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Per favore quindi questa fonduta fonduta Bologna Tutto questo perché Perché vengono tolte le

sovrastrutture successive al medioevo si interviene sui portici vengono allargate le sedi stradali
per far assumere alla città una immagine unitaria da un lato quindi comprendo le un volto
neomedievale ma al contempo proprio per Come già anticipato rinnovare la città e quindi renderla
più agevole agli abitanti ad esempio del traffico del passaggio dei veicoli renderla più agevole alla
ragazzo un'impresa e investe l'intera città di Bologna Perché al posto rubiani sceglie di illustrare in
un volume intitolato di Bologna viabilità sottotitolo proemio alla cronaca dei restauri eri abbellimenti
in Bologna dall'anno 1901 queste operazioni vengono condotte a partire dal 1901 vedete che
siamo a inizio 900 e Vengono illustrate e presentate In questo volume che è Edito viene
pubblicato nel 1913 racconta di questa Bologna eri abbellita 1 Bologna ti riabilita Ma di fatto che
era stata inventata perché molte di queste modificazioni e trasformazioni della città conferendo
questo nuovo polpo medievale ma facendolo inizio 900 inoltre il periodo del Medioevo portano di
una sorta di reinvenzione della città una proposta città di stile neomedievale effettuata quindi la
riproposizione di un linguaggio del passato nel ventesimo secolo tutto chiaro Sì prof andiamo
avanti sempre rimaniamo a Scala urbana poi ci spostiamo pian piano andiamo a vedere alcuni
interventi significativi che libiani punti su singoli edifici rubbiani prima ancora di Bologna viabilità
aveva già scritto un altro volume un altro libro intitolato per le mura di Bologna e che viene
pubblicato nel 1902 viene pubblicato nel 1902 per cui durante proprio gli anni di questa
reinvenzione della città
STORIA DELL’ARCHITETTURA ANTICA E MEDIEVALE

LE PRIME COSTRUZIONI
SISTEMI TRILITICI E ARCHI
Servono a definire degli spazi (metodo più semplice), e
sono alla base di tutta l’architettura antica. Il sistema
triangolare e lo pseudo arco sono passaggi intermedi,
anche se si continuerà comunque ad usarli anche dopo
essere arrivati all’arco.
Nel sistema trilitico la trave orizzontale è soggetta a flessione, i pilastri
invece si comprimono. Lo spazio tra i due pilastri è detto luce e varia a
seconda del materiale.
Nel sistema triangolare i blocchi si reggono per mutuo contrasto (niente
malta, regge solo il peso).
Il sistema a pseudo arco è formato dalla sovrapposizione di anelli circolari
man mano a sbalzo (es. trulli)
Il sistema ad arco svincola dai limiti del trilitico (la luce), le pietre devono
essere sagomate in modo preciso, i piedritti e le reni (conci che si trovano in
un angolo di 30 gradi) tendono ad essere spinti verso l’esterno dalla forza si
scarico dell’arco. Non è stato inventato dai romani, già in uso dagli etruschi
(Volterra)
Per questioni tecnici, di materiali e culturali si usano anche altri tipi di arco: a tutto sesto (quello classico),
ribassato, policentrico, polilobato, rampante, inflesso, tudor, a ferro di cavallo, acuto, catenaria, a ferro di
cavallo circolare
LE COPERTURE
possono essere di vari tipi: volte ( a botte, a cupola, a vela,
composte), capriate e solai in legno.
Le volte a botte hanno un limite: sono sorrette da tutta la
muratura sottostante e non è possibile quindi aprire varchi per
la luce. Sono stati trovati degli espedienti, come inserire delle
lunette.
Le volte composte sono definite dall’incrocio di due volte
a botte. Possono essere a crociera (superfici esterne delle
botti, peso scaricato su quattro appoggi) o a padiglione
(superfici interne, i fusi scaricano su tutta la murature). Esiste anche la volta a schifo,variante di quella
a padiglione con la parte superiore sezionata con malta posticcia. Non strutturale ma usata per
controsoffittature (soprattutto affreschi).
La centina è una struttura in legno che regge l’arco o la volta finché non viene messa la chiave.
I solai piani in legno possono coprire solo ambienti di piccole dimensioni (stesso limite del sistema
trilitico).
La capriata è raggiunta per modo
empirico. Svincola dagli spazi
piccoli, regge le falde inclinate del
tetto (necessarie in alcune aree
geografiche).
LE PRIME CIVILTÀ
La preistoria è il periodo lunghissimo prima della scrittura. La storia inizia nel settimo millennio a.c nella
mezzaluna fertile. Delle prime civiltà ci sono giunti solo i loro monumenti (mura, templi, tombe):
consapevolezza della propria storia, bisogno di tramandare la propria civiltà. Si tramanda anche con la
scrittura: preghiere e conti (economia e commercio)
La civiltà egizia è alla base della cultura occidentale. Come rappresentano l’uomo e l’espressione della
cultura dell’epoca, di come l’uomo era visto. Testa di profilo, gambe in movimento, 2 piedi sinistri: non c’è
interesse nel far vedere la differenza.
I CRETESI
La civiltà cretese nasce su un isola al centro del Mediterraneo. Posizione favorevole per scambi con
egitto, fenici, micenei etc. Terra fertile e che non necessita di difese in quanto isola. Attraverso i cretesi
l’arte egiziana arriva fino ai greci. Le origini di questa civiltà si legano al mito di Minosse, Dedalo e il
Minotauro. Molto utilizzato il motivo decorativo della doppia ascia, chiamata anche labrys (labirinto, puoi
scegliere se usare la lama destra o sinistra), simbolo del potere.
Labirinto spazio molto antico e simbolico.
Vivevano all’interno di città-palazzo di dimensioni molto estese (2
ha) che si organizzano intorno al palazzo del capo politico e
religioso. Centro dell’economia (cisterne per olio, acqua frumento).
Ambienti fatti da cunicoli, rettangoli molto stretti. Ambienti interni del
palazzo molto decorati, colonne realizzate con tronchi d’albero a
testa in giù (per una questione strutturale).
I MICENEI
Peloponneso: terra molto arida e difficile da coltivare. La civiltà micenea ha un forte carattere militare,
necessità di conquistare terre più fertili. Il palazzo reale di Tirinto si trova sulla parte alta di una montagna,
è fortificato. Ambienti di forma regolare. Il megaron è il cuore del complesso, ha un trono e un
braciere (simbolo di sacralità). Era un luogo accessibile a pochi che si trovava dopo aver
passato un cortile, pronao e vestibolo, ricorda la struttura di un tempio. L’entrata al palazzo-
acropoli di Micene era la Porta dei Leoni: sistema trilitico, sormontato da una grande (h. 3m)
lastra triangolare (per scaricare?). Pietre lavorate e regolarizzate. Sulla lastra sono incise due
leonesse che proteggono una colonna, simbolo del potere.
La colonna è dorica ed è presente, come a Creta, una
decorazione a cerchiolini: sta ad imitare la sezione di un
solaio.
La tomba di agamennone a Micene è una tomba a tholos, ovvero un
trullo interrato preceduto da un dromos. L’architrave all’ingresso ha una
funzione strutturale, portava luce e permetteva il ricambio d’aria.
All’ingresso sono presenti per la prima volta delle colonne decorative
senza funzione strutturale, si vedono ancora i buchi per i cardini della
porta. Altro esempio di tomba monumentale è quella di Lefkandi, sull’isola di Eubea. Realizzata in legno,
l’abside terminale rimanda alla forma di una capanna. Per la prima volta sono prolungate le falde del tetto
fino a dei pali formando due navate. Questo perché così proteggono le pareti dell’edificio importante che
dura di più. In più si crea una peristasi, una zona di filtro. All’interno trovate tracce della presenza di un
braciere.

I GRECI: PERIODO ARCAICO


L’arte di distacca ad religione e magia, diventa espressione dell’intelletto umano (l’artista non è al servizio
del potere, a differenza degli egizi, ma si distinguono le loro mani e quindi vengono ricordati i nomi degli
autori).
Piano piano le strutture sacre iniziano ad essere realizzate in pietra
per durare di più, a partire dalle coperture, poi lo zoccolo basamentale
in mattone crudo (per l’umidità del terreno). Il santuario di Apollo a
Thermo viene realizzato su una tomba simile a quella di Lefkandi, la
planimetria è ancora una via di mezzo. Fila centrale di sostegni (in
legno, capitelli e basi in pietra), due navate: problema di visibilità della
statua.
Il tempio di Hera ad Olimpia testimonia il passaggio dal legno alla pietra. Sono state trovate colonne con
diametri e capitelli diversi, donate dalle varie famiglie per sostituire quelle in pietra. Ha una proporzione
molto allungata, sui lati della navata centrale ci sono delle sorte di cappelle, forse con funzione strutturale
dato che non conoscevano ancora bene la resistenza dei materiali.
Varie fasi dello stile ionico: tempio di Dioniso a Yria di Nasso
Il santuario di Hera a Samo sorge vicino ad un corso d’acqua (come in genere
tutti i templi), elemento purificatore, vicino ha una stoà, portici per proteggere i
pellegrini dal sole e dalla pioggia. In una prima fase il tempio ha due navate e
una fila centrale di colonne strutturali, poi acquisisce una peristasi, le file di
colonne (doriche?) si appoggiano ai lati interni della cella. Nella terza fase il ritmo
delle colonne del lato d’ingresso è diverso da quello dietro (probabilmente per
copiare l’architettura egizia). Nuovo ritmo: lato corto corrisponde a circa ½ del lato lungo. Peristasi di due
file di colonne, compare una cella (a tre navate) preceduta da un pronao. Grazie a Vitruvio sappiamo i nomi
degli architetti: Rhoikos e Teodoro. Nella quarta fase il tempio viene ricostruito perché ne frana una parte.
Viene rialzato su un podio accessibile solo dal lato frontale (esperienza egizia) e aumentano le colonne sul
lato lungo.
Nel tempio di Artemide ad Efeso si ripropone la monumentalità e le grandi dimensioni del santuario di
Hera a Samo. Doppia peristasi di colonne, cella ad una sola navata preceduta da pronao e con
opistodomo. Sulle colonne ioniche d’angolo sono presenti degli incroci di volute per far girare il capitello
Il tempio di Apollo a Corinto subisce delle trasformazioni frutto
dell'esperienza portate dalla magna grecia alla città d’origine.
Peristasi di colonne doriche, all’interno la cella è divisa in due per
evitare di averne una molto lunga. L’echino ha una forma più
astratta, inizia a scomparire la bombatura (rispetto ad esempio al
tempio di Hera di Olimpia che ha un secolo in più).
Nel tempio di Artemide a Corinto ritornano le proporzioni molto
allungate della cella, divisa in tre navate su due livelli diversi.
Rapporto delle colonne 8x17, molto interessante perchè sarà poi quello del periodo classico. Per la prima
volta in facciata si cerca una soluzione al conflitto angolare di metopa, triglifi e colonne: o contrazione della
distanza tra le due colonne d’angolo, o ampliamento della prima metopa, o primo triglifo in asse con la
prima colonna.
Il tempio di Atena Aphaia a Egina (pron. eghina) è costruito alla soglia dell’età classica e ha un rapporto
di 1/2 , molto vicino a quello classico. All’interno della cella le colonne sono disposte su due livelli, si
possono vedere le scanalature create per le funi: i pezzi erano modulari. Il capitello ha ormai perso
completamente la bombatura ed è diventato un cono.
IN SICILIA E MAGNA GRECIA
Nelle colonie esistevano già dei culti autoctoni, le strutture dei templi e i riti vengono
contaminati.
Il tempio di Apollo a Siracusa (colonia di Corinto) non ha un opistodomo ma uno
spazio chiuso, più sacro, a cui si accede dalla cella: adyton. Lo spazio della cella è
allungato e pesante: differenze di materiali, maestranze non abili come quelle della
madrepatria. Realizzato sia in pietra che legno . Interasse molto più piccola del
diametro delle colonne. paura che la costruzione non stia in piedi.
Il tempio C a Selinunte (colonia di una polis siciliana) ha come
quello di Apollo a Siracusa un adyton. Il tempio G ha un rapporto delle colonne
interessante (8x17), un peristilio solo davanti al pronao sopraelevato, tre ingressi alla cella
che contiene l'aston su un livello sopraelevato.
La basilica di Paestum presenta una cella divisa in due navate con una file centrale di
colonne (elemento ormai sorpassato), pronao e adyton, sull’asse lungo c’è una colonna e
un muro: ha due entrate che corrispondono con le due navate. Sempre a Paestum il
tempio di Cerere o Atena ha un rapporto di colonne 6x13, che corrisponde a quello che sarà poi il
rapporto classico x, 2x+1. La pianta è sempre più complessa, bisogna
salire tanti livelli per accedere alla cella. Le colonne esterne sono in stile
dorico senza base, quelle interne in stile ionico ed è presente la
rotazione del capitello. Sempre a Paestum il tempio di Nettuno ha una
cella rialzata ancora di proporzioni allungate, mentre il suo più o meno
contemporaneo tempio di Zeus ad Olimpia inizia già ad assumere
proporzioni classiche.
A Metaponto il tempio B o di Apollo è pseudoperiptero (cioè ha un
muro perimetrale su tutti i lati escluso quello d'ingresso e nella parte
esterna sono addossate delle semicolonne.
Valle dei templi di Agrigento p.56
-Concordia
-Hera
Il tempio di Zeus è pseudoperiptero, tra le colonne ci sono dei telamoni (statue di uomini) che sembrano
reggere l’architrave.
Segesta, tempio dorico
Selinunte, tempio E o di Hera

Le olimpiadi diventano sempre più importanti nel mondo ellenico, e così anche l’area sacra di Olympia,
dato che le persone che venivano ad assistere ai giochi aggiungevano tempi per le divinità sacre alle loro
città. L’area sacra, situata alla base del monte Kronos e vicino ad un corso d’acqua, aveva terme, diverse
stoà, uno stadio, edifici per riunioni, palestre, il Philippeion (tardo classico), l'officina di Fidia, un edificio per
ospitare i viaggiatori, i tesori (edifici votivi delle colonie per le olimpiadi), un tempio dedicato ad Hera
(arcaico), e al centro il tempio di Zeus (classico).
Il tempio di Zeus ha un rapporto di colonne classico (6x13), periptero. La cella, divisa in tre navate, è
preceduta da un pronao e nella navata centrale c’è la grande statua crisoelefantina assisa (seduta su un
trono) di Zeus realizzata da Fidia, 12m.
Quella che si pensa essere stata l'officina di Fidia è stata successivamente trasformata in una chiesa
ortodossa, con l’aggiunta dell’abside e dell’iconostasi.
Il Philippeion è una tomba/edificio votivo, in ricordo di una battaglia. Ha una forma circolare, sul fregio
sostenuto da colonne ioniche non è presente alcuna decorazione.
Il tempio di Hera ha ancora una proporzione molto arcaica (6x16), la navata preceduta da pronao e con
opistodomo è divisa in tre navate. Il capitello dorico, rispetto a quello del tempio di Zeus, è molto meno
astratto.

I GRECI: PERIODO CLASSICO


Nel 490 a.C. i persiani cercano di espandersi, e nell’agosto del 480 conquistano Atene e la distruggono. A
settembre una coalizione di polis (che comporta anche un salto in avanti della civiltà ellenistica) sconfigge i
persiani a Salamina. Iniziano 50 anni di pace che dureranno fino alla morte di Alessandro Magno nel 323
a.C.
Atene viene governata da Pericle (durata gov. 461-429 a.C.), capo militare, politico, esponente
dell’aristocrazia (colto), che la fa diventare la prima fra tutte le città ellenistiche. Promuove la costruzione di
molti edifici, anche sacri, per risollevare l’economia e dare molto lavoro. Periodo molto fiorente anche per la
cultura, vivono in questi anni Eschilo, Sofocle, Euripide, Tucidide, Socrate, Platone e Aristotele (e anche
altri). Fidia diventa il braccio destro di Pericle, e dirige i lavori della ricostruzione dell’acropoli. All’interno
delle fortificazioni, di origine micenea, ci sono (in ordine di intervento): il partenone, i propilei, il tempio di
Atena Nike e l’eretteo. Alla base dell'acropoli pericle fa costruire un odeion (luogo per concerti).
I Propilei avevano la funzione di ingresso monumentale e filtro. Infatti il pellegrino che aveva intenzione di
raggiungere l’Acropoli, doveva salire attraverso un percorso detto
“dell’asino” e entrare nei propilei. Questi sono formati da un corpo
centrale diviso in due parti, ciascuna delle quali consta di sei
colonne doriche, al suo interno è presente un vestibolo diviso in tre
navate da due file di tre colonne ioniche (usano ordini diversi a
causa del dislivello). Il corpo centrale è un edificio rettangolare
diviso in due sale con pavimenti a quote diverse, raccordate da
cinque gradini posti al ridosso del muro divisorio, in mezzo passa
una strada in salita carrabile. Il superamento del salto di quota
corrisponde all’esterno all’elevazione della copertura della parte
orientale dell’edificio, invisibile a chi sale all’Acropoli: le linee di
gronda e il culmine del tetto si presentano spezzati e sfalsati,
risolvendo così il dislivello tra le facciate occidentale e orientale.
L’edificio più rappresentativo dello stile dorico è probabilmente il Partenone. Il progetto promosso da
Pericle ruota attorno all’erezione di un grande tempio che celebri Atena cancellando il ricordo dell’invasione
persiana. Il Partenone prende vita tra il 447 e il 437 a.C. nel settore meridionale dell’Acropoli. Il nuovo
progetto, coordinato da Fidia, viene affidato all’architetto Iktinos. Strutture e materiali del pre-Partenone
avrebbero imposto pesanti condizionamenti, e Iktinos avrebbe recepito in parte soluzioni planimetriche già
impostate.Gli adattamenti eseguiti sui singoli elementi in corso d’opera che si sommano alle correzioni
ottiche applicate con estrema accuratezza a tutti i livelli, uniti a irregolarità nella costruzione, confermano
l’impiego di materiali già pronti. Appare comunque chiaro che l’architetto di Pericle parte dal vecchio
progetto stravolgendo le proporzioni e fondendo le proprie idee a quelle del predecessore, in un
compromesso tra la volontà di realizzare un edificio totalmente nuovo e la necessità di riutilizzare elementi
della precedente fabbrica. All’impianto previsto da Cimone, stretto e lungo con sei colonne in facciata,
Iktinos sostituisce un edificio ottastilo: la modifica, che rappresenta la principale innovazione, amplifica lo
spazio a disposizione per il nucleo della cella, largo 5 interassi invece di 3 (quasi 19 metri invece di 12):
una cella eccezionale per una eccezionale immagine di culto, quella realizzata da Fidia in tecnica
crisoelefantina, ovvero in oro e avorio. Il risultato finale è un edificio periptero dorico di 8x17 colonne,
interamente in marmo pentelico (copertura inclusa), innalzato al di sopra di una crepidine di tre gradini.
L’edificio interno si articola in pronao e opistodomo prostili esastili sopraelevati su una ulteriore crepidine di
due gradini, cella orientale con colonnato dorico a “U” su due ordini e cella occidentale con quattro colonne
interne ioniche. Sulla struttura in candido marmo, l’uso della policromia, con toni di rosso, azzurro, oro
completa e sottolinea i volumi. L’architettura “perfetta” è completata dalla decorazione pittorica e scultorea,
nella cui realizzazione Fidia svolge un ruolo fondamentale. Nella cella est del Partenone lo sguardo si
rivolge alla colossale statua di Atena, fulcro di tutto il programma decorativo dell’edificio, realizzata da Fidia
in tecnica crisoelefantina. La statua, alta 12 metri, raffigura la fanciulla Atena in armi con lo scudo ai piedi
ed una vittoria nella mano destra. L’ampio spazio che la ospita appare sgombro al visitatore, grazie anche
a una semplice ma brillante soluzione: due file parallele di colonne doriche sui lati lunghi della cella,
collegate da una terza fila sul lato breve opposto all’ingresso, formano un colonnato a “U” a due piani che
incomincia il simulacro e sostiene il soffitto a cassettoni. Infine un’altra caratteristica propria del Partenone
è la sua posizione nello spazio. Infatti il tempio era visto, da un osservatore che entrava nell’acropoli
attraverso i Propilei e che si dirigeva verso il tempio stesso, di
3/4. L’osservatore quindi per raggiungere la facciata principale
era costretto a percorre tutto il lato lungo del tempio, in questo
modo arrivato davanti alla facciata già si era fatto un’idea di
come potesse essere fatto l’intero edificio. Ciò chiaramente non
avveniva se l’osservatore, uscito dai propilei, si fosse trovato
dinanzi subito la facciata principale.

Il tempietto di Atena Nike è probabilmente il più antico tempio


ionico in Atene. Il tempio, collocato su una crepidine di tre
gradini e interamente edificato in marmo pentelico, ha quattro
colonne su entrambe le facciate. La scelta di questa soluzione
piuttosto che dal giro completo di colonne è imposta dalla
posizione eccellente, affacciata sulla rampa di accesso
all’Acropoli. L’area a disposizione detta invece le dimensioni
contenute, con la cella poco profonda, priva di vestibolo e direttamente aperta ad est con due piastrini.
Dietro le cancellate che chiudono l’accesso era la statua di culto. Sopra l’architrave partito in tre fasce
orizzontali, un fregio scolpito e dipinto sui quattro lati arricchisce l’effetto decorativo del monumento, che
impiega la policromia anche per le modanature, non intagliate ma dipinte. Il gusto decorativo dell’architetto
traspare anche negli abbellimenti dei dettagli della membratura architettonica, come una raffinata versione
attica delle basi delle colonne, o le modanature rientranti dei tre gradini del crepidoma su cui sorge
l’edificio.

I GRECI: PERIODO ELLENISTICO


Alessandro Magno porta la cultura greca in oriente, diventa un linguaggio artistico “internazionale”. Alla sua
morte l’impero viene diviso tra i suoi generali. Il periodo ellenistico durerà fino al 31 a.C., dove
con la battaglia di Azio inizia l'età imperiale romana.

L’eretteo è un tempio con una pianta particolare, libera dagli schemi, perché
deve includere all’interno più divinità. Una cella dedicata a Poseidone dove aveva
fatto sgorgare l’acqua, una cella dedicata ad Atena Poliàs (protettrice della città)
e all’interno della loggetta delle cariatidi (colonne a forma di corpi di donne) una
tomba dedicata ad un mitico fondatore. Sono incisi i nomi degli architetti.

Nel tempio di Apollo Epicurio, a Bassae, compare per la prima volta una
colonna corinzia. Le proporzioni sono ancora arcaiche, ma all'interno i setti murari
(che creano l’illusione della presenza di navate laterali) vengono trattati come
delle semicolonne (l’ordine perde la funzione strutturale). All’interno, alla fine della cella dopo
una quinta teatrale creata con la colonna corinzia, si trova l’adyton con la statua della divinità. Un'apertura
sul lato permette l’entrata della luce per maggiore teatralità (ricordo che apollo era dio del sole).
Il tempio di Atena Alea a Tegea, che è più o meno contemporaneo a quello di Apollo, presenta ancora
delle semicolonne (corinzie) usate solo in modo decorativo.

Il santuario dei grandi dèi in Samotracia era un luogo di culto importantissimo, raccoglieva il culto di
diverse divinità (non quelle canoniche greche, si sa molto poco) e si è trovata una presenza di architetture
stratificate. Erano presenti ben due corsi d’acqua, un hieron (monumento funebre di una persona
importante)

Il tempio di Apollo a Didima (10x21) ha una


progettazione molto rigida (stesso interasse),
nessuno opistodomo. Appartiene a una tipologia
innovativa, con un crepidoma (gradini di accesso)
altissimo e le scalinate di accesso solo sul lato
frontale. Dall’esterno sembra un tempio, ma in realtà
è un grande contenitore per un tempio più piccolo
che è contenuto all’interno, a cui si accede
scendendo ad un livello più basso di quello esterno.
Prima della scalinata c’è una piccola stanza con
funzione di filtro.

Vengono inventate nuove tipologie di monumento funebre, come ad esempio il mausoleo di Alicarnasso,
che è l’insieme di tante idee da culture differenti. Il tetto sembra infatti una piramide, sostenuta però da
colonne che potrebbero appartenere ad un tempio.

LA CITTÀ
Lo spazio dell’Agorà di Atene muta molto nel corso del tempo. La piazza era attraversata dalla via delle
feste panatenaiche, e ci si affacciano tutti gli edifici che servono alla conduzione democratica della vita
della polis: un peristilio, due bouleuterion (luogo per riunioni), diverse stoà, la zecca (?), diversi templi e un
altare.
I Bouleuterion in genere erano edifici costruiti appositamente per le assemblee
pubbliche (in periodi precedenti si tenevano all’aperto). All’interno lo spazio è
organizzato in modo simile agli odeion, le gradinate possono avere anche forma
semicircolare. Il Bouleuterion è preceduto da una corte porticata con altare al centro.
Alla base dell’acropoli Pericle fa costruire odeion, un piccolo teatro destinato ad
audizioni musicali, architettonicamente simile al teatro greco, ma più spesso
caratterizzato da un accentuato sviluppo verticale, gradinate in genere rettangolari,
dalle modeste proporzioni della scena e, soprattutto, dalla presenza di un tetto che lo
copriva quasi interamente.
A Mileto nasce l’”urbanistica”, o anche ars ippodamia (arte di Ippodamo da Mileto che pensa ad una città
zonizzata). Tre zone residenziali con diverse misure dei lotti a seconda della classe sociale, separate tra di
loro dalle zone civile, commerciali e religiosa. Lo spazio civile è composto da due agorà separate tra di loro
da uno spazio per l’assemblea pubblica, il bouleuterion (quello di Mileto è uno dei meglio conservati). Molto
importante la porta del mercato che è stata costruita mettendo insieme l'idea dei propilei a colonnato greco,
la porta ad arco e la facciata del teatro romano (sporgenze e rientranze). Proprio per questa mescolanza di
stili la porta è considerata un importante esempio della relazione tra la tradizione costruttiva ellenistica e
l'espressione artistica della Roma imperiale. Notare come la via sacra che porta a Didima era tutta coperta,
simbolo della ricchezza della città. Il teatro era espressione della ricchezza e della cultura di una polis.
Venivano scavati al ridosso di colline e adagiati in forme cave sul pendio naturale, erano in relazione molto
forte con il paesaggio circostante. Gli spettatori si sedevano su
gradoni in base alla loro classe sociale, quelle in prima fila per i
ricchi si chiamavano proedria. Veniva costruita una scena e un
palcoscenico per gli attori, i settori trapezoidali in cui era divisa la
cavea si chiamano kerkis. Nello spazio semicircolare sotto il
palcoscenico si poneva l’orchestra.
La città di Priene riesce a mantenere delle maglie regolari
nonostante il territorio in forte pendenza. Le scalinate che
collegavano varie parti della città erano munite addirittura di scoli
per l’acqua.
Sull’isola di Faro ad Alessandria si ricorda il primo edificio “alto”,
un faro-torre che portava in alto la luce di un fuoco con un sistema di specchi.
Anche la città di Pergamo in Antiochia sorge su un elevato dislivello: la porta è a 98 m s.m. mentre il
tempio di Athena a 316 m. Nell’acropoli è presente un edificio con
molta valenza retorica: l’altare di Zeus (chiamato così per la forma)
(altro esempio di un edificio simile è l’altare di Poseidone a Tino).
Duplice porticato ionico, presenza di un grandissimo apparato
decorativo
GLI ETRUSCHI
Gli etruschi sono un popolo di cui sappiamo molto poco, sicuramente fondarono delle città (esempio
Volterra con il portale ad arco) con una pianificazione urbana di tipo ellenistico e hanno una religiosità
molto oscura con culti tenebrosi. Non sono stati trovati i loro templi ma lo sappiamo grazie a Vitruvio. No
crepidoma, sorgevano su un podio con un’unica scalinata frontale per accentuare il senso di accesso, no
peristasi, pronao della stessa dimensione del corpo diviso in tre celle per tre divinità, interassi diversi tra di
loro (forse perchè era in legno), colonne e capitelli più rozzi (dorico etrusco->tuscanico). Importante città
dell’etruria è Veio. Possiamo avere però delle notizie sulla loro architettura dalle necropoli, che si sono
conservate molto bene. Le tombe ipogee riprendono la struttura di una casa: un grande atrio collegato a
tante stanze laterali. Sulle pareti sono incise e colorate delle decorazioni che riprendono gli oggetti della
casa. La tomba della montagnola è invece a tholos, tutta scavata nel tufo. Sul tetto una decorazione molto
raffinata ad imitare il legno.
ROMA MONARCHICA
Abitanti di stirpe latina, che si organizzano in una struttura urbana (confederazione)e poi in una comunità:
nasce Roma (la zona si chiamava in precedenza Septimontium). Acquisisce una struttura vera e propria
quando entra in contatto con gli etruschi (gli ultimi tre re sono appunto etruschi). Luogo molto favorevole: il
tevere navigabile permetteva la creazione di un porto e di mercati (foro boario e foro olitorio), l’isola tiberina
era l’unico punto guadabile (facendo pagare un dazio ci guadagnano), i colli sono una difesa naturale (le
zone limitrofe erano all’inizio paludose). Tre fasi per la fondazione di una città: inauguratio, limitatio,
consecratio. Fasi di tradizione etrusca, secondo la leggenda fatte da Romolo al momento della fondazione.
Il Palatino diventa il colle più importante perchè è quello che permette un maggior controllo del fiume. Le
zone paludose sono bonificate grazie alla Cloaca Maxima che funge anche da sistema fognario, e su parte
di questa area viene costruito il foro romano.
ROMA REPUBBLICANA
LE TERME
LE VILLE
ROMA IMPERIALE
ERCOLANO (dopo i tipi di muro e le terme) corrisponde al video 6
Prima dell’eruzione Ercolano e Pompei si affacciavano sul
mare
Sugli archi affacciati sul mare opus reticolatum con dei ricorsi di
mattone e uso di pietre diverse per decorazione (non era
ricoperto di intonaco). La casa d’argo è in opus vittatum, si
alternano laterizi con blocchi di pietra ben tagliata, tutto
ricoperto di intonaco. Colonne in laterizio ricoperte di intonaco con
le scanalature simulate. Nel complesso termale lo spogliatoio
apodyterium è coperto da una grande volta a botte (il foro nel
soffitto l’hanno fatto gli archeologi per entrare), c’erano addirittura le mensole per riporre i vestiti quando ci
si spoglia. La casa Sannitica ha una struttura ancora diversa, dipendevano dalle esigenze del proprietario.
Si sono conservati gli arredi e anche le porte. In Tutte le case molto comune la decorazione a tema
marittimo (Ercolano era sul mare). La palestra ha un ingresso tetrastilo in stile classico (era un edificio
molto importante)

I FLAVI
Dopo la fine della famiglia giulio-claudia dopo una guerra civile prende il potere Vespasiano, primo
imperatore di origini “borghesi”. Molto famoso perchè riesce finalmente a conquistare la Giudea. Il suo
successore Tito distruggerà il tempio di Gerusalemme e fa iniziare l’esodo degli ebrei. Vespasiano succede
ad un imperatore non amato, con una città in parte da ricostruire, così per farsi piacere dal popolo realizza
due fori (della pace, transitorio). Costruisce sulla domus aurea per dare al popolo quello che invece prima
era stato privato, solo dell’imperatore. Sulla domus aurea vengono realizzate le terme di Tito e il Colosseo.
Vuole riportare a Roma uno stile di vita più austero, in contrapposizione alla stravaganza di Nerone. Il foro
della pace rimanda ad un’idea di foro completamente diversa. Si tratta di un santuario costituito da un
grande recinto quadrangolare. Al suo interno un giardino, era circondato su tutti e quattro i lati da porticati,
lungo i quali
si aprivano esedre in cui erano poste opere d'arte di straordinaria importanza (anche sotto i portici).
All’interno del foro della pace c’era anche la forma urbis. L'edificio templare vero e proprio era situato al
centro del lato meridionale, e costituisce l’apice di quella tendenza, già delineatasi in età augustea,
all'atrofizzazione visiva degli edifici templari dietro la loro facciata: la sua esistenza infatti veniva denunciata
all'esterno solo dalla fronte in lieve risalto e dalle maggiori dimensioni delle colonne, oltre che, ovviamente,
dal timpano
[…]
Per realizzare il Colosseo Vespasiano fa prosciugare il lago artificiale
della Domus Aurea, seguita da una grande opera di fondazione
(money money). Realizzato in travertino, tufo e sabbia (per il concreto).
Diventa un edificio simbolo della romanità. Complesso sistema di
entrate a seconda del rango sociale (alcune porte sono riservate) e del
numero di arcata sul biglietto, porta speciale anche per portare via i
gladiatori morti. Persone addestrate solo per stendere il tendone che
copriva dal sole (velario). Per leggerezza l’ultima gradinata è in legno.
Ordini architettonici sovrapposti, creano un ordine che sarà poi usato
nella ripresa del classicismo (dorico, ionico, corinzio), l’ultimo piano non
sono semicolonne ma paraste. Alzate di archi rampanti, annullano le
spinte laterali fra di loro. Travertino usato per i muri ad arco, il rivestimento esterno, i piastri.
I fori imperiali sono dedicati alla celebrazione dell’imperatore (mentre i fori precedenti avevano funzione
economica e politica)
IMPERATORI ADOTTIVI

Il foro di traiano è il più grande foro mai realizzato. Ingresso al foro monumentale (inciso su monete e
medaglie) che stona con gli spazi stretti. Non è presente un
edificio templare: esclusione della religiosità, il tempio del divo
traiano è stato aggiunto successivamente da Adriano.
Biblioteche con in mezzo colonna Traiana, basilica con due
esedre (ingresso monumentale ottastilo dal lato della colonna),
grande piazza porticata con statua equestre dell’imperatore,
ingresso monumentale. Le esedre riprendono il foro di Augusto.
In studi più recenti si ha però ipotizzato che l’ingresso sia
formato da un'aula quadrata con quadriportico centrale, quello
che si vede nelle medaglie è la parte interna (guardando dalla
basilica, fa sfondo alla statua equestre). Al termine del foro si
trova la basilica Ulpia, con entrata sul lato lungo, cinque navate, visivamente molto simile alla basilica
Emilia (quella del foro romano), ma questa è realizzata in opus caementicium. Il corpo centrale è rialzato
per permettere alla luce di entrare. Lo spazio quadrato finale è il più importante, e assume il ruolo di “luogo
sacro”, forse vi erano riposte le armi conquistate da Traiano in Dacia, il luogo era visibile solo dall’alto
attraverso un percorso celebrativo-simbolico. Tutti i fori hanno gli ingressi addossati, per questo Traiano
rigira la planimetria e crea la sue entrata staccata dagli altri (e per questo di era erroneamente pensato che
l’ingresso fosse dal lato destro). La colonna di Traiano è sia un monumento celebrativo che funerario,
conteneva infatti all'interno del basamento due ambienti per le ceneri dell’imperatore e della moglie. Il fusto
della colonna sembra un rotulo (i libri di una volta), e l’altezza di circa 30 m senza basamento è quella che
aveva la collina che è stata sbancata per realizzare il foro.
I mercati di Traiano sorgono attaccati al foro ma sono due edifici distinti, realizzati in opus caementicium
(Apollodoro non sente la necessità di usare un linguaggio classico), dato che sorgono sul declivio hanno
vari livelli percorsi da strade, sulla via Biberatica si affacciavano taverne. Gli ambienti sono più o meno tutti
rettangolari, coperti da volte a botte. Si distinguono una grande aula e due più piccole. La grande aula era
una sala su cui si affacciavano, sia al piano terra che a quello superiore i negozi (come il bazar di Port
Louis).

EXCURSUS SUGLI ARCHI DI TRIONFO


Generalmente si trovavano all’interno dei fori, per celebrare gli imperatori.
Augusto è il primo ad utilizzare questa tipologia.
Arco di Augusto a Rimini: La struttura merlata è medievale, quando l’arco entra a far
parte delle mura. In pietra d’istria, un forcipe, trabeazione.
Arco di Tiberio a Orange (FR): più complesso, ha quattro “facciate”, tre varchi,
trabeazione, grande apparato decorativo dell’attico.
Arco di Traiano a Benevento: si rifà a quello di Tito a Roma (una forcipe) ha un
grande apparato decorativo a bassorilievo ed elementi classici (colonne).
Arco di Settimio Severo a Roma: non ha semicolonne ma delle colonne libere che poi si proiettano in
paraste, può essere attraversato anche trasversalmente.
Arco di Costantino a Roma: riutilizza l’arco di Adriano, realizzato da Apollodoro. Tre aperture, realizzato
nel 312 d.C quando viene proclamata la libertà di culto, è un arco che celebra la Roma pagana ed il primo
edificio utilizza materiali di spoglio (vive in un'epoca di crisi e riconosce la superiorità artistica degli
imperatori precedenti).
Apollodoro di Damasco è un architetto molto famoso sotto l’impero di Traiano (pantheon, tempio di
Venere a Roma) ma declina poi durante quello di Adriano, perchè l’imperatore stesso aveva interesse e
interveniva nella progettazione. Apollodoro l’ha criticato per alcune idee e zaac. Sapeva usare i nuovi
materiali, come l’opus caementicium, ha un'immagine dell’architettura trilitica/classica che si sta perdendo e
utilizza volte a botte fittizie come quelle di Augusto.

Adriano non espande l’impero ma rinforza i confini, grande interesse per la costruzione di edifici pubblici e
per i viaggi (permesso dal periodo di pace), curioso e appassionato di collezionismo.
Promuove due opere ad Atene (grande fan della cultura ellenistica), l’arco di adriano che a vederlo
sembra avere proporzioni sbilanciate. Sovrapposizione di due logiche strutturali diverse, sotto l’arco
romano, sopra un sistema trilitico. L’altro edificio è la biblioteca. Forte legame della facciata con il foro di
Nerva (colonne con una cornice che simula un porticato)
Adriano rimane molto colpito dalla Torre dei Venti, edificio di Atene del I sec a.c.
Fa completare il tempio di Zeus Olimpio (costruzione iniziata nel 500 a.c.), vuole mantenere la tradizione
classica e al suo interno mettere una statua crisoelefantina.
Il Pantheon è l’unico edificio romano che ci giunge integro. Sorge su un luogo simbolico di Roma: il campo
marzio. Grande cella circolare con pronao ottastilo, diviso all’interno in 3 navate. Volume di raccordo tra le
due forme pure del pronao e della cella, realizzato in laterizio, bucato con delle scale per salire. Segna due
diverse concezioni architettoniche: pronao greco e rotonda simbolo dell’ingegneria romana. Come si è già
visto in altri edifici romani è stato curato più il fronte che il resto esterno dell’edificio. Scavi recenti
permettono di ipotizzare che furono reimpiegate, con opportune modifiche e consolidamenti, le fondazioni
del Pantheon augusteo (distrutto da un incendio), che
aveva già praticamente l'impianto di quello attuale.
Annegata all'interno del cementizio, è predisposta una
struttura laterizia di archi che sgravano dal peso della
cupola le parti orizzontali marmoree che schermano le
esedre, concentrando tutto il carico sui piloni interposti. Il
pronao è composto da colonne monolitiche con capitelli
corinzi, otto sulla fronte e altrettante dietro a formare tre
navate; quella centrale più larga, conduce alla porta della
cella cilindrica (le altre due porte sono state aperte quando
è diventato una chiesa), con soffitto cassettonato e volta a
botte nella navata centrale (oggi rimangono solo le
capriate lignee). La cupola è cassettonata, con i cassettoni
che, per effetto prospettico, diminuiscono di grandezza
mano a mano che si sale. All’interno, la parete è suddivisa
in due ordini: al piano terra presenta un andamento alterno
di pieni e nicchie, tutte schermate da due colonne, che
insieme alla trabeazione, rievocano il perimetro circolare,
tranne quella centrale in asse con l’ingresso, vera e
propria conca absidale; al secondo piano corre invece una
fascia fino all’imposta della cupola.Ai fini della stabilità
della cupola sono utilizzati materiali sempre più leggeri
(posti a strati orizzontali sovrapposti) mano a mano che ci
si avvicinava in sommità e anche lo spessore della cupola diminuisce. Nella sua sistemazione originale,
all’interno di una piazza circondata da portici, il tempio doveva apparire come un santuario di tipo classico;
solo dopo essere entrati era possibile rendersi conto di essere in uno spazio circolare gigantesco sotto una
cupola perfettamente emisferica.
Tempio di Venere e Roma progettato da Adriano, ricostruito da Massenzio. Più grande tempio mai
realizzato a Roma, vicino al Colosseo, fu necessario spostare la statua del colosso. Richiama
la tradizione della grecia classica, all’interno due celle specchiate. Primo vero tempio alla
greca a roma. Probabilmente le critiche ai disegni di Adriano su questo tempio gli costarono la
condanna a morte. Massenzio circa 200 anni dopo lo vuole portare ad una spazialità romana,
aumento dello spessore dello spessore murario per creare delle nicchie con colonne libere,
creazione di due absidi contrapposti, celle coperte da volte a botte.
Mausoleo di Adriano, con il ponte costruito appositamente per portare al mausoleo, in
periodo medioevale è stato trasformato in fortezza. Oggi Castel S. Angelo. Assimilabile al
mausoleo di Augusto. Basamento, struttura circolare, edicola, quadriga.
Adriano fa costruire la sua villa, villa Adriana, al di fuori di Roma (Tivoli). Costruita fuori per
due motivi: poteva costruire senza ostentare la sua passione per l’architettura (a differenza di
Nerone) e coltivarla tranquillamente, e per non vivere nel caos di Roma e poter riflettere. In più
Tivoli è zona di cave e ricca di fonti d’acqua. La villa è difficile da interpretare perché è
l’insieme di diversi complessi architettonici. Ricca di percorsi di collegamento sotterranei per la
servitù. Il punto di inizio per la costruzione è la villa della moglie che era già presente sul sito
(non rimangono resti). La costruzione dura tutta la durata del regno, lo sappiamo grazie ai bolli. Come
centro della villa si prende il teatro marittimo. Scompaiono gli spazi regolari (usa molte curve) e gli ordini
architettonici. Molto famosa la cupola ad ombrello usata nella piazza d’oro. Il teatro marittimo in realtà è il
luogo più intimo del complesso e della residenza, non un teatro come era stato inizialmente interpretato.
Alto luogo molto suggestivo della villa è il Canòpo, che evoca un braccio del fiume Nilo. Attorno alla
piscina-canale correva un elegante colonnato, con copie di statue greche (ad esempio le cariatidi).

LA DOMINATO (intorno al 300 D.C.)


Diocleziano come Adriano sposta la sua residenza al di fuori di
Roma, a Spalato (Croazia) sua città natale. In comune con le
terme a Roma ha la grande dimensione, ma linguaggio
architettonico completamente diversa. Similitudini di impianto con
un castrum. Non è solo un palazzo reale perché all’interno del
complesso ci sono anche le residenze di una guarnigione militare
(¼ dell’area, ¼ giardino, ½ residenza). Il peristilio è circondato
da colonne sormontate da archi, a sinistra libere a destra
tamponate, che lo sormontano di 3 gradini. Il mausoleo ha pianta
ottagonale, con copertura a cupola in mattoni, con absidi circolari
e quadrate

GUERRA CIVILE ROMANA (306-324)


Sotto Massenzio ci sono gli ultimi lavori pubblici a Roma. con tutto
il tempo che è passato la tipologia di basilica è ormai ben definita.
La basilica di massenzio si ispira invece all’architettura dei
complessi termali. 3 navate, quelle laterali sembrano quasi delle
“cappelle” ricoperte di archi a botte. Navata centrale sormontata
da volte a crociera. Luce portata dalle tipiche finestre termali.
Costantino la trasforma in una basilica cristiana spostando
l’ingresso sul lato corto.

LA DINASTIA COSTANTINIANA
Con Costantino acquista molta importanza l’architettura religiosa cristiana, in tutto l’impero. A Roma i
complessi religiosi vengono realizzati in aree periferiche: si possono realizzare grandi strutture, non
venivano sbattute in faccia alle grandi famiglie romane (che rimangono pagane per molto tempo). Le prime
basiliche romane nascono in realtà come basiliche cimiteriali, come la basilica di sant’agnese. Le due
navate laterali si riuniscono nella zona absidale, sui lati ospitavano i sepolcri. Le persone importanti
aggiungevano dei veri e propri edifici, come il Mausoleo di santa Costanza (figlia Costantino). A
differenza del mausoleo di Diocleziano ha un giro di colonne più interno (che crea una sorta di navata
circolare), è preceduto da un filtro con la basilica, chiamato nartece

confronto basilica di costantino treviri e santa sabina

La basilica Lateranense è la prima basilica cristiana che fa costruire Costantino 8è più o meno
contemporanea a quella di Massenzio). Era la cattedrale di Roma (...)

Il battistero: nuova tipologia introdotta con il cristianesimo (...)

santo stefano rotondo (...)

san PIETRO (...)

santa maria in trastevere

TEODOSIO I
san lorenzo

GIUSTINIANO

ss. sergio e bacco


COSTANTINOPOLI
Il complesso di Santa Sofia non sarebbe stata
possibile senza le esperienze della tradizione
architettonica romana. Viene ricostruita diverse volte,
quella che vediamo oggi è quella di Giustiniano.
Entrando si ha un'impressione di spazio unico e
assiale, le navate laterali sono nascoste da una serie
serrata di colonne. lo spazio triangolare tra la cupola e
gli archi che la reggono si chiama pennacchio. La
cupola è costruita in mattoni. Le semicupole allungano
ulteriormente lo spazio e contengono le spinte laterali
della cupola. Navate laterali organizzate su due livelli,
sembrano quasi scollegate dalla navata principale, tra
la navata princ. e le altre c’è in mezzo un piccolo
corridoio formato da una fila di due colonne. Tecnica della cupola diversa da quella del Pantheon, le
nervature consentono l’apertura di finestre per far entrare la luce. La struttura non è a vista, è tutto ricoperto
di mosaici.

La basilica cisterna era in stretta relazione con il palazzo imperiale. Una riserva d’acqua trattata con
dignità architettonica (già i romani costruivano riserve d’acqua così, ad esempio la piscina mirabilis a
Miseno).

RAVENNA
Il mausoleo di Galla Placidia ha una committenza imperiale. Pianta centrale a croce greca. L’incrocio
degli assi è un tiburio (parallelepipedo che circonda la cupola con anche funzione strutturale). Esterno
molto povero in contrapposizione a un interno decoratissimo. La decorazione della conchiglia simula una
semicupola.

Il battistero degli Ortodossi ha una committenza vescovile. Impianto planimetrico chiaro già dall’esterno.
Parte sommitale sempre un tiburio, esterno semplice interno decorato.

In periodo ostrogoto viene realizzata la basilica di sant’Apollinare nuovo. Solita struttura paleocristiana:
corpo diviso in tre navate separate da colonne che reggono archi, termina su un catino absidale. Le
cappelle laterali sono state aggiunte nel corso dei secoli. Presenza di un nartece (spazio filtro). la cosa più
interessante sono le decorazioni a mosaico nello spazio sopra gli archi. Divise in tre livelli: parte alta vita di
Cristo, parte in mezzo tra le finestre immagini di santi, parte più bassa processioni da una parte di vergini,
dall’altra di martiri. Terminano o iniziano a seconda del lato con la rappresentazione del porto e del
palazzo.
Sempre in questo periodo viene realizzato il mausoleo di Teodorico. Forma e materiale (pietra d’Istria,
sembra travertino) che vogliono richiamare gli edifici romani. La cupola è un blocco unico di pietra scolpito.
Parte inferiore a croce greca, la parte superiore che ospita le spoglie pianta circolare (sormontata da
cupola).

In periodo giustinianeo viene realizzata sant’Apollinare in classe, nella struttura molto simile a
sant’Apollinare nuovo, però molte delle decorazioni sono andate perse. Rimane molto importante la
decorazione del catino absidale.
La basilica di san Vitale è iniziate in periodo ostrogoto e terminata
sotto Giustiniano. Dall’esterno non si capisce l’articolazione interna.
Rimando alla chiesa di santi Sergio e Bacco, ma anche santa Sofia.
Da notare che il nartece non è parallelo a nessuno dei lati
dell'ottagono. La scelta della porta condiziona la percezione dello
spazio: da sinistra sono in linea con l’abside e quindi una forte
assialità, entrando da destra si percepisce di più l’impianto centrale.

I CAROLINGI
Il Sacro Romano Impero e un’entità geografica e culturale ben
definita con risultati ben distinguibili dal punto di vista architettonico.
I carolingi dall’ VIII al X secolo hanno un grande ruolo: fermare
l’avanzata araba in Europa. Nella notte di Natale dell’800 il Papa
incorona Carlo Magno imperatore del sacro romano impero a S. Pietro. Geograficamente l’impero copre
l’area centro europea e porta con sé i valori cristiani. Diventerà la base dell’idea di un’Europa unita ed è il
primo grande impero dopo la caduta di quello romano.
Carlo Magno conosce il latino e lo imposta come lingua ufficiale dell’impero e della chiesa. C’è bisogno di
creare consenso e lo cerca appoggiando l’ordine benedettino e non è una scelta casuale, il loro “motto” era
ora et labora, facilitando la fondazione di numerose comunità religiose.
Aquisgrana diventa la del sacro romano impero, ciò che si conserva è l’aula regia con gallerie che la
collegavano alla cappella palatina, quest’ultima preceduta da un atrio
come tutte le basiliche paleocristiane. L’impianto planimetrico è simile a
quella di S. Vitale però quest’ultimo è riproposto in modo più semplificato.
Qui l’edificio religioso è sviluppato su più livelli e in basso gallerie e
salendo tamburo con cupola a padiglione. Il deambulatorio è coperto da
volte a crociera, ha 16 lati e non ha colonne tra i pilastri che formavano le
esedre a differenza di S. Vitale. Perimetro esterno a 16 lati con lo spazio
centrale definito da pilastri. Mancano i diaframmi. Galleria che divide il
piano inferiore da quello superiore. Carlo Magno ottenne il permesso dal
papa di spogliare edifici bizantini per decorare la cappella, ma la
ricchezza decorativa bizantina è abbastanza lontana perché le
decorazioni musive non sono tante e il marmo sottolinea la parte
strutturale dell’edificio e caratterizza l’interno della chiesa. Superfici che
compaiono nella loro purezza, in tutta la loro pesantezza e in tutta la loro struttura. Qui tutto è lasciato a
vista. Su due livelli erano disposti anche i fedeli, nella parte bassa il popolo e in galleria i dignitari e il
sovrano. Zona absidale quadrata (scarsella). L’impianto planimetrico dopo 2/3 secoli è molto trasformato.
Bisogna imparare a stratificare gli edifici. In nero abbiamo quella originale e in grigio quella aggiunta.
GLI ORDINI RELIGIOSI
Carlo Magno cerca molto consenso negli ordini religiosi. Ogni ordine ha le sue regole, ad esempio quello
benedettino ha pratiche ascetiche meno rigide, organizzazione della vita di gruppo, importanza della
preghiera per legare il monaco al luogo, grande importanza data al lavoro manuale agricolo artigianale ma
anche intellettuale come lo studio e la trascrizione di vecchi testi del mondo classico greco e latino (lavoro
dei monaci amanuensi).
Carlo Magno appoggia molto i benedettini (anche perchè gli fa comodo) e finanzia la costruzione di luoghi
religiosi progettati ad hoc per le loro esigenze.
Il convento è la tipica espressione degli ordini mendicanti, il complesso abbaziale e monastero è tipico dei
benedettini che hanno una vita comunitaria articolata.
Il progetto per l’Abbazia di San Gallo (816-829, su pergamena) è il primo disegno di architettura che si
conserva fino a noi, planimetria tracciata a fil di ferro per la progettazione di un progetto abbaziale che
esiste tutt’ora in Svizzera anche se con forme diverse.
La cosa importante è che questo disegno ci fa capire che l’abbazia era una sorta di città monastica attorno
ai quali gravitavano sia religiosi che civili. Si calcola che intorno IX sec d.C un complesso avesse
2000/2500 abitanti.
Tutto il centro gravita intorno alla chiesa ed ha una forma particolare con due torri in facciata che è
grossomodo uguale alla parte absidale e questo ci fa capire e ci ricorda la basilica Ulpia del foro di Traiano.
Quindi il fulcro è la chiesa e all’interno della città ci sono più poli religiosi di misure inferiori. La zona
absidale presenta una sorta di transetto e ci indicano che la parte terminale è sopraelevata -> due livelli
nella zona dell’abside e vediamo due ambienti laterali sulla sinistra biblioteca e sull’altro la sacrestia. C’è
anche la presenza di due postazioni e leggii per leggere le sacre scritture. La grande chiesa diventa il
centro dell’abbazia al capo del quale c’è un abate. Le abbazie sono il centro di grandi proprietà terriere.
Devono produrre per vendere e sostentare.
Ciascun ordine religioso ha le proprie necessit-> di vita. Qui vediamo le celle dei frati a ridosso di un
chiostro con vari loggiati e vediamo i servizi igienici. Anche mensa e dispense.
Dall’altro lato della chiesa abbiamo residenze per ospiti di rango, una scuola, l’abitazione dell’abate con
loggiati, l’abitazione del medico con giardino di piante medicinali, una piccola chiesa.
Sopra cimitero e residenze per pellegrini. Infine alla destra attivit-> agricole e artigiane che servono per la
comunità ma anche per commerciare. Tante attività artigiane -> orefici, fabbri, mulino, granai, stalle,
scuderie…
Le abbazie diventano sempre più poli culturali perché il lavoro oltre che un lavoro pratico è anche
intellettuale -> diventa luogo di vita per una civilt-> civile a ridosso di complessi monastici traendone
guadagno.

Centula -> l’abbiamo citata per i 2000/2500 civili. Vediamo la pianta della chiesa nel suo aspetto originario
e in alto a seguito di tutte le trasformazioni di et-> gotica. Spazi che emergono nel corso dei secoli. Nella
pianta originale dell’abbazia si nota il portico e delle scale a chiocciola che fanno capire che ci sono torri, il
corpo del transetto, l’abside…
Sorta di transetto posto all’interno della chiesa -> questo transetto trasversale si chiama Westwerk -> non
sono ben chiare le funzioni ma rimane un corpo di fabbrica su diversi livelli con piano terra come spazio
intermedio tra l’interno e l’esterno della chiesa, piano superiore cappella autonoma con fonte battesimale
per alti ranghi.
Altra famiglia molto importante è quella degli Ottoni -> renovatio carolingia che continua -> portare avanti e
riallacciarsi alla cultura romana ed è fatta propria anche da questa famiglia.
Figura di Ottone I vestito all’antica seduto su un trono con simboli del potere imperiale come lo scettro, poi
arco retto da semicolonne con un pezzo di trabeazione.
Il recupero della cultura architettonica romana è evidente nell’ingresso al monastero di Lorsch con 3 fornici
e due corpi semicircolari -> nord Europa con coperture a falde in ardesia molto pendenti. Questa
impostazione e questa composizione dei richiami alla classicità può averli. Innanzitutto questi 3 archi larghi
hanno semicolonne realizzate in pietra locale.
Il particolare di ordini -> ordine composito e ordine ionico reinventato -> quello che dell’architettura classica
manca è la spazialità. È come se l’immagine del capitello sia diventata bidimensionale e abbia perso la
terza dimensione.
Rombi nei quali si può intravedere la citazione di un opus raeticulatum.
Chiesa di S. Michele -> è una chiesa con 2 absidi opposte e non ha un ingresso simmetrico laterale, 3
navate, parte absidale con un transetto come corpo autonomo con torri alle estremità. Contrapposto al
transetto Westwerk -> e si innalza una torre. Parti che si contrappongono e dall’esterno si riconoscono
perfettamente i volumi e la planimetria. Le due grandi torri ad incrocio con la navata. Abbiamo un solaio
ligneo. Se guardiamo la fotografia in basso individuiamo sicuramente qualcosa che non può appartenere al
1000 -> finestre gotiche in basso.
Pilastri diversi alcuni più grossi e altri più piccoli -> quelli più grossi determinano quadrati e i 4 piedritti
verticali determinano un’unità spaziale quadrata che scandiscono la navata e definiscono quella che è una
campata. La navata centrale non è più uniforme ma scandita e ripetuta in maniera uguale.
Questa tipologia e questo modello di chiesa è molto rara ed è presente anche simile a Pisa e Besancon.
A Pisa -> un lato che termina con 3 absidi con navata centrale più grande e le due laterali più basse.
L’immagine sterna è una riorganizzazione del linguaggio romanico. Chiesa con poche finestre aperte.
Architettura romanica -> categorie che servono a semplificare in qualche modo le letture di un’architettura -
> sono tutte lente trasformazioni che si trasformano a seconda delle epoche e varietà che si espandono in
svariate direzioni e linguaggi che rendono accezioni particolari. Il romanico si svilupperà in architettura
gotica e raggiungerà alcune aree geografiche e si diramerà.
Il romanico è una definizione ottocentesca -> può estendersi anche in senso culturale più ampio -> lingue
romanze -> dialetti locali. L’architettura romanica è un’architettura tipicamente religiosa perché l’uso
continuato di quelle stesse architetture ha definito una sua continuazione. Con la disgregazione dell’impero
romano l’Italia ma anche l’Europa era occupata e dominata da diverse popolazioni e il romanico è
sicuramente un’espressione artistica comune a tutta l’Europa dopo quella dell’Impero romano.
I pallini rossi indicano i principali edifici religiosi -> in queste immagini vediamo aree evidenziate e in Italia la
vediamo nella pianura padana e in Toscana, poi nella parte nord occidentale della Sardegna e nella costa
pugliese -> qui il grande linguaggio del romanico presenta caratteri ancora più identitati.
Si riconoscono 3 fasi del periodo romanico -> nell’ultima fase in molte aree il gotico ha già preso piede.
Il romanico non nasce intorno al mille ma è frutto della rinascita ottoniana. L’anno mille per i cristiani
rappresentava qualcosa che fa paura -> anno del giudizio universale. Ci si accorse che il mondo
continuava e la rinascita ottoniana supera il 1000. Pertanto la ripresa economica va sempre avanti ->
economia basata sull’agricoltura e migliorano i sistemi e la terra -> massi a punto nuovi strumenti per
rendere più produttivi il terreno -> si inventa il giogo, l’aratro si articola in spazi più complessi, colture che si
alternano, utilizzo dei mulini a vento e ad acqua. Aumento della popolazione e dei generi alimentari.
Reintroduzione della moneta che facilita gli scambi commerciali che avvengono durante fiere e mercati e
anche all’interno di città.
La città ritorna a essere il centro sociale e civile e vengono ridisegnate le mura e la vita civile riprende
velocemente e felicemente. Luogo all’interno del quale l’abitante e il cittadino poteva emanciparsi
economicamente dal mondo feudale che dominava le campagne.
Ci sono germi di una classe mercantile che secoli e secoli dopo diventerà la borghesia e tutto questo fiorire
non può che riflettersi sull’architettura.
L’XI e XII -> impero e papato -> ci vuole l’investitura papale -> ma il papato ha un potere temporale e vuole
avere un controllo politico. L’imperatore come figura laica e il papa come figura religiosa aspirano entrambi
all’impero più forte e singolarmente aspirano sempre di più alla politica. Il papa vuole riconoscere la sua
superiorità sull’imperatore e per questo vengono portate avanti dispute di tipo politico. Qui allora viene
fondata la prima universit-> a Bologna sull’approfondimento delle leggi e delle funzioni giuridiche. L’uno
vuole prevalicare sull’altro. Sempre intorno al mille nell’ XI secolo separazione tra oriente e occidente dove
non si parla nemmeno la stessa lingua ma gli scambi commerciali ed economici vanno avanti.
Anche l’architettura romanica è uno sviluppo di quella ottoniana e vedremo come il tema dei corpi e dei
volumi che si giustappongono saranno una costante del romanico. Volumi che hanno un loro modulo di
base nella campata -> è uno spazio partendo dall’alto definito da una volta a crociera -> unità spaziale a
pianta quadrata che scandiscono l’interno delle chiese romaniche.
Il romanico è quindi uno sviluppo dell’architettura ottoniana con murature spesse, campate. Si sviluppa per
moduli e unità spaziali e giustapposizione di volumi.
Pianta europea con indicazioni di città e percorsi -> pellegrinaggio -> rito e pratica tutta medioevale ed è
un’esperienza che parte dall’ XI secolo ed ha un tono fortemente religioso e che contribuisce a diffondere
cultura e architettura.
In Europa tipologia che si diffonde con la necessità di essere individuabile con particolari attributi e
all’interno devono svolgersi determinate funzioni. Il pellegrinaggio tutt’ora esiste con anche anni santi ogni
25. I musulmani invece almeno una volta della vita devono andare alla Mecca.

Quindi cammino per espiare colpe e guadagnarsi un posto in paradiso. La meta è il punto di arrivo lungo la
quale ci sono varie tappe nel percorso. È un fenomeno che interessa tutta quanta l’Europa. I percorsi dei
quali stiamo parlando sono tracciati in modo molto debole e non sempre lastricate -> strade molto
pericolose infatti intraprendere il cammino era qualcosa di rischioso e avventuroso -> alcuni facevano
testamento prima di partire. I più poveri la percorrono a piedi.
Sono strade lungo le quali ci sono scambi commerciali e culturali.
Le mete sono luoghi di carattere religioso legate alla meta di Cristo e altre al culto di determinati santi.
Una meta molto importante è Roma. Via francigiena. Qui vi era la tomba di Pietro.
Concentrato di significati della chiesa cristiana -> Roma.
Anche Santiago all’estremità della penisola iberica -> tomba dell’apostolo Giacomo che era stato mandato
a cristianizzare la penisola iberica.
Altra meta importante e più difficile da raggiungere anche per la compresenza di più etnie -> Terrasanta lì
dove si era svolta la vita di Cristo, il sepolcro -> luoghi fondamentali per i cristiani -> o ci si imbarcava da
Venezia oppure dai porti pugliesi.
Le crociate nasceranno per avere questi luoghi importantissimi per la chiesa e la religione cristiana.
Insieme ai pellegrini viaggiavano anche i mercanti. Erano strade di espiazione per i credenti ma anche
strade di fluire di commerci e diffusione della cultura.
Non esisteva un unico percorso per raggiungere il luogo -> ognuno seguiva il suo e giusto in prossimità
della meta era individuabile perché si incontravano strade costruite e pavimentate.
La chiesa in età romanica viene trasformandosi e variano le forme di culto in funzione di pellegrini che si
muovono da una città ad un'altra moltiplicando la devozione verso i santi che comporta il fenomeno delle
reliquie e le citt-> e le chiese fanno a gara per avere le reliquie più importanti di determinati Santi e
nascono così i furti perché richiamava molti fedeli e pellegrini e ciò ha un risvolto economico.
All’interno delle chiese affluenza molto maggiore di fedeli e ciò comporta il bisogno di celebrare anche
contemporaneamente più messe e funzioni religiose e in alcune zone c’era la necessità addirittura di
celebrarle in diverse lingue. Tutto ciò comporta chiese di dimensioni molto grandi -> necessit-> di
deambulatorio, di absidi molto allungati…
La campata determina l’accrescimento della chiesa in modo ben razionale. Viene dall’alto dalla volta a
crociera ottenuta incrociandone due a botte. La campata è definita da un arco e si proietta sulla muratura
un arco. Le volte a crociera sono molto utilizzate nell’architettura romanica.
Mura compatte e solide. Il materiale per eccellenza del romanico è la pietra ma in Toscana ed Emilia si
utilizza il laterizio anche.
Semicolonne.
Tipologia preferita è quella della croce latina. Sotto vi è la cripta.
Le navate e le coperture hanno assunto un’identità ben precisa.
L’organismo romanico deve dare l’idea della chiesa come istituzione che da solidit-> espressa dalla pietra -
> materiale estremamente resistente. C’è una copertura a crociera anche sulla navata centrale.
Chiesa istituzione eterna che deve durare nei secoli e non ha termine.

Duomo di Spira -> attuale fronte frutto di restauri -> abbiamo il Westwerk, tre navate che si individuano dai
volumi contrapposti -> quella centrale a capanna e quelle laterali con coperture a falde.
Il duomo di Spira ha un committente molto importante che è l’imperatore -> luogo di sepoltura di tutta la
dinastia. Cripta molto grande e prende tutta la zona dell’abside e anche parte del transetto. Navata centrale
che ci indirizza verso la zona absidale e le navate laterali sono fasciate da arcate che arrivano in alto e
comprendono le finestre. Copertura a capriata lignea. Navata centrale molto ampia. Grandi pilastri a fascio
raccordati in alto a formare archi che corrono nelle due facciate della navata centrale. Finestre che
illuminano dall’esterno.
Dall’imposta del soffitto c’è una grande differenza di altezza tra la navata centrale e quella laterale. Quella
centrale ha uno sviluppo in altezza molto forte. C’è discontinuità materica con il legno che interrompe la
muratura verso l’alto -> questa discontinuità sembra per appunto un coperchio posto al di sopra. Il legno
contraddice la solidit-> della chiesa istituzione. Il legno da un’idea di povertà dell’edificio.
Si da poi una copertura a volta su 4 punti ben determinati ma i sostegni sono tutti indifferenziati perché è
una copertura che cade uniformemente. La volta a crociera ha bisogno invece di 4 punti che vengono
rinforzati alternandosi in modo da formare delle campate quadrate ricoperte da volte a crociera. Questo
modo di sostituire capriate lignee con volte a crociera individua le campate per il ritmo di pilastri maggiori e
minori -> sistema obbligato -> tutta in muratura con continuità materica nell’edificio e che non era presente
nel primo caso ma che sar-> presente nel secondo.
Se voglio sostituire una copertura lignea sono obbligato a ricorrere questa soluzione rinforzando in maniera
alternata i pilastri in modo da ottenere una campata. Inoltre le campate sono sottolineate da un arco che
scandisce in modo molto forte il passaggio da una campata a quella successiva.
Navata centrale maggiore di quelle laterali.
Le falde ovviamente sono sostenute ancora da capriate quindi si fa un intervento di muratura.
Plasticità diversa data alla navata maggiore -> pilastri maggiori e minori che danno una monumentalità
all’edificio.
Zona absidale sopraelevata per Corrado II imperatore e la sua dinastia. I corpi e i volumi assembrati.
Volume netto che si contrappone al corpo della navata centrale e quella del Westwerk e del transetto.
Dall’esterno ai fianchi della zona absidale e alle spalle del Westwerk si individuano i campanili.
I pilastri originali fasciavano il livello superiore e inferiore con le finestre superiormente e le navate
inferiormente. Ora susseguirsi ordinato di campate a pianta quadrata e di navate laterali.
Cattedrale di S. Pietro a Worms -> lunga durata dell’architettura ottoniana -> origini del romanico -> a croce
con pianta latina, torri sia sul fronte che sul retro -> serie di archi che si ripetono alternati. In Francia il
gotico aveva gi-> raggiunto la sua forma. Molto ricorsi simili all’esempio precedente.
Ovviamente gli edifici subiscono modifiche con bifore gotiche, vetrate tipicamente gotiche con scena sui
vetri di diversi colori. Arredi barocchi e lignei successivi di secoli.
Il romanico assume aspetti diversi in base alle regioni.

Cluny -> abbazia di un potere fortissimo in cui l’abate non era a capo solamente di quella abbazia ma in
tutta Europa -> si parla di 1000 abbazie sotto di questa. Zona molto fertile -> economia che da i suoi frutti.
Vescovi a capo delle diocesi. L’abate del complesso non era sottoposto al potere del vescovo a Cluny ma
soltanto al papa. Potere economico del complesso monastico che pertanto aveva architetture degne del
ruolo e della propria ricchezza.
L’ultima ricostruzione Cluny III fu la più grande chiesa prima della ricostruzione di S. Pietro.
Sorge su una zona molto fertile di campi e foreste -> bisogno di legnami per tetti -> le foreste vengono
abbattute, l’Europa era molto più verde. Le grandi travi medievali venivano prese da qui ed erano anche
vendute -> foreste come fonte di ricchezza.
La ricchezza dell’abbazia doveva riflettersi anche nell’architettura della chiesa che doveva esprimere la
grandezza dell’istituzione cluniacense -> trionfo della chiesa.
Ci sono 3 ricostruzioni della chiesa, della prima non si sa nulla.
Complesso abbaziale di Cluny II -> affiancato dalla ricostruzione dell’intero complesso religioso. Questa
chiesa era su 3 navate, zona absidale molto pronunciata in profondità dove le navate proseguono con
absidi maggiori e minori. Il transetto è unico e all’estremità c’è una piccola abside. Impossibile ricostruire
l’alzato. 3 navate.
Cluny III -> 1088-1130 -> secondo transetto minore -> ciascuno ha le varie campate absidate, la parte
dell’abside presenta un deambulatorio nel quale si aprono absidi secondarie. 5 navate con quella centrale
coperte a botte e le 4 laterali coperte a croce. La volta a botte della navata centrale è realizzata con archi a
sesto acuto. Westwerk frontale con le torri, altre torri agli incroci dei corpi principali e ai fianchi della zona
absidale. Volte a crociera su pianta rettangolare ora -> è stato ricostruito grazie a delle novit->
dell’architettura gotica -> corpo di fabbrica rinnovato o costruito successivamente. Compaiono contrafforti
che servono ad irrobustire il corpo di fabbrica. Navate laterali molto più basse rispetto a quella maggiore
centrale. Transetto minore e maggiore absidato e l’abside del presbiterio con deambulatorio a cappelle
radiali.
Ciò che resta di Cluny oggi è solamente la parte meridionale di un pezzo del transetto maggiore -> distrutto
dalla rivoluzione il resto.
Chiesa molto vasta a 5 navata con doppio transetto a tante absidi con tante reliquie ospitate nelle varie
absidi.
Oltre ai benedettini cluniacensi abbiamo i cistercensi -> sono benedettini che si allontanano dalla norma
principale perché rifiutano il lusso e il potere dell’ordine benedettino -> a capo si pone Bernardi di
Chiaravalle che determina le norme per l’edificio chiesastico dell’ordine cistercense.
3 navate con croce molto semplice con transetto -> chiesa di Fontenay -> costruita tra 1139-1147 ->
semplificazione spaziale rispetto a Cluny -> idea progettuale semplice. Spazialità ininterrotta della navata
centrale senza sostegni maggiori o minori. Tutti archi a croce che reggono archi a sesto acuto. È una
chiesa all’interno della quale la luce arriva filtrata perché le aperture sono sulle navate laterali perché quella
centrale non è sufficientemente alta da aprire finestre -> hanno pochi soldi e si allontanano dal lusso.
Vediamo planimetrie molto simili in altre chiese proposte sempre da Bernardo -> in alcuni casi transetti con
navate minori su tutti e due i lati o su soltanto uno. Transetto come volume a sé stante. Qui navate coperte
da volte a botte.

Altri due complessi benedettini, in Normandia. La Trinité è la chiesa di un complesso femminile, Saint-
Etienne maschile. Le facciate sono legate a schemi carolingi, ma le proporzioni sono nuove, anticipano
quelle gotiche. Portali strombati, contrafforti in evidenza in facciata (funzione strutturale e anche
decorativa). L’elemento principale diventa il portale centrale.
Gli interni presentano elementi romanici, ma si
sovrappongono fasi storiche diverse: le volte sono molto
lontane rispetto alla fondazione (1060 circa contro 1130
circa). Le volte sono a crociera ma con un arco trasversale
(volta esapartita), sono un passaggio intermedio per arrivare
alla volta a crociera su pianta rettangolare. Saint-Etienne ha
una galleria (a differenza dell’altra) che ha un soffitto a
semibotte, che funge da contrafforte per l’altezza maggiore
della navata principale. Entrambe le zone absidali sono state
aggiunte e modificate (soprattutto Saint-Etienne) in pieno
periodo gotico.
Dalla Normandia arrivano in Inghilterra i modelli francesi.
Esempio la cattedrale di Durham dove nella navata hanno già introdotto le volte su pianta rettangolare
(non fanno parte dell’impianto originale). La parte absidale richiama il modello di Cluny. Compaiono le
bifore nella galleria superiore. Le arcate che dividono le navate sono sostenute da grandi pilastri circondati
da semi colonne a fascio. Il claristorio è molto semplice, acquisirà più importanza nel gotico.

I PELLEGRINAGGI
I pellegrinaggi erano molto diffusi nel periodo, uno dei più importanti era
quello ai Santiago de Compostela (al terzo posto, dopo Roma al primo e
Gerusalemme al secondo). A circa ogni giorno di cammino c’erano
ospedali/chiese/foresterie, luoghi per ospitare i pellegrini. Data
l’importanza della chiesa gli viene concesso di indire un proprio anno
santo (prima poteva solo Roma). Del primo edificio risalente al 829 ci
rimangono solo delle ricostruzioni, quello che vediamo oggi sono le varie
modifiche e aggiunte all’edificio del 1100 circa. Chiesa a croce latina, tre
navate coperte da volte a botte. Il transetto è molto importante, ha anche
lui tre navate e due ingressi. Si crea un percorso nelle navate secondarie
lungo tutto il perimetro della chiesa. Lungo l’abside si aprono delle
cappelle radiali contenenti reliquie (attirano più fedeli e offrono più punti di
sosta nella chiesa per smaltire il grande numero di pellegrini). Anche qui la
galleria ha finestre bifore. Il percorso perimetrale serviva probabilmente ai
pellegrini per non disturbare lo svolgimento delle funzioni religiose e i
fedeli nella navata principale. Elemento fondamentale delle chiese di
pellegrinaggio è la cripta (contenenti le reliquie principali), posta sotto il
presbiterio che quindi è innalzato su dei gradini. (Sottolineati gli elementi principali delle chiese di
pellegrinaggio). Il portale non è più chiusura ma diventa tutto decorato e una metafora del mondo che c’è
all’interno della chiesa (una sorta di porta caelis, porta del cielo, della casa di Dio, in contrapposizione con il
mondo laico fuori).
A Saint Sernin a Tolosa arriva a maturazione il percorso dei portali strombati (archi concentrici, creano una
profondità 3D). Dalla pianta si possono individuare due piante, che però non si vedono in facciata perchè
non sono state completate.
La facciata di Notre Dame la Grande a Poitiers sembra stata essere progettata per accogliere un
complesso scultoreo e decorativo. L’arcata centrale è l’unica di ingresso, le due laterali sono chiuse e
decorate con bifore. Altri esempi, ci si è soffermato molto poco: Saint Nicolas a Civray, Saint Julien a
Brioude.
Altro importante luogo di pellegrinaggio e Gerusalemme, dove viene costruita la basilica del Santo
Sepolcro, a pianta centrale come i battisteri e le chiese dedicate ai martiri (?).

ROMANICO IN ITALIA
In italia si individuano tre principali aree in cui il romanico acquista dei caratteri propri. In Lombardia sono
più stretti i rapporti con le maestranze del nord e un “rimasuglio” paleocristiano. In toscana ci sono due
aree, una vicina a Lucca che risente di influenze arabe, l’altra a Firenze con un romanico con una tendenza
al classicismo (protorinascimento). In Puglia ci sono influssi lombardi, bizantini a seconda della zona

AREA LOMBARDA
In Veneto a Verona c’è la basilica di santo Stefano. Probabilmente uno dei primi deambulatori in italia,
era una basilica paleocristiana ad una sola navata che è stata trasformata nel tempo. Transetto molto
importante. Le due navate sono probabilmente state aggiunte insieme al deambulatorio. Sotto il transetto
c’è una cripta divisa in due navate con anche delle finestre (la zona absidale è infatti molto rialzata).
La chiesa di san Zeno ha un modello emiliano (protiro, in facciata galleria di archetti ciechi). Dalla facciata
a salienti si capisce già l’altezza delle navate. Pianta basilicale senza transetto, presbiterio sopraelevato,
zona absidale molto pronunciata, copertura delle navate molto particolari, a carena di nave rovesciata
(grazie alle maestranze venete). Anche qui cripta molto alta (non si poteva quindi scavare molto per
questioni di solidità).

Caso molto particolare è la chiesa di san Marco a Venezia. Non nasce come cattedrale ma come chiesa
palatina (committente il doge, potere civile). Pianta a croce greca, ciascun braccio diviso in tre navate, nel
braccio del presbiterio terminano con degli absidi. Ispirata alla chiesa dei santi apostoli costruita da
Costantino (in cui ha il suo mausoleo, voleva ritenersi quasi un nuovo apostolo, distrutta nel XV sec). I
pilastri che reggono le cupole sembrano quattro, ma in realtà è un unico pilastro
tetrapilo (oddio io su sto argomento approfondirei un po). San Marco è molto
importante per i veneziani perchè secondo la tradizione viene fondata il 25 marzo
del V secolo (giorno dell’annunciazione), san Pietro manda l’evangelista san
Marco ad evangelizzare la zona del Veneto. Venezia ha un legame molto forte
con l’oriente, il doge era infatti
considerato un dignitario alla corte di
Costantinopoli.. Un città con una sede
vescovile acquista potere e
importanza. Erano in lotta altre due
città, si inserisce anche Venezia
perché vuole mettere in evidenza la sua ricchezza (della
religione gliene frega poco). I veneziani sotto ordine del doge
ciulano quindi da Alessandria d’Egitto le spoglie di san Marco
sia per pregio religioso, ma anche economico (attirare i
pellegrini) e in un primo momento verranno conservate (???)
credo in un palazzo del doge.
La chiesa attraverso molte fasi. La terza è detta contariniana (il doge era della famiglia Contarini), nel 1063
viene ricostruita la chiesa in cui giacevano da un centinaio di anni le spoglie. Di questa fase all’esterno
rimane molto poco, qualcosa della zona esterna della parte absidale (mattoni a vista disposti in modo da
essere anche decorazioni) e nella cripta (nicchie con mattoni a spina di pesce, di origine bizantina), mentre
l’interno è più fedele.

Per capire l’incredibilità della chiesa si può paragonare con altre della stessa area. La
cattedrale di santa Maria Assunta (1008) e la chiesa di Santa Fosca (prime notizie dal
1011) a Torcello (che all’epoca era una città importante come Venezia (?)). La prima è una
chiesa a salienti, preceduta da un portico che si interrompe in corrispondenza delle entrate
(c’era un battistero a pianta circolare che è crollato). Impianto tipicamente basilicale, tiranti
in legno che attraversano le navate (come a Monteventano). La seconda raccoglie le
spoglie della martire (pianta centrale), circondata da un perimetro porticato che si collega a
quello della cattedrale.
Oppure si può paragonare al duomo di santa Maria Assunta a Ivrea in cui ci sono sia
elementi paleocristiani che romani. Tipicamente lombardi sono i due campanili a lato della
zona absidale.

In Lombardia e pianura padana manca un’unitarietà di modelli, anche per la differenza di materiali (pietra
vicino alla montagna, con finiture e formati differenti, laterizio nelle zone di pianura, sempre finiture e
formati diversi, che riprendono le misure di quelli romani). Sicuramente il romanico lombardo si può vedere
come passaggio tra l’architettura imperiale (sacro romano impero) a quella comunale. Esempio di S
Abbondio a Como: impianto di basilica paleocristiana a cinque navate, abside molto profondo tipicamente
francese, capitelli pulvini e due torri tra navate e transetto invece tipicamente germanici, endonartece
all’interno della chiesa, e pieve e battistero a Vigolo

Esempio molto importante è la basilica di


sant’Ambrogio a Milano. Dalla costruzione intorno al
300 fino al 1100 (copertura lignea sostituita da volte)
subisce diverse modifiche e aggiunte. La facciata si trova
in fondo a un quadriportico, stretta tra i due campanili.
Tre archi al piano inferiore, cinque in quello superiore (se
ne aggiungono due sopra i portici). L’entrata è preceduta
da un nartece che diventa una loggia al piano superiore.
Molto evidente lo schema di una basilica paleocristiana. Il
cambiamento di copertura porta un cambiamento della
percezione dello spazio, diventa ritmato (alternarsi di
pilastri e colonne), sistema obbligato.Cupola ottagonale
inscritta in un quadrato, negli angoli ci sono dei
pennacchi, all’esterno è circondata da un tiburio anche per motivi strutturali.

San Michele a Pavia nasce come chiesa longobarda, ci venivano incoronati i re, ma non ne rimane nulla.
Quello che abbiamo oggi è la ricostruzione del 1117 (poi modificata nel rinascimento). Facciata a capanna
(a schermo, come san Francesco), con archetti ciechi, pianta a croce latina. Sistema obbligato, ma le
crociere sono su pianta rettangolare (vuol dire che sono arrivate delle maestranze da nord che le sanno
fare). Il transetto è invece coperto da volte a botte. Nella navata pilastri a fascio.
Sempre a Pavia la chiesa di san Pietro in ciel d’oro, facciata a capanna a schermo, la facciata non è
stata completata, doveva essere preceduta da un nartece. Segue molto il modello di san Michele, in questo
caso non ci sono pilastri alternati (quindi no sistema obbligato).

L’abbazia di Chiaravalle Milanese si rifà molto a quella di Clairvaux in Francia. Non ha però un abside
curvo (contiene i costi), i dormitori sono collegati direttamente alla chiesa per i vespri.

Duomo di parma [...]


Benedetto Antelami, architetto e scultore, probabilmente di origini comasche. Fa
viaggi in francia (conosce la scultura e architettura gotica). Avvia la costruzione sia
del duomo di Parma che del battistero. Il battistero ha pianta ottagonale, tre portali
fortemente strombati, sormontati da quattro livelli di logge architravate, il quinto ha
degli archi ciechi sormontati da pennacchi (il quinto livello è in realtà un tiburio).
Sui lati dell’ottagono senza porte ci sono delle semicolonne che reggono una
trabeazione sormontata da un arco. C’è il tentativo di dare l’idea che dietro queste
colonne ci sia uno spazio (come nel Pantheon, dove invece lo spazio c’è). Cupola
ad ombrello.

Il duomo di Modena è un caso importante da studiare. Si sa il nome


dell’architetto, Lanfranco, perchè citato all’interno di documenti. La facciata è
sincera, risalta subito la presenza dei contrafforti. Facciata ritmata dagli arconi con all’interno delle trifore
(gira su tutti i lati). Entrata principale con protiro, loggia ed edicola. Apparato decorativo realizzato da
Wiligelmo. Il campanile è più tardo, decorato con archetti a tutto sesto che si incrociano e diventano a sesto
acuto. Pianta basilicale, a sistema obbligato, nel progetto originale Lanfranco voleva la campata principale
con copertura lignea, aiutata a reggersi dalla presenza di arconi che sono rimasti. Le navate laterali hanno
una finta galleria (ci sono gli affacci ma poi non ha il pavimento, il soffitto è quindi a doppia altezza) e volte
a crociera. Dall’esterno si percepisce un transetto che poi all’interno non c’è.

AREA TOSCANA
Area pisana, con influssi orientali. Vuole essere riconosciuta come città arcivescovile, così comincia delle
battaglie con gli arabi che occupavano la Sicilia. Nel 1063
(stesso anno della ricostruzione di san Marco) è avviata la
costruzione del duomo: avevano avuto una grande battaglia (e
bottino) sugli arabi. Progettista è Busketo, di origine
probabilmente greca o armena, ma è ben capace di
sintetizzare modelli occidentali con modelli orientali. Corpo a
cinque navate coperte da volte a crociera. Non c’è il sistema
alternato, hanno tutte lo stesso diametro. L’architetto Rainaldo
aggiunge due campate per allungare la chiesa. Il transetto ha
una sua autonomia, con tre navate che terminano con abside
su entrambi i lati. All’incrocio con il transetto c’è una cupola
impostata su pianta avola e curvatura a sesto rialzato
(influenze arabe). Esterno rivestito e decorato con marmi bicromi (anche di spoglio di edifici romani),
decorazioni di ispirazione araba, come i quadrati all’interno degli archetti. La facciata si divide in 5 piani: il
pian terreno è caratterizzato da un finto porticato costituito da 7 arconi con sottarco sorretti da colonne
corinzie (elemento classico). Il secondo, il quarto ed il sesto arco racchiudono i tre portali d’ingresso. Quello
centrale ed il suo arco è più alto rispetto a quelli laterali. Dentro alle finte arcate si trova una decorazione a
losanghe di influsso orientale. Il primo, il secondo ed il terzo piano sono sviluppati secondo la tipologia dei
loggiati; sono costruiti mediante colonne bizantine che reggono archi muniti di sottarco, sono praticabili
divise da cornici con tarsie marmoree, dietro i quali si aprono monofore, bifore e trifore. I loggiati sono
importanti perché decorano la facciata creando ritmi uniformi e forti contrasti chiaroscurali.
Il camposanto è stato molto danneggiato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Area fiorentina, con influssi classici. Non si hanno chiare le origini del battistero di santa Maria del fiore,
sicuramente è successivo alla chiesa paleocristiana perchè si trova più in alto. Costruzione gestita da
corporazioni, in particolare da “arte di calimala” (commercianti di tessuti). Il
battistero ha pianta ottagonale coperta da una vasta cupola a spicchi, non
visibile però all’esterno perché è inglobata da un tetto piramidale (tiburio):
questa soluzione esalta ulteriormente il rigore delle forme, conferendo
all’edificio la nitidezza di un solido geometrico regolare, tipico del Romanico
Fiorentino e diverso dal Romanico Pisano. Tre ingressi, in asse con quello
principale (davanti alla cattedrale) c’è un abside quadrato che si chiama
scarsella. Esternamente sono presenti tre livelli: lesene, colonne sormontate
da arcate al cui interno sono inserite le finestre, e lesene leggere. I tre livelli
sono separati da trabeazioni (elemento classico, non archi). Ogni faccia è
divisa in tre anche verticalmente (griglia 3x3). I vertici dell’ottagono sono
evidenziati da paraste. Tutta la decorazione gioca con la bicromia del
marmo bianco e verde (ad esempio nel secondo livello delle proiezioni di
logge). Stretta relazione tra l’esterno e la partizione dell’interno: in
corrispondenza delle lesene esterne c’è una colonna all’interno, alla parasta esterna ne corrisponde una
interna, alle logge in proiezione corrispondono delle logge all’interno. Riferimento molto chiaro al Pantheon
(soprattutto con le due colonne davanti alla piccola cappella) (nota: il prof chiama le lesene paraste). Anche
sul pavimento c’è un rimando al Pantheon, è realizzato a mosaico un cerchio.
Altro esempio è la chiesa di san Miniato al Monte, all’interno di un complesso benedettino. Tornano gli
stessi elementi del battistero. Facciata divisa in due livelli. Cinque archi a tutto sesto (alludono ad un
nartece che non c’è), ancora bicromia dei marmi, al livello superiore quattro paraste reggono una
trabeazione sormontata da un timpano (sembra un tempio greco). All’interno pianta basilicale, due campate
con quattro pilastri a fascio, intervallati da colonne. Copertura a capriate lignee.
L’abbazia di Montalcino (Siena) sorgeva sulla via francigena, ed è uno dei rari esempi italiani con
deambulatorio intorno all’abside e presenza di cappelle radiali

manca ultimi 15 minuti, introduzione al regno di sicilia


Valenzano, chiesa di Ognissanti: tre navate che terminano in absidi, la navata principale è molto più
ampia. Tre colonne in asse ricoperte da tiburi (aggiunti nel restauro del 1950). In facciata tre occhi e un
protiro incompiuto. All’interno le volte sono sostenute da dei pilastri, appare spoglio e senza decorazioni ma
è frutto di un restauro per togliere quello che era stato aggiunto nei secoli successivi. Navate laterali
coperte da volte a semibotte (quindi hanno funzione strutturale).
Altro esempio molto simile la chiesa di san Leonardo a Siponto. In facciata archetti pensili e paraste
(elementi del romanico). Ancora san Corrado a Molfetta, in facciata ha due torri campanarie tipiche del
lombardo, absidi non annunciate all’esterno (comune nella zona di bari), sulla navata principale tre cupole
in asse con tiburio.

A Bari ci sono due chiese molto importanti, una voluta dal potere religioso, l’altra dal re dei normanni (che
la rende chiesa di pellegrinaggio, luogo di fiere e scambi).
Cattedrale di santa Maria (1170, ma la sua storia inizia prima del 1087, sorge o su una moschea o su un
edificio paleocristiano). Gli absidi non si denotano all’esterno, doveva avere due campanili ma ne è stato
costruito solo uno, battistero collegato alla chiesa da un lato (ora è la sacrestia barocca). Dall’esterno si
denota la presenza di un transetto e una cupola simile a
quella di Pisa. All’interno non c’è un sistema obbligato (quindi
niente volte a crociera ne gallerie), solo nella zona
presbiteriale ci sono due pilastri a fascio, quindi il transetto ha
una sua autonomia. La testata del transetto senza rosone
sembra quella di un edificio civile. All’esterno ci sono dei setti
murari che sono “mimetizzati” con delle arcate sormontate da
logge (aggiunte in un secondo momento, non si legano con le
arcate). All’interno ci sono delle gallerie che ancora non si
legano con gli archi sottostanti. questo perché la fabbrica si
interrompe, nel frattempo costruiscono san Nicola, e allora il
vescovo vuole dare prestigio e modernità, quindi decide di
innalzare l’edificio, aggiungere una finta galleria, ma questo
richiede l’aggiunta di sostegni, i suddetti setti murari all’esterno. Cupola impostata su un quadrato, che
diventa a otto con quattro cuffie, e poi sedici con altre otto (?) cuffie. Capitelli e colonne ciulate da altri
edifici.
E invece promossa dal re la basilica di san Nicola (1087), le cui spoglie erano molto contese con i
veneziani e gli ortodossi sono rubate a Myra, in Turchia. Grande riferimento al romanico lombardo: due
campanili, protiro, archi che contengono archetti pensili. Zona absidale (absidi nascosti) e transetto trattati
come edifici civili. All’interno c’è il sistema obbligato (anche se c’è una campata lignea), grandi archi che
collegato le navate, sono stati costruiti nel 400 e hanno funzione strutturale. Probabilmente dovevano
essere costruiti anche due campanili nella parte absidale. Compare il sistema lombardo a cui agli archi
della navata corrispondono gli archi delle gallerie contenente trifore.
Della tradizione bizantina rimane l’iconostasi. Colonne e capitelli di
spoglio.

Altra chiesa di
pellegrinaggio è la
cattedrale di san
Nicola pellegrino
(non è lo stesso) a
Trani (1099-1222).
Facciata innalzata
rispetto alla piazza
(sono tre chiese più
cripta sovrapposte). Archi in facciata (resti di un protiro
mai completato), campanile successivo che poggi su un
arco. Stesso schema del transetto autonomo come a Bari,
absidi questa volta denunciati. Nella cattedrale navata
con capriate lignee, no sistema obbligato, navate con
volte a crociera sormontate da gallerie. Transetto con altezza più alta (distacco dal corpo principale)

Meanwhile in Sicilia, governata dai normanni, gli arabi e gli ebrei sono tenuti in grande considerazione, ne
viene riconosciuto l’ingegno. Del palazzo dei normanni a Palermo quella che rimane meglio conservata è la
cappella Palatina (1130), probabilmente costruita su una preesistenza. Impianto basilicale, La zona
absidale è un’unione con il transetto, sopraelevato (tutta questa articolazione si chiama santuario) e
coperto da cupola su cuffie. All’entrata della cappella c’era il trono rialzato su un piedistallo. Interno
riccamente decorato da marmi nella parte bassa, nella parte alta da mosaici molto raffinati (influenza
bizantina), archi rialzati rispetto all’imposta (influenza araba). Soffitto ligneo molto decorato e intagliato.
Sempre a Palermo la chiesa di santa Maria
dell’Ammiraglio (la Martorana), molto modificata nei secoli.
All’inizio aveva pianta quadrata preceduta da nartece, è stato poi
aggiunto un corpo rettangolare, e in epoca barocca la facciata e
l'abside. Anche qui decorazione a mosaico di livello molto alto.
Nella chiesa di san Cataldo si riconoscono subito tre cupole in
asse (tipiche pugliesi). Esterno molto semplice, decorato
solo con le cornici che simulano degli archi (sembra un edificio
civile, escludendo le cupole). Delle decorazioni interne sono arrivati
solo i pavimenti. Chiesa a pianta basilicale, tre navate (è molto
corta però come chiesa, come la Martorana originale) che terminano con tre absidi. Cupola leggermente
più piccola degli archi su cui poggia.
Altro esempio da guardare San Giovanni degli eremiti.
Il palazzo di la Zisa era una residenza di piacere della famiglia reale fuori Palermo, circondata da giardini e
fontane. Pianta speculare su tre livelli, Molto importante la sala della fontana, posta in asse con il grande
portone principale, da cui parte tutto il sistema idrico dei giardini.
La Cattedrale di Cefalù (1131) doveva essere molto grandiosa ma, non si sa perchè, il progetto è stato
abbandonato e il transetto ha un’altezza minore di quella originale. mi sono persa [...]
Il duomo di Monreale (1172) ha una facciata organizzata come quella di Cefalù (ha un portico ma è
postumo). Due torri campanarie, corpo longitudinale diviso in due navate, transetto leggermente sporgente
sopraelevato, la parte absidale ulteriormente sollevata
IL GOTICO
Definizione data dalla storiografia per facilitare la comprensione di un periodo storico, in realtà non ha
elementi nuovi, porta solo avanti delle esperienze che si erano avute con il romanico. Introduzione sul
gotico [...].
È riconosciuto come primo edificio gotico l’abbazia di saint Denis (1140 anno di ricostruzione della zona
absidale) in Francia. Chiesa molto importante perché vicina a parigi e luogo di sepoltura dei re. La facciata
ha subito un intervento di restauro molto importante da parte di Viollet-le-Duc. La chiesa originaria era a
pianta basilicale e di periodo carolingio, quello che vediamo oggi è il risultato
di modifiche e aggiunte. Dopo che l’abside carolingio prende fuoco l’abate Suger
(che aveva riportato pregio all'abbazia) avvia la costruzione di un nuovo coro.
Due deambulatori, con cappelle radiali. Le volte a crociera sono costruite su
pianta romboidale nel deambulatorio più interno, e a cinque vele in quello
esterno.
Anche la cattedrale di Laon ha due torri in facciata, ma sono molto
“leggere” e traforate. Grande rosone in facciata, portale principale diviso a metà
da una colonnina. All’interno volte a crociera esapartite e sistema obbligato (dal
secondo livello in su, in quello più basso sono tutti uguali). La zona absidale è stata prolungata
successivamente. Le navate laterali sono sormontate da gallerie con archi contenenti bifore, triforio cieco e
claristori. Nel gotico maturo la galleria è ridotta o scompare (più spazio al claristorio).
Cattedrale di Notre Dame a Parigi, avviata la costruzione nel 1163. Facciata su tre livelli: portali, galleria
dei re, rosone e due finestre per lato. Sviluppo longitudinale molto accentuato, cinque navate, quella
principale coperta da volte esapartite. Transetto molto importante (credo con un suo accesso indipendente)
ma contenuto nella larghezza delle navate. Deambulatorio doppio come a saint Denis. Le navate sono
affiancate da cappelle divise da setti murari molto importanti (contrafforti e archi rampanti) che ruotano
intorno a tutta la chiesa. la chiesa è stata ampliata tamponando lo spazio tra i contrafforti e creando lo
spazio per le cappelle.
Uno degli esempi del gotico maturo è la cattedrale di Chartres, chiesa di pellegrinaggio molto importante
(conteneva una tunica appartenente alla Madonna). Portali strombati, grande rosone. Nel 1184 il lato della
facciata prende fuoco, e successivamente nel 1194 un altro che distrugge tutta la chiesa tranne il luogo
dove veniva custodita la reliquia (e quindi è volere della madonna che non venga spostata durante la
ricostruzione) e buona parte della facciata. Questi diventano quindi dei limiti oltre le quali la nuova chiesa
non può estendersi. L’unica parte in cui avevano gioco era quella del coro, e infatti le tre navate diventano
cinque, con due presbiteri e cappelle radiali. All’interno compaiono le volte a crociera su pianta
rettangolare, con sostegni tutti uguali e scompare la galleria a vantaggio del claristorio (questi due elementi
arrivano a maturazione)
Altro esempio la cattedrale di Bourges, cattedrale di Reims, cattedrale di Amiens, Bouvais (arrivo
estremo del gotico francese)
La sainte Chapelle a Parigi è un esempio estremo anche per il suo significato religioso (frammento della
corona di spine di cristo come reliquia) e politico (costruita all’interno del palazzo reale).
Divisa su due livelli: nella parte bassa (destinata ai servi) lo spessore murario è importante, portale diviso in
due strombato preceduto da un nartece. All’interno quattro campate quadrate coperte da volte a otto vele,
navate laterali molto strette che proseguono nel deambulatorio.
Al piano superiore (che aveva un suo accesso indipendente per re e corte) gli unici setti murari importanti
sono i contrafforti, tamponati da pareti estremamente leggere. aula unica, volte su pianta rettangolare

Come il romanico era arrivato in Inghilterra grazie ai normanni, arriva anche al gotico, ad esempio nella
cattedrale di Canterbury, che ha una storia di incendi ricostruzioni etc molto lunga. La più importante è la
ricostruzione del 1174, perché per la ricostruzione chiamano Guglielmo di Sens, un architetto francese
(quattro anni dopo passa a un inglese per i conflitti). Il cantiere dura più di due secoli e questo porta ad una
percezione di spazi molto diversi tra di loro. Vengono inseriti due transetti perché la chiesa ha un grande
sviluppo longitudinale.

In Spagna un esempio del gotico è la cattedrale di Burgos. Archi rampanti che non hanno la stessa
tensione di Notre Dame a Parigi, Facciata classica gotica, torri con molte guglie. Pianta a croce latina con
un transetto molto lungo.

In Germania la chiesa di sant'Elisabetta, con una parte absidale molto particolare,


introduce ad una sensibilità spaziale nuova. Coesistono contemporaneamente una chiesa
a pianta centrale con una a pianta longitudinale. Due torri (westwerk), colonna al centro
del portale strombato (trumeau), al posto del rosone una grande finestra. In un’altra
chiesa tedesca dal nome impronunciabile compaiono navate tutte alla stessa altezza
(chiesa a sala).

In italia il gotico prende poco, e arriva con delle sue caratteristiche. è meglio parlare di
architettura italiana del due/trecento. Ad esempio l’abbazia di Fossanova ha in facciata
caratteristiche sia gotiche ma anche romaniche, il portale strombato è contenuto in un timpano. Analisi
interna [...]
san galgano [...]
Esempio molto importante in italia è quello della basilica di san Francesco d’Assisi, per l’influenza e
l’impatto che hanno avuto le sue predicazioni. Si divide su tre livelli, la cripta, la chiesa di pellegrinaggio e
una chiesa papale.
La chiesa superiore ha una facciata con timpano, rosone e portone strombato
con trumeau (come a Fossanova), a schermo. Contrafforti di forma circolare
che fasciano tutta la facciata, in cui corrono delle scale (si trova una cosa
simile ad Albi in provenza). Campanile ancora in stile romanico. Quattro
campate (quella in più è sopra il nartece sotto), transetto e abside poligonale.
Necessità di un’unica navata per la predicazione (si diffonde meglio la voce).
Le volte a crociera della navata superiore erano “finte”, stavano comunque su
con una loro struttura, ma nascondevano la vera copertura della chiesa con
archi trasversali, è stato mostrato durante un terremoto perché la parte della
vela più fragile è crollata. Benché sia molto più luminosa di quella sotto rimane molto spazio intorno alle
finestre per le decorazioni murarie e raccontare la storia di Cristo e san Francesco.
Anche la chiesa inferiore ha un portale strombato, con protiro. Entrambe le chiese sono ad aula unica,
quella inferiore ha delle cappelle affacciate ma non sono originali. Nartece, tre campate con volte a
crociera, parte terminale con transetto e abside semicircolare.
Le chiese francescane seguivano in genere tutte una stessa linea: molto povere, capriate lignee (meno
costose) pianta a croce latina a navata unica. Vediamo insieme invece degli esempi che non seguono
questa regola: san Francesco a Bologna (iniziata nel 1236, otto anni dopo quella di Assisi), è molto più
ricca perché finanziata dal comune. Tre navate, transetto che non sporge rispetto al corpo, deambulatorio
con cappelle radiali a terminazione retta, contrafforti, all’interno volte esapartite ma niente ordine obbligato.
Legata ad influenze francesi (non aggiornate). Sant’Antonio a Padova (iniziata nel 1238), è anche chiesa
di pellegrinaggio. Tre navate, deambulatorio con cappelle radiali quadrate, navata principale con due
campate sormontate da cupole (più due sul transetto, una sull’incrocio e una sulla zona presbiteriale)
grande l'influenza veneziana. All’esterno emergono di più i caratteri romanici che quelli gotici. San Lorenzo
Maggiore a Napoli, che era governato dalla famiglia angioina (francese). In facciata di originale è rimasto
solo il portale a sesto acuto strombato. All’interno la navata è ad aula unica con cappelle laterali, soffitto
ligneo, interruzione con il transetto evidenziato da un arco. Zona absidale
invece palesemente di influenza francese, deambulatorio con cappelle radiali e
archi a sesto acuto.

FEDERICO II DI SVEVIA
Imperatore che ha un ruolo molto importante nella diffusione del gotico in sud
Italia e Sicilia, fa realizzare moltissimi castelli. È un imperatore itinerante di
origini nordiche (tedesche) che però elegge il sud italia a sua patria. Riprende la
cultura dell'imperatore romano. Le sue corti preferite sono quelle di Palermo e
alcune pugliesi. All’interno delle sue corti si forma Nicola Pisano (conosciuto
anche come puer pugliens (?)). Uomo molto colto, tra i suoi interessi ci sono la
caccia, il collezionismo, le scienze e l'architettura. Promuove traduzioni di testi
antichi (credo dall’arabo al latino) per non far perdere la cultura. Imperatore in
grande conflitto con le autonomie comunali: a Parma subisce una sconfitta molto forte, dopo la quale si
ritira in uno dei suoi castelli e muore.
Tra le architetture più famose e meglio conservate c’è Castel del Monte
(Andria) realizzato in collaborazione con l’architetto Riccardo da Lentini.
Pianta ottagonale, forma pura tutta costruita su rapporti matematici e studi
sulla posizione del sole. Non è un castello di difesa, si trovava all'interno di
una fitta foresta, probabilmente un edificio di piacere per la caccia. Portale
principale: timpano separato dalla trabeazione (come san Miniato al Monte a
Firenze), connotazioni classiche, paraste che reggono capitelli. Inizia a
comparire una nuova sensibilità.

L'ARCHITETTURA CIVILE
La nascita dei comuni porta alla nascita di una nuova tipologia di edificio: il
palazzo pubblico. In più le città espandono il loro impianto murario (a volte in
modo più ottimista di quanto si svilupperanno davvero). Si sviluppa il sistema di
portici, caratteristica soprattutto delle città emiliane e nasce l’idea di centro
cittadino che si sviluppa intorno diversi poli: quello religioso e quello civile. Il
Palazzo comunale di Siena nasce in relazione della spazio su cui si affaccia:
piazza del palio. Il palazzo è diviso in tre parti più la torre: la sua facciata segue
l’andamento della piazza. La parte bassa è in pietra grigia, quelle superiori in
laterizio, il marmo è usato per gli elementi importanti e la parte terminale della
torre.
[introduzione duomo di Siena, primi 10 minuti]. Agli inizi
del 1300 si progetta di trasformare il corpo dell’attuale duomo in transetto di una
chiesa ancora più grandiosa, progetto che viene però interrotto con l’arrivo della peste
nel 1350 circa. All’interno torna la tipica bicromia toscana, all’interno ci sono delle
sculture di nicola pisano, che collabora anche con arnolfo di cambio. La facciata ha la
parte bassa realizzata da Giovanni Pisano, quella alta è invece stata finita nel 1376 da
altri due architetti. Portali strombati, cuspidi: la facciata sembra un grande tabernacolo
per reliquie ed ha un legame molto stretto con il duomo di Orvieto (Lorenzo Maitani,
orefice, che lavora alla parte alta lavora anche ad Orvieto).

L’unico vero cantiere di architettura gotica francese in Italia è quello del duomo di Milano, iniziato nel 1386
e terminato nel 1858 (facciata neogotica che contiene elementi classici, probabilmente appartenuti ad un
progetto di facciata precedente). All’interno corpo principale a cinque navate, coperte da volte a crociera, la
navata principale volte a crociera su pianta rettangolare, transetto con tre navate. Sono tutti pilastri a fascio,
non c’è il sistema obbligato. All’esterno il linguaggio gotico non è reinterpretato, semplicemente ne usano
gli elementi perchè si faceva così.

A Venezia il palazzo ducale (che era affacciato sulla


stessa piazza di san Marco, in quanto chiesa palatina).
Costruito del 1340 intorno ad un edificio fortificato. Molto
importante il suo sviluppo longitudinale piuttosto che in
altezza (terreno di Venezia non lo permetteva).
Decorazioni della facciata con motivi a mosaico realizzato
con pietra d’istria e marmo rosa di Verona, sovrapposte a
due livelli di arcate con ritmi diversi e uno stile che è un
insieme delle influenze gotiche e orientali.
Ss. Giovanni e Paolo, prima chiesa domenicana a Venezia ha ancora in facciata elementi romanici
lombardi, delle paraste in evidenza, facciata a capanna che evidenzia la presenza di tre navate. Portale
strombato, archetti pensili. All'interno pilastri a sezione circolare, transetto con affacciate delle cappelle,
volte a crociera con catene in legno (Monteventano) che tengono insieme la struttura. Dell’ordine
francescano è invece la chiesa di santa Maria Gloriosa dei Frari, con facciata e pianta molto simile a
quello della chiesa precedente.

A Firenze, alla fine del 1200, iniziano a comparire chiese dei grandi ordini religiosi. S.
Maria Novella (1279, domenicani) (stazione del gruppo toscano guidato da michelucci) è
realizzata trasformando una chiesa preesistente nel nuovo transetto. Non ci sono absidi,
tre navate con campate di ritmo diverso. Navate laterali di altezza considerevole, sembra
quasi una chiesa a sala. S. Croce (1294, francescani, Arnolfo
di Cambio) unisce la necessità di una chiesa con una sola
navata alla ricchezza di Firenze, realizzando una chiesa a tre
navate ma a sala, con pilastri e archi molto alti e una copertura lignea, anche
le navate laterali che hanno le falde perpendicolari a quella della navata
principali, con i travetti che sembrano proseguire le capriate per un effetto
ottico di continuità (colmi perpendicolari tra loro)

Molto importante la figura di Arnolfo di Cambio, all’epoca era molto richiesto e


famoso, lavora anche per i papi. Tra le altre cose è anche “urbanista”, progetta
nuove città per i comuni ricchi che fondavano delle “colonie” come avevano fatto i greci. Una delle sue
architetture più importanti è palazzo Vecchio a Firenze. Subisce molti ampliamenti nel corso dei secoli, la
torre non è centrata sulla facciata perché apparteneva alla residenza
Uberti che è stata distrutta per costruire il palazzo. Immagine
all’esterno molto austera, il piano basso ha solo una porta, bifore,
parte superiore merlata sporgente su ballatoi retti da mensole.
Realizzato in pietra forti (?), una pietra locale lasciata grezza per
dare l’idea di fortezza e architettura difensiva (le aggiunte useranno
sempre questa pietra ma sarò più lavorata). Realizzato a copia di
palazzo vecchio anche il palazzo del capitano del popolo.
Peculiare la storia della chiesa di orsanmichele: esisteva una
chiesa dell’ottavo secolo, nel 1290 Arnolfo di Cambio costruisce una
loggia di mercato, sorge sulla via che collega piazza duomo a piazza
della signoria, via di mercato. Dopo essere stata distrutta da un incendio viene ricostruita nel 1337 e
sopraelevata (la parte sopra è magazzino del grano). Nel 1367 le logge vengono tamponate e la parte
bassa trasformata in una chiesa a due navate.
La loggia dei Lanzi è invece stata realizzata per ospitare le assemblee pubbliche e cerimonie civili. Si
trova sempre in piazza della Signoria, ed è stato realizzato con lo stesso materiale di
palazzo Vecchio. Le volte sono di ispirazione gotica, ma gli archi a tutto sesto della facciata
ha una nuova sensibilità.
La chiesa di s. Maria del Fiore è costruita su una precedente chiesa. Nel 1296 circa
Arnolfo di cambio decide di arretrare la facciata per dare respiro al battistero. La
costruzione non parte dall'abside ma dalla facciata e dai cambi, e Arnolfo imposta una
chiesa a tre navate con campate a pianta
rettangolare, coperte da volte a crociera, Il
transetto si fonde con l’abside e diventa un
grande spazio ottagonale, coperto da cupola.
La fabbrica si interrompe dopo lo morte di
Arnolfo (1302), nel 1334 Giotto costruisce il
campanile. Dopo la peste i fiorentini vogliono una chiesa
ancora più grandiosa, l'incarico viene dato a Francesco Talenti
che deve lavorare con i limiti già imposti da Arnolfo e dal
campanile. L'unica possibilità di espansione è quella nella
zona absidale e la trasformazione delle campate da rettangolari a quadrate. Dopo la morte di Talenti, una
volta costruito il tamburo la fabbrica si interrompe: non sanno come costruire la grande cupola.

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