Sei sulla pagina 1di 13

ARCHITETTURA E

URBANISTICA
IL QUATTROCENTO

Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quarta edizione, © Zanichelli editore 2017


Lo sviluppo dell’urbanistica

Nel corso del Quattrocento il tema della città e dei suoi edifici è fatto
oggetto di trattati e di progetti da parte dei maggiori architetti italiani.

Sono le corti del Rinascimento a promuovere le ricerche e a finanziare le


concrete realizzazioni urbanistiche, al fine di trasmettere, attraverso il
volto nuovo della città, il prestigio culturale e la potenza della signoria.

Architetti come Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini,


Luciano Laurana, o lo stesso Leonardo, si cimentano con una
progettazione che coinvolge non più solo i palazzi del potere, ma l’intero
tessuto urbano, ora realizzato secondo gli ideali rinascimentali.

Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quarta edizione, © Zanichelli editore 2017


La Città ideale
La Città ideale, dipinta intorno al 1480-1490 da un ignoto pittore centro-
italiano, riflette, per proporzioni, stile architettonico e applicazione della
prospettiva, i principi di armonia e perfezione del Rinascimento italiano.

La tavola apparteneva alla famiglia ducale di Urbino, una delle città che, con Pienza
e Ferrara, fornisce il migliore esempio di intervento urbanistico del Quattrocento.

Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quarta edizione, © Zanichelli editore 2017


Pienza

Nel 1459 papa Pio II, al secolo l’umanista Enea Silvio Piccolomini,
dà incarico di ristrutturare Corsignano, il borgo natio presso Siena.
Pienza
L’architetto Bernardo Rossellino, già collaboratore di Leon Battista Alberti,
interviene anzitutto sulla risistemazione della piazza principale, sulla quale si
affacciano le sedi del potere civile e le sedi del potere religioso.

Su un lato della A margine dei


piazza che si affaccia maggiori edifici vi
sul corso cittadino sono la chiesa di San
viene costruita la Francesco (3), a cui si
nuova Cattedrale di allineò il nuovo
Santa Maria Assunta palazzo del papa, e la
(1). Canonica (7).

Sul fianco destro della Di fronte alla cattedrale, vi Sul fianco sinistro il palazzo
cattedrale si trova il Palazzo sono il Palazzo Comunale o papale, Palazzo Piccolomini
Borgia, poi Vescovile (4), Pretorio (5) e il Palazzo del (2), chiude la piazza, che si
donato da Pio II al cardinale cardinale Ammannati (6), configura come uno spazio
Borgia, suo vicecancelliere. fedelissimo di Pio II. trapezoidale.
Pienza
Con Palazzo Piccolomini, ispirato al fiorentino Palazzo
Rucellai dell’Alberti, Rossellino trasforma il modello,
introducendo varianti come il bugnato ruvido in facciata,
il cortile centrale e il loggiato sul fronte posteriore.

La facciata rinascimentale della


Cattedrale guarda al Tempio È la prima volta che un
Malatestiano di Alberti, ma risolve i edificio nasce con
problemi della corrispondenza tra l’intento di compenetrare
gli ordini e del coronamento. lo spazio naturale.
Urbino

La ristrutturazione di Urbino, voluta da Federico da Montefeltro a


partire dal 1463-1464, interessa il grandioso palazzo ducale.
Il Palazzo Ducale di Urbino
Il Palazzo Ducale assume l’aspetto di una nobile residenza con l’arrivo a Urbino nel
1468 dell’architetto dalmata Luciano Laurana, sostituito dal 1476 dal senese
Francesco di Giorgio Martini.
Il cortile d’onore, impostato dal
Laurana con arcate a tutto sesto
su slanciate colonne e capitelli
all’antica, mostra un’originale
soluzione a L ai quattro angoli.

La facciata sulla piazza


cittadina si conforma al tipico
palazzo quattrocentesco, ma
nelle due ali ortogonali:
• Laurana colloca i tre portali
non in asse con le finestre
• Francesco di Giorgio
ripristina il ritmo di pieno La cosiddetta Facciata dei Torricini
su pieno, vuoto su vuoto delimita il fronte verso valle.
La Facciata dei Torricini
La Facciata dei Torricini, aperta sulla
strada per Roma, prende il nome dalle
due torri che ne delimitano i fianchi.

È il frutto di riflessioni e contributi non solo del


Laurana e di Francesco di Giorgio Martini, ma
anche di Piero della Francesca e, soprattutto, di
Leon Battista Alberti.

• La facciata è ingentilita dal triplice loggiato


che sporge dalla cortina muraria.
• Il motivo delle logge sovrapposte è una sorta
di arco di trionfo moltiplicato in verticale.
• Ogni livello si differenzia dagli altri per il
trattamento degli ordini architettonici e delle
volte a cassettoni.
Ferrara
Ferrara è governata dalla signoria degli Este: i marchesi Niccolò III e Lionello,
assieme ai loro successori, elevati al rango ducale, Borso ed Ercole I, per tutto il
Quattrocento assicurano alla città floridezza economica e prestigio culturale.

Alla fine del secolo i problemi della città si sono fatti più pressanti e occorre:
• edificare una cerchia di mura fortificate, capace di resistere all’offensiva delle
nuove armi da fuoco a lunga gittata
• offrire nuovi alloggi a una popolazione in continua crescita

Nel 1496 Ercole I d’Este incarica l’architetto ferrarese Biagio Rossetti di


progettare e realizzare l’ampliamento di Ferrara, che dal committente prenderà
il nome di «Addizione Erculea», inglobando aree agricole di proprietà ducale.

Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quarta edizione, © Zanichelli editore 2017


L’Addizione Erculea
L’Addizione Erculea si configura come un vero e proprio «piano regolatore»,
cioè un progetto che individua le aree produttive, residenziali e di servizio in
previsione degli sviluppi futuri della città.

Il progetto inizia dalle Un tessuto viario ordinato


arterie stradali, organizzate collega chiese (1 e 12-15) e
sul modello romano a palazzi nobiliari (7-11 e 16)
partire dagli assi ortogonali del nucleo medievale e
del cardo e del decumano. della città moderna.

Sugli assi principali le Nuove porte di città sono


residenze ducali: il Castello aperte nella cinta muraria,
Estense (2), il Palazzo dei mentre la piazza principale
Diamanti (6) e le «delizie» (5) è decentrata rispetto
di Belfiore e Schifanoia (3). all’incrocio centrale.
Ferrara
La vera novità sta nel fatto che il progetto di Biagio Rossetti è pensato sulla
dimensione della strada e della città e non più su quella del singolo edificio.

Ecco perché le strade impongono una visione prospettica in scorcio degli edifici, come nel
punto in cui si intersecano i due maggiori assi ortogonali di via degli Angeli (Nord-Sud) e di
via dei Prioni (Est-Ovest), ai cui angoli sorgono i più importanti palazzi nobiliari.
Palazzo dei Diamanti
Il Palazzo dei Diamanti, così detto per il tipico
bugnato a punta di diamante, viene costruito
da Biagio Rossetti a partire dal 1493.

L’architetto valorizza l’incrocio delle strade creando


ad angolo due ordini di paraste decorate all’antica
e facendo sporgere un balcone su mensole
figurate.

L’ingresso principale è
formato da un arco
stretto tra due paraste
ornate ed è sormontato
da una finestra a
timpano, poggiata sul
cornicione che divide la
facciata in due ordini
sovrapposti.

Potrebbero piacerti anche