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1. Introduzione
Il padre Sergej N. Bulgakov (1871-1944) è senz'altro uno dei teologi ortodossi
russi più conosciuti nel mondo teologico occidentale. Le sue opere vengono
tradotte in tutte le principali lingue europee, mentre il suo nome appare ormai in
molti importanti dizionari di teologia.1 Bisogna riconoscere, però, che, salvo
qualche rara eccezione,2 questa attenzione nei suoi confronti riguarda quasi
esclusivamente il mondo della teologia cattolica, in quanto quello riformato non
l'ha ancora scoperto o, semmai, lo conosce solo marginalmente. Basti pensare che
il nome di Bulgakov non viene citato in nessuna delle più importanti opere dei
maggiori teologi riformati contemporanei, nemmeno quando essi si occupano dei
temi che stavano al centro delle ricerche del Nostro, condotte con una rara
capacità di speculazione teologica.
La teologia cattolica, invece, ha riservato al suo pensiero un posto ormai stabile,
oggi riconosciuto e rispettato sempre di più dalla gran parte dei teologi. Non
mancano persino casi in cui una Facoltà teologica inserisce nel suo programma
di studio un corso monografico dedicato alla teologia di Bulgakov,3 senza parlare
poi delle numerose tesi di licenza e di dottorato che si occupano del suo pensiero,
elaborate in questi ultimi anni dagli studenti delle Facoltà di teologia
cattolica.4 Una simile apertura del mondo cattolico non è altro che una concreta
risposta all'invito del Concilio Vaticano II rivolto ai membri della Chiesa, e ai
teologi in particolare, di «acquistare una maggiore conoscenza della dottrina e
della storia, della vita spirituale e culturale, della psicologia religiosa e della
cultura propria dei fratelli» (Unitatis redintegratio 9) appartenenti alle Chiese e
comunità non cattoliche.
Nel presente saggio mi occuperò più da vicino della ricezione della teologia di
Bulgakov da parte della teologia in Occidente, senza nessuna pretesa,
ovviamente, di esaurire il tema che, di per sé, si presterebbe ad una ricerca molto
più ampia. Non intendo, cioè, ripercorrere le principali tappe del confronto tra il
teologo russo e la teologia cattolica offrendone un bilancio, né ricercarne e
approfondirne tutti i punti di contatto o di influsso. La mia sarà piuttosto una
riflessione a mo' di un colpo di sonda che, con la brevità richiesta dall'occasione
in cui s'inserisce, si focalizzerà su quei temi della teologia bulgakoviana e su quegli
aspetti della sua epistemologia che, a mio avviso, sono stati visitati e studiati dai
teologi cattolici con il maggiore interesse e con la più grande frequenza e che
ancora oggi vengono considerati di grande attualità.
5. Conclusione
L'incontro di Bulgakov con l'Occidente viene favorito dalla sua triste e non
invidiabile sorte di profugo, che lo porta a vivere e a lavorare prima a
Costantinopoli, poi a Praga e, successivamente, a Parigi. La sua definitiva
permanenza in Francia e il suo ruolo di decano e di professore dell'Institut Saint-
Serge pongono Bulgakov in primo piano nel nascente e ancora timido dialogo tra
l'Ortodossia e la teologia occidentale, desiderato e cercato soprattutto da alcuni
teologi cattolici francesi.75 Ma forse visibilità ancora maggiore assicurano al
padre Sergej la partecipazione al movimento ecumenico e, in particolare, il modo
in cui egli cerca di instaurare e condurre il dialogo con i rappresentanti e i teologi
delle Chiese non ortodosse.76 Si tratta di un modo che, in un certo senso, ricorda
l'esperienza della Fraternità di Santa Sofia, vissuta secondo i principi del dialogo
e della fiducia reciproca tra i diversi. La celebre conferenza universitaria di High-
Leigh nel 1938 riassume bene la convinzione teologica su cui esso si basa. In tale
conferenza, da una parte, viene ribadito con chiarezza che nelle relazioni
ecumeniche non si deve cadere «in un indifferentismo confessionale, secondo cui
tutte le confessioni di fede sarebbero uguali»;77al contrario è necessario saper
distinguere il grado di lontananza degli eterodossi dall'ortodossia. Dall'altra
parte, però, viene ricordato che la tenace professione della propria fede da parte
degli ortodossi deve essere fatta nello spirito di un reciproco riavvicinamento,
cioè con lo spirito di amore e di tolleranza, con la convinzione che la verità della
fede è una verità vitale e universale che può essere professata nella 'diversità dei
carismi' (1Cor 12, 4). L'invito ad una tale apertura è inscritto nelle parole della
preghiera di Gesù: «Padre, che tutti siano una cosa sola» (Gv 17, 21), la cui
attuazione dovrebbe essere compresa dai cristiani come un vero e proprio
compito da realizzare nella storia. «Questo compito» - annota Bulgakov alle
soglie del secondo conflitto mondiale - «è oggi il più urgente ed è il banco di prova
sul quale si misurano ora la coscienza e la libertà cristiane».78
Tra gli studiosi cattolici sia stato ultimamente A. Dell'Asta ad individuare, nel suo
breve ma importante saggio Ecumenismo e ontologia,79 il vero nucleo teoretico e
la vera intenzione dell'idea e della prassi ecumenica di Bulgakov. Essi non vanno
cercati solo sul piano della teologia, e dell'ecclesiologia in particolare, ma prima
di tutto sul piano dell'ontologia, strutturato alla luce dell'idea solov'eviana
della vseseedinstvo (uni-totalità, omni-unità). Vale a dire che, secondo Bulgakov,
la questione ecumenica e dell'unità in quanto tale riguardano il mondo intero e il
suo essere, interpretati, nel suo pensiero, nella prospettiva sofiologica, ovvero
sull'orizzonte del pan-en-teismo trinitario. Rilevando ciò, Dell'Asta evidenzia
giustamente che l'ecumenismo del teologo russo è connesso «con l'affermazione
di tutta una struttura dell'essere per cui nulla è al di fuori del rapporto con Dio e
tutto ritrova in Lui il proprio senso unitario».80 E aggiunge: «In effetti, crediamo
che solo alla luce di questo nesso si possa cogliere tutta la serietà concreta della
proposta sofiologica di padre Bulgakov, che in questo senso si rivela
assolutamente lontana da qualsiasi gusto per le speculazioni astratte e appare
saldamente radicata nel più pratico ed esistenziale fra i problemi che un cristiano
possa avere: quello di dove e come possa incontrare l'unico Cristo, salvatore suo
e dell'universo».81 Di conseguenza, Dell'Asta giunge a rilevare con acutezza dove
stia il vero problema della ricezione della proposta ecumenica bulgakoviana: tale
proposta «non ha dato tutti i suoi frutti proprio perché non è stata colta sino in
fondo la portata di questa interconnessione tra ecumenismo e
sofiologia».82 Purtroppo, l'intuizione bulgakoviana di trasferire il cuore del
problema ecumenico sul piano dell'ontologia è rimasta incompresa e inefficace.
Al di là dell'incontestabile attualità di una simile intuizione, legata alla proposta
di un metodo ecumenico interpersonale - che ponga al centro l'esperienza
concreta di un dialogo fraterno e di amicizia83 -, è evidente che essa indica un tipo
di approccio dialogico che, opportunamente misurato, Bulgakov vorrebbe
estendere a tutta la metodologia teologica. Una conferma di ciò troviamo nelle
parole da lui rivolte nel 1937 ai teologi ortodossi: «Non si può rigettare o
diminuire il valore positivo delle acquisizioni della teologia cattolica e
protestante, che può contenere in sé e che contiene indubbie verità cristiane. E
ancora meno si può pensare che la teologia ortodossa possa o debba rifuggire
dalla teologia occidentale; al contrario, la teologia è da lungo tempo uscita dai
confini del confessionalismo dichiarato e certi dei suoi tratti costituiscono il
patrimonio comune di tutto il mondo cristiano».84 Non c'è dubbio: con un tale
sguardo di apertura e di fiducia verso le teologie non ortodosse e con l'idea della
ricerca dell'unità nel mondo della teologia, Bulgakov anticipa di tanto simili prese
di posizione da parte di alcuni teologi occidentali, come K. Rahner, il quale,
riferendosi alla futura teologia, scrive: «La teologia del futuro avrà un carattere
ecumenico, le teologie delle diverse Chiese saranno consapevoli di avere una
responsabilità precisa: continuare il dialogo reciproco, imparare costantemente
l'una dall'altra».85 Occorre aggiungere che l'invito ad una tale apertura arriva,
successivamente, anche dal Concilio Vaticano II, quando nell'Unitatis
redintegratio incoraggia la teologia cattolica a scoprire e a valorizzare i tesori
della tradizione teologica ortodossa. Il testo recita: «Infatti nell'indagare la verità
rivelata in oriente e in occidente furono usati metodi e prospettive diversi per
giungere alla conoscenza e alla confessione delle realtà divine. Non fa quindi
meraviglia che alcuni aspetti del mistero rivelato siano talvolta percepiti in modo
più adatto e posti in miglior luce dall'uno che non dall'altro, cosicché si può dire
allora che quelle varie formule teologiche non di rado si completino, piuttosto che
opporsi» (n. 17).
Quanto a Bulgakov, la sua apertura verso la teologia occidentale si rivela,
paradossalmente, di grande giovamento proprio per quest'ultima, sorpresa di
scoprire vie nuove verso un maggiore approfondimento della verità rivelata.
Certo, dialogando con il padre Sergej e confrontandosi con il suo pensiero i teologi
occidentali sanno di aver a che fare con un teologo straordinariamente fecondo e
creativo, la cui voce, però, non è la voce 'ufficiale' dell'Ortodossia né la sua
espressione teologica più rappresentativa. Sanno di aver davanti a sé 'solo' un
teologo che vuole, sì, rimanere radicato nella tradizione della sua Chiesa, ma che
allo stesso tempo percorre una via di riflessione teologica tutta sua, non priva dei
pericoli e dei limiti evidenziati dagli stessi teologi ortodossi sia del passato che del
presente.86 Tuttavia, è innegabile che sia stato, e sia ancora, proprio lui ad aver
suscitato in Occidente l'interesse di molti a conoscere l'Ortodossia, insegnando a
valorizzare e ad amare i tesori della sua antica tradizione.
I vostri commenti
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vostro commento potrà essere eventualmente pubblicato (integralmente o in sintesi).
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1. Oltre ai dizionari citati in P. Bernardi-N. Bosco-G. Lingua, Storia e storiografia
bulgakoviane (in Filosofia e Teologia, VI [1992], n. 2, p. 237), sono da
ricordare: Biograpisch-Bibliographisches Kirchenlexikon, a cura di F. W. Bautz,
vol. 1, Traugott Bautz, Herzberg 1990, coll. 807-809; Dizionario dei teologi, a
cura di B. Mondin, Bologna 1992 (pp. 148-149); Lexicon. Dizionario dei teologi,
a cura di L. Pacomio e G. Occhipinti, Casale Monferrato 1998 (pp. 247-
279); Lexikon für Theologie und Kirche, vol. 2, Freiburg 1994, 3a ed., (col.
774); Dizionario enciclopedico dell'Oriente cristiano, a cura di E. G. Farrugia,
Roma 2000 (pp. 124-125). Testo
2. Cfr., ad esempio, i frequenti riferimenti alla persona e al pensiero di Bulgakov nel
saggio del teologo evangelico K. Ch. Felmy, La teologia ortodossa
contemporanea. Una introduzione, tr. it., Brescia 1999. Da segnalare, inoltre, il
bel saggio di P. Valliere, teologo della chiesa episcopale americana,
intitolato: Modern russian Theology Bukharev, Soloviev, Bulgakov. Orthodox
Theology in a New Key, Edinburgh 2000, in particolare pp. 227-371. Di grande
interesse anche l'introduzione generale (pp. 1-19) assieme ai sei saggi introduttivi
di R. Williams, teologo anglicano e attuale arcivescovo di Canterbury, ad alcuni
scritti politico-sociali di Bulgakov tradotti in inglese e pubblicati con il
titolo: Sergii Bulgakov. Towards a Russian Political Theology, Edinburgh
1999. Testo
3. Questo, ad esempio, è il caso della Facoltà teologica della Pontificia Università
Lateranense, che ormai da alcuni anni offre il corso Cristologia sacrificale e
mistero trinitario in S. Bulgakov (corso n° 10427) del prof. P. Coda. La stessa
Facoltà offre anche un altro corso monografico di teologia ortodossa russa
intitolato: Fondazione cristologico-trinitaria della teologia in P. A.
Florenskij (corso n° 10165). Testo
4. Solo alla Facoltà teologica della Pontificia Università Lateranense sono state
discusse recentemente le tesi dottorali di A. Ramonas, L'attesa del Regno.
Eschaton e apocalisse in Sergei Bulgakov, PUL-Mursia, Roma 2001; L.
Razzano, La sofiologia come bellezza in S. N. Bulgakov. Genesi, significati,
prospettive estetiche ed artistiche, Roma 2004 (Città Nuova 2006). Alla Facoltà
teologica della Pontificia Università di san Tommaso d'Aquino, invece, sono state
discusse le tesi: F. Szczechorski, Il Cristo nell'opera di S. N. Bulgakov "L'Agnello
di Dio", Roma 1995; G. Sierzputowski, Le fonti patristiche del pensiero
dogmatico di Sergej N. Bulgakov, Roma 2001. Tra le tesi dottorali elaborate in
questi anni nelle altre sedi universitarie ricordo l'eccellente lavoro di M. De Salis
Amaral, Dos visiones ortodoxas de la Iglesia: Bulgakov y Florovsky, Eunsa,
Pamplona 2003, discusso alla Facoltà teologica dell'Università di Navarra. Cfr.
inoltre la tesi dottorale di M. R. Lamgella, Salvezza come illuminazione. Uno
studio comparato di S. Bulgakov, V. Lossky, P. Evdokimov, Pontificia Università
Gregoriana, Roma 2000. Testo
5. Du Verbe incarné, tr. fr. a cura di C. Andronikof; tr. it. L'Agnello di Dio. Il mistero
del Verbo incarnato, Roma 1990.Testo
6. Le Paraclet, tr. fr. a cura di C. Andronikof; tr. it. Il Paraclito, Bologna 1971. Testo
7. E. Vilanova, Storia della teologia cristiana, vol. 3, tr. it., Roma 1995, p. 578. Testo
8. B. Schultze, Pensatori russi di fronte a Cristo, vol. II-III, Firenze 1949, p.
228. Testo
9. Id., Problemi di teologia presso gli ortodossi, in Orientalia Christiana Periodica,
IX (1943) 1-2, p. 148. Testo
10. Ibid., pp. 228-229. Testo
11. Cfr. ad esempio il giudizio di una recensione francese al Du Verbe incarné, che
dice: «[...] speculazione astrusa, dove le virtuosità esegetiche dell'allegorismo
alessandrino si congiungono con le audacie metafisiche dei filosofi tedeschi [...],
i cui nomi sono avvicinati a quelli dei Padri della Chiesa sotto la penna accogliente
dell'Autore. Un'alleanza da cui nasce una sorta di gnosi, potente e oscura,
attraverso gli arcani della quale uno spirito occidentale - a più forte ragione se è
almeno un po' cartesiano - ben presto smarrisce la strada, a dispetto - o a causa -
dei bagliori di luce che di tanto in tanto si sprigionano dall'oscurità della nube;
[...]» (J. Rivière, Compte rendu du Verbe Incarné, in Bulletin de Littérature
ecclésiastique, 4 [1944], pp. 232-233). Testo
12. Cfr. B. Hallensleben, "Intercommunion spirituelle" entre Orient et Occident. Le
théologien orthodoxe russe Serge Boulgakov (1871-1944), in G. Vergauwen
(ed.), Le christianisme: nuée de témoins -- beauté du témoignage, Fribourg
1998, p. 91; H.-J. Röhrig, Die Bewahrung und Entfaltung des Kenosisgedankens
in der russischen Orthodoxie, in W. Beinert-K. Feiereis-H.-J. Röhrig
(edd.), Unterwegs zum einen Glauben, Leipzig 1997, pp. 489-500; P.
Martinelli, La morte di Cristo come rivelazione dell'amore trinitario nella
teologia di Hans Urs von Balthasar, Milano 1996, pp. 345-346. Testo
13. P. Henry, Kénose, in Dictionnaire de la Bible, suppl., vol. 5, Paris 1957, p.
155. Testo
14. H. U. von Balthasar, Teologia dei tre giorni, tr. it., Brescia 19983, p. 45
(l'originale tedesco è del 1969). Testo
15. Ibid., p. 45. Nei tempi più recenti, un altro teologo cattolico così si esprime circa
l'idea bulgakoviana della kenosi: «Bulgakov does non accept the idea of some
nineteenth century theologians that the Logos in becoming man surrenders a part
of his divinity. The Logos incarnate is fully God and even continues to rule the
universe. However, the Logos in the Incarnation accepts to live under the limits
of space and time and this is a selfemptying. If he does not surrender his divine
being in the Incarnation, he does surrender his glory» (J. O'Donnell, The
Trinitarian Panentheism of Sergej Bulgakov, in Gregorianum, 76 [1995], 1, p.
35). Testo
16. Cfr. il mio La croce, fonte della teologia in Bulgakov, in G. Cicchese-P. Coda-L.
Zak (edd.), Dio e il suo avvento. Luoghi momenti figure, Roma 2003, pp. 283-
313. Testo
17. Cfr. Coda, L'altro di Dio. Rivelazione e kenosi in Sergej Bulgakov, Roma 1998,
pp. 78-81; N. Valentini, Memoria e risurrezione in Florenskij e Bulgakov,
Verucchio 1997, pp. 73-93. Testo
18. B. Schultze, Problemi di teologia... , p. 170. Testo
19. Cfr. S. N. Bulgakov, Agnec Božij. O Bogocelovecestve (1). Avtoreferat protoiereja
Sergija Bulgakova, in Id., Agnec Božij, Moskva 2000, pp. 15-16. Testo
20. Riguardo alla concezione insieme trinitaria e kenotica di Dio in Bulgakov sono
significative le parole di O'Donnell: «One can also admire Bulgakov's attempt to
think the Trinity in radically personal terms. I personally find convincing his
kenotic understanding of Trinitarian love. And I believe that he is correct to
affirm the kenotic character of God's being as the ground for the creation and the
event of the cross. And although he sees the Incarnation as involving a kenosis,
he does not fall into the trap of some nineteenth century theologians who held
that Christ stripped himself of his divinity or renounced certain divine attributes
in becoming man» (J. O'Donnell, The Trinitarian Panentheism... , pp. 43-
44). Testo
21. H. U. von Balthasar, Teologia dei tre giorni... , p. 45. Testo
22. B. Hallensleben, Die Weisheit hat ein Haus gebaut (Spr 9, 1). Die Kirche in der
Theologie von H. U. von Balthasar und S. Bulgakov, in Wer ist die Kirche?
Simposion zum 10. Todesjahr von Hans Urs von Balthasar, Einsiedeln 1999, pp.
33-58; Id., Skizze einer ostkirchlichen Topik. Erfahrung der katholischen
Theologie und Ökumene mit dem Studium des christlichen Ostens, in Revue
Théologique de Louvain, VIII (2003), 3, pp. 486-487. Testo
23. Secondo il parere di Martinelli, la critica di von Balthasar alla sofiologia di
Bulgakov e al suo pensiero di generale va interpretata alla luce non di uno solo
(quello critico appunto), ma di tutti gli altri riferimenti al pensiero bulgakoviano
presenti nell'intera opera del teologo svizzero «all'interno della quale ci sembra
che i concetti di Bulgakov vengano ampiamente ripensati in modo 'lecito'» (P.
Martinelli, La morte di Cristo... , p. 346, n. 160). Testo
24. M. Bordoni, Gesù di Nazaret Signore e Cristo. Saggio di cristologia sistematica,
vol. 3, Roma 1986, p. 423. Testo
25. P. Coda-N. Reali, Statuto e metodo della teologia, in G. Canobbio-P. Coda
(edd.), La teologia del XX secolo, un bilancio, vol. 1, Roma 2003, p. 51. Testo
26. Cfr. P. Coda, Sergej Bulgakov, Brescia 2003, pp. 65-66. Per una presentazione
sintetica di un simile orientamento della teologia mi permetto di rimandare
a Verso una ontologia trinitaria, in P. Coda-L. Žák (edd.), Abitando la Trinità.
Per un rinnovamento dell'ontologia, Roma 1998, pp. 5-18. Testo
27. A prescindere dalle altre fonti, il mondo cattolico viene informato
dettagliatamente sulla vicenda dai due pregevoli articoli di Dom C. Lialine, Le
débat sophiologique, in Irenikon, 2 (1936), pp. 168-205; e di B. Schultze, Der
Gegenwärtige Streit um die Sophia, die Göttliche Weisheit in der Orthodoxie,
in Stimmen der Zeit, 137 (1940), pp. 318-324. Testo
28. A. Litva, La Sophie dans la création selon la doctrine de S. B., in Orientialia
Christiana Periodica, 16 (1950), p. 74.Testo
29. Cfr. H. U. von Balthasar, Teologia dei tre giorni... , p. 45. Testo
30. Ibid., p. 45. Testo
31. Tra gli esempi più recenti si veda J. O'Donnell, The Trinitarian Panentheism... ,
p. 44. Testo
32. P. Bernardi-N. Bosco-G. Lingua, Storia e storiografia... , p. 247. Testo
33. A. Joos, L'homme et son mystère. Eléments d'anthropologie dans l'oeuvre de S.
Boulgakov, in Irénikon, 45 (1972), pp. 332-361. Testo
34. La vicinanza delle posizioni tra la sofiologia di Bulgakov e la teologia di Teilhard
de Chardin viene evidenziata anche da J. Klinger, O. Teilhard de Chardin a
tradycija Kosciola wschodniego, in Zicie i Mysl, 6-7 (1968), pp. 154-167 (in
russo: Vestnik russkogo christianskogo dviženija, 106 [1972], pp. 109-132); e da
H. Dahm, Aufstieg zur Weltgeltung, in H. Dahm-A. Ignatow (edd.), Geschichte
der philosophischen Traditionen Osteuropas, Darmstadt 1996, pp. 130-156. Testo
35. Y. Spiteris, Lo Spirito Santo nella tradizione teologica cristiana: la prospettiva
dell'Oriente cristiano, in N. Ciola (ed.), Spirito, eschaton e storia, Roma 1998, p.
100. Quanto al pensiero di Bulgakov in generale, Spiteris constata: «Certo la sua
[di B.] teologia ha turbato sia alcuni Ortodossi come certi cattolici, per la forte
carica di libertà che la caratterizza nei confronti della ripetitività del pensiero
patristico, tipica della maggior parte della riflessione teologica ortodossa. Oggi,
però, si riscopre il suo pensiero teologico e si scorge in esso una profondità che
esalta lo spirito e nello stesso tempo ci si accorge che in esso esiste una
fondamentale fedeltà alla tradizione cristiana, anche se le espressioni usate
possono suscitare qualche perplessità» (Id., La teologia ortodossa "riscopre" il
suo passato. La teologia dei Padri riproposta all'uomo di oggi, in R.
Gibellini, Prospettive teologiche per il XXI secolo, Brescia 2003, p. 286). Testo
36. P. Coda, L'altro di Dio... , p. 151. Testo
37. Cfr. B. Hallensleben, Skizze einer ostkirchlichen Topik... , pp. 484-487. Testo
38. P. Coda, L'altro di Dio... , p. 150. Testo
39. Vi sono, comunque, molti altri autorevoli giudizi di teologi occidentali relativi alla
sofiologia di Bulgakov, come ad esempio quelli formulati nei saggi di N.
Bosco, Vladimir Solov'ev e S. Bulgakov. Due sofiologie, in Filosofia e teologia,
VI (1992), n. 2, pp. 199-215; L. Bouyer, La Sophie ou le monde en Dieu, Paris
1994; B. Glatzer Rosenthal, The Nature and Function of Sophia in Sergei
Bulgakov's Prerevolutionary Thought, in J. Deutsch Kornblatt-R. F. Gustafson
(edd.), Russian Religious Thought, Madison 1996, pp. 154-175; P.
Valliere, Sophiolgy as the Dialogue of Orthodoxy with Modern Civilization, in J.
Deutsch Kornblatt-R. F. Gustafson (edd.), Russian Religious Thought... , pp. 176-
192; M. Campatelli, L'aspetto ecclesiale e sofiologico della cultura in Sergej
Bulgakov. Saggio introduttivo, in S. Bulgakov, Presso le mura di Chersoneso.
Per una teologia della cultura, Roma 1998, pp. 9-191. Testo
40. G. Lingua, Kénosis di Dio e santità della materia, Napoli 2000, p. 194. Testo
41. Ibid., p. 196. Testo
42. Ibid., p. 197. Testo
43. Il primo importante studio, in Occidente, dedicato all'ecclesiologia bulgakoviana
è rappresentato dal saggio di Swierkosz, L'Église visibile selon Serge Bulgakov.
Structure hiérarchique et sacramentelle, Roma 1980. Si veda inoltre il saggio di
A. Joos, L'Église: (ré) conciliation et conciliarité. Aspects de l'ecclésiologie de
conciliarité dans les écrits de S. Boulgakov, in Nicolaus, 4 (1976), pp. 3-96;
Id., Teologie a confronto. Sponde lontane, Vicenza 1982, pp. 325-370. Tra gli
studi più recenti sono da segnalare M. De Salis Amral, Dos visiones... , in
particolare pp. 59-175, 317-376; e la tesi dottorale di D. Cogoni, Il mistero della
Chiesa e il primato del vescovo di Roma nella prospettiva della teologia
ortodossa della sobornost' (analisi e valutazione), Vicenza 2005, in particolare
pp. 209-312. Testo
44. Le autorevoli parole di apprezzamento riferite alla pneumatologia bulgakoviana
vengono pronunciate da B. Petrà, importante studioso della teologia orientale, il
quale (riferendosi a Il Paraclito) la valuta in questi termini: «Ricchissima di
considerazioni bibliche, patristiche, storiche, essa costituisce una vera e propria
rifusione della dottrina trinitaria e pneumatologia orientale alla luce di un
pensiero potente e geniale ma anche di un profondo radicamento nell'ethos
ortodosso. Il suo valore teoretico non è diminuito, io credo, dal ruolo complesso
che vi svolge la dottrina sofianica. [...] Bulgakov dissemina a piene mani nel corso
del suo pensiero idee ricche di fascino e di vigore che hanno fecondato tutto il
pensiero ortodosso successivo sullo Spirito santo. Il Paraclito, e oltre quest'opera
l'intera trilogia, è sorgente inesauribile di suggestioni per i teologi ortodossi e
non» (B. Petrà, Lo Spirito Santo nella recente letteratura ortodossa, in G.
Colzani, Verso una nuova età dello Spirito. Filosofia-teologia-Movimenti,
Padova 1997, pp. 159, 166). Cfr. inoltre i saggi di Ch. Graves, The Holy Spirit in
the Theology of S. Bulgakov, Geneva 1972; A. Lonzi, La processione dello Spirito
Santo nei teologi russi dell'ultimo cinquantennio (estratto della tesi di laurea),
Manchester 1974, pp. 1-47. Nella prospettiva del 'Filioque' cfr. A. Pacini, Lo
Spirito Santo nella Trinità, Roma 2004. Testo
45. Cfr. la tesi dottorale di G. Marani, Il concetto di persona nel pensiero di Sergej
Bulgakov, Roma 1996 (dattiloscritto, reperibile presso il Pontificio Istituto
Orientale). Tra gli studi dedicati all'antropologia bulgakoviana si vedano i saggi
di B. Schultze, S. Bulgakov zur Lehre des Hl. Augustinus über das Bild der
Heiligsten Dreifaltigkeit im Menschen, in Orientalia Christiana Periodica, 15
(1949), pp. 5-40; A. Joos, L'homme et son mystère. . ., pp. 332-361; G.
Lingua, Antinomia della libertà ed aggressività del male. Sofiologia e
antropologia nel pensiero di S. N. Bulgakov, in P. Coda-G. Lingua
(edd.), Esperienza e libertà, Roma 2000, pp. 271-293. Testo
46. Cfr. A. Ramonas, L'attesa del Regno. Eschaton e apocalisse in Sergei Bulgakov,
Roma 2001. Per uno sguardo di sintesi su questo tema si veda A.
Nivière, Filosofia e teologia della storia in S. Bulgakov, in A. Mainardi
(ed.), L'autunno della Santa Russia, Magnano 1999, pp. 209-230. Testo
47. Cfr. M. De Sali Amaral, Dos visiones... , pp. 67-68; M. Campatelli, "Il Nome di
Dio è Dio". La Sofia nella grammatica: la Filosofia del nome di Sergej Bulgakov,
in T. Špidlík, "A due polmoni". Dalla memoria spirituale d'Europa, Roma 1999,
pp. 184-186. Testo
48. K. Ch. Felmy, La teologia... , pp. 42-44, 161. Testo
49. Cfr. A. Wagner, Expérience et théologie dans la doctrine de S. Bulgakov,
in Nouvelle Revue Théologique, 9 (1955), pp. 939-962. Testo
50. P. Coda, L'altro di Dio... , p. 58. Testo
51. Cfr. ibid., p. 58. Testo
52. P. C. Bori, Introduzione all'edizione italiana, in S. N. Bulgakov, Il Paraclito..., p.
20. Testo
53. Ibid., pp. 20-21. Testo
54. Ibid., p. 22. Testo
55. Ibid., p. 23. Testo
56. Si veda la sua Filosofia della Rivelazione, tr. it., Milano 1997, pp. 37, 39. Testo
57. P. A. Florenskij, La colonna e il fondamento della Verità, Milano 19982, p.
115. Testo
58. Per una sintetica presentazione di questo metodo mi permetto di rimandare al
mio Il "noi" ecclesiale come soggetto della teologia: la prospettiva ortodossa di
A. S. Chomjakov e di S. N. Bulgakov, in Nuova Umanità, 22 (2000), pp. 905-
914. Testo
59. Bulgakov considera questo undicesimo capitolo de La colonna «un'autentica
scoperta teologica». E constata: «per la prima volta, infatti, l'amicizia quale
relazione avente un posto legittimo nella vita della chiesa è introdotta
nell'insegnamento teologico» (S. N. Bulgakov, Il Paraclito... , p. 539, nota
96). Testo
60. Secondo l'intenzione di Novoselov il Circolo doveva superare i limiti di
un'esperienza puramente intellettuale. Ne parla molto chiaramente in una sua
lettera a Samarin dell'11 agosto 1907: «Per quanto concerne i compiti e le
caratteristiche delle riunioni organizzate dal 'Circolo', non sono molto d'accordo
con il suo giudizio. Lei dice: 'la comunione di preghiera è solo una comunione a
livello del sentimento', e alla fine: 'noi dobbiamo sorreggerci ed imparare gli uni
dagli altri per poter essere sempre più vicini spiritualmente e raggiungere il più
possibile la piena unità interiore'. Io credo che la comunione di preghiera non sia
un'unità solo a livello di sentimento: è l'unità nello spirito, cioè nell'integralità del
nostro essere morale. A parer mio, tutte le nostre risorse spirituali entrano in
azione nella preghiera, e la comunione che si fonda sul terreno della preghiera si
dilata poi nelle sfere del sentimento, della ragione e della volontà. L'unità di
pensiero non mette mai radici profonde, e si limita solo alla sfera intellettuale,
che nel cristianesimo non è quella sostanziale, anche se ha un suo valore. Per
questo, pur associandomi pienamente all'idea da lei proposta, di lavorare insieme
per chiarire la coscienza di fede cristiana allo scopo di raggiungere l''unità
interiore', vorrei sottolineare l'importanza sostanziale della preghiera, come pure
della lettura della Scrittura e dei Padri della Chiesa, come metodi che conducono
a questo scopo» (citato in A. Vicini, Introduzione, in M. Novoselov, Lettere agli
amici, Milano 1996, pp. 14-15). Testo
61. Citato da I. V. Nikitin-S. M. Polovinkin, Moskovskij Abba, in Perepiska svj. Pavla
A. Florenskogo i Michaila A. Novoselova, Tomsk 1998, p. 23. Testo
62. Svet nevecernij. Sozercanija i umozrenija, Moskva 1917; tr. it. La luce senza
tramonto, a cura di M. Campatelli, Roma 2002. Testo
63. S. N. Bulgakov, La luce... , pp. 25-26. Testo
64. Ibid., p. 397. Testo
65. Ibid., p. 395. Testo
66. Ibid., p. 396. Testo
67. Cfr. ibid., pp. 71ss. Testo
68. S. N. Bulgakov, Pravoslavie. Ocerki ucenija pravoslavnoj Cerkvi, Paris 19893, p.
151. Testo
69. Ibid., p. 167. Testo
70. Cfr. Ibid., p. 169; S. N. Bulgakov, Dogma e dogmatica, in Id., Lo spirituale della
cultura, tr. it., Roma 2006, 143. Testo
71. Una coinvolgente presentazione di questa sua esperienza si trova in N.
Boneckaja, I cavalieri della Sofia, in La nuova Europa, 1 (2003), pp. 15-28. Cfr.
inoltre V. Zen'kovskij, O bratstve svjatoj Sofii v emigracii, in Bratstvo svjatoj
Sofii. Meterialy i dokumenty 1923-1939, Paris 2000, pp. 5-12. Testo
72. Bratstvo... , pp. 22-23. Testo
73. Bratstvo... , p. 216. Testo
74. Per un maggiore approfondimento di questo tema rimando al mio La teologia:
statuto, metodo, fonti, strumenti. Epistemologia generale, in G. Lorizio
(ed.), Teologia fondamentale. Epistemologia, Roma 2004, pp. 199-210. Sono
stimolanti, inoltre, le intuizioni conclusive del saggio di S. Corsi, Per un
cristocentrismo gnoseologico, in G. Sgubbi-P. Coda (edd.), Il risveglio della
ragione. Proposte per un pensiero credente, Roma 2000, pp. 243-245. Testo
75. Cfr. B. Hallensleben, Ökumene als Pfingstgeschehen... , pp. 151-152. Testo
76. Cfr. Ibid., pp. 177-180; B. Hallensleben, "Intercommunion spirituelle" entre
Orient et Occident... , pp. 97-104; P. Coda, Bulgakov e l'ecumenismo come evento
dello Spirito, in La nuova Europa, 5 (1999), pp. 38-48. Testo
77. S. N. Bulgakov, "Una Sancta". I fondamenti dell'ecumenismo, in Id., Alle mura
di Chersoneso e altri scritti, tr. it. a cura di G. Parravicini, Milano 1998, p. 69. Testo
78. Ibid., p. 71. Testo
79. Il saggio è la prefazione alla traduzione italiana dell'opera di S. N. Bulgakov, Alle
mura di Chersoneso e altri scritti... , pp. 5-13. Testo
80. Ibid., p. 8. Testo
81. Ibid., pp. 8-9. Testo
82. Ibid., p. 9. Testo
83. L'importanza (sia per la conoscenza sia per la vita ecclesiale) di tale esperienza
viene ricordata in diverse occasioni da Giovanni Paolo II (cfr. Fides et
ratio 33; Novo millennio ineunte 43). La sua centralità per il dialogo ecumenico
è stata ribadita recentemente dal card. W. Kasper, quando ha detto:
«L'ecumenismo non progredisce principalmente con documenti e azioni, ma
grazie alle amicizie che superano le barriere confessionali. In ragione dell'unico
battesimo, della comune appartenenza all'unico corpo di Cristo, della vita che
emana dallo Spirito Santo, queste amicizie vanno al di là di una semplice simpatia
umana e creano innanzi tutto quel clima di fiducia e di reciproca attenzione che
permette al dialogo teologico di fare sostanziali progressi» (W. Kasper, La
spiritualità ecumenica, in Il Regno-documenti, 21 [2003], p. 658). Per dirla con
le parole del card. M. O'Connor, arcivescovo di Westminster: «L'ecumenismo non
compie progressi fondamentalmente sulla base di documenti e iniziative, ma in
forza dell'amicizia che supera le barriere confessionali. Mi sembra che qui nel
nostro paese l'amicizia debba ricoprire un ruolo importante nello sviluppo del
nostro impegno ecumenico e che essa vada molto al di là dell'umana empatia,
perché crea un clima di fiducia e di reciproca accettazione che è davvero reale»
(M. O'Connor, Condividere la stessa visione di Chiesa, in Il Regno-attualità, 20
[2004], p. 676). Testo
84. S. N. Bulgakov, Dogma e dogmatica... , p. 17. Testo
85. K. Rahner, Il futuro della teologia, tr. it., in Id., Nuovi saggi, vol. 4, Roma 1973,
p. 196; cfr. Id., Sulle vie future della teologia, in Id., Nuovi saggi, vol. 5, Roma
1975, pp. 81-86. Testo
86. Scrive a questo proposito l'arcivescovo R. Williams: «He is not a typical
representative of the Orthodox theological world; but, despite the caveats entered
by many recent Orthodox theologians, he is the kind of theologian he is because
of his Orthodox formation and commitment, and he demonstrates what is at
present a vastly important fact - that theology in the Byzantine tradition is
capable of engaging with modernity and post-modernity with unexpected vigour
and integrity. Orthodox doubters of the precise doctrinal acceptability of his
speculations about Sophia should also remember that he is one of those who [...]
remind the Western theological world that Orthodox theology is not a purely
antiquarian pursuit, a matter of endless glossing of the Fathers, but offers some
sharp critiques of Western culture as well as Western theology» (R.
Williams, General Introduction, in Sergii Bulgakov... , pp. 18-19). Testo
https://mondodomani.org/reportata/zak02.htm#rif84