Palazzo Rucellai (Alberti)
● Palazzo Vecchio (Arnolfo di Cambio): architettura militare, diventa
modello tipico fiorentino e punto di riferimento.
● Palazzo Medici Riccardi (Michelozzo): facciata a blocchi di bugnato e alto
cornicione classico (diventano simboli dei palazzi fiorentini)
● Palazzo Strozzi (Benedetto da Maiano): occupa un intero isolato, è a pianta
rettangolare con un cortile al centro, alto porticato a capitelli compositi,
serie di finestre al primo piano e loggia al secondo.
● Palazzo Pitti ( Vasari e altri)
PIENZA:
● Piazza della Cattedrale (Duomo di Pienza): di forma trapezoidale per
dilatare lo spazio all’idea di risultare più profondo di quello che è (ripreso
anche nel Campidoglio), inoltre la piazza gode di un impianto prospettico
attentamente studiato.
● Palazzo Piccolomini (Rossellino): all’interno della stessa piazza, si ispira
direttamente alle forme dell’albertiano palazzo Rucellai ma esibisce un
prospetto a tre piani formato da tre ordini di portici aperti (sfrutta
abilmente la presenza dello strapiombo attraverso la creazione delle logge)
con lo scopo di godere del panorama della campagna circostante (contatto
più diretto con la natura) che si affaccia al giardino (giardino
rinascimentale: “microcosmo con natura perfetta, si crea un rapporto
dialettico con l’ambiente circostante. Si tratta di un approccio più
artificiale rispetto al giardino medievale che tentava di ricostruire il
paradiso in terra). Questo costituì il primo esempio in cui il panorama che
si gode da esso ha determinato la posizione del palazzo.
URBINO:
● Palazzo Ducale (Luciano Laurana e Martini): importante per l’architettura
di Urbino in questa epoca fu il personaggio di Federico da Montefeltro
(legato a Piero della Francesca) perché diventerà il nuovo duca di Urbino.
Il palazzo ha una struttura molto articolata e costituita da vari spazi
(ricorda una strutt. militare), anche qui il cortile è stato costruito secondo
una scatola prospettica.
FERRARA:
● Palazzo Diamante (Rossetti): particolare è il bugnato dei prospetti che
ricordano appunto i diamanti.
RINASCIMENTO MATURO
BRAMANTE (1444-1514)
Bramante a differenza del suo contemporaneo Leonardo, compie il passo dalla
progettazione alla realizzazione, per lui l'architettura è concepita in funzione della vista
prospettica da un PUNTO DI VISTA PRIVILEGIATO, conferendo MONUMENTALITà
all’architettura, tale concetto che viene ripreso anche dall’arte da parte di Raffaello.
Il Belvedere a Roma è stata concepita seguendo questo principio: Giulio II incaricò
Bramante di creare un collegamento dall’appartamento nel Vaticano alla villa del Belvedere
(di Innocenzo VIII), un collegamento che si tramutò nel cortile del Belvedere, costituito su
più livelli. Tra terrazze, logge, sculture, fontane e l’adattamento del partito architettonico
(prospetti laterali del cortile) insieme alla sovrapposizione degli ordini (scala a lumaca) si è
cercato di rievocare gli antichi palazzi imperiali sui colli di Roma.
La prospettiva ritorna anche a Milano in S. Satiro dove Bramante realizza una prospettiva
illusionistica dipinta e in basso rilievo ricreando un falso abside, non essendo possibile
sfondare la parete.
Questi elementi vengono ripresi anche nella Biblioteca Laurenziana, costituita da due parti
in contrasto: la sala lettura, di scansione regolare e lineare, e il vestibolo d’ingresso, di
aspetto articolato, che da sull’inquietante, voluta e data dalla scultura. Si trova ad un livello
inferiore e tramite lo scalone tripartito, che scorre verso il basso come una “lava”, si accede
alla sala lettura,
le facciate interno di questo vano sono divise in 3 registri, parte da delle mensole, alle
coppie di colonne scavate all’interno della parete muraria, fino alle coppie di lesene. Tra gli
spazi inserite aperture e altre cieche timpanate.
Michelangelo interviene anche in Santa Maria degli Angeli a Roma, che sorge sulle terme
di Diocleziano, conserva l’impianto dell’aula ma accorcia il perimetro e aggiunge l’abside.
L’asse maggiore è quello trasversale, questo è un altro elemento che avrà seguito nel
Barocco.
PALLADIO (1508-1580)
Il suo operato è stato tanto imitata grazie soprattutto alla pubblicazione dei suoi trattati di
architettura “I Quattro Libri dell’Architettura”, dove illustra gli ordini classici e gli importanti
edifici dell’antichità romana.
Palladio ebbe un rapporto tutto suo con l’architettura: le misure degli spazi (descritte anche nei suoi
libri) si basano tutto su proporzioni armoniche, armonia visiva (matematica) analoga all’armonia
musicale.
Importante sarà il suo incontro con Gian Giorgio Trissino per la sua carriera e la città di Vicenza
dove troverà terreno fertile per le sue sperimentazioni.
Palladio si occupò del rivestimento dei tre lati della Basilica di Vicenza, prendendo come ispirazione
il Palazzo Te a Mantova nel risolvere le irregolarità date dalle preesistenze attraverso il partito
architettonico delle serliane (mantenere le altezze degli archi). Si tratta di un’architettura
monumentale e classicheggiante, elemento tipico è la presenza dell’oculo (in questo caso nei
pennacchi della serliana) come apertura alla luce.
Palladio progettò anche il Teatro Olimpico, un teatro all’antica quindi con gradinata semicircolare
delimitata da un giro di colonne e un palcoscenico definito da un fondale costruito su una
sovrapposizione di ordini, il soffitto della gradinata è affrescato come se fosse all’aperto (cielo)
mentre è cassettonato in prossimità del palcoscenico.
Bernini era molto attento al punto di vista dello spettatore nel progettare le sue opere, come
Michelangelo l’occhio era il parametro su cui basarsi. Inoltre le sue architetture sono molto
scenografiche, come se fossere delle vere rappresentazioni teatrali oltre che simboliche, grazie alla
scultura (architetto-scultore) che riesce a trasformare l’opera in una sorta di palcoscenico.
Come nella Cattedrale Perri, posta nell’abside di San Pietro e inserito in un sontuoso trono di
bronzo sostenuto da colossali statue rappresentanti i 4 Dottori della Chiesa, il tutto illuminato dalla
luce proveniente da una finestra nascosta e dalla materializzazione dei raggi di luce in oro (di sua
invenzione). Anche in Sant’Andrea al Quirinale (gesuita) ritroviamo il concetto di rappresentazione
scenografica con la Pala di Sant’Andrea posta sull’altare maggiore della chiesa, il valore simbolico
dell’ascesa in cielo dell’anima del santo viene ripreso anche all’esterno dalla lanterna, che rappresenta
il punto più alto della chiesa, e dai costoloni della volta che convergono verso di essa. In
corrispondenza della volta vengono sovrapposti due sistemi, i costoloni (di origine medievale)
,ripresi all’ordine inferiore dalle lesene, e la campitura a cassettoni (di origine classica) di invenzione
berniniana. La novità del barocco è l’introduzione di nuove forme, in Sant’Andrea ritroviamo una
forma allungata con l’asse maggiore perpendicolare a quello d’ingresso in pianta e inoltre non
abbiamo più l’alternanza di cappelle radiali, ma le maggiori sono poste a croce. La facciata principale
esterna è costituita da un elemento stretto chiuso da lesene e aggettante dal portico delimitato da
due colonne libere (borrominiano).
il progetto di Bernini consisteva nel creare un ovale attraverso due portici ad arcate con ordine
dorico ma trabeazione ionica, al termine di ogni braccio si innestava un frontone e lungo i portici
sopra le colonne poste le statue. Il materiale usato furono il marmo e il travertino, per creare
continuità con la facciata della chiesa.
Al centro della piazza posto l’obelisco in asse la chiesa e si specchiò una seconda fontana, il centro fu
usato anche per costruire i bracci del portico, disposte a raggiera, non perfettamente regolare
(diametro delle colonne) seguendo il principio dell’architettura obliqua.
Lo stesso principio fu applicato anche alla Scala Regia, una scala che collegava S. Pietro, l’Aula Regia
e la Cappella Sistina, che prima dell’intervento di Bernini era piuttosto scura e angusta. Bernini
decise di illuminare dall’alto una delle rampe aggiungendo anche una grande finestra sul
pianerottolo, mentre decise di ampliare la seconda rampa(essendo meno vincolata a strutture
importanti) e di creare un effetto prospettico per far sembrare più lungo il percorso, facendo
coinvolgere le due file di colonne ioniche a lato della scalinata e riducendone l’altezza man mano
(architettura obliqua).