Il Duomo di Lecce si erge nell’omonima Piazza e rappresenta il fulcro della vita religiosa della
città. La Cattedrale dedicata a Maria SS. Assunta, venne costruita nel 1144, fu ristrutturata nel
1230 per essere poi completamente ricostruita nel 1659 da Giuseppe Zimbalo per volere del
vescovo Luigi Pappacoda.
Il Duomo di Lecce
All’architetto leccese si deve anche il campanile a cinque piani, l’ultimo dei quali è sormontato da
una cupola ottagonale sulla quale è posta una statua in ferro raffigurante Sant’Oronzo. Il Duomo
presenta due ingressi, quello principale rivolto al Palazzo Vescovile e l’altro, sul fianco sinistro
che guarda l’entrata della Piazza. La facciata principale sulla quale sono scolpite le statue dei santi
Gennaro e Ludovico e degli apostoli Pietro e Paolo, è molto sobria e raffinata a dispetto di quella
secondaria più sfarzosa, disegnata secondo le linee del barocco leccese, culminante con la statua
di Sant’Oronzo tra le statue di San Giusto e San Fortunato, compatroni di Lecce. La facciata
principale lascia percepire l’organizzazione della spazio interno diviso in tre navate separate da
pilastri a semicolonne. La navata centrale e il transetto sono sormontati da un soffitto in legno
dove sono incastonate alcune opere di Giuseppe di Brindisi tra cui “Il Martirio di Sant’Oronzo” e
“L’Ultima Cena”. L’interno barocco conserva pregevoli stucchi, pavimenti in marmo e altre
numerose tele di grande valore artistico e ben dodici altari riccamente ornati tra cui quello
maggiore dedicato alla Vergine Assunta in marmo e bronzo dorato di fattura napoletana.
Piazza Sant’Oronzo è la principale piazza di Lecce, il salotto cittadino, da sempre luogo di incontro
e di ritrovo. Negozi, caffè, uffici affollano la suggestiva piazza ovale la cui pavimentazione è ornata
da un mosaico raffigurante lo stemma della città: la Lupa sotto un albero di leccio e la corona con
5 torri.
La Basilica di Santa Croce con l’attiguo Convento dei Celestini (ora Palazzo del Governo) è uno dei
maggiori complessi architettonici della città e soprattutto, il più significativo esempio di barocco
leccese, specialmente per l’opulenza delle decorazioni della facciata principale.
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La Basilica di Santa Croce a Lecce
Tra il XVI e XVII secolo, i più grandi architetti salentini – Riccardi, Penna e Zimbalo – coadiuvati da
abilissimi maestri scalpellini e intagliatori, si avvicendarono nella realizzazione della grandiosa
opera commissionata del ricco ordine religioso dei Celestini. Il risultato fu sorprendente: mai
prima di allora elementi rinascimentali e ricercatezza barocca si erano fusi così armonicamente
dando vita ad un monumento di così spettacolare bellezza. La facciata della basilica si compone
di tre parti. La parte inferiore, in stile rinascimentale, è divisa da sei colonne lisce con capitelli
zoomorfi che sostengono una trabeazione riccamente decorata con leoni e donne dal seno nudo.
Al di sopra del fregio, sei figure umane e sette animali (telamoni) sorreggono la balaustra in pietra
leccese ornata da 13 puttini che abbracciano i simboli del potere temporale e spirituale. Sulle
porte laterali vi sono gli stemmi dell’ordine dei Celestini e di Santa Croce, mentre sul portale
maggiore, fiancheggiato da due coppie di colonne, si trova lo stemma di Filippo III di Spagna. La
seconda parte della facciata è dominata dal bellissimo rosone centrale di ispirazione romanica
affiancato da due nicchie con le statue di San Benedetto e San Celestino. All’estremità si ergono
due statue femminili simboleggianti la Fede e la Fortezza. Infine, sulla sommità, il timpano con al
centro il trionfo della Croce. L’interno articolato in tre navate suddivise da alte colonne è
altrettanto sontuoso. La navata centrale è sormontata da un soffitto ligneo a cassettoni dorati
mentre quelle laterali hanno volte a crociera e presentano sette cappelle per lato ognuna delle
quali ospita altari riccamente decorati e tele del XVII e XVIII secolo. Di notevole pregio nella
cappella di San Francesco da Paola, l’altare a sei colonne realizzato da Zimbalo (1614-15) decorato
con 12 formelle raffiguranti episodi della vita del santo, considerato tra le massime espressioni
scultoree del barocco leccese.
Nei pressi di Piazza Sant’Oronzo sorge il Castello voluto dal Re Carlo V nel 1539. Il progetto
dell’edificio venne affidato all’architetto Gian Giacomo dell’Acaya e richiese la demolizione della
Cappella di Santa Trinità e del Monastero Celestino di Santa Croce a cui furono intitolati due dei
torrioni che compongono la fortezza.