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BASILICA DI SANT’AMBROGIO

La Basilica di Sant'Ambrogio situata nel centro storico della famosa città


italiana, fu edificata tra il 379 e il 386 per volere dello stesso vescovo
Ambrogio, che la dedicò ai santi martiri in essa sepolti (ovvero i santi martiri
Satiro, Vittore, Nabore, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio e Protasio). 
È una delle più antiche chiese di Milano e attualmente rappresenta non solo un
monumento dell'epoca paleocristiana e medioevale, ma anche un punto
fondamentale della storia milanese e della Chiesa ambrosiana. È
sede parrocchiale retta dai monaci benedettini.

Storia:
Edificata in una zona in cui erano stati sepolti i cristiani martirizzati dalle
persecuzioni romane, per questo venne dedicata ai martiri ed era chiamata
Basilica Martyrum, occupando un'area coincidente con quella
della chiesa attuale.

Nel secolo IX subì importanti trasformazioni (aggiunta di grande abside


preceduta da un’ambiente sovrastato da volta a botte, sotto il quale si
svolgevano le funzioni liturgiche), ma prese l’aspetto di edificio romanico verso
la fine del XII secolo, venne mantenuto l’impianto a tre navate (senza
transetto) e tre absidi corrispondenti.

Il tiburio fu aggiunto verso la fine del XII


secolo ma crollò ben presto (6 luglio
1196): venne subito ricostruito, con la
particolare conformazione esterna
caratterizzata da gallerie con archetti su
due registri sovrapposti.

Architettura:
La basilica è considerata la costruzione madre del Romanico lombardo, fu un
esempio per i futuri sviluppi dell'architettura romanica nell'area di influenza
lombarda che allora superava i confini regionali odierni, comprendendo anche
parti dell'Emilia e del Piemonte.
Il materiale di costruzione è povero (principalmente mattoni di diversi colori,
pietra e intonaco bianco) e la provenienza è locale.
È una chiesa a tre navate absidate senza transetto con quadriportico
antistante.
Quest’edificio è composto da due corpi essenziali, la chiesa vera e propria e il
quadriportico (di tradizione paleocristiana) che la precede all'interno del quale
si ha una chiara visione sulla grande facciata a capanna ed i due campanili,
detti a destra "dei Monaci" e a sinistra"dei Presbiteri”. Notiamo un certo
razionalismo nella progettazione di questa struttura il modulo è la campata
sormontata  a crociera. La pianta della chiesa è formata da otto campate,
come otto sono le campate del quadriportico; la navata centrale è il doppio
della grandezza di una campata delle navatelle (questo è un’elemento nuovo
perché nell’XI secolo non avevano ancora ben chiaro il concetto di modulo).
La pianta interna della basilica è longitudinale e (se si escludono le absidi) ha
le stesse dimensioni del portico antistante.
E’ un’architettura che meglio sintetizza temi che riguardano il mondo
paleocristiano e temi provenienti dal nord, si tratta poi di un’architettura che
elabora e trasmette questi temi alle architetture successive sia in Italia
centrale che in quella del sud.
Prima innovazione: ingresso della luce

Pur legata alla tradizione della basilica del IV secolo su cui è stata costruita,
Sant'Ambrogio è l'espressione di un intenso rinnovamento architettonico,
soprattutto nella concezione dell'illuminazione e dello spazio. Da un lato,
infatti, la luce proviene principalmente dai finestroni della facciata (mentre i
matronei ne bloccano il passaggio laterale), il che determina un suo ingresso
longitudinale. L'effetto che ne deriva è l'accentuazione delle masse strutturali,
soprattutto al fondo, dove maggiore è l'ombra. D'altro canto, lo spazio non è
più concepito al modo paleocristiano, in modo unitario e mistico, ma umano e
razionale: di qui, la divisione in spazi geometrici ben definiti, nonché
l'esaltazione degli elementi statici (pilastri polistili), tanto all'esterno (le ghiere
bicrome del quadriportico e i contrafforti che fuoriescono dalle pareti
esterne)quanto all'interno (la differenziazione cromatica degli elementi statici
da quelli non statici).

       
Esterno:
Della basilica, posta a un livello più basso del piano stradale antistante, non si vedono
che il muro dell'atrio (in cotto e caratterizzato da arcate cieche), il coronamento della
facciata e i due campanili.

Facciata e quadriportico
La facciata, coronata da archetti pensili, a capanna è larga e schiacciata. Presenta due
loggiati sovrapposti. Quello inferiore
(nartece vero e proprio) ha tre
arcate/portali uguali (di cui quello
centrale è fiancheggiato da colonne
mentre i due laterali hanno delle possenti
architravi) e si ricongiunge con il
perimetro interno del portico, pur avendo
questo arcate leggermente più alte,
mentre quello superiore ha cinque arcate
digradanti/che scalano in altezza
assecondando il profilo degli spioventi. La
facciata presenta anche degli archetti
pensili, cioè file di piccoli archi a tutto
sesto che “ricamano” la cornice
marcapiano e gli spioventi.
Il quadriportico antistante, di derivazione
paleocristiana ha perso la sua funzione
originale che aveva un tempo assumendo
un ruolo nuovo, luogo dove si
radunavano le persone per discutere e ragionare, per assemblee religiose o civili.
Attraverso una cancellata e un portale in pietra con rilievi romanici si entra nell'atrio,
ricostruito nell'XI secolo, forse su un'analoga costruzione altomedievale che ricalcava a
sua volta l'impianto paleocristiano. L'atrio, a pianta rettangolare, è circondato su tre
lati da un portico che si chiude sul quarto lato a formare il nartece della basilica. Esso
presenta alti pilastri a fascio che sorreggono archi a doppia ghiera; e capitelli con
elementi pre-romanici (come i motivi a intreccio) a soggetti più originali come
rappresentazioni di animali o elementi vegetali., che risalgono sia all'XI sia al XII
secolo opera di anonimi scalpellini lombardi.

Campanili (riferimento al mondo nordico):


La basilica presenta due torri campanarie: il campanile di destra, detto dei monaci,
risale all'VIII secolo e ha l'aspetto austero tipico delle torri di difesa. Mentre quello di
sinistra, detto dei canonici, è più alto e risale al XII secolo.
Interno:

L'interno, a semplice pianta rettangolare, ha le medesime dimensioni del


quadriportico e presenta tre navate absidate, con presbiterio soprelevato
sulla cripta, sormontato da tiburio.

Navata centrale, larga il doppio di


quelle laterali, ha quattro campate di
cui tre a crociera e una a cupola.
Sopra quelle laterali troviamo i
matronei coperti da volte a capriata e
avevano la funzione di dare stabilità
all’edificio.

All’interno troviamo l’uso di volte a


crociera a costoloni (i costoloni sono
presenti solo nella navata centrale e
non in quelle laterali), nelle quali ogni
elemento confluisce in una struttura
portante apposita. Ogni arco delle
volte poggia su un semi-pilastro o una semicolonna propria, poi raggruppati nel
pilastro a fascio. Le volte delle navate laterali, con campate di dimensioni pari
alla metà del lato di una campata nella navata centrale, poggiano su pilastri
minori e reggono i matronei.

La luce penetra dalle finestre della facciata (qui, peraltro, filtrata dai loggiati)
(no finestre laterali) risulta radente lungo la navata principale in contrasto con
l’ombra diffusa delle navate laterali e dal tiburio.

Complessivamente, la luce non risulta diffusa e leggera come nelle chiese


paleocristiane ma scarsa, spezzata e fortemente contrastata, la quale non
risulta contraddetta neppure dall'aggiunta del tiburio, il quale si limita ad
illuminare il cerchio ad esso sottostante.

Le finestre sono solo sulla facciata e sull’abside. La luce non è diffusa ma


percorre solo la navata centrale.

Nella terza campata, sul lato sinistro, vi è il pulpito, ricostruito nel XII secolo
con gli elementi di quello precedente, del IX secolo, e sorretto da colonne con
capitelli finemente scolpiti.

In corrispondenza del tiburio, nell'ultima campata della navata centrale, si


trova il presbiterio con, al centro, l'altare maggiore. L'altare è sormontato dal
ciborio.

Il coro è rialzato, in quanto troviamo la cripta sotto.


Un tema proposto e diffuso dalla chiesa di Sant’Ambrogio è quello degli archetti
in alto sull’abside (un tema che si diffonde al sud Italia ma anche in nord
Europa).

Le chiese romaniche del Piemonte, della Liguria, della Lombardia, dell’Emilia e


del Veneto, formano un gruppo omogeneo e si può dare il nome di “lombardo”.
Le caratteristiche dell’architettura lombarda è l’uso delle volte a crociera,
rinforzate da costoloni, divise da archi trasversali delimitati da campate
quadrate e sorrette da robusti pilastri compositi, alternati da pilastri minori o
colonne, in maniera che a due volticene quadrate corrisponda un’ampia volta
quadrata della navata centrale.
Le facciate più diffuse nel romanico lombardo sono del tipo a capanna e a
salienti.

La facciata a capanna nasconde la scansione dello spazio interno dietro un


unico indistinto fronte con le falde molto inclinate, mentre quella a salienti
denuncia sulla fronte le diverse dimensioni delle navate attraverso salienti di
altezza diversa.

LA CHIESA DI SAN MICHELE A PAVIA


Sulla chiesa in esame: La “Basilica di San Michele”, si trova a Pavia, fu
costruita nei secoli XI-XII ed è di arte
“Romanico lombarda”. 

La Basilica di San Michele è uno dei


luoghi sacri di Pavia e costituisce un
vero e proprio “gioiello” di stile
Romanico lombardo.

Esterno:
La chiesa ha un color ocra derivato
dall’uso della pietra arenaria,
utilizzata sia per la costruzione
dell’edificio che per le decorazioni.

La facciata è a capanna ed è caratterizzata da quattro semipilastri che dividono


la sua superficie in tre parti, aventi ognuna il proprio portale strombato.
Nella parte centrale della facciata si distinguono tre bifore a doppia ghiera, e al
di sopra di esse, compaiono tre monofore e ancora poco sopra, un’apertura a
forma di croce e due aperture a forma circolare ai lati di quest’ultima.

Lo scopo di tutte queste finestre è di permettere il passaggio della luce


all’interno dell’edificio sacro e in particolar modo nella navata principale.

Nelle parti laterali, sopra i portali, si trova invece una sola bifora, avente
anch’essa la stessa funzione delle altre aperture.

Lungo gli spioventi è presente una loggetta costituita da ventuno arcatelle.


Molti sono i rilievi che adornano la parte inferiore della facciata, realizzati in
arenaria, raffiguranti soggetti biblici, uomini, animali, angeli, mostri, draghi,
figure reali e immaginarie, che oggi però sono profondamente danneggiati per
l’azione degli agenti atmosferici.

Anche il transetto ha una facciata, assai meno elaborata di quella principale


della basilica.

Interno:
La pianta della basilica è a croce latina, è orientata (ha l’abside rivolta verso
oriente) e ha un transetto molto sviluppato. Si divide in tre navate con volte a
crociera, fa eccezione il transetto che invece presenta una volte a botte.

La navata centrale ha un’ampiezza


doppia rispetto a quelle laterali. I
pilastri non sono tutti uguali, ma si
alternano pilastri di dimensioni
maggiori ad altri più piccoli. Tali pilastri
presentano dei capitelli molto elaborati
che rappresentano scene bibliche, con
soggetti come Caino e Abele, Adamo ed
Eva, Abramo e Isacco, e molti altri
ancora.

Sopra il transetto compare una cupola


abbastanza grande. Le navate laterali
hanno i matronei. Sotto l’abside si trova l’altare in marmo del 1383, attribuito
a Giovannino de Grassi, sul quale compare nel centro San Michele Arcangelo
ed ai lati, i Santi Eleucadio ed Ennodio.

Dietro l’altare si trova la Maestà, un imponente complesso realizzato in legno


dorato risalente al Seicento. Sotto l’altare è posta la cripta, divisa in tre navate
da colonnine differenti una dall’altra.
All’interno della basilica è custodito il “Crocifisso di Teodote”, proveniente dal
Monastero di Teodote e giunto in questo luogo in seguito ai moti insurrezionali
del 1799.

TROVATO MARIA 3H

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