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iu s e p p e
u g g ie r i
su Balthasar, occorre ancora citare almeno quello dedicato alla sua interpreta
zione dei Padri della chiesa: W. L h s e r , Im Geiste des Orgenes, lians Urs
von Balthasar ais Interpret der Thologie der Kirchenvdter, Frankfurt 1976; una
nalisi attenta della teologia del sabato santo (argomento che sar al centro
di queste note) offerta di recente da H. D a n e t , Gloire et Croix de Jsus
Christ. Lanalogie chez Hans Urs von Balthasar comme introduction sa christolo
gie, Paris - Bruges 1987. Non mi sembra tuttavia che, pur affrontandola (pp.
Il nodo centrale
riva, stato di solidariet con i morti dello sheol, dellAde (cio di quello
stato dopo la morte in cui si trova ad essere compreso sia il paradiso che
la gehenna), e cio come discesa agli inferi. Cristo fu solidale con i morti e speriment la morte seconda, quindi tutta la profondit e labisso di
quella condizione nella quale viene a trovarsi, dopo la fine della propria
esistenza, luomo peccatore e non redento. Si tratta dellestensione del
frutto della croce allabisso della perdizione mortale (159)*.
Questevento corre il rischio di essere interpretato mitologicamente.
Balthasar ne consapevole ed con grande equilibrio che egli ne deco
difica la formulazione tradizionale distinguendo in essa tre strati: leven
to cristologico e trinitario al tempo stesso 2; la rappresentazione di que
sto evento che primariamente non n mitica n scientifica, ma corri
sponde soltanto al sentimento del mondo che possiede luomo naturale,
per il quale la luce sta sopra e la morte e loscurit stanno sotto; infine,
solo in un ruolo secondario, la rappresentazione mitica (131-135).
Salvo verifiche ulteriori, la prima effettiva formulazione del tema del
la discesa agli inferi, da parte di Balthasar, affiora in quello stupendo
libretto di inni in prosa che Das Herz der W e lt 3. Proprio in questo
testo, la_ morte seconda veniva descritta come esperienza umana, sulla
base di Db 6,4-8; 10,26-31. Il registro era quello della trasposizione
lirica di un evento di assoluta disperazione. E, nello stesso tempo, la
consapevolezza che, dentro questa solitudine assoluta, nessuno potesse
entrare: E bello che lamore si pieghi verso ci che vile, ma intolle
rabile che esso stesso diventi vile con ci che vile. In questo stato
luomo espulso persino dalla comunione con i peccatori, dove ancora
possibile il pentimento. Eppure, nonostante questa consapevolezza, P incanto del sabato santo consiste proprio in un nuovo inizio: un inizio
differente da quello di Dio che pone eternamente se stesso; differente
ancora da quello della creazione. Questo incanto del sabato santo si
delinea quindi come una effettiva nuova creazione che, pur non essendo
ancora sbocciata, prelude gi alla condizione nuova della creatura. E
f/OfPdL
* [I numeri tra parentesi nel testo, senza altra indicazione, rimandano alle pagine del presente
volume],
2 Da sottolineare il trinitario. Com e vedremo la teologia di H an s Urs von Balthasar tutta
tesa a radicare ogni evento cristologico nella vita intima trinitaria, perch solo in questo m odo
la vicenda terrena di Ges effettiva rivelazione di Dio ed effettiva salvezza delluomo. Q u esto
sta a significare dunque che l esperienza del caos, da parte del Figlio di Dio fa:tosi uomo, diven ta
condizione della nostra visione della divinit (157), evento quindi che, in qualche modo, deve
essere fatto proprio da ogni cristiano.
3 La prima edizione del 1945. L a traduzione italiana, Il cuore del mondo, presso leditrice
Morcelliana di Brescia, del 1964.
il residuo dellamore del Figlio che, sparso fino allultima goccia... cerca
di risalire verso il Padre attraverso loscuro nulla? Oppure questo amo
re, senza forza, incosciente, scorre malgrado tutto in direzione opposta,
incontro ad una nuova creazione, non ancora esistente del tutto, ancora
informe, persino non ancora messa al mondo? ...Ci che adesso viene
sparso non la sofferenza che soffre, la sofferenza sofferta. Non pi
lamore che offre, ma lamore offerto. C solo la piaga: spalancata,
grande porta aperta, caos, naia. Da qui la sorgente scorre allesterno.
Questa porta non verr pi chiusa. Allo stesso modo in cui la prima
creazione stata uno sgorgare sempre nuovo che sorge dal nulla, anche
questo mondo nuovo, non ancora partorito, compreso nel primo sgorga
re creatore, sorger ormai soltanto dalla piaga che non si richiuder
pi. Ogni forma, nel futuro, si lever da questo vuoto spalancato, ogni
sanit trarr la sua forza dalla piaga creatrice4.
Chiedo scusa per la lunga citazione. Ma essa risulta utile a chiarire
un punto fondamentale: la solidariet di Cristo con la condizione di
quanti vivono nella lontananza da Dio, anzi nellabbandono di Dio,
essenziale per comprendere come il rapporto delluomo con Dio vada
posto proprio laddove sembrerebbe impossibile: laddove Dio non parla,
laddove domina la negazione. E possibile che proprio in questo posto
sorga unanalogia tra Dio e luomo, che si possa parlare di Dio quindi
dentro lassenza di Dio? Dove si costruisce quindi il discorso su Dio?
Riprenderemo pi avanti largomento. Ma intanto necessario chiedersi
quale sia lorigine del motivo. Certamente esso viene ripreso dalla patri
stica greca e da Massimo il Confessore in particolare. Ma, nella sua
forma specifica e propria a Balthasar, esso pu essere ricondotto ad
un incontro che lautore stesso ritiene fondamentale per la sua produzio
ne teologica. Si tratta dellincontro con Adrienne von Speyr e con la
sua esperienza mistica: Probabilmente possibile una conoscenza effet
tiva delle mie cose solo a patto di occuparsi seriamente di Adrienne
von Speyr 5. Ora a partire dal 1941 che Adrienne von Speyr, nel
giorno del sabato santo, entra in uno stato di desolazione che possono
conoscere solo i peccatori che si trovano nello sheol, nellinferno. Bal4 Ilo seguito da vicino, tranne che per qualche termine, la stupenda traduzione di R. G ivort
(ed. fr. del 1956, pp. 156-166).
5 M. A lbus , Geist und Veuer. Ein Gesprch mit Hans Urs von Balthasar, in Herder Korrespondenz 30 (1976) 73. Di questa mistica svizzera, lo stesso von Balthasar ha curato edizione delle
opere. Per una prima introduzione, in lingua italiana, utile Adrienne von Speyr , Mistica oggetti
va. Antologia redatta da B arbara A lbrecht, con un saggio introduttivo di H ans U rs von B altha
sar , Milano D 72.
Per
undiscorso su D io
thasar stesso scriver che allorigine nulla faceva prevedere che questa
com-passione mistica con il Cristo ma la storia della chiesa pi volte,
soprattutto nel Medio Evo, ha fatto menzione di un siffatto tipo di
sofferenze sarebbe sfociata in una teologia oggettiva del descensus
ad inferos. Il tema tuttavia si manifest subito con grande chiarezza;
lentamente, nel corso di questi anni, diciamo fino al 1950, ricevette
la sua esplicitazione pi estesa 6. Va quindi ritenuta per ferma una
conclusione: la teologia del sabato santo, che costituisce il centro della
Teologa dei tre giorni, nata dallincontro di un direttore spirituale,
provvisto di straordinarie possibilit interpretative grazie alle sue cono
scenze della storia della teologia, con una mistica.
La sottolineatura a mio avviso va fatta non soltanto e non tanto sul
piano, pur rilevantissimo, della biografia dellautore, ma su quello della
sua collocazione teologica. Nella gi citata intervista rilasciata a M. Aibus per la Herder Konespondenz, Balthasar, gettando acqua sul fuoco
della polemica espressa nel 1966 nei confronti di Karl Rahner attraverso
Cordilla ovverosia il caso serio , afferma tra laltro: Io considero Rahner,
globalmente visto, come la pi elevata potenza teologica del nostro tem
po. Ed evidente che egli mi supera ampiamente per la sua forza specu
lativa. Nel 1939 (sopra Innsbruck, presso lo Zenzenhof) abbiamo con
cordemente elaborato assieme il piano di una dogmatica che, anni pi
tardi, si trasformato in Mysterium Salutis. Ma le nostre posizioni di
partenza sono state in verit sempre diverse. C un libro di Simmel
che porta come titolo Kant e Goethe. Rahner ha scelto Kant o, se si
vuole, Fichte e cio la prospettiva trascendentale. E io, come germani
sta, ho scelto Goethe. La forma, la forma indissolubilmente unica, orga
nica, che si sviluppa penso qui alla Metamorfosi delle piante di Goe
the , questa forma della quale Kant non viene a capo realmente nem
meno nella sua Estetica... 7.
Il fatto di collocarsi dentro una esperienza mistica, dentro una for
ma concreta della vita cristiana, tipico di Balthasar. La sua teologia
lontana dalla riflessione trascendentale, che prende cio come punto
di partenza il soggetto e le sue possibilit. La teologia del sabato santo
diventa quindi non solo il nodo centrale della Teologia dei tre giorni ,
ma della cristologia e della teologia in quanto tale. Infatti dove si po6 Dalla introduzione di II.U . v. B althasar, ad un libro non ancora in commercio di . v.
Einsiedeln 1966, 8. Io traggo la citazione da G. D e Sciifjjver, op. cit., 39-40.
10
Lo sviluppo
Come viene sviluppato questo punto centrale? La struttura della Teo
propriamente bipartita. Mentre infatti la teologia
del venerd santo e quella del sabato santo costituiscono un unico cam
mino, la teologia della risurrezione fa in qualche modo corpo a s 9.
Per
undiscorso su D io
11
tuttavia la complementariet delle varie tradizioni letterarie. Suo apporto specifico, come gi nelle
pagine dedicate alla croce, la sottolineatura della dimensione femminile rispetto allelemento
petrino, maschile. Si pu inoltre dire che forse mai come nelle pagine dedicate alla teologia
della risurrezione riesca a Balthasar, cos riservato nei confronti della esegesi storico-critica, di
integrarne i risultati in maniera quanto mai feconda.
10 Proprio per evitare limpressione di unattivit distinta e per accentuare la passivit delle
sperienza, Balthasar preferirebbe non parlare di discesa. Ma non si vede come sia preferibile
il termine che lui propone (133): cammino verso i morti, anche se si appoggia sul testo di 1
Pt 4,6 (Egli and presso le anime in carcere e predic ad esse).
11 II riferimento a Bulgakov, appena accennato in Teologia dei tre giorni, viene esplicitato in
Teodrammatica: 4. L azione, Milano 1982, 291-293. 301 (or. ted. Theodramatik III: Die Handlung,
Einsiedeln 1980, 291-292. 300-301).
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importante, quanto quello del sabato santo. Egli non teme a questo punto
di mettersi in contras:o con tutta quella grande tradizione scolastica che
pone lobbedienza del Figlio incarnato, nella forma determinata di solida
riet con i peccatori fino allesperienza della morte, come secondaria, con
seguente, rispetto alla sua obbedienza eterna che lo costituisce come per
sona divina. Se da una parte la persona che si abbassa fino alla forma di
servo la persona del Figlio divino , e perci tutta la sua esistenza come
servo rimane espressione della sua libert divina e quindi di unanimit
col Padre , daltra parte lobbedienza che contrassegna tutta la sua esi
stenza non solo funzione di ci che egli divenuto ..., ma anche di ci
che egli volle divenire annientandosi ed abbassandosi: colui che obbedisce
in maniera unica e irrepetibile al Padre, abbandonando la sua forma divi
na (e quindi lautonomia divina), ed in maniera tale che la sua obbedienza
rappresentasse la traduzione kenotica del suo amore eterno di Figlio da
vanti al Padre sempre pi grande (85).
E importante comprendere linsistenza balthasariana su questa dimen
sione trinitaria della kenosi. Solo cos infatti ci che avviene nel Cristo
base effettiva di un raccordo tra la realt di Dio e la realt delPuomo
concreto. E questo gi in Cristo. Come lo stesso autore si esprime nella
prefazione alla Teologa dei tre giorni, occorre evitare il sempre ricorren
te duplice rischio del monofisismo (con la sua sottolineatura esclusiva
dellatto divino dellassunzione della natura umana) e del nestorianesimo
(con la sottolineatura opposta della natura umana assunta). N luno
n laltro rendono ragione delle affermazioni bibliche che contemplano
sia il carattere reale e personale della sofferenza del Cristo (che non
pu quindi essere relegata alle facolt inferiori della sua natura), sia
il coinvolgimento trinitario. Non resta quindi che collegare levento del
la kenosi del Figlio di Dio a ci che per analogia pu essere designato
come 1 evento eterno delle processioni divine. E giacch noi non pos
siamo esprimere la profondit abissale dellautodonazione del Padre, se
non nei termini di una eterna sovra-kenosi, e proprio perch occorre
altres concepire lonnipotenza divina non in maniera astratta, ma come
onnipotenza dellamore assoluto, allora questo amore contiene gi in
anticipo tutte le modalit di compassione richieste dallamore, allora la
sofferenza di Dio non comporta un cambiamento. Qui riesce allautore
di includere la teologia del dolore di Dio in una visione autenticamente
trinitaria.
Ilo gi accennato sopra alla duplice fonte di questo motivo balthasariario: per un verso la tradizione patristica, per altro verso lincontro
con Adrienne von Speyr. Il discorso va tuttavia precisato. Quando Bai-
13
Jiiri.
Ma anche D e
Sciirij-
16 Das Ganze im Fragment. Aspekte der Geschichtstheologie, Einsiedeln 1963. Qui io cito dalla
traduzione italiana di L. e P. S equeri, Il tutto nel frammento, Jac a Book, Milano 1970, 225-226.
17 Ilerrlichkcit. Line theologische sthetik III, 2: Neuer Bund, Einsiedeln 1969, 211-217 [tr. it.,
Gloria. Una estetica teologica, Jaca Book, Milano 1977, 207-213].
18 E a qu estopera che dobbiamo rinviare per lesplicitazione della teologia trinitaria nel suo
rapporto con la vicenda del Cristo, alle pp. 297-309 (stesse pagine nellor, ted.).
14
S chrijver,
cit., 216-218.
Per un discorso su D io
15
Analogia
Occorre che, a questo punto, facciamo riferimento al motivo ana
come vera preoccupazione primaria tut:a la riflessione
del nostro autore, dagli inizi filosofico-letterari, alle interpretazioni dei
Padri, alle biografie contemporanee, e infine alle grandi opere delleste
tica e della drammatica, per non dire, ovviamente, della logica. Egli
stesso, qualche settimana prima della sua morte, sintetizzando il proprio
pensiero, ha sottolineato la centralit di questo motivo 22. Ma resta da
comprendere lassoluta originalit con cui Balthasar intende il motivo.
A questo proposito egli infatti prende le distanze, non solo come ov
vio, dal riformato Karl Barth 23, ma dallo stesso cattolico e grande
16
24 C f.
D e Sciirijver,
cit., 260-281.
A lberigo
26 L opera fondamentale sua Analogia entis, edita per la prima volta a Mnchen nel 1932.
La seconda edizione, completata, quella di Einsiedeln, nel 1962, presso la casa editrice (Johannes)
dello stesso Balthasar.
27 II .U .
V. B althasar,
28 C f. soprattutto II.U. v. Balthasar, Erich Przywara, in L. Zimny, Erich Przywara. Sein Schrifttum 1912-1962, Einsiedeln 1963, 5-18 (dove viene sostanzialmente ripreso il saggio Die Metaphysik
Erich Przywaras, apparso in Scbweizer Rundschau 33 (1933) 489-499.
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Provocazioni
31 Su queste caratteristiche della forma, cf. il mio, gi citato, Il principio estetico..., 345ss.
32 Un processo che, salvo qualche eccezione, corrode le radici stesse del pensiero teologico mo
derno: Herrlichkeit I, 42-110
Per
un
disconosu D io
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Balthasar sia alieno dal concedere questo nesso. Ma forse egli non ha
mostrato sufficiente sensibilit al peso della storia o, per lo meno,
non ha creduto di doversi caricare teologicamente di questo peso. La
scarsa sensibilit denunciata dal fatto che non sufficiente una feno
menologia (nel senso forte, husserliano) dellidos cristiano per render
ragione di un fenomeno storico. Che luomo oggi non veda quella for
ma non necessariamente o soltanto una colpa del rifiuto strutturale
dellobbedienza da parte della ragione moderna. Nei confronti della ra
gione collettiva (che quella che determina latteggiamento globale di
unepoca) quella forma estetica infatti sempre mediata da una forma
pi comprensiva che data dalle connessioni che il cristianesimo stabili
sce pubblicamente con le culture. La forma cristiana del 50() non fu
quella che vide Ignazio di Loyola (per quanto anche questa ne faccia
indissolubilmente parte), ma quella che sperimentarono i popoli alla fine
dellet di mezzo, attraverso le spaccature sociali, le lotte di religione,
lincapacit delle chiese di affrontare i problemi della convivenza civile.
Ma espressa questa riserva sul metodo, anche se essa avrebbe poi
bisogno di essere verificata attraverso un riesame delle posizioni balthasariane, mi pare giusto sottolineare la grande provocazione che viene
fuori dallasserto centrale della teologia del sabato santo: lamore trinita
rio soltanto rende ragione della kenosi di Cristo, proprio laddove questa
kenosi assume la forma massima dellautoespropriazione, nel nulla della
morte seconda. Questa sta a significare gi che anche ingiustificata
quella intolleranza stessa dellautore verso una determinata cultura del
la modernit. Non esiste infatti luogo inabitabile per il cristiano, se
Cristo disceso agli inferi. Ovunque pu costituirsi, anche in ci che
assenza di forma, una forma concreta dellamore trinitario. E questo
per la capacit stessa dellamore trinitario che, in una sovra-kenosi eter
na, capace di tutto abbracciare. E solo qui pu essere pensata la mis
sione cristiana. Ma allora si impone un adeguamento della forma eccle
siastica a quella che lautore chiama Inanima ecclesiastica. Il paradosso
consiste nel fatto che il massimo della ricchezza coincida con il massi
mo dellautoimpoverimento , che si danno forme di silenzio che supera
no ogni clamore, che lestrema esigenza della form a sia la perdita di
essa, che la figura sfigurata del Cristo possa rivelare la gloria luminosa
del Padre.
tile: sul rapporto tra fatto cristiano e politica, in La necessit dell1inutile. Fede e politica, Casale
M onferrato 1982, 7-43; Ecclesiologia ed etica, in Cristianesimo nella storia 9 (1988) 1-22; Superamen
to della laicit?, in Bozze 89, 12 (1989/2) 25-34.
PREFAZIONE
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Prefazione