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CANTO V
Luogo: cerchio 2°: lussuriosi. Una landa priva di luce, battuta da tremende raffiche di vento.
Personaggi: Virgilio, Dante, Minosse, Paolo Malatesta e Francesca di Rimini, Didone, Cleopatra, Elena, Achille, Paride, Tristano.
Lussuriosi= Sono peccatori che hanno ricercato le soddisfazioni dei sensi contro ogni regola, abbandonandosi smodatamente alle
passioni, tanto da sottomettere la ragione al talento. Li colpisce un vento furioso che non si acquieta, non conosce sosta e
sospinge trascinandoli rovinosamente per tutto il girone.
I lussuriosi
Le anime di questo cerchio, i lussuriosi, sono condannate a essere incessantemente travolte da una vorticosa bufera di vento,
perché in vita sottomisero la ragione all'impeto dei sensi. Virgilio indica al suo discepolo alcuni fra i più celebri amanti di ogni
tempo, da Semiramide a Elena di Troia, da Cleopatra a Tristano.
Paolo e Francesca
Colpito dall'immagine di due anime che procedono insieme, Dante chiede e ottiene dalla sua guida di poter parlare con loro. Le
anime escono dalla schiera dei dannati e gli si avvicinano rapide e leggere come colombe che volano verso il nido. Si tratta dì
Francesca da Rimini e Paolo Malatesta, gli infelici cognati che, complice la lettura della storia d'amore tra la regina Ginevra e
Lancillotto del Lago, furono travolti da una violenta passione che fu la causa della loro morte.
Il racconto
È Francesca stessa a raccontare tra lacrime e sospiri la dolorosa vicenda, ricordando il bacio ardente del cognato e la tragedia che
ne seguì. I due amanti, infatti, scoperti, furono uccisi da Gianciotto, legittimo consorte di Francesca e fratello di Paolo. Mentre
Francesca narra la vicenda, Paolo piange in silenzio e Dante, in preda a una profonda commozione, perde i sensi.
CANTO VI
Tempo: venerdì santo 8 aprile 1300, verso la mezzanotte.
Luogo: 3° cerchio: golosi. Una pioggia incessante di acqua sporca, neve e grandine cade sulla terra che esala fetore.
Golosi = Sono riversi a terra, flagellati dalla pioggia etterna maladetta, fredda e greve; su di essi infierisce il demonio Cerbero,
graffiandoli, scuoiandoli e squartandoli.
Cerbero
Custode del terzo cerchio è Cerbero, demone a tre teste dagli occhi rossi. Egli latra furioso e scortica e scuoia con le unghie gli
infelici dannati. Vedendo i due poeti, il mostro ringhia paurosamente contro di loro, mostrando i denti. Virgilio si china, afferra
una manciata di fango e la getta nelle bocche spalancate del mostro, che si zittisce.
Ciacco
Dante e Virgilio non possono fare a meno di camminare sopra i dannati che giacciono distesi nel fango, percossi dalla pioggia.
Uno di essi, levatosi a sedere al passaggio dei poeti, rivolge la parola a Dante, chiedendogli se lo riconosca. Ricevuta risposta
negativa, dice di essere nato a Firenze, città piena d'invidia, di chiamarsi Ciacco e di essere stato condannato a scontare in quel
luogo i peccati della gola.
La profezia di Ciacco
Mostrandosi addolorato per la sorte di Ciacco, Dante gli domanda quale sarà il futuro di Firenze, tormentata dalle lotte tra le
fazioni, quali siano le ragioni di tali discordie e se tra i fiorentini esista qualche uomo giusto. Ciacco profetizza allora che la lotta
fra Bianchi e Neri si concluderà con la vittoria finale dei Neri attraverso l'aiuto del papa Bonifacio VIII. Pochissimi sono gli uomini
giusti e restano inascoltati perché Firenze brucia ormai di superbia, invidia e avarizia. Dante chiede ancora se Farinata, il
Tegghiaio, Jacopo Rusticucci, Arrigo, il Mosca e altri ragguardevoli fiorentini gustino le gioie del Paradiso o soffrano le pene
dell'Inferno, venendo a sapere che tutti sono dannati e che potrà incontrarli nei cerchi più bassi.
CANTO VII
Tempo: sabato 9 aprile 1300, prime ore.
Il quarto cerchio, definito lacca, è una fossa probabilmente vasta e pianeggiante, vigilate da Pluto;
il quinto (vigilato da Flegias) è invece costituito dalla palude Stigia, una lorda pozza di acque nere e fangose.
Il demone Pluto
Il canto inizia con le urla rabbiose di Pluto indirizzate ai due poeti, ma Virgilio intima al demone di tacere e di non opporsi al
decreto divino che ha voluto il viaggio di Dante attraverso l'Inferno.
CANTO VIII
Luogo: cerchio 5°: iracondi e accidiosi (il cerchio, vigilato da Flegias, è costituito dalla palude Stigia, una lorda pozza di
acque nere e fangose); mura della città di Dite. Virgilio e Dante intravedono da lontano le torri di una città infuocata
e giungono sotto le porte vigilate da migliaia di diavoli.
Iracondi e accidiosi
Immersi nelle acque limacciose della palude Stigia, sono separati in due schiere, i primi stanno in superficie ignudi,
insozzati dal fango e si percuotono crudelmente l'un l’altro, perché in vita fecero soffrire gli altri, ora fanno soffrire se
stessi. Gli accidiosi che, al contrario, non bruciarono mai di quell'ira santa che deve ardere nel cuore del giusto: non
seppero apprezzare la bellezza della loro vita, ora sono immersi sempre nella stessa palude fangosa e non possono
più vedere nulla.
CANTO IX
Luogo: cerchio 6°: eretici. Entrati nella città di Dite, Virgilio e Dante si trovano in una vasta pianura, disseminata di
tombe fra le quali sono accesi fuochi che le fanno arroventare.
Personaggi: Virgilio, Dante, Furie (Megera, Aletto, Tesifone), Medusa, Messo celeste, demoni.
Eretici = Sono sepolti nelle arche infuocate, da cui escono lamenti, e sono divisi in gruppi a seconda della setta di
appartenenza.
CANTO X
Luogo: cerchio 6°: eretici. Entrati nella città di Dite, Virgilio e Dante si trovano in una vasta pianura, disseminata di
tombe tra le quali sono accesi fuochi che le fanno arroventare.
Personaggi: Virgilio, Dante, Farinata degli Uberti, Cavalcante de' Cavalcanti, Federico II, Ottaviano degli Ubaldini
Eretici = Sono sepolti nelle arche infuocate, da cui escono lamenti, e sono divisi in gruppi a seconda della setta di
appartenenza.
Cavalcante Cavalcanti
All'improvviso, dalla tomba scoperchiata, si leva un'anima che chiede perché suo figlio, Guido Cavalcanti, non sia con
lui. Il poeta, riconosciuto il padre dell'amico, risponde di essere lì non in virtù dei propri meriti, ma della Grazia divina,
della quale Guido non ha tenuto conto. Cavalcanti, credendo di cogliere nelle parole di Dante l'accenno alla morte del
figlio, si lascia ricadere supino dentro la tomba, disperato.
La profezia di Farinata
Ma Farinata, senza mostrare segni di turbamento, riprende il discorso politico, profetizzando a Dante l'esilio.
Aggiunge inoltre che, pur fra la violenza delle lotte civili, egli solo, dopo la vittoria di Montaperti, si oppose alla
distruzione di Firenze. Prima di congedarsi dal magnanimo ghibellino, Dante gli chiede se i dannati conoscano il
futuro e se ignorino il presente.
Luogo: ambientato nel secondo girone del 7° cerchio: È un bosco fitto, buio, tetro, terrificante, dove non
crescono piante e fiori ma solo intricati e neri cespugli e dove abitano mostruose creature come le Arpie e
le cagne infernali.
Personaggi: Dante, Virgilio, Pier delle Vigne, Lano da Siena, Iacopo da Sant’andrea, un fiorentino suicida
Peccatori e pena: in cui sono punite le anime dei violenti contro se stessi, nella persona (i suicidi) e nelle
cose (gli scialacquatori). I suicidi sono trasformati in sterpi lacerati dalle arpie. Gli scialacquatori sono
inseguiti e dilaniati da cagne.
Nel bosco dei suicidi: le Arpie
Passato a guado il Flegetonte, Dante e Virgilio giungono nel secondo girone del settimo cerchio e si addentrano in un
fitto e tetro bosco, privo di sentieri. Gli alberi sono nodosi, contorti e sprovvisti di foglie. Sui loro rami nidificano le
Arpie, i mitici mostri dell'antichità greca. Inoltrandosi, Dante ha l'impressione di udire voci di persone nascoste dietro
gli alberi, ma ben presto spezzando, su invito di Virgilio, un ramoscello, dal quale sgorga sangue misto a lamenti,
conosce la verità: si tratta di anime di dannati, imprigionate eternamente nelle piante.
Gli scialacquatori
Improvvisamente, annunciate da un confuso rumore, appaiono le anime nude e graffiate di due dannati (Lano da
Siena e Iacopo da Sant’Andrea) che corrono inseguite da un branco di cagne fameliche. Per sfuggire alla caccia, una di
esse si acquatta in un cespuglio della selva, ma, raggiunta, viene orrendamente dilaniata, mentre dai rami spezzati
del malcapitato cespuglio sgorga il sangue misto a dolorosi lamenti. È questa la punizione riservata agli scialacquatori,
che in vita fecero strazio del proprio patrimonio. Il cespuglio dove si era nascosto Lano appartiene a un’anima
anonima di firenze.
CANTO XV
Luogo: cerchio 7° - girone 3°: violenti contro Dio e la natura (sodomiti). Una landa circondata dalla selva dei suicidi;
essa è costituita da un sabbione infuocato, su cui cadono falde di fuoco, come di neve in alpe senza vento.
Personaggi: Virgilio, Dante, Brunetto Latini, Prisciano, Francesco d’Accorso, Andrea de’ Mozzi
Peccatori e pena: Sono costretti a camminare senza sosta, mentre la pioggia di fuoco cade impietosa e incessante.
Inutile è la tresca delle misere mani per cercar riparo dalle fiamme. Sono i peccatori più numerosi del girone.
I sodomiti Dante sta percorrendo uno dei due argini del ruscello di sangue bollente che deriva dal fiume Flegetonte e
costeggia il sabbione infuocato. Si è ormai allontanato dalla selva dei suicidi al punto che, voltandosi indietro, non
potrebbe più vederla. Durante il percorso, incontra una schiera di sodomiti che cammina sul sabbione, intenta a
guardare nella sua direzione.
Brunetto Latini
Viene riconosciuto con grande meraviglia da uno di questi che, per attirare la sua attenzione, lo chiama e lo
afferra per il lembo della veste. Nonostante il fuoco ne abbia modificato le sembianze, con sorpresa Dante
riconosce in lui Brunetto Latini, il suo maestro. Questi chiede di poter parlare con l'antico discepolo e Dante
ottiene l'assenso di Virgilio. A Brunetto Latini, però, non è permesso, come agli altri sodomiti, fermarsi neppure
un istante, pena un ulteriore tormento. Così apprende le ragioni per le quali Dante si trova nell'Inferno.
CANTO XVII
Luogo: cerchio 7° girone 3°: violenti contro l'arte, nipote di Dio (usurai). Virgilio e Dante si trovano sul bordo del
settimo cerchio e procedono sul margine di pietra, scorgendo verso il basso il sabbione infuocato.
Personaggi: Virgilio, Dante, Reginaldo degli Scrovegni, Catello dei Gianfigliazzi, uno della famiglia degli Obriachi,
Gerione
Peccatori e pena: Su di loro cade la pioggia di fuoco: siedono lungo i bordi del girone e fissano la borsa che pende al
loro collo con lo stemma della famiglia di appartenenza. Inutile è la tresca delle misere mani per cercar riparo dalle
fiamme.
CANTO XXVI
Tempo: sabato 9 aprile 1300, verso l’alba
Luogo: cerchio 8°- bolgia 8°: consiglieri fraudolenti. La bolgia è immersa in un profondo silenzio ed è avvolta da una
fittissima tenebra in cui lampeggiano le fiamme che nascondono le anime dei dannati.
Consiglieri fraudolenti: Così tradizionalmente sono appellati questi peccatori che posero la loro acuta intelligenza
non al servizio della verità ma della frode e dell'inganno. Sono soprattutto consiglieri politici e militari che diedero
spregiudicate indicazioni per far valere una causa, un partito o un personaggio.
Ulisse e Diomede
Da Virgilio apprende di essere di fronte a Ulisse e Diomede, puniti insieme per gli innumerevoli inganni orditi,
tra cui quello perpetrato ai danni dei Troiani con il famoso cavallo di legno. Prega allora vivamente la sua guida
di poter parlare con loro. Atteso il momento favorevole, Virgilio si rivolge alla fiamma biforcuta, chiedendo ad
ambedue le anime di raccontare la loro fine.
Il racconto di Ulisse
La punta maggiore della fiamma, che racchiude l'anima di Ulisse, narra che, dopo la partenza dalla terra di Circe,
né la dolcezza per il figlio né la pietà per il padre, né l'amore per la moglie riuscirono a vincere il suo desiderio
di conoscere il mondo e gli uomini. Salpò allora con un piccolo ma fedele equipaggio. Viaggiò per il
Mediterraneo e giunse fino alle Colonne d'Ercole, il confine oltre il quale l'uomo non doveva spingersi.
Luogo: cerchio 9° - zona 2a e 3a: Antenora e Tolomea: traditori della patria e traditori degli ospiti. Il fondo
dell'Inferno è un lago ghiacciato, alimentato dal fiume Cocito; qui sono confitti i traditori.
Personaggi: Virgilio, Dante, Ugolino della Gherardesca (Antenora), Frate Alberigo (Tolomea), Ruggieri degli Ubaldini
(Antenora), Branca Doria (Tolomea)
Traditori: Nell'Antenora, i traditori della patria e del proprio partito stanno immersi nel ghiaccio verticalmente e ne
emergono soltanto con il capo che tengono rivolto in giù. Nella Tolomea, i traditori degli ospiti e degli amici fiduciosi
sono confitti in posizione supina; in tal modo, le lacrime ristagnano e formano un indurimento immediato, che
impedisce l'uscita delle altre lacrime, le quali, non trovando sbocco, si riversano all'interno e aggravano il dolore.
CANTO XXXIV
Tempo: sabato 9 aprile 1300, le sette pomeridiane circa; dopo il passaggio nell'emisfero australe, le sette di mattina.
Luogo: cerchio 9° - zona 4a: traditori dei benefattori, dell'autorità divina e umana. Il fondo dell'Inferno è un lago
ghiacciato, alimentato dal fiume Cocito; qui sono confitti i traditori. Passaggio attraverso la natural burella
dall'emisfero boreale a quello australe.
Traditori: Nella Giudecca, i traditori sono confitti interamente nel ghiaccio, da cui traspaiono come una pagliuzza
imprigionata nel vetro. Stanno in posizione diverse: o distesi o eretti o a capofitto o rovesciati all'indietro. Poiché ogni
pur minima parvenza di umanità è esclusa, essi non possono comunicare in nessun modo. La loro condizione è il
silenzio assoluto.
Nella Giudecca: fra i traditori dei benefattori
Arrivati nella Giudecca,Virgilio svela a Dante che il re dell'Inferno è ormai vicino. Un vento fortissimo spira
contro di loro e Dante si ripara dietro la sua guida. A un certo punto Virgilio gli mostra Lucifero e, per
l'impressione ricevuta, Dante rimane come sospeso tra la vita e la morte.
Lucifero
Lucifero è enorme, al punto che l'altezza di un gigante non raggiungerebbe la lunghezza del suo braccio; nella
sua testa si possono distinguere tre facce: rossa quella centrale, bianca quella a destra, nera quella a sinistra. Per
ciascuna faccia, dal di sotto fuoriescono due ali da pipistrello e il loro movimento produce un vento che fa gelare
Cocito.