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San Pietro, il sommo apostolo, fu crocifisso e sepolto nel Circo di Calligola, durante
la feroce persecuzione dei cristiani da parte di Nerone. L’imperatore reputava i
cristiani responsabili dell’incendio di Roma nel 64 d. C. San Pietro è considerato il
primo papa, di conseguenza per il governo papale il luogo del suo martirio era
l’ideale per fare erigere il santuario principale della Chiesa cattolica.
In questo luogo, sul colle Vaticano,e al di la del fiume Tevere, nel 318 d.C.
l’imperatore Costantino decise di costruirvi una grande Basilica in onore
dell’Apostolo San Pietro, detta Basilica Costantiniana, fu consacrata nel 326 d.C.
Dopo un periodo di abbandono durato 1200 anni, soltanto nel 1500 Papa Giulio II
affidò a Donato Bramante il progetto per la nuova Basilica che doveva essere
imponente ed immensa tale da poter accogliere tanti fedeli. Per volere
dell’ambizioso Giulio II la vecchia basilica di Costantino fu abbattuta, e cosi
iniziarono i lavori per il nuovo progetto.
Progetto di Bramante
I Progetti di altri artisti dopo la morte di Bramante
Afferma Argan: “Nell'ultimo tempo della sua vita l’arte ideale è per lui, l’architettura,
la cui forma non esige la mediazione della figura umana e non implica la mimesi”.
Nel 1547 Paolo III affida a Michelangelo l’incarico per la fabbrica di San Pietro.
Prima di lui altri grandi come Bramante e Raffaello si erano cimentati in questo
importante compito, che doveva colmare di responsabilità chiunque vi si accostasse.
Michelangelo ritorna allo schema della pianta centrale di Bramante, dall'alto valore
simbolico, e abbatte le aggiunte compiute da Antonio da Sangallo il giovane; elimina
i deambulatori e salva del progetto solo i quattro enormi pilastri costruiti dal
Bramante, suo antico nemico. Scrive Argan: “raccoglie i corpi in un unico organismo
plastico, che con un crescente affrancarsi della spinta sul peso, si conclude nella
grande cupola, che riassume e conclude tutto l’edificio”. Interviene nella zona
dell’abside. Utilizza l’ordine gigante e a questo sovrappone un’alta cornice. Le
superfici all'esterno così appaiono trattate in organica continuità con la struttura del
tamburo e della cupola, che presenta dei potenti costoloni. All'esterno il tamburo
appare ritmato dalla presenza di colonne binate. Tra le coppie di colonne
fortemente aggettanti si aprono delle finestre. All'interno invece vi è un ripetersi di
coppie di pilastri piatti nel tamburo, che suggerisce come un moto rotatorio intorno
al centro, rappresentato dal foro della lanterna. Strutturalmente la cupola è a
doppia calotta ( come quella del Brunelleschi) ed è conclusa da una lanterna che
riprende il motivo delle colonne binate del tamburo. Emerge un organismo
architettonico che unisce alla solennità, l’armonia di una immensa scultura, che si
articola nello spazio circostante. Ogni particolare assume un preponderante valore
plastico. Nel 1564 Michelangelo muore. La cupola di San Pietro, cui si era tanto
dedicato, non poté vederla realizzata. Saranno Giacomo della Porta e Domenico
Fontana e Carlo Maderno a elevarla successivamente rispettando, per le linee
fondamentali, il progetto michelangiolesco.
LA FACCIATA