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Architettura gotica

L'arco, in architettura, è un elemento strutturale a forma curva che si appoggia su due


piedritti e tipicamente (ma non necessariamente) è sospeso su uno spazio vuoto. È costituito
normalmente da conci, cioè pietre tagliate, o da laterizio, i cui giunti sono disposti in
maniera radiale verso un ipotetico centro: per questo hanno forma trapezoidale e sono più
propriamente detti cunei; nel caso di una forma rettangolare (tipica dei mattoni) hanno
bisogno di essere uniti da malta che riempia gli interstizi; essenzialmente l'arco con cunei
non ha bisogno di essere sostenuto da malta, stando perfettamente in piedi anche a secco,
grazie alle spinte di contrasto che si annullano tra concio e concio. Il cuneo fondamentale
che chiude l'arco e mette in atto le spinte di contrasto è quello centrale: la chiave d'arco, o,
più comunemente detta, chiave di volta.L'arco è una struttura “bidimensionale” (nel senso
che la sua profondità è funzionalmente trascurabile rispetto ad altezza e larghezza) e viene
spesso utilizzato per sovrastare aperture. Per costruire un arco si ricorre tradizionalmente a
una particolare impalcatura lignea, chiamata centina.L'arco è anche alla base di strutture
“tridimensionali” (sempre nell’accezione funzionale assunta nel paragrafo precedente)
come la volta, che è ottenuta geometricamente dalla traslazione o dalla rotazione di archi.
Nel caso di volte complesse come le volte a crociera, gli archi costitutivi vengono distinti in
base alla loro posizione (archi trasversali, longitudinali, ecc).

Contrariamente all’architettura romana e romanica, quella gotica è agile, traforata, aerea e


leggera. Le architetture gotiche sono caratterizzate da un accentuato verticalismo, ovvero
sono molto sviluppate in altezza. Le chiese gotiche sono solitamente a tre navate, precedute
da un portico e dotate di un profondo ma corto transetto. Il coro generalmente è molto lungo
e circondato da uno o più deambulatori, dai quali si accede alla cappelle radiali, disposte cioè
in senso radiale attorno all’abside. Ma sono le innovazioni tecniche introdotte che fanno
dell’architettura gotica un nuovo modo di progettare rispetto al passato. L’arco a sesto acuto
è caratterizzato dalla curva dell’intradosso composto da due archi di cerchio, che,
intersecandosi, formano un vertice alla sommità. Esso è più resistente rispetto a quello a
tutto sesto, perché diminuisce le spinte laterali, scaricando il peso verticalmente e, quindi,
sui piedritti. In questo modo non è necessaria la costruzione di mura di supporto, dato che il
peso viene sorretto dai massicci pilastri a fascio o polistili, formati dai prolungamenti e
dall’addossamento dei costoloni. Grazie a questo è ora possibile costruire mura meno
spesse.La volta a ogiva costolonata è una particolare volta a crociera, dove i costoloni, a
vista, costituiscono gli archi perimetrali e quelli diagonali. Essi sono tutti a sesto acuto e
vengono costruiti prima delle vele, utilizzando conci appositamente sagomati. Essi
proseguono poi verticalmente nei già citati pilastri a fascio.L’arco rampante, nuovo
elemento, è esterno all’ediXcio e assorbe le spinte oblique trasmesse dalle volte della navata
centrale, scaricandole sul contra0orte verticale al quale è collegato. Esso consiste in un arco
zoppo, dove la base poggia su un pilastro o su un contra0orte e la sommità contro le pareti
della navata o dell’abside. Esso è posizionato dove le forti spinte si raccolgono, per poterle
così contrastare. Può essere di diverse forme, complanare (uno sopra l’altro) oppure
raggiungere il punto di appoggio in più volate. Questo accade quando la distanza da coprire è
elevata e perciò servono più sostegni verticali e almeno due archi rampanti, disposti lungo la
stessa direzione.Il pinnacolo, altro nuovo elemento, aggiunge peso ai piloni e ai contra0orti
sui quali è posto, raddrizzando le spinte oblique e contribuendo alla statica dell’ediXcio. È
realizzato in pietra e funge anche da elemento di decorazione. Infatti, è spesso sormontato
da una o più statue ed è composto da un elemento piramidale svettante, arricchito da
sculture particolareggiate, che dona un senso di slancio verso l’alto all’ediXcio.
L’insieme di tutti queste nuove strutture che danno sostegno all’intera costruzione permette
di limitare lo spessore delle mura, in quanto non hanno più una funzione sostenitrice. Perciò
ampie parti vengono sostituite da vaste vetrate, che con i loro colori creano un’atmosfera
suggestiva nell’ambiente interno. La porzione di parete occupata dalle vetrate è detto
claristorio (dal latino “clarescere”, essere illuminato, risplendere). Di solito è localizzato
nella parte in cui la navata centrale è più alta di quelle laterali, ma le vetrate si trovano anche
nelle pareti del coro, nelle testate dei transetti e nella facciata. Le prime chiese gotiche erano
dotate di un matroneo, ma successivamente scompare, trasformandosi in un semplice
triforio ornamentale. Questa trasformazione ha lasciato libero più spazio, permettendo
l’ampliamento delle Xnestre del claristorio.Inoltre, i nuovi elementi strutturali hanno
permesso anche lo sviluppo in verticale degli ediXci, raggiungendo livelli mai visti primi e ai
limiti della possibilità statica. Basti pensare che le volte della cattedrale francese di Beauvais
sono alte ben 48.5 metri. Si tratta, infatti, della chiesa più alta al mondo. Ma sono numerosi
anche altri ediXci che superano i trenta/quaranta metri. Esistono inoltre diverse varietà
nazionali e anche regionali dell’architettura gotica, ma ognuna si ispira al modello francese

La cattedrale si innalza nel cuore della città vecchia ed è 4ancheggiata da un campanile


gotico molto slanciato. L’insieme architettonico è il simbolo della capitale austriaca ed uno
dei monumenti più cari ai Viennesi. Il nucleo centrale più antico della cattedrale risale alla
prima metà del XII secolo quando, fuori dalla cinta muraria, fu costruita una piccola chiesa
romanica. La bella facciata su cui si apre il grande portale e fanno spicco le due torri gemelle
dette “dei pagani” appartengono allo stile tardo romanico e furono incorporare
successivamente nelle
strutture gotiche. La cattedrale di Santo Stefano prese il suo aspetto attuale durante il XIV e
XV secolo durante i quali si alternarono alla costruzione parecchie generazioni di architetti.
Nel 1945, durante il ritiro delle truppe tedesche, la cattedrale rischiò di essere ridotta ad un
cumulo di macerie: un violento incendio distrusse la balaustra articolata in diversi pannelli
completamente le capriate di legno secolari della volta ed il tetto policromo come pure opere
d’arte di inestimabile valore. Fu in questa occasione che la “Pummerin”, cioè gigantesca
campana ottenuta fondendo il bronzo dei cannoni abbandonati dai Turchi dopo l’ assedio del
1683, si ruppe. Rifatta con lo stesso bronzo, ora è collocata nella Torre dell’ Aquila. Oggi la
cattedrale è stata interamente restaurata ed ha così ritrovato l’antico splendore. L’interno, a
forma di croce latina, con le sue tre navate ed un transetto, ha un aspetto di stile barocco.
maestoso: le volte ad ogiva sono sostenute da pilastri molto slanciati e l’insieme acquista
movimento grazie alle numerose sculture e ai parecchi altari dii stile barocco. L’elemento
più interessante dell’interno è il pulpito, scolpito da Anton Pilgram: sotto la slanciata scala,
l’autore ha voluto scolpire il proprio ritratto. Il pulpito è caratterizzato dal dinamismo
tipicamente gotico ed ogni elemento architettonico diventa un’opera di scultura. La base si
compone di piccole colonne mentre la balaustra, articolata in quattro pannelli, rappresenta i
busti in alto-rilievo dei Padri della Chiesa, in atteggiamento pensieroso, collocati un un
sapiente gioco di luci e di ombre. Fra le sculture più interessanti che decorano il pergamo,
dobbiamo citare il viso espressivo dell’autore, chiamato “il curioso alla 4nestra”. Il maestro
ha voluto, così, restare vicino alla sua opera, con il compasso in mano. Sopra il braccio sud
della cattedrale, s’innalza il più bel campanile gotico tedesco, chiamato lo “SteX”cioè il
piccolo Stefano, come viene chiamato familiarmente dai Viennesi. La guglia raggiunge i 137
metri di altezza.
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