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BASILICA DI SANT'AMBROGIO

La chiesa, priva di transetto, prolunga le proprie mura laterali verso l'esterno


dando origine a un vasto atrio porticato (quadriportico), che per dimensioni e
importanza non ha l'eguale in tutto il resto d'Europa.
Contrariamente alla destinazione del quadriportico nell'architettura
paleocristiana, qui esso assume la funzione di principale luogo di riunione (a
fini non solo religiosi) di tutti i cittadini di un Comune che, già alla fine dell'XI
secolo, era probabilmente il più popoloso d'Italia.

La basilica, a semplice pianta rettangolare, ha le medesime dimensioni del


quadriportico e si compone de tre navate terminanti con altrettante absidi
semicilindriche.

La navata centrale, larga il doppio delle altre, si articola in quattro ampie


campate quadrate. Le prime tre sono coperte con volte a crociera costolonate,
mentre la quarta in corrispondenza del presbiterio, è stata successivamente
coperta (metà del XII secolo) con una cupola a pianta ottagonale inserita all'
interno di un tiburio egualmente ottagonale. In questo caso il passaggio dal
quadrato della campata di base all'ottagono dell'imposta della cupola avviene
con il raccordo di quattro pennacchi a tromba che poggiano su altrettanti
pilastri compositi.

Le navate laterali sono a loro volta formate da otto campate minori, ciascuna
delle quali presenta una superficie pari a ti quarto di quella coperta da una
campata della navata centrale. Anche la copertura delle navate laterali è a
crociera e su di esse si imposta il matroneo. Quest'ultimo assolve qui a una
pura funzione statica, di maggior sostegno delle crociere principali ma,
affacciandosi sulla navata centrale per mezzo di grandi arconi a tutto sesto,
spezza anche la continuità delle pareti movimentandone la superficie.

Nella parte superiore della facciata si aprono tre finestroni, che rappresentano
le uniche significative fonti d'illuminazione delle navate. A essi corrisponde, sul
lato esterno, una loggia con cinque grandi arcate progressivamente digradanti
dal centro verso l'esterno, assecondando l'inclinazione delle falde del tetto.
Questa loggia risulta sovrapposta a uno dei bracci minori del quadriportico
che, essendo addossato alla facciata, funge in pratica da vero e proprio
esonartece, secondo la tradizione paleocristiana.
La copertura è del tipo a capanna e dall'esterno dissimula l'effettivo numero
delle navate interne.

Gli spioventi presentano semplici motivi decorativi ad archetti sormontati da


un fregio dentellato, e i materiali impiegati nella costruzione sono quelli tipici
della tradizione lombarda: soprattutto mattoni e muratura intonacata, con un
uso della pietra limitato a taluni elementi decorativi, quali le lesene o le ghiere
degli archi.
Il ritmico alternarsi dei grandi pilastri compositi delle campate maggiori con i
pilastrini intermedi di quelle minori scandisce lo spazio interno con geometrica
regolarità, interrompendo l'ideale continuità delle campate. In questo modo,
infatti, la navata centrale non viene più percepita come unica, ma piuttosto
come aggregazione di spazi successivi, da conquistarsi man mano che si
procede verso il presbiterio e il coro, a sua volta rialzato sopra la cripta.

Notevole, da un punto di vista artistico, è il portale dell'ingresso principale


della basilica, che è caratterizzato da una minuziosa decorazione a rilievo che
ha come significato metaforico lo scontro tra il bene e il male, risolto dalla
Chiesa grazie alla sua opera di redenzione e salvezza. I soggetti ritratti sul
portale sono fitomorfi con influenze classiche; nello specifico, è rappresentata
una sovrapposizione di nastri che sono impreziositi da raffigurazioni araldiche
e zoomorfe.

In corrispondenza del tiburio, nell'ultima campata della navata centrale, si


trova il presbiterio con, al centro, l'altare di Sant'Ambrogio, realizzato tra l'824
e l'859 da Vuolvino su commissione dell'arcivescovo milanese Angilberto II e
avente un prezioso paliotto aureo in rilievo con pietre incastonate su tutti e
quattro i lati, celebre opera di oreficeria carolingia. Su di esso è raffigurato
Angilberto II, in posa di donatore, che è incoronato vescovo di Milano da
sant'Ambrogio. In origine l'altare ospitava i corpi dei santi Ambrogio, Gervasio
e Protasio, in seguito trasferiti nella cripta sottostante. La parte dell'altare più
riccamente decorata è quella anteriore, che possiede influenze carolinge e
bizantine.

L'altare è sormontato dal ciborio di epoca ottoniana, commissionato


dall'arcivescovo di Milano Angilberto II, dal quale prende il nome. Esso poggia
su quattro colonne in porfido rosso risalenti alla basilica paleocristiana e
presenta, sulle quattro facce, altorilievi in stucco raffiguranti:

● Cristo dà il mandato a Pietro e Paolo (lato anteriore),


● Sant'Ambrogio omaggiato da due monaci alla presenza dei santi
Gervasio e Protasio (lato posteriore),
● San Benedetto omaggiato da due monaci (lato sinistro) e
● Santa Scolastica omaggiata da due monache (lato destro).

Nel catino absidale si trova un mosaico, parzialmente ricostruito dopo i


bombardamenti di Milano, che avvennero durante la seconda guerra
mondiale, riutilizzando i resti di quello precedente distrutto dalle bombe, che
risaliva all'XI secolo. Al centro vi è un Cristo redentore tra i santi Gervasio e
Protasio in abiti militari e, ai lati, due scene della vita di sant'Ambrogio,
specificatamente quelle legate l'alleanza tra la Chiesa milanese e quella
franca, da cui discese un forte legame tra Milano e l'Impero carolingio.

Notevole è anche la decorazione del sacello di San Vittore in ciel d'oro che
risale, come già accennato, al V secolo, in piena epoca paleocristiana. Al
centro della volta, che è completamente decorata da tasselli rivestiti da fogli
d'oro, è rappresentato san Vittore. Sulle pareti, come già accennato, sono
invece rappresentati a mosaico sei santi, tra cui sant'Ambrogio; quest'ultima è
la più antica raffigurazione conosciuta del santo milanese.

Conservato all'interno del Museo diocesano di Milano è l'ornato della porta


d'ingresso della basilica paleocristiana, che è costituito da quattro formelle
raffiguranti la storia di Davide, episodi scelti da sant'Ambrogio. All'interno della
basilica, sempre d'epoca paleocristiana, è presente il sarcofago di Stilicone,
decorato esternamente da episodi della vita di Gesù con richiami allegorici
della vita di fede.

Il campanile di destra, detto dei monaci, risale al IX secolo. Quello di sinistra,


detto dei canonici, è più alto e risale al XII secolo. Quest'ultimo è
contraddistinto dalla presenza di archetti pensili e dalla presenza di lesene; la
loggia trifora superiore è un'aggiunta della fine del XIX secolo.

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