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STORIA DELL’ARCHITETTURA 2

ARCHITETTURA IN ITALIA E IN EUROPA (1600-1750)


Arte e architettura in Italia Rudolf Wittkower (libro da leggere in bibliografia)
IL BAROCCO A ROMA Del libro sopra capitoli consigliati 7-8-9-10 (Bernini, Borromini, Cortona)

Bernini è un architetto del periodo barocco


ma che in molte sue opere si rifà al classico
per quanto riguarda le forme, come ad
esempio nel colonnato di san Pietro in cui
utilizza l’ordine architettonico con una
modalità di classicismo.

Borromini è l’altro polo del barocco romano


del ‘600, con ad esempio San carlo alle 4
fontane, dove piega l’ordine per creare effetti
scenografici e di stupore, che lo allontanano
dall’architettura rinascimentale.

Anche in altri architetti minori è questo


conflitto tra i due poli del barocco romano, da
un lato bernini con la sua grandiosità classica e
dall’altro la maniera più fantasiosa di
borromini. Nella prima metà del ‘600 vediamo
esplodere il classicismo nell’arte e nelle forme,
mentre l’altro polo si ha alla fine del ‘600 inizio
‘700.

GIROLAMO RAINALDI (1570-1655) passa quasi


tutta la sua carriera nell’Italia del Nord. Gli viene
chiesto un parere sul completamento della
basilica di san petronio, per quanto riguarda la
forma delle volte interne, che lui progetta in stile
gotico. Ipotizza anche un’idea di facciata in cui
mantiene gran parte del rivestimento marmoreo
del piano inferiore e progetta una facciata con dei timpani ad
edicola incastrati tra loro.
Lavora poi anche per i gesuiti. Progetto per la Chiesa di santa lucia a Bologna (1623)
(mai completata, ora aula magna dell’università), *riprende la chiesa del gesù a
Roma (a cui avevano lavorato Barozzi, della Porta e Michelangelo), con l’intersezione
al centro del transetto della cupola. Anche la facciata ipotizzata (mai costruita)
riprende facciata del Gesù, su due piani, ricca di colonne, paraste.

*
Sant’agnese in Agone (1644) IMPORTANTE RITORNA SPESSO
Progetto di Girolamo, ma la costruzione fu completata dal figlio Carlo Rainaldi. Nel
disegno la cupola è appoggiata in modo “goffo” sul corpo della chiesa. La chiesa oggi
è diversa dal progetto iniziale. Pianta che poggia su un quadrato con spigoli smussati
che crea un ottagono irregolare che regge la cupola a base circolare. Nonostante
l’aspetto barocco, la pianta in sé risente di vari modelli rinascimentali.
CARLO RAINALDI (1611-1691)
Santa Maria in Campitelli (1660): facciata curvilinea, abbandona l’influenza paterna
e si dedica allo studio di un’opera contemporanea ispirandosi a Pietro da Cortona.
Pianta ellittica con un presbiterio circolare. Un’ispirazione deriva dalla chiesa di san
salvatore, quindi dall’Italia settentrionale, con grandi colonne libere.

San Salvatore, Bologna (Giovanni Mazenta): Facciata ad edicola, sperimentazione


del padre Girolamo, vista anche in santa Lucia. Le colonne libere in facciata sono su
due livelli. Facciata scenografica con riferimenti a Michelangelo (Porta Pia e palazzo
dei conservatori), Cortona (Chiesa santi luca e martina)
Sant’Andrea della Valle (1655-65), la facciata era
stata iniziata da Maderno ma non era stata
completata ed era rimasto alla base delle colonne.
Rainaldi movimenta la facciata giocando con le
masse murarie che avanzano e retrocedono.
Le chiese di Santa Maria in Monte santo1 e dei
Miracoli2 sono due chiese con 2 piante diverse, una
ellittica1 e una circolare2. Si trovano in pazza del
popolo a Roma. Esternamente sembrano 2 chiese
gemelle.

Santi Vincenzo e anastasio (1646-50) di Martino Longhi: somiglianze con Campitelli,


le 3 edicole si sovrappongono l’una dentro l’altra ed infatti è detta chiesa delle
canne d’organo. Il timpano del portale sporge ulteriormente verso lo spettatore.
Anche il timpano curvilineo sporge dai timpani
triangolari più ampi. Il verticalismo della
facciata è accentuato dalle colonne esterne del
piano terra che sono nettamente separate dal
nucleo di colonne centrali che spingono lo
sguardo verso l’alto. Il timpano che sormonta il
portale non è sorretto dalle colonne ma sporge
ulteriormente creando un ulteriore modulo.
Nella parte superiore vi è uno schema di sei
colonne legate dagli aggetti della trabeazione e
dai 3 timpani collocati l’uno dentro l’altro.
Quindi non essendoci colonne esterne, si va ad
unificare i moduli delle colonne
raddoppiandole in maniera simmetrica. Questa
chiesa porta la tendenza berniniana verso delle
vette molto sperimentali, infatti l’ordine
classico viene rimescolato, sottratti alla regola
del rinascimento del ‘500.
CARLO FONTANA (1638-1714) dopo la morte dei maestri bernini e borromini, carlo
fontana diventa il maggiore esponente delle committenze architettoniche a Roma.
Opera principale è la chiesa di San Marcello al
corso (1682-83): con una facciata impostata su
un arco di cerchio ed è disposta su vari “strati”
posti uno sull’altro come se si potessero
rimuovere. Vi è una grande edicola che sormonta
il portale con delle colonne binate che culminano
con una finestra in cui Fontana voleva inserire
un’immagine o mosaico.
Progetto per completare piazza san Pietro:
voleva creare un pezzo trapezoidale rielaborando
in fondo il terzo braccio che doveva chiudere
l’ellisse della piazza.

Basilica dei Martiri Cristiani: Fontana voleva riempire la cava del Colosseo con una
piazza porticata che si chiudeva con una chiesa circolare porticata.
ALLIEVI FONTANA
Specchi, Porto di Ripetta (Roma), scalinata su linee curve

Specchi, De Sanctis: Scalinata di trinità dei monti


(1723-26): Venne costruita per la comunità francese
che era frequentatrice della chiesa in sommità

Raguzzini, Piazza Sant’ignazio (1727-28): si


accomunano 3 diversi ellissi, creando 3 facciate
curve negli edifici che si affacciano sulla piazza.
Vista verso l’alto queste linee curve si
ricompongono nel cielo.

Salvi, Fontana di trevi (1732-63): stile


Rococò, sovrabbondante e sovrastante
che va a nascondere le strutture
architettoniche. L’edificio dietro ha un
piano attico che riprende quello di
Costantino.
Galilei, facciata di s. Giovanni in Laterano (1732)
(qui siamo alle soglie dell’ascesa del neoclassico)
È la prima chiesa della cristianità
romana. L’ordine è preponderante con
grandi effetti di chiaro-scuro dei
loggiati che evidenziano l’architettura
classica e sopra un attico con grandi
statue come quelle di Bernini poste su
San Pietro. L’aggetto della parte
centrale con un frontone in puro stile
classico, non spezzato o raddoppiato,
crea un doppio livello nella struttura,
come se l’edicola centrale potesse
essere staccata.

Nel 1766 con il rinnovato studio dell’antico che si era creato si ebbe la fondazione
dell’accademia di Francia a Roma, la francia fu la prima nazione a creare
un’accademia per artisti francesi che volessero fare un periodo di studi in italia.
I papi e la chiesa nello stesso tempo capirono che le rovine della città dovevano
essere tutelati: figure fondamentali furono Papa benedetto 14esimo che fonda due
enti ancora esistenti -> (il museo capitolino, primo museo pubblico di arte antica;
l’accademia delle romane antichità), cardinale Alessandro albani si interessò al
rinnovato spirito archeologico e fece costruire Villa Albani.

Villa Albani: museo per la collezione di statue antiche collezionate dal cardinale,
grazie all’aiuto di Winckelmann (vita 1717-68). Il salone centrale della villa è
decorato con un dipinto rappresentante il dio apollo con attorno le muse.
VENEZIA E L’EREDITA’ DEL CLASSICO
Santa Maria della Salute (1631-87):
viene costruita come voto cittadino se si
fosse scampati alla pesta, perché il 1630
fu l’anno della peste. Il senatore
Giovanni Pesaro era ambasciatore della
repubblica di venezia a roma, e quando i
veneziani iniziano a pensare di trovare
un architetto per la costruzione della
basilica e si chiede aiuto a Pesaro per
fornire il nome di un grande architetto.
A venezia sono sempre stata in lotta 2
fazioni politiche, una più legata alla
chiesa di roma e l’altra più
indipendentista di cui faceva parte
Pesaro, che ritenevano che venezia dovesse rimanere indipendente dal punto di
vista politico e culturale. Così non ritenendo adatti gli architetti romani per la
costruzione della chiesa, i patrizi veneziani decisero di affidarla a
Baldassarre Longhena, uno scalpellino veneziano, di cui si pensa che la sua
personalità artistica sia stata influenzata dal patriziato veneto, che voleva creare
un’architettura distinta da quella romana. Il risultato della chiesa ha molti rimandi
all’architettura del ‘500. Venezia vuole quindi mantenere le distanze dalla stagione
del barocco romano e voglia ribadire la sua indipendenza culturale.
Composta da 3 blocchi: 1 ottagono con 8 piloni di sezione triangolare ed attorno un
deambulatorio, 1 presbiterio formato da un corpo cupolato con due esedre laterali,
ed infine 1 coro. I modelli di riferimento per la pianta furono la Basilica di san Vitale
a Ravenna per il corpo ottagonale centrale e S. Giovanni dei fiorentini di Sangallo
per la cupola cassettata impostata su un tamburo colonnato internamente.

Altro importante riferimento è la chiesa del redentore di Palladio, per quanto


riguarda la cupola impostata su base quadrata, esedre laterali e dietro un coro.

Nonostante il progetto si discosti dalla città di Roma, i patrizi veneziani vogliono


andare a ripescare il passato romano, quindi si discostano dal ‘600 romano e vanno
a ritroso nel rinascimento e nelle opere palladiane veneziane.
L’ordine riportato fuori in facciata fondato sul rinascimento si ripete all’interno.
Vi sono diversi scenari della chiesa, il primo dalla scalinata col portone, il secondo
quando ci si ritrova all’interno con uno scenario simile, ripetuto 8 volte come 8 sono
gli archi che sostengono la cupola, ultimo scenario è l’ingresso al presbiterio.
L’ordine delle cappelle laterali diventa l’ordine minore della facciata.
Il procedimento compositivo è come quello di palladio, l’ordine minore si interseca
nell’ordine maggiore creando una sorta di arco trionfale.
Scalone di S. giorgio Maggiore, Longhena (1641-46): è uno spazio aperto che
diventa un tutt’uno con il chiostro e con la parte superiore ricca di ampie finestre.

S. Maria di Nazareth detta degli Scalzi: longhena ne progetta lo spazio interno:


navata unica con 3 cappelle per parte, quella centrale più allungata. Il barocco
veneziano si esplicita nella ricchezza decorativa e colorata.

Chiesa dell’Ospedaletto, si trova in una strada molto stretta di


venezia, facciata regolare animata da erme con teste leonine e
diverse statue
Ca’ Pesaro: architettura civile, sovrabbondanza delle decorazioni e ricchezza del
chiaro scuro data dalla profondità degli aggetti, basamento bugnato ed ordine ai
piani superiori

Ca’ Rezzonico: longhena continua a guardare al ‘500 per i suoi palazzi, piano terra
bugnato e l’ordine ai livelli superiori. In facciata vi è un doppio ordine dato da delle
piccole colonne ioniche che sorreggono delle finestre a serliana, riprendendo Ca’
corner di Sansovino.*

*>>
Tirali - S. Niccolò dei Tolentini: chiesa
incompiuta, unico elemento completato è
il pronao colonnato.
G. Massari – S. Maria del Rosaio (1726-42)
Riprende i modelli palladiani; l’interno ha
uno spazio centrale rettangolare con angoli
smussati, dando una sensazione più
avvolgente, vi sono 3 cappelle laterali per
parte, poi vi è un presbiterio quadrato con
la sua cupola e dietro il coro.

G. Massari - Palazzo Grassi (1748): si rifà anche lui a Sansovino, facciata semplificata
e asciutta tanto da sembrare un disegno. Lo scalone interno riprende quello di
Longhera ma utilizzando l’artificio dell’illusione pittorica.

L’architettura veneziana è difficile da


definire barocca, se non per gli interni
colorati e scenografici, perché si
mantiene ancorata a temi ancora del
‘500.
Giuseppe Pozzo – Altare della chiesa dei Gesuiti (1723)
Ricchezza e sfarzosità barocca con colonne tortili e
trabeazione segmentata. Le colonne con effetto
damascato (decori verdi su fondo bianco) è in realtà un
intarsio di marmo verde su marmo bianco. Il marmo da
degli effetti di drappeggio molto particolari.
Scalfarotto – S. Simeon Piccolo: è un grande omaggio al
pantheon, ma di piccole dimensioni. Interno circolare
con nicchie spezzate da transetti di colonne. Cupola
bizantina come quella di san Marco.

05/03/2021 L’EMILIA E L’ILLUSIONE


Emilia è una delle regioni italiane in cui si sviluppa la tendenza verso
un’architettura illusionistica e scenografica.
Modena, l’invenzione di una capitale: nel ‘600 diventa una capitale dinastica grazie a
Francesco I d’este, appartenente alla famiglia più importante del rinascimento
italiano, nipote di Cesare d’Este, il quale aveva dovuto lasciare Ferrara a causa di un
fratello illegittimo che aveva portato la città di ferrara sotto lo stato di roma.
Bartolomeo Avanzini inizia il palazzo ducale di Modena, un immenso palazzo che
francesco non riuscì mai a veder finito, date
le sue dimensioni. Il suo disegno originale
però era stato dato da Girolamo rainaldi, che
vedeva l’ampliamento del castello ducale per
farlo diventare un palazzo ducale moderno. Il
progetto verrà poi passato al giovane
architetto Bartolomeo Avanzini sotto
consiglio di Bernini. Il progetto di avanzini
però verrà sempre corretto e verranno dati
consigli e revisioni da parte di bernini e
cortona. Le torri del palazzo ricordano la forma del palazzo panfili a Roma,
progettato da Girolamo, così come le balconate sorrette da colonnati che avanzano
e retrocedono nel blocco centrale. Internamente vi è una grande corte con doppio
loggiato a serliane che ricorda la basilica palladiana di Vicenza. La scala del palazzo
ducale è realizzata su pianta quadrata con al centro una piccola corte che fa entrare
la luce e la volta è sorretta da colonne di stile michelangiolesco.

Palazzo Ducale di sassuolo, vicino modena: diventa la residenza estiva della famiglia
ducale. In una delle sale interne viene simulato un loggiato con cariatidi aperto su
un paesaggio di battaglia e vi è una
porta dipinta (destra) che riprende lo
stile di quella reale.

Ai tempi vi erano i pittori quadraturisti


che erano esperti di pitture illusorie e
prospettiche, e poi vi erano i figuristi
che realizzavano le immagini.
Vigarani e l’architettura teatrale
Alla morte del duca francesco I viene costruito un tempio in legno e cartapesta
dipinto a simulare il marmo, posto all’interno della chiesa di sant’agostino a
modena. Vigarani aveva disegnato anche altri apparati effimeri per le pareti della
chiesa di modena che vennero poi costruiti realmente in mattoni.

Chiesa di San giorgio (1646-55) a Modena:


Vigarani amplia le dimensioni in modo illusorio
con una grande croce greca con delle piccole
navate minori che si uniscono in una cupola
centrale. È una chiesa su 2 livelli, come se fosse
un matroneo, sembra quasi uno spazio teatrale,
l’interno di un palazzo da ballo.

Chiesa di s. Maria della vita (1688-92):


Chiesa di origini medievali che viene
ricostruita a seguito di un crollo da
Bergonzoni. Pianta longitudinale con
un ottagono irregolare e cappelle
interne, che sorregge una cupola
ellittica, dietro una cupola circolare
poggiata su un corpo quadrato.
Palazzo Bargellini, Provaglia (1638-58): l’ordine architettonico scompare per
lasciare un rigore assoluto, ricompaiono solo dei triglifi dorici sulla cornice del tetto.
Il portale viene aggiunto al progetto alla fine con due grandi telamoni che
riprendono l’edificio di palazzo di Montecitorio, ma secondo il progetto di Bernini.
Palazzo Pepoli Nuovo (1660): ritorna il gusto scenografico
per l’illusione, soprattutto nelle grandi scale dei palazzi
bolognesi, perché servivano durante la celebrazione del
gonfaloniere per festeggiare. Questo era un esempio
ancora semplice.

Palazzo Fantuzzi (1680): lo scalone nella


parte superiore era aperto su tutti i lati per
permettere ai membri della magistratura di
ammirare la processione che portava il
gonfaloniere alla carica nel palazzo pubblico.
Palazzo Marescotti (1680): lo scalone fu realizzato da Giangiacomo Monti (pittore di
quadrature per il duca di modena, ritorna a bologna a fine vita e mette in pratica le
grandi architetture illusionistiche che
aveva sempre disegnato). Composta da
2 rampe sotto un enorme spazio
voltato che doveva contenere la scala
scenografica.
Da ogni punto della scala si aprono
nuovi punti di vista che sono integrati
con pitture illusionistiche ad esempio
con dei finestroni chiusi dipinti per
simulare che ci sia qualcosa dietro.
Palazzo Ranuzzi (1688): scalone realizzato
dall’architetto Torri, a livello terreno si
accede tramite atrio esagonale, le due rampe
semicircolari si uniscono in una rampa
centrale che arriva in un pianerottolo
intermedio aperto con una grande balaustra.
La parte bassa dello scalone conferisce un
senso di oscurità per poi suscitare una
meraviglia nello spazio aperto che si vede
dopo la prima rampa e che porta con la
rampa centrale al piano effettivo.
Giangiacomo Monti – Palazzo Albergati di Zola Predosa: all’interno si sviluppa una
sala a pianta quadrata che in sezione si espande su 3 livelli ed arriva fino al soffitto
della torre centrale che fuoriesce dal corpo dell’edificio, arrivando a 33m di altezza.
Essa diventerà una sala per le commedie teatrali. L’esterno del palazzo in mattoni
non rispecchia l’interno barocco di grandi impatto.
Portico di San luca (1674):
si tratta di una scenografia
urbana, è percorso coperto
per raggiungere il santuario,
per riparare i fedeli da
pioggia e vento, quindi si
realizza un lunghissimo
portico. Il portico di
bologna parte da porta
Saragozza per arrivare ad
una cesura, che verrà
colmata con un arco, l’arco
del meloncello*, da lì poi
parte il tratto curvo che
porta al santuario di san luca.
Questo portico viene progettato da giangiacomo monti.
*sotto passava la strada porettana e per superare questa strada viene pensato di
creare un’arcata da un membro della famiglia bibiena. La struttura ha un grande
valore scenografico, in quanto si imposta tutto sulla linea curva, anche l’ordine viene
piegato e trasformato per creare questa struttura completamente curvilinea.
In pianta si vede il motivo dell’arco così curvilineo, perché serviva come raccordo tra
i due portici, quello in pianura e quello che portava alla collina.
L’architetto Dotti realizzerà la Basilica di S. Luca: viene impostata su figure
geometriche semplici, cilindro su base ellittica e una cupola. Il portico si conclude
proprio sulla sua facciata e ne costituisce l’architettura stessa. Questo santuario ha
un grande valore paesaggistico per i bolognesi.

11/03/2021 GUARINI, GENIO BIZZARRO


Il Piemonte per tutto il rinascimento è una regione di confine
Torino: la costruzione di una capitale (spostata da Emanuele di Savoia)
Nel 1563 torino viene riplasmata dai Savoia e praticamente viene costruita ex-novo
proprio per diventare una nuova capitale. Emanuele capisce che il suo destino
politico deve rivolgersi all’italia visto
che la francia era un regno
potentissimo, mentre l’italia era
debole dal punto di vista politico
può tentare un ampliamento dei
suoi domini. Nel ‘700 Torino si
diventerà una città moderna su
maglia regolare con grandi piazze e
strade rettilinea, una potente cinta
bastionata fatta per resistere agli
assedi ed una grande cittadella
pentagonale a difesa della città.
Ampliamenti città di Torino:
1) Inizialmente rettangolare con 4 semplici
bastioni ai lati (era la Torino medievale con
fondazione romana a castrum) con a destra
l’antico castello medievale che era
inizialmente la porta pretoria (romana) che
venne ampliata e trasformata in un castello
medievale (castello nero in cartina).

2) Alla fine del ‘500 venne poi aggiunta a lato


del rettangolo la cittadella pentagonale

3) Poi si passerà all’ampliamento della città da


parte del duca Emanuele I di Savoia: primo
ampliamento del 1620 si rivolge verso Sud,
con la costruzione di palazzo reale nella zona
Nord-Est che avrà una grande piazza sul
davanti da cui si svilupperà una lunga strada
rettilinea (cosiddetta Via Nuova) che
culminerà nella Porta Nuova ed al centro si
formerà la piazza Nuova (oggi Piazza San
Carlo che è oggi il centro della città). Gli
isolati della nuova città sabauda sono più
grandi e anche le strade sono sempre molto
larghe, per mantenere le altezze delle
facciate degli edifici quanto più omogenee.
4) Nel 1673 ulteriore ampliamento con la strada di po’ che dal castello porta
verso il po’ e scardina l’assetto regolare della città. Nel 1715 ulteriore
ampliamento che porterà alla pianta a forma di mandorla.
Piazza san Carlo: una piazza moderna nella sua concezione caratterizzata da portici
uniformi ed inoltre le cortine edilizie non è un unico palazzo, ma sono diversi edifici
che vengono unificati in un unico fronte della piazza, con un piano nobile sopra il
portico e sopra un piano per i servizi.

Gli architetti dei Savoia sono architetti militari che hanno come idea per torino
quella di fortificare ed abbellire la città con le strade nuove. I principali furono
Ascanio vittozzi ed i Castellammonte.

Guarino guarini (1624-83)


Studia la teologia e la filosofia a Roma
ma si applica anche allo studio della
matematica. Dopo torna a Modena e
crea il suo primo progetto: convento
casa teatina di s. vincenzo composta da
grandi gallerie che davano accesso a
singole stanze che erano poste su 2
livelli, perchè vi era una grande
balconata che si affacciava sulla galleria
sottostante e la luce pioveva da delle
finestre poste in alto.
La tensione verso l’alto e, l’interesse per la luce e la complessità degli spazi
saranno temi fondamentali in Guarini. All’interno vi è il grande tabernacolo
che ha molto in comune con quelle che diventeranno le architetture reali di
Guarini, sarà l’idea per progetti architettonici e non più solo scultorei.
Messina, chiesa dell’annunziata: Nel 1908 venne
rasa al suolo dal terremoto di Messina. Facciata
con vari elementi decorativi come le edicole che si
sovrappongono e si incastrano alla struttura, ma
per certi punti di vista non è ancora aggiornata al
‘600 romano. Con la facciata risolve una situazione
urbanistica complessa, in quanto, la facciata
originaria della chiesa era posto in diagonale
rispetto alla strada su cui si affacciava, quindi
guarini ruota leggermente la facciata rendendola
curvilinea, per adattarla al filo della strada e nel
settore che rimane vuoto dato dallo scarto che si
era creato tra la vecchia facciata e la nuova
facciata pone il campanile ottagonale.

Messina, chiesa dei somaschi (solo progetto)


Chiesa a pianta esagonale con un ambulacro.
Sui piloni triangolari centrali sono impostati
dei pennacchi sferici che sostiene una
trabeazione circolare su cui imposta una
cupola che ritorna alla pianta esagonale con
degli archi iperbolici che si intersecano
formando dei gusci su cui si aprono delle
finestre, sopra si forma un’ulteriore figura
esagonale su cui si imposta una grande
lanterna che fa piovere ulteriore luce
all’interno della chiesa.
Guarini a Parigi
Chiesa di Sainte-Anne-la-Royale per il cardinale
mazzarino e riesce a conquistarsi in francia
diventando il primo ministro del regno di francia.
Pianta a croce greca con un’ampia facciata
ondulata, con le campate fatte ad ottagoni
irregolari.
In sezione si innalza un tamburo molto alto con
sopra una cupola a costoloni incrociati ed al centro
la cupola a cesto è aperta e si apre su un’ulteriore
cupola e una lanterna. Così facendo si creano tanti
livelli di illuminazione. Nella parte del tamburo vi
sono delle finestre che fanno entrare la luce che è
mediata dal colonnato, poi nella parte a canestro
la luce entra direttamente da delle finestre dalla
forma a violino, mentre nell’ultima cupola le
finestre non sono visibili dal basso, quindi non si
vede il punto di illuminazione. La facciata è a
pagoda, quindi un andamento a salite che si
conclude con la lanterna a spirale.
Uno dei riferimenti per l’uso degli archi intrecciati usati da Guarini è l’architettura
di Borromini, come nella cappella di Propaganda Fide a Roma*, dove la volta è
composta da una serie di archi che si gettano da un punto all’altro della volta di base
da una parasta all’altra.
*

Lisbona, chiesa della Madonna della Provvidenza: fondata tutta sulle linee curve.
È una chiesa dinamica nella sua concezione spaziale. Guarini voleva creare una
struttura dinamica, in cui le volte della chiesa non sono tradizionali, ma diventano
delle superfici curvilinee. Grazie allo studio scientifico-geometrico delle volte
(trattato di vesarg) guarini si può permette di padroneggiare volte complesse.
Torino, Cappella della Sindone:
contiene la reliquia della sacra sindone, nel
‘500 quando torino diviene capitale tra i primi
personaggi a visitarla vi è san carlo borromeo
che propone di costruire una chiesa per la
sindone, alla fine viene costruita una cappella
in fondo alla cattedrale di torino
(rinascimentale). Anche questa cappella fu
colpita nel 1999 da un incendio (la
sindone fu salvata), il restauro è durato
più di 20 anni.
Originariamente la pianta circolare aveva
piccole nicchie divise da colonne dove
dovevano essere inseriti alcuni personaggi
di casa savoia. Vengono inseriti da Guarini
3 vestiboli circolari, al posto di alcune
nicchie, a formare un triangolo inscritto
nel cerchio della pianta. In due dei
vestiboli vennero inserite delle scale che
portavano alla cattedrale di Torino,
mentre l’alto vestibolo dava accesso a una
serie di percorsi che portavano al palazzo
reale. Si nota quindi la presenza del
numero 3 e grazie alle linee tratteggiate in
pianta capiamo che guarini volesse
replicare progettualmente, come nella sua
chiesa dei somaschi di messina e di parigi,
una trasformazione della pianta tramite i
piloni che sorreggono degli arconi
trasversali che fanno transitare la pianta
da un cerchio perfetto ad una base triangolare.
In sezione si vede il cilindro base di
partenza, poi si vedono gli arconi che
uniscono i piloni di castellamonte, così
facendo alcuni piloni finiscono per non
avere funzione e sorreggono elementi
decorativi. Nelle arcate sono aperti degli
oculi tondi sia al di sotto degli arconi sia
nei pennacchi (in tutto sono 6). Sopra si
imposta una trabeazione circolare con
una struttura a 6 piloni aperti da archi su
cui si innesta la cupola. La “cupola” viene
costruita con degli archi ribassati che si
impostano sulle chiavi di volta di ognuno
di essi, tutto ciò per 6 volte creando 36
archetti. Infine una stella terminale a 12
punte nasconde la lanterna sommitale. La
base della cappella ha un marmo nero,
mentre sopra diviene di colore chiaro.
Questa cupola sembra estremamente
dilatata in altezza, dal momento che i
colori divengono progressivamente più
chiari verso l’alto, inoltre l’insieme degli
oggetti fa credere all’osservatore che ci
sia uno spazio molto grande, quando in
realtà è solo un’illusione ottica.
Guarini ha una mentalità gotica, non gli
interessa il pieno murario, ma gli interessa il
dinamismo e l’ingresso della luce.
Torino, S. Lorenzo:
Vere muratore formano un grande
quadrato esterno, la pianta è un
ottagono irregolare curvilineo con grandi
nicchie. In sezione le grandi serliane
sorreggono una prima trabeazione che
sottolinea la forma ottagonale della
chiesa che sostengono dei pennacchi cui
sopra vi è un anello circolare. I pennacchi
poggiano sul vuoto creando quindi
disorientamento nell’osservatore.
Guarini ripete il sistema strutturale che
aveva adottato in altre chiese, l’uso dei
piloni e dei pennacchi si contraddice
sopra alla trabeazione circolare dove
imposta gli archi iperbolici, ritornando
alla figura della stella ad 8 punte con
lanterna centrale. Viene usato come
modello di riferimento per la
trabeazione circolare sorretta da
pennacchi la chiesa di Sant’agnese in
Agone a Roma, usata come modello
anche da altri grandi artisti del barocco.
Qui a San Lorenzo però i pennacchi
appoggiano sul vuoto e creano delle
cappelle aeree, leggere e sfondate dalle
serliane, quindi è diverso dalla struttura
di Sant’agnese che aveva dei grandi
piloni a fare da base. Qui si vede la
meraviglia barocca, perché ci si chiede
come i pennacchi possano poggiare su
dei falsi piloni. Sopra alla trabeazione
circolare poi reimposta gli archi iperbolici
in modo di tornare alla figura
dell’ottagono. C’è questa continua
variazione fondata sulla figura
geometrica.
Guarini gioca con le fonti di luce, vi sono alcune visibili
che creano fonti di luce piena ed alcune invisibili come
la luce della lanterna che piova grazie alle forature della
cupola, che rimane una struttura smaterializzata come
un pizzo per far piovere all’interno della chiesa la luce
naturale. Il presbiterio di forma ovale si compenetra
all’interno dell’ottagono aprendosi con un lato convesso
verso il centro, mentre dall’altra parte diventa un lato
concavo che guarda ad un coro posteriore. La cupola si
regge grazie ad una struttura nascosta (archi scuri nel
modello), vi sono 4 archi che si posano sul muro esterno
quadrato della chiesa e permettono di sorreggere la
cupola. Questa struttura non ha nulla di rinascimentale
o barocco, ma sembra rifarsi all’architettura medievale
del romanico.

SANT’AGNESE IN AGONE
Torino, Palazzo Carignano: la facciata ha
una forma di sinusoide che si apre al
centro con una doppia edicola,
particolarità degli elementi decorativi tutti
realizzati in mattoni. All’interno della corte
viene fuori dalla struttura un cilindro
ellittico. Tutto è realizzato secondo un
chiaroscuro delle sporgenze, senza ordini.
Scaloni curvilinei della scala che invoglia il
visitatore a scoprire cosa c’è, il fatto che la scala nasconda quello che c’è in alto
invoglia a salire. Esse ci portano ad un salone centrale ovale con una balconata
continua in sommità ed al centro della volta si apre un oculo ovale in sommità.
Le architetture di Guarini sono un passo
avanti a borromini, perché crea delle cupole
che creano giochi di luce e che mettono in
scena la meraviglia del barocco. Si pensa
che dall’architettura gotica e da quella
arabo-spagnola Guarini possa essere stato
influenzato, basandosi però su regole
scientifico-geometriche come dal trattato.

Filippo Juvarra “Primo Architetto” di sua maestà


(oltre che conosciuto e conteso tra tutti sovrani di europa)
Filippo Juvarra (1678-1736) nasce in una famiglia di argentieri a messina e da
giovane diviene prete, a Roma si farà notare come disegnatore di scenografie
teatrali, con dei bozzetti. A roma studia l’architettura dell’antichità del rinascimento
e dei suoi contemporanei. Si formerà sotto carlo fontana. Ha una formazione
pienamente classica, perché nella bottega di carlo fontana si studiava l’architettura
secondo la regola, i trattati e l’ordine architettonico. Quindi da questa formazione si
capisce che è un personaggio agli antipodi di Guarini.

Progetto di chiesa a pianta centrale (1707): concorso


dell’accademia di san luca, dove aveva studiato, in
questo progetto si ha una concezione 600esca con pianta
ottagonale, ma poi la chiesa si sviluppa tutta in altezza,
con un’immensa cupola molto più alta del corpo della
chiesa.
Dovrà tornare a messina nel 1714 perché Vittorio amedeo di savoia era diventato re
di sicilia (come ricompensa degli sforzi fatti per la guerra di secessione di spagna) e
ricercava un architetto di alto livello. Juvarra quindi presenterà i suoi progetti e il re
di sicilia lo porterà a Torino. Gli viene subito commissionata una grandiosa chiesa,
la Real basilica di Superga:
Nella pianta è presente un
monastero nella parte
retrostante. Tutto è basato
su semplici rapporti
geometrici, ad esempio la
larghezza del pronao
porticato è la metà del
diametro complessivo della
chiesa ed è largo quanto le
ali laterali. Vi è un nucleo
centrale ottagonale con
cappelle sui 4 assi principali
e cappelle minori sugli altri
4 assi. Anche questa
impostazione ci ricorda
sant’agnese in agone di
rainaldi e borromini, ma
con delle differenze
all’interno. Vi sono 8
colonne giganti corinzie
che però non reggono degli
archi o pennacchi, ma reggono una trabeazione ad anello.
Juvarra fonde in un’unica architettura il modello della cupola del pantheon che si
eleva sul cerchio e il modello della cupola di san pietro di bramante che si eleva
dalla croce greca. Il presbiterio
rimane un nucleo separato dal
corpo principale, quindi rimane
separato dall’ottagono centrale.
La cupola svetta in alto e se ne
vede la continuità verticale data
dalle colonne, anche in alto vi
sono delle colonne corinzie
alveolate da cui partono delle
costolonature che si innestano in
una cupola cassettonata, come
avveniva nelle cupole di bernini e
pietro da cortona come in sant’andrea in quirinale e santi luca e martina. Questo
modo di costruire le cupole del ‘600 romano mostra la fusione di due metodi
costruttivi ovvero la cupola cassettonata romana e le costolonature gotiche.
Dall’esterno si vede che nell’architettura del ‘700 usa colori tenui e pastello. La
cupola riprende nel modello pietro da cortona nella chiesa di san carlo al corso a
roma. Nel pronao Juvarra si dimostra un portatore di puro linguaggio classico,
riprendendo il tema del tempio romano come aveva fatto bernini col colonnato di
san pietro. (Guarini prima di Juvarra era stato architetto ducale, nonostante ciò lo
stile ed il metodo di costruire sono molto diversi). La composizione della cupola al
centro con le torri laterali ha una derivazione tedesca, infatti le cuspidi dei campanili
si rifanno a delle abbazie germaniche del barocco tedesco, come l’abbazia di melk.

Abbazia di Melk, in Germania

Torino, S filippo neri: Viene chiesto di ricostruire questa chiesa in centro a torino,
una chiesa longitudinale con un modello classico, con 3 cappelle per lato aperte da
un motivo a serliana. Juvarra rialza la volta, aprendo finestre circolari, dando una
sensazione di maggiore leggerezza rispetto alle chiese antiche romane.
Chiesa del Carmine (TO):
chiesa a doppio livello,
navate unica e 3 cappelle
laterali ed un profondo
presbiterio. In sezione si
vede che sopra le cappelle si
apre una seconda galleria. Le
cappelle laterali sono a tutta
altezza e sono intervallate a
metà da un arco, e la volta è
sfondata per far entrare la
luce; vi è una perfetta
gradazione degli effetti della
luce. Il grande oculo della
cupola fa piovere la luce
sopra l’altare. La navata
centrale è in penombra e
vengono aperti degli squarci
di luce dalle finestre della
galleria superiore. Qui
Juvarra può essere
influenzato dalle opere di
Guarini, sconfessando la
chiesa basata sui blocchi
murari, progettandola con murature che si aprono ai lati per far entrare la luce.
S. michele (1583) a monaco:
questa chiesa è molto
simile a quella di Juvarra
(chiesa del carmine) dove la
volta a botte è sostenuta da
grandi arcate che formano
un livello di cappelle al di
sotto ed una galleria al di
sopra. Probabilmente nei
viaggi di Juvarra lo hanno
messo in contatto con
diverse architetture che non
erano noti ai suoi grandi
maestri del barocco
romano.
Le architetture di Guarini sono un passo
avanti a borromini, perché crea delle cupole
che creano giochi di luce e che mettono in
scena la meraviglia del barocco. Si pensa
che dall’architettura gotica e da quella
arabo-spagnola Guarini possa essere stato
influenzato, basandosi però su regole
scientifico-geometriche come dal trattato.

Filippo Juvarra “Primo Architetto” di sua maestà


(oltre che conosciuto e conteso tra tutti sovrani di europa)
Filippo Juvarra (1678-1736) nasce in una famiglia di argentieri a messina e da
giovane diviene prete, a Roma si farà notare come disegnatore di scenografie
teatrali, con dei bozzetti. A roma studia l’architettura dell’antichità del rinascimento
e dei suoi contemporanei. Si formerà sotto carlo fontana. Ha una formazione
pienamente classica, perché nella bottega di carlo fontana si studiava l’architettura
secondo la regola, i trattati e l’ordine architettonico. Quindi da questa formazione si
capisce che è un personaggio agli antipodi di Guarini.

Progetto di chiesa a pianta centrale (1707): concorso


dell’accademia di san luca, dove aveva studiato, in
questo progetto si ha una concezione 600esca con pianta
ottagonale, ma poi la chiesa si sviluppa tutta in altezza,
con un’immensa cupola molto più alta del corpo della
chiesa.
Dovrà tornare a messina nel 1714 perché Vittorio amedeo di savoia era diventato re
di sicilia (come ricompensa degli sforzi fatti per la guerra di secessione di spagna) e
ricercava un architetto di alto livello. Juvarra quindi presenterà i suoi progetti e il re
di sicilia lo porterà a Torino. Gli viene subito commissionata una grandiosa chiesa,
la Real basilica di Superga:
Nella pianta è presente un
monastero nella parte
retrostante. Tutto è basato
su semplici rapporti
geometrici, ad esempio la
larghezza del pronao
porticato è la metà del
diametro complessivo della
chiesa ed è largo quanto le
ali laterali. Vi è un nucleo
centrale ottagonale con
cappelle sui 4 assi principali
e cappelle minori sugli altri
4 assi. Anche questa
impostazione ci ricorda
sant’agnese in agone di
rainaldi e borromini, ma
con delle differenze
all’interno. Vi sono 8
colonne giganti corinzie
che però non reggono degli
archi o pennacchi, ma reggono una trabeazione ad anello.
Juvarra fonde in un’unica architettura il modello della cupola del pantheon che si
eleva sul cerchio e il modello della cupola di san pietro di bramante che si eleva
dalla croce greca. Il presbiterio
rimane un nucleo separato dal
corpo principale, quindi rimane
separato dall’ottagono centrale.
La cupola svetta in alto e se ne
vede la continuità verticale data
dalle colonne, anche in alto vi
sono delle colonne corinzie
alveolate da cui partono delle
costolonature che si innestano in
una cupola cassettonata, come
avveniva nelle cupole di bernini e
pietro da cortona come in sant’andrea in quirinale e santi luca e martina. Questo
modo di costruire le cupole del ‘600 romano mostra la fusione di due metodi
costruttivi ovvero la cupola cassettonata romana e le costolonature gotiche.
Dall’esterno si vede che nell’architettura del ‘700 usa colori tenui e pastello. La
cupola riprende nel modello pietro da cortona nella chiesa di san carlo al corso a
roma. Nel pronao Juvarra si dimostra un portatore di puro linguaggio classico,
riprendendo il tema del tempio romano come aveva fatto bernini col colonnato di
san pietro. (Guarini prima di Juvarra era stato architetto ducale, nonostante ciò lo
stile ed il metodo di costruire sono molto diversi). La composizione della cupola al
centro con le torri laterali ha una derivazione tedesca, infatti le cuspidi dei campanili
si rifanno a delle abbazie germaniche del barocco tedesco, come l’abbazia di melk.

Abbazia di Melk, in Germania

Torino, S filippo neri: Viene chiesto di ricostruire questa chiesa in centro a torino,
una chiesa longitudinale con un modello classico, con 3 cappelle per lato aperte da
un motivo a serliana. Juvarra rialza la volta, aprendo finestre circolari, dando una
sensazione di maggiore leggerezza rispetto alle chiese antiche romane.
Chiesa del Carmine (TO):
chiesa a doppio livello,
navate unica e 3 cappelle
laterali ed un profondo
presbiterio. In sezione si
vede che sopra le cappelle si
apre una seconda galleria. Le
cappelle laterali sono a tutta
altezza e sono intervallate a
metà da un arco, e la volta è
sfondata per far entrare la
luce; vi è una perfetta
gradazione degli effetti della
luce. Il grande oculo della
cupola fa piovere la luce
sopra l’altare. La navata
centrale è in penombra e
vengono aperti degli squarci
di luce dalle finestre della
galleria superiore. Qui
Juvarra può essere
influenzato dalle opere di
Guarini, sconfessando la
chiesa basata sui blocchi
murari, progettandola con murature che si aprono ai lati per far entrare la luce.
S. michele (1583) a monaco:
questa chiesa è molto
simile a quella di Juvarra
(chiesa del carmine) dove la
volta a botte è sostenuta da
grandi arcate che formano
un livello di cappelle al di
sotto ed una galleria al di
sopra. Probabilmente nei
viaggi di Juvarra lo hanno
messo in contatto con
diverse architetture che non
erano noti ai suoi grandi
maestri del barocco
romano.
Torino, Palazzo Madama:
la facciata fu aggiunta da
Juvarra all’antico palazzo
medievale per permettere
al castello di diventare la
residenza di Madame
Royal. Facciata composta
da una parte basamentale
bugnata, mentre la parte
alta è trafora da delle
aperture fenestrate.
La trabeazione ha un fregio con delle mensole molto alte perché voleva creare una
trabeazione che si rapportasse all’intera altezza della facciata. La parte centrale è un
po’ più avanzata rispetto alle parti laterali grazie alle grandi paraste basamentali, si
crea quindi un aspetto di maggiore chiaroscuro.
Juvarra lavora molto sui modelli classici: la facciata infatti riprende la reggia di
Versailles anche se nella reggia vi è una proporzionalità tra i vari piani che li rende
molto omogenei, mentre nel palazzo di Juvarra la linea centrale prevale sulle altre.
Reggia di Venaria Reale, TO:
Venaria è una dimora
costruita per scopi di caccia,
perché tutt’intorno c’erano
delle tenute dove si
cacciavano animali selvaggi.
I due corpi di fabbrica sono
stati costruiti in 2 momenti
diversi da 2 architetti diversi,
per quello sono così diversi.
All’interno vi sono varie
piazze e giardini.
Galleria di Diana: interno dal
gusto elegante e ‘700esco,
basato sul color panna e
piena di stucchi e
decorazioni, vi è una
sequenza ritmica tra porte
trabeate ed archi fenestrati.
Chiesa di S. Uberto dentro la Venaria: all’interno impianto a croce greca con spigoli
smussati, l’anello che sorregge la cupola. I piloni laterali sono svuotati della loro
matericità e vi sono grandi nicchie che riprendono il barocco romano. L’abside ha un
semicerchio di colonne corinzie. Anche qui somiglianza con Sant’agnese in agone.

Palazzina reale di caccia, a Stupinigi (TO): dal palazzo reale di torino percorrendo la
strada verso sud si arriva alla palazzina di stupinigi. Colorazione ‘700 bianco panna.
In cima al tetto la statua del cervo a significare la scopo della palazzina appunto di
caccia per casa Savoia. Il corpo principale è formato da un enorme salone da cui si
dipartono 4 ali a croce di sant’andrea. Pianta della sala è polilobata con un ovale
esterno e dentro un elemento convesso floreale, che crea uno spazio molto
avvolgente. La sala ha un grande senso di vivacità e dinamismo. Inizialmente Juvarra
voleva mettere 12 pilastri a circondare la sala, ma alla fine ne vennero messi 4 che
da più spazio al salone. Lo spazio inoltre è mosso anche in verticalità con delle
balconate che creano un matroneo interno. Questa architettura così scenografica
unisce l’architettura vera dei pilastri con l’alleggerimento della luce e delle
decorazioni.
Bernardo Antonio Vittone (1704-1770) contrariamente a Guarini e Juvarra era
piemontese e si era formato nell’ambiente degli architetti militari della corte
sabauda. Nella sua carriera da giovane viene contattato dai teatini di torino per
curare l’edizione dell ”Architettura civile” di Guarini.
Santuario del Vallinotto, campagna di
Torino: Profilo ascendente a pagoda,
pianta esagonale on 6 piloni su cui si
aprono 6 piccole absidi di cui la maggiore
contiene l’altare con un piccolo
deambulatorio dietro. Questa pianta ci
rimanda alla pianta di sant’ivo alla
sapienza, mentre i diaframmi colonnati
sono tipici del ‘700. La
copertura è formata da degli arconi che si
dipartono dai pilastri di base, vi è una
maggiore coerenza interna rispetto a
Guarini. La copertura aperta da foratura
di guarini qui è resa più complessa,
perché sopra le volte vi è una prima
cupola diafana aperta da un foro circolare
e un altro foro superiore dato dalla
lanterna. Sequenza di cupole composte
come una scena teatrale ma in verticale.
Interno tonalità pastello che dà un’aria
molto elegante e soffusa.
Santa Chiara, sempre in piemonte: Chiesa polilobata,
erede della sala grande di stupinigi, con dei piloni a
forma di rombo che riprendono la royale di Guarini a
Parigi. Vittone è maestro delle cupole traforate con
degli oculi in alto. La volta viene aperta da una serie di
finestroni che portano ad un’altra volta interna
traforata che fa scorgere i dipinti degli angeli e di
santa chiara dipinti sulla cappella esterna. Gli spazi
sono a doppia altezza che richiamano la chiesa del
carmine di Juvarra.

VITTONE RIESCE A FONDERE


I DUE MAESTRI GUARINI E
JUVARRA, ALLE PORTE DEL
NUOVO STILE DEL
NEOCLASSICISMO.

S. maria di Piazza (TO): La parte bassa gioca sui colori scuri e cupi che si scontrano
con la volta dai colori pastello settecenteschi. Il corpo centrale a base rettangolare
con una cupola a pianta ellittica su cui si aprono le esedre laterali. Il presbiterio della
chiesa è coperto da una volta su base ottagonale che crea una forma stellata, ed è
una doppia volta; nella parte bassa ci sono i pennacchi che sono scavati a creare
degli sguanci medievali, con degli arconi trasversali che permettono di passare
dalla figura quadrata di base a quella ottagonale, senza utilizzare il pennacchio
tradizionale.
12/03/2021 I BIBIENA
Noti come grandi costruttori di Teatri e si spostano in tutta Europa. Il capostipite era
Giovanni Maria, il vecchio, nato a Bibiena e trasferitosi a bologna per studiare nelle
botteghe di pittura nella prima metà del ‘600. I figli che ebbero maggior successo
furono Ferdinando e Francesco, il primo venne mandato nel 1670 a studiare pittura
quadraturista (dipingere architetture illusorie) a Roma a soli 13 anni, dove però non
si trovò bene e torno a bologna a studiare architettura. Francesco viene invece
avviato alla pittura figurista.
Salone palazzo fantuzzi, Francesco
bibiena: Con la sua pittura crea una
seconda profondità dell’architettura con un
punto di fuga che lo spettatore non può
vedere, ciò crea una veduta per angolo che
crea l’illusione di spazi sterminati.

Ferdinando Bibiena nell’oratorio del


Serraglio, sulle cui volte si aprono i
classici sfondati architettonici ed anche
lui mette in scena nelle pareti la veduta
per angolo.

Ferdinando bibiena,
studio scenografico:
prospettiva molto complessa
con 2 punti d’angolo che rende
lo spazio ancora più ampio. I
trattati di ferdinando sono
d’importante divulgazione
artistica per quel che riguarda
la prospettiva architettonica.
Questo tipo di prospettiva
diventerà un marchio di
fabbrica della famiglia.
Infatti giuseppe bibiena (figlio di
Ferdinando) disegnerà una scena
teatrale per il teatro dell’opera di
monaco, dove vi è sia la prospettiva
centrale con 2 vedute per angolo di
cui lo spettatore non vede la fine,
figurandosi che siano della stessa
profondità di quella frontale centrale.

(Architetture realmente costruite dai bibiena)


Teatro di corte, Vienna 1704 (Francesco bibiena) costruito appositamente per
l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo, appassionato di musica e d’opera. Teatro fu
abbattuto nel 1754 per rinnovare lo spazio in cui si era inserito: caratteristica
principale è quella dell’illusione,
perché in realtà questi teatri erano
costruiti in legno e materiali
poveri, venivano poi decorati per
simulare marmi e bronzi; erano
fatti con materiali leggeri per
essere volontariamente smontati
in caso di necessità. Questo tipo di
teatro è detto all’italiana perchè
furono i bibiena a diffonderlo in
europa. È un teatro giocato
sull’altezza, vi sono vari livelli di
gallerie con vari palchetti. I diversi
palchetti erano pensati per
ospitare le famiglie aristocratiche,
ognuna col suo spazio. Il
palcoscenico aveva ai lati dei palchi il proscenio,
ovvero dei palchi laterali posti più in avanti, usati
per esigenze sceniche. Era meglio trovarsi nei
palchetti più bassi per vedere meglio il palco.
Teatro filarmonico di Verona 1715-31 (Francesco)
(ancora esistente, ma distrutto e ricostruito):
teatro scalettato fatti così perché essendo la
piazza molto allungata, si poteva avere una visuale
migliore.
Giuseppe Bibiena,
teatro Margraviale di
Bayreuth 1748: fu
costruito da giuseppe
bibiena (uno dei figli di
ferdinando). È un
teatro di legno
decorato da volute e
statue ma con una
struttura scheletrica
semplice di puntoni
che sorreggono le
balconate. È ancora in
perfetta conservazione. C’è una platea,
con una doppia serie di gradinate con
balaustre e poi sopra i palchetti. Al
centro vi era il palco margraviale, dove
sedeva la famiglia del sovrano. Questo
tipo di palco decorato (palco reale)
diventerà una caratteristica tipica dei
teatri all’italiana. Si è conservata
anche la scenografia sul fondo della
scena del palco. Gli elementi pittorici
simulano elementi come il marmo blu e l’oro.
Antonio bibiena (altro figlio di Ferdinando)
Teatro comunale di bologna 1755-63: il
primo ordine dei palchi era pensato come
un ordine bugnato che avrebbe dovuto
reggere gli ordini superiori (da modellino).
Venne edificato in maniera più semplificata,
con una sala a forma di campana, cioè si
apre verso il palcoscenico ed ovviare al
problema della visuale, permettendo anche
a chi stava nelle zone laterali di vedere
bene. Nella proposta della facciata
esterna si voleva dare l’effetto di
una architettura solida con un
bugnato, cosa che non fu fatta.
Antonio Bibiena, Teatro scientifico di mantova (1767-69): il teatro è nelle sue
condizioni originali, mantenendo il piano inferiore a bugnato, la sala è a campana.
Questo teatro non era utilizzato per l’opera, ma per delle rappresentazioni più
ridotte delle accademie e per questo è presente anche un fronte scenico.

S. antonio abate, parma 1712-66 (Ferdinando) all’interno i pilastri sono fatti a


rombo e delle volte traforate per fare entrare la luce, la volta è fondata
sull’intersezione di archi e in mezzo vi sono dei ritagli che mostrano il cielo dipinto
sulla seconda volta.
Villa Redondina, Bologna, 1714 (francesco): costruita per la sua stessa famiglia,
infatti sulla copertura erano presenti dei galli (Cognome effettivo è Galli Bibiena). La
villa era già esistente viene ampliata con le ali laterali curvilinee nella facciata.
All’interno vi è un grande salone a forma di croce che riprende palazzo albergati
perchè al centro in sezione dal salone piano inferiore vi è uno sfondato che immette
nel salone al secondo piano e così anche al terzo piano, quindi stando al centro del
salone al primo piano si poteva vedere in tutta altezza. Ad un esterno piuttosto
tradizionale corrisponde un interno stupefacente.

Arco del meloncello, costruito a cerniera fra il tratto di portico di san luca a bologna,
il disegno di progetto viene attestato a francesco bibiena perché egli progetto degli
alti ingressi monumentali.
Giovanni Carlo
Sicinio Bibiena
(figlio di Francesco)
scala del Palazzo
Malvasia, Bologna:
noi possiamo
vedere superata la
curva della scala
una statua di sizipo,
costretto a
trasportare un
masso fino al
pendio. La scala
invoglia il visitatore
e salire e lo stupisce
dopo la prima
curva, mostrando
tutta l’apertura superiore. L’architettura parte ovale e poi con diversi adattamenti
dati dalla presenza di nicchie e di statue si innesta in uno spazio rettangolare
tradizionale. In cima vi è il tipico sfondato barocco con la balconata in alto ed un
affresco sul soffitto.

Antonio Bibiena (figlio di


Ferdinando), Chiesa di Villa
Pasquali 1765: struttura con
una solidità massiccia,
doveva essere affiancata da
2 campanili. Transetto
composto da 2 esedre,
quando si guarda verso
l’alto si ripete il motivo della
volta traforata sotto ad una
volta decorata. È stato
ripetuto lo stratagemma
delle due volte, una tutta
traforata e quella sottostante affrescata. Nelle pareti circolari delle esedre sono
presenti delle feritoie come stratagemma per far entrare la luce da diversi punti di
vista e illuminare le pareti circolari. L’essenza del ‘700 è più intima e delicata, c’è
l’intento di far entrare la luce in maniera diffusa. Infatti la chiesa ha delle tinte
azzurro e rosa pastello, molto delicati. Le volte traforate creano un merletto e fanno
penetrare la luce in maniera soffusa.
18/03/2021 IL SECOLO DELL’ASSOLUTISMO
La francia è il primo paese europeo che sperimenta il regime dell’assolutismo dove il
Re è il sovrano assoluto del paese. I due cardinali
Lichrier e Mazzarino che accentrarono tutto il potere
all’interno della corte reale. Alla loro morte questo
potere passa a Luigi XIV che regna tra il 1643-1715
plasmando la francia a sua immagine e volontà.
I caratteri dell’architettura francese sono
fortemente unitari in tutta la francia in quanto il
potere regio taglia fuori le tradizioni delle singole
regioni, con un’architettura razionale e basata
sull’ordine classico, per questo ci è difficile
nonostante il periodo inquadrarla in una vera
architettura barocca.
Samuel de Brosse, Saint-Gervais: siamo vicino al
Louvre, facciata disegnata con una sovrapposizione di
ordini sui vari piani, con dei piani di raccordo che
riprendono lo stile italiano. Il finestrone centrale
richiama i finestroni gotici.
Chateau de Maisons progettato da
Mansart che è l’architetto per
eccellenza della misura francese.
Basato su moduli tipici del
rinascimento francese, composto
da diversi padiglioni, divisione
funzionale degli spazi interni. I tetti
molti rialzati contengono 2 diverse
soffitte e da cui si crea appunto la
Mansarda (dal nome
dell’architetto). L’ordine classico è utilizzato con equilibrio e
misura e serve a sottolineare alcuni punti focali dell’edificio,
sottolineando la verticalità dell’architettura con degli archi di
trionfo ai lati del padiglione centrale.
Mansart, Chiesa della Visitation (parigi nel quartiere più elegante
per le dimore cortigiane) Pianta centrale con una facciata di
proporzioni ridotte che lascia spazio visivo alla cupola. La cupola
è sostenuta da un grande cilindro e ai fianchi si aprono 2 cappelle
ellittiche incomplete in un lato, compenetrando così i solidi +
altre minori ai lati, con un presbiterio ellittico.
Lo spazio si crea su 8 assi. La cupola è composta da blocchi di pietra perfettamente
tagliati e decorati, stereotomia francese, capacità di tagliare la pietra in blocchi
perfettamente adattati alle forme che si andavano a costruire. Le linee curve degli
archi sono rese possibili da degli studi geometrici e matematici. La cupola emisferica
si interrompe in un foro circolare, da cui si vede un'altra cupola che porta al foro
della lanterna.

Chiesa di Saint-Anne la Royale di Guarini: il tema della doppia cupola per dare
maggiore verticalità e le cappelle ellittiche che si innestano, compenetrano con il
corpo delle navate, spezzando quindi la forma ellittica. Questi spunti vengono presi
appunto dalle architetture francesi. Questo linguaggio poi entrerà a far parte del
linguaggio architettonico del ‘700.
Mansart, Chiesa di val-de-Grace (Parigi 1645): facciata
romana con un avanzamento delle colonne del
porticato, e con un piano arretrato posto esattamente
sopra composto da delle lesene corinzie. Dietro la
facciata spunta la cupola che rimanda
alla grande tradizione del
rinascimento romano, che riprendono
la cupola di Michelangelo a San Pietro.
All’interno la navata ricorda la chiesa
del gesù: navata unica con 3 cappelle per parte, la parte della
cupola è dilatata ed i piloni sono resi più ampi, tanto che all’interno
possono contenere la sacrestia. Per dare ulteriore rilievo alla
cupola crea attorno delle absidi semicircolari creando uno spazio
dilatato che crea un’unità con la cupola stesa e permette di
focalizzarci su essa.
Francois Mansart, chiesa dei minimi
(Parigi 1657, è poi andata distrutta)
Riprende la chiesa di sant’agnese con
questa tensione centrale che culmina
con una cupola e delle ali laterali che
sorreggono delle cupole loro stesse,
creando così uno spazio urbano sul
davanti.
Hotel des Invalides di Bruant, Dome des
Invalides (Parigi, 1671-79) esprime la grandezza
del potere regio. La cupola degli invalidi viene
costruita dal nipote di Mansart che crea un guizzo
verticale che bilancia la tensione orizzontale del
complesso. Il blocco della chiesa e un grande
cubo con al centro un cerchio inscritto in un
ottagono arricchita da 8 colonne libere e le
cappelle laterali sono tutte comunicanti con lo
spazio centrale, il presbiterio ellittico si collega
con il resto della struttura che si relaziona con la
vecchia chiesa. In sezione a livello inferiore
abbiamo colonne libere che sorreggono statue e
dei pennacchi, sopra vi è un altissimo tamburo
che regge una cupola tagliata con un foro
circolare e dà spazio ad una seconda cupola con
delle piccole finestre e per ampliare la verticalità
si crea un’altra cupola strutturale in legno che
regge una lanterna esclusivamente decorativa, creando
un’atmosfera esternamente tipicamente barocca. La
cupola contiene una cripta che è la tomba di Napoleone.
Progetti per il Louvre:
Il Louvre era un castello medievale che
proteggeva la parte nord della senna e
dove si spostò poi la residenza regia.
Nel 1870 il palazzo delle tuileries viene
distrutto (palazzo lungo dove si trovava
il teatro di Vigarani) collegato dalla
grand galerie al Louvre, blocco
quadrato.

Il louvre di Le Vau (1664):

Egli viene incaricato di progettare il completamento dello spazio quadrato,


costruendo un edificio a padiglioni nello stile francese. Il re luigi XIV non approva
questo progetto e decide di chiedere un progetto italiano e chiamano i maggiori
architetti romani.
Fu scelto Bernini che realizza un
PRIMO PROGETTO unitario con
una forma rivoluzionaria, con la
facciata est con una grande
forma concava che si introduce
nel palazzo da cui fuoriesce un
salone convesso. La tendenza di
bernini è quello di ricondurre
tutto ad un’unità, con una
trabeazione unica coronata da
statue e dai gigli di francia. L’ordine gigante ingloba i 2 livelli. Il basamento nel
disegno corrisponde al livello interrato del fossato del louvre, quindi dal livello della
strada si vede il palazzo dall’inizio degli archi. I modelli di riferimento usati da
bernini sono architetture di stampo classico come palladio e michelangelo.
All’interno vi sono due scale che rimandano al palazzo barberini di roma costruito da
bernini e borromini insieme, ed anche la stessa facciata richiama quel palazzo, con le
ali che avanzano e la parte centrale a loggiati. Due scale, una quadrata e una
cilindrica ricordano quelle del palazzo barberini*. L’idea della curva concavo
convessa richiama la facciata di sant’andrea al quirinale** con la sua curva concava
che diventa convessa al centro.

* **

Il suo SECONDO PROGETTO riprende alcuni tratti del primo ma si ispira a pietro da
cortona in un suo vecchio disegno per la fontana di trevi dove è sempre presenza
una forma concava dell’edificio.

Nel suo TERZO PROGETTO fatto a Parigi (gli altri due li aveva fatti a roma) media i
due stili, mantenendo l’idea di unitarietà della facciata, ma lasciandola rettilinea,
con un accenno alla costruzione degli edifici per padiglioni con una proporzione di
1:2 come da gusto francese, però l’immagine anche di questa facciata è molto tipica
dei palazzi del ‘500 romano. Bernini infatti va a riproporre un grande palazzo
all’italiana: fa riferimento a palazzo montecitorio (sopra) con il corpo diviso in 5
parti e il palazzo farnese (sotto), in cui si ha una trabeazione che unisce tutti i corpi
e dà un senso di unitarietà, le cornici
marcapiano che sono a sostegno delle
finestre. In pianta la facciata rimane
semplice verso est, mentre nella
facciata ovest non rinuncia alla sua
idea di una facciata completamente
loggiata dando enfasi all’ordine gigante
di semi-colonne corinzie. In sezione sul
cortile vi è un doppio ordine di loggiati.
Le critiche rivolte a questa architettura
sono 2: ovvero la tensione a questa
unità che i francesi non adottavano e i
grandi loggiati che in francia non
servivano perché essendo a nord
serviva sfruttare molta più luce.
Progetto ultimo di Bernini:

Alla fine però questo 3 progetto viene approvato, ma dopo che bernini torna a roma
pensando che il progetto venisse attutato e gli architetti francesi prendono il
sopravvento e creano la facciata est colonnata (perrault) che sembra un tempio
romano appiattito con dei binati di colonne che si ripetono su tutta la facciata che si
ripete su 5 blocchi, blocchi d’angolo e blocco centrale
Hotel de Soubise di Delamair (1704-09): hotel era inteso come palazzo privato della
famiglia aristocratica. Ripresi i binati di colonne di Perrault che viene esteso anche ai
lati delle corte. Nella facciata le colonne binate laterali sostenevano delle statue e
non una trabeazione. All’interno del palazzo la volta non è evidenziata perché
nascosta da grandi elementi decorativi.

Gli architetti francesi del ‘700 ripropongono i trattati di vitruvio e quindi


l’architettura classica fa diventare l’architettura francese un’architettura delle
colonne, diventando sempre più alleggerita e snella. Ma si basava molto anche
sull’architettura gotica tradizionale francese Es. La cappella Reale di Versailles.
L’attuale Pantheon di Parigi
(S.te Geneviève patrona della
città) all’esterno si presenta come
un’architettura libera dagli
abbellimenti e che riprende il
tipico tempio romano sul pronao.
In pianta tutti gli spazi sono aperti
grazie alle colonne libere. Nella
crociera centrale vi sono dei
massici piloni triangolari che però
non risaltano nella grandezza della
struttura. Così anche le volte che si
posano in maniera puntiforme e
alleggerita. La cupola riprende lo
stile del barocco romano ma sempre con la tecnica delle cupole sovrapposte in
sezione. Struttura in pietra armata, collegate appunto da armature di ferro. La
cupola da fuori riprende san Pietro in Montorio di Bramante, con un colonnato che
nasconde la sovrapposizione delle cupole. Inizialmente la chiesa doveva avere ai lati
delle enormi finestre per rendere ancora più aerea la struttura, ma vennero chiuse.

ESPERIMENTI INGLESI
Tentativi architettonici che più che andare a creare una identità nazionale
andavano a reperire il meglio che era stato fatto negli altri paesi europei,
rivisitandoli, ma senza creare una cultura nuova e nazionale.
L’architettura dell’inizio del 600
inglese è la cosiddetta
Architettura Giacobiana, ovvero
del periodo del re giacomo I,
successore di elisabetta I.
L’isolamento dell’inghilterra aveva
provocato anche un provincialismo
nello sviluppo delle arti.
Blickling Hall (1617-27): l’idea di
questo palazzo è quella di un’onda
del gotico verticale inglese,
caratterizzato da dei reticoli di
linee delle finestre.
Inigo Jones: nasce a fine 500, durante la sua giovinezza fa diversi
viaggi in italia, ma si forma prima della grande stagione barocca,
prima degli anni 30-40 del 600, per questo viene stupito dalle
opere di palladio, che porterà in inghilterra.
Carlo I (1625-49): lui cercherà di condurre l’inghilterra all’assolutismo, fallendo,
perché vi era una società borghese molto forte che voleva mantenere il suo potere
con il parlamento, per cui il tentativo di assolutismo fallisce nel 49 quando viene
decapitato a seguito di una rivoluzione.
Christopher Wren (1632-1723): nella seconda metà del 600 si iniziano ad avere degli
esempi più “barocchi” nell’architettura. Wren non era un architetto di professione, e
non si sa nulla sua formazione giovanile. Venne in contatto con bernini quando nel
1665 andò a parigi dove studiò i grandi maestri del 600 francese.
Rimase impressionato dai progetti del Louvre di Bernini.
La carriera di Wren ha il suo punto di inizio nel 1666 con l’incendio di
Londra, in cui vanno in fumo 87 chiese e 13.000 case. Wren decide di
presentare al nuovo re carlo II stuart un grande progetto di
ricostruzione ispirato a Parigi, che però non viene portato a termine,
perché i borghesi erano interessati a mantenere il loro diritto di
proprietà, infatti la città rinasce mantenendo il sedime delle case
distrutte prima dell’incendio, di modo da non intaccare i diritti di
proprietà dei borghesi. In questa occasione viene costruita in
memoria dell’incendio, Il “The Monument”, una grande de colonna
dorica che sporge nel punto in cui partì l’incendio. Wren riprogetterà
quindi un gran numero di chiese per la città di londra.

Chiesa di St.Stephen Walbrook


(1672-1680): nella pianta vi è ben
poco in comune con le grandi chiese
barocche italiane o delle chiese di
mansart in francia. Non è una chiesa
basata su blocchi murari e sulle
volte, ma sono chiese che ripetono
una struttura puntiforme gotica. È
una chiesa rettangolare con l’interno suddiviso in 5 navate. La cupola è
leggermente decentrata rispetto alla pianta. Questa chiesa fa uso del
linguaggio classico con colonne corinzie e trabeazione, ma nella sostanza non
ha nulla di barocco. Alcuni elementi che ci rimandano al barocco sono solo i
campanili che hanno ancora la loro base medievale ma sulle quali Wren
costruisce delle lanterne a pagoda, che fa pensare alle architetture di
borromini a roma.
St. Paul’s Cathedral (1675-1711) ricostruita da Wren
Primo progetto, wren ispirandosi alle chiese di
mansart realizza un grande spazio centrico con la
cupola sostenuta da piloni, ma lo spazio qui ha delle
cappelle che si aprono su 8 lati, quindi lo spazio non è
rigido, ma libero, perché dall’ottagono centrale si
dipartono diversi spazi fluidi che si concludono verso
l’esterno con delle pareti curvilinee che unificano i
bracci della chiesa cruciforme. Si pensa ad
un’ispirazione al secondo progetto di bernini per il
louvre, con le sue facciate concave. Il modello di
questo primo progetto è conservato all’interno della
stessa St. Paul. I canonici di St. Paul protestavano
contro questo primo progetto, in quanto la forma non
era funzionale alle celebrazioni e alle processioni.
Il successivo progetto prevede una pianta longitudinale
molto allungata e che ritorna all’elemento gotico dei
piloni puntiformi, quindi un’architettura più
semplificata, con al centro la cupola definita da un
ottagono leggermente irregolare alla base. La facciata è
costituita da 2 ordini sovrapposti, nelle torri laterali
abbiamo delle torri massicce coronate da delle
lanterne-tempio che danno un aspetto più barocco alla
struttura. Nella facciata laterale ci sono dei rimandi al
barocco romano, perché è una semplificazione delle
facciate ad edicola con il portico semicircolare che
riprende santa maria della pace di cortona. La cupola è
ispirata al progetto di bramante per la cupola di san
pietro, con il tabernacolo che si sorregge in sommità
della cupola. Le colonne del tamburo sono unite in 8
punti da un blocco murario pieno per dare maggiore
sostegno alla cupola. Per ragioni statiche deve chiudere
alcuni degli intercolumni con un blocco pieno. In
sezione la cupola si ha una sistemazione barocca e
illusionistica di una cupola slanciata verso l’alto grazie ad astuzie prospettiche. La
prima cupola ha un anello al centro, la seconda è costituita da finestre che non si
vedono dal basso e creano una luce diffusa con sopra un altro oculo che fa
penetrare lo sguardo fino in cima alla lanterna. Anche qui i piloni sono sfondati e
sono aperti per dare maggiore leggerezza alla chiesa.
Royal Hospital a Greenwich: ospedale reale per i membri della flotta inglese feriti in
combattimento. È un’architettura barocca per la tensione monumentale che le viste
generano, ma per quanto riguarda il linguaggio Wren rimane molto classicheggiante,
con dei binati di colonne che si ripetono su tutto l’edificio. Le due cupole
riprendono quella di St. Paul, ma rese più dinamiche dai blocchi quadrati che
emergono dalla struttura.
John Vanbrugh (1664-1726) e Nicholas Hawksmoor (1661-1736)
Christ Church (costruita da Hawksmoor): fu bandito un concorso
da parte della città per costruire chiese nei sobborghi. La sua
struttura è più solida, con una piramide sulla sommità,
rifacendosi alle mitizzate antichità greche ellenistiche.
All souls Library ad Oxford (1710-51): la facciata del pieno 700
può essere considerata un primissimo esempio del neo-gotico, il
revival, che diventerà tipico nell’inghilterra dell’800.

Castle Howard:

Castle Howard (1701): Il paesaggio dei parchi all’inglese, che era però creato
dall’uomo che voleva imitare il più possibile la natura. Questo tipico parco all’inglese
che nell’800 verrà esportato nel resto d’europa. In inghilterra vi è la libera
espressione che si vede nella definizione dei parchi all’inglese, ovvero il contesto
dove si situano le grandi residenze aristocratiche. La villa sorge sulla cima della
collina, con uno stile barocco. Il progetto è molto esteso, con un blocco centrale
sormontato da una cupola, ai lati vi sono due ali curvilinee che cingono una sorta di
corte d’onore, che serviva per accogliere i visitatori. È un progetto eclettico, perché
le ali sono improntate ad uno stile simil-manierista italiano, mentre il blocco
centrale definito dall’ordine classico e sormontato da una cupola simile a quella
delle chiese barocche romane. La facciata sul giardino ha un gusto barocco, per via
delle decorazioni colorate. La hall del castello fa capire un linguaggio italiano, con
grandi paraste che sorreggono i pennacchi della cupola. Questo spirito eclettico che
costituisce l’architettura del barocco inglese, proprio perché fatta di montaggi, di
esperienze architettoniche diverse.
Nel grande parco erano inserite delle collezioni di architetture antiche, come la
piramide o dei piccoli padiglioni (il tempio dei 4 venti) che ricorda la rotonda di
palladio, oppure anche il fiume naturale con il ponte ispirato i progetti palladiani ed
in cima il tempio classico rotondo che ricorda quello romano di vesta, rappresentato
come era disegnato da palladio.

Blenheim palace,
vicino Oxford (1705-
22): unico edificio di
campagna che porta il
nome di palazzo,
questo perché solo i
palazzi reali
prendevano il nome di
“palace” circondato
dal parco all’inglese
che cerca la relazione
con gli elementi
naturali.
Questa è la più grandiosa delle residenze rurali, venne finanziato dalla regina Anna
d’inghilterra per essere regalato al condottiero di murbrock. Anche qui vi è un gusto
eclettico in cui ritroviamo elementi classici, fronti templari ed il doppio frontone
centrale come nella chiesa del re dentore reinterpretata dalla visione di un’incisione,
a cui si associano elementi medievali, come le decorazioni poste in sommità delle
torri. La pianta di dimensioni enormi (quella in piccolo nera è la residenza di
versailles). In pianta il corpo centrale è come una base del castello medievale, con 4
torrioni agli angoli, però vi è una corte che entra nel volume primario dell’edificio
creando delle ali interne. La hall è uno spazio centrale con un doppio involucro in cui
sono ricavate le scale monumentali. La hall assume un vigore con le pareti nude a
cui sono appaiate delle colonne classiche che rendono la sala un esempio di
grandiosità romana. In sommità vi è una corona di grandi vetrate che porta la luce.
Seaton Delaval Hall (1718): pianta rettangolare con torri ottagonali agli angoli, però
quando la si vede frontalmente si vede che le torri si fondono con l’edificio, non
rimangono a sé. Si focalizza l’attenzione sul portico templare al centro nel fronte del
giardino. Il fronte che dà verso la strada è di un bugnato più rustico, che ricordano
giulio romano. La sala centrale presenta attualmente una copertura di un tetto
moderno.
19/03/2021 IL TRIONFO DEL BAROCCO
Le chiese gesuitiche della Controriforma. I paesi di lingua tedesca sono i paesi della
riforma protestante che è accolta da alcuni principi, ma altri stati come l’Austria e la
Baviera rimangono fedeli alla chiesa cattolica di Roma.
La guerra dei trent’anni, fu una guerra di religione. L’austria si trovava ai confini tra
la cristianità e l’islam, dato che i turchi avevano conquistato i territori dell’est fino
all’ungheria (assedio di Vienna del 1683). Vienna ne esce vincitrice e può quindi
permettersi la realizzazione di una nuova architettura austriaca di stato imperiale.
L’architetto principale di questo stato fu Fischer von Erlach.
Progetto per Schonbrunn 1690 (mai costruito): progetto collocato in cima ad una
collina, questo perché il sovrano era il sacro romano imperatore ed aveva lo stesso
valore di un papa, per questo si presenta come un santuario composto da terrazze.
L’ingresso infatti monumentale era definito da colonne trionfali.

L’edificio attuale è
costruito in fondo alla
valle di dimensioni più
modeste e con dei grandi
giardini geometrici.
Regione della Moravia che hai tempi era parte
dell’impero asburgico, castello di Vranov:
castello caratterizzato da un grande blocco
cilindrico che contiene un’unica sala che si
presenta come un pantheon, con dei chiusi e
aperti tra i binati di lesene e le aperture
fenestrate. Gli oculi dimostrano la profondità
della volta e diventeranno un marchio di
fabbrica di Fischer. Di fatti l’ellisse è sempre
presente, come la gartenhaus in cui compone
figure ellittiche e quadrate inscritte in un
triangolo ed esagono.

Biblioteca Nazionale di Vienna:


grande volta su base ellittica
traforata da questi oculi molto
profondi che permettono la luce
nella grande sala.

Karlskirche ovvero san Carlo borromeo a vienna: Due colonne


istoriate alla romana prevalgono in facciata con 2 padiglioni
laterali. Il nucleo centrale riprende le chiese romane con dei bracci
attorno che avvolgono la struttura e da cui emergono le due
colonne che rappresentano la storia di san Carlo borromeo. Pianta
fondata sull’ellisse e lo sguardo è attirato verso l’alto grazie alla
purezza della figura dell’ellisse.
Lucas Von Hildebrandt, allievo di Carlo fontana a Roma come Fischer
Belvedere di Vienna (1714-22)
costruito per il principe Eugenio
di Savoia, membro che era
diventato generale d’austria. Era
una grande villa di campagna oggi
perfettamente connessa con il
tessuto urbano. Tipica struttura
barocca con un giardino però
chiuso, ed i due blocchi sono
costruiti su un dislivello, il palazzo
superiore è costruito più in alto
come i castelli medievali costruiti
in collina. Il belvedere inferiore è
caratterizzato da un padiglione centrale e due ali laterali più basse che si connettono
con gli spazi di servizio. La facciata verso monte che guarda le colline del belvedere
superiore riprende un gioco di volumi che avanzano e retrocedono, con dei
padiglioni ottagonali ai lati ed il corpo centrale chiuso da una loggiata fenestrata che
dà accesso ad un grande scalone che porta al salone principale. Nella facciata verso
il giardino il basamento è più alto e contiene un livello intero, in conseguenza del
territorio collinare. Nella sezione
trasversale si vede il dislivello
interno, quando si accede si è già
su un livello intermedio e si può
scegliere di andare in alto verso il
salone o in basso verso un atrio
che dà sul giardino con dei grandi
telamoni che sorreggono le volte
della sala bassa. La sala superiore
decorate con marmi rossi
austriaci con delle doppie finestre
a livello inferiore e superiore, il
soffitto è caratterizzato da delle
quadrature.
Neumann nelle vesti architetto militare che indica la sua più importante residenza
costruita: la residenza di Wurzburg (1719-44) Il padiglione centrale sporge con un
livello in più rispetto al resto dell’edificio ed ha un tetto realizzato con una
complicata struttura lignea ricoperta di lastre. Vi è una corte interna al palazzo che
collegata ad un piccolo corridoio che dà accesso al vestibolo d’ingresso. Contrasto
tra esterno severo simile alle architetture francesi ed interno decorato con una
struttura a doppio involucro murario,
ma la struttura è alleggerita da delle
colonne e archeggiature molto ampie.
Gli stucchi bianchi sembrano quasi
trasformare le archeggiature in fronde
di alberi. Superata la prima rampa
della grande scala ci ritroviamo in uno
spazio aperto dilatato verso l’alto con
una volta completamente dipinta da
Tiepolo, le cui figure dipinte danno
l’illusione di sporgere in quanto
debordano seguendo la volta.
Santuario di Vierzehnheiligen chiesa dei 14 santi:
facciata tedesca con due torri a fianchi e il corpo
centrale curvilineo. La chiesa posteriormente si imposta
in modo tradizionale, ma internamente lo spazio si
contraddice, in quanto le murature esterne riprendono
la forma a croce, ed in pianta la navata è composta da
diversi nuclei ellittici. Questa pianta nasce da un errore
progettuale, in quanto la prima pietra dell’altare dei 14
santi viene posta più spostata verso l’entrata ed infatti il
centro della chiesa nell’incrocio transetto-navata vi è un
incrocio di 2 archi a doppia curvatura.
Nelle piante dei dientzenhofer si vedono i principi compositivi. Chiesa a base
triangolare o chiesa basata sulla compenetrazione dei volumi, soprattutto per quel
che riguarda la forma ellittica. Attenzione alla geometria e a schemi geometrici
complessi con la compenetrazione dei solidi.
San Nicola a Praga: chiesa a navate
unica con cappelle laterali suddivise da
doppie lesena disposte in diagonale che
forniscono il supporto per gli archi che
si intrecciano a doppia curvatura. In
sezione si crea una struttura sincopata
in cui abbiamo le aperure delle cappelle
che formano un ritmo a livello inferiore
e nelle volte, le parti intrecciate si
pongono in asse con l’apertura delle
cappelle, mentre le parti più ampie si
pongono in corrispondenza dei pilastri.
Il risultato sono dei pilastri con delle
lesene diagonali su cui è posta la volta
che copre gli archi a doppia curvatura,
ma si può intuire la forma curvilinea ed
ondeggiante della volta.
Architetto Dientzenhofer, il figlio
San giovanni sulla roccia, Praga: posta su una collina che dà
quindi uno slancio alla facciata anche grazie ai campanili,
disposti in diagonale però. Pianta ottagonale, con i lati
stondati in cui si compenetrano dei solidi ellittici, e le due
torri campanarie di facciate si pongono in maniera tangente
all’ellisse del fronte. All’interno non vi è differenziazione tra
pennacchi e tamburo della volta, ma c’è una sequenza di
archi che si fondono completamente con la volta
sovrastante.

San nicola nella Città Vecchia:


facciata interessante che libera
i vari blocchi che la
compongono creando una
ascensione verticale. All’interno la chiesa si rifà al
modello di sant’agnese ma contrariamente la pianta di
base con le 8 colonne non delimitano più delle masse
murarie, ma tendono ad un’apertura permettendo uno
spazio fluido, creando un deambulatorio che si ripete
con una galleria superiore. Vi è una coesione spaziale
che parte dal centro e si propaga verso l’esterno.
Salendo con lo sguardo le linee verticali, senza
pennacchi o trabeazione, ci portano direttamente alla
cupola, quindi la dilatazione spaziale del piano inferiore
si riduce ad un grande tiburio, più che cupola, con il tamburo con gli spigoli stondati
e la sua volta.

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