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STORIA DELL'ARCHITETTURA E DELLA CITTÀ I

(prof. S. Piazza – 8 cfu)


27-03-2018
3.0 I Romani
Fondazione di Roma: 753 a.C. VIII secolo, contemporaneo alla Grecia
• Età repubblicana (509 a.C. cacciata di Tarquinio il superbo - 31 a.C.)
• Guerre puniche tra III e II sec (264-146 a.C.), ha inizio contatto con l’arte e architettura greca
• 31 a.C. 14 d.C. inizio impero di Augusto: il primo che si chiede quale debba essere il linguaggio architettonico
della Roma imperiale.
• Inizio dinastia Giulio Claudia 31 a.C.- 68 d.C. con Nerone. (Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone)
• Dinastia Flavia 69-96 d.c (Vespasiano, Tito, Domiziano)

3.1 La contaminatio greca


La fase monarchica è caratterizzata dalla affermazione della città di Roma come centro urbano principale rispetto alle altre
città etrusche, dell'età monarchica non sono rimasti esempi di architettura, inoltre in questo periodo Roma non è ancora
entrata in contatto con la Grecia.
• Età repubblicana: va dal 509 a.C. al 31 a.C. (Battaglia di Azio) /27 a.C. (anno in cui Augusto diviene a tutti gli
effetti imperatore di Roma)
• 212 a.C.: presa di Siracusa durante la seconda guerra punica, coincide con la folgorazione da parte del mondo
romano della cultura greca. Costituisce una tappa fondamentale nell’assimilazione della cultura greca.
• 146 a.C. fine della guerra punica con distruzione di Cartagine e dominio indiscusso nel Mediterraneo della città di
Roma.

In età repubblicana è già avvenuta la contaminazione con il mondo greco e dal punto di vista dell'architettura coesistono
due tendenze diverse:
-L’assimilazione del mondo greco; i romani hanno salvato il mondo greco in quanto moltissime opere a noi pervenute
risalenti ai greci sono copie romane. Assimilano totalmente l'architettura senza migliorarne nulla in quanto ritengono già
un linguaggio perfetto, l’architettura greca è formata da regole facilmente riproducibili, gli ordini basati sulla scomponibilità
delle parti e dei singoli elementi.
-La sperimentazione ingegneristica e architettonica su campi precedentemente inesplorati. Le maggiori sperimentazioni
prodotte sono il conglomerato cementizio e i sistemi ad arco e a volta. Il conglomerato cementizio, già conosciuto dai greci,
era usato come ausilio al materiale lapideo, i romani lo utilizzano come materiale interamente da costruzione sviluppando
diversi opus, categorizzati in base al tipo di paramento murario. L’opus cementizio veniva realizzato secondo il criterio
delle murature a sacco. In particolare, per le coperture si ricorreva all’uso di casseforme in legno, mentre per le murature
erano utilizzate casseforme lapidee a perdere. Molto diffuso era l’intonaco, con cui le murature venivano rivestite.

•OPUS INCERTUM: realizzate con cassaforme in pietra grezza e informe, all’interno delle quali veniva
effettuato il getto di cemento. Materiale utilizzato scarso e facilmente reperibile. Non veniva rivestito
d’intonaco.

•OPUS QUADRATUM: consisteva nella sovrapposizione di blocchi squadrati in forma parallelepipeda e


di altezza uniforme, all’interno dei quali veniva effettuata la gettata di cemento.

• OPUS RETICULATUM: formato da piccoli conci molto resistenti dalla forma piramidale, affiancati in
modo da assicurare perfetta adesione tra blocchi e gettata di cemento.
Era uno tra gli opus più diffusi.

• OPUS TESTACEUM: Opus con casseforme realizzate in mattoni in laterizio.


Era uno tra gli opus più diffusi.
L'arco e la volta a botte non sono invenzioni romane. Tali elementi possedevano un lungo passato nell'architettura orientale
e vi sono alcuni rari casi in cui vennero adottati anche nel mondo ellenistico, ma gli architetti della Grecia classica avevano
deliberatamente scelto di limitarsi alla tradizione trilitica, poiché archi e volte non si adattavano all’ordine reticolare e
prettamente ortogonale tipico dell’architettura greca. Il contributo romano consiste nel valorizzare, in chiave formale, le
possibilità costruttive dei sistemi arcati e voltati.
Mentre la tendenza al mondo greco governa la parte estetica, la sperimentazione riguarda il campo strutturale. La
particolarità, quasi schizofrenica, dell’architettura romana è che i due campi coesistono tra loro su piani paralleli: solo in
tarda età avremo esempi di architettura esclusivamente romana senza contaminazione greca. Per molto tempo infatti (e
soprattutto agli inizi) preferirono rispettare le caratteristiche ereditate dalla tradizione, tanto che scelsero di nascondere le
volte in conglomerato della basilica Julia dietro una facciata di materiale convenzionale, solo dopo si resero conto delle
potenzialità delle nuove invenzioni. La nuova tecnica si affermava per la costruzione di edifici commerciali, acquedotti,
porti e successivamente in tipi edilizi nuovi come teatri e anfiteatri.
L'età augustea rappresenta il punto in cui le premesse erano mature e si trattava solo di svilupparle, l'architettura imperiale
gode di un impulso innovatore innegabile ma ciò non sarebbe stato possibile se non l'avesse preceduto un lungo periodo
di travaglio delle sperimentazioni stilistiche.

3.2 I santuari repubblicani


Il SANTUARIO DI GIOVE ANXUR A TERRACINA, risalente agli inizi del I secolo, è un tempio
su podio. Accessibile esclusivamente dalla scalinata d’ingresso, la sua disposizione è pensata come
un’ampia terrazza sporgente, secondo un’impostazione tipicamente italica.
Il basamento è realizzato in opus incertum ed è caratterizzato dalla presenza di sistemi voltati, mentre
il tempio è tipicamente greco. Il podio è un chiaro esempio di sperimentazione romana, con gallerie
coperte con volte a botte in conglomerato cementizio, collegate da un lungo corridoio separato da
archi.
I romani sovrappongono alla struttura innovativa del basamento l’ordine architettonico greco,
inserendo semicolonne e trabeazioni.
La cella si sviluppava prevalentemente in larghezza, al punto da occupare lo spazio della peristasi
stessa: il tempio potrebbe dunque essere definito pseudo-periptero, perché lo spazio del portico viene
annullato e scandito da semicolonne (tipologia tuscanica con carattere greco).
Era inoltre caratterizzato da superfici lisce, risultato di uno sviluppo svestito e senza estetica della
struttura poiché non percepita come reale architettura.

Altro SANTUARIO è quello DI ERCOLE VINCITORE A TIVOLI, realizzato intorno alla metà
del I secolo a.C. Evidenti sono le similitudini con il Santuario di Terracina.
Anche in questo caso, il tempio poggia su un’ampia platea artificiale,
caratterizzata dall’ibridazione di elementi greci e romani. La struttura è
basata sull'alternanza di pilastri e archi. L’elemento dell’arco viene dunque
riproposto, ma incorniciato dal sistema trilitico. Alla struttura retta da archi
è stato sovrapposto l’elemento decorativo, ovvero la soluzione della
semicolonna trabeata addossata a muro di derivazione greca.

L’ultimo dei tre santuari repubblicani è il SANTUARIO DELLA FORTUNA PRIMIGENIA A


PALESTRINA, realizzato probabilmente tra la metà del II secolo a.C. e l’80 a.C.
Si tratta di un santuario di grandi dimensioni sviluppato su più livelli. Il gruppo inferiore di edifici è
composto da un ambiente a 4 navate con porticati; da sinistra era possibile accedere alla grotta
dell'oracolo, il nucleo dell'antico santuario latino. Alle spalle del santuario, grazie ad una scalinata, si
accedeva alla terrazza delle esedre, ovvero un portico dorico interrotto, a destra e a sinistra, da due
emicicli in ordine ionico. L’ultimo livello era infine dotato di una serie di arcate di sostegno e si
presentava come un ampio piazzale delimitato, su tre lati, da porticati e avente un emiciclo gradinato
centrale, al quale si addossava un doppio portico corinzio.
Evidente è la mescolanza di derivazioni del mondo ellenistico con caratteri di architettura propriamente
romana (complessità di impianto, legame tra architettura e paesaggio e soluzioni tecniche sapienti non riconducibili a
nessuna costruzione ellenistica) il santuario è disposto in modo che il visitatore potesse avere un'esperienza graduale
terrazza dopo terrazza, questa concezione è un'anticipazione di strutture romane più tarde come i grandi edifici Imperiali
delle terme o il foro di Traiano, basato sulla rivelazione progressiva e ordinata degli elementi.
E’ un edificio di grande importanza per la presenza di un elemento fondamentale: la curva. Le due esedre, che definiscono
degli slarghi nei camminamenti, sono di gran lunga più significative dell’emiciclo gradinato retrostante, poiché hanno sola
funzione estetica ed espressiva.
Peculiare è anche l’utilizzo del cassettone nelle volte degli emicicli: costituisce infatti il primo esempio di impiego di questi
elementi.
Altra testimonianza dell’architettura repubblicana è il TABULARIUM (70 a. C.) edificio destinato
agli archivi di stato, di cui oggi rimangono solo poche tracce.
Era costituito da una massiccia sottostruttura in opus cementizio rivestita in tufo, incorporante un
corridoio a volte. La facciata principale era costituita da una doppia galleria in pietra.
La struttura risulta impostata sullo stesso sistema di colonne e archi del santuario di Ercole a Tivoli.

Citiamo poi IL TEMPIO DI VESTA A ROMA, oggi mancante della trabeazione. E’ un chiaro
esempio di trasposizione romana delle tholos greche, dedicate generalmente agli eroi.
E’ un tempietto di ordine corinzio dedicato alla dea Vesta, protettrice del focolare domestico e della
patria. Ne ritroviamo diversi in molte città romane (citiamo quello di Tivoli, anch’esso in stile corinzio,
che presenta ancora la trabeazione).

Il TEMPIO DELLA FORTUNA VIRILE si presenta oggi condizioni perfette.


L'edificio si presenta di ordine ionico, tetrastilo. Molte sono le analogie con il santuario di Giove
Anxur, tra tutte occorre citare la cella che, in prossimità della peristasi, ingloba le colonne rendendole
semicolonne. E’ dunque un’ulteriore esemplificazione di tempio su podio con pseudo-peristasi.

3.3 Architettura imperiale


A seguito della sconfitta di Marcantonio e Cleopatra nella battaglia di Azio (31 a.C.), inizia il dominio di Augusto. L’età di
Augusto ha un ruolo fondamentale sia dal punto di vista politico che architettonico, poiché costituisce l’inizio di una nuova
fase in cui l’architettura diviene strumento di celebrazione dell’impero.
L’età di Augusto ci consente di individuare delle logiche architettoniche che rimarranno sostanzialmente invariate. Esercita
un controllo su tutte le arti attraverso uomini di sua fiducia, nel campo edilizio attua un vasto programma di opere pubbliche.
Gli edifici pubblici, civili e religiosi si caricano di significati simbolici e assolvono all’importante ruolo di stabilizzazione
politica. Augusto è infatti il primo che intende l’architettura di stato come monumentale rappresentazione della potenza
dell’impero. L'architettura di questo periodo è caratterizzata da una forte tendenza classicista e tradizionalista con ricorso
modelli greci, italici ed Etruschi. Gli spazi di libertà della linea sperimentalistica sono presenti ma molto limitati, tanto che
gli storici del periodo hanno coniato un termine che sottolinea la tendenza ellenica, ovvero NEOCLASSICISMO ATTICO,
per individuare la ripresa della tradizione ellenica come immagine dello stato imperiale.

Il FORO DI AUGUSTO è uno dei Fori Imperiali di Roma, disposto ortogonalmente rispetto al
precedente Foro di Cesare. Si presenta come un’ampia piazza chiusa, il cui fondale scenico è costituito
da un monumentale tempio corinzio canonico (non presenta infatti reinterpretazioni). L’unica
declinazione sperimentalistica del tempio è costituita dal podio su cui poggia. A parte il podio, si tratta
di un tempio a tutti gli effetti greco, così come tipicamente greco è l’ordine trabeato del porticato, legato
all’idea che l'architettura venga elevata grazie all'utilizzo delle colonne, intese come elementi di
qualificazione architettonica. Costituisce inoltre un richiamo alle piazze tardo-ellenistiche circondate
da porticati. Alle spalle dei bracci porticati che chiudono la piazza, il Foro presenta due esedre in
corrispondenza del tempio, che scandiscono due piazze secondarie. Tali spazi non interferiscono
nell’impostazione dell’immagine principale del foro e costituiscono una ripresa di quel tema della
curva già individuato nel tempio della fortuna primigenia.
Un altro elemento di grande innovazione è quello della cella templare, che presenta una terminazione
curva coperta da catino (o semi-cupola); tale soluzione ha lo scopo di sottolineare architettonicamente
il punto più significativo, ovvero il luogo in cui si trova il simulacro della divinità. Tale elemento
diverrà una costante non solo all’interno delle celle dei templi (come il Tempio di Venere a Roma) ma
anche in opere civili (sale udienza dei palazzi, in cui indicavano la posizione del seggio; basiliche, in
cui indicavano la presenza della statua dell’imperatore, come nella basilica di Massenzio) Questo
elemento confluirà poi nella prima architettura paleocristiana, per indicare il luogo più significativo dell’edificio, ovvero
l’abside. L’unica cosa sostanzialmente integra del foro è, attualmente, il muro di fondo.

Dopo la costruzione del teatro di Pompeo, Cesare aveva in progetto la realizzazione di un nuovo teatro, poi
costruito da Augusto e dedicato alla memoria del nipote Marcello. Si tratta del TEATRO DI
MARCELLO, risalente all’11 a.C., che si presenta come una struttura basata su setti murari radiali
convergenti, coperti da volte a botte, che seguono un’impostazione a raggiera. Realizzata in opus
cementizio poi rivestito da conci in travertino, la struttura è di ordine dorico e presenta metope e triglifi
nella trabeazione. Il problema della facciata viene risolto sovrapponendo il sistema di archi su pilastri e
l’ordine trabeato (come nel Tabularium). Chiara è l’ispirazione greca, ma il fatto che si trattasse di un teatro
cittadino imponeva l’impossibilità di scavarlo nella pietra e la necessità di realizzare, al contrario, una struttura artificiale
fuori terra che lo reggesse. L’edificio è oggi in buone condizioni di conservazione poiché è stato riutilizzato.
Altro esempio di architettura imperiale è l’ARA PACIS, ossia l’altare della pace: è costituita da un recinto
in marmo elevato su basso podio; all'interno, sopra una gradinata, si erge l'altare vero e proprio, in cui si
svolgevano i riti per celebrare la pax augustea. La superficie del recinto presenta una raffinata decorazione
a rilievo, esterno e interno, il cui linguaggio artistico è chiaramente ispirato allo stile greco: la cosa
interessante è che questi cicli scultorei rappresentano reali personaggi storici (il corteo di
Augusto) mentre i greci utilizzavano sempre il mito per raccontare eventi. Un elemento che
verrà ripreso dalla prima architettura rinascimentale è la parasta che presenta una
particolarità: la parte corrispondente al fusto dell’ordine risulta infatti leggermente
incassata e trasformata in una sorta di pannello decorativo (parasta a grottesche e girali). L’Ara Pacis venne
molto criticata nel Rinascimento, tanto che l'ultima testimonianza storica della sua esistenza è una
riedizione del 1400 di Cesare Cesariano del trattato di Vitruvio, dopodiché la sua presenza venne censurata.

In età augustea non venne realizzata nessuna basilica ex novo, ma venne completata la
BASILICA GIULIA, fondata nel 46 a.C., due anni prima dell’uccisione del committente, Giulio
Cesare.
Oggi si conosce solo grazie ai rilievi archeologici, dunque la ricostruzione è ipotetica. Dai tratti
murari rinvenuti, è stato possibile ricostruirne l’impostazione della facciata: anche in questo caso,
presenta il solito sintagma di archi e pilastri inquadrati dall’odine. Le basiliche presentavano
generalmente uno spazio principale molto ampio e centrale, probabilmente coperto in legno, e
spazi secondari più raccolti (tipo navate).
La BASILICA ROMANA era uno spazio pubblico coperto con funzioni civiche, in cui si
svolgevano affari di tipo commerciale o, in molti casi, si amministrava la giustizia e si svolgevano
riunioni pubbliche e parate militari.

Altra tipologia sono gli ARCHI DI TRIONFO, opere il cui unico fine era quello di celebrare il potere imperiale.
L'uso di innalzare monumenti a forma di arco in onore di condottieri valorosi risale all'inizio del II secolo a.C., è opportuno
distinguere tra gli archi di età repubblicana, detti “fornices”, e l’Arcus triumphalis tipico dell'età imperiale. Solitamente
costruiti nei luoghi del trionfo dell’imperatore, costituiscono un esempio di opera commemorativa. L’arco poteva essere
singolo o triplo (in quest’ultimo caso, l’arco centrale si presentava di dimensioni maggiori e costituiva il passaggio
principale), e presentava sempre una parte superiore, detta attico, che riportava la targa commemorativa (grazie alla quale
conosciamo la datazione degli archi stessi).
Tra gli archi di trionfo di maggiore importanza, ricordiamo:

• L’ARCO DI AUGUSTO A ROMA, oggi non più esistente. Nel foro Romano furono eretti due archi in onore di Augusto,
il più recente costituito da un arco inquadrato dall'ordine architettonico corinzio con la trabeazione e attico superiore,
con due ali più basse formate da ordini di colonne tuscaniche e sormontate da architrave e timpano. E’ caratterizzato da
una composizione razionale tipica del classicismo Augusteo.
• L’ARCO DI AOSTA, Nel caso di tale arco, l’attico è stato rimosso e sostituito da un tetto a padiglione. Presenta
decorazioni alla greca quali trabeazioni, semicolonne e ordine.
• L’ARCO DI ORANGE, uno dei primi ad essere costruito, per celebrare la battaglia di Azio. Figura la peculiare
decorazione a edicola (ordine, trabeazione e timpano di sopra), intesa come elemento di qualificazione formale e
decorativa.
• L’ARCO DI SUSA
• L’ARCO DI AUGUSTO A RIMINI, uno tra i più celebri poiché studiato con grande attenzione da Leon Battista Alberti
durante la fase di elaborazione del progetto della chiesa di San Francesco a Rimini, luogo di sepoltura della famiglia
Malatesta (anche detto Tempio Malatestiano), la cui facciata è chiaramente ispirata all’arco di Augusto a Roma. Oggi si
presenta in buone condizioni di conservazione poiché inglobato nelle mura cittadine.

Una delle opere di maggior rilievo è la DOMUS AUREA, (60 d.C.) residenza di Nerone che
includeva al suo interno un lago artificiale. Dopo la sua morte fu parzialmente demolita e in gran
parte interrata, mentre nel sito del grande lago artificiale della villa venne, successivamente,
costruito il Colosseo.
E’ stata riscoperta durante il ‘500 attraverso degli scavi che individuarono alcune delle stanze
rimaste sepolte: ciò ha consentito ad alcune delle decorazione interne di conservarsi. In parte, gli
ambienti furono scorticati prima del loro interramento, in altri casi, e in particolare per quanto
riguarda le decorazioni con pittura su stucco, vennero semplicemente interrate e ritrovate nel corso
degli scavi.Dal punto di vista storico è importante per la conservazione dei decori pittorici su
intonaco, che furono analizzati con grande interesse già da parte degli architetti romani del ‘500
(tra cui Raffaello Sanzio), perché erano parte di una definizione parietale quasi del tutto
sconosciuta. Dal punto di vista architettonico, ha un ruolo di gran rilevanza per la presenza
dell’ambiente principale, che prende il nome di sala ottagona.
Costituisce la prima chiara testimonianza delle potenzialità dell’opus cementizio, è evidente
come i romani inizino a svincolarsi dalle logiche compositive greche e inizino a pensare a spazi
centrici, impostati su una gerarchizzazione degli ambienti. Tutto questo congegno, perfettamente
leggibile in pianta, presume una progettazione che parte dall’idea di uno spazio interno intorno
al quale viene poi realizzato un involucro murario, frutto di un iter creativo molto lontano dal
modus operandi greco. Si definisce lo spazio interno con l’idea di un grande ambiente centrico
a cui si aggregano spazi secondari, con l’elaborazione di una progettazione svincolata dal sistema
reticolare. La domus Aurea si pone dunque entro il filone sperimentalistico.
Due sono gli aspetti fondamentali:
• Gerarchizzazione degli spazi, basato sull’aggregazione radiocentrica
• Concatenazione visiva degli spazi: la struttura viene concepita non solo per aggregazione grafica di spazi diversi, ma
tali spazi vengono messi in comunicazione visiva; i romani approfittano di queste potenzialità per creare effetti
scenografici inediti. La comunicazione visiva, o concatenazione prospettica, produrrà alcuni degli edifici più
interessanti, come le Terme (concatenare significa aprire porte in asse e collegarle prospettivamente: la fruizione di
quegli ambienti cambia così in modo radicale).
I romani ragionano in termini di permeabilità spaziale tra un ambiente e l’altro. In questo caso, la sala ottagona non solo
vive grazie allo spazio centrale, ma soprattutto grazie alla riduzione dei setti murari che la dividono dagli altri ambienti
perimetrali, che a loro volta subiscono un’ulteriore dilatazione ed estensione.
L’edificio affacciava sul patio che conteneva anche il lago artificiale.
Anche nel caso della domus aurea si rintracciano i limiti dell’architettura romana, cioè l’incapacità dei romani di svincolarsi
dal mondo greco: la sala ottagona risulta infatti divisa orizzontalmente da una grande trabeazione, presenta un ordine di
paraste su cui si imposta poi la cupola. Una volta creata l’architettura basata sulla concatenazione di spazi, al momento di
definire gli spazi si sovrappongono elementi greci.
I romani posseggono una peculiare capacità di dissociazione gli aspetti strutturali da quelli visivi: l’architettura può recitare
qualcosa che in realtà non è.
La pianta presenta una forma ottagonale, circondata su 5 lati da ambienti disposti a raggiera, mentre su tre lati si affaccia
sul portico frontale, ambiente centrale sormontato da una volta a botte a padiglione con occhio centrale, (elemento
rappresentativo degli ambienti ricchi) mentre gli ambienti radiali erano coperti a botte e a crociera.
Il sistema della volta viene controbilanciato dal peso delle mura, tanto da far sembrare che tutta la volta sia appoggiata solo
sui pilastri angolari, in realtà gli elementi di sostegno sono costituiti dalle pareti radiali che proseguono lungo gli spigoli
formando uno scheletro strutturale sul quale poggiano gli 8 spicchi del padiglione. L’opus cementizio viene sfruttato
secondo le sue potenzialità ma con veste greca, troviamo decorazioni in stile greco in tutta la sala tranne nella volta a botte
poiché non era una forma tipica greca.
La sala neroniana risulta un episodio anticipatore di esperienze che successivamente saranno cardini dell'architettura
romana, troviamo per la prima volta la ricerca di compenetrazione spaziale tra la sala principale e gli ambienti minori
disposti a raggiera, e la ricerca di effetti luminosi ottenuti con l'apertura dell'occhio centrale e le finestre ricavate nelle pareti
dell'ottagono.
Sotto Augusto vive e lavora Vitruvio, il cui grande successo è dovuto non tanto alla considerazione professionale che aveva
in vita, quanto al suo trattato, unica testimonianza scritta della teoria arch. del mondo antico, erede della trattatistica ellenica.
Era sicuramente uno dei tanti trattati prodotti durante l’età augustea, che precede la grande stagione della cultura imperiale.
Con Nerone finisce la dinastia Giulio Claudia e sale la dinastia Flavia.

3.4 Dinastia Flavia

Personaggio di rilievo fu Vespasiano (grande costruttore) e Tito (colui che inaugura le opere del padre).
La due opere finanziate da Vespasiano e concluse da Tito sono:

Il TEMPLUM PACIS, un grande foro celebrativo della dinastia risalente al 74 d.C. Non
presenta alcun elemento di novità rispetto al Foro di Augusto, anzi risulta essere molto
più tradizionalista. Questo dimostra come il mondo romano vivesse, nella ricerca
architettonica, accelerazioni piuttosto differenziate: da un lato la Domus Aurea, un grande
balzo in avanti della ricerca sperimentalistica, dall’altro il Templum Pacis, concepito
come architettura di stato che riconferma la dittatura ellenica. Consisteva in una grande
piazza quadrata chiusa da portici su tre lati. Il tempio era di fatto inglobato nel portico,
tranne che per l’avancorpo del pronao. Nella fascia lunga e stretta, che separa il Foro di
Augusto del Templum Pacis, venne realizzato il foro transitorio, detto Foro di Nerva (fu
proprio lui ad inaugurarlo). Il complesso è oggi quasi del tutto distrutto.
L’ANFITEATRO FLAVIO, o COLOSSEO (I secolo d.C) era invece proiettato verso un altro
aspetto fondamentale della cultura romana, ovvero l’attività ricreativa rivolta al popolo. Chiuso
da un circuito di scalinate, è dedicato ad attività ludico-creative, ed era pensato per un numero di
spettatori di eccezionale rilievo: presentava circa 50.000 posti. Rappresenta il primo anfiteatro
stabile in muratura, (fino ai tempi di Nerone venivano costruiti in legno). Pensato come dono
dell’imperatore alla cittadinanza allo scopo di far godere a tutti la prosperità dell’impero: la
strategia di creazione di consenso è chiara. Stilisticamente non presenta nulla di nuovo, ma risulta
piuttosto una monumentalizzazione di un sintagma architettonico già collaudato. Il Colosseo
venne studiato con grande attenzione durante il ‘400 per la sovrapposizione dei quattro ordini
(distribuiti in ordine cronologico: 1 dorico 2 ionico 3 corinzio 4 composito). E’ il primo esempio
di architettura universale: in tutte le province furono realizzati anfiteatri sul modello
dell’anfiteatro Flavio, con lo scopo di romanizzare tutte le popolazioni conquistate, poiché la
trasmissione del modus vivendi costituiva il modo più sicuro per governarli (spettacoli nei teatri, cura del corpo nelle Terme,
commercio, vita sociale, amministrativa, pensiero filosofico). Stesse identiche soluzione architettoniche le ritroviamo:
-EL JAM IN TUNISIA
-ARENA DI VERONA, intatta nella struttura esterna ma profondamente alterata nella facciata
(l’originale è riconoscibile esclusivamente su un tratto).
-ANFITEATRO DI NIMES, probabilmente mai finito oppure parzialmente smontato.

3.5 Il principato adottivo

Quello che va dal 96 al 180 d.C. è considerato il periodo del “principato adottivo”, caratterizzato, appunto,
dall’ascesa al potere di diversi imperatori non più per diritto di nascita, bensì per adozione (Nerva, Traiano,
Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio, dopo Marco Aurelio, Commodo). periodo di massima
sperimentazione dell'architettura.

In particolar modo, Traiano e Adriano furono coloro che portarono l’architettura alla sua massima
sperimentazione.
Essi operarono nella prima metà del II sec. d.C. (periodo che ci interessa) e non sono padre e figlio.

• Traiano opera tra l’88 e 117 d.C.


Il suo merito fondamentale è quello di aver portato alla massima espansione l’impero, attraverso delle efficacissime
campagne militari. Grazie a Traiano l’impero stabilizza il suo potere attorno al bacino del Mediterraneo che è la
vera forza dell’impero romano.
Il Mediterraneo viene così trasformato, così come gli storici lo definiscono, una sorta di “ LAGO ROMANO”.
Questo è il vero polmone vitale dell’impero perché il mare è il mezzo di trasporto più efficace per gli spostamenti
delle merci, degli uomini, degli eserciti. Chi controlla il mare controlla l’economia.
In più il Mar Mediterraneo viene governato da un’unica moneta, da un unico esercito, i traffici commerciali
avvengono in una tranquillità mai vissuta prima e tutto ciò, ovviamente, alimenta in modo esponenziale la
prosperità economica dell’impero.
L’impero è naturalmente protetto a sud, poiché il deserto del
Sahara costituisce una barriera naturale da invasioni nemiche.
La costa Nord-africana, infatti, costituisce una delle zone più
prospere dell’impero.
A mano a mano♥ che si va verso il clima caldo la prosperità
aumenta, verso il clima freddo diminuisce.
Il deserto arabico fa da ulteriore barriera nella arte sud-
orientale, mentre dall’altra parte vi è l’oceano Atlantico.
LUOGHI A RISCHIO:
-Fronte medio-orientale minacciato dai Parti in Mesopotamia
-Fronte settentrionale Germani (Danimarca e Scandinavia)
Su questo fronte l’impero si stabilizza seguendo le rive del
Reno e del Danubio.
-All’estremo Nord, il Vallo di Adriano chiude l’impero.

Con Traiano l’impero raggiunge la max espansione, mentre, a partire da Adriano, la mentalità inizia a cambiare e ci
si volge verso la protezione dei confini e il tentativo di ottimizzare l’impero a livello amministrativo.
❖ FORO DI TRAIANO (inaugurato nel 112 d.C.):
Traiano finanzia a Roma il complesso più monumentale, rivolto alla gestione
pubblica e amministrativa della capitale.
Questo complesso è costituto dal nuovo foro, da una nuova enorme basilica
civica (spazio polifunzionale dove si svolgono attività finanziarie, assemblee
cittadine, manifestazioni, dove si esercita la giustizia.
Al complesso principale poi si associa la colonna di Traiano, opera
squisitamente celebrativa con lo scopo di rappresentare in modo monumentale le
imprese militari dell’imperatore.
Complesso delle biblioteche e pinacoteche ai lati e, si presume, anche un grande
tempio a chiusura.
Al complesso si aggiungono anche i Mercati traianei, un vero e proprio centro
commerciale che si snoda sulle pendici del promontorio attestato in
corrispondenza del Quirinale.
La parte che si conserva meglio è quella dei mercati e della BASILICA CIVICA che,
grazie al suo crollo su sé stessa ha mantenuto la pavimentazione originaria.
Si tratta di un edificio mastodontico rispetto alla Basilica Giulia.
È un’opera tradizionalista, prettamente greca, in cui l’elemento romano (il sistema
voltato e l’opus cementitium) è completamente assente. È caratterizzata da un doppio
ordine trabeato, senza archi.
Sotto Traiano viene ribadita ancora una volta la dittatura ellenica all’interno
dell’architettura ufficiale dello Stato. L’impero si identifica perfettamente in
un’architettura aulica corrispondente esattamente all’arch. greca.

MERCATI TRAIANEI: struttura interamente dedicata al commercio, concepita come un


grande complesso su più livelli coperti dove si dispiegano, tra diversi percorsi pedonali, i
negozi.
Le volte che coprono lo spazio pedonale poggiano su dei grandi mensoloni in marmo che
scaricano sui setti murari, ortogonali rispetto al piano di calpestio.
Tutte le volte gravano sui setti murari ortogonali all’asse longitudinale.
La facciata non dice nulla di particolarmente nuovo. Sistema di paraste che inquadrano
gli archi = banalizzazione di opere già citate come il Colosseo.
Sistema costruttivo romani vestito alla greca.

Questi dettagli invece mostrano come i romani in alcuni casi giochino dal punto di vista
decorativo con elementi di discendenza greca, realizzando dei neologismi come il
timpano spezzato e il timpano centinato (curvo), tipologia molto studiata dagli architetti
del Rinascimento.

❖ TERME DI TRAIANO:
Primo grande complesso termale di dimensione imperiale.
Le terme diventeranno un altro complesso monumentale
rivolto alla retorica del potere.
Gli imperatori già a partire dalla dinastia Flavia tendono a
realizz. delle arch. rivolte al benessere della popolazione.
L’intento è quello di configurare l’architettura come dono
dell’imperatore ai cittadini romani allo scopo di fare godere
tutti della prosperità dell’impero (scopo propagandistico e
funzione di pacificazione sociale).
(COLOSSEO volto all’intrattenimento- TERME volte alla cura del corpo)
Le prime terme furono quelle di Tito, di dimensione molto inferiore. Con Traiano abbiamo
un salto di scala significativo (con Caracalla avremo un ulteriore aumento delle dimensioni
ma le più grandi e le più grandi in assoluto sono quelle di Diocleziano).
Le Terme di Traiano sono quasi del tutto distrutte. Si conoscono solo attraverso degli scavi
archeologici e vennero in parte costruite sulla residenza imperiale di Nerone.
Dopo che la Domus aurea viene distrutta, i Romani da un lato costruiscono il Colosseo,
dall’altro lato le terme. Le Terme di Caracalla sono le meglio conservate.
L’assetto principale si basa sulla sequenza di 4 spazi principali contornati da ambienti di
passaggio, negozi e cortili porticati:
-NATATIO: piscina scoperta
-FRIGIDARIUM: luogo in cui ci si può bagnare con l’acqua fredda.
-TEPIDARIUM: temperatura intermedia
-CALIDARIUM: acqua calda
Tepidarium e Calidarium hanno nel sottosuolo un sistema di riscaldamento.
Il più importante è il FRIGIDARIUM realizzato con un sistema costruttivo di grande efficacia
che verrà poi ripreso nelle terme successive.
Questo sistema prevede la dissociazione tra come si vede e come è l’architettura.
Questo grande ambiente è costituito dalla sequenza di 3 grandi volte a crociera, quadrate, che
visivamente, grazie all’espediente del mensolone, sembra poggiare su esili colonne ma in realtà
poggiano sui setti murari perimetrali. (questo sistema viene ripreso anche nella Basilica di Massenzio in
cui anche se adesso vediamo che sono crollate delle colonne il tetto rimane in piedi perché le colonne
hanno una funzione decorativa e non strutturale)
Mentre la volta a botte è di facile realizzazione ma, poggiando su tutto il muro è difficile giocarci, la
volta a crociera è composta da 4 archi, poggia solo su 4 punti e il muro compreso dagli archi non ha
ruolo, è tompagno.
Nelle terme iniziano a utilizzare la sequenza delle volte a crociera, svuotando completamente la zona degli archi con la
cosiddetta finestra termale, ossia una finestra semicircolare divisa in 3 parti.
Questo sistema verrà ripreso dagli architetti gotici e verrà chiamato arco rampante.
L’architettura recita formalmente una cosa ma ne esprime strutturalmente un’altra.
Questo tipo di arch. porterà a un passaggio successivo, alla realizz. della cosiddetta architettura a doppio involucro.
L’idea è che esista un primo involucro, leggero, diafano, pieno di grandi aperture e finestre luminose, coadiuvato da un
secondo involucro, detto serpente, che sta dietro le quinte e svolge il lavoro sporco.

• Adriano regna tra 117-138 d.C.


Egli tenta di ottimizzare l’amministr. dell’impero e dal punto di vista culturale è letteralmente innamorato
del mondo greco tanto che passa molo tempo in Grecia e alimenta anche la ripresa architettonica di Atene.
Se da un lato, quindi, va letto come un difensore della dittatura ellenica, dall’altro, nelle sue architetture
ritroviamo il livello max di sperimentazione progettuale.
A lui dobbiamo l’edificazione del Vallo di Adriano, ossia una sorta di gande muraglia cinese che segnava il
confine più a nord dell’impero romano alla sua massima espansione.

❖ TEMPIO DI VENERE E ROMA (121-141 d.C):


Opera più imponente realizzata da Adriano, nella Via Ufficiale, che ne fu anche l’architetto.
Si tratta di un grande tempio periptero con una doppia cella (in realtà è come se fossero due
templi uniti data la doppia venerazione di Venere e Roma). È una struttura greca a tutti gli
effetti che non ha nemmeno la preoccupazione di poggiare un podio. È un tempio periptero
(con una peristasi perfettamente realizzata), anfiprostilo, doppiamente in antis.
È un’opera squisitamente greca, che apre gradinate su tutti i lati (potremmo benissimo
ritrovarlo ad Atene).
Solo le celle si concedono un assetto più chiaramente romano.
Abbiamo sempre la nicchia che contiene la statua e non presenta il classico tetto in legno
cassettonato, ma una volta a botte
Ha quindi un interno romano completamente nascosto da un esterno totalmente greco.
Oggi si sono salvate solo una parte di crepidoma e, grazie al crollo su sé stesso, abbiamo anche
la pavimentazione originaria in porfido rosso, il marmo più prezioso nel mondo romano.

❖ PANTHEON (ricostruito tra 120-124 d.C. dopo che gli incendi dell'80 e del 110 d.C. avevano danneggiato il
precedente di età augustea):
Considerato l’opera più famosa dopo il Colosseo, è l’unico edificio di età pagana ancora perfett. integro.
Essendo stato trasformato, dopo la caduta dell’impero, in chiesa ha beneficiato di una
manutenzione costante.
Poiché il bronzo è un materiale prezioso che in periodi bui veniva riutilizzato, la copertura del Pantheon
è stata smontata e fusa per realizzare il baldacchino di San Pietro in Vaticano.
È un edificio che coniuga alla perfezione sia la tradizione greca che l’innovazione romana.
L’interno dà origine a una sorpresa eccezionale perché sormontato da un’enorme cupola con occhio
centrale. Anche in questo caso si tratta di un’architettura in opus cementitium in cui il cerchio direziona
il resto della struttura, basato sul criterio del cerchio.
Il setto murario è massiccio per rispondere alle spinte della cupola, ciò non permette molta
libertà ma presenta alcune aperture e nicchie interne.
Il Pantheon è considerata un’opera raffinatissima perché vi sono stati individuati 7 diversi tipi di conglomerato
cementizio, dai basalti nelle fondamenta fino alla pietra pomice in cima poiché molto leggera.
❖ MAUSOLEO DI ADRIANO:
È andato totalmente distrutto, l'unica cosa che rimane è il basamento su cui è stato
costruito Castel Sant'Angelo.

❖ VILLA ADRIANA A TIVOLI (118 – 138 d.C.):


Opera in cui vi è il massimo grado di sperimentazione.
Si tratta di un complesso residenziale gigantesco che
rappresenta un vero e proprio laboratorio in cui furono
portati avanti le nuove ricerche architettoniche apprese
vissute durante i numerosi viaggi fatti dall'imperatore nelle
province dell'impero in particolare in Grecia.
Il complesso si articola in quattro gruppi di edifici realizzati
in varie fasi dal 118 al 138 d.C.
-1 Complesso della Piazza d'oro formata da vestibolo, piazza
e padiglione.
-2 complesso residenziale del teatro marittimo e pescile
-3 Complesso delle terme
-4 Canopo

▪ Il Vestibolo è l'ambiente di ingresso, ha una conformazione non molto complessa,


simile al Pantheon, con la differenza che in questo caso la muratura segue
l’andamento degli spazi interni, venendone modellato, mentre nel Pantheon gli spazi
interni non intaccano l’involucro esterno.

▪ Il Padiglione della piazza d’oro (BARBAPAPÀ) è un esempio sublime di architettura


romana, la composizione raggiunge molta libertà espressiva e la conformazione
planimetrica è totalmente dominata dalla curva che in pianta e in alzato viene gestita al
meglio. Nel padiglione abbiamo la prima testimonianza dell'uso di mosaici per
decorare le pareti e le volte, tendenza identificata dalla storiografia di origine bizantina
ma che in realtà è precedente, già attribuibile ai romani. Nessun altro tentativo di
sperimentazione supererà questo.
(TUTORIAL: fare quadrato e assi, poi spicchi di cerchio agli angoli, semicerchi fuori,
poi le colonne -due per ogni settore curvo, poi spazi esagonali irregolari ed, infine, i
rettangoli sopra gli esagoni).

▪ Pescile e Canopo sono due bacini artificiali omaggio al mondo greco in cui
ritroviamo citazioni colte delle Cariatidi con statue rappresentanti figure umane.

3.6 Dai Severi a Costantino


La dinastia dei Severi amministra l’impero tra la fine del II e l’inizio del III sec. d.C.
Per quanto riguarda l’architettura si ha un salto di quota di grandezza per le opere pubbliche ma dal punto di vista della
ricerca architettonica non vi sono grandissimi grandi innovazioni, fase di assimilazione.

❖ TERME DI CARACALLA (212-216 d.C.):


Superano in grandezza le terme di Traiano ma non apportano ulteriori innovazioni.
Oggi è il complesso termale in condizioni migliori perché sono rimasti i muri esterni.
Il crollo di alcune parti ha consentito la conservazione della pavimentazione che ne mette in
evidenza lo sfarzo e la ricchezza.
Il calidarium riprende il Pantheon; è un ambiente circolare con nicchie a parete sormontato
da una cupola. I capitelli usati presentano un ordine rivisitato, Roma non si sente più al di
sotto della cultura greca ma è totalmente parte del mondo ellenico.
Diocleziano è il predecessore di Costantino. Egli opera durante il periodo della Restaurazione imperiale (III sec.),
ritirandosi a vita privata all’inizio del IV sec. perché non riesce nel tentativo di far adottare la sua idea di amministrazione
dell’impero.
Egli è il primo a rendersi conto che l’impero è troppo grande, così instaura la TETRARCHIA (forma di governo
fallimentare). Divide l’impero in 4 parti (2 più grandi dominate dagli Augusti e 2 più piccole dominate dai Cesari).
Dopo il ritiro di Diocleziano le 4 figure si scannano finchè non sale al potere Costantino.

L’unico che riuscirà a dividere l’impero sarà Teodosio (Oriente e Occidente)


L’impero d’Oriente, caduto nel 1453, durerà mille anni in più rispetto a quello d’Occidente che cadde nel 476 d.C.

❖ TERME DI DIOCLEZIANO (ultimi decenni del III sec.):


Le Terme di Diocleziano sono le più grandi mai realizzate, superando anche quelle di Caracalla.
Questo grande complesso, oggi quasi del tutto scomparso, si trova vicino alla stazione Termini.
Si legge ancora perfettamente del suo assetto originario il frigidarium, il tepidarium e una
nicchia del calidarium che coincide con l’ingresso della chiesa di Santa Maria degli Angeli,
realizzata nel ‘500 da Michelangelo.

❖ PALAZZO DI DIOCLEZIANO A SPALATO:


Durante il III secolo gli imperatori già non risiedevano più a Roma, ma l'allontanamento ufficiale
della sede imperiale alle nuove capitali regionali portò alla costruzione di palazzi imperiali in
ognuna di queste città.
I palazzi tardoantichi dovevano presentarsi come delle città in miniatura e rappresentavano
piccoli centri urbani.

Il palazzo di Diocleziano a Spalato è racchiuso all'interno di mura, al suo interno i corpi di fabbrica
si dispongono lungo percorsi su assi trasversali e longitudinali (come un piccolo impianto cittadino),
e sono presenti diversi edifici tipici della città (tempio, mausoleo, terme, sale di rappresentanza,
triclinium). Tutt’oggi insieme al borgo medievale costituisce il nucleo centrale dell'attuale città di
Spalato.
È pieno di contaminazioni ossia variazioni sui temi di ascendenza ellenica: una è l’arco all’interno
del pronao templare l’altra è un elemento che verrà poi censurato e visto come errore nel
Rinascimento: gli archi per esempio poggiano direttamente sulle colonne.

❖ PADIGLIONE DEGLI HORTI LICINIANI (260 d.C. o 330 d.C):


È un padiglione di appoggio nel parco di Licino che venne, per molto tempo, scambiato,
erroneamente, con il Tempio di Minerva Medica.
La datazione è incerta. Risale probabilmente all’inizio del IV sec.
Questo modello ricostruttivo è interessante perché mette in evidenza il tentativo dei Romani di
camminare con i loro piedi senza usare le scarpe greche.
Vi sono una serie di elementi che ricorreranno nell’architettura medievale.
Non vi è più la sovrapposizione degli ordini. Subentra un altro elemento che è il contrafforte cioè un
elemento di sostegno che segue tutto l’andamento del muro con funzione di rinforzo e di contro spinta.
L’esterno è modellato dallo spazio interno.
Abbiamo una grande cupola, totalmente estranea al mondo greco e dalle finestre arcuate senza che
nulla richiami il mondo greco, ma che creano un sistema efficace di chiaro-scuro.

3.6 Dai Severi a Costantino


Costantino visse nel periodo della tetrarchie ed egli era augusto dell’impero d’Oriente. Già una crisi del sistema
tetrarchico portò a diverse guerre civili che videro protagonista lo stesso Costantino e Massenzio che vanno dal 306 al
324, anno in cui Costantino sconfisse Massenzio e riunì sotto il suo controllo tutto l’impero, imponendosi come unico
imperatore. Solo nel 395 d.C., con Teodosio, avremo una nuova separazione dell’impero in due parti (Editto di
Tessalonica).
L’età di Costantino è importante sotto due aspetti:
• L’avvento del cristianesimo come religione ufficiale; Costantino nel 313 con l’Editto di Milano rende il
cristianesimo religione di Stato e il cristianesimo esce dalla condizione di clandestinità.
Cambia la concezione dell’architettura di stato e la concezione del luogo sacro. Fino ad allora i templi sono
considerati la casa delle divinità e non è un luogo dove si raccolgono i fedeli, la chiesa invece sì, essa è il luogo dove
si svolge il rito in presenza dei fedeli. Costantino tra l’altro fonderà e finanzierà alcune tra le chiese cristiane più
importanti come San Pietro in Vaticano e San Giovanni in Laterano.
• Le opere di architettura civile che rispetto a quelle precedenti rappresenta un ulteriore passo avanti. Abbiamo visto
come in età di Traiano e Adriano il livello di sperimentalismo e di libertà progettuale abbia raggiunto un livello tale da
non consentire ulteriore sviluppi. Con Costantino abbiamo un ulteriore sviluppo per quanto concerne lo
sperimentalismo e soprattutto abbiamo un superamento definitivo della componente ellenica, ampiamente visibile nelle
opere di carattere civile e religioso.
Per quanto riguarda le opere civili: rivediamo l’opera più importante iniziata da Massenzio, è la basilica. Non la basilica
come la conosciamo noi, bensì la basilica civile di Massenzio, ultima grande basilica civile della storia romana e ne
rappresenta la fine. La costruzione di basiliche civili nasce già nel periodo imperiale; ricordiamo l’età di Traiano con la
basilica Ulpia presente nel complesso dei fori imperiali, che è una struttura fatta da colonne trabeate, che ricalca la tradizione
romana delle basiliche civiche, e la basilica civica iniziata da Giulio Cesare e finita da Ottaviano Augusto. Le basiliche
sono spazi caratterizzati da sostegni trabeati almeno quelle dell’età imperiale. La struttura della basilica viene
completamente rivoluzionata nella costruzione della basilica di Massenzio. Oggi di questa basilica rimane una parte dello
spazio laterale, mentre la parte centrale e l’altra parte laterale sono totalmente distrutte.

La BASILICA DI MASSENZIO rappresenta un superamento, una modernizzazione della


tipologia della basilica civica che mette a frutto la spazialità dei frigidarium termali. Esso è
in realtà un frigidarium trasformato in basilica, prevale uno spazio di dimensione romana
con volte a crociera poggianti visivamente su colonne che supera la concezione ellenica.
Caratteristica di questa basilica sono le grandi finestre termali che consentono di far entrare
luce verso l’interno, e la sequenza di volte a botte cassettonate. Più significative, tra le
opere commissionate da Costantino sono le terme di Treviri.

Treviri all’epoca era la capitale di uno dei settori del sistema tetrarchico, qui troviamo alcune delle opere più moderne,
tra cui le TERME. Al di là dell’impianto, abbastanza singolare rispetto agli assetti delle terme, con la sequenza di spazi
principali secondo l’asse longitudinale. Ciò che colpisce di più non è tanto l’impianto della piazza, tutto sommato
nuova, ma la definizione dei muri esterni. Troviamo il sistema della forma architettonica tonda, una parete curva
caratterizzata da aperture di due ordini di arcate, non viene usato l’ordine di ascendente greca, l’architettura si libera
degli ordini, ma anche inventano un nuovo sistema decorativo che è quello dell’uso dei materiali che creano la dicotomia
e l’effetto chiaroscurale dato dall’uso di archi concentrici. Non si tratta dunque di una mera sottrazione della trabeazione
e delle semicolonne, ma si trova una struttura che si può paragonale ad altre opere architettoniche di carattere romano
che vanno dall’età repubblicana a quella imperiale e subentra questo gioco chiaroscurale che rende l’architettura più
modernizzata. È dunque un opera totalmente romana, che non sente più il bisogno di vestire la struttura architettonica
secondo le componenti elleniche di ascendenza greca. Questa è un’opera che va inquadrata nell’onda sperimentalistica,
dove il mondo greco è completamente scomparso, simile ad un ordine

Altro esempio di architettura completamente romana è l’HORTUS LICINIANI collocabile tra il III e il IV. Qui si è
ancora la presenza di elementi greci. Infatti pur trovandoci di fronte ad una superficie che si resta benissimo alla
trabeazione, la cultura del tempo preferisce non servirsene. Con ciò si vuole arrivare a dimostrare che nell’ultima fase
la civiltà romana riesce ad ottenere un modo di fare architettura proprio liberandosi della componente greca. Troviamo
qualche elemento ma non sarà fondamentale e si parla di architettura nuova.
L’antica Roma ha il merito di aver salvato il mondo greco. I greci prima si sono salvati per il fatti loro vincendo le
guerre persiane, poi i persiani uccidono i greci e li conquistano assorbendone la cultura. Il secondo merito che hanno i
romani è quello di essere stata la culla del Cristianesimo. Esso nasce in età romana, e sono i protettori e i fautori del
cristianesimo poiché la ufficializzano e la trasformano in religione di stato. Il cristianesimo è l’unico retaggio della
cultura romana resiste anche dopo la caduta dell’Impero romano. Dopo la caduta dell’impero l’identità europea si ha
con il cristianesimo. Dal punto di vista strettamente architettonico il terzo merito degli antichi romani è un tipo di
architettura che costituisce l’anticipazione del medioevo. Ovvero il medioevo si pone in continuità con l’architettura
romana tardo-imperiale. Per esempio le rappresentazioni iconografiche di tipo concettuali con tutti i caratteri
dell’iconografia medievale è un’invenzione romana. Roma negli ultimi anni di vita inventa la rappresentazione
iconografica medievale che rappresenta un ulteriore grado di libertà e un ulteriore distacco dalla rappresentazione bella
e proporzionale del mondo greco. Anche se noi siamo abituati a vedere l’iconografia medievale come qualcosa che
nasce dopo l’impero in realtà nasce dentro l’impero.
Ne è un esempio l’ARCO DI COSTANTINO. Qui la liberalitas è una celebrazione dell’imperatore
e della sua corte e dei suoi sudditi. I tondi presenti nell’arco sono ancora di stampo totalmente greco.
Legati all’idea del bello ideale, delle proporzioni armoniche ecc. questi tondi non nascono con l’arco
ma sono recuperati da un’altra opera, precedente all’età di Costantino. Il rilievo in basso invece è
totalmente nuovo. La prospettiva è annullata completamente e si ha la gerarchia ottenuta in base alle
dimensioni dei personaggi. Quindi l’imperatore è la figura più grande, poi chiaramente le figure in
primo piano rappresentano la corte e infine ancora più piccoline sono le figure dei sudditi. Non c’è
una concezione dello spazio e le figure sono totalmente sgraziate.

La BASILICA DI TREVIRI: è un’aula udienze dell’imperatore. Non è un opera cristiana, ma è


una ricostruzione. Anche in questo caso vediamo che l’opera è totalmente libera dalla componente
ellenica. Non c’è la sovrapposizione di ordini e trabeazioni, ma il muro è trattato come se vi fosse
una sovrapposizione di piani o strati muro su muro e ogni strato viene ritagliato per mettere in
evidenza l’altro strato sottostante.

3.7 L’architettura religiosa


L’edificio religioso cristiano si muove all’interno della filosofia cristiana. È scontato che le prime opere architettoniche
cristiane e quindi le prime chiese cristiane si ricollegano ad un’architettura prettamente minimalista, ridotta all’osso, il
più semplice possibile. Questa semplicità si deve basare su questioni di tipo concettuale e funzionale. La chiesa è
semplicemente pensata come luogo dove si celebra il rito (l’altare). L’altare è il punto focale della fruizione dello spazio,
il luogo dove attraverso la liturgia si manifesta il signore. Questo punto viene segnato nel modo romano, con una
delimitazione curva coperta da catino, nasce così l’abside. Un’altra componente della chiesa è l’ecclesia, dal luogo
dell’assemblea, cioè dove si accoglieva la folla di fedeli. Mentre l’altare ha la funzione concettuale e quindi all’abside
è dedicato una parte più curata e dettagliata al livello decorativo, il resto della chiesa, cioè la parte dell’ecclesia viene
concepita come un capannone coperto con capriate. Nel modo più semplice possibile, quello del sistema trilitico, cioè
due pareti e una copertura costituita da capriata. Le prime basiliche religiose vengono concepite così con il cuore
sull’altare e la struttura più semplice possibile che permette l’affluenza dei fedeli. Il muro più adatto è il muro liscio.
Quindi il tetto in legno con le capriate di prive di cassettoni, muro liscio con sostegni di due tipi possibili cioè la colonna
a sezione circolare o il pilastro a sezione quadrangolare perché il pilastro è inteso come porzione di muro, ossia come
risultante di due scavi all’interno della struttura. L’unica eccezione è la parte dell’abside come quella di santa
Prudenziana che è il ciclo visivo cristiano più antico che esiste a Roma (IV secolo). Nell’abside nasce la decorazione a
mosaico di invenzione romana. Ovviamente le vistosità dell’abside è legata all’importanza data al luogo. Le prime
chiese non hanno transetto. Il transetto nascerà dopo, e si svilupperà nel XI secolo. Il transetto è quella porzione di
spazio trasversale che si pone come spazio intermedio e che separa l’altare dalla zona dei fedeli. L’unica eccezione a
quanto pare sia san Pietro in Vaticano nella quale sembrava ci fosse un transetto che serviva come separatore tra la
tomba del santo e il resto della chiesa. Già tra il IV e il VI secolo d.C troviamo nell’abside il mosaico a fondo d’oro
che diventa elemento caratteristico dell’arte bizantina. Il mosaico di Monreale è un discendente dei mosaici a fondo
dorato romano. Questa pratica ad occidente viene poi abbandonata con la caduta dell’impero nel 476 d.c, mentre in
oriente persiste per altri mille anni fino al 1453.
Le architetture paleocristiane è quella che va dal IV e il V secolo, cioè dalle prime basiliche di fondazione di Costantino
fino alle basiliche che vengono realizzate verso la fine dell’impero romano. Dal VI secolo l’architettura cristiana perderà
la monumentalità delle chiese imperiali. La monumentalità è importante perché rappresenta una testimonianza della
cultura cristiana e della monumentalità insuperabile, dal momento che nelle architetture successive mai più si
svilupperanno edifici architettoniche così monumentali che erano caratteristiche principali del IV e V. tra le Basiliche
monumentali ricordiamo la Basilica di San Pietro in vaticano voluta da Costantino, la quale però non ci è arrivata come
era stata progettata ma è stata completamente rasa al suolo. Mentre la chiesa di San Giovanni in Laterano è quella che
ci arriva più o meno integra poi nel 1650 venne compl. rimodernizzata da un progetto di Borromini, diventando barocca.

Una delle chiese più integre è la chiesa di SANTA MARIA MAGGIORE, nella quale la divisione
della navata centrale è quella originaria della periodo romano, con un ordine trabeato e le colonne di
ordine ionico. Tutta la sontuosità dell’interno si deve agli interventi di età moderna.
Un’altra opera che ce l’aveva quasi fatta è SAN PAOLO FUORI LE MURA, che è arrivata
integra fino al ‘700 e presentava il soffitto a capriate senza cassettone. Nei primi dell’Ottocento
fu devastata da un incendio e poi ricostruita con delle modifiche che l’hanno denaturata. Si
intravede la struttura originaria e il colonnato rimane intatto.

Un’opera che si presta a capire come erano le chiese dell’antica Roma è la CHIESA DI SANTA SABINA,
datata tra il 432-433 (IV secolo). Qui siamo nella fase di morte annunciata di Roma. A parte il cassettone
che non corrisponde all’assetto originario, i muri sono perfettamente intatti, concepiti lisci e le finestre
ritagliate. La sequenza di finestre nella parte superiore delle navate si chiamano CLAVISTORIO.
Dopo la caduta dell’impero si inizieranno ad usare i grandi edifici del mondo antico come cavi aperte. Infatti molte colonne
e molte parti delle nuove chiese non sono costruite dall’origine ma prese dalle opere monumentali di epoca romana. Questa
pratica si chiama architettura di spoglio, cioè si spoglia un edificio per vestirne un altro. Come la chiesa della Martorana a
Palermo le cui colonne provengono da altre opere romane. Anche il duomo di Monreale è così.
L’architettura delle chiese religiose cristiane a occidente si attesta su campi longitudinali cioè a navate che sono
sostanzialmente di tre tipi:

• Ad Aula (cioè una navata)


• 3 navate
• 5 navate (nel caso delle opere più importanti come la basilica di San Pietro)

Questa tipologia viene fissata e perdura per ‘500 anni fino all’avvento del Romanico. Tra il IV e il V secolo abbiamo
una fase di sperimentalizzazione di chiese ad impianto centrico che prevedono l’altare al centro che si usano poi per i
battisteri e per le chiese mausolei; di questo periodo ne identifichiamo due:

• CHIESA DI SANTA COSTANZA A ROMA: dedicata alla figlia di Costantino. È una chiesa a doppio
involucro se guardiamo l’involucro esterno esso è un muro spesso scavato con delle nicchie ad arco o
rettangolari che svolge il lavoro di sostegno poiché regge la volta a botte anulare e l’involucro interno più
sottile, diafano, leggero ed inondato di luce. Circondato da colonne e chiuso superiormente da una volta a
botte.

• CHIESA DI SAN LORENZO A MILANO: anche esso ha il doppio involucro quadrilobato.


Vengono usati i catini. Vediamo il rapporto tra l’involucro interno luminosissimo e l’involucro esterno retto
dai contrafforti ombroso che sta dietro. Usa come sistema di copertura il catino. Qui troviamo due ordini
nell’involucro interno e ciò vuol dire che ci sia una volontà ulteriore di svuotamento. Il sistema di copertura
è formato dal catino che ricopre i quattro lobi. Quattro catini e una cupola centrale più una serie di volte a
crociere di diversa matrice. Non vi sono nella fase iniziale disegni che ritraggono la chiesa di San Lorenzo
prima delle modifiche cinquecentesche.

3.8 L’architettura in oriente


Tra il IV e il V secolo, in questo periodo è compresa la suddivisione dell’impero in due parti. La Sicilia
rimarrà bizantina fino al IX secolo. L’architettura orientale del IV e V secolo, facendo riferimento a due
chiese principali.
Una è la CHIESA DI SAN GIOVANNI DI STUDIO, oggi un rudere. L’elemento nuovo è il cosiddetto
Matroneo cioè la galleria ricavata sopra le navate laterali. Impianti a tre navate. Questa è la prima
caratteristica delle chiese orientali, in occidente non esiste il Matroneo.

L’altra opera è la Chiesa di SAN DEMETRIO A SALONICCO IN MACEDONIA. Salonicco è la


seconda città più importante dell’impero d’Oriente. La basilica paleocristiana a tutti gli effetti con pareti
lisce, abside, capriate, anche qui l’elemento distintivo è il Matroneo.
Una tipologia che si sviluppa molto in oriente è il MARTIRIUM.

Uno dei più antichi è quello di SAN BABILA AD ANTIOCHIA che rappresenta lo schema elementare
di tutti i martiria. Essi sono composti da un nucleo centrale a pianta quadrata, coperto da volte, forse
cupole, forse volte a botto o a crociera. Questo non si sa poiché martiria del tutto integri non ci sono
arrivati. Ma nei siti archeologici dagli spessori murari si capisce che essi dovevano sopportare una
struttura del genere. Intorno al nucleo centrale che contiene la tomba del martire, si aprono delle navate
dove si svolge il rito religioso. Le navate a San Babila sono ad aula.

SAN SIMEONE STILITA AD ALEPPO: Giunta fino a noi ma ad oggi martoriate dall’ISISS. Questo
martirium in Siria è un complesso monumentale, con un sistema centrale reticolato a padiglione, a base
ortogonale e al posto delle semplici aule abbiamo chiese a tre navate. Le strutture erano ricoperte da
tetti a falde; questa struttura ha un ruolo importante dalla volontà dei pisani di riprendere il concetto del
martirium nascerà la chiesa a cupola centrale, la prima è quella del duomo di Pisa e poi vedremo anche
la chiesa di Siena con la Cattedrale e la terza città è Firenze.

SAN GIOVANNI AD EFESO: lo vediamo nell’impianto Teodosiano. Nucleo centrale e chiese a


navata. Del martium originale non rimane nulla ma abbiamo una ricostruzione postuma nell’età di
Giustiniano. Nella versione definitiva viene rimodernato. Oggi ha un destino simile a quello di San
Demetrio a Salonicco. San Giovanni ad Efeso si allontana dalla tipologia dei martiria nella ricostruzione
di Giustiniano.

3.9 L’età di Giustiniano


A partire dal 445 Teodosio divide l’impero romano in impero d’oriente e d’occidente.
Con capitali rispettivamente Costantinopoli (attuale Istanbul) e Roma. La prima metà del
VI secolo (527-565)è il periodo che vede al governo Giustiniano porta Roma ad un’età
florida, ricca e molto importante dal punto di vista politico.
Giustiniano infatti è l’unico imperatore dell’oriente che tenta di riconquistare
l'Occidente, strappando così i territori ai barbari, e di formare un impero bizantino. Ma i
territori che riesce a conquistare vengono subito riconquistati dalle popolazioni
germaniche e slave che ormai governavano l'Europa.

Costantinopoli, città che supererà il milione di abitanti, quando Roma avrà invece un
calo. L ‘impero d’oriente è stabile e solido, non subisce a differenza dell’occidente le
invasioni barbariche. La rottura definitiva dell’impero d’occidente sarà nel VII secolo
quando comincerà la jihad islamica, fermata in parte dai franchi. Giustiniano conquista
nel 827 la Sicilia che era stata fin dalla prima metà dell IX sec in mano aibizantini;
successivamente i normanni scacceranno i bizantini dall’Italia definitivamente.

3.10 L’architettura orientale del IV e V secolo


Chiesa di s. Giovanni in Studio Istanbul : l’impianto dell’edificio è a tre navate impostato su
due piani poicheè nel livello superiore troviamo il matroneo , si sviluppa infatti in oriente il
matroneo, una galleria al paino superiore. Il sistema utilizzato è quello trabeato. Oggi è un
rudere.

Chiesa di San Demetreo a Salonicco: si trova in Macedonia, la


seconda città più importante dell’impero d’oriente. Particolari sono le
mura lisce, anche qui ritroviamo il matroneo, l’abside che si conclude
con il catino , inoltre notiamo l’utilizzo della capriata.
San Babila in Etiopia : l’impianto è quadrato e poligonale, che a quanto pare era
coperto. Si sviluppa in questo periodo il martyrion , una chiesa tipica dell’arte bizantina,
costruita sul luogo o sulla tomba di un martire, dedicandola così al suo culto. Il nucleo
centrale infatti contiene la tomba del martire; mentre lateralmente vi sono due aperture
che si aprono per i riti religiosi. Braccia dell’edificlio ad aula.

San Simeone Stilita ad Aleppo : complesso monumentale che si trova in Afghanistan,


al posto delle aule troviamo qui 3 navate. Molti sono gli elementi ripresi del complesso
della torre di Pisa: il tetto a falde, l’utilizzo del tiburio.

San Giovanni ad Efeso : edifico con nucleo centrale coperto a botte. Chiesa a cupola
ed ambienti cupolati. Schema vicin a quello di santa sofia a Istanbul.

ELEMENTI CARATTERISTICI DELL’ARCHITETTURA IN ORIENTE


• Ultilizzo del matroneo
• Utilizzo del martyrion

DUE CHIESE A NAVATA: S.Giovanni a Efeso , San Simeone


DUE CHIESE A MARTYRION : San Babila, San Demetreo

Chiesa di Santa Sofia : l’intento di Giustiniano era quello di realizzare una delle chiese più grandi e belle dell’impero.
Questa chiesa rappresenta l’esempio di secoli di sperimentazioni costruttivi dell’antica Roma. L’architettura di
Costantinopoli ha diretto legame con quella di Roma, nasce infatti mettendo a frutto le conoscenze romane –l’opus
cementicium e i sistemi voltaici- creando un compromesso tra l’impianto centrico e l’impianto longitudinale. La struttura
presenta un doppio involucro; l’involucro centrale ovvero quello interno quello più luminoso e con funzione estetica(
esonartece e endonartece) ed l’involucro esterno prettamente con funzione strutturale, ovvero dove gli elementi ad
esempio voltaici scaricano tutte le forze.

STEP PER DISEGNARE LA PIANTA DELLA CHIESA:


1. Disegnare il quadrato centrale
2. Dividere il quadrato ortogonalmente in 4 parti e disegnare così il cerchio
(indica la cupola)
3. Disegnare i pennacchi sferici
4. Catini
5. Esedre
6. Abside
7. I quattro pilastri principali (su cui poggiano gli archi)
8. Le navate laterali

La cupola è alleggerita da finestre sulla linea d’imposta e pareti, lo spazio incluso


negli archi è alleggerito da due file di finestre che hanno anche funzione di
illuminare l’interno.

dalle sezioni è possibile notare inoltre un gerarchizzazione ( prima cupola, poi catini ed
esedre) tipico dell’arte bizantina. L’opera ricorda la Chiesa di San Lorenzo (MI) in
Occidente, per l’utilizzo della nicchia, catini, esedre e colonnato. Proprio questo
riferimento con l’Occidente ci fa capire il legame con il mondo romano.
ATTENZIONE: NON SI ISPIRANO !!! (che poi per l’esame ve ne uscite tutti con
questa frase e io vi boccio ! cit. ) MA METTONO A FRUTTO UNA CIRCOLAZIONE
DI IDEE, UN BAGAGLIO CULTURALE.
La chiesa di S. Sofia era stata in passato decorata con mosaici, poi quando fu trasformata in moschea i mosaici furono
coperti con l’intonaco. Diversi sono i li velli al suo inerno, costituiti dal primo e i matronei che sonopiù bui.
Nella capitale d’oriente gli elementi greci sono stati rielaborati così tanto che quasi scompaiono.
Il CAPITELLO ad esempio viene rielaborato nella sua matrice classica con decorazioni tipiche
bizantine. Inoltre vengono appiattiti i rilievi scultorei, mantenute le volute e scavate le superficie
creando dei trafori. Elemento che caratterizza i capitelli bizantini è senza dubbio il pulvino ( elemento
architettonico, sovrapposto al capitello) una rivisitazione della cornice classica un ‘cuscino
trapezoidale’ .
SS. Sergio a Bacco : involucro modesto con particolari decorazioni dei capitelli , ovvero il traforo su
superfici compatte. Il sistema è di tipo trabeato.

Chiesa di San Vitale: i lati sono tutti curvi, una parte dei mosaici si è salvata : ritrae Giustiniano e Teodora.
Chiesa molto decorata ed integra nella parte presbiteriale. Giustiniano ha l’aureola, rappresenta la figura
sacra ed al verticice dell’impero. I vestiti sono gli stessi dei normanni. Caratteristica degli imperi orientali
era l’sureola con la cascata di perle.

S. Irene a Istanbul : costruita nel sesto secolo e ricostruita dopo il terremoto del 740. Presenta un uso
ricorrente degli impianti voltaici. In oriente invece si costruirà secondo sistemi voltaici o centri
allungati (ellissi). Vengono rapportati gli spazi destinati a matronei a terrazza e lo spazio della cupola.
Oggi è priva di decorazioni. Di impianto longitudinale, le pareti si fermano e proseguono
orizzontalmente prendendo così forma i matronei.

Santi Apostoli
Impulso decisivo dell'architettura bizantina viene dato dalla fusione della pianta a croce e
quella a cupola centrale con il transetto. Si pensa che dai martyria derivi l'impianto della Chiesa
a cupola, esempi di chiese a cupola: - Santissimi Apostoli ad Istanbul,550 (VI secolo) :
realizzata sotto Giustiniano. Cupole che definiscono gli spazi, impianto a croce con 5 cupole.
l'organismo giustinianeo aveva una struttura a croce allungata con navatelle lungo i bracci, 6
cupole di cui 4 sulla direttrice ingresso-atare e due sulle direttrici trasversali. Le cupole
impostavano su piloni con due ordini di arcate su colonne.

San Marco a Venezia è la diretta derivazione del sistema a cupole, derivazione dell'architettura bizantina.

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