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Introduzione e le origini Molto del suo fascino Montefalco lo deve alla posizione geografica che le ha procurato l'appellativo di Ringhiera

dell'Umbria . Dai suoi belvedere si scopre una parte dell'Umbria e si ammirano tutto intorno i centri di Perugia, Assisi, Spello, Foligno, Trevi, Spoleto, Gualdo Cattaneo, Bevagna; pi lontano si scorgono i rilievi dell'Appennino, del Subasio e dei Monti Martani; ma sono le vicine, verdeggianti ondulazioni collinari ricoperte di oliveti e di vigneti a colpire maggior mente. Celebre altres per gli affreschi delle sue chiese, essi ne fanno un punto di riferimento essenziale per la conoscenza della pittura umbra. Inoltre i suoi santuari rappresentano, nel turismo religioso, una tappa importante, ancora quasi tutta da scoprire, della spiritualit umbra. Montefalco fu centro abitato fin dalla pi remota antichit. Probabile "pago" rurale, conserva memoria in una rara epigrafe del "marone" (magistrato tipico degli antichi umbri). Durante il periodo romano il colle si popol di ville patrizie, di cui permane il ricordo nei toponimi: Assegnano, Camiano, Colverano, Rignano, Satriano, Vecciano. Numerosi resti epigrafi e scultorei (Museo Comunale, Chiostro di San Fortunato) testimoniano, nonostante le molte dispersioni, il periodo pi antico e meno noto. La cerchia compatta delle sue mura medievali, intramezzata da torrioni, si apre con le porte di Federico II, di Sant'Agostino (con la torre dai merli ghibellini), di Camiano, della Rocca e di San Leonardo. Nel Medioevo l'abitato eb be il nome di Coccorone. Secondo una tradizione, che nel secolo Sedicesimo veniva definita "antica", il toponimo deriverebbe dal nome del suo presunto fondatore, il senatore romano Marco Curione. Altri, invece, lo fanno derivare dal greco oros (monte). Tra il 1239 e il 1240 il luogo prese il nome attuale di Montefalco, probabilmente legato ad uno dei falchi dell'imperatore Federico II di Svevia, espertissimo nell'arte della falconeria e autore de "Il trattato di falconeria ", che aveva soggiornato in Coccorone nel febbraio del 1240.

Santa Chiara della Croce Chiara di Damiano, nata intorno al 1268, entr nella comunit fondata dalla sorella maggiore Giovanna (a cui fu riconosciuta la qualifica di monastero sotto la regola di sant Agostino nel 1290) all et di sei anni. Nel 1291, alla morte della sorella Giovanna, Chiara le successe come badessa. Nel 1303 fece costruire l oratorio intitolato alla Santa Croce e a Santa Caterina. Dopo la sua morte, il 17 agosto 1308, vennero scoperti nel suo cuore il Crocifisso e lo scudiscio della flagellazione, simboli della passione e della crocifissione di Cristo, ed ebbe subito il titolo di Santa, anche se poi il riconoscimento ufficiale segu soltanto nel 1881, con la canonizzazione sotto Papa Leone XIII. Proprio per la grande devozione di Chiara alla Croce di Cristo e per il miracoloso ritrovamento di questi elementi nel suo cuore, prese il nome di Santa Chiara della Croce, compadrona di Montefalco insieme a S. Fortunato.

Chiesa di Santa Chiara della Croce Il santuario, fondato nel 1615, molto probabilmente fu progettato dall'architetto perugino Valentino Martelli, il quale fin dal 1603 era stato cittadino onorario di Montefalco. Tra il 1663 e il 1670 fu terminata la parte alta delle due facciate e la cupola e quest'ultima fu restaurata nel 1761. (nella chiesa) Nel braccio destro del transetto, in fondo, l'altare della santa (residuo della chiesa precedente del 1430), con grandioso prospetto in stucco, ornato di colonne, cornici, fregi decorativi, e da due statue collocate nelle due nicchie laterali, rappresentanti Girolamo e Sant'Agostino. Al centro dietro un'inferriata, in un'urna d argento massiccio, inviata da un donatore incognito a seguito di una grazia ricevuta (si pens ad un principe di casa Farnese) nel 1612, per m ezzo del generale dei gesuiti, riposa la spoglia incorrotta di Santa Chiara. Ai lati, entro due nicchie con inferriate, aperte nel 1718, sono conservate varie reliquie della medesima; una croce pettorale donatale, quando era ancora vivente, dal cardinale Giacomo Colonna; un busto d'argento dai richiami berniniani. in cui racchiuso il suo cuore; una croce -reliquario d'argento con i Misteri della Passione di Cristo scoperti nel suo cuore e i tre calcoli trovati nella sua cistifellea. Sopra l'urna una grande tela con un'estatica Santa Chiara e accanto il committente Fabio Tempestivi. E' un'opera firmata dal pittore ravennate Francesco Longhi datata 1600. Intorno nell'intradosso della parete, varie scene della vita della santa.

Cinta Muraria Montefalco conserva quasi intatta la proprio cinta muraria, documentata gi dal 1216 e che nel 1225 pare aver subito un primo ampliamento, dovuto a quell espansione demografica durata poi fino al Quattordicesimo secolo. Particolarmente importanti sono le tre antiche porte cittadine, Porta Camiano, Porta Sant Agostino (o della stradone) e Porta San Bartolomeo (attualmente chiamata di Federico II), situate rispettivamente a nord, sud e est della citt.

Porta Sant Agostino Porta Sant Agostino (o dello stradone) l accesso principale al centro storico e si apre nel tratto meglio conservato della cinta muraria, fatto restaurare dal rettore del Ducato di Spoleto Jean d Amien, forse con l intervento di Lorenzo Martani, poco prima del 1328. All interno della porta, sotto la volta, vi sono i resti di un affresco rappresentante una Madonna in Maest risalente al Quindicesimo secolo. Al di sopra si erge la torre merlata, elemento classico del sistema difensivo medievale.

Piazza del Comune La piazza di forma circolare, si trova al centro della citt medioevale; da essa partono le vie principali, che terminano tutte con una porta dove erano situate le primitive chiese parrocchiali. Sulla piazza, luogo della vita politica e amministrativa di un tempo, oltre al Palazzo Comunale, si affaccia il Palazzo del Podest, oggi Servili, completamente rinnovato, dove abitavano alcune famiglie nobili. Gi dal secolo Tredicesimo esisteva l'oratorio di S. Maria di Piazza. Solo nel 1705 fu iniziata la costruzione della Chiesa di S. Filippo Neri, oggi teatro

Il Palazzo Comunale Domina la Piazza del Comune ed attualmente sede dell'Amministrazione comunale. Costruito nel 1270 con dimensioni assai ridotte, venne successivamente ampliato su tutto il lato sinistro nel corso del Quindicesimo secol o, quando fu anche aggiunta la Loggia Rinascimentale in cotto con eleganti capitelli in pietra. La facciata lungo il Corso conserva i resti della costruzione duecentesca, con l elegantissima bifora che dava nell antica Sala del Consiglio, attualmente sala di lettura della Biblioteca comunale, nella quale vi un affresco della Madonna in Maest attribuibile a Giovanni di Corraduccio. La Biblioteca comunale conta pi di 10.000 volumi, tra cui numerose cinquecentine, settantasei incunaboli e circa cento manoscritti. Tutto l ultimo piano, sopraelevato agli inizi del Sedicesimo secolo, occupato dalla nuova Sala del Consiglio Comunale, con bellissime decorazioni ottocentesche.

Chiesa di Santa Maria di Piazza Risalente alle origini del libero Comune, cio ag li inizi del Tredicesimo secolo, in essa si riunivano i consigli comunali di Coccorone (antico nome della Citt) prima della costruzione del palazzo del popolo . All inizio del Quattordicesimo secolo venne ceduta alla confraternita del Sacramento (esistita fino al 1911), che la trasform nelle forme attuali e la fece decorare dal pittore locale Francesco Melanzio (1517), ultima opera firmata dell artista. Vi sono raffigurati: Madonna con Bambino in trono , San Gregorio che celebra la Messa , San Gregorio penitente (andato perduto) e, al di fuori della nicchia, i patroni di Montefalco: San Fortunato e San Severo . Accanto all ingresso presente un elegante acquasantiera sostenuta da una colonnina databile al Nono, Decimo secolo.

Chiesetta di Santa Lucia Nel nucleo pi antico del borgo medievale, presso la porta di Camiano, si nota la regolarit accurata della facciata della Chiesetta di Santa Lucia (fine secolo Dodicesimo) E una chiesa molto antica, documentata per la prima volta nel 1220 e fondata dai monaci benedettini. Nella chiesa durante, tutto il secolo Tredicesimo, risultano rogati numerosi atti notarili. Conserva un Crocifisso ligneo del secolo Sedicesimo. Successivamente lasciata in abbandono e quasi interamente demolita oppure crollat a nel corso dei secoli, soltanto recentemente stata parzialmente recuperata.

Porta Federico II Questa porta, anticamente chiamata Porta S. Bartolomeo, risulta la pi antica tra quelle della seconda cinta muraria. Sopra l'arco vi posta un'epigrafe con la data di un restauro, 1244, in cui sono scolpite la croce e l'aquila bicipite che esprimono i due sommi poteri medioevali, la Chiesa e l'Impero. I lavori di restauro avvennero dopo il soggiorno a Montefalco dell'Imperatore Federico II ( nel febbraio del 1240) e sembra che a tale avvenimento sia legata la nuova intitolazione della porta. Nei pressi della porta visibile la parte absidale della Chiesa di San Bartolomeo, che conserva importanti elementi romanici dell'Undicesimo secolo: una grande monofo ra ornata da tralci di vite e grappoli d'uva, una graziosa bifora; sotto quest'ultima visibile una porticina murata da cui, la notte del 28 ottobre 1527, entrarono a tradimento le Bande Nere di Giovanni de'Medici (allora affidate ad Orazio Baglioni) e saccheggiarono la citt.

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