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Il Concilio Vaticano II
e la sua recezione
Il dibattito ermeneutico dal 1965 al 1985
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Hubert Jedin, grande storico della Chiesa, così annota nella sua au-
tobiografia, Storia della mia vita, al termine delle pagine dedicate alla
memoria del Concilio Vaticano II:
Nelle ultime settimane del Concilio diedi a tutti i vescovi tedeschi con i
quali mi incontrai un consiglio che mi proveniva dall’esperienza della storia
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ma più evidente si manifestò nel reperire gli uomini adatti per attuare
le riforme espressamente volute, diversamente, al Vaticano II sarebbe
mancata una chiarezza sul programma di riforma e su quale direzione
seguire per concretizzarlo. Nelle istituzioni sembrerebbe essersi im-
posto un moto rivoluzionario piuttosto che evolutivo, facendo pre-
supporre che il Vaticano II stesso abbia giustificato una ‘rottura’ con
la Tradizione. Questo non corrisponde al vero. In realtà – per questo
terzo orientamento –, l’apporto più significativo del Concilio consi-
sterebbe nell’aver favorito una più marcata coscienza storica, estesa a
tutti i componenti interni alla dinamica di sviluppo della Tradizione.
Per questa ragione anche il Magistero, pronunciandosi solennemen-
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Nel 1970 Paolo VI, con l’esortazione apostolica Quinque iam anni22,
invitò la Chiesa a celebrare il primo lustro dalla chiusura del Vaticano
II. Il Pontefice pose in evidenza diversi aspetti positivi del Concilio,
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Il 17 ottobre del 1978, Giovanni Paolo II, in occasione del suo primo
messaggio Urbi et orbi, espresse con ferma volontà il desiderio di por-
tare in primo piano l’opera del Vaticano II come fattore determinante
del suo pontificato38. Il Concilio venne innanzitutto definito dal papa
‘pietra miliare’, non solo per la storia della Chiesa, ma anche per quel-
la del mondo. Il pontefice portò all’attenzione dei suoi uditori due
limiti contrapposti e dominanti una prima fase del post-Concilio: la
riduzione dell’avvenimento del Vaticano II soltanto ai suoi documenti
o, in senso opposto, l’eccessivo relativizzarne il contenuto. Piuttosto
– osservò Giovanni Paolo II – si sarebbe dovuto coniugare con «azio-
ne prudente e stimolante» l’applicazione dei decreti conciliari con la
consapevolezza della portata dell’avvenimento stesso del Vaticano II,
prestando attenzione affinché i testi fossero recepiti nell’alveo della
Tradizione. Il papa, con questo suo primo intervento, a prescindere
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Le categorie ermeneutiche
Vale la pena illustrare sinteticamente le categorie o mediazioni concet-
tuali (o, per dirla alla Max Weber, gli Idealtypen) per mezzo delle quali
l’avvenimento del Vaticano II è stato interpretato. Nel tempo, alcune
Francesco Saverio Venuto
di esse sono divenute sempre più indicative del Concilio e hanno in-
fluito sul processo recettivo, favorendolo oppure ostacolandolo53.
Una delle categorie concettuali in maggior misura utilizzata fu
quella di ‘avvenimento’54. Essa, da fattore costitutivo del procedere
storico, è così divenuta sinonimo per eccellenza del Vaticano II. In
molti casi è stata addirittura amplificata con l’impiego del termine
‘evento’55, rispondendo così all’esigenza di creare la ‘notizia’. Nel ter-
mine ‘evento’ confluirono una certa visione utopistica del mondo e
della Chiesa, desiderosa di un radicale cambiamento e progresso, e
in modo minoritario anche i timori per un cedimento e una resa di
fronte alla modernità. Per caratterizzare l’‘evento Vaticano II’ furono
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Conclusioni
Non si può ignorare come, soprattutto nella fase post-conciliare, l’in-
tento di Giovanni XXIII (espresso nel discorso inaugurale Gaudet ma-
ter Ecclesia66 e ripreso con vigore anche dal suo successore Paolo VI
e dai Padri conciliari) di coniugare ‘Tradizione’ e ‘Progresso’, abbia
incontrato ostacoli e incomprensione proprio a partire da un impiego
limitato e ideologico di queste due categorie. Il ‘progressismo’ e il
‘tradizionalismo’, due varianti contrapposte che tendono a ridurre e a
falsare il significato storico-teologico del Vaticano II, paradossalmente
convergevano nell’ermeneutica della rottura. Già nel 1965, pochi mesi
prima della solenne conclusione del Concilio Vaticano II, Ratzinger, in
una conferenza tenuta a Münster, dopo aver delineato i due poli della
dialettica intorno al valore dell’aggiornamento conciliare, aggiungeva:
«E tra le pietre della macina stanno quelli che hanno lottato e sofferto
per il rinnovamento e cominciano ora a domandarsi se sotto il regime
dei cosiddetti conservatori le cose non stessero poi meglio che sotto il
progressismo»67. È realistico considerare la tendenza cosiddetta ‘pro-
gressista’, con le sue sovrapposizioni rispetto all’andamento effettivo
del Vaticano II, come l’ideologia temporalmente e concettualmente
dominante, a partire dalla quale quella ‘tradizionalista’ ha successi-
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Per le abbreviazioni dei nomi delle riviste: S.M. Schwertner (ed.), Internationales
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9
Congregatio pro doctrina fidei, Epistola «Cum œcumenicum concilium», 24 luglio
1966, AAS, 58 (1966), pp. 659-661.
10
M. Vergottini (ed.), ‘Nel cono di luce del Concilio’. Discorsi e documenti (1965-1978),
Studium, Brescia 2006.
11
Concilio Vaticano II. Costituzioni. Decreti. Dichiarazioni, Libreria Editrice Vaticana,
Città del Vaticano1998, pp. 272-273.
12
J. Ratzinger, Unidad en la tradición de la fe, «Cuaderno Humanitas», 20 (2008), p. 38.
13
H. Jedin, Vatikanum II und Tridentinum. Tradition und Fortschritt in der
Kirkengeschichte, Westdeutscher Verlag, Köln-Opladen1968.
14
H. Jedin, Vatikanum II und Tridentinum, cit., pp. 27-30.
15
Ibi, pp. 32-36. Si tenga presente anche K. Rahner, Interpretazione teologica
fondamentale del Concilio Vaticano II, in Id., Sollecitudine per la Chiesa. Nuovi Saggi,
VIII, Edizioni Paoline, Roma 1982, pp. 343-361.
16
G. Angelini, L’aggiornamento: suggerimenti e problemi di una formula fortunata,
Teol(M), 37 (2012), pp. 361-382; J.M. Bredeck, Das Zweite Vatikanum als Konzil
des Aggiornamento. Zur hermeneutischen Grundlegung einer theologischen
Konzilsinterpretation, Schöningh, Paderbon-München-Wien-Zürich 2007; W. O’Malley,
Reform, Historical Consciousness, and Vatican II’s Aggiornamento, TS, 32/4 (1971), pp.
573-601; Fr. M. Willam, Von jungen Angelo Roncalli (1903-1907) zum Papst Johannes
XXIII (1958-1963), F. Rauch, Innsbruck 1967.
17
H. Jedin, Vatikanum II und Tridentinum, cit., pp. 30-31; 44-48; 57-58.
18
Fr. S. Venuto, La recezione del Concilio Vaticano II, cit., pp. 119-121.
19
Ibi, pp. 205-208.
20
L. Bouyer, La décomposition du catholicisme, Aubier-Montaigne, Paris 1968; H. de
Lubac, L’Église dans la crise actuelle, in NRTh, 91/6 (1969), pp. 580-596; J. Maritain,
Le paysan de la Garonne, Desclée de Brouwer, Bruges-Paris 1966; Gr. Rhenanus,
Aufrubuch oder Zusammenbruch?, Thomas-Verlag, Zürich 1966.
21
Insegnamenti di Paolo VI, VI, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1968, pp.
300-310.
22
Paulus VI, Adhortatio apostolica «Quinque iam anni», 8 dicembre 1970, AAS, 63
(1971), pp. 97-106.
23
I casi più interessanti coincidono con le vicende personali di H. de Lubac e J. Ratzinger.
Entrambe le personalità denunciarono l’atteggiamento ostile nei loro confronti in
seguito ai giudizi espressi su alcune interpretazioni del Vaticano II e degli avvenimenti
post-conciliari: H. de Lubac, Entretien autour de Vatican II. Souvenirs et Réflexions,
France Catholique – Ed. du Cerf, Paris 1985; Id., Memorie intorno alle mie opere, Jaca
Francesco Saverio Venuto
Book, Milano 1992, pp. 319-455; V. Messori, Rapporto sulla fede: a colloquio con il
cardinale Joseph Ratzinger, San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 1985, pp. 15-16.
24
Sul fronte ‘tradizionalista’: pp. 23-38; M. De Corte, L’hérésie conciliaire ou l’hérésie de
l’action, «Itineraires», n. 205 (1976), pp. 24-25; Id., Seconde note sur l’hérésie conciliaire
ou l’hérésie de l’action, «Itineraires», n. 207 (1976), pp. 54-68; J. Madiran, Le concile en
question. Correspondance Congar-Madiran sur Vatican II et sur la crise de l’Eglise, D. M.
Morin, Grez-en-Bouère 1985; L. Salleron, Problèmes de l’aggiornamento, «Itineraires»,
n. 79 (1964), pp. 23-38; Id., Reparlons du Concile, «La Pensée catholique», n. 170
(1977), p. 43-54. Sul fronte ‘progressista’: Concilium: Il libro del Congresso, Bruxelles
1970. L’avvenire della Chiesa, Queriniana, Brescia 1970; D. Tracy (ed.), Toward Vatican
III. The Work That to Be Done, Gill and Macmillan, Dublin 1978.
25
M. De Corte., Nicée et Vatican II, «Itineraires», n. 215 (1977), pp. 110-141; si tenga
presente anche la lettera di Paolo VI: A propos des fondations de Mgr Lefebvre, DC, 1689
(1976), pp. 33-34. Sulla finalità pastorale del Vaticano II si veda: Br. Seveso, Vaticano II.
L’indole pastorale, Teol(M), 37 (2012), pp. 383-414.
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Gli interventi di Paolo VI rispetto al Concilio sono divenuti occasione di giudizi differenti
e contrastanti. A tal proposito: R. Burigana - G. Turbanti, L’intersessione: preparare la
conclusione del Concilio, in G. Alberigo (dir.), Storia del Concilio Vaticano II, IV, Peeters
- Il Mulino, Bologna 1999, pp. 524-536; V. Carbone, Il Concilio Vaticano II. Preparazione
della Chiesa al Terzo Millennio, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1998, pp.
69-71; 77-81; 93-97; H. Jedin, Il Concilio Vaticano II, in Id., Storia della Chiesa, X, Jaca
Book, Milano 1995, pp. 132-152; M. Maccarrone, Paolo VI e il Concilio: Testimonianze,
RSCI, 53/1 (1989), pp. 103-111 L. A. G. Tagle, La tempesta di novembre: la ‘settimana
nera’, in G. Alberigo (dir.), Storia del Concilio Vaticano II, IV, Peeters - Il Mulino, Bologna
1999, pp. 417-482; G. Turbanti, Verso il quarto periodo, in G. Alberigo (dir.), Storia del
Concilio Vaticano II, V, Peeters Il Mulino, Bologna 2001, pp. 43-56.
27
Paulus VI, Littera encyclica «Humanae vitae», 25 luglio 1968, AAS, 60 (1968), pp.
481-503. Sulle vicende relative all’enciclica: A. Acerbi, Il pontificato di Paolo VI, in E.
Guerriero (dir.), Storia della Chiesa, XXV/1, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1994,
pp. 82-91; Y. Chiron, Paul VI. Le pape écartelé, Perrin, Paris 1993, pp. 277-306; A
Tornielli, Paolo VI. L’audacia di un papa, Mondadori, Milano 2009, pp. 484-519;.
28
H. Snijdewind, Genèse et organisation de la revue internationale de théologie
Concilium, CrSt, 21/3 (2000), pp. 645-674; Fr. S. Venuto, Concilium: 1965-1984,
in Id., La recezione del Concilio Vaticano II, cit., pp. 147-181. Si tengano presenti
anche le interessanti, ma non imparziali, annotazioni del teologo dissidente H. Küng
sull’evoluzione del periodico e dei rapporti con Communio: H. Küng, La mia battaglia
per la libertà. Memorie, Diabasis, Reggio Emilia 2008, pp. 352-354; 451-455; Id.,
Disputed Truth. Memoirs II, Continuum, New York 2008, pp. 27; 46-48; 156-157; 233;
356-357.
29
H. U. von Balthasar, La mia opera ed epilogo, Jaca Book, Milano 1994, pp. 84-85; J.
Ratzinger, Vent’anni della rivista Communio. Il coraggio di rischiare, Com(I), 124 (1992),
pp. 11-22; P. Henrici, Gründungsintention und Zukunftsperspektiven der Communio,
IkaZ, 27/1 (1998), pp. 88-94; H. Maier, Der Weg der “Communio”. Erinnerungen und
Erfahrungen, in IkaZ, 27/1 (1998), pp. 83-88; Fr. S. Venuto, Communio: 1971-1984, in
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39
J.W. O’Malley, Developments, reforms, and two great reformations: towards a historical
assessement of Vatican II, TS, 44/3 (1983), pp. 373-406.
40
Fr. S. Venuto, La recezione del Concilio Vaticano II, pp. 251-279.
41
Ibi, pp. 262-265.
42
Ibi, pp. 265-267.
43
Y. Congar, Regard sur le Concile Vatican II, in Id., Le Concile de Vatican II. Son Église.
Peuple de Dieu et corps du Christ, Beauchesne, Paris 1984, pp. 49-72; H. Pottmeyer,
«Una nuova fase della ricezione del Vaticano II. Vent’anni di ermeneutica del Concilio»,
pp. 41-63.
44
R. Pesch, Due credo: Roma e Olanda, Edizioni Paoline, Catania 1972; L. Rosadoni, I
cattolici olandesi ovvero il rischio di essere vivi, Gribaudi, Torino 1968; C. Straeter, Die
neue Theologie in Holland, Habbel, Regensburg 1970.
45
In generale: Congregatio pro Doctrina Fidei, Instructio, Libertatis nuntio, 6 agosto
1984, AAS, 76 (1984), pp. 876-909; R. Gibellini, Il dibattito sulla Teologia della
liberazione, Queriniana, Brescia 1986; B. Mondin, I teologi della liberazione, Borla,
Roma 1977. Esponenti della Teologia della liberazione: L. Boff, Teologia della cattività
e della liberazione, Queriniana, Brescia 1977; G. Gutiérrez, Teologia della liberazione:
prospettive, Queriniana, Brescia 1973.
46
G. des Lauriers, Le Siège Apostolique est-il Vacant?, CCass, n. 1 (1979); M. Lefebvre,
Un vescovo parla, Rusconi, Milano 1974, p. 195; G. de Nantes, Lettere, Volpe, Roma
1969. Si tenga comunque presente: Fr. Lafage, Du refuse au schisme. Le traditionalisme
catholique, Ed. de Seuil, Paris 1989.
47
H. de Lubac, Concile et paraconcile, in Id., Petite catéchèse sur Nature et Grâce,
Fayard, Paris 1980, pp. 169-175. Si tenga presente anche la variante ‘metaconcilio’: Ph.
Delhaye, La scienza del bene del male. La morale del Vaticano II e il ‘metaconcilio’, Ares,
Milano 1981. Un recente articolo: M. Vergottini, Contro la ‘mitizzazione’ del concilio:
paraconcilio, metaconcilio, anticoncilio», Teol(M), 37 (2012), pp. 450-478.
48
G. Caprile, Il Sinodo dei Vescovi. Seconda Assemblea Generale Straordinaria (24
novembre - 8 dicembre 1985), La Civiltà Cattolica, Roma 1986. Fr. S. Venuto, Il Sinodo
dei Vescovi del 1985, in Id., La recezione del Concilio Vaticano II, cit., pp. 53-107.
49
H. de Lubac, Risposta alla Segreteria generale, 12 marzo 1985, Città del Vaticano,
Segreteria generale del Sinodo, 232/85, 3 ff., in Fr. S. Venuto, La ricezione del Concilio
Vaticano II, cit., pp. 377-380.
50
Synodus episcoporum, Relatio finalis «Ecclesia sub Verbo Dei mysteria Christi
celebrans pro salute mundi», in EV 9, pp. 1779-1818.
51
W. Kasper, Risposta alla Segreteria del Sinodo, Città del Vaticano, Segreteria Generale
Francesco Saverio Venuto
del Sinodo, 187/85, 3 ff., in Fr. S. Venuto, La ricezione del Concilio Vaticano II, cit., pp.
371-372.
52
Per esempio: Lettera aperta delle teologhe e dei teologi di Concilium a proposito del
prossimo Sinodo, in Conc(I), 21/5 (1985), pp. 11-14. Per altre contestazioni si rimanda a
Fr. S. Venuto, La ricezione del Concilio Vaticano II, cit., pp. 83-85; 103, n. 190.
53
Fr. S. Venuto, La ricezione del Concilio Vaticano II, 320-350. Sul valore e l’utilizzo
dei concetti: H. Jedin, La storia della Chiesa è teologia e storia, cit., pp. 11-14; H.-I.
Marrou, La conoscenza storica, Il Mulino, Bologna 2001, pp. 131-182; R. Koselleck,
Futuro passato. Per una semantica dei tempi storici, Clueb, Bologna 2007, pp. 131-132.
54
Fr. S. Venuto, La ricezione del Concilio Vaticano II, cit. pp. 326-330.
55
Ibi, pp. 330-337.
56
‘Nuova Pentecoste’, ‘fine dell’era costantiniana e dell’epoca tridentina’, ‘rivoluzione
copernicana’ rappresentano alcuni dei concetti più utilizzati e diffusi sia in favore sia in
opposizione al Vaticano II. R. Amerio, Iota unum. Studio delle variazioni della Chiesa
cattolica nel secolo XX, 3 ed., Ricciardi, Milano-Napoli 1985, pp. 86-89; M.-D. Chenu,
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