Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
*
Sant’agnese in Agone (1644) IMPORTANTE RITORNA SPESSO
Progetto di Girolamo, ma la costruzione fu completata dal figlio Carlo Rainaldi. Nel
disegno la cupola è appoggiata in modo “goffo” sul corpo della chiesa. La chiesa oggi
è diversa dal progetto iniziale. Pianta che poggia su un quadrato con spigoli smussati
che crea un ottagono irregolare che regge la cupola a base circolare. Nonostante
l’aspetto barocco, la pianta in sé risente di vari modelli rinascimentali.
CARLO RAINALDI (1611-1691)
Santa Maria in Campitelli (1660): facciata curvilinea, abbandona l’influenza paterna
e si dedica allo studio di un’opera contemporanea ispirandosi a Pietro da Cortona.
Pianta ellittica con un presbiterio circolare. Un’ispirazione deriva dalla chiesa di san
salvatore, quindi dall’Italia settentrionale, con grandi colonne libere.
Basilica dei Martiri Cristiani: Fontana voleva riempire la cava del Colosseo con una
piazza porticata che si chiudeva con una chiesa circolare porticata.
ALLIEVI FONTANA
Specchi, Porto di Ripetta (Roma), scalinata su linee curve
Nel 1766 con il rinnovato studio dell’antico che si era creato si ebbe la fondazione
dell’accademia di Francia a Roma, la francia fu la prima nazione a creare
un’accademia per artisti francesi che volessero fare un periodo di studi in italia.
I papi e la chiesa nello stesso tempo capirono che le rovine della città dovevano
essere tutelati: figure fondamentali furono Papa benedetto 14esimo che fonda due
enti ancora esistenti -> (il museo capitolino, primo museo pubblico di arte antica;
l’accademia delle romane antichità), cardinale Alessandro albani si interessò al
rinnovato spirito archeologico e fece costruire Villa Albani.
Villa Albani: museo per la collezione di statue antiche collezionate dal cardinale,
grazie all’aiuto di Winckelmann (vita 1717-68). Il salone centrale della villa è
decorato con un dipinto rappresentante il dio apollo con attorno le muse.
VENEZIA E L’EREDITA’ DEL CLASSICO
Santa Maria della Salute (1631-87):
viene costruita come voto cittadino se si
fosse scampati alla pesta, perché il 1630
fu l’anno della peste. Il senatore
Giovanni Pesaro era ambasciatore della
repubblica di venezia a roma, e quando i
veneziani iniziano a pensare di trovare
un architetto per la costruzione della
basilica e si chiede aiuto a Pesaro per
fornire il nome di un grande architetto.
A venezia sono sempre stata in lotta 2
fazioni politiche, una più legata alla
chiesa di roma e l’altra più
indipendentista di cui faceva parte
Pesaro, che ritenevano che venezia dovesse rimanere indipendente dal punto di
vista politico e culturale. Così non ritenendo adatti gli architetti romani per la
costruzione della chiesa, i patrizi veneziani decisero di affidarla a
Baldassarre Longhena, uno scalpellino veneziano, di cui si pensa che la sua
personalità artistica sia stata influenzata dal patriziato veneto, che voleva creare
un’architettura distinta da quella romana. Il risultato della chiesa ha molti rimandi
all’architettura del ‘500. Venezia vuole quindi mantenere le distanze dalla stagione
del barocco romano e voglia ribadire la sua indipendenza culturale.
Composta da 3 blocchi: 1 ottagono con 8 piloni di sezione triangolare ed attorno un
deambulatorio, 1 presbiterio formato da un corpo cupolato con due esedre laterali,
ed infine 1 coro. I modelli di riferimento per la pianta furono la Basilica di san Vitale
a Ravenna per il corpo ottagonale centrale e S. Giovanni dei fiorentini di Sangallo
per la cupola cassettata impostata su un tamburo colonnato internamente.
Ca’ Rezzonico: longhena continua a guardare al ‘500 per i suoi palazzi, piano terra
bugnato e l’ordine ai livelli superiori. In facciata vi è un doppio ordine dato da delle
piccole colonne ioniche che sorreggono delle finestre a serliana, riprendendo Ca’
corner di Sansovino.*
*>>
Tirali - S. Niccolò dei Tolentini: chiesa
incompiuta, unico elemento completato è
il pronao colonnato.
G. Massari – S. Maria del Rosaio (1726-42)
Riprende i modelli palladiani; l’interno ha
uno spazio centrale rettangolare con angoli
smussati, dando una sensazione più
avvolgente, vi sono 3 cappelle laterali per
parte, poi vi è un presbiterio quadrato con
la sua cupola e dietro il coro.
G. Massari - Palazzo Grassi (1748): si rifà anche lui a Sansovino, facciata semplificata
e asciutta tanto da sembrare un disegno. Lo scalone interno riprende quello di
Longhera ma utilizzando l’artificio dell’illusione pittorica.
Palazzo Ducale di sassuolo, vicino modena: diventa la residenza estiva della famiglia
ducale. In una delle sale interne viene simulato un loggiato con cariatidi aperto su
un paesaggio di battaglia e vi è una
porta dipinta (destra) che riprende lo
stile di quella reale.
Gli architetti dei Savoia sono architetti militari che hanno come idea per torino
quella di fortificare ed abbellire la città con le strade nuove. I principali furono
Ascanio vittozzi ed i Castellammonte.
Lisbona, chiesa della Madonna della Provvidenza: fondata tutta sulle linee curve.
È una chiesa dinamica nella sua concezione spaziale. Guarini voleva creare una
struttura dinamica, in cui le volte della chiesa non sono tradizionali, ma diventano
delle superfici curvilinee. Grazie allo studio scientifico-geometrico delle volte
(trattato di vesarg) guarini si può permette di padroneggiare volte complesse.
Torino, Cappella della Sindone:
contiene la reliquia della sacra sindone, nel
‘500 quando torino diviene capitale tra i primi
personaggi a visitarla vi è san carlo borromeo
che propone di costruire una chiesa per la
sindone, alla fine viene costruita una cappella
in fondo alla cattedrale di torino
(rinascimentale). Anche questa cappella fu
colpita nel 1999 da un incendio (la
sindone fu salvata), il restauro è durato
più di 20 anni.
Originariamente la pianta circolare aveva
piccole nicchie divise da colonne dove
dovevano essere inseriti alcuni personaggi
di casa savoia. Vengono inseriti da Guarini
3 vestiboli circolari, al posto di alcune
nicchie, a formare un triangolo inscritto
nel cerchio della pianta. In due dei
vestiboli vennero inserite delle scale che
portavano alla cattedrale di Torino,
mentre l’alto vestibolo dava accesso a una
serie di percorsi che portavano al palazzo
reale. Si nota quindi la presenza del
numero 3 e grazie alle linee tratteggiate in
pianta capiamo che guarini volesse
replicare progettualmente, come nella sua
chiesa dei somaschi di messina e di parigi,
una trasformazione della pianta tramite i
piloni che sorreggono degli arconi
trasversali che fanno transitare la pianta
da un cerchio perfetto ad una base triangolare.
In sezione si vede il cilindro base di
partenza, poi si vedono gli arconi che
uniscono i piloni di castellamonte, così
facendo alcuni piloni finiscono per non
avere funzione e sorreggono elementi
decorativi. Nelle arcate sono aperti degli
oculi tondi sia al di sotto degli arconi sia
nei pennacchi (in tutto sono 6). Sopra si
imposta una trabeazione circolare con
una struttura a 6 piloni aperti da archi su
cui si innesta la cupola. La “cupola” viene
costruita con degli archi ribassati che si
impostano sulle chiavi di volta di ognuno
di essi, tutto ciò per 6 volte creando 36
archetti. Infine una stella terminale a 12
punte nasconde la lanterna sommitale. La
base della cappella ha un marmo nero,
mentre sopra diviene di colore chiaro.
Questa cupola sembra estremamente
dilatata in altezza, dal momento che i
colori divengono progressivamente più
chiari verso l’alto, inoltre l’insieme degli
oggetti fa credere all’osservatore che ci
sia uno spazio molto grande, quando in
realtà è solo un’illusione ottica.
Guarini ha una mentalità gotica, non gli
interessa il pieno murario, ma gli interessa il
dinamismo e l’ingresso della luce.
Torino, S. Lorenzo:
Vere muratore formano un grande
quadrato esterno, la pianta è un
ottagono irregolare curvilineo con grandi
nicchie. In sezione le grandi serliane
sorreggono una prima trabeazione che
sottolinea la forma ottagonale della
chiesa che sostengono dei pennacchi cui
sopra vi è un anello circolare. I pennacchi
poggiano sul vuoto creando quindi
disorientamento nell’osservatore.
Guarini ripete il sistema strutturale che
aveva adottato in altre chiese, l’uso dei
piloni e dei pennacchi si contraddice
sopra alla trabeazione circolare dove
imposta gli archi iperbolici, ritornando
alla figura della stella ad 8 punte con
lanterna centrale. Viene usato come
modello di riferimento per la
trabeazione circolare sorretta da
pennacchi la chiesa di Sant’agnese in
Agone a Roma, usata come modello
anche da altri grandi artisti del barocco.
Qui a San Lorenzo però i pennacchi
appoggiano sul vuoto e creano delle
cappelle aeree, leggere e sfondate dalle
serliane, quindi è diverso dalla struttura
di Sant’agnese che aveva dei grandi
piloni a fare da base. Qui si vede la
meraviglia barocca, perché ci si chiede
come i pennacchi possano poggiare su
dei falsi piloni. Sopra alla trabeazione
circolare poi reimposta gli archi iperbolici
in modo di tornare alla figura
dell’ottagono. C’è questa continua
variazione fondata sulla figura
geometrica.
Guarini gioca con le fonti di luce, vi sono alcune visibili
che creano fonti di luce piena ed alcune invisibili come
la luce della lanterna che piova grazie alle forature della
cupola, che rimane una struttura smaterializzata come
un pizzo per far piovere all’interno della chiesa la luce
naturale. Il presbiterio di forma ovale si compenetra
all’interno dell’ottagono aprendosi con un lato convesso
verso il centro, mentre dall’altra parte diventa un lato
concavo che guarda ad un coro posteriore. La cupola si
regge grazie ad una struttura nascosta (archi scuri nel
modello), vi sono 4 archi che si posano sul muro esterno
quadrato della chiesa e permettono di sorreggere la
cupola. Questa struttura non ha nulla di rinascimentale
o barocco, ma sembra rifarsi all’architettura medievale
del romanico.
SANT’AGNESE IN AGONE
Torino, Palazzo Carignano: la facciata ha
una forma di sinusoide che si apre al
centro con una doppia edicola,
particolarità degli elementi decorativi tutti
realizzati in mattoni. All’interno della corte
viene fuori dalla struttura un cilindro
ellittico. Tutto è realizzato secondo un
chiaroscuro delle sporgenze, senza ordini.
Scaloni curvilinei della scala che invoglia il
visitatore a scoprire cosa c’è, il fatto che la scala nasconda quello che c’è in alto
invoglia a salire. Esse ci portano ad un salone centrale ovale con una balconata
continua in sommità ed al centro della volta si apre un oculo ovale in sommità.
Le architetture di Guarini sono un passo
avanti a borromini, perché crea delle cupole
che creano giochi di luce e che mettono in
scena la meraviglia del barocco. Si pensa
che dall’architettura gotica e da quella
arabo-spagnola Guarini possa essere stato
influenzato, basandosi però su regole
scientifico-geometriche come dal trattato.
Torino, S filippo neri: Viene chiesto di ricostruire questa chiesa in centro a torino,
una chiesa longitudinale con un modello classico, con 3 cappelle per lato aperte da
un motivo a serliana. Juvarra rialza la volta, aprendo finestre circolari, dando una
sensazione di maggiore leggerezza rispetto alle chiese antiche romane.
Chiesa del Carmine (TO):
chiesa a doppio livello,
navate unica e 3 cappelle
laterali ed un profondo
presbiterio. In sezione si
vede che sopra le cappelle si
apre una seconda galleria. Le
cappelle laterali sono a tutta
altezza e sono intervallate a
metà da un arco, e la volta è
sfondata per far entrare la
luce; vi è una perfetta
gradazione degli effetti della
luce. Il grande oculo della
cupola fa piovere la luce
sopra l’altare. La navata
centrale è in penombra e
vengono aperti degli squarci
di luce dalle finestre della
galleria superiore. Qui
Juvarra può essere
influenzato dalle opere di
Guarini, sconfessando la
chiesa basata sui blocchi
murari, progettandola con murature che si aprono ai lati per far entrare la luce.
S. michele (1583) a monaco:
questa chiesa è molto
simile a quella di Juvarra
(chiesa del carmine) dove la
volta a botte è sostenuta da
grandi arcate che formano
un livello di cappelle al di
sotto ed una galleria al di
sopra. Probabilmente nei
viaggi di Juvarra lo hanno
messo in contatto con
diverse architetture che non
erano noti ai suoi grandi
maestri del barocco
romano.
Le architetture di Guarini sono un passo
avanti a borromini, perché crea delle cupole
che creano giochi di luce e che mettono in
scena la meraviglia del barocco. Si pensa
che dall’architettura gotica e da quella
arabo-spagnola Guarini possa essere stato
influenzato, basandosi però su regole
scientifico-geometriche come dal trattato.
Torino, S filippo neri: Viene chiesto di ricostruire questa chiesa in centro a torino,
una chiesa longitudinale con un modello classico, con 3 cappelle per lato aperte da
un motivo a serliana. Juvarra rialza la volta, aprendo finestre circolari, dando una
sensazione di maggiore leggerezza rispetto alle chiese antiche romane.
Chiesa del Carmine (TO):
chiesa a doppio livello,
navate unica e 3 cappelle
laterali ed un profondo
presbiterio. In sezione si
vede che sopra le cappelle si
apre una seconda galleria. Le
cappelle laterali sono a tutta
altezza e sono intervallate a
metà da un arco, e la volta è
sfondata per far entrare la
luce; vi è una perfetta
gradazione degli effetti della
luce. Il grande oculo della
cupola fa piovere la luce
sopra l’altare. La navata
centrale è in penombra e
vengono aperti degli squarci
di luce dalle finestre della
galleria superiore. Qui
Juvarra può essere
influenzato dalle opere di
Guarini, sconfessando la
chiesa basata sui blocchi
murari, progettandola con murature che si aprono ai lati per far entrare la luce.
S. michele (1583) a monaco:
questa chiesa è molto
simile a quella di Juvarra
(chiesa del carmine) dove la
volta a botte è sostenuta da
grandi arcate che formano
un livello di cappelle al di
sotto ed una galleria al di
sopra. Probabilmente nei
viaggi di Juvarra lo hanno
messo in contatto con
diverse architetture che non
erano noti ai suoi grandi
maestri del barocco
romano.
Torino, Palazzo Madama:
la facciata fu aggiunta da
Juvarra all’antico palazzo
medievale per permettere
al castello di diventare la
residenza di Madame
Royal. Facciata composta
da una parte basamentale
bugnata, mentre la parte
alta è trafora da delle
aperture fenestrate.
La trabeazione ha un fregio con delle mensole molto alte perché voleva creare una
trabeazione che si rapportasse all’intera altezza della facciata. La parte centrale è un
po’ più avanzata rispetto alle parti laterali grazie alle grandi paraste basamentali, si
crea quindi un aspetto di maggiore chiaroscuro.
Juvarra lavora molto sui modelli classici: la facciata infatti riprende la reggia di
Versailles anche se nella reggia vi è una proporzionalità tra i vari piani che li rende
molto omogenei, mentre nel palazzo di Juvarra la linea centrale prevale sulle altre.
Reggia di Venaria Reale, TO:
Venaria è una dimora
costruita per scopi di caccia,
perché tutt’intorno c’erano
delle tenute dove si
cacciavano animali selvaggi.
I due corpi di fabbrica sono
stati costruiti in 2 momenti
diversi da 2 architetti diversi,
per quello sono così diversi.
All’interno vi sono varie
piazze e giardini.
Galleria di Diana: interno dal
gusto elegante e ‘700esco,
basato sul color panna e
piena di stucchi e
decorazioni, vi è una
sequenza ritmica tra porte
trabeate ed archi fenestrati.
Chiesa di S. Uberto dentro la Venaria: all’interno impianto a croce greca con spigoli
smussati, l’anello che sorregge la cupola. I piloni laterali sono svuotati della loro
matericità e vi sono grandi nicchie che riprendono il barocco romano. L’abside ha un
semicerchio di colonne corinzie. Anche qui somiglianza con Sant’agnese in agone.
Palazzina reale di caccia, a Stupinigi (TO): dal palazzo reale di torino percorrendo la
strada verso sud si arriva alla palazzina di stupinigi. Colorazione ‘700 bianco panna.
In cima al tetto la statua del cervo a significare la scopo della palazzina appunto di
caccia per casa Savoia. Il corpo principale è formato da un enorme salone da cui si
dipartono 4 ali a croce di sant’andrea. Pianta della sala è polilobata con un ovale
esterno e dentro un elemento convesso floreale, che crea uno spazio molto
avvolgente. La sala ha un grande senso di vivacità e dinamismo. Inizialmente Juvarra
voleva mettere 12 pilastri a circondare la sala, ma alla fine ne vennero messi 4 che
da più spazio al salone. Lo spazio inoltre è mosso anche in verticalità con delle
balconate che creano un matroneo interno. Questa architettura così scenografica
unisce l’architettura vera dei pilastri con l’alleggerimento della luce e delle
decorazioni.
Bernardo Antonio Vittone (1704-1770) contrariamente a Guarini e Juvarra era
piemontese e si era formato nell’ambiente degli architetti militari della corte
sabauda. Nella sua carriera da giovane viene contattato dai teatini di torino per
curare l’edizione dell ”Architettura civile” di Guarini.
Santuario del Vallinotto, campagna di
Torino: Profilo ascendente a pagoda,
pianta esagonale on 6 piloni su cui si
aprono 6 piccole absidi di cui la maggiore
contiene l’altare con un piccolo
deambulatorio dietro. Questa pianta ci
rimanda alla pianta di sant’ivo alla
sapienza, mentre i diaframmi colonnati
sono tipici del ‘700. La
copertura è formata da degli arconi che si
dipartono dai pilastri di base, vi è una
maggiore coerenza interna rispetto a
Guarini. La copertura aperta da foratura
di guarini qui è resa più complessa,
perché sopra le volte vi è una prima
cupola diafana aperta da un foro circolare
e un altro foro superiore dato dalla
lanterna. Sequenza di cupole composte
come una scena teatrale ma in verticale.
Interno tonalità pastello che dà un’aria
molto elegante e soffusa.
Santa Chiara, sempre in piemonte: Chiesa polilobata,
erede della sala grande di stupinigi, con dei piloni a
forma di rombo che riprendono la royale di Guarini a
Parigi. Vittone è maestro delle cupole traforate con
degli oculi in alto. La volta viene aperta da una serie di
finestroni che portano ad un’altra volta interna
traforata che fa scorgere i dipinti degli angeli e di
santa chiara dipinti sulla cappella esterna. Gli spazi
sono a doppia altezza che richiamano la chiesa del
carmine di Juvarra.
S. maria di Piazza (TO): La parte bassa gioca sui colori scuri e cupi che si scontrano
con la volta dai colori pastello settecenteschi. Il corpo centrale a base rettangolare
con una cupola a pianta ellittica su cui si aprono le esedre laterali. Il presbiterio della
chiesa è coperto da una volta su base ottagonale che crea una forma stellata, ed è
una doppia volta; nella parte bassa ci sono i pennacchi che sono scavati a creare
degli sguanci medievali, con degli arconi trasversali che permettono di passare
dalla figura quadrata di base a quella ottagonale, senza utilizzare il pennacchio
tradizionale.
12/03/2021 I BIBIENA
Noti come grandi costruttori di Teatri e si spostano in tutta Europa. Il capostipite era
Giovanni Maria, il vecchio, nato a Bibiena e trasferitosi a bologna per studiare nelle
botteghe di pittura nella prima metà del ‘600. I figli che ebbero maggior successo
furono Ferdinando e Francesco, il primo venne mandato nel 1670 a studiare pittura
quadraturista (dipingere architetture illusorie) a Roma a soli 13 anni, dove però non
si trovò bene e torno a bologna a studiare architettura. Francesco viene invece
avviato alla pittura figurista.
Salone palazzo fantuzzi, Francesco
bibiena: Con la sua pittura crea una
seconda profondità dell’architettura con un
punto di fuga che lo spettatore non può
vedere, ciò crea una veduta per angolo che
crea l’illusione di spazi sterminati.
Ferdinando bibiena,
studio scenografico:
prospettiva molto complessa
con 2 punti d’angolo che rende
lo spazio ancora più ampio. I
trattati di ferdinando sono
d’importante divulgazione
artistica per quel che riguarda
la prospettiva architettonica.
Questo tipo di prospettiva
diventerà un marchio di
fabbrica della famiglia.
Infatti giuseppe bibiena (figlio di
Ferdinando) disegnerà una scena
teatrale per il teatro dell’opera di
monaco, dove vi è sia la prospettiva
centrale con 2 vedute per angolo di
cui lo spettatore non vede la fine,
figurandosi che siano della stessa
profondità di quella frontale centrale.
Arco del meloncello, costruito a cerniera fra il tratto di portico di san luca a bologna,
il disegno di progetto viene attestato a francesco bibiena perché egli progetto degli
alti ingressi monumentali.
Giovanni Carlo
Sicinio Bibiena
(figlio di Francesco)
scala del Palazzo
Malvasia, Bologna:
noi possiamo
vedere superata la
curva della scala
una statua di sizipo,
costretto a
trasportare un
masso fino al
pendio. La scala
invoglia il visitatore
e salire e lo stupisce
dopo la prima
curva, mostrando
tutta l’apertura superiore. L’architettura parte ovale e poi con diversi adattamenti
dati dalla presenza di nicchie e di statue si innesta in uno spazio rettangolare
tradizionale. In cima vi è il tipico sfondato barocco con la balconata in alto ed un
affresco sul soffitto.
Chiesa di Saint-Anne la Royale di Guarini: il tema della doppia cupola per dare
maggiore verticalità e le cappelle ellittiche che si innestano, compenetrano con il
corpo delle navate, spezzando quindi la forma ellittica. Questi spunti vengono presi
appunto dalle architetture francesi. Questo linguaggio poi entrerà a far parte del
linguaggio architettonico del ‘700.
Mansart, Chiesa di val-de-Grace (Parigi 1645): facciata
romana con un avanzamento delle colonne del
porticato, e con un piano arretrato posto esattamente
sopra composto da delle lesene corinzie. Dietro la
facciata spunta la cupola che rimanda
alla grande tradizione del
rinascimento romano, che riprendono
la cupola di Michelangelo a San Pietro.
All’interno la navata ricorda la chiesa
del gesù: navata unica con 3 cappelle per parte, la parte della
cupola è dilatata ed i piloni sono resi più ampi, tanto che all’interno
possono contenere la sacrestia. Per dare ulteriore rilievo alla
cupola crea attorno delle absidi semicircolari creando uno spazio
dilatato che crea un’unità con la cupola stesa e permette di
focalizzarci su essa.
Francois Mansart, chiesa dei minimi
(Parigi 1657, è poi andata distrutta)
Riprende la chiesa di sant’agnese con
questa tensione centrale che culmina
con una cupola e delle ali laterali che
sorreggono delle cupole loro stesse,
creando così uno spazio urbano sul
davanti.
Hotel des Invalides di Bruant, Dome des
Invalides (Parigi, 1671-79) esprime la grandezza
del potere regio. La cupola degli invalidi viene
costruita dal nipote di Mansart che crea un guizzo
verticale che bilancia la tensione orizzontale del
complesso. Il blocco della chiesa e un grande
cubo con al centro un cerchio inscritto in un
ottagono arricchita da 8 colonne libere e le
cappelle laterali sono tutte comunicanti con lo
spazio centrale, il presbiterio ellittico si collega
con il resto della struttura che si relaziona con la
vecchia chiesa. In sezione a livello inferiore
abbiamo colonne libere che sorreggono statue e
dei pennacchi, sopra vi è un altissimo tamburo
che regge una cupola tagliata con un foro
circolare e dà spazio ad una seconda cupola con
delle piccole finestre e per ampliare la verticalità
si crea un’altra cupola strutturale in legno che
regge una lanterna esclusivamente decorativa, creando
un’atmosfera esternamente tipicamente barocca. La
cupola contiene una cripta che è la tomba di Napoleone.
Progetti per il Louvre:
Il Louvre era un castello medievale che
proteggeva la parte nord della senna e
dove si spostò poi la residenza regia.
Nel 1870 il palazzo delle tuileries viene
distrutto (palazzo lungo dove si trovava
il teatro di Vigarani) collegato dalla
grand galerie al Louvre, blocco
quadrato.
* **
Il suo SECONDO PROGETTO riprende alcuni tratti del primo ma si ispira a pietro da
cortona in un suo vecchio disegno per la fontana di trevi dove è sempre presenza
una forma concava dell’edificio.
Nel suo TERZO PROGETTO fatto a Parigi (gli altri due li aveva fatti a roma) media i
due stili, mantenendo l’idea di unitarietà della facciata, ma lasciandola rettilinea,
con un accenno alla costruzione degli edifici per padiglioni con una proporzione di
1:2 come da gusto francese, però l’immagine anche di questa facciata è molto tipica
dei palazzi del ‘500 romano. Bernini infatti va a riproporre un grande palazzo
all’italiana: fa riferimento a palazzo montecitorio (sopra) con il corpo diviso in 5
parti e il palazzo farnese (sotto), in cui si ha una trabeazione che unisce tutti i corpi
e dà un senso di unitarietà, le cornici
marcapiano che sono a sostegno delle
finestre. In pianta la facciata rimane
semplice verso est, mentre nella
facciata ovest non rinuncia alla sua
idea di una facciata completamente
loggiata dando enfasi all’ordine gigante
di semi-colonne corinzie. In sezione sul
cortile vi è un doppio ordine di loggiati.
Le critiche rivolte a questa architettura
sono 2: ovvero la tensione a questa
unità che i francesi non adottavano e i
grandi loggiati che in francia non
servivano perché essendo a nord
serviva sfruttare molta più luce.
Progetto ultimo di Bernini:
Alla fine però questo 3 progetto viene approvato, ma dopo che bernini torna a roma
pensando che il progetto venisse attutato e gli architetti francesi prendono il
sopravvento e creano la facciata est colonnata (perrault) che sembra un tempio
romano appiattito con dei binati di colonne che si ripetono su tutta la facciata che si
ripete su 5 blocchi, blocchi d’angolo e blocco centrale
Hotel de Soubise di Delamair (1704-09): hotel era inteso come palazzo privato della
famiglia aristocratica. Ripresi i binati di colonne di Perrault che viene esteso anche ai
lati delle corte. Nella facciata le colonne binate laterali sostenevano delle statue e
non una trabeazione. All’interno del palazzo la volta non è evidenziata perché
nascosta da grandi elementi decorativi.
ESPERIMENTI INGLESI
Tentativi architettonici che più che andare a creare una identità nazionale
andavano a reperire il meglio che era stato fatto negli altri paesi europei,
rivisitandoli, ma senza creare una cultura nuova e nazionale.
L’architettura dell’inizio del 600
inglese è la cosiddetta
Architettura Giacobiana, ovvero
del periodo del re giacomo I,
successore di elisabetta I.
L’isolamento dell’inghilterra aveva
provocato anche un provincialismo
nello sviluppo delle arti.
Blickling Hall (1617-27): l’idea di
questo palazzo è quella di un’onda
del gotico verticale inglese,
caratterizzato da dei reticoli di
linee delle finestre.
Inigo Jones: nasce a fine 500, durante la sua giovinezza fa diversi
viaggi in italia, ma si forma prima della grande stagione barocca,
prima degli anni 30-40 del 600, per questo viene stupito dalle
opere di palladio, che porterà in inghilterra.
Carlo I (1625-49): lui cercherà di condurre l’inghilterra all’assolutismo, fallendo,
perché vi era una società borghese molto forte che voleva mantenere il suo potere
con il parlamento, per cui il tentativo di assolutismo fallisce nel 49 quando viene
decapitato a seguito di una rivoluzione.
Christopher Wren (1632-1723): nella seconda metà del 600 si iniziano ad avere degli
esempi più “barocchi” nell’architettura. Wren non era un architetto di professione, e
non si sa nulla sua formazione giovanile. Venne in contatto con bernini quando nel
1665 andò a parigi dove studiò i grandi maestri del 600 francese.
Rimase impressionato dai progetti del Louvre di Bernini.
La carriera di Wren ha il suo punto di inizio nel 1666 con l’incendio di
Londra, in cui vanno in fumo 87 chiese e 13.000 case. Wren decide di
presentare al nuovo re carlo II stuart un grande progetto di
ricostruzione ispirato a Parigi, che però non viene portato a termine,
perché i borghesi erano interessati a mantenere il loro diritto di
proprietà, infatti la città rinasce mantenendo il sedime delle case
distrutte prima dell’incendio, di modo da non intaccare i diritti di
proprietà dei borghesi. In questa occasione viene costruita in
memoria dell’incendio, Il “The Monument”, una grande de colonna
dorica che sporge nel punto in cui partì l’incendio. Wren riprogetterà
quindi un gran numero di chiese per la città di londra.
Castle Howard:
Castle Howard (1701): Il paesaggio dei parchi all’inglese, che era però creato
dall’uomo che voleva imitare il più possibile la natura. Questo tipico parco all’inglese
che nell’800 verrà esportato nel resto d’europa. In inghilterra vi è la libera
espressione che si vede nella definizione dei parchi all’inglese, ovvero il contesto
dove si situano le grandi residenze aristocratiche. La villa sorge sulla cima della
collina, con uno stile barocco. Il progetto è molto esteso, con un blocco centrale
sormontato da una cupola, ai lati vi sono due ali curvilinee che cingono una sorta di
corte d’onore, che serviva per accogliere i visitatori. È un progetto eclettico, perché
le ali sono improntate ad uno stile simil-manierista italiano, mentre il blocco
centrale definito dall’ordine classico e sormontato da una cupola simile a quella
delle chiese barocche romane. La facciata sul giardino ha un gusto barocco, per via
delle decorazioni colorate. La hall del castello fa capire un linguaggio italiano, con
grandi paraste che sorreggono i pennacchi della cupola. Questo spirito eclettico che
costituisce l’architettura del barocco inglese, proprio perché fatta di montaggi, di
esperienze architettoniche diverse.
Nel grande parco erano inserite delle collezioni di architetture antiche, come la
piramide o dei piccoli padiglioni (il tempio dei 4 venti) che ricorda la rotonda di
palladio, oppure anche il fiume naturale con il ponte ispirato i progetti palladiani ed
in cima il tempio classico rotondo che ricorda quello romano di vesta, rappresentato
come era disegnato da palladio.
Blenheim palace,
vicino Oxford (1705-
22): unico edificio di
campagna che porta il
nome di palazzo,
questo perché solo i
palazzi reali
prendevano il nome di
“palace” circondato
dal parco all’inglese
che cerca la relazione
con gli elementi
naturali.
Questa è la più grandiosa delle residenze rurali, venne finanziato dalla regina Anna
d’inghilterra per essere regalato al condottiero di murbrock. Anche qui vi è un gusto
eclettico in cui ritroviamo elementi classici, fronti templari ed il doppio frontone
centrale come nella chiesa del re dentore reinterpretata dalla visione di un’incisione,
a cui si associano elementi medievali, come le decorazioni poste in sommità delle
torri. La pianta di dimensioni enormi (quella in piccolo nera è la residenza di
versailles). In pianta il corpo centrale è come una base del castello medievale, con 4
torrioni agli angoli, però vi è una corte che entra nel volume primario dell’edificio
creando delle ali interne. La hall è uno spazio centrale con un doppio involucro in cui
sono ricavate le scale monumentali. La hall assume un vigore con le pareti nude a
cui sono appaiate delle colonne classiche che rendono la sala un esempio di
grandiosità romana. In sommità vi è una corona di grandi vetrate che porta la luce.
Seaton Delaval Hall (1718): pianta rettangolare con torri ottagonali agli angoli, però
quando la si vede frontalmente si vede che le torri si fondono con l’edificio, non
rimangono a sé. Si focalizza l’attenzione sul portico templare al centro nel fronte del
giardino. Il fronte che dà verso la strada è di un bugnato più rustico, che ricordano
giulio romano. La sala centrale presenta attualmente una copertura di un tetto
moderno.
19/03/2021 IL TRIONFO DEL BAROCCO
Le chiese gesuitiche della Controriforma. I paesi di lingua tedesca sono i paesi della
riforma protestante che è accolta da alcuni principi, ma altri stati come l’Austria e la
Baviera rimangono fedeli alla chiesa cattolica di Roma.
La guerra dei trent’anni, fu una guerra di religione. L’austria si trovava ai confini tra
la cristianità e l’islam, dato che i turchi avevano conquistato i territori dell’est fino
all’ungheria (assedio di Vienna del 1683). Vienna ne esce vincitrice e può quindi
permettersi la realizzazione di una nuova architettura austriaca di stato imperiale.
L’architetto principale di questo stato fu Fischer von Erlach.
Progetto per Schonbrunn 1690 (mai costruito): progetto collocato in cima ad una
collina, questo perché il sovrano era il sacro romano imperatore ed aveva lo stesso
valore di un papa, per questo si presenta come un santuario composto da terrazze.
L’ingresso infatti monumentale era definito da colonne trionfali.
L’edificio attuale è
costruito in fondo alla
valle di dimensioni più
modeste e con dei grandi
giardini geometrici.
Regione della Moravia che hai tempi era parte
dell’impero asburgico, castello di Vranov:
castello caratterizzato da un grande blocco
cilindrico che contiene un’unica sala che si
presenta come un pantheon, con dei chiusi e
aperti tra i binati di lesene e le aperture
fenestrate. Gli oculi dimostrano la profondità
della volta e diventeranno un marchio di
fabbrica di Fischer. Di fatti l’ellisse è sempre
presente, come la gartenhaus in cui compone
figure ellittiche e quadrate inscritte in un
triangolo ed esagono.