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Don Andrea Gallo .

Il Vangelo di un utopista .
2011 Aliberti editore .
Prima ristampa .

*** In copertina .
Il Vangelo vita, liberazione, il gusto e il rischio della vita. Partendo dal concetto di
utopia di Eduardo Galeano, don Andrea Gallo ci spiega: Quando sei convinto che a trecento
metri ci sia quello che vuoi raggiungere, li percorri e ti rendi conto che l'utopia trecento metri
pi in l. Per questo ti dici: "Allora veramente irrealizzabile". Invece no, perch c' un aspetto
positivo: che si sta camminando, e l'utopia si realizza strada facendo .
Nel portare da oltre cinquant'anni il messaggio di Ges, sempre sulla strada, sul marciapiede,
sempre in mezzo agli ultimi, don Gallo ha messo insieme i suoi sei personalissimi Vangeli. Il
primo il messaggio che tutti, credenti e non credenti, possono cercare la verit costruendo
un'unica grande famiglia umana. Il secondo la Pace, la giustizia verso i pi poveri, i senza
dignit, non come frutto della carit-elemosina, ma del riscatto storico e della giustizia. Il terzo
appunto l'utopia, perch Ges nell'orizzonte della speranza del regno. Il quarto la sobriet,
primo passo verso la solidariet; il quinto, la Costituzione della Repubblica italiana, che
democratica, laica, antifascista, e non un optional, l'antifascismo, per nessun cittadino.
L'ultimo il "vangelo" lasciatoci da Fabrizio De Andr ed Ernesto Balducci, i quali ci dicono
che l'unica strada possibile incarnarsi nella vita dei poveri e degli esclusi, non per essere
travolti e abbassati, ma per vivere insieme a loro la liberazione reale. Con la stessa energia che
lo porta a girare di notte per i carrugi di Genova per aiutare chi soffre, con la stessa generosit
che lo vede conferenziere in giro per l'Italia, don Gallo consegna alla parola scritta la sua
personale utopia, che poi la stessa del Vangelo: cambiare il nostro quotidiano e, di
conseguenza, cambiare il mondo .
Don Andrea Gallo (Genova, 1928) viene ordinato sacerdote nel 1959. Ha fondato e guida la
Comunit di San Benedetto al Porto di Genova, offrendo asilo a persone in difficolt. Ha scritto
Angelicamente anarchico, Io cammino con gli ultimi e Cos in terra, come in cielo. Per Aliberti
ha pubblicato Di sana e robusta costituzione e, con Loris Mazzetti, Sono venuto per servire, gi
alla settima ristampa .

*** Indice .

Prefazione .
Introduzione .
IL VANGELO DI UN UTOPISTA.19 I. Vangelo: Un'unica famiglia umana .
II. Vangelo La Pace .
III. Vangelo L'utopia .
IV. Vangelo La sobriet .
V. Vangelo La Costituzione .
VI. Vangelo De Andr e Balducci .
Ringraziamenti .

*** Prefazione .
Il Vangelo di un utopista: un titolo, un programma .
Il libro un messaggio di speranza, ma il titolo, molto intrigante, rischia di far cadere il
lettore in un tranello. come affermare che la parola di Ges irrealizzabile perch fantastica.
Faccio questa premessa perch se c' uno che da sempre segue le impronte lasciate da Ges
attraverso il Vangelo don Andrea Gallo. In ogni sua parola o gesto c' sempre la presenza di
Ges. Per il teologo genovese il Vangelo vita, liberazione, il gusto e il rischio della vita
.
La parola di Ges rappresenta per gli uomini verit e libert, per questo il pensiero di don
Gallo non pu essere considerato utopistico. Se, invece, il punto di vista diventa quello della
Chiesa (quella parte che sta a capo della piramide), allora il prete da marciapiede ben pi di
un utopista .
Questo un libro che obbliga il lettore a una scelta: o sei con don Gallo o contro .
Io non ho dubbi: sto con il Don .
C' un'immagine che non potr mai trovare una giustificazione n storica, n morale: papa
Wojtyla che stringe la mano al dittatore cileno Augusto Pinochet. Utopia sta per quella parte
della Chiesa che per il potere protegge il cardinale Pio Laghi, nunzio apostolico nell'Argentina
al tempo della dittatura che massacr trentamila civili .
Utopia sta per il sostegno della Chiesa alla guerra nella ex Jugoslavia .
Utopia la Chiesa che davanti alla tragedia dell'Aids nega l'uso del profilattico .
Utopia la Chiesa che dimentica la considerazione di Ges verso le donne .
Anarchico, comunista, prete da marciapiede, di puttane, transessuali e drogati, ognuno
definisca don Gallo come vuole, ma pi delle parole contano i fatti. I suoi sono tanti, in oltre
cinquantanni di presbiterio. Le mie bussole sono due: come partigiano e come essere dotato di
una coscienza civile, la mia prima bussola la Costituzione. Poi come cristiano, la mia bussola
il Vangelo .
Don Gallo non l'unico prete "rivoluzionario", di amore e pace, ve ne sono tanti altri che
usano la Parola e il rispetto per l'essere umano in una societ che legge il Vangelo per poi
dimenticarlo immediatamente .
Seguendo le orme di Ges, accompagnato per mano dal maestro don Bosco, don Gallo
considera tutti i figli di Dio uguali, il bello come il brutto, il buono, il cattivo, il sobrio e
l'ubriacone, l'intelligente come il demente .
Sono venuto per servire e non per essere servito: non un monito, un esempio. Il
fondatore della Comunit di San Benedetto al Porto entra nel cuore delle persone, per sempre,
come Lorenzo Milani, Primo Mazzolari, Zeno Santini (che fondando Nomadelfia d una
mamma ai bambini che non ce l'hanno), Cesare Mazzolari (il vescovo comboniano che libera
gli schiavi e i bambini soldato nel Sudan), Ernesto Balducci, Oscar Arnulfo Romero (il vescovo
contadino ucciso in Salvador dalle squadre della morte), Giovanni Fornasini (parroco di
Sperticano, medaglia d'oro al valor militare, morto coi suoi parrocchiani durante gli eccidi di
Marzabotto), e tanti, tanti altri ancora. Stare sempre dalla parte degli ultimi con l'impegno di
dare a loro la dignit negata .
I "rivoluzionari" hanno in comune la Chiesa come la loro unica casa. In cambio invece
dell'accoglienza subiscono l'apartheid, in alcuni casi anche la scomunica. Vorrei con tutto il
cuore che la mia amata Chiesa cattolica non volesse mai avere un "posto speciale" nella storia.
Essa sale, lievito, chicco di grano. Non ha nulla da spartire con il Potere scrive don
Andrea Gallo, ed l'unica risposta possibile di chi d amore senza chiedere nulla in cambio. Per
questo, grazie al passaparola, la storia di tutti i don Milani rappresenta ancora oggi la speranza,
la speranza civica, che una vita migliore pu esistere. Anche le loro impronte sono
incancellabili .
Nel libro il Don si pone tante domande che rappresentano i dubbi che noi, poveri mortali, ci
poniamo ogni qualvolta ci troviamo di fronte a una tragedia dell'umanit. Perch non c'

dialogo tra le religioni? Perch esistono ancora le crociate? Perch la Chiesa si occupa del
mercato e sposa il capitalismo?
Perch gli esseri umani non vivono in pace?
A ogni
domanda corrisponde una profonda riflessione .
Mi ritengo molto fortunato: sono amico di Andrea. Tutte le volte che stiamo insieme mi rendo
conto di imparare una cosa nuova. Felicit per essere diventato un po' pi ricco, rammarico
perch il frutto era l a due passi ma senza l'aiuto di Andrea i miei occhi non lo vedevano. Don
Gallo un maestro. Il nostro maestro .
Gli unici a ignorarlo sono i potenti della Chiesa, quelli che hanno, negli anni, oscurato i principi
del Concilio Vaticano II, voluto da papa Giovanni XXIII. La forza del diritto la bont.
Mentre nella societ impera il diritto della forza .
In uno dei tanti nostri incontri Andrea mi ha raccontato che durante la visita in Comunit
l'arcivescovo di Genova (uno dei cinque che ha avuto da quando stato ordinato sacerdote),
mentre conversavano nel suo "archivio", guardandosi attorno, gli chiese perch non fosse
presente l'immagine del papa. Lui, indicando la foto di Angelo Giuseppe Roncalli, rispose:
Quello il papa, da allora sede vacante. Qualcuno ha scritto che se tutti i preti fossero come
don Andrea Gallo non basterebbero le chiese esistenti per raccogliere i fedeli nel giorno di
festa. Nessuno del Don potr mai dire: L'ho incontrato ma non me ne sono accorto. La sua
parola entra nel cuore .
Quando ti trovi di fronte a un bivio e devi prendere una decisione importante, pensa a cosa
farebbe don Gallo .
Il bisogno di educare coscienze mature e responsabili non deriva da una generica esigenza
morale, ma da una concreta urgenza di questo tempo. Siamo tutti compagni di strada, alla
ricerca, non necessariamente allo sbando. Cos i cristiani cercheranno di aprire cammini
assieme agli altri uomini, cos loro si sforzeranno di edificare la polis senza titoli di privilegi,
senza ricette infallibili, senza pretese di egemonia .
Con questa riflessione il teologo vuole farci capire che il messaggio di Ges di grande
attualit per quello che sta accadendo nel nostro Paese, dove la morale e il rispetto per gli altri
sono diventati valori secondari. Il messaggio di Ges che prima della fede viene l'etica, cio
il comportamento di ciascuno .
Questo non un libro da leggere e da riporre poi sopra uno scaffale insieme a tanti altri che il
tempo ricopre di polvere. Andrebbe messo in un posto comodo per essere sempre a portata di
mano. Sopra la scrivania in ufficio, dentro la borsa da lavoro, quella che ci accompagna tutti i
giorni, oppure sul comodino affianco al letto .
Il Vangelo di un utopista un libro da leggere, rileggere e ancora rileggere .
*** Introduzione .
Nel portare da oltre cinquant'anni il messaggio di Ges, sempre sulla strada, sul marciapiede,
sempre in mezzo agli ultimi, ho messo insieme i miei cinque Vangeli .
Che cos' il Vangelo? Il Vangelo vita, liberazione, il gusto e il rischio della vita .
Ma il Vangelo anche vigna e vino, che nondimeno sono necessari per vivere: bello, infatti,
che le donne e gli uomini della terra, specialmente i giovani, possano godere della gioia e della
festa della vita .
Il messaggio evangelico viene da una vite forte, Ges, e produce un vino ottimo. Non vuole
proibire: la soluzione non sta nel divieto .
La nostra fede ci vuole educare nel piacere della vita, nel ringraziare, nel condividere il dono
della vita al servizio di tutti. Per tale ragione molto bello che nel Vangelo Ges sia paragonato
alla vite, a partire dall'Eucarestia, dove i cristiani tutti, "i tralci", appaiono chiamati a spartire il
suo pane e il suo vino .
Se seguiamo il filo di questo discorso, ne traiamo due insegnamenti fondamentali .
Il primo che Ges la vera vite. Ci sono vigne menzognere che si danno da fare per
dominare, per imporre, per spogliare l'uomo di ci che gli spetta. La nuova cultura neoliberista,

capitalista, tende a ubriacare tutti con la sua propaganda di consumo, con il suo desiderio di
piacere che si ottiene a spese dei poveri .
Contro le false viti, il Vangelo ci invita a trasformarci - con Ges e uniti a lui - in buona vite,
offrendo a tutti gli uomini e le donne del mondo il vero vino della gioia della vita piena. I
cristiani non devono imporre nel mondo le proprie leggi, la tristezza, il risentimento e magari
persino le armi... Dovremmo invece portare agli uomini il buon vino della vita senza
conquistare gli altri con violenze o dogmi, bens condividendo con tutti la parola di Ges .
Il secondo insegnamento che colui che rimane in Ges d molto frutto. Corriamo il rischio
di cercare frutti che consistono di imposizioni: la ricchezza rapida negli affari, la sicurezza
egoista nelle nostre case, nei nostri paesi, nelle nostre citt. Non buon frutto, a mio avviso, il
trionfo delle proprie certezze, il successo del proprio sistema .
Guardandomi in giro, troppo spesso mi sembra che manchi la gioia di vivere. Possiamo
intendere la Chiesa come un'istituzione ufficiale, una struttura ben centralizzata, una sicurezza
dogmatica, e ancora: come nuovi documenti morali o codici rigorosi. Ma ci manca l'amore
diretto della vita, la gioia immediata del vino buono che si offre e si condivide, che circola per
tutti i tralci e trabocca sul mondo. E lo fa come l'amore di Cristo morto e risorto, che si apre a
tutti gli uomini e le donne della terra .
Ges dice: Sto in mezzo a voi come colui che serve. pi importante servire o essere
servito? Lui stato in mezzo agli uomini, e ha lavato loro i piedi. Per cui il mio grido : Dove
c' carit c' amore, l c' Dio! *** I. Vangelo: Un'unica famiglia umana .
C' un episodio che vorrei ricordarvi, che riguarda Einstein, lo scienziato. Einstein, ebreo,
doveva lasciare la Germania perch era iniziata la persecuzione degli ebrei, dei rom, degli
omosessuali. Arrivato all'ufficio immigrazione a New York, gli chiesero i documenti, e un
funzionario gli domand, quasi urlandogli contro: Di che razza sei? Einstein lo guard
sorridendo e rispose: Umana! Io sono un prete, sono un cattolico. Ma prima di tutto, come
ogni mio fratello e sorella, appartengo alla razza umana .
Ricordate il dibattito sulla questione del crocifisso nelle scuole? Qualche anno fa il
movimento universitario leghista ha chiesto al rettore dell'Universit di Bergamo l'urgente
acquisto di crocifissi da appendere alle pareti delle aule dell'ateneo statale .
Si strepitava con orgoglio padano: Il crocifisso simbolo di valori cristiani, ultimo baluardo
di fronte al fondamentalismo, come se fossimo alla vigilia di una guerra di religione, come se
si stesse per partire per una battaglia di Lepanto .
Ma il crocifisso bisogna portarlo nel cuore, o appenderlo ai muri di uno spazio pubblico,
anche quando la sua presenza non esprime un sentimento condiviso? La fede forse salva, in
questo modo?
Ges, umile e mite di cuore, non si mai imposto a nessuno, mentre noi
abbiamo la pretesa di appenderlo sul muro delle classi e degli edifici pubblici .
Mi domando ancora: se in questi luoghi non c' il crocifisso, un cattolico viene meno alla sua
fede e forse esentato dal praticare quotidianamente, tra i fratelli, i consigli evangelici? C'
vera relazione tra il crocifisso "ostentato", magari con sentenza del magistrato, e la
testimonianza cristiana? Il primato della parola di Dio esige che la Chiesa sappia far sorgere
ambiti comunitari, luoghi di libert, di presa di parola, di comunicazione fraterna, di ascolto
dell'altro. Tutto quello "starnazzare" intorno al crocifisso veramente sorto per difendere la
croce del Vangelo? Non credo proprio! Il cristiano, nel suo impegno sociale e politico, non
creda di costruire il regno di Dio sulla Terra, tanto meno di edificare la citt di Dio nella citt
dell'uomo: il cristiano deve trarre dal regno "veniente" i criteri di relativizzazione delle realt
quotidiane, la lucidit per il discernimento degli idoli, la distanza critica rispetto all'opera delle
proprie mani, l'umilt di chi si colloca "accanto" agli altri uomini, non in posizioni di
superiorit .
La Repubblica italiana, con la sua Costituzione, democratica, laica, antifascista (non un
optional, l'antifascismo, per nessun cittadino) .

La decadenza della nostra classe politica (di sinistra, di centro, di destra) preoccupante. Si
potranno abrogare tutte le leggi (altre sono in arrivo), ma chi ci salver da questa vergognosa
decadenza da basso impero? Si vuole andare dallo Stato laico, ancora cos imperfetto, allo
Stato pluriteocratico? Quale ecumenismo si cerca? C' veramente nell'aria uno Stato
confessionale "nuovo"?
necessario, oggi pi che mai, aprire una riflessione, un vero
approfondimento dei segni dei tempi, del nuovo millennio .
I cristiani, con gli altri uomini, riconoscendo di non aver nessun titolo che li abiliti pi degli
altri a tentare di realizzare qualunque progetto sociale, faranno la fatica della "riproposizione",
che non imposizione, dei valori evangelici. Di tempo in tempo, di luogo in luogo,
reinventeranno i segni di comunicazione e i segni del linguaggio culturale, ricercheranno una
nuova antropologia in mezzo agli altri, apriranno cammini di giustizia e di pace, interculturali,
interreligiosi e soprattutto democratici .
La Chiesa non ha bisogno di alleanze strategiche con i responsabili di una societ alla deriva,
incapace di governarsi, una societ smarrita fondata sulla monopolizzazione della
comunicazione, la cui arma principale la menzogna .
L'obiettivo prioritario, a mio avviso, deve essere la lucida difesa della laicit di tutti:
apparteniamo tutti a un'unica famiglia umana .
La libert religiosa per tutti, e per me, prete cattolico, impedire che il pernicioso "fascino" di
una "religione civile" abbia il sopravvento .
Per questo le argomentazioni di chi vuol "ridurre" il crocifisso a simbolo ed emblema della
cultura nazionale mi hanno provocato un'amarezza profonda .
Non sappiamo pi dare a Cesare quel che di Cesare... e lo vogliamo dare a Dio .
Sono queste le prospettive del mio cristianesimo? Come prete, ho vissuto con commozione
la primavera del Concilio vaticano II. Quella stagione finita? Vorrei con tutto il cuore che la
mia amata Chiesa cattolica, della quale sono presbitero da oltre cinquantanni, non volesse mai
avere un "posto speciale" nella storia. Essa sale, lievito, chicco di grano. Non ha nulla da
spartire con il Potere .
Ges non ha scelto il Palazzo, ha scelto di nascere in una mangiatoia .
Vorrei guardare alla gloriosa storia della Chiesa come a una cattedra alta, che accetta la
discussione, che apre le braccia a tutti, che accoglie con gioia il confronto. Una Chiesa che
evangelizza sempre .
La comunit dei discepoli porta la Buona Novella a tutte le culture, rispettandole, visitandole,
rinverdendole .
I tentativi di "presenza" dei cristiani devono essere portati davanti alla croce per essere
giudicati e riconciliati dalla Parola di colui che ha tanto amato il mondo da dargli il suo unico
figlio .
I cristiani - da prete dei poveracci lo dico - non devono avere una loro cultura, ma devono
"abitare" la cultura degli uomini, conferendo a essa, semmai, quell'orizzonte che solo la fede
pu dare .
La croce del Vangelo non ci consegna una cultura, ma si incultura, non fa di noi una citt, ma
abita le case degli uomini .
Allora n i migranti, n i poveri, n i giovani, n gli operai, n i soggetti ghettizzati, n il
cuore antico della gente, n la ragione comune laica, si troveranno fuori casa e subiranno
scandalo .
Non vogliamo, cari fratelli e sorelle in Cristo crocifisso e risorto, per la nostra Chiesa, una
sorta di "corsia preferenziale", sottratta alla verifica di tanti credenti e non credenti, che
cercano, con onest intellettuale, di ordinare il traffico delle idee nella storia contemporanea,
con profondo spirito critico reciproco .
Non mi sembra pi possibile continuare a sostenere: Cristianesimo uguale occidente. Ci
vuole estrema chiarezza quando si parla di "radici cristiane" .

Dal famoso "caso del crocifisso" emerge in modo chiaro una politica - non solo leghista incolta, arrogante e accomodante, pronta a riconoscere per il proprio tornaconto elettorale
l'utilit sociale della religione. Questa per vista come una religione che fornisce coesione,
forza e motivazioni trascendenti di fronte al "nemico", o quando addirittura esso viene
appositamente creato, poich spesso si sente anche questa urgenza, in questa societ cos
frammentata, quella di crearsi un nemico .
La virt della vigilanza, della lotta spirituale, del discernimento, deve attuarsi pi che mai
nell'attuale contesto, in cui la Chiesa non osteggiata, anzi ascoltata e omaggiata come Chiesa
che serve, che mostra un'utilit sociale .
La croce di Ges tiene aperto il futuro, contro tutte le chiusure e le ghettizzazioni delle
frontiere, delle fabbriche, dei partiti, della scuola pubblica, del servizio civile, degli uffici dei
pubblici ministeri e dello stesso parlamento .
Lo specifico del cristiano consiste, tutto e per intero, nella fede stessa e in null'altro .
La fede non fornisce alcuna certezza politica, anzi, obbliga il cristiano a rivedere criticamente
ogni sua scelta e lo spinge a ricercare insieme a tutti gli uomini, alla pari, la risposta pi
adeguata all'incessante domanda di costruzione di un mondo pi giusto, pi umano. Il cristiano
non mai "contro": con gli uomini di tutto il mondo .
Da prete di strada spero, con l'aiuto di Dio, di incontrare ancora numerosi cattolici, vescovi,
preti, monaci, fratelli cristiani, che mi annuncino la Buona Novella, con coerenza evangelica .
Con il crocifisso di Ges, unico mediatore tra Dio e gli uomini, unico sacerdote, i cristiani
con i loro pastori devono smascherare le disumanit, con la capacit di destare il salutare
"scandalo" dell'Evangelo; devono avere il coraggio della denuncia profetica contro tutte le
ingiustizie, con vigilanza e istanza critica, contro i rischi dell'assurgere del potere politico ed
economico a idolo, con tutte le donne e gli uomini che Dio ama .
"Camminare domandando", nella via della non violenza, della pace, alla scoperta delle cause
della struttura oppressiva .
Tutti, credenti e non credenti, possono giungere al ritrovamento di un nuovo significato:
cercare la verit e sperare sempre nella possibilit di un mondo migliore; tutto ci per i singoli e
la stessa convivenza civile, costruendo una vera e unica famiglia umana .
C' un ampio spazio per i credenti di tutte le religioni, e anche per i non credenti, nella nostra
laicit del villaggio globale .
La fede ha il diritto e il dovere di criticare, di essere proposta all'uomo come senso del suo
destino, d'innalzare la voce in nome dei propri valori, e il credente in questo fa parte della polis,
ha il diritto di far ascoltare la sua voce tra gli altri uomini. Tuttavia non spetta alle religioni (e
qui parlo della religione cristiana) definire o reggere la societ, cadendo magari nella deriva del
fondamentalismo o peggio dell'integralismo, come la storia insegna .
Una parola, una testimonianza che sia "eco di Dio". I cristiani non hanno la loro cultura ma
devono abitare la cultura degli uomini. Il Vangelo, infatti, una proposta: il messaggio del
Vangelo non ci consegna una cultura, una civilt, ma si in-cultura; non fa di noi una citt
cristiana, ma abita le case degli uomini .
Il compito dei cristiani di essere sale, luce, di illuminare sentieri possibili, di offrire
indicazioni di senso, di speranza, di dialogo tra le culture e le civilt, tra le religioni .
Nella Chiesa, purtroppo, ancora inverno... e nella nostra intera societ notte. Ma tanti
cristiani sono capaci, nel mondo, di urto, con risolutezza, con forza, contro la mondanit, contro
l'idolatria, senza integralismi, senza pretendere privilegi e prebende, senza indire ancora
crociate .
La mia amata Chiesa, nel processo di omologazione, stabilisce una Santa Alleanza tra il
popolo di Dio e le leggi del mercato. Se il pensiero unico neoliberale presenta il capitalismo
come il fine, lo scopo della storia politica ed economica, allora questo l'unico mondo
possibile! E lo stesso discorso vale se il pensiero unico vaticano presenta il cattolicesimo come
fine della storia religiosa .

A farne le spese la teologia del pluralismo religioso, e si afferma sempre pi


dogmaticamente la Chiesa cattolica depositaria esclusiva della rivelazione divina, piena e
definitiva. Come pu quindi il dialogo con le altre religioni essere una forma di arricchimento,
se si continua a ragionare cos? Senza dialogo di base, come pu la Chiesa adempiere alla sua
missione evangelizzatrice di incontro e non di scontro tra religioni, tra civilt, tra etnie?
Volendo convertire tutte le persone e i popoli, il cristiano rischia un'evangelizzazione forzata
come quella avvenuta durante la conquista dell'America, o ritorna come alla lotta anticomunista
(il "nemico") alleandosi con l'antico nemico, il liberalismo. Per passare oggi alle guerre di
religione, per finire nello scontro di civilt: L'islam che ci invade, allarme su tutti i fronti!
Per sfuggire a ogni fondamentalismo indispensabile, a mio avviso, invece, una profonda
interpretazione del pluralismo religioso e una vera vocazione al dialogo .
Permettetemi una metafora: l'identit, e allo stesso modo la coscienza, ha perso il suo stato
solido, ormai scorre liquida e mutevole a seconda dei contesti. Cambia continuamente, senza
pi centro. E questo crea insicurezza, fragilit, anche paura .
Il bisogno di educare coscienze mature e responsabili non deriva da una generica esigenza
morale, ma da una concreta urgenza di questo tempo. Siamo tutti compagni di strada, alla
ricerca, non necessariamente allo sbando. Solo partendo da questo presupposto i cristiani
riusciranno ad aprire cammini assieme agli altri uomini, e si sforzeranno insieme di edificare la
polis senza titoli di privilegi, senza ricette infallibili, senza pretese di egemonia .
Il Vangelo, infatti, ispira i loro progetti, ma non ne detta la forma di realizzazione. Questa
da ricercarsi insieme agli altri cittadini non cristiani. Nessun fondamentalismo, quindi, n tanto
meno integralismo, che sono sempre figli dell'angoscia di salvezza e di dominio, deve inficiare
l'attiva presenza dei cristiani nella societ .
La Chiesa in questi anni ha frenato e bloccato la riforma del Concilio vaticano II. Il
messaggio di Ges che prima della fede viene l'etica, cio il comportamento di ciascuno. E in
questa testimonianza, in questa realizzazione del suo appartenere alla famiglia umana e quindi
alla sfera civica che cresce sempre pi, ecco che pu vivere la sua fede, altrimenti egli un
incoerente - questo concetto c'era gi nel Collegio apostolico - un traditore del messaggio di
Ges. Bisogna incrociare questi valori che vengono da lontano (io li chiamo di sinistra), la
solidariet, la pace, il rispetto della natura, con una nuova storia del civismo, dei giovani, e
soprattutto con la irrinunciabilit del protagonismo delle donne, che non hanno pi paura degli
uomini, e quindi vogliono la parit .
Vorrei terminare questo primo Vangelo esprimendo un augurio: liberarsi dalle paure. Il Male
sta dove manca la speranza del Bene. Come diceva papa Giovanni, nella Pacem in terris: Non
ascoltate i profeti di sventura .
*** II. Vangelo: La Pace .
Per l'annuncio coraggioso dell'evangelo, a volte, sono necessari grandi silenzi. Ma sicuramente
ci sono momenti in cui devono irrompere parole chiare. Per esempio No alla guerra. Non c'
niente di pi facile del cadere nella logica delle inimicizie. Ma come pu il cristiano non
demolire le inimicizie? Mai creare il nemico, non ci sono "Stati canaglia". La croce
l'abolizione definitiva dell'inimicizia .
Il cristiano operatore di pace, mite, misericordioso, aspira alla giustizia. Il cristiano non
pu creare nemici. Le beatitudini, e solo le beatitudini, sono la sua forza .
Allora vorrei rivolgere una preghiera a Ges .
Caro Ges, aiutaci a ottenere un'obiettiva radiografia della nostra classe politica. Mediamente
essa incolta, disinformata e intimorita, soprattutto sulla scelta della pace .
E arrogante e debole nell'affrontare il problema dell'informazione, del lavoro, delle pensioni,
dei giovani, del sociale. specialista in tagli, convinta di rispondere a una cittadinanza e a un
elettorato incapace di intendere e volere .
Le leggi brutte, tu ce lo insegni, Ges, si potranno abrogare, ma la decadenza della nostra
classe politica non si pu abrogare. Toglimi una curiosit: ogni tanto dai un'occhiata alle nuove

leggi? Alcune mi hanno provocato un sussulto. A te no? vero o non vero che va guardata
in faccia, questa classe politica? A sinistra, a destra e al centro, quanti dovrebbero andarsene
dignitosamente.. .
Ti vogliamo confessare, come tuoi discepoli e con la Chiesa, il principale e il pi grave di
tutti i nostri peccati .
Quel peccato di Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden o, se vuoi, di Narciso nel mito greco: la
superbia, la presunzione, l'amore di se stessi, la competitivit, il successo, la vittoria, la
"creazione" del nemico per soddisfare i nostri meccanismi aggressivi .
Il vescovo di Roma, il papa, ci ha ammoniti recentemente: Bisogna costruire ponti, non
muri, in tutti i sensi. Vogliamo essere cristiani facendo memoria di quelli e quelle che nei
secoli abbiamo condannato, ucciso, martirizzato, allontanato, esiliato, disprezzato, escluso?
Quante volte il papa ha chiesto perdono? Senza cambiamento non si d pentimento .
Cambiamento di rotta, cambiamento di mentalit, di vita: accoglienza, umilt, ascolto! Il
dialogo deve essere capace di farci mettere radicalmente in discussione, di farci riflettere sulla
finitezza di ogni esperienza e di ogni interpretazione umana .
Dov' il dialogo nella nostra Chiesa, che amore reciproco e correzione fraterna? Dov' il
dialogo con le sorelle e i fratelli ortodossi? Dov' il dialogo con le sorelle e i fratelli cristiani?
Dov' il dialogo con le altre religioni, in modo particolare con l'islam? Dov' il dialogo con i
non credenti?
Vorrei citare due documenti fondamentali: Dignitatis personae, rispettare la
dignit della persona, dei fratelli e sorelle del villaggio globale, senza imposizioni. Siamo
un'unica famiglia. E Nostra aetate: l'ecumenismo, il dialogo tra le religioni monoteiste:
ebraismo, cristianesimo, l'islam. Dialogo tra Dio e gli uomini in Cristo .
Dialogo tra gli uomini: su questo punto non si pu tornare indietro, nonostante, come diceva
papa Giovanni XXIII, numerosi profeti di sventura .
Ges, vero che se noi "occidente cristiano" bombardiamo una citt ammazziamo migliaia di
persone innocenti, che se spariamo missili sui mercati ammazziamo migliaia di vecchi e
bambini? E che se occupiamo un Paese con le armi, violando il diritto internazionale, ne
distruggiamo la vita civile; se trattiamo gli altri a colpi di cannone seminiamo odio, rabbia,
violenza infinita e non democrazia?
Se distruggiamo le case dei parenti dei kamikaze,
mettiamo al mondo altri kamikaze .
Tu lo sai: questa gente, i poveri, i miserabili, sono ancora maggiormente esposti alla bufera .
Non bisogna mettere al primo posto la ricerca continua delle cause delle ingiustizie? Senza
ambiguit. un'impresa ardua, perci indispensabile il tuo aiuto .
Milioni di persone, da questa politica di guerra dell'Occidente (la guerra ne solo l'esempio
pi vistoso e violento) non ricevono che ulteriore sofferenza ed emarginazione .
C' una tenaglia che vuole stritolarci. Siamo preoccupati, caro Ges bambino: quanti saranno
ancora gli Stati canaglia? E aggiungo: quanti dittatori sono accettati perch in linea con la
strategia dell'Impero? Non possiamo non essere contenti per la cattura di criminali come Osama
Bin Laden, Mladic, Gheddafi, ma se vogliamo essere cristiani, non possiamo essere contenti per
un trionfo di questa democrazia neoliberista, in cui i ricchi sono sempre pi ricchi e i poveri
sempre pi poveri, lo disse Paolo VI oltre trent'anni fa! Chi crede profondamente nella pace, e
tu Ges sei il principe della pace, non chiude gli occhi davanti alla complessit del reale e si
rifiuta di usare o con noi o contro di noi come una grande pala per scavare altri fossati di
guerra o come grimaldelli politici per calunniare qualunque pensiero critico .
La profonda piet e il profondo dolore per i nostri soldati e per tutte le morti innocenti non ci
devono rendere ciechi .
Ges, aiutami e fai che l'orrore terrorista non mi faccia chiudere gli occhi davanti ai gravi
fenomeni di perversione della legalit internazionale, della monopolizzazione
dell'informazione, e che non mi faccia dimenticare quei principi di ripulsa della guerra come
strumento per dirimere le controversie internazionali, che sono fra le conquiste pi importanti
del libero pensiero dell'occidente .

Siamo sotterrati da un cumulo di menzogne e di sicumera irresponsabile, che oggi emergono


in tutta la loro tragica evidenza .
Caro Ges, non vogliamo mai dimenticare tutte le vittime innocenti del terrorismo e delle
guerre e la moltitudine di vittime quotidiane della fame, delle malattie, le spaventose
sperequazioni create dal cosiddetto libero mercato selvaggio: i cinque sesti del mondo sono
esclusi dalla produzione .
Vogliamo l'impegno contro tutte le ingiustizie, con il rispetto delle diversit e delle alterit,
per lasciare spazio a molteplici forme di democrazia in sintonia con le diverse culture e
tradizioni, secondo il principio di autodeterminazione dei popoli .
necessario rifondare su nuove basi la legalit internazionale e contrastare l'escalation verso
la violenza, fatta di risposte militari univoche alle centrali del terrore, che non aspettano altro
che alzare il tiro per trovare disperati proseliti .
Dobbiamo e vogliamo chiederci: possibile lo Stato mite? Lo sappiamo che hai detto:
Imparate da me che sono mite e umile di cuore. Se ci preme questa citt futura, verso la quale
siamo incamminati, saremo pronti a sopportare tutte le tribolazioni e tutte le rinunce, che
saranno tante. Lo sai, Ges, che le nuove generazioni sono tormentate dall'assenza di futuro?
Vogliamo ancora deluderle? importante questo spirito di attesa, questa vigilanza, ed essere
sentinelle del mattino, perch l'ora di Dio pu venire in ogni momento, e l'ora di Dio non
soltanto quella del resoconto, quella delle possibilit che all'improvviso Dio ci offre... perch
la speranza si realizzi, per un'impresa ardua: la giustizia, la pace .
La speranza ha le sue tappe, le sue mete, il suo linguaggio, e non dobbiamo del tutto
scandalizzarci e scoraggiarci se si continuano a seminare immagini della speranza non adatte a
noi: guerra preventiva, guerra infinita, Banca mondiale, Fondo monetario internazionale, guerra
umanitaria.. .
La vita in cammino e in trasformazione. Ci muoviamo verso il futuro con questa meta: la
costruzione di una citt nuova che, edificata da Dio, non pu essere che la citt di tutte le
creature, perch Dio padre e madre, a differenza di noi, non fa distinzione fra giusti e ingiusti,
ma il suo sguardo si posa su tutte le creature. Tu, Ges, sei il salvatore di tutti .
Dio guarda con benevolenza, perch ogni malizia venuta dall'uomo e ogni malizia dovr
essere superata, e ci porge il messaggio: Pace a chi fa la volont di Dio .
E ognuno porti il peso della sua speranza: dobbiamo essere protagonisti! Fortemente spero
in una giustizia mondiale, e allora vi auguro di diventare tutti pi poveri, perch non ci potr
essere giustizia mondiale se non saremo tutti pi sobri, pi parsimoniosi, pi poveri, pi giusti,
in tutti i nostri pensieri, in tutti i nostri rapporti e progetti .
Il padre di Ges non onnipotente con la forza ma con l'amore, che un'altra cosa rispetto a
quello che pensano gli uomini e le donne che adorano la forza, il denaro, il mercato, la
malvagit tecnologica che esclude l'uomo, la deterrenza globale, il falso patriottismo. Chiunque
capisce l'amore capisce la profonda e infinita verit di ci che Dio ci ha rivelato in Ges Cristo,
suo unico figlio, unico mediatore tra Dio e gli uomini .
Ho voluto ancora una volta "caricarvi" della speranza di Ges e ringraziare tutti coloro che, in
ogni modo, testimoniano la pace, la non violenza sempre, senza se e senza ma .
una svolta epocale del terzo millennio. il nuovo elemento rivoluzionario. Non si torna
indietro .
O un uomo uomo di pace, o non uomo! O una donna una donna di pace o non una
donna!
Quindi dobbiamo chiederci: possibile recuperare una cultura della pace? E mi
riferisco alla pace non come frutto della carit-elemosina, ma come frutto del riscatto storico e
della giustizia .
La Chiesa davanti a una drammatica tentazione. Un povero prete di strada si chiede: pu la
Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, abbandonare la profezia (cieli nuovi, terre nuove), pur
impegnandosi nella polis, e identificarsi con l'Occidente ricco e potente, dove frequentemente
violata la legalit internazionale e continua, nonostante gli appelli del santo padre, l'escalation

verso la violenza fatta di risposte "militari univoche" alle centrali del terrore, che non aspettano
altro che alzare il tiro e trovare disperati proseliti per la guerra santa? Cito con tanta gioia il
monaco Giuseppe Dossetti, uno dei padri della Costituzione: Sono aumentati dice Dossetti
poco prima di morire, quanti pensano che la fede non possa sostenersi senza l'appoggio dei
poteri, senza politiche culturali, senza organicit sociale che la presidi e la "difenda", senza
insomma proclamare la "civilt cristiana", la religione civile, la religione di Stato .
Da vecchio prete, mi ripeto: questo il futuro del cristianesimo? In tutto il mondo, nelle
comunit ecclesiali, sono ancora numerose le sentinelle della libert, della pace, della giustizia,
in mezzo a tanti popoli, oggi veramente "crocifissi" che attendono la loro risurrezione .
possibile recuperare il crocifisso alla cultura della pace, come frutto del riscatto storico e
della giustizia. possibile vedere, onorare il crocifisso come frutto della cultura dei diritti di
tutti .
Giovanni XXIII, nell'enciclica Pacem in terris, sostiene che pensare di portare la pace
attraverso la guerra alienum est a ratione, fuori dalla ragione .
Nella dichiarazione di guerra al terrorismo islamico viene lanciato un drastico ammonimento:
in questa guerra contro il Male non possibile neutralit, n per gli uomini, n per Dio. O con
noi o con i terroristi, o con la "civilt" (occidentale cristiana) o con la "barbarie" (islam):
perch purtroppo, se il nemico non c', bisogna crearlo. Di conseguenza nella lotta contro il
terrorismo non esiste altra strategia che quella militare: "guerra infinita", "Stati canaglia".
Secondo questo modo di vedere le cose, condannare la guerra significa ridursi all'impotenza,
addirittura diventare complici del terrorismo .
A mio avviso si tratta di due fondamentalismi, integralismi, terrorismi oggettivamente
criminali, con una profonda affinit. Entrambi sono convinti che la vittoria militare finale
significhi l'affermazione di grandi valori: da una parte valori occidentali di libert e democrazia,
contro la barbarie, nel nome del Dio cristiano. Dall'altra valori di autentica religiosit, nel nome
di Allah .
Ma per gli uni e per gli altri c', chiamiamola cos, una buona fede soggettiva, che consiste
nell'incapacit di percepire il carattere criminale delle loro imprese, delle loro stragi, delle quali
invece vanno orgogliosi .
Hanno bisogno della tv per costruire un'immagine rovesciata della realt, in cui le vittime
diventano carnefici e i carnefici vittime. C' una vera affinit fra le due ideologie
fondamentaliste .
Se i progetti si avvicinano sempre pi, non per nulla evidente che allora sia ineludibile la
scelta fra di essi. anzi ineludibile la necessit di respingerli entrambi. Respingerli, ma in
nome di cosa? In nome di quale punto di vista? Di quale strategia, di quale progetto? La
risposta semplice: in nome della parola di Ges. Non impossibile farlo, perch abbiamo
dalla nostra parte la forza: - la forza del diritto; - la forza dell'unit; - la forza della giustizia; - la
forza della solidariet liberatrice; - la forza dell'amore .
*** III. Vangelo: L'utopia .
Mio fratello mi diceva che ero un utopista. Eppure era una persona saggia! L'utopia, nella
concezione generale, indica qualcosa che non si potr mai raggiungere, non si potr mai
realizzare. Ma lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano ce ne spiega il senso: Lei
all'orizzonte. [...] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci
passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi pi in l. Per quanto io cammini, non la raggiunger
mai. A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare .
L'utopia questo: quando sei convinto che a trecento metri ci sia quello che vuoi raggiungere, li
percorri e ti rendi conto che l'utopia trecento metri pi in l, e cos via. Per questo ti dici:
Allora veramente irrealizzabile. Invece no, perch c' un aspetto positivo: che si sta
camminando, e quindi l'utopia si realizza strada facendo .
I soldati rompevano le gambe ai condannati della croce. Quando arrivarono da Ges videro
che era gi morto, tuttavia gli rifilarono un colpo di lancia nel costato. Finito tutto. Pi utopista

di cos! Lui portava la Buona Novella... ed era morto, finito. Invece no: c' la resurrezione!
Inoltre, dopo duemila anni, continuiamo a parlare di Ges e ad ascoltare le sue parole. Ges
segno di contraddizione, di resurrezione .
Anche Ghandi diceva che per i cristiani era Sufficiente rileggere e praticare il Discorso della
montagna, dove c' gi tutto il nucleo del messaggio di Ges .
Nella traduzione italiana di questo discorso si parla di "beati", mentre l'etimologia del
termine, in aramaico, sta per "felici": non hanno avuto il coraggio di dire "felici", nella
traduzione .
Beatitudine vuol dire contemplazione. Ges arriva a dire Felici i perseguitati per la
giustizia. C' tutta la lotta, di qualunque ribellione, in questa frase. Felici i perseguitati per la
giustizia, dunque, e ancora: Felici quando siete perseguitati a causa del mio nome. Per non
parlare di quando dice - e pensiamo all'attualit - Felici gli operatori di pace. Una volta che si
sia compreso questo messaggio, non c' altro da aggiungere: si possono fare tutte le tavole
rotonde che si vogliono .
Per non parlare di come inizia, il Discorso della montagna. In italiano si usa la parola
"poveri", Beati i poveri. Ci vuol dire che ciascuno, nella terra, ha quanto sufficiente. Tutti
hanno i diritti essenziali: la parola "povero", infatti, deriva da "poco", cio "essenziale" .
Ci sono i documenti pontifici tramandati nei secoli che testimoniano che quando qualcuno
diceva che i poveri si dovevano emancipare Guai al mondo, eh no! era la risposta, Dio ha
stabilito questo... i ricchissimi, i ricchi, sono tali per un piano di Dio. Ma come si fa a
conoscere il piano di Dio? Vorrebbe dire che si conosce gi ci che l'Onnipotente farebbe, il
che equivale a limitarlo! Gli studiosi hanno sempre detto che l'evangelista Matteo scrive per
gli ebrei diventati cristiani, usa immagini del popolo ebraico, ecco perch usa la frase Venite
voi benedetti. Pensate a quanto erano importanti i precetti per gli ebrei: andare al tempio,
andare alla sinagoga, i digiuni, le feste, il riposo del sabato... Matteo non ne accenna neppure:
rispetta le devozioni popolari, le tradizioni, ma il nucleo centrale un altro. Non dice:
Benedetti voi che andavate al tempio, benedetti voi che avete rispettato il digiuno .
Isaia, profeta che parla a nome di Dio, dice: iniziato il digiuno, ma voi digiunate in mezzo
alle risse, vi angariate a vicenda, trattate male la gente! Ecco le sue parole: forse come
questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l'uomo si mortifica? Piegare come un giunco il
proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno
gradito al Signore? Non piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste
forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, i senzatetto, nel vestire
chi nudo, senza distogliere gli occhi dalla tua gente? Allora la tua luce sorger come l'aurora,
la tua ferita si rimarginer presto. Davanti a te camminer la tua giustizia, la gloria del Signore
ti seguir. Allora lo invocherai e il Signore ti risponder; implorerai aiuto ed egli dir:
Eccomi .
Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se offrirai il pane
all'affamato, se sazierai chi digiuno, allora briller tra le tenebre la tua luce, la tua oscurit
sar come il meriggio .
Ti guider sempre il signore, ti sazier in terreni aridi, rinvigorir le tue ossa, sarai come un
giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono .
Bisogna riflettere sull'importanza delle interpretazioni. Pensate che Ges era un ebreo, e in
tutto il vecchio testamento nessuno parla del peccato originale, l'espressione "peccato originale"
arriva nel IV secolo. Con Sant'Agostino arrivano i concetti di colpa e redenzione .
Da secoli la Chiesa cattolica una monarchia assoluta, piramidale: ma quando mai Ges parla
del peccato originale? Uno dei grossi difetti della Bibbia che chiunque, stralciandone alcune
frasi, ne pu parlare. Pensate a Hitler: nella fibbia del cinturone dei nazisti c'era la scritta Got
mit uns. Se non una bestemmia questa!? La Chiesa sarebbe dovuta intervenire, dicendo che
non era possibile scrivere questa frase .

Un altro ambito fondamentale, decisivo, la necessit per il Cristiano dello


"smascheramento" dell'idolatria. Il cristiano luce nelle tenebre. Illuminazione di sentieri
possibili, indicazioni di senso e di speranza, ma anche smascheramento delle disumanit,
capacit di destare il salutare "scandalo" dell'Evangelo, denuncia profetica e istanza critica
contro l'assurgere dei poteri, economici, politici, a peccato strutturale permanente .
Il sistema unico neoliberista ha creato una divinit una e trina: denaro, tecnologia, guerra
infinita per difendere la libert dell'Occidente, per schierarsi con la civilt contro la barbarie.
O con noi o contro di noi, un grido lanciato come un anatema ineludibile .
L'unica posizione della Chiesa quella profetica. Si nasce uomini e cristiani si diventa per
vocazione e per scelta rinnovando i voti battesimali, sempre spinti dall'ecumenismo: ut unum
sint con le sorelle e i fratelli in Cristo e con tutti coloro che cercano Dio con cuore sincero .
Dal magistero eucaristico il cristiano portato ad attendere, invocare, sperare nel Regno, nella
venuta gloriosa del Signore, e a nutrire compassione per tutti, a impegnarsi attivamente per la
pace, per la giustizia verso i pi deboli, i pi poveri, i senza dignit, gli oppressi. Venite a me,
voi tutti che siete affaticati e oppressi...
Per il Cristiano centrale la Parola della Croce,
l'annuncio del Regno. Su questo altare tutte le nostre azioni e quelle degli altri potranno essere
offerte .
Le incoerenze, le devianze, gli egoismi, i compromessi bruceranno come paglia, ma l'amore
di Dio per noi sar pietra preziosa e briller .
Certi problemi di fondo, come quello, per esempio, se Dio c' o no, bisogna collocarli a
livello della speranza .
Non vi so dire se Dio c' o no, ma voglio sapere in che cosa sperate .
Se voi avete una speranza timida, Dio non esiste .
Se voi non sperate in niente, Dio non c' .
E se voi non sperate in niente e andate in chiesa per pregare Dio, il vostro Dio un idolo
perch il volto di Dio la misura stessa della vostra speranza nella giustizia, nella pace .
Sperate nell'impossibilit, perch Dio oltre l'impossibile .
Il Dio della rivelazione non un Dio filosofo, un Dio concettuale su cui discutere, che non ha
senso, che appartiene alla storia della nostra schiavit .
Il Dio di cui tento di parlare (Ges, l'incarnazione) nell'orizzonte della speranza del regno:
cieli nuovi e terre nuove. Il regno che gi ma non ancora... Ecco perch soprattutto il Dio dei
poveri e a Betlemme, dove Ges nato, circondato da poveri appunto: Maria, Giuseppe, i
pastori, i contadini. Per nascere non ha scelto il Palazzo, ha preferito la mangiatoia (cos ci dice
Luca nel suo Vangelo). un bambino che nasce a quota zero .
Non perch sia un Dio classista ma perch il povero "vero" coscientizzato colui che riesce
ancora a sperare e sognare in un mondo migliore della Terra. Il povero colui che ha una
speranza sciolta da tutte le condizioni, mentre quando noi speriamo, troppo spesso, speriamo
sempre e solo purch ci sia garantito ci che gi abbiamo .
*** IV. Vangelo: La sobriet .
La sobriet dovrebbe essere la prima virt, nel senso che se uno non sobrio un ladro. Mi
spiego: nella Bibbia c' una scena che descrive bene quello che voglio dire. Quella in cui Dio,
Jhaweh, dona ad Abramo la terra promessa, dicendogli che la sua terra sar grande come le
stelle del firmamento e la sabbia sulle spiagge del mare. Ma c' un piccolo dettaglio, poich Dio
dice: La terra non tua ma mia, e quindi tutto quello che c' su di essa deve essere distribuito
equamente fra tutti gli uomini .
Nella rivoluzione francese i tre pilastri sono: libert, eguaglianza e fraternit. Addirittura gli
illuministi borghesi francesi ci sono arrivati, figuriamoci il Vangelo .
Quindi la sobriet dovrebbe essere cultura nel senso di costume di vita .
Mia mamma, che aveva la terza elementare diceva: Noi cristiani non siamo neanche capaci
di dare a questi migranti un pasto al giorno e un tetto. Io che avevo un rapporto dialettico con

lei le rispondevo che ne avevamo gi tanti di poveri, e lei col ditino mi faceva segno di no, e mi
diceva: Basta che noi non sprechiamo, il che vuol dire, appunto, essere sobri .
Serge Latouche, grande sociologo francese, ormai da anni parla di decrescita serena,
proprio per salvare il pianeta. Non si tratta semplicemente di superare una crisi: questo pianeta
come un'astronave che viaggia a velocit supersonica, non ha i freni, non ha la marcia indietro,
non ha il pilota, perch un modello di sviluppo cos ci fa intravedere chiaramente le sue
conseguenze, ed chiaro che non c' un pilota, intendo a livello mondiale. E allora dove
andremo a finire? Contro un muro, io risponderei, a meno che nell'educazione di tutti noi non
inizi quell'atteggiamento che la sobriet .
C' un termine che i vecchi genovesi - sono vecchio anche io - a me hanno sempre
raccomandato, ed una parola che pi bella ancora di sobriet. I miei vecchi mi dicevano:
Sii parsimonioso. Suona meglio, la parsimonia. Poi i genovesi sono accusati di avarizia: io
non sarei avaro, ma parsimonioso .
E questo insegnamento valido anche dal punto di vista della sopravvivenza dell'umanit,
quindi ad essa bisogna improntare l'educazione dei bambini, pensate i bambini quanto
sprecano... ma siamo noi che li accontentiamo .
Sin dagli anni Ottanta - per limitarsi all'Italia - il consumismo ci ha fiaccati tutti. Bisogna
iniziare a vivere con sobriet. Si pensi all'acqua, che dono e merce al tempo stesso, ma
nessuno dice che l'acqua non si deve sprecare! Io lo vedo anche nelle nostre comunit, in cui
arrivano ragazzi di tutti i ceti, che l'acqua, quando vanno per esempio a fare la doccia,
sprecata continuamente. Nelle mie comunit da anni, scherzando, dicono: Arriva don Gallo, lo
spegnitore! Perch io, girando per case grandi, trovo delle luci accese che non servono a
nessuno. Per fortuna nei condomini, soprattutto nelle scale, erano stati messi i relais, che
facevano spegnere la luce una volta che non serviva pi. Perch la sobriet non solo nel cibo .
Dalla sobriet nasce la solidariet, cio l'arrivare a pensare agli altri. Vi faccio un esempio: io
se ho quattro panini penso: "Magari con due posso anche farcela, e il resto lo posso dare a chi
non ha niente". Ecco che dalla parsimonia, dalla sobriet, si passa alla solidariet .
In questo momento, in cui tutti chiedono contributi per far fronte alla manovra, sembra che
quelli pi in alto si tirino indietro. Quindi si tratta di un termine che bisognerebbe spiegare bene
ai bambini e a tutti noi, in modo che diventiamo custodi dei beni dalla terra, e non sciuponi .
Se io vado in un museo o in una mostra di grandi quadri d'autore e deturpo un'opera d'arte, mi
mettono in galera e hanno ragione. Mentre chi arriva con un progetto devastante, in un'ansa
naturale, e va a colpire la natura?! La risposta a questi progetti dovrebbe essere: Sii sobrio,
facciamone a meno di queste infrastrutture, e rispettiamo la natura. Sobriet infatti vuol dire
anche rispettare tutto quello che costituisce la natura, che di tutti, cio la terra. E poi il punto
centrale - anche per un non credente, che potrebbe chiamarla Grande Madre Natura - che per
un credente la terra di Dio, e ci vuol dire che di tutti .
Il dieci per cento degli italiani proprietario del cinquanta per cento della ricchezza
nazionale. Io sono in quel novanta per cento che non la possiede, e assieme a quelli come me
dobbiamo distribuirci l'altro cinquanta per cento. E questa non sobriet, non equit. Parlare
di questi temi come parlare della sopravvivenza del pianeta, che noi continuiamo a mettere a
rischio. Quando sento parlare della Somalia, per esempio, io mi ricordo di quando ero bambino
e di quello che ci raccontavano, mentre ora vedo le immagini dei campi profughi e sono cose da
far venire i brividi .
La sobriet pervade il Vangelo intero, Ges con la sua vita ci ha insegnato a essere sobri anzi, poveri - ad avere cio solo il necessario per vivere, e non certo lo spreco che ormai ha
pervaso la nostra societ, con l'avvento del consumismo sempre pi sfrenato. Altro che
sobriet!
Lo ribadisco: la sobriet non altro che l'anticamera della solidariet. In una
convivenza di pi persone, se ognuno sobrio si ha una distribuzione equa. Non si tratta di
tornare al tempo delle caverne, ma di vivere di ci che necessario. Il che comporta un
equilibrio, una verifica, e porta poi a una serenit umana. L'equit fondamentale, la propriet

ha un senso solo se serve in vista di un'equit generale, non deve servire solo per
l'arricchimento di pochi .
*** V. Vangelo: La Costituzione .
Ricordate il messaggio di Vittorio Arrigoni, il giovane ucciso a Gaza il 15 aprile 2011?
Restiamo umani! Ecco, questo messaggio dovremmo ricordarlo sempre, un messaggio di
estrema importanza .
La crisi che viviamo oggi non solamente politica: una crisi di sistema, di sbandamento.
Siamo all'eutanasia della democrazia .
Io sono nato partigiano, c' poco da fare: quando ero un ragazzo di quindici anni mio fratello,
tenente del Genio Pontieri, sopravvissuto alla campagna di Russia, finalmente torn, e a
Genova c'eravamo il babbo e la mamma e io, educato alla marina militare. Non si capiva pi
niente, all'epoca: deportazioni, rastrellamenti, fascisti di nuovo tornati in auge da tutte le parti.
Quando arriv mio fratello, ricordo che stavamo mangiando un boccone, e a un certo punto mia
mamma disse: Dino, si chiamava cos, cosa decidi?
Ho gi deciso, mamma, sono
entrato nella Resistenza. E io non sapevo neanche cosa volesse dire, la Resistenza. E cos, a
diciassette anni, io vidi nascere la democrazia! E pensate che dal 1928 al '45 di democrazia era
proibito parlare! Non ne parlavano n i docenti, a scuola, n in chiesa. Io lo rinfaccio sempre ai
miei vescovi: perch non mi avete detto cos'era il mostro del nazifascismo, la dittatura? Ad ogni
modo, io vidi finalmente la citt libera. Poi, a vent'anni, ho scoperto Ges, che come se mi
avesse detto: Ti do il mio biglietto da visita, vai... e io lo faccio vedere sempre ai cardinali.
Ho avuto cinque cardinali, non mi hanno mai scomunicato! Una volta uno di loro mi ha
chiamato, aveva un mucchio di lettere, e mi ha detto: Guarda cosa scrivono i fedeli di te! Sei
sempre con i delinquenti, i farabutti, le puttane, i transessuali! Io ho replicato: Ma scusi
eminenza, ma Ges come si sarebbe comportato? Ah se la metti su questo piano.... E su
che piano la deve mettere un povero cristiano come me? A me piace pregare, rivolgermi a
questo grande amore, al cosmo... perch l'inferno non c'. Tutte le volte che sentite parlare
dell'inferno e di Dio con un aspetto punitivo o vendicativo non credeteci!
Abbiamo
conquistato la democrazia, pensate all'Assemblea costituente, a quell'unit: c'era la matrice
comunista, la matrice socialista, la matrice cattolica, la matrice liberale, la matrice
repubblicana, la matrice del partito d'azione, anche la matrice monarchica, e ne venuto fuori
un patto nazionale: la Costituzione .
Una volta, alla Settimana del diritto, ho incontrato il procuratore generale antimafia dottor
Grasso: Allora come andiamo con la mafia? Eh Gallo mi dice, basterebbe applicare la
Costituzione e noi riusciremmo a sconfiggere la mafia...
Ma allora una bussola ce
l'abbiamo! Be' in ogni modo io in quel periodo andavo in chiesa, e cominciavo a capire cosa
fosse la Democrazia cristiana. Ci andavo da solo, e una volta mi trovarono i ragazzi e dissero:
Don Gallo diventato matto! Ero in una chiesina l al porto a pregare: Mio Dio, mio Dio,
non mi far morire democristiano! Mi ha accontentato! Dopo un po' mi dissero che c'era il
cosiddetto CAF, Craxi-Andreotti-Forlani, e allora pregavo: Mio Dio, mio Dio, non mi far
morire caffiano; dopo un po' spunta anche il cavaliere, e gridavo ancora pi forte: Mio Dio,
mio Dio non mi far morire berlusconiano, piuttosto divento musulmano! Poi arrivato Prodi
eccetera... Adesso cosa dico al padre eterno? Gli dico che abbiamo proprio una serie di
situazioni corrotte da tutte le parti.. .
Quindi necessario fare un minimo di analisi, e anche di sintesi della Costituzione. Perch
noi questi padri costituenti non li abbiamo mai ascoltati, e questo stato il problema. Nel '95
don Dossetti - che era stato padre costituente - era ancora in giro per l'Italia, vecchio, morto
nel'96 all'eremo di Montesole, e diceva a tutti: Cittadini e cittadine italiane, ricostituite i
comitati in difesa della costituzione! Nel 2003 sull'Espresso Giorgio Bocca ha scritto: Il
fascismo in perenne libera uscita. Ed vero: non bisogna abbassare la guardia. Quindi il
momento di tirar su la testa, di riuscire a creare di nuovo un tessuto culturale di rapporti, di
relazioni, per questo il messaggio che vorrei lanciare : Giovani e non giovani, agitatevi!

Perch abbiamo bisogno del vostro entusiasmo. Organizzatevi! Perch abbiamo bisogno della
vostra forza. Organizzarsi vuol dire avere il senso della responsabilit. Ci pensiamo al futuro?
Ai giovani? Abbiamo il trenta per cento di disoccupazione giovanile; cinquantamila ragazzi
laureati devono andare all'estero, per questo vi dico: Agitatevi perch abbiamo bisogno del
vostro entusiasmo, organizzatevi abbiamo bisogno della vostra forza, e studiate, perch
abbiamo bisogno della vostra intelligenza! Dobbiamo tornare alla tradizione, alla memoria,
altrimenti non c' futuro, quindi agitatevi, organizzatevi, studiate! Sapete chi l'autore di queste
parole? Sulla rivista L'Ordine Nuovo, nel 1919: Antonio Gramsci .
Alla fine del Concilio Vaticano II i cattolici hanno ricevuto un dono, finalmente, dopo secoli:
la Chiesa, duecentomila e pi padri, guidati da Paolo VI, afferma che esiste il primato della
coscienza personale, per tutti, ognuno di voi, credenti e non credenti. Una coscienza personale a
chi subordinata? Al governo Obama? Al governo D'Alema, al sindaco, al vescovo? No! Al
papa? No! Si ascolta tutti! Uno non si libera da solo, ci si libera tutti insieme .
C' un aspetto di sorprendente attualit nel Vangelo di Matteo, che lo rende un'analisi
completa dell'Italia. In particolare, nel capitolo 23, c' Ges che guarda ai suoi discepoli - quei
poveracci che aveva raccolto - e dice: Guardate, si sono assisi sulla cattedra di Mos. Noi
oggi potremmo dire che si sono assisi sui poteri economici, dei parlamentari, del Palazzo. Gli
scribi e i farisei lo definisce Ges: si riferisce quindi sia al potere civile sia al potere religioso,
e poi comincia con una serie di epiteti. L'ultimo il pi bello per la nostra classe politica e per
la classe gerarchica della Chiesa. Dice: Siete dei sepolcri imbiancati. Forse oggi il significato
di questa frase non chiaro come allora. A Gerusalemme, fuori dalle mura, c'era il cimitero:
delle grotte in cui venivano gettati i cadaveri a decomporsi, e all'esterno, quando chiudevano,
ogni giorno davano il bianco .
Poi Ges si rivolge ai suoi: Non fate come loro! Ecco, per chi vuol servire la politica, la
priorit dev'essere il bene comune. Allora Ges dice loro: Non fatevi chiamare maestri, il
maestro Ges! Non fatevi chiamare padri, il padre uno. Non fatevi chiamare guide.
Loro rimangono un po' sconvolti: Il pi alto tra voi sia il servo dei fratelli e delle sorelle.
Servitore. Quindi se uno va in politica come tale che deve percepirsi .
"Crisi di sistema" dicevo: vuol dire che una crisi di lunga durata. Per risolverla, bisogna
mettersi completamente in discussione: io voglio sempre mettermi in discussione! Io domani
voglio essere pi uomo, pi umano, pi cristiano, pi prete, pi anticapitalista, antifascista, pi
non violento, ogni giorno! La sintesi della Costituzione che l'Italia una Repubblica, res
publica, di tutti e non di Arcore, Grazioli. L'Italia democratica, demos il popolo, tocca a noi!
Non abbiate paure... Deve rinascere tutto! Perch i partiti stanno l, e non ascoltano? Sanno di
essere allo stremo e per non rianimarsi non ascoltano. Non ascoltano i giovani, non ascoltano
gli operai, non ascoltano niente! L'Italia democratica, ve lo dice un prete: tutte le volte che la
mia Chiesa contro Ges e cerca di interferire continuamente, come nella bioetica, bisogna dire
no! La costituzione laica, non si pu ignorare. Ed antifascista .
Per questo la considero un mio Vangelo: una voce, una poesia, la mia colonna sonora che
si ispira agli ultimi, non violenta, anticapitalista! *** VI. Vangelo: De Andr e Balducci .
Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale
disperazione e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una
goccia di splendore, di umanit, di verit .
Questi versi vengono da Smisurata preghiera, la canzone che chiude l'ultimo album di De
Andr, Anime salve .
Non sembra un epitaffio per tutti e due, Faber ed Ernesto Balducci? La scomparsa di De
Andr un'assenza che lascia una voragine nel fragile mondo della canzone italiana. E quando
Ernesto se n' andato ha lasciato un vuoto enorme nella Chiesa, orfana di un grande punto di
riferimento .
Consoliamoci con il fatto di avere la loro eredit negli scritti, nella musica, nelle poesie che ci
hanno lasciato, nelle quali sono conservate la loro testimonianza e le loro scelte .

Dopo la scomparsa di De Andr, Dori Ghezzi disse: Ora Fabrizio di tutti. Giusto .
Si pu certamente dire lo stesso anche di Balducci .
Questi due "cattivi maestri" sono di tutti coloro che cercano la giustizia, la pace, l'uguaglianza
.
Ernesto, cos come Fabrizio, era un mite ribelle. I miti ribelli sono poco appariscenti, ma
hanno una lunga tenuta. Si dissolvono per autocombustione e tornano sotto forma di "brace",
capace di provocare incendi clamorosi nei palinsesti delle coercizioni di Stato, dei padroni,
delle Chiese .
Questi "compagni di strada", cos presenti e paralleli allo scorrere del tempo, sono stati sordi a
qualsiasi moda, a qualsiasi trappola omologante, a qualsiasi nouvelle vague del pensiero debole
.
Al contrario, hanno partecipato ai tentativi di defenestrare gli ammiragli, onorare i pirati,
liberare la ciurma. E soprattutto mi colpisce il modo in cui l'hanno fatto. N Ernesto, n Faber
ci hanno mai detto: cos, ma tutt'al pi: Io la vedo cos. troppo poco? Secondo me
tantissimo, dato che quello che vedevano e ci mostravano ci che veniva e viene ancora
nascosto da tutti: dal governo, dallo Stato, dalla Chiesa, dalla televisione, dai partiti, dai
padroni. Non indicavano la strada, ma ci hanno convinti nella nostra capacit di scegliere gli
ultimi .
Se si segue il filo dei testimoni di cui Balducci ha fatto memoria, e con esso quello della
antropologia dell'uomo inedito, si apre un orizzonte diverso: tra l'impotenza umiliante, quella
dei poveri e dei senza voce, e la potenza accecante e accecata, esiste l'energia della libert .
De Andr in parallelo intuisce la stessa verit e scrive presto Signora Libert e signorina
Anarchia. Un'energia personale che diventa collettiva e umanizzante in un circolo virtuoso
senza fine: la libert capace di vedere, di distinguere, di assumere la relazione con l'altro da s e
tendente naturalmente a qualificarsi come libert del bene comune .
Balducci scopre e dichiara quali sono i soggetti capaci di dar corpo al delinearsi dell'Umanit
inedita e di una societ che la rispecchi. E De Andr scrive che dai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i fiori .
Oggi viviamo un senso di depressione e di smarrimento per le condizioni in cui versa la vita
pubblica in Italia e nel mondo. La classe politica ormai un'ultracasta, una casta de luxe. La
mia amata Chiesa sconvolta da accuse di pedofilia, da mancanza di verit umane, concentrata
nel suo ruolo secolare .
Questa situazione ci invita a rischiare di pi con fiducia e con coraggio profetico per praticare
sistematicamente la restituzione dei diritti nei confronti di quanti ne sono privati .
Senza l'opera di restituzione ai poveri, che inverte nella direzione giusta il dinamismo della
Storia, qualunque presa di posizione condannata a restare confinata dentro la logica
dell'auspicio nel progressismo a buon mercato e nell'ambiguit del riformismo .
Ernesto e Fabrizio ci dicono che l'unica politica possibile consiste nel- l'incarnarsi nella vita
dei poveri e degli esclusi, non per essere tutti travolti e abbassati, ma per vivere insieme a loro
la liberazione reale .
Ecco il letame da cui possono nascere i fiori. Quando ascolto le canzoni di De Andr mi
commuovo e mi dico: Guarda quante affinit tra chi canta del parroco che vuole al suo fianco
Bocca di rosa e un fratello della mia Chiesa .
Quando ho ascoltato Preghiera in gennaio per la prima volta mi sono accorto subito che
qualcosa mi sfuggiva. Oltre all'argomento, il suicidio, mi aveva colpito l'interlocutore ideale che
Fabrizio si era scelto: Dio .
Che strano, mi dicevo: suicidi, puttane e poi... Dio. E che Dio! Un Dio con il quale parlare a
tu per tu: Lascia che sia fiorito Signore, il suo sentiero quando a te la sua anima e al mondo la
sua pelle dovr riconsegnare quando verr al tuo cielo laddove in pieno giorno risplendono le
stelle .

Come se non bastasse, nello stesso disco vi anche Si chiamava Ges, nella quale scopro un
Ges che mor come tutti noi mortali: E mor come tutti si muore, come tutti cambiando
colore .
La canzone pi antimilitarista di De Andr forse La guerra di Piero. Ma in questo momento,
si realizza davvero questo grande evento dell'incontro di tutte le popolazioni mondiali,
soprattutto per noi del mediterraneo? Sento continuamente Cruza de ma: questi sapori, questi
saperi, di tutto il mediterraneo. Oltretutto arrivato un grido dai giovani: questa rivolta delle
nuove generazioni anche islamiche, che forse sono andate a rileggere le prime sure del profeta,
in cui si parla dell'accoglienza come punto fondamentale .
Il profeta dice che se un uomo salva un altro fratello salvo per sempre. Cruza de ma d
proprio il senso di questo mare che deve diventare di nuovo pulito: ma pensate a quanti fratelli
che muoiono nel mediterraneo, addirittura per legge avvengono i respingimenti, per legge i
pacchetti sicurezza. Pensate anche a quello che avvenuto con Gheddafi: prima lo hanno
difeso, e poi diventato il nemico numero uno .
L'evento mondiale l'incontro con l'altro. Ma come pu avvenire tale incontro? O si fa la
guerra, si erigono dei muri, oppure si instaura il dialogo, cio si d la parola allo straniero, al
diverso, ed ecco che la famiglia umana si incontra, e allora la civilt finalmente riprende a
crescere .
Oggi viviamo un momento storico che vede l'avvicendarsi di cicli, e in quello attuale la civilt
sta crollando. E allora bisogna mettere dei freni: noi la vogliamo salvare perch crediamo nella
vita, nel rispetto di tutte le scelte: e allora ecco l'interculturalit, l'in- terreligiosit, l'integrazione
che non sia integralismo. L'integrazione nel rispetto di tutte le culture, quando uno fa guerra
all'altro di un'altra cultura per difendere la propria identit vuol dire che la sua identit fragile,
perch non sa veramente ascoltare quello che l'incontro pu portare. I cristiani, se vogliono,
sono sale, lievito, non hanno bisogno di autoreferenzialit, si sporcano le mani con tutti gli altri,
e rispettano le regole democratiche .
L'altro messaggio di De Andr che un nuovo mondo possibile. Purtroppo Fabrizio morto
nel '99, non lo avevamo con noi nel G8 a Genova, durante il quale successo di tutto. Simone
Cristicchi, riprendendo le parole dai testi della documentazione giudiziaria, ha scritto una
canzone, Genova brucia: a Genova nel 2001 il treno dei diritti stato macellato, schiacciato,
pestato .
Via via mi sono accorto che il libertarismo di Fabrizio risuonava all'unisono con Balducci,
pur da sponde diverse. Vibrava dello stesso desiderio di rinnovamento. Due voci che partono
dal profondo dell'uomo, che gridano una richiesta di giustizia, entrando in una cultura di
liberazione .
Il canto gregoriano di Padre Balducci si confondeva col cantico di De Andr mentre da buon
religioso cantava: Laudate dominum omnen gentes
Dio si fatto uomo per mettere la
persona al centro del creato, per metterla prima del mercato. per questa ragione che questo
padre degli Scolopi ha vissuto sempre da protagonista "scomodo" nella sua amata Chiesa .
Io sono stato nei suoi luoghi preferiti: ho percorso il cammino dalla Badia Fiesolana fino a
Santa Flora, i due posti fondamentali della biografia di Balducci. A Santa Fiora ha avviato la
svolta antropologica, il recupero dei rapporti sociali e umani con la sua gente d'origine. Santa
Fiora un paese di minatori sul Monte Amiata, in Toscana, sempre considerato da Balducci
un'ispirazione basilare per la sua formazione umana, civile e religiosa. Da quel luogo Ernesto
ha conosciuto le condizioni di ingiustizia dei poveri, partendo dai minatori per arrivare agli
emarginati delle citt e del Terzo mondo. Queste le sue parole: Mi sono spesso domandato che
ne sarebbe stato di me se fossi nato in una citt chiassosa e illuminata, in una tranquilla famiglia
borghese. Ma sono nato nel silenzio di un paese medievale, sulle pendici di un vulcano spento e
in una cornice umana dove era difficile discernere il confine tra la realt e la fiaba. Sono
cresciuto avvolto in un silenzio che mi dava spavento e mi avvezzava ai contatti col mistero.
stata una grazia? stata una circostanza casuale che ha condizionato la mia libert per sempre?

Queste domande si spengono nel silenzio e cio nel giusto posto. (E. Balducci, Il cerchio si
chiude). Una terra di "resistenti", dove per fortuna e non a caso ancora viva la memoria di
David Lazzaretti, il profeta dell'arma ucciso nel 1878 dalla guardia regia, ed ancora pi viva
la memoria dei ventitr martiri Santafioresi di Niccioleta .
De Andr, al contrario, viene da una famiglia borghese di Genova. Ma fraternizza subito con
il figlio del portinaio. E quando incontra Brassens pronto alla scelta anarchica, quella per gli
ultimi .
Fabrizio ed Ernesto arrivano da ambiti diversi ma hanno scelto la barricata. Non era facile per
un religioso; non era leggero per un signorino di buona famiglia. Ma loro hanno creduto
nell'utopia .
*** Ringraziamenti .
I tre libri di don Andrea Gallo pubblicati con Aliberti sono nati in un clima di allegria e di
affetto, fra Genova e Reggio Emilia .
Per questo motivo - e per il calore e l'amicizia con cui siamo stati accolti - un nuovo e sentito
ringraziamento rivolto a tutta la Comunit di San Benedetto, all'organizzatissi- ma Elisa, alla
cara e infaticabile Lilli, al gioioso Marino, sostegno immancabile di innumerevoli trasferte del
Don in giro per l'Italia, e a Marco, autista efficiente e simpatico chiacchierone .
Grazie anche ai ragazzi della trattoria 'A Lanterna, per l'orata alla griglia pi buona del porto .
Grazie ad Andrea, al fotografo Pino Bertelli, a Loris Mazzetti e a Cinzia Monteverdi .
In ultimo, un benvenuto al piccolo Andrea Aliberti. Se nomen omen.. .

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