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Duomo di Siracusa

Esso sorge sulla parte più elevata dell’isola di Ortigia, su quello che un tempo era un tempio dedicato ad Atena, eretto
nel VI secolo a.C in onore della dea dal tiranno Gelone, dopo la grande vittoria di Imera (480 a.C.) contro i Cartaginesi.
In seguito nel VII secolo il tempio fu inglobato in un edificio cristiano, dedicato alla Natività di Maria: in particolare Il
portico del tempio venne chiuso e furono aperti archi a tutto sesto nei muri della cella per ricavare le tre navate della
chiesa. Fu invertito anche l’orientamento del tempio con la creazione di tre absidi a oriente e lo spostamento
dell’ingresso a occidente. L'interno è a tre navate e a impianto basilicale. La navata centrale è coperta da un
cinquecentesco soffitto ligneo a travature scoperte. Il lato destro della navata laterale è delimitato dalle colonne del
tempio, che oggi danno accesso alle cappelle. La cappella di Santa Lucia presenta la preziosa statua in argento di Santa
Lucia che, per due volte l’anno, viene portata in processione in occasione della festa dedicata alla martire.
Le imponenti colonne doriche sono ancora oggi visibili sul lato sinistro, sia all'esterno sia all'interno dell'edificio.

L’esterno del Duomo di Siracusa


Fu realizzata dall’architetto Andrea per sostituire quella precedente danneggiata dal terremoto del 1693.
La facciata rappresenta una lavorazione molto complessa in quanto ricca di decorazioni e per questo essa è
considerata l'espressione barocca più alta che vi sia nell'intera Siracusa.
I lavori vennero completati in due periodi e per questo essa presenta a due stili ornamentali; lo stile barocco e lo stile
rococò.; i primi lavori incominciarono nel 1728 e conclusi 1731. Poi ripresi nel 1751, in cui il tardobarocco lascia spazio
allo stile rococò e completata nel 1753.
Essa presenta due ordini orizzontali separati da una trabeazione merlata. Il piano inferiore è formato da sei alte
colonne costruite in ordine corinzio, di cui le quattro centrale sorreggono un elaborato timpano spezzato con
merlature. Le quattro colonne inquadrano il portale centrale, il più grande. Mentre gli altri due portali, minori, sono
delimitati nella loro parte esterna dalle due colonne laterali; esse sorreggono nella loro estremità le statue dei due
martiri siracusani; San Marciano e Santa Lucia.[7]
L'ordine superiore è invece composto da quattro alte e robuste colonne corinzie che sorreggono il timpano superiore
che circonda il frontone triangolare il quale reca al centro una croce fabbricata in ferro battuto la quale rappresenta il
punto più alto della facciata del Duomo e ai lati di essa vi sono scolpiti due angeli. Il piano superiore presenta una
forma trapezoidale delimitata da due contrafforti a spirale posti nei vertici bassi i quali sono caratterizzati ai lati
da bassorilievi scolpiti a forma di gigli.
Al centro del piano superiore vi è una nicchia arcuata circondata da due colonne corinzie, di dimensioni minori rispetto
alle grandi colonne principali, che sorreggono un timpano spezzato che al centro reca un elegante stemma con delle
statue di angeli scolpite ai suoi lati. All'interno della nicchia vi è la statua dell'immacolata, dai siracusani detta
Madonna del Piliere.

Prospetto laterale
Lateralmente la facciata presenta nella parte inferiore sinistra il suo originario aspetto di tempio di epoca siceliota in
quanto sono visibili le possenti colonne di ordine dorico. Vi si notano le strette finestre aperte in epoca medievale e
il terrazzo è delimitato da ornamenti architettonici posti in linea dritta e aventi tutti eguale misura e figura
arrotondata. In questo lato vi è una porta secondaria che dà accesso all'interno del Duomo.
La parte laterale destra non è invece visibile in quanto essa è coperta dall'edificazione del Palazzo Arcivescovile di
Siracusa (1854) che affianca totalmente il Duomo ed è spesso considerato visivamente parte dello stesso.
Le statue sono opera dello scultore Ignazio Marabitti. I santi scolpiti sulla facciata barocca sembrano conversare tra di
loro, rappresentando, nell’eleganza dei gesti e nella raffinatezza delle vesti, l’importanza di questo sorprendente luogo
di culto cristiano: il primo vescovo di Siracusa a sinistra, la martire Lucia a destra, la Vergine Maria al centro e gli
apostoli Pietro e Paolo ai lati della grande scalinata centrale. Inseguendo i loro sguardi, impressi nella pietra calcarea,
la nostra attenzione è subito calamitata verso l’alto, in direzione della grande croce a doppia traversa, simbolo della
lunga e fraterna alleanza tra la Chiesa siracusana e la Chiesa d’Oriente.
La Cattedrale di Siracusa, come tutta l’area di Ortigia, fa parte dei monumenti patrimonio dell’umanità
Cattedrale di San Nicolò

La cattedrale di San Nicolò è il luogo di culto cattolico più importante della città di Noto, nonché sede
vescovile della diocesi, in Sicilia. È sulla sommità di un'ampia scalinata completata nella prima metà del sec. XIX su
progetto dell'Architetto Bernardo Labisi., ed è dedicata a san Nicolò,.
La costruzione del tempio iniziò dopo il terremoto del 1693 nel 1694, e fu completata nel 1703, anno in cui fu aperta al
culto con la solenne dedicazione. Nel corso dei secoli, tuttavia, sia la facciata che l'interno hanno subito numerosi
rimaneggiamenti, che le hanno conferito l'aspetto attuale solamente alla fine del XIX secolo e ha riaperto nel 2007
Interno
L'interno è a croce latina a tre navate, con alcune parti affrescate scampate al crollo del terremoto, in particolar
modo, l'Immacolata con Santi e Martiri, l'Adorazione dei pastori e la Madonna delle Grazie e Miracolo di San
Francesco di Paola. Degne di nota anche la fonte battesimale e le statue in legno del 1700.

Esterno
La facciata in pietra calcarea tenera è un esempio di stile tardo barocco, cui non mancano elementi eclettici ed una
marcata aspirazione neoclassicista. Si erge sulla sommità di una scenografica scalinata composta da tre rampe risalenti
al Settecento ma ristrutturate agli inizi dell'Ottocento. La tipologia della facciata a torri laterali è riferibile alla
tradizione architettonica locale siciliana dal tempo dei normanni ed è riscontrabile anche in alcune composizioni
francesi del Settecento, cui si ispiravano gli architetti del tempo. È coronata da quattro statue tardo settecentesche e
presenta nel primo ordine, fiancheggiati da slanciate colonne corinzie, tre maestosi portali: quello centrale è in bronzo
e rappresenta episodi della vita di san Corrado Confalonieri da Piacenza, opera dello scultore siciliano Giuseppe
Pirrone (1982). felice fusione di elementi barocchi e classici insieme e presenta nel primo ordine otto colonne con
capitelli corinzi e il portale sormontato dallo stemma della città con il portone in bronzo, opera dello scultore netino G.
Pirrone, raffigura episodi della vita di S. Corrado Confalonieri; nel secondo ordine ai lati del corpo centrale due torri
(campanaria e dell’orologio) e le statue degli Evangelisti.
A contatto con i raggi del sole, la sua facciata si illumina mettendo in risalto il materiale roccioso utilizzato per la
costruzione risaltando lo stile barocco. La facciata presenta due torri campanarie, una delle quali ospita una
campana, mentre nell'altra un orologio. Sono presenti colonne disposte ai lati degli ingressi laterali e, in misura
doppia, nei pressi dell'ingresso principale in cui è presente un importante portale.
La parte superiore della facciata ospita una finestra centrale delimitata da due coppie di colonne corinzie, mentre
le torri campanarie si caratterizzano per il colore rosso porpora che spezza rispetto al restante color oro della
cattedrale. Lo spettacolo scenografico dalla chiesa viene, poi, amplificato dalla imponente scalinata del
settecento che si suddivide in tre rampe e che collega la chiesa con il Palazzo Ducezio sede dell'attuale municipio
della città.

Tutt’oggi uno dei simboli del barocco di Noto, l’UNESCO che lo definisce ‘’perla del barocco siciliano’’ lo ha inserito
nella lista dei beni patrimonio dell’umanità.

la città è stata costruita seguendo le regole dettate dall’urbanistica barocca, dalle strade agli stupendi palazzi nobiliari
costruiti con pietra calcarea già presente sul territorio. Quello che più incanta è la scenografia che è stata creata. Si,
perché la città di Noto è stata ricostruita dopo il terremoto del 1693, seguendo quello che può essere definito come
un progetto dai mille volti, ma tutti con la stessa espressione.
Ogni singola costruzione è stata portata a termine con maniacale attenzione ai dettagli simbolo del barocco, in un
susseguirsi di facciate decorate, affascinanti balconi e tanti altri particolari che di certo non sfuggiranno agli occhi dei
più attenti viaggiatori 

La Cattedrale di Noto nasconde una vita piuttosto travagliata, tant’è che i netini hanno a lungo creduto che la chiesa
fosse “maledetta”. Costruita nel 1700 dall’architetto Rosario Gagliardi, la storia della Cattedrale di Noto è stata
segnata da tre gravi crolli: uno nel ‘700, uno nel 1844 e l’ultimo nel 1966, quando oltre alla cupola crollò anche buona
parte dell’edificio.
La cosa curiosa è che dopo decenni di ipotesi sulle cause, durante il rifacimento più recente finalmente si capì cosa
aveva determinato anche i crolli precedenti. Non furono infatti né delle infiltrazioni d’acqua né i frequenti terremoti a
farla cadere, ma un difetto della costruzione originaria.
Le colonne delle navate erano state riempite con pietre di fiume, smussate dall’acqua: rese sempre più instabili dai
frequenti movimenti tellurici, furono proprio queste a determinare l’ultimo fatale crollo.

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