Sei sulla pagina 1di 42

ERVVIN

E R W I N

ROHDE
R O H D E

PSICI-IE
PSICHE
CULTO
DELLE
ANIME
E FEDE
NELUIMMORTALIT
COLIO D
ELLE A
NIMEE
FEDE H
ELLMORTALIT
PRESSO II GRECI

TRADUZIONE
T R A D U Z IO N E
-

ox

OBERDRFER
E. CODIGNOLA Ee A. OBERDORFER

__
Q

n_n
_.`

_
J

-ke
%o"`v'ral.`p"\..>)-Z-I'
f,

,',--;`L_

":..'$

(`
`{^ `\S\34',')
%.d`;|?, _\` 1-.J
\\J_((/f )\ ' 'Kay

\-'.4j.\~{>">7"}_y

@3*m.'
c gay,<
AN.

BARI
Gws.
GIUS. LATERZA
LATERZA &
& FIGLI
FIGLI
TIPOGRAFI-EDITOR!-LIBRA!
TIFOGRAFI-EDITORI-UBRAI

1916
I9 I6

,,

"'

(
_ _,Q

LA
LA TAI-:DA
TARDA GRI-:crrA
GRECIT
I.
F il o s o f ia .
I. LLAa Fttosot-1A.

Platone, con la sua dottrina della natura, dell'origine


dellorigine
dellanima, chiude quel movimento spirispiri
e dei destini dell'anima,
tualistico, teologico, della cui potenza e profondit nulla
ehesso potesse
pu dare unidea
un' idea pi
pi cospicua del fatto ch'esso
darsi una simile chiusa. Dopo, esso posa; o almeno
sparisce dalla superficie
greca ; come quei
supercie della vita greca;
fiumi
umi dellAsia,
dell'Asia, noti agli antichi, il cui corso sprofonda
per lungo tratto in abissi sotterranei, per tornar poi
alla luce, con tanto maggior meraviglia nostra, lon
lon-

tano dalle sue origini. Persino la scuola di Platone,


subito dopo la dipartita dello spirito sovrano del Mae
Maestro, si volse in tutt'altra
tultaltra direzione da quella ch'Egli
ChEgli
aveva insegnato (1).
b). Se fosse rimasta fedele alle idee di

(i)
Da principio,
n ellAccademia
seguit
a farsi
sentire
lo spirito
(1) Da principio,
nell'Accademia
segut
a fars
sentire
lo spirito
deltadella
filosofia
filo
losoa platonica dell'ultimo
dell'ultmo periodo; e come vi si sviluppava la sua losofia
vi si
pedantescamente
soa dei numeri pitagoreggiante,
ptagoreggiante, e Vi
Si sistematizzavano pedlntescamellte
le sue fantasie sugli esseri demoniaci intermed
intermedi fra dio e gli uomini, e si
teologica del suo pensiero no
fino ad avere una inopinop
esagerava la tendenza teoiogica
portuna, gravosa deisidaimonia
(lEpinomis di_Filippo
di Filippo d'0punte
dOpunte e, in gege
desidaimona (l'Epinomis
nere, tutto ci che sappiamo delle idee di Senocrate ce lo provano), cos
se
anche la sua teoria delle anime e la tendenza ascetica della sua etica seguitarono ad imporsi
mpors per qualche tempo ai suoi discepoli. Per Filippo
4

293]]
293

LA TARDA GRECIT
Gai=:crrA

629

Lui, si sarebbe trovata troppo sola, in tempi ormai


mutati,
fossegli ai
mutat, pi
pi sola ancora di quello che non foss'egli
tempi suoi.
La grecit entrava in un nuovo periodo, l'ultimo
1*ultimo del
suo sviluppo. La forza del popolo greco che pareva
ne del quarto secolo, le anquasi infranta quando, alla fine
an
avtiche forme politiche minacciavano di crollare, dopo av
dell'Oriente da parte dei Macedoni
venuta la conquista dellOriente
maturars nuovi doveri e, con questi,
e dei Greci senti
sent maturarsi
polis, la pi
piu autentica espressione
nuove attitudini. La polis,
della facolt organizzatrice dei greci, non si poteva,
vero, ridonare a nuova vita: delle antiche citt-repubblicitt-repubbli
che
Che strettamente chiuse in s, quello che non era crollato
rumorosamente andava marcendo in una pigra pace;
sono rare le eccezioni, come quella di Rodi, in cui si
pi salda. Le nuove, grandi citt
mantenne una vitalit pi
dei regni macedoni, con le loro popolazioni miste
inste di
popoli diversi,
offrivano un compenso a ci che
divers, non o'rivano
sera perduto
vo
s'era
perduto;; le leghe, nelle quali parve la Grecia volesse costituire una forma di stato pi
pi vasta, soggiac.._.._...._.-i-n-

d
Opunte scopo dellattivit
d'Opunte
dell'attivit delluomo
dell'uomo una beata uscita dal mondo (che
sgg. ;
solo pochi, secondo il suo concetto, sapienti, possono godere: 973 C sgg.;
992 C);
C): per questo mistico, la terra e la vita perdono ogni importanza,
mportanza,
tutto il fervore della speculazione si volge soltanto all'essere
a llessere divino che si
rivela nella matematica e nellastronomia.
sulle ani
nell'astronomia. La dottrina platonica sulleanirinunca al mondo, sta a base delle trattazioni
me, tutta in senso mistico di rinuncia
favolegganti d
d'Eraclde
(nell' "AaQ|.,
favoleggianti
Eraclide Pontico (nell
^Apagig, E|.t:r|:e1:tpog,
Eixjtexipo?, ecc.) ed anan
che dei tentativi giovanili d
Aristotele (nellErjpog,
d'Aristotele
(nell'E'1|uo, e forse anche nel
IlQOT(>ejrciK5).
l`lgo1:Qe:z-mc). Ma a sistemare
sstemare anche queste dottrine
dottrne dal punto di vista
pi tarda speculazione platonica pare sia stato Senocrate. Forse per
della pi
puro caso non ci stato tramandato nulla di positivo sulla disposizione di
Senocrate aall'ascetismo
llascetismo e sulla sua tendenza oltreterrena a divdere
dividere l'anima
l anima
:reel jivdot^
uvou; che fu molto
dal mondo sensibile. Per Crantore, nel lbretto
libretto eQl
letto, la teoria platonica delle anime e le molte fantasie che vi si ricollericolle
ornament letterari. Gi
Gi. il suo maestro Polemone
gavano, non sono p
pi che ornamenti
platonca. Con Arcesilao
rivela una tendenza discordante dalla mstica.
mistica platonica.
spariscono le ultime tracce di quel pensiero.

630
630

LA TARDA
TARDA GRECIT
GRECITA
LA

[294
[294

quero ben presto alla rovina interna e alla violenza


esterna. L'illimitata
Lillimitata diffusione della vita greca ad oriente
o c c id e n te non
n o n fu senza
se n z a rripercussione
ip e r c u ssio n e ssull'intima
u ll in tim a
e ad occidente

dellantico spirito nazionale, che trovava la sua


natura dell'antco
forza nella sua stessa limitazione: essere greco costi
costituiva sempre un privilegio incomparabile, ma ormai era
greco chiunque partecipasse del1'unica
dellunica cosa che tenesse
'uniti
uniti i greci in una particolarit che li distingueva da
tutti gli altri: chi partecipasse della cultura greca; la
pi una cultura nazionale chiusa in se.
s.
quale non era pi
Non fu colpa di questo umanesimo greco se nessuno dei
popoli orientali e, tra gli occidentali, solo i romani, fe
leofferta a tutto il mondo, parte in
cero, di questa cultura olerta
integrante della loro natura, e se fra di ess
essi divennero greci
quanti potevano diventare uomini liberi.
liber. Ma da tutte le
stirpi e da tutti i popoli innumerevoli individui entrarono
grecit pitt
pi vasta; e
singolarmente a far parte di questa grect
tutti vi sarebbero potuti entrare, purch
purche avessero po
podeterminata impronta nazionale
tuto rinunciare ad una determinate
ch la cultura che riuniva
della vita e del sentimento: che
ora i greci
g r e c i e i loro amici Si
si fondava Sulla
sulla S`7zza,
scienza, la
quale non conosce limiti di nazionalit.
Se non alle conclusioni ultime, doveva essere giunta
ad una vera pace interiore la scienza che poteva offrirsi
guida alla varia e mista schiera delle persone colte
Colte;; dopo
gli sforzi
slorzi e 1'limpeto
impeto dei secoli precedenti essa era giunta
s meno esigente: dopo lunlun
ad una soddisfazione di se
credeva ormai d'aver
d aver trovato.
ghe e affannose
alannose ricerche, eredeva
sopra
nella losoa
Sopra tutte.
tutto n^lla
filosofia andava facendosi sempre meno
tro
intenso lo stimolo dei pochi audaci, che spingeva a trovar risposta a sempre nuove domande e a trovare so
soluzioni nuove di problemi antichi. Pochi grandi ediedi
ci,
fici, costruiti secondo le formule ben salde delle scuole,
offrivano ricovero a coloro che cercavano sicurezza e
olrivano
conoscenza : resistettero per secoli senza
stabilit della conoscenza:

295]
295]

LA TARDA
Gascrt
LA
TARDA GRECIT

63 1
631

rirnaneggiamenti notevoli, nche


rimaneggiamenti
finch da ultimo si sfasciasfascia
Pitt indipendente era, nei suoi mutarono ar1ch'essi.
anchessi. Pi
muta
ment,
menti, il movimento delle singole scenze
scienze che, emanciemanci
patesi soltanto allora dalla losoa,
filosofia, si sviluppavano abab
L'arte, sebbene
bondantemente secondo proprie leggi. Larte,
ne limitata alle
neppur ora priva di spiriti e di grazia, n
timide imitazioni
imitazion delle produzioni gigantesche delle et
pi, insieme con la morale e la
precedenti, non era pi,
pratica del popolo, educatrice alla saggezza e alla cono
conoscenza del mondo; diventava un accessorio dilettevole:
chi determina contenuto e forma della cultura e la
scienza. E questa cultura che si fonda sulla scienza di
divulgata assume in se
s in caratteri propri di ogni scienza.
spi
La scienza ha salde radici nella vita, d da fare allo spirito in questo mondo, e sente ben piccolo stimolo ad
uscire dalla cerchia del conoscibile, mai conosciutoconosciuto a
sufficienza, ed a tendere all'
allinconcepibile,
lindagine
suicienza,
inconcepibile, cui Pndagine
non pu arrivare. Un calmo razionalismo, un lieto arre
arrestarsi alle cose ragionevolmente pensabili, senza bisogno
di provare il terrore d'un
d un mondo misterioso dell'al
delPal di la:
l:
d animo che domina scienza e culcul
ecco la disposizione d'animo
tura nel periodo ellenistico, pi
pi che non abbia fatto in
tutti gli altri periodi in cui venne svolgendosi la culcul
tura greca. Quel che rimaneva ancora di vivo e attivo
nel misticismo, in quest'epoca.
questepoca, si teneva modestamente
neH'ombra:
nell'ombra: splendeva invece di viva luce il suo contrario,
le spiacevoli conseguenze del razionalismo dominante:
sa
una calva assennatezza, una intelligenza da vecchi, savia e povera, quale ci appare lampante dalla narrazione
storica di
di Polibio,
disposizione d`at1imo
Uanimo del
del narnar
Sl20I'iC8
POIDO, come
COIHB CliSpOSlZl0I1t:
ratore e di coloro di cui narra. Non era questo tempo
d eroi e d'eroismo.
d eroismo. La nuova generazione, pi
d'eroi
pitt debole
e raffinata,
ranata, e attaccata alla vita; mai come allora, nella
dei senso del dovete,
dovere, il
rovina della vita politica e del
singolo individuo era stato libero di vivere per se

632
632

LA
LA TARDA GRECIT
GRECITA

[296

cuistesso (0;
lll; ed egli godeva della sua libert, della sua cultura, dei tesori d'una
duna vita interiore arricchita di tutti
d una civilt compiuta. Tutte
gli ornamenti e le attrattive d'una
le et che l'lhan
han preceduto hanno pensato e lavorato per
lui: non ozioso, ma occupato senza fretta, egli posa
sui
dellau
Sui beni ereditati, nel sole gi
g un po
po' tiepido
tiepdo dell'autunno inoltrato della grecit. Poco gl'importa,
glimporta, ancora,
di sapere che avverr quando gli saranno svaniti i suoni
e i colori di questo mondo cos vario. Questo mondo
0'@ tutto per lui: la speranza o il timore dell'immorta1ita
dellimmortalit
possono poco
sugli
uomini
colti
di
questet
(*2>; la lofilo
pocosugli
quest'et(2l;
sofia
nellaltra,
soa cui tutti aderiscono, in una forma o nell'altra,
pi
insegna loro ad onorare queque
pitt o meno strettamente, nsegna
sta speranza od a porla freddamente da parte. Per nes
nessuna delle sette
stte pi
pin estese la dottrina delleternit
dell'eternit e
dellimmortalit
del1'immortalt ebbe importanza capitale nel centro
fisica: la
del sistema; sono tutti raccolti intorno alla sica:
teologia
indistinta
teologa sta nello sfondo e pu far sentire solo indistintamente, o non fa sentire affatto, la sua aiermazione
affermazione del
dellorigine
l'origine divina e della vita eterna delle anime.

((1)
1) Tog
r\Y.i<sxa geo-|:w
'e<mv 5
S ti
jioieI v , llt
&>A zrtsvtct
jtvTa 'i)
Toi Xev'O-Qotg
leo-iiqotg iipttota
'tt ruxs
tuxe atotev,
F1
x
ristot ., .Meta//z.,
Metaph.> 1075 a, 19 (in m
a x im a fortuna
fo r tu n a mi'm i
t jcXeiaxa
artksiota TTcncTai,
1:1-1:om1:a|., A
ARISTOT.,
maxima
nim
a licentia
st, Sallnstio).
Sallustio). Q
uesta specie c
di libert ormai era passata.
nma
z`centz`a eest,
Questa
(2) NonNon
questi
incitamenti
mancassero
completamente.
Si ricorda
cheche
questi
incitament
maucassero
completamente.
Si ricorda
(da C
a l l im a c o , E
p ig r., 25) quel Cleombroto d'Atubracia
d Ambracia che la lettura del
CALLIMACO,
Ezlgr.,
Fedone platonico spinse (fraintendendo
affatto, come succede, le teore
teorie
(frantendendo al-atto,
del maestro) a salvarsi, con uno slancio immediato, da questa vita uell'al
nellal
di l:
animo simile a quella
la: e si uccise.
uccse. Qui si sente una disposizione d
d'anime
di cui ci da
d testmonianza
testimonianza per i suoi tempi Epitteto quando parla cl'una
d una
diffusa tra i migliori
giovani, a ritornare al
me
tendenza molto dlfusa
miglior govan,
ai pi
pi presto, mediante la
Ia distruzione della vita individuale, dalla distrazione propria della
universale della divinit. (E
p it t e t o , D
iss., 1, 9, tt
11
vita umana alla vita unversale
(EPITTETO,
Dss.,
quei tempi, che baleni
eccessive rinuncie al
sgg.). Non erano questi, a que
baleu di eccessve
edonismo poteva condurre a uguali conclusioni come si vedcva
vedeva
mondo. L
L'edonism0
dall,9AjtoxaQTeQ<5v d'Egesa.
d Egesia crenaico,
cirenaico, il jteLCtff&vaTog,
C ic e r o n e ,
dall'A:rco1to.Q1:eQrIrv
:n:st.ot1'3*~vo.1:o, che CICERONE,
TuscuLy 1, 2g 83. 84, ricorda insieme con quel Cleombroto.
Tuscui.,

297]
*9 7 l

LA TARDA
TARDA GRECITA
LA
GRECIT

633
633

2.
2.

Sulla soglia di questo periodo, proiettandovi bene


-l-a luce del suo spirito, sta Aristotele. In ci
addentro 4a
che questo maestro dz'
di color che sanzzo
saluto dice dell'anima,
dellanima,
e della natura e dei n
fini di lei si sentono.
sentono, una accanto
all'aItra, due voci diverse. ln
allaltra,
In un corpo sico
fisico vivo, oror
ganico, egli insegna, lanima
1'anima e ci che attua la possibipossibi
lit della vita, e la forma nella materia del suo corpo,
completamento della facolt di vita indipendente che e in
Afiatto incorporea ed immateriale, essa non
questo corpo. Affatto
e il risultato della combinazione d'elementi
d elementi materiali del
corpo: e la causa, non la conseguenza delle funzioni
vitali del suo corpo, che in grazia di lei esiste, come
suo
<<strumento
natustrumento (1).
(*). Immanente nell'organismo
nellorganismo natu
rale, essa, immoble,
immobile, lo muove, come facolt di crescere
e di nutrirsi, di desiderare e di muoversi, di sentire e
l'insieme
dd'intuire,
intuire, e, negli organism
organismi superiori, come linsieme
di tutte queste facolt. Pensarla divisa dal corpo, dal
suo corpo, e altrettanto impossibile quanto pensare la
forza visiva divisa dallocchio
dall'occhio o la forma dal1'irnmadallimma
<=>.. Concettualmente si puo,
Vero, distingine d
di cera
cera<s>
pu, e vero,
distin
guere il corpo dall'anima,
dallanima, ma, nel fatto, ess
essi non sono
mai separati nell'organismo
neHorganismo animato. Con la morte deldel
l'essere
lessere animato la materia perde quella sua qualit di
organismo bene ordinato, che ne costituiva la vita e
senza la quale essa non e un essere
essere indipendente12
l
-I-mi-u_-ni-.._.

(I) To
tii; rpuxg
atqtcsrng
(1)
T op
Otfid mo;
Jtcog xfjg
ipvxfjg vexev
evexsv (-f-yovev),
(Yyovev), come rrqttnv
jtqcov -r-F1;
Tfjg rcQaecos
vexa,
Part.
b, 19.
'vexa, e non al contrario; P
a rt. an.,
a r t 1, 5, 645
6450,
(2) La tyux'n
tpux sta al corpo
corPO come ll'1|t
ipig all'0cchio
allocchio e la forza eficiente
efficiente all'Qavo'v (e non come la ouutg,
l'QYavov
oQaoig, la singola attvit
attivit della vista). Essa e la
jtqctti vreltxeta
vxeX.xRLa del suo corpo; De
D e an., 2, 1. Non mi-vsotg
cvvtfeoig di ouot
otpa e
:|:Qtirr11
\pux1'1,
coesstere come quello della cera e della palla che se n'
forVvxi), ma un coesistere
n for
mata; Top., 151 b, 20 sgg.; Gen. an., 729 b, 9 sgg.; De
D e cm.,
an., 412 b, 7.

634
634

LA TARDA
Gascttt
LA
TARDA GRECIT

[298
[298

(ooiu)
quest'organismo altra volta ani
ani(ovaia) ((I).
1). La forma di questorganismo
mato, la sua forza agente, la sua anima
anima , di per se
stessa non e pi
pi nulla.
Cosi
l'Aristotele fisiologo,
siologo, restringendosi al
Cos parla lAristotele
campo delle scienze
scenze siche,
fisiche, cui spetta lo studio dell'anima
materia (1
(2).
T
anima << in quanto non sia senza la materia
2345).
L'Aristotele metafisico
metasico ci conduce pi
pi oltre: nell'anima
LAristotele
nellanima
del l'uomo, oltre alle forze vitali del1'organismo,
dellorganismo, vive anan
de1l'uomo,
cora un essere spirituale di natura ed origini soprannatu
soprannaturali, lo << spirito ,
, ci che << pensa e ragiona in noi ls).
(3).
Questo spirito pensante non e legato al corpo e alla
vita di esso(4);
e s s o (4); ee non
collorganismo
e nato insieme coll'organismo
umano, cui anzi, entrandovi, egli compie. Non mai nato
n
(5); quando luomo
ne creato, egli e esistito sempre (5l;
l'uomo e
formato, egli entra in esso << dal di fuori (6
abi
(6).7). Pure abitando nel corpo non si mescola con questo e con le
forze di lui, e non ne viene influenzato^);
inuenzatol; chiuso in s
se
cconduce
o n d u c e un'esistenza
u n e siste n z a in
d iv id u a le , diviso
da un
un abiSSO.
abisso,
individuale,
Cliviso da
come cosa affatto
anima,
afiatto diversa, dall
da11' anima
, della quale
im

'yov (t
otw, o
(1) An:2l.io15<:mc
AneX'd'oijOTs yojv
(x-hs wux)
ty'UX'hs) oifm-ri.
onxi i;jv
cpv oxiv,
cSe 'ctw
x v uogicov
hoqoov
o5v
x ox
Xeijtexai, stvhv
jtX/rjv xcj)
o^riM-axi pivov,
xa'frjteQ 'r
x uusuusva
jxv(>8v(xeva
ov to
ur Pteiatstott,
1:@ oxittatt
uvov, nuneq
Xt'd'ovC'dm.
art. an.,
Mirooat. P
Part.
mz., 641 a, 18.

(2) M
etaph., io,
V'WS viag
vtag 'emoaat
freooe'fjcai xov
cpvcixov, 6611
oot]
Zlfetap/z.,
10, 26 a, 5: JteQ
rtso.l ip-uxg
-coi? qwotxo,

|if]
iJXTig oxiv.
<*Q Jaroa
ta o a 1pn'1
ty'uX'n cpotg,
p'Ootg, ltit.
XXd xi
jiqiov
p] tvev
vsu xfjg
1:1g lng
otiv.
-- O8
O y
-yq
'tt ttotov
ctx>Tf\Q, P
art. an.,
9. Del XExcoQiOM-vov
deiratiima deve trattare
:tir-.-,
Part.
rm., 641 b.
b, o.
xeggcootttvov dell'anima
jtQcoxog
e an., 403 b, 16.

Jrotitog cptXoocjpog
cptlooqaogt: D
De
byco 5
c& iavoslxai
vjroXapiPdvei
f) wux,
y\)%i\,De
an., 429:-1,
4293,23.
(3) A
Avcn
oe vovv,
vov, 12)
tttvostut xal
nui noltapvet
De tm.,
23.
(4) Il vog
yvog tegov
'xeQov eivou.,
elvao,
voii; e la sua tsiQTixixTi
smonttw] dvvapig
vapt oixe
ouza Tjjvx'ns
tpux- fyvog
xal xoxo
nafrajcsQ x
tiov 1:0"
xov qvfraQXov,
nai.
toirto pvov
uovov vSxexai
vxetctl. xcoQ^eO'dai,
xa;-Qil;eo1'}ott,ta1?tr:sg
1: itov
qiaoroi,
x
0T<^ xxX.,
e aan.,
n ., 413 b, 25.
ro. 8
Xout
Itotst (xQia
ptow. xrjg
'cg \pu;'i'1; o'x
ofx 'cxi
ort xQL
xwqtot
url., D
De
(5) Non si pu negare che secondo Aristotele il voii;
vog non fosse mai
nato, non creato, esistente dalleternit.
Zkllkr, Sz'tzg'.ter.
S itzg sb er. d. B
eri.
dall*eternit. V. Zt~:L1.1~;R,
Berl.
A
kad., 1882, pp. 1033 sgg.
Aad.,
Gousv ateicQxexai
rcetooxercn. n
nell'uomo
formando, -Gen. am`:.,
(6) OuQafrev
elluomo che si sta formando,-<?.
anim .,
736 b, cO
<K>Qa,i>F.v voijg,
'O ogafhw
vog, 744 b, 21.
_
(7) Il vovg
V0'.; jta'diig,
tt'to'.'I`ll'1g, fWYT|g,
.|.L|.'y'r|;, o-
O jxpxxxcu
p.|.Lt.'t't'o.t. xtp
'tt_,' oc^axkj
oo'Jp,ct1:|.; non
nou ha nessun
uessun
QYavov
D e an., 3, 4. O5v
auxon (xov voii)
vo) 1:11
xrj vsQYStq
xoivcovet
qvuvov corporeo, De
Ov a.i'J1:0'J(1:o'J
vsqyeiq. itowwvei
uu|.tcm.x1`r| vQYeia,
vgyetot, Gen. an., 736 b, 28.
acoixaxixT)

299]
299]

LA TARDA
TARDA caecrr
LA
GRECIT

635
^ 35

pure e detto una


<< parte(1).
parte (*). Come il dio del mondo
aristotelico egli ,
e, si pu dire, trascendente al suo
piccolo mondo(1
mondo (2),
in2345), all'organisn1o
allorganismo vivente dell'uomo:
delluomo: in
uisce
su
di
esso
senza
esserne
a
sua
volta
inuenzato.
fluisce
influenzato.

di strettamente aine
affine al dio: si chiama << ll'elemento
elemento di
ch'e nell'uomo(3.l.
vino ch
nelluomo (3). La sua attivit e quella del
dio (4).
(4). Dio, pura essenza, realt eterna incondizionata, susu
(sl:
prema, e attivit di pensiero assoluta, sempre attuale (5);
efciente, azione e creazione, gli rimane
ogni attivita
attivit efficiente,
estranea (6):
ch' e tutto occu(67); cos e anche dello spirito ch
occu
pato nel pensare (sebbene in lui tra possibilit e attuaattua
lit ci sia ancora una differenza) (7). Con intuizione inin
(89) precisa, infallibile, egli concepisce Pim l im
tellettuale (3)
mediato:
mediato
z i primi e supremi concetti e principii, che
non possono derivarsi da premesse maggiori, concetti
e principii immediatamente certi, dai quali deriva tutta
filosofia (9).
la scienza e tutta la losoa
.

.---_-.-_-1

qiov xfjg
-jruxTS, D
e an.,
a n ., 429
429 a, 1o
io sgg. 'Pvx'n
o-x 7w|,
i>^n> M.'1*
X V i\
(1) M
Mgtov
1:-g qiux,
De
''ux'| otx
voy|tlxt|, 429 a, 18. 'H
'H tpvxi] (ph
atj :rroa
7caoa dX.A,
vovg, M
e i ., 1070 a, 26.
vonttx,
.7l.7t' vot,
Met.,

o ^wov
fuxQg xopog,
Phys ., 252 b, 26.
(2) L
Lo
'tpov un ttxgg
xouog, Plzys.,
(3) ll
Il vog,
x al jtaftg,
D e an., 408
Tv vov
vov
vo, dmxeQv
'etteov xi
1:1. nai.
srcrg, De
408 b, 29. 0
8 OV svou.
elvai javov
28 (737 a, 10).
io). Etxe
-fretov v
5 v elite
etxe x&v
osov
uovov,, Gen. an., 736 b, 23
Etre oetov
-:Gov
v uv
f||xlv x
th . N
ic ., 1177 a,
a > I5*
voug 1:
x Guy-fsvototov
auYvevcxaxov
v
1: -freixaxov,
etratov. E
Elle.
Nic.,
15. H
Il 'vo
agli
ib., 1179 a.
a, 26. T
yvog i`|
F| pvov uetxat
\LExyzi 'toi
xov 'eiov
'OEov
agl di,
dei, i.,
T vfrQtiEOOv
vqtsttov 'yvo
x5v
a ri, an., 636 a, 7.
1:GJ'v f)|iXv
uv YVfoeijJicov
Wmouwv tccov
i;tov fi
i (idXioxa
wikio-ra jtvxtov,
atwaw, P
Part.

(4) "E
'EQyov
-soii etottou
to voev
qyov xo^
'deioxxov x
voelv nal.
x a l cpoovsv,
<j>qovsXv , Part.
P a r i , an.,
a n ., 686 a.
a, 2328.
e t a p h ., A
(5) M
Metaph.,
A,, 7,
7. 9.
th . Nic.,
N ic ., 1178 b, 7-22. De caelo, 292 b, 4 sgg.
(6) E
Eth..
(7) Anche rrixalurrsrat
mxaX*cxsxai
jtdtfEi `
f) votp
voqi 'Pl
f| iizwcp.
Ujivo). Gen.
G en . an.,
an .,
vog
vo; vioxe
vote :rrst
4293,
429
a, 7.
(8) 0
iyy vsiv chiamata spesso ll'attivil
attivit del 'vog
vovg come atto semplice
G)t-yyvstv
cvv'frexa; atto nel quale, appunto
e indivisibile
indivsible della conoscenza degli oviieta;
perch
giudizio, di soggetto e predicatol
predicato) non pu
perche non composto (come il gudizio,
(latto pu
Xqdg 0
o di tpeo
tpeog
avvenire errore (l'att0
puo soltanto avvenire 0o no: di knii;
non si parla nemmeno): M
e i ., 1051 b.
b, 16-26 (tysv,
(<Hy v , 24. 25); 1072 b, 21.
Met.,
(9) Le ln-tlf]
nal jtQtoxa
:tQ'1-ro. nal.
naaa
nai.
Xri'D'fi xal
xal d
[x sc a nui.
x a l yvmqtprbteqa
Yv<QlM-i,i>T8Qa nai
y*at scoreoct
reQxEQa xal

u.l21:|.a. 1:0-
ouuategtiottcrro, A
Anal.
tivo.alxLa
to - oviAJteQdajjtaTOS,
n a l. post.,
p o s t., 1.
1, 2. Questa ttotov
dpOoiv :t|.o1:]|1.11
juoxruj/v) dva-

jcbsixxog (72 b, 10)


io) spetta al v0i3;.
vovg. C'e
C solo un vo;
vog e non unjttoxf)p,q
atenrrog
un'm.o1:]p.r|
(come gig
E th ., 1139 b, 31) tcw
xcv qxv,
Qxtov, xfjg
t djtoSEixxixr)
stoatmtx :: E01.,
1:i"; ox xov
toi) juGxr]attotn-

636
636

LA
LA TARDA
TARDA GRECIT
GRECITA

[3OO
[300

Nell'unione col corpo e con la sua << anima


, questa
Nellunione
anima,
signora h) d'ambedue,
d ambedue,
ragione pensante sta come <<signorafI)
non pero come la
<<rea1izzazione
realizzazione di questo singolo,
particolare essere vivente. Si chiama spirito, e vero,
ci che il singolo uomo <<e
(2), e senza di lui queque
st'uomo
stuomo non esisterebbe; ma cio
ci che in ogni singolo e
personalmente determinato non
nou pu ritrovarsi in queque
sto spirito razionale
razionalell
(3) che, spoglio di ogni qualit che
lo distingua e sempre
sempre uguale a se stesso ovunque si
mostri,
rimane
ugualmente
m ostri, rim
an e u
g u a lm e n te eestranco
stra n eo al1'esistcnza
a lle siste n z a indiin d i

s accompagna e quasi
viduale dei singoli uomini cui s'accompagna
non appare possesso indipendente d'ogni
d ogni singolo.
Quando sopraggiunge la morte, lo << spirito pensante
non e travolto nella rovina del1'organismo
deHorganismo umano cui
s'accompagnava;
s accompagnava; la morte non lo coglie: come tutto
ci che non e mai nato egli e imperiturof-4).
imperituro (4). E ritorna1234
toii.
E112..
post., mo
5-17.
rari. E
th .. \.'I.
vi. 6. Cosi il vo-s
vojc 1'-s|:m1:1'1|1.-rn;
mrtxr)ji/nc qxz
qxtj : Anal.
A nni. j>nst..
too h,
b. 5-i7.

T>v dxivTjxoov
jcqxoov 'vo
vovg o-ct
<m nal.
xal o
otf yo,
taiyog, E
th ., 1143 b, 11
Ttiv
mvttov oqoov
ocov xai
noi. :rQt1:0w
Et/1.,
(cfr. Mag.
M agn. M
oral., 1197 a, 20 sgg.).
forai.,
th . N
ic ., 1178 a, 2, ecc. Il 'vog
vovg ons
8oxi oxevv
S q^siv nal.
xct^ ya(1) T xvgtov,
mftotov, E
El/1.
Nz`c.,
cdat, i.,
ib., 1177 a, 14. Comanda specialmente sulla qet
Qe|ig (come la ipvx
ipvx'il
060.1.,
sul oajpa)
olii., 12540,
th . *1Vz'c.,
N ic ., 1102 b, 29 sgg.).
ot'p.0.) P
Pot.,
1254 b, 5 (cfr. E
Eth.
(2) EyxQaxrig od xQaxrig
l uomo tcp
tm xqatev
xpaxetv 1:'v
xv 'voiiv
vovv '-i)
pip
(2)'E'ytQtt1:1'1
uqurg e detto l'uomo
F| ,u1']'
cb; torov
vtog. E
Ei'/'z.
Nic.,
Aigeta '.v
a>g
xovxov noto-u
xdaxou vxog.
th . N
ic., 1168 b, 35. A^eie
8 &v -nal.
xal sivat
elvai
gxaaxog xovxo
ib., 1178 a, 2. T@
T> vgtarttp
v'&QMJtq) iq
r) (tQ.1:1.o1:o'v
(xQaxiCxov nai.
xal
naoro
1:o'i1:o (il vovg),
vo), i.,
iioxov) atort
xax vovv
|3iog, elzrreo
eliteQ xovxo
paX,ioxa vqwno
av'O'Qcorcog (qui solo in
litotov)
voiv lio,
1:o1:0 pktora
quanto il possesso
nossesso del voic
vouc distingue l'uomo
l uomo in generale dagli altri tcpa):
t)):
i.,
ib., 1178 a, 6.
ic e r o n e , O,
O f f . , 1, 107 (secondo Panezio)
(3) In questo senso C
CICERONE,
Panezo) fa una
tio e aam'mus:
nim us: intellegendum
dUabus quasi nos a nana
distinzione fra ra
ratio
z`m'eIlegendum est, ttaus
tu ra ndutos
indutos esse personis,
quorum una communis
com munis est, ex
e x eo quod omnes
tura
persons, quarum
onnes
us ra
tio n is...; altera autem, quae
q u a ep
ro p rie sngulis
singulis es!
est ''z`buta.
tributa.
participes sum
sumas
rat0m's...,'
propri-e
"Ajravxa x
xal <
p0,iQfieva tpo.|':ve1:o.t,
cpaivExai, De
D e cael., 270 b, .
(4) "A2to.v1:o.
1:6: Yiyvpeva
-ywvpsva nal.
tpetqpeva
xXog A.a|38v
Phys., 203 b, 8. Al contrario, irav
fijtav
20 (x
(-co Ysvfievov
-yevpevov vdyxTj
vyxfq elto
1.0.[3e.-v,, P/zys.,
x
ov :n:M6
itXcg qnagtov.
cp'fraQxov. O|.t0.(og
Opotcog
5 nal.
xal yvTixov,
D e cael., 281 b, 25.
to del v
yvntov, De
EL to
Et
x dt-yv'r-rov
yvqxov cp-aotov
dtp'daQxov noti.
xal 'r
x qraqrov
acp'd'aQXov yv-r1:0'v,
yvrixov, vyxn
vdYxq nal.
xal 1:0
x
ttov xaxQco
xaroop xolousv,
stal. elite
tiov
xoXovdeiv, xal
etxe 111
xi qfvfntov,
yvr]xov, tttov,
tiov, el-te
etxe 1:1.
xi cpqp'0Q'F01f
dftgWY) iov
tt&tOY

31 egg.
sgg. Cos
v j (wng)
rtrvb., >c
.Da cern,,
cat-xl., s8s
282 a,
sn, 31
Coal neh
anche il
il vo
vog

non essendo nato, e eterno ed immortale (v. ZELLER,


Z e l l e r , .S':'tzungs6er.
S itzu n g sb er. d. B
eri.
Berl.
Afcad.,
oolai immortali che, come tali,
Akad., 1882, pp. 1044 sg.).
sg.)._ Appartiene alle 0'o.a.t.
sono xipiai
tlptnt xal
noti. feat
(Part.
t e i a i (P
ari, an., 644 b, 22 sgg.).

3301]
0 i]

LA
LA TARDA
TARDA GREc1TA
GRECIT

637
637

alla sua esistenza separata dal corpo: come la divinit


cCOFISBFVH
o n se r v a acca
n to :-1
a SP
gran d e spirito del mondo
m ond o cho
ch e da
t'~lCC2lt1t0
Q il gr:-tncie
cia.

lei non fluisce


uisce e non riaffluisce
riafiiuisce a lei, cos lo spirito indi
indidell'uomo si mantiene in vita eterna
lll;
viduale delluomo
eternai1
); ora,
esso sparisce in unoscurit
un*oscurta impenetrabile.
mpenetrabile. Questa sua
vita si sottrae completamente non solo alla nostra
immaginazione:: vivendo
percezione ma alla nostra stessa immaginazione
se lo spirito non ha pi
pitt attivit di pensiero,
soltanto per s
pi nemmeno coscienza: non si sa
non memoria, non pi
dire che qualit o0 attivit gli possa ancora essere attriattri
dell'essere(2l.
buita, oltre al predicato della vitalit, dellessere
(2).
s'aggiunge
In questa teoria dello spirito razionale che saggiunge
all'anima umana
<< dal di fuori senza fondersi con lei,
allanima
della sua preesistenza ab aeterno,
aetemo, della sua affinit
ainita con
dio e della
della sua vita eterna dopo che s'
s e diviso dall'orgadallorga
nismo umano, in questa teoria Aristotele ha conserconser
vato ancora un elemento mitologico dalla dogmatica
platonica.

(1) Il
ll vovg
voii; vjropvei
-:r0p.vet quando avvene
avviene la divisione, Metaph.,
M etaph., 1070 a, 25,
ii voir;
ata (jrowixixg)
(:rto|.1]'rm;);; mentre il -vog
26. Pi
Pi precisamente, il
vovg jca'frris
vovg ato.1`Jr|mdHrj11116;
xixg (la cui relazione col stotiqrtxg
jcot-qTLxg rimane molto oscura) qnaot,
qrd-aQxg, il
voi)?
jtoi'qxixg xcoqtceig
x a Q i o f t e l s pvov
xovxo rreq
Sieq trc.,
axi, xacti.
a l toto
xovxo pvov
voii; aromttx
uvov 102310
#vaxov xal
vatov
nal. tiov,
ttov, D
Dee an., 430 a, 10-25.
(2) D
Dee an., 408 b, 18 sgg.: il vo;
ne 'im
voi? 015
o qzsiqetat
(pdsQexai n
ji 1:'F
xfjg v 1:@
xcj) 1'1Qq.
tfA o o v g c o o e c o ^ ... -no
x y
o c I v noti.
n a .I 1:2:
x Geeogctv
O'ecogct-y' paqavcvaa
p>ctCtivCT<Xb (nella.
( n e l l a v-vecchiaia)
e c c h i a i a ) klkou
S ov
tuonuodaaecog...
'voe-v

xivg
rtve; 'oa)
oco (?
(2 nulla muore dellessere
dell'essere pensante eh
ch' al di dentro. Scrivi
Scriv
v
come r. 23 e intendi
k ko v -rwg
xivg v E1
jj x
vovg veott,
veoxi,
ev Q)
intendi:: kllou
-to voev
'voeiv =
= 6 voii;
cio
l uomo vivo) cpfreiQOfxvov,
crxiv (e infatti
coe di tutto l'uomo
cpetoopvov, ax
0.-ir
jtadg
nag cmv
infatt
il vog
perfino la sua 'vfqotg
vrjotg non e xivnotg,
xivT]Cig, e la 7l.']\p|.:;
Xfjtpig 'r
xfig
vog va>.XoCcoxov,
vollotmtov, perno
moxfiprig
e an..
an., 407 a, 32; P
h y s 247 a, 28;
emo-r1'1|.11 in lui non e >Aoi(oaig
lkotwotg:: D
De
Piys.,
b, 11 sgg., 20 sgg.) x
giudicare) ani
xai cptlev
ipiXeiv 5?|)
1:
iavoeiadai
tavoeoiiat (pensare e gudicare)
pioetv
'T), itk
k k xove
xovTS xetvo,
ptoev ovx
ofm axiv
otw xeivov
neivou Jtd'O
xn,
roe xov
'ro xov-1:0;
zelvo, fj
f] xetvo
vtevo
xei.
xovxov (g^siQojxvov
o yQ
xet.. Al
At xal
nai rotou
qi-etgouvou oflxe
ote pvruiovevei
uvnuovsst oxe
ore <piA.eI,
cptte., 015
-yq
xeivov
astvou fjv,
v, XX
tl xov
'ro xoivov
xotvoi (di ci
cio che un tempo e stato insieme col
vovg),
eixeQv xi
xal duia-frg
exiv. Nella
voi), 6 jr.ooA.sv
rrittoikev' 6
vovg
voii; locog
liceo; -ettegv
tt noi.
rtug o-rw.
sua
alce ad ogul
ogni modo
rot)
S119. esistenza
eslstenza separata
Separata il vovg
voii; non ha
na memoria: lo dice
111octo1'o
pv'qjiovE'iiojxev
vo
p.v11|J.0ve'0p.sv del D
Dee an., 430 a, 23, qualunque sia il modo come si voglono interpretare
interprefare le
le altre
altre parole
parole di
quella proposizione.
proposizione.
gliono
di quella

6638
38

LA TARDA
LA
TARDA GRECITA
GRECIT

[3oz
[302

Una volta era stato un perfetto platonico propro


proprio per
la teoria delle anime. In giovent
govent aveva ceduto an
an-

ch'eg1i, come altri membri dellAccademia,


dell'Accademia, al fascno
chegli,
fascino
sul1'oridi svolgere in forma artistica splendide fantasie sullorigine, la natura e i destini
destin dellanima
dell'anma (1),
(*), su questo dmone
divino in veste umana(1
23). Pi
umana(2).
Pi tardi il principio che in
un qualunque corpo sta unanima
un'anima qualunque > gli parve
inconcepible ();
concepire1'
inconcepibile
(3) ; poteva concepire
V anima del singolo
attuazone della vita di questo ben
uomo soltanto come attuazione
indissoludeterminato organismo corporeo, legato a lui indissolu
bilmente, come scopo e forma allo strumento determidetermi
nato ; tutte le forze vitali, anche' il desiderio, anche la
nato;
percezione, la memoria, la ressone
riflessione gli parevano non
altro
attivit del corpo anmato,
animato, che non po
alrro che forme d
d'attivit
poteva pensare diviso dalla sua << anima .
rimaneva
. Ma gli rmaneva
un
de-11'antica
contrapposzionc dualistica del corpo
u
n avanzo dell
antica contrapposizione
a1l'anma concepita come sostanza particolarez
allanima
particolare: lo stesso,
in fondo, cui era rimasto attaccato Platone neIl'ultima
neHultima
fase del suo pensiero; e fu, questo, lo <<sprito
spirito che
nel1'intuizione intellettuale,
ntellettuale, coglie le verit
vert
contempla e, nellintuizione
ch'eg1i non voleva introdurre
ntrodurre nelsupreme, lo << spirito chegli
1* anima ,
l'<<
, ma che voleva tenere separato come un es
essere particolare sceso da divine
divne altezze, adattandolo a lei
soltanto esteriormente e per un breve periodo di vita.
i,._i-_..-.ig

ne11'E1'51'|.Log ((fr.
31-4o Ar. pseud.); forse anche nel
(1) Specialrnente
Specialmente nellEtf5T]p,os
f r . 31-40

IlQ
OTQeJCTlKS.
Hoorqemrwzg.
(2) Quest'
(E'.):: il SaCpcov
o.Ep.oJ'v ll'anma
Quest certamente il concetto delfr.
del f r . 36 (E<55.)
anima
stessa. Cfr. ffr.
r . 35.
Dee acm.,
anch'esso
(3) D
n .t 407 b, 13-26; 414 a, 19-27. Il 'vog
voi)? d'Arstotele
d Aristotele anchesso
-suxv dentro a un altro -wxv;; non un qualunque essere con certe
Certe
un -c-u^v
qualit dentro a un qualunque recipiente che ha altre qualit forse in didi
saccordo con le sue (com,
(com', secondo il zawaygetog
prog la zpux nel
jtvd'aYQeiog (xvd'05
ccjxa), ma, dentro a un individuo animate
animato e di qualit molto ben deter
otma),
deterestraneo senza alcun carattere ben determinato
minate, come qualcosa d
d'estraneo
s accordi con quelle
quello de11'altro.
d ellaltro.
e quindi nemmeno con un carattere che s'accordi
Nonostante tutto qui si tradisce la derivazione
(v-dog aristotelico del
derivazone del pog
vovs
voii; dagli antichi
antich ixvfroi
p.''oI. teologici.
teoiogic.

3o3]
303]

GRECIT
LA TARDA GRECITA

639

evidente che questa concezione della doppia anima

deriva da reminiscenze platoniche, e, pi


pitt l, da dottrine
teologiche le quali, in fine,
ne, altro non erano che un riri
facmento spritualizzato
facimento
spiritualizzato delle antiche fantasie popolari
sullesistenza della psiche nel corpo anmato.
animato. Ma il
sull'esistenza
in cui la teologia
dot
senso in
teologa aveva sviluppato questa dotpartrina, le conseguenze ed i moniti cui era arrvata
arrivata par
tendo da essa, non furono presi in considerazione da
Aristotelez non si parla pi
pi di puricazone
spiAristotele:
purificazione dello spi
nelluomo: nulla esso ha in s
d impuro
rito divino nell'uomo:
se d'mpuro
e di malvagio, e nessun soo
soffio che lo renda tale pu
sfiorarlo
dallesterno. Lo << spirito d'Aristotele
dAristotele non co
sorarlo da1l'esterno.
conosce il desiderio di passare nel puro al di l, la ne
negazione e il rigetto del compagno terreno, del corpo ani
animato (0;
U3; non sente nessun impulso alla redenzione,
<< redenzione ,
lib er a z io n e di s,
s , e non
n o n conosce
c o n o s c e alcnn
alcu n ciovere
d o v e r e che
che
alla lberazione

gliel'mponga.
queglielimponga.
un fatto assodato la presenza di que
sto spirito <<divisibile
divisibile nell'uomo
nelluomo vivo: ma nessuna
conseguenza ne deriva per i fini
n della vita;
pavita ; il fatto pa
reva rivelars
l'uomo di conrivelarsi nella possibilit che ha luomo
con
un tratto conoscenze superiori indimostrabili,
cepire d
d'un
non in grazia dell'attivit
dellattivit razionale della sua anima
anima
gi ne avesse in se
s lintuizione,
fa
che gi-ne
Pintuzone, ma per una fasuperiore dello spirito, per un particolare essere
colt superore

spirituale, la cui esistenza nelluomo


nell'uomo si rivela appunto
in questo modo. Furono consderazioni
considerazioni relative alla
ragioni teologiche,
teoria della conoscenza, non ragon
teologche, quelle
che condussero alla distinzione tra spirito
spirito ed aniani
ma .
. Ma la cosa che trovava una conferma cos nuova
n
on
non

era,

in

fo
ndo,
fondo,

cche
he

l1'antica
an tica

d
ottrin a teologica.
te o lo g ic a .
dottrina

Anche questo << spirito pareva al pensatore un essere

entim i ad hominem
(1) Solo come argom
arg-omentum
homfnem si esprime una volta ilii concetto
che kcrov
p^xiov xoj
v > f|
fiera ofiaxog
etvai (rtastsg
(xa-frjusQ eto
etcoti xs
X.yeo'&au
1:@ xv@
u1` ua-r
otuarog evcu.
te Ityacan.
nat :n:oMto'i
jtoMoig duvoxe):
ovvoxei): De
D e an.,
anti.
rm., 407 b, 4.

64o
640

LA
GRECITA
LA TARDA
TARDA GRECIT

[304
[304

ane alla d
clivinit.
Per
affine
ivin it. P
er lui la pura speculazione,
sp e c u la z io n e , una

vita spesa nella contemplazione degli oggetti ultimi


della conoscenza, un privilegio concesso alla dividivi
agl esseri divini,
divni, lo scopo vero cui tende l'atnit e agli
Tattivit delle forze vive, nella cui descrzione
descrizione la gretta
parsimonia della sua esposizione dottrinaria illuminata
anata dallo splendore e dal calore c1'una
e come affinata
d una sensen
(Il.).
sazione del Supremo, vera e a`atto
affatto personale (T
(1)

E th . N icom
7-9. Aoxel
f) (piXocJocpta
ftaviuiaOTs
tf)ovg
%siv
Eth. Ncom.,
K, .y
7-9.K,Aoxe
f cptlooocpa
auuaorg
ov
xsw xo.-

O
'Cxqittjti x
al tc
E'OXoyov
6 1:o.g
xoXg stot
e t o i 'cw
xcov Cntovtwv
t|tovvtcov 'to
fiico
aqitntt
noti.
1:@5 Pepai.
alaog. Etoyov
xqv
SiayooY'nV elvat.
ovveQyoi (come il occpQCov
1:''v tuywyv
aval.. Il aotpg
ootp; non ha bisogno di ovsqyou.
crcqnqaw
e ll'.vQe'.o<;)
vQeXog) egli e
axaQxoxaxog
vovg la piu
pi
araqxotarog a se stesso. L
L' attivit
attivt del -vof
degna come ,fre(OQT)Xtxfj,
axr|V osv
onSevs cpCexai
xA.ovg. Una vita ab
'scoQr|-ctm'1, e jtaQ
xao' af;-|:fv
cpia-cut tloug.
abbastanza lunga nellattivit
vog xeXeia
eSaipovia v'd'Qcnell'attivit teoretica del 'vog
'caleta e-atuovia
vqta3iov, anzi
v'frpoijuvog ptog
xqsixxov *$1 tort'v&Qo.mov,
x a x vd'Qooorov,
nou,
anzi non
non pi
pi un
un vfgorrtvog
Biog ma
ma ugettov
un 'freXog
vd'Qi&Jtft) JtdQxei.
-iieo ptog
|3to; come il vog
vo O'eXv
ev xi
1:|. v
v vqdmtg
zrroxat. Cos non si deve
vO'Qcjtiva
vxexai avartatv
^avaxi^eiv (essere immortal
immortali
vocbmva cpQOveXv,
qaoovsv, ma cpoov
q:'ov vxarat
gi
al stvm
Jivxa jtoieXv
xQxiaxov tv
xcov v aut@
ax>
g in vita) xnui
arotsv JtQg
atog x
'r v xax
ncrc. x
'c xortotov
(p. 1:77
1177 b, 31 sgg.). Questa xeeia
v
relata eaifiovia
eatuova come tfecoQqxixr)
ewqq-ctx1`1 vQyeia
vg-yate aavvicina coloro che pensano agli
i la cui vita non n jtQdxxeiv
(neppur
agl dd
:n:Q1:'cew(neppur
virtuosamente) n
frsooQa ; tale pu esser anche la vita
ne JioteXv,
srotev, ma pura -atogiag
degli uomini (di essi
poicofid 1:1.
xt xfjg
ess soltanto fra tutti gli >a),
Capa), tp'cov
cp'Gov uomp
-ua;
xoiavxt|g (<freo>gT]xi,>'.fjg) vegyeCag
ujtQxei (p. 1178 b, 7-32).
7-32).
1oLu.1Irt'r|g(0ewQ11::.a-71;)
vsoelag 'xgxet
- Mai neppur
lPombra
ombra del pensiero che reap
ovia del 'ecqrrcmg
'9'800QT|xixg iog
ptog divenga relata
xe^eta
l'eio:|J.ovot
solo nellal
nel1'al di l e, in genere, si possa pensare altrove che nella vita terrena.
Soltanto
xXeiov l
posto come condizione della 1:a7l.siu.
xeXeia e-&aiSoltanto pfjxog
uxo piov
[Sion tkstov
ean.(XOVta (1177 b, 25),
Z5), ma nulla che stia
O^ecoQ'qxtxg
|1.0'v[a
sta. fuori e di l
l. dalla vita.
vita.. Il
11 ecoq-r1:|.u.;
Pio;
TXeiog |5l'.o;
piog necessario
Blog ha qui,
qui, sulla terra, il suo pieno
pieno sviluppo.
- Tletog
per
l exiaijjiovia: E th ., noo
1100 a,
a, 5;
o i a,
a, 16.
M a l1's1va|.p.oviu
evttipovia
per raggiungere
raggungereI'e1m,p.ovia:Eth.,
5; n
1101
16. Ma
tutta chiusa entro i limiti
chiamare aauova
evai|xova un
lmiti della vita terrena: chamare
morto sarebbe jtavxeXcog
l vQyeia che costi
:n:ow':a).cTg xojcov
i-cosrov,, perch gli manca l'vQ-veta
costituisce
essenza dell
e5 ai|iovia'; iixsxuqxre
xexjxrixxeg possono
tuisce ll'essenza
de1l'suL|;.ov.u
possono avere
avere soltanto una
una
piccola ombra di sensibilit
omerica) : d.,
i b i d ., noo
1100 a, 11-29;
n-29;
sensibilit. (concezione quasi omerica):
n
o i a, 22 b, 9.
Poich
1101
9.Poch impossibile
mpossibile che i singoli esseri abbiano durata
eterna, che partecipino
del x
al atov,
Omov, cos il perdurare dopo la morte
partecpno dell
de1l's.
noti.
del singolo consiste solo nel perdurare dell'
dell elbog,
dell ax (che
eiog, cio
co non de1l'o.'1:
muore) ma d
un otov
esistere nella catena delle crea
d'un
oov a'x
at che seguita ad esstere
creazioni
r i 415 a, 28
7; G
en . a
n 731 a, 24
24 b, 1. (Imita(Imita
zoni sulla terra: D
Dee aan.,
28 b, 7;
Gen.
an.,
zione
ll PLATONE,
y rnp., 200 C-207
A [cflu
[fi . uinclic
tuiclic Z,cg-.,
"- ;
ZOHE C
C11
1"LA'l`UNl'.'.'., S
Syfltp.,
C'-207 A
Lcg., 4., 731
7:; C
C;; &,
6, 773
773 E
E;

F
ilone , De
D e in
c o rru p t. mund.,
m u n d ., g
FILONE,
ncorrupt.
Q 8, p. 495 M, sec. Critolao]. Aristotele
poteva fermarsi a questa concezione con maggior seriet che non potesse
fermarsi
fermars al suo punto di vista Platone, il quale forse solo per il bisogno
momentaneo del dialogo fa sue le concezioni eraclitee e le sviluppa. (Vedi
pp. 146 sgg., n. 1).

xa

3o5]]
305

LA
TARDA GRECIT
GRECITA
LA TARDA

641

Quest'attvta puramente speculativa che in se stessa


Questattivit

trova il suo ne
fine e il suo pacere
piacere pi
pi profondo, spetta
all'elemento divino ch'
allelemento
eh nell'uomo:
nelluomo: allo spirito; tutta
quest'attivit lo spila sua vita in lei. Ma, in realt, questattivit
spi
mentr' unto
rito la compie in questa vita, mentr
unito col corpo e
animaa;
; e non rimane altro che possa
con la sua anim
pensarsi come contenuto della vita e de1l'attivit
dellattivit dello
spirito nella esistenza separata dal co
rp o c
h e 1':-mpetta
l aspetta
corpo
che

dopo compiuto il corso della vita terrena. Lo spirito e


l'uomo cui saccompagna
s'accompagna non possono certamente sentire
luomo
un forte impulso a raggiungere quella libert de1l'a1
dellal di l,
con
che la nostra concezione ha privato ormai del suo contenuto: cos concepito, il pensiero dellimmortalit
de1l'immortalita non
pu aver pi
pi alcun valore intimo, alcuna importanza etica
). Esso deriva da una conclusione
per luomo
1'uomo(Il.
conclusone logica,
da riflessioni
del
riessioni metafisiche,
metasiche, e non da unesigenza
un'esigenza dellanimo.
in
l'animo. Al
A1 pari della chiarezza che colpisce i sensi e influisce
linten
uisce sulla fantasia, gli manca la forza ed anche l'intenzione di esercitare uninfluenza
sullatteggiamento e la
un'inuenza su11'atteggiamento
direzione della vita terrena. Da questa dottrina non esce
filosofi : eppure si par
nessuno stimolo, nemmeno per
perii loso:
parlava, in fondo, soltanto di ess
essi e della loro attivit e
dei loro sforzi quando si faceva la descrizione e la ispiispi
rata esaltazione
, di questo filosofo
esaltazone dello << spirito ,
losoo che
sta nelluomo.
nell'uomo.
S i poteva attenersi alla filosofia
Si
losoa aristotelica che si vol
volg e v a tutta aalla
lla ccomprensione
o m p r e n sio n e e Spiegazone
s p ie g a z io n e della
d ella realt
geva

terrena e rinunciare tuttavia a quella parte della dot-

(1) Ouut
Otfxai 5
YLvcoOteiv -c
x vra
vxa nal.
sai qjQovetv
o [Eitov
to v
xov
1:o 'ywtaoxstv
cpqovav cpaiQe'&vxog
cpatqeivto 015
hX %
q v ov eivai
fravaciav, PLUT.,
Plut., de Is. et Osr.,
O sir., 11 extr. Con
kl
xovov
evou. xrjv
tip: owaoiow,
RIGRNE.
_'-ISO Lomm.
Lllm. dilillgll
molta chiarezza O
r ic e n e . C. C813.,
Cels., 3. 80. Dp. 3SQ
distingue daiiidall-fra-

vacfia xfjs
.'riiapovTj t
xfjs
-vacia
r rjruxris
ipux secondo il dogma platonico e dalla stoica nttapov
xov voi)
vov tfavaoia
(ot .xeiaOivTeg
wuxg, questa dottrina aristotelica della toi":
-uva.oa(ot::sLo1tv'cag
:capi
1:o' ,'oaev
gli edd.]
nai tvou
jcbqI xov
d>'UQa#ev voii
vov th;
co? avtou
^ a v i o v [cwtou
[d avaxovgli
edd.]xai
pvov [aawo
[xcuvov
gli edd.] 5iaya>YT)v
tuywyv [[=
|3iov] '|ovxog:
ov-to;: sar da scrivere cos).
= fliov]
E. R
ohde, Psiche
- u.
Ronnie,
Psche -11.

20

642

GRECIT
LA TARDA GRECITA

[306

s occupava dello spiritos


spirito sceso da un ditrina che s'occupava
vino al di l e destinato a tornarsene dopo la morte
delluomo
dell'uomo a vita eterna e divina, ma non a continuare
la sua esistenza individuale. Fu sopra tutto intorno a
questo punto che si mantenne libera la discussione
discussone sulle
teorie
insignificanti tra
teore del Maestro
Maestro;; e non furono i pi
pi insignicant
successori d'Arist0tele
d Aristotele coloro che negarono, sotto quaqua
i Successori
lunque forma, limmortalit
00.
Pimmortalita (I).
aporie caro alla scuola, 7'eofrasto
oscu
(1) Col sistema delle apore
Ykofras-to discute le oscurit e le dicolt
difficolt della dottrina del voi*;,
vo-Og,
vo, specialmente del doppio vog,
3toiT]Tixg e 1w.'th11:mg
jta'dTiTixg ; ma, fedele al suo metodo, si ferma davanti al
:n:o|.1]1:mg
immutabile per la scuola del voug
eh cosv
eljay&ev ov
xat
dogma mmutabile
vo gtogtorg, ch'
v nui.
Sciteg :|:.1'}a-:og
jci'&exos pmg
6'(xcog aptpvtog
afjwpvxog con ll'uomo
uomo e che, com'
com yvvnrog,
yvvqxog, cos
fcmeq
iqy&aQTog: Fragm.,
F r a g n i . , 53 b, pp. 226 sgg.; 53, p. 176 Wim. (La ewgtot
fretoQia viene
cpfugroz
vovg 'wvrt
dxyvxi nal.
xal ofov
oiov &n>ap.v(p,
senz jtxrj :: ffr.
r . 12, g
vog
al voii;
upauvtg, perci senz':t1:fr|
25. Il
ll voig
xqsxxv xi
(xQog [t
[xfjg tpuxg] x
al OmxeQov,
f r . 53
xosrrv
1:1. uoog
nal.
etraoov, fr.
53;; a lui e alla sua
frecDQa va applicato il xax
bvvafuv uotooai
fioiO'Oo'Om d'eqj
emoia
uu.-r vautv
~at`j di cui parlava an
anG iu l ia n o , Or.,
O r ., 6, p. 239, 22 sgg. Hertl.). Non appare af
che Teofrasto;
'l`eol`rasto; GIULIANO,
af1 immortalit del 'voi
vovg avesse una qualche importanza
fatto che per lui Pimmortalit

per questa vita e il modo di condurla; meno che mai nelletica


nell'etica dellb&wde1l'.Eud e m o che inclina fortemente alla speculazione teologica. Lo scopo della
demo
vita, rQSTT)
xXeiog, ch'
eh xaXoxyaiKa,
f| tov
decoQa; esercitata
l'Qs1: tketog,
ualoxyaia, '
voii deov
so fecootot;
vovg, 1:
x v
v t
)|xv 'aov
'itelov (1248 a, 27); e qui il meglio
r]xiaxa aioato^ddal vo,
'uv
meglo mota
veo'dm
dXXov pgoug
pQovg 1:1'F|g
xfjg apvx'ns
yvcoQ^eiv, l'uomo
l uomo
'veoiat xov
1:o1'3 llov
1p\']g (p. 1249 b). Per vwoitetv,
desidera 'v
fjv a.
del (1245 a, 9), ma sulla terra, nel corpo: neppur uno sguardo
l (come si potrebbe attenders
attendersi a bella prima da questo
si volge al di la
pensatore semi 'teologico
teologico il quale, p. es., parla con tutta seriet dell
in
dell'inseparabilit
A,yog [l'M.o_
[l dXXo jasqos
separabilit. del vovg
'vo dal kyo;
uqo r ^vxf)s]
tpux-g] nella vita del
nellentusiasmo e nel sogno pro
corpo, e della sua conoscenza aumentata nell'entusasmo
pro40). A
r i s t o s s e n o e .Dcearco
D i c e a r c o apap
fetico: 1214 a, 23; 1225 a, 28; 1248 a, 4o).
Arz`.s't'ossenc

partengono ancora a questa prima generazione di peripatetici


perpatetci;; questi due
non riconoscevano una sostanza propria dell'<<
dellan
im a che non altro
anima
che 1
armonia, il risultato delle combnazion
combinazioni della materia. (Dicearco
l'armona,
vfiQTpis ti]-v
xtjv knv
oXt]V -atowow
vjicxaciv 1:f
xfjg ^vx^S*.
P r a e p . ev.,
e v . y 15,
v'f|Q11xs
\|vx''1,: Attico pr. Eus.,
Rus., Praep.
810 A;
A; A
r . e DIC.,
Die., nulium
n u llu m o
m n in o anmum
a n im u m e
sse d
i x e r u n t : Ctc.,
C ic., Tusc.,
T u s c ., 1,
AR.
omnno
esse
dxerzmt:
kyot aveva combattuto espres
g 51, 21, 41, ecc.). Dicearco,
Dcearco, nei Asopiaxol
Aaolwmoi ltfyol.
espresdell immortalit: CIC.,
CiC., g 77.
77* (
( molto notevole il fatto
samente la dottrina dell'immortalt:
d un sepa'ab:`z`s
s e p a r a b ilis
che Dicearco, il quale naturalmente non sapeva nulla d'un
a n im u s [C1C.,
[C ic., g
che
ammus
21], tuttavia credesse non solo ai sogni profetici -

capire, xei.
'xei yg
xiva A.yov
A r is t o t ., 462 b sgg.]
si potrebbe ancora capre,
v@ 'cwa
7L6-yov [v. Amsror.,
nell v'douoiaafxg [Cic.,
D i v i n ., 1,
ma anche alle profezie
profezie fatte nell'v'&ouot.ao|,|.g
[C1c., Dr'm`n.,
1, Qg 5, 113;
113;
D o x o g r ., p. 416 a] le quali presuppongono sempre come premessa dogmatica
Doxogr.,
lPesistenza
esistenza d'un'
d un anima
s, e la divisibilit
come sostanza a se,
divsblit di questa

3o7]
3071

LA TARDA GRECIT
GR:-:crr

643
643

3.
3-

C che i dogmatici della scuola stoica dicevano in


inCi
all'anima connesso intimamente
ntimamente col panteismo
torno allanima
materialistico con cui essi
ess spiegavano tutt'i
tutti fenomeni
dell'essere e del divenire nel mondo. La dividella vita, dellessere
divi
nient'altro che ilil Tutto divenuto mondo:
nit il Tutto, nientaltro
l'universo la divinit. La divinit tanto materia
luniverso
quanto
forma,
q
u an to form
a, vita e forza del mondo. Essa la mama
originara, il fuoco dell'etere,
soo di fuoco,
teria originaria,
delletere, il soffio
-iii-_-ii

-- S
Stralone,
naturalista (f
( 270), per il quale ll'anima
dal corpo).
tra to n e , il naturalista
anima una

forza unitaria,
unitaria, indivisibile
indivsibile dal corpo e dalle atoroetg,
ma che
che ahbandona
ato'd'fjaeig, ma
abbandona
completamente la
la credenza
credenza nel voii;
d'Aristotele,
non pu
pu aver
aver
completamente
vovg xwqtotg d
Aristotele, non
ammesso in nessun modo lPimmortalit.
immortalit comunque concepita e lirnitata.
limitata.
Segue poi il periodo della Setta
setta peripatetica, di pura eruclizione
erudizione e, quasi,
rinuneie. aalla
losoa. Tornando, con A
Azdrom`co,
scritt del Maedi rinuncia
lla filosofia.
nd ro n ico , agli scritti
M ae

stro, la
la scuola
scuola acquista
acquista nuova
stro,
nuova vita.
vita. Si
Si tornano
tornano a
a discutere
discutere ii problemi
problemi inin
torno
alle parti
dell'anma, alle
alle relazoni
di questa
col voii;
torno alle
parti dellanima,
relazioni di
questa col
vovg (e
(e col
col voii;
vovg
:tu'"r't|.t;), ma predomina la tenclenza
Ttcrihrjxixg),
tendenza a negare, a mettere da parte il

voii; O
gaiev
arewuav (cfr.
la definizione
deuizione dell'anima
Andronico; GAvovg
VQa'dev jcetaicov
(cfr. la
dellanima in
in Andronico;
Ga
LENO,
17. t;
11''w, iv, 782 sg.; 'I`1='.\ns'r.,
De
11,, 56, 11;
l
e n o , H.
II. x.
xfjg 1|v;;
ij)vxf)g fi'd'wv,
T e m is t ., D
e an., ii
59, 6
6 Sp.) ee quindi
quindi anche
anche a negare lPmmortalit
immortalit (che spettava solo al
vog. (Cosi
(Cosi Boetox
Boeto: S
SIMPL.,
Dee an., p.
p. 247, 24
24 sgg. Hayd.
Hayd. Diversamente,
Dversamente, e
vovg.
im p l ., D
superando anche Aristotele, Cratzlpo,
Cratippo, vissuto al tempo di Boeto: CIC.,
C ic.,
De
d'Al'rodsia,
D
e ddvn.,
iv in ., 1, g 70; cfr. 5, 113). Alessandro d
Afrodisia, il grande -q|r)-

-y11:1g,
n:o|.-quit; daIl'anima
-vog divino.
yriTqg, bandisce il vog
vovg Jtouptixg
dallanima umana ( il vovg
divino, -vo,
vovg

c votjtv
vorfcv vap-yaiq.
sempre e gi
gi noi)
1:o'': voeiofrai
voaiocu. per
per mezzo dell'11.|.xg
veQyeia sempre
jtq xov
deir-fiXixg
voii;
entrare d'VQad'fiv
qoxev
-non
localmente ee senza
senza mutazione
mutazione
vovg de1l'uomo
delluomo ad
ad entrare
non localmente
d
dii

lu
ogo
luogo

[p.

1113.
13,

18

ssg.]-ne1I'mc
g -] n e l l a t t o ssingolo
i n g o lo d
el
del

v
o e tv - per
-voev-per

m
ezzo
mezzo

d
el
del

vo; OXtxg,
ltag, e non mai un fiOQiov
uopiov nai.
tt; xfjg
-a; uetqa;
vovg
x al sfuuig
vvapig xtg
fjpexQag xpuxg:
i^vx^g:
Dee acm.,
p. 107-109;
107-109; p.
p. 90
xQtoxg
xwgtorg ed varog,
na, ecc.; ma
ma
D
n ., p.
90 Br.).
flvaxog, jtadfjg,
l anima umana che non altro che l
otpa e che, ltototog
xiDQioxog
Panima
l' sl&og
eo; del suo ot'p.u.

da questo,
questo, muore
muore pienamente
pienamente insieme
insieme col suo vo
ittxg,
- ovficp'O'eQexat
Gvutpsqstat
vovg vA.ixg,
-:QB
otbuart: D
Dee an., p. 21,
21, 22
sg. I/anima
individuale, dunque,
x<> acjxaxi:
22 sg.;
sg. ; p. 90, 16 sg.
L anima individuale,
perisce; il vo;
s'era distribuito
distributo per nuliaffatto
null'a`atto negl'indvovg immortale non sera
negl indi
vdu. Per i peripatetici,
perpatetici, nch
vidui.
finch si tennero su terreno loro propro,
proprio, il dogma
dell'immortalit
dell'uomo, dogma non sentito ma
d
ell immortalit del vog
vovg individuale delluomo,

ssato per
per via
via di
di ragionamento
ragionamenlo logico,
logico, nou
ebbe mai importanza seria ed
fissato
non ebbe
essenziale per lI'insieme
insieme della dottrina. Ma da ultimo certo che furono
travolti anctressi
travolti
anchessi dal vortice del neoplatonismo.

644
644

LA
LA 'mana
TARDA GRBCITA
GRECIT

[303
[308

che si conserva o si muta e, in mille forme, diventa il


anche la forza che pone i fini
ni e secondo questi
mondo.
ss'indirizza,
indirizza, e la ragione e la legge di questo mondo. MaMa
teria e, insieme, spirito e principio formale, in periodi
alternat la divinit emana da se
alternati
s la varieta
variet dei fenomeni
ch'e
e riassorbe tutto ci eh
molteplice e diverso nelnel
del
lPunit
u n it d
e l ssuo
u o nfocato
in fo c a to sofo
s o ffio vvitale.
it a le . Cos,
C o s , per
p e r tuttg
tu tto Qi
c i

ch
ch' forma, vita e movimento, il dio e contenuto e
forma unificatrice:
unicatrice: egli e presente ed opera nella ma
materia inorganica come << rrelazione
e la z io n e ,, nelle piante come
natura,
irra
<< natura , negli altri esseri animati come << anima irrazionale, negli uomini come anima ragionante e pen
pensante ).
(17.
L
an im a u
m an a dotata d'intelligenza
d intelligenza un frammento
L'anma
umana
della divinit
(123), divino come tutto ci eh
divinitl,
ch' nel mondo,
ma in un senso pi
cose :
piu puro che non lo sieno le altre cose:
essa rimasta pi
pi vicina alla prima e originaria na
natura della divinit, quale << fuoco formatore > (ao
(xvq rexxe%vixv)
vutv) (3), che non il soffio
sofo terreno di fuoco il quale
ha perduto molto della sua purit e nezza,
finezza, o che la
materia inferiore che nei vari grad
gradi della sua evoluzione
-materia
se m p r e pi
n allontana, come va diminuendo latenla ten
sempre
pin se n'al1ontana,
sione (tvog)
(rvo) che cera
c'era nel fuoco originario, o che le
materie
abita e
materia ond
ond'e formato il corpo stesso in cui abta
comanda. A1
Al momento della formazione dell'uomo
deH'uomo la
singola anima sorge in mezzo agli elementi del suo
_-._-_?--.-ie---_

(1) "E
lts, cpuci;,
y o v x
o va a x
al Sivoiav
l u t .,
E|.,
qnot, koyog i|>vxr|,
tpux, ty'ujcr]
tpux kltyov
xouoa
nai.
tvotuv (P
(Pi.UT.,
V
iri, m
o ra l., 451 B, C ed a. Attraverso tutto questo e come tutto questo
Vi;-J.
mami.,
iqxei
vg , D
io g . L
a e r t ., 7, 138 sg.
u'1-net
vo
vo,
Dios.
LAERT.,
(2) La
dell ptiruxo* xaixog,
D io g . L.,
La nostra anima e un jtcrjtaopa
rroarototto. dell'p.1p'ugo;
stouog, Dloci.
7. 143. Spesso lanima
dell uomo detta rtorcuoutrt
jicjtacpa 1013
xov 'eo1'3(At6;),
deo (Aio;), sta.
d'eia
l'anima dell'uomo
TpoiQa,
(G a t a k k r ad Marc.
M a rc. Aurei.,
A u re i., p.
p 48, 211), spesso anche
nuotou, jtQQOia
atogotu. (GATA1<~:a
drittura -fhss
-eg (v. B
Bom-iFm~;n,
!:`,-.:'k'e
a dirittura
on h S f f k r , R
p ik tet u. die Stan,
S toa, p. 76 Sg.).
sg.).

('I-1 tpux'i))
mpujfl qturaqov
nvsud xfj?
-a; qpcrsctiq
cpoetu noti
lezrrousqaoreqov,
(3) (eH
QaixEQov jcvsvpa
xal XercxopsQoxeQov,
Crisippo
l u t ., S
to ic . rep
., 1052 F.
F . La nnatura
a tu ra un xvepa
Crsippo pr. P
PLUT.,
Stoc.
rep.,
nvsua dive
dive-

nuto umido,
umido, l1'anima
un :rws'p.a.
ascutto (GA1.ENo,
nuto
anima un
jrvepa rimasto asciutto
(G a l e n o , lv,
i v , 783 sg.).

3309]
09]

LA TARDA GRECIT
GRECITA

645
645

corpo come qualche cosa dd'essenzalmente


essenzialmente diverso; e
raggiunge il pieno sviluppo del suo essere soltanto
dell'uomof1).
dopo la nascita delluomo
(*). Mai, neppure nella sua
l'anima e completamente libera
esistenza individuale, lanima
da quella vita universale che si rivela in lei; sempre
universale > del mondo, ch`e
soggetta alla legge universale
eh la
destino ,
divinit, sempre e limitata e guidata dal <<destino,
dalla << sorte (nenptouvn,
(TtejtpcopvT], aiuupuwfq),
pa@pevT]), che determina tutto
l'insieme della vita e quindi anche il corso dell'esistenza
linsieme
dellesistenza
dd'ogni
ogni singolo (1
2*). Tuttavia, ha il dono e il dovere di
(2).
decidere liberamente da se,
s, ha la responsabilit delle sue
decisioni e delle sue azioni
azioni;; ma, sebbene sia nata pura
dalla ragione universale e non sia legata ad elementi
irrazionali, ha anche la possibilit di fare una scelta irrairra
ggionevole
io n e v o le e di d
e c id er si per
p er il m
a le. Q
u e ste singole
s in g o le anime
an im e
decidersi
male.
Queste
individuali, sebbene derivate da una stessa ed unica fonte,
lir
sono molto diverse per natura, senno e volont; l'irragionevolezza nellintendere,
nellagire
nell'intendere, nel volere e nell'agire
diffusa
assennati ;
difiusa tra gli uomini
uomini:: son pochi i veramente assennati;
anzi il sapiente capace d'accordare
d accordare pienamente
plenamente la sua
volont con la legge universale e divina del mondo non
e che un modello ideale, naturae zumazae
humanae exemplar,
exemplar,
che non pu mai riprodursi intero nella realt.
C
contraddizione tra la libert e lVindipendenza
indipendenza del
C'e
singolo individuo morale e della volont di lui rchieste
richieste

(1) Il
ll PQqpog
oqaog nasce come qau-rv
(pvxv e solo in seguito a zreqizput
jreQijniljis (onde
tpuxi)!) diventa
diventa un cjjov,
tpov, Crisippo pr.
pr. P
PLU1-.,
l u t ., Stae.
Stoic. rep., 1052 F. Cos didi
ex q>13aem
wux, P
PLUT.,
venta x
cpvascog tjrux'n,
l u t ., De
D e pprimo
rim o ffrrjgz,
r i g . , 946 C.
(2) Si potrebbe quasi, in modo corrispondente alla concezione fondastoco, chiamare Panima
semimentale del panteismo stoico,
lanima con Pespressone
lespressione semi
stoica di
di Filone
Filone ((Q.. det.
z`nsz'd.,
24) un
un 1:1|;
tpvxg
stoica
dei. ppot.
o t . in
s id i 24)
xf]g traia;
-freiog V
VX*S zzertuoucf.
djtcjtaopa

o S6 i|.ot|.Q
yq
'co deiov
'siou 'to.1:
ztgtnotv, kk
o
a i Q Eet
x v
v (1:u.'vc1:ou.
(TfAverai y
q oflv
ov xo
xax5iTtdQxqciv,
k k uvov
(xvov

meivsrat). Ma
dogmatismo stoico la concezione
concezione del pieno
pieno
xxeivexat).
M a prevale nel dogmatismo
distacco dei
dei sngoli
rrooarouatu dal
dal -aov
che per
distacco
singoli jtocjtdapaTa
^etov universale, senza che
venga eliminato
eliminato completamente
il nesso
che corre
corre tra.
ess :uni
il Tutte
venga
completamente il
nesso che
tra essi
tutti ed
ed il
Tutto
ed Uno.

646
646

LA
La TARDA
TARDA GRECIT
GR1-:crrA

[3
10
[310

dall' interesse etico, e la dottrina fondamentale panteistica


dallinteresse
della metafisica
metasca stoica: in quelle 1'individu0
1*individuo pu sodsod
disfare al suo dovere solo dominandosi e combattendo
gli stimoli immorali, per questa il mondo e l'anima
lanima

ch'e in esso non sono che lo sviluppo necessario d'un


eh*
d un
unico essere assoluto, chesclude
ch'esclude qualunque variet
che lo distingua, n
ne accanto alla pura forza divina coco
nosce alcun principio contrario alla ragione, che fa il
male ed al male invita, che rende i singoli individui
capaci e pronti a varcare i limiti segnati dalla legge
universale che tutto abbraccia. Il puro panteismo, per
ununit
il quale dio ed il mondo sono compresi in un'unit
indissolubile, non pu concepre
concepire af-fatto
affatto un contrasto tra
luomo
l'uomo e la divinit, n
ne pu voler allontanare un male
che sia necessario superare, perche
perch si ristabilisca
per
rstabilisca la perduta unione con dio; esso non conosce ne
n postulati
etici
e lig io si, e gli acuti dogmatci
dogmatici dello Stoa si
etci n
ne rreligios,
danno da fare inutilmente
(*).
nutlmente per trovarvi un compenso
compensoll.
Fin dai principii
princpii della scuola, nei suoi dogmi riuniti
e raccolti
fluivano due correnti
raccolt da parti molto diverse, uivano
parallele. Letica
L'etica cinica, alla quale lo Stoa andava de
debitrice dei suoi pi
piix forti impulsi ad unazione
un'azione pratica,
rendendo lindividuo
l'individuo pienamente padrone di se stesso e
tutto aspettando dalla libera volont di lui, segnava la via
pi rigido individualismo, dun
del pi
d'un atomismo etico. La

(1) Secondo l1'antica


antica dottrina stoica ordinata ed eretta a sistema da Crisippo, ll'anima
anima e ragione del tutto unitaria, nata dalla ragione universale
loyov. I suoi impulsi, Q|,t.o.i.,
del dio, in cui non cc'
tXoyov.
Qixat, devono essere ragioragio
nevoli
XQiceig; dal di fuori esercita
nevol al pari delle sue libere deliberazioni,
delberazioni, itqioatg
esercta
su lei la sua influenza
ra
inuenza la cpvatg
qrdt che, essendo anchessa
anch'essa un derivato dalla ragione suprema, dalla divinit, non pu che essere buona e ragionevole.

qund *se
assolutamente inconcepibile quindi
se la concezione fondamentale dell'andellan
tico Stoa e ammissibile, d
onde nascevano i falsi
giudizi, gl'impu1si
g limpulsi eccesecces
d'onde
fals giudiz,
siv o0 cattivi; qui non ss'intende
pi f|
11 xf\g
-cg xaxiag
:coming yveaig,
yvgqtg, mm@
sivi
intende pi
come afma
afferma
contraddcendo alle sottili
sottil dssertazioni
Posidonio, contraddicendo
dissertazioni di Crisippo sull'argosullargo
SCI-IMECKEL,
ci. m
mttl.
mento (v. S
chmeckel, Philos. d.
ittl. SStoa,
to a , p. 327 sgg.).

311]]
311

LA TARDA
LA
TARDA GRECITA
GRECIT

647
647

sica eraclitea, invece, che sornmergeva


fisica
sommergeva completamente
l'individuo
nel1'onnipotenza e onnipre
onnipreTindividuo nel Tutto-Uno, nellonnipotenza
espressenza di questo, esigeva anche un'etca
unetica che desse espres
sione alla posizione del singolo individuo di fronte al
ductu
logos universale del mondo, in una vita tutta ex due
tu
rzztz`onz`s, con una sommissione incondizionata della vo
vorationis,
lonta individuale alla ragione universale, ch'e
lont
eh il mondo
e la divinit (0.
delPetica fu il cinismo
(1). In realt, nel campo dell'etica
a dare glimpulsi
pi forti. L'ordinamento
Lordinamento vasto quanto
gl'impulsi pin
il mondo, e la legittimit del Tutto, suprema norma
della sua volont morale anche per lindividuo,
Pindividuo, nei loro

limiti troppo larghi non potevano adattarsi con suciente


sufficiente
precisione alla ristretta vita dei singoli; nessun'etica
nessunetica
pratica poteva legare luomo
d atti inin
l'uomo con una catena d'atti
dividuali ben regolati, a questi fini
n ultimi e tanto lon
lontani. Ci chera
ch'era stato un legame ira
tra il tutto e le sue
leggi da una parte e lindividuo
dal
l'individuo col suo arbitrio dallaltra, la polis greca con i suoi statuti ei
e i suoi coco
'l'altra,
stumi, non aveva pi
efficacia
educativa
per
questi
figli
pi eicaca
gli
dd'un'eta
unet cosmopolita, stoici o cinici che fossero. Lin
L'individuo
dviduo non trovava norma che in se stesso e nella

11'] qaost
T;-v (ma
sono sono
cpoeig
p.Q11 pQT)
-c -ro
(1) 'Axoto-tmg
AxoXovd'tog
rfi tpvcrei
fjv le
(mnostre
ale nostre
cpvoeig
xfjg xov
8A,ou), cio
xoivg vpog,
oojieq cxv
62.011),
cioe in modo corrispondente al aowg
vuog, aareq
orlv Qtfg
oq-g
Xyos
Jtdvxcov QXpevog,
atreg v
xqj Alt,
0'r|Yepvi xovxip
1.6-yor; 6 Sia
uit :tciwrtov
gxusvog, u.-co;
(v 1:69
Att, xa,
xamreuovt.
root@
rn; tv
totxpseto; vxi,
vru., Crisippo pr. L
LAERT.,
7, 87, 88. Per lo
xfjg
xeov 8lcov
k cov &ioixrjoeoi)g
a e r t ., 7,
piix questa sommissione
sommssione a un corso degli eventi ssato
pi
fissato dalla ragione, il
Deum
D
e u m sseuere
equere

(SEN.,
Vt.
eata,
Epst.,
(S e n ., V
ii. b
e a t a , 15, 5; E
p i s t . , 16, 5. "E:|1:eo0u.
''Ejtecrdm ^'eo.:
-fteoig:
EP1-rr.,
d'un
passvo lasciar
E
p it t ., Dss.,
D i s s . , 1, 12, 5 sgg., ecc.) assume il carattere d
un passivo

ouyxareatgz: xq
xq
pot totxv
andare, con coscienza e cuYxaxdffeaig
<5 poi
Xoijcv et;
etg 8 tv
&v lng.
OXrjg.
'uoyvwpovo coi,
oot., og
oo; etpt
etu, xxX.:
mk.: EPITT.,
-ytvsoau.
OpoYVoopovio
E p it t ., Diss.,
D i s s . t 11, ro,
16, 42. 0Ota
Ae y^^ea-o-ai
'r yw
'ywpevtt
6);
.vs1:w., xnai.
signica: ricevete la divinit
x
peva <
&g Yivexai,
a l sqoost
evQof)Geig (che significa:
8.. Cos
Cosl ga
nella vostra volont) yxstq.,
yxetQ., 8
gi nei versi di Cleante: "A-ou
vAyov
8
p
Zs xal
xml. ov
013 y
Y'-
mit. E
E questa
questa affermazione
aermazione del corso
p
<S Zs
^I Hexqmuvn
nejcQcopvri xxX.
degli eventi intesa in senso affatto panteistico (infatti Cleante 1.-v
xqv uotvv
xoivtjv
uvnv vxexai
vxs-rat qruoiv
tpw fj
ii 8ei
s Axo^ovOciv,
xokouev, oivntt
e mi
tip' sil
ent |.|.Qoug,
pvrjv
ovxxi 5
x a l xf|v
pQovg,
Laser.,
S9) non poteva condurre anche ad un'etca
conteL
aert., 7, 89)
unetica attiva di conte
nuto concreto.

648
643

LA
LA TARDA
TARDA GRECIT
GRECITA

[3
12
[312

sua assennatezza, e doveva vivere secondo i suoi cricri


teri e la sua propria legge. Uindividualismo
Lindividualismo che imim
prime il suo carattere a questet
quest'et piu
pi ancora che a tutti
i periodi precedenti della civilta
civilt greca, acquista terreno

anche in questo sistema panteistico; e giunge al suo


apice nel
<< sapiente ,
, che in piena libert dispone di
se stessolll,
stesso 0), e si sente unito solo con i suoi pari(2l.
pari (*23*).
l`anima che qui soltanto giungeva ad altezze cui
Ma lanima
le sue innumerabili sorelle non potevano arrivare, o
v arrivavano a mezzo, Taniina
1/'arrivavano
l'anima andava parendo sempre

pi qualche cosa di ben diverso da un'emanazione


unemanazione concon
piu
dizionata della forza divina unica e immutabile; la s'ims im
dizonata
magina come un essere divino indipendente, chiuso
nella sua individualit,
indivdualit, l
la dove, come gi
ga avevano fatto
iiteolog,
teologi, anche negli scritti degli stoici e chiamata
dem
one:
demone
: il demone che sta entro un determinato
uomo e che gli saccompagna
(3). Con una concezione
s'accompagna(s).
-i_n1-mb

((1)
t) Il
XEV'&eQO? sxvou.
eivai -yo
y q 1:i|-v
ttjv lauagiav
Xe-udeQav ouoictv
fovaiav
ll <Joq>s
oocpg e n-vos
uvo ke-fisqo'
a^xoJCQaytas:
a e r t ., 7, 121. Leggi, statuti per lui non valgono: CIC.,
C ic.,
atoaroayiaz L
LAERT.,Acad. ppr.,
r ., 2, 136.
fri] oarouaot,
<wrov5 aIoi, :toi-Jraa.
Jto/.Ixai nal.
xat
(2) Nemici ed estranei sono fra loro tutti un
cpiX,otxal
otxoi oi.
ot oarovoot
orco'u&aioi uvov:
p-vov : Zenone, v tf]
xft Holtttstq
IIoXiTeiq: pr. LA1~:RT.,
L a k r t .,
cp.ll.o|.
noi otneot

7,
7 332.
2 . 33.
33(3)
xdcx<p aiumv
aiptov che
tener d'accordo
d accordo ato
3iQg ttjv
tov
(3) *0
'O jtaQ5
awq' sudor@
che bisogna
bisogna tener
1:-W toi)
xc5v itwv
5 A,cov hioixBto'O
a e r t ., 7, 88, sec. Crisippo. Nella tarda
1:'J'v
totnero pov^rioiv
[3o*7l.now:: L
LM-tar.,

letteratura stoica, lunica


s incontra spesso questo
l'unica che ci sia rimasta, s'incontra
SaifMOV
in tra nos spz`n`us
spiritus (in Seneca, Epitttipmv del singolo individuo, sacer
sacar intra
teto, Marco Aurelio; v. B
o n h o f f e r , Epiktet.
E p ik te t, 83). Di solito se ne parla
Bomit-"FER,
in modo che pare si faccia
istinzione tra lui e l'uomo,
l uomo, o la sua anima,
facca ddz`stz`nzz`one
o anche il f|
yefjujvixv. Giove
xdoxcp xv
ysuovtxv.
Gove jtaQatiioev
:n:n.Qo1:1'os'v rtCxQOJtov
:mn: Q o :rn ov xottp
tv xddxov
xorov
aifxova
cpuXaaeiv avxv
a-frcij) M77..
x x L (EPi'r'r.,
(E p it t ., Dss.,
D iss., 1, 14,
14,12).
uiuovu xat
nui jtaQcoxe
sruptoxe tpuitooew
mtv utfp
12).
'O
O aipcov,
ov xaxtt)
O O xdxr)v mui,
x a f|-yattva
fjyefjiva
Zeivg
Zeus omsv
coxsv (MARCO
(M arco
apmv, v
uortp jtQ
:n:Qoo1:1:1r|v
A
ur k l ., 5, 27). AvtQ|.'vov
AvdxQivov x
E p i t t ., 3, 22, 53 (come fa SoSo
AURI-:|..,
to aipviov,
atnvtov, Emrr.,
crate col suo atuvtov,
aipviov, lo si pu interrogare come cosa diversa da noi).
Pare dunque che questo alpcov
otipmv non possa.
possa Consderarsi
considerarsi senz'altrO
senzaltro equiequi
allanim
delluomo, come quel demone posto nel1'uomo,
nell uomo, di
valente all'
animaa de1l'uomo,
cui parlano i teologi; Pespressione
l espressione e la concezione slavvicinano
s avvicinano piii
pi tosto

si ci chela
profettore
dell'uomo
a
che la diffusa fede popolare narrava dello spirito p
ro tetto re dell
uomo
(cfr. ora U
Usemzn,
Gttemamen,
atucov vool.
sen e r , G
otternam en , 294 sgg.). "A:1:u.v1:|.
"Ajtavxt Saipcov
dvQl ouunuqtoujiitaQt-

313]
313 ]

GRECIT
LA TARDA GRECITA

649

che, propriamnte,
propriamente, conviene soltanto ad uno spiritua
spiritua-

lismo conscio od inconscio, anche in questa dottrina


monistica la morte torna ad essere considerata come una
_

o1:o.1:o.|. e
sg
Biou, I\IENANDRo,(1\1I-Im),
Com.,
Iv,
axaxai
HK>s -yevouvtp
yevopvG) uootavco-yg
M-ocxaycoyg -ro
roti (Uov,
M e n a n d r o , (M e in ), C
o m ., iv,

238 (qui
la concezione
concezione di
demoniaci dell'uom0
238
(qui si
si nega
nega la
di due
due accompagnatori
accompagnatori demoniaci
delluomo
nella vita,
vita, concezione
concezione di
parlava Euclide
Euclide il
il socratico:
socratco: Crzrssoarxo,
nella
di cui
cui gi
gi parlava
C e n s o r in o ,
D.. dd.. nat.,
D
n a t .,

3,
Ma diversamente
Foc11.11:E,
15). Gi
Gi Platone
Platone parla
parla
3, 3.
3. Ma
diversamente F
o c il id e , ffr.
r . 15).

(C011
accompagna
(con un ystat)
Xyexat) del attwv
aijuicov iioarsq
'ojteq l;`.rv1:a
t<5 vxa silxet
etXfjxet (e che a
cco m p ag n a
l anima del defuuto
defunto all'Ade):
a llAde): P
h a e d o n , 107 D. Ma la credenza dev'esser
d evesser
l'anma
Phaedon,
molto pi
in
pi antica
antica;; espressa abbastanza chiaramente nelle parole di P
Pmd
a r o , OI.,
Ol.y
DARO,

13, 2
7: (Zs
(Ze jcxeQ
Sevocpcovxog evflvve
atfiovos
27:
rttsq)) Esvocptv-ro;
eiiilvvs otuovog

ooov, nelle

ovqov,

quali la parola aptov


signicare precisamente
aiptov non passata ancora a significare
destino, come accade poi molto spesso nei tragici e in altri poeti. Questo
passaggio
significato costrnge
costringe sempre ad ammettere la fede in questi
passaggo di signicato
compagni demoniaci delluomo,
dell'uomo, che non sarebbe potuto avvenire se tale
fede fosse mancata (apwv
(aiptov ==
jcx|ao$, Pmoako,
P in d a r o , P
y t h ., 5, 114 sg., e gi
=:n:1:uo,,
Pytk.,
T
e o g n id e , 161, 163. Se Eraclito dice: fi'O'og
v^QJccp aipcov
f r . 121],
Ti-:oGN1DE,
'Frlo wfiiqrmcp
otiutov [Lfr.
per lui baipoov
significa il destino della vita. Ed rj'd'os
aiuoiv signca
og e insieme condizione
di vvita
ita sign
ifica per P
latone, R
e p ., io,
o x fig
Satpcov 7l.1']e-cat.,
significa.
PLATON1-;,
Rep.,
1o, 617 D
D:: ofm
'pg atpwv
X.Xiiiieis aiuova
baiptova atQf)CEO0,e
origine
2t).'1'p.s.g
atqoaoe;; dove appare ancora evidentissima ll'origne
di questuso
quest'uso metonimico della parola &ai|xcov,
aiumv, dalla fede nel demone perso
personale d
ogni singolo individuo. Similmente [LYs.],
[L y s .], E
p i t a p h . , 78; ma la meto
d'ogni
Eptaph.,
metonimia s'
s incontra gi wzW
I l ia d e , 8, 166:
jtQog xoi
tcco =
nell'1`ade,
166; :mqog
1:01. atjxova
aiuova 5toco
=- jctjaov
ar1:.1.ov
<pf|Coo).
a personalit del demone appare, non ancora elevata a concetto,
tpom).
-L
La
in un caso molto notevole
notevole:: in Alicarnasso, Posidonio ed i suoi xyovoi
t(o'vo|. sta
stabilirono di sagrificare,
E qjjuhcv, Acuitovi
sagricare, il primo giorno del mese 'EQp.o.|.tiw,
Aaipovt yafl'q)
yutp

Hooaiwviou
- xqiv
uqtv ((Gr.
in tthe
nooeicovtov
G r . iinscr.
n s c r . in
h Brit.
B r i t . mus.,
m u s ., iv, 1, n. 896, p. 70, r. 35.
L'iscrizione
sagrica a
all'dt'yctL
iscrizione pare sia del terzo sec. av. Cr.). Qui dunque si sagrifica
ll yag 0t.|1.tnv
miro,
nell'anniveraipcov (v. 1, 256, 2) dell'uomo
z W u o m o ancora
ancora v
i v o , proprio come nellanniver
sai-io della n
nascita
altre
romano
gesario
a scita e anche in a
ltre occasioni il rom
ano sagrica
sagrifica al suo g
e-

nius;
n
iu s ;

nterrogato
qui l1' 6:7.
y. 0r.t|.|..
atp. evidentemente identico al ggenius.
e n i n s . Apollo, interrogato

per mezzo
mezzo d
dell'oracolo,
aveva ordinato
ordnato espressamente
espressamente (1
(z`1`a'.,
r. 9):
9): Ttftfiv
Ttuv
per
elloracolo, aveva
b id ., r.
nui.
nal.
nal. roQyi'&os
Foqyio (questa,
(questa,
x
a l iitcmsoat
IX.doxEC-O'at x
al yav
yadv aiuovot
aipova Hoostwviou
lloceiam ov xai
madre
P., pare
pare morta
da poco;
r. 34).
34).
- Questo
Questo demone
demone particolare
madre di
di P.,
morta da
poco: r.
particolare
d'ogni
individuo, che
che gli
si pu
pu mettere
mettere di
fronte, come
come aa Bruto
Bruto il
il suo
d
ogni individuo,
gli si
di fronte,
suo
nom, (P
(PLUT.,
Brut.,
qrux, sebbene par
par5auwv
aip.oov xaxg
l u t ., B
r u t . , 36), diverso dalla sua tpvjcfb

rebbe probabile
probabile ch'egli
fosse nato
nato dalla
dalla semplice
semplice proiezione
proiezione della
rebbe
ch egli fosse
della

tpvx, concon

cepita ormai troppo indipendente, fuori delluomo


dell'uomo (simile anche in ci al
g-enius
romani,
-- I cpitaxsg
oo sgg.) apparten
apparteng
e n i u s dei romani.
qjXaxeg demoniaci d'Esiodo
d Esiodo (v. 1, 100
gono a tuttaltro
tutt'a1tro ordine d'idee).
qued idee). Gli stoici dunque avranno considerato que
sta credenza
credcriza popolare come analoga alla loro, se parlano del nao'
norcg
jccq xoxco

aiumv
ancora come
dall'uomo ee dal
dal suo
suo yspovtxv.
Ma di
di
a i[i(o v ancora
come di
di cosa
cosa diversa
diversa dalluomo
Tye|Aovixv. Ma
questa concezione
concezione essi
ess si servono
servono soltanto
soltanto come
come dd'un*immagine:
un immagine : per loro
mipcov d
del
il cttfAcov
e l singolo
s in g o lo individuo
in d iv id u o deve
d e v e ssignc-are
ig n ific a r e la ssua
u a personalit
personalit Oriori-

65o
650

LA TARDA
TAI-:DA GRECIT
GRECITA
LA

[3 1144
[3

separazone dellanima
del1'anma dal suo corpo(1);
separazione
corpo ); e quest'anima
questanima
individuale, che durante la vita stata tanto indipenindipen
dente, non deve morire asseme
assieme col corpo, non deve
riauire e dissolversi nel Tutto onde una volta denita.
riaffluire
defluita.
indviduale:
Alle singole anime non spetta eterna vita individuale:
1'anma universale, la divnit
eterna soltanto lanima
divinit (2). Ma le
anime che una volta si sono separate dalla divnit
divinit Una,
diffusa
diusa in ogni dove, sopravvivono allo sfacelo del corpo;
fino
no al disfacimento
dslacimento nel fuoco che chiuder questo pe
periodo del mondo, esse conserveranno la loro esistenza
individuale, 0o tutte, cominsegnava
dot
com'nsegnava la pi
pin antica dottrina della scuola, o, come fiss
Crisippo,
architetto
ss Crsippo,

ginaria,
(cosi molto
giu
gnaria, ideale,
ideale, contrapposta
contrapposta alla
alla sua
sua personalit
personalt empirica
emprica (cos
molto giustamente
onho ffer, o
p. c
i t ., 84),
l uomo
come carattere
carattere intelliintelli
stamente il
il B
BoNHFF1=;R,
op.
ct.,
84), ci
ci che
che l'uomo
come
gibile
empirico ('y'v0L'o'Or;
(y CVOi oTos GGJ.
oot).
gible ma
rna. deve
deve' appena divenire come carattere emhirco
Cosi il 5apmv
aipcov diferente
differente dalla tpvx (Sidvoia)
identico. Si fa una
(tvota) e pure le dentico.
specie
allegorico col
Saifuov come
speciale e,
e, insieme,
insieme, corocoro
specie di
di giuoco
giuoco allegorico
col atpmv
come genio
genio specale
namento
umana ; a qualche
namento della
della personalit
personalit umana;
qualche cosa di
di simile
simile aveva accennato
accennato
gi
l a t o n e , Tim.,
T in i., 90
g P
PLATONE,
go A. Infine
Inne (siccome lo Stoa non voleva ammettere
sul serio un demone protettore che dal di fuor
fuori proteggeva il singolo indi
ndividuo)
M arco A
u r e l io ,
vduo) il
l fjYEMOvtxv
'|yep.ov|.f.v non diverso dal batpcov
atpmv;; e per MARCO
AURELIO,
5, 27, il Saipcov
identifica precisamente con l1':rtcmaop.ot
jrojiaopa At,
Atg, con il
uipmv ss'dentica

xcxov
xto-con

vog
x al Xyog
extr. ; 2, 13. 17; 3, 7:
7 : tv
xv cwcoi
auxo 'vov
vofrv
vo noti.
kyo; (cfr. 3, 33 extr.;

x
al aifxova).
-nal.
apova). M
Maa il fatto che questo jrojcaofia
xoxnona xo
17013 freon
so pu essere
chiamato
concepire Panima
l anima
chamato aifxcov,
ainmv, d
d. a divedere una disposizione a concepre
come cosa indipendente, pi
pi nettamente divisa dalla divina causa prima
'|.1IllVB1''1IB che
C111: non
nun 1'i1umu;-inusac
nfnirn nella sua forma pi
IJ1
Universale
1 imniuginassc il
1 pzxntc-sm
panteismo striVo
rigida
espressione jtoitaofjia,
stQQOia -co-
xo
rgida (a questo torna meglio lFespressione
nonaopa, fcqqom
freon).
a come
-ao). Qui ci si avvicinava
avvcnava alla concezione teologica
teologca dellanim
dell'anma
d
un demone vivente in esstenza
esistenza indipendente
d'un
indipendente;; pass completamente a lei

Posdono, per il quale il aiumv


1@
Posidonio,
atficov che sta ne1l*uomo
nelluomo , s, vyyavg
<TuYYev,nS GW T
<?
'rv Xov
tov xojaov
nonov ioivco'uvTi
tomovn. (Pos. pr. GALENO,
v,, 469), ma non n'
xv
Galeno, v
n p
pi

bensl uno
uno dei
dei molti spiriti
sprt indpendenti,
l1';rcc:wusna
jtoa:aO[xa indipendente, bens
indipendenti, nin
dividualmente determinati, che previvono nellaria
ne1l'ara e al momento della
nascita entrano
entrano nell
nell'uomo
ct.,
nascita
uomo (v. BoNHFFER,
B o n h o f f e r , op.
op. c
i t ., 79, 80. Cfr. anche
SCHMEKEL,
d.. mittl.
S
c h m e k e l , Phlos.
P h i lo s . d
m i t t l . Stoa,
S t o a , 249 sgg., 256).
(I) O
'O 'O'vaxg
'vtrtg GTI.
xc0QI.($|.:.)g 't|J'Ux'T|f;
U()|.mo:.1:og, Crisippo pr. Nl=:MEs_,
(1)
uri JjooQlOfJlg
tpvxfig duc
?t acoparos,
N r m e s .,
D
a t. h
o m .,
Dee nnat.
zom.,

e r t u l l ., D
a n i m a , 5.
p. 8
81t Matth. Zenone e Crisippo
Crisppo pr. T
TERTULL.,
Dee anima,

(2) Tutto nasce e muore, anche gli d,


di,
pvog t
tig on,
oxi,

Zeg
Zeiig pvo;

Crisppo pr. PLUT.,


Sfaic.
repugn.,
A;; CCommun.
not.,
Crisippo
P l u t ., S
to ic . r
e p u g n 1052 A
om m un. n
o t ., 1075 A sgg.-s g g .
'Em.|.a|.|.0v'],
avaoa delle anime degli uomini.
*Eju5
iap,ovf), non fravaoa

315]
315 ]

LA
GRECIT
LA TARDA GRECITA

651
651

delledificio
dell'edicio ortodosso dello Stoa, soltanto quelle dei
gta prima nel mare della
sapienti ; le altre si perdono gi
vita unversalel.
pi marcata
universale (*). La personalit etica pi
(*).
quella che si conserva pi
pi a lungo
lungo(=-').
Dal lato fisico-materialistico
sico-materialisticofpareva
impossbile che
(3) pareva impossibile
l'anima`
l'anima che
lanima formata dd'un
un puro soo
soffio di fuoco, Tanima
durante la vita non era stata tenuta insieme dal corpo
ma essa ll'aveva
aveva tenuto insieme (4), subito dopo la dis
dissoluzione di questo corpo dovesse morire: come una
volta ella teneva unito il corpo, ora, e tanto p,
pi, tiene
unita se stessa. Per la sua leggerezza sale in alto, nel
nellaria
soffio che
l'aria pura sotto la luna, dove la nutre il soo
sale dal basso e non v
v'e nulla che la possa distrug
dstrugg e re ^ . Un mondo
mondo sotterraneo qual'era
qualera immaginato12345
gerell.
(1)
X e d v'd 'tis pv
fiv ovv
rcdoag (1:;
(rag ipvxs)
rci&iaixveiv (lyet)
(Xlyei) (pxgt
axqi
(I) K
Klevn
ofv :rcioag
-t|v;ci) mtapvstv
xxjg
V c iJ tjtoog
g S
rag 1:6'w
xtov ooqav
cocp& v jxvov,
io g . L
r t ., 7,
1:- xjruQcoaecog,
xnuoooacog, X QQowcar
-:g
uvov, D
D1oG.
LAa eERT.,
157. Ripetuto spesso senza nominare
u s e b io ,
nomnare i due filosofi:
loso: Did. Ario pr. E
Eusr-:n1o,
P
r a e p . ev.,
e v .,
Praep.

15, 822 A
-C (le tjjvxal
ipQvcov x
al lywv
XY<v l;o_`3w'v
cg>v muoiono
A-C
wvxal T^
1:3vv cpqvfmf
nai.

appena avvenuta la morte del corpo:


corpo : C) e altrove.
- La dottrina di Crissippo,
ip p o , aanche
n c h e in T
a c it o , Agrfc.,
A g r ic ., 46: S
i, zu!
ut sa
p ien iib u s ppacez',
la c e t , non cum
cum corTACITO,
S1',
sap'enfz'us

ppore
o r e eext:`ng'uuntur
x tin g u u n tu r m a gn
g n aa e am'ma.e
an im ae (ui.
(ai peylut
p.sydXai xpuxui,
opinai, P
l u t ., Def.
D e f. orac.,
o r ac.,
PLUT.,
18).
m nium qudem
quidern an
im os im
tn ortales esse, .sed
s e d fortum
fo r tiu m bonorum
que
18);
- O
Omnum
animos
mmortales
onorumgue
Dee le
Zag.,
dd`m'nos,
iv in o s , Cic.,
C ic., D
g ., 2.
2, 27. Espressione imprecsa.
imprecisa.
(2) L
o 'O 'e v e o x Q a 1pux1*|
ipuxf| (aitn
(aiixr| cxi
L'o-evsorga
ott xcav
1:GJv jtaievxcov)
ftatetcov) muore

toxvqorqa,
ola oxl
or. :rrsql
r
prima, '
f)
lo
x v Q O x s Q a , ol'a
jtsqI ro
xog oocpog
oocpovg sussiste pxgt
fixQi xijg
xjruQccecog,
o x o g r 3,63
363 a.
uarugoboemg, D
Doxogr.,

(3) Notevole il prevalere della concezione materialistica in quegl


quegli stoici
eneca, E
p ist., 57, 7, exsz`mant
e xistim a n t annzzmz
anim um hom
inis magno
che, secondo S
SENECA,
Eps.,
hominis

Pondere
e x t r iti permanere
perm anere non possa
posse et statini
quia fuert
f u e r i t itti
bandera ext:-ita'
.statim spargi,
s,arg, quin
lh
e x itu s Zber
liber (che ci richiama alla memoria la credenza popolare secondo
extus
taxetpdntat
la quale lPanirna
anima di chi morto durante una bufera eig
e\y&vq StajtecpvoriTai
itltkav, P
PLATONE,
Phaed.,
A,, 80 E>
D (V.
p
su,, p
p.. 259, 2).
xxml
al ar.a>.8v,
latone, F
haed., 70 A
(v . p
i su

(4) 0%
aopara rag
r apuxg
ouvxsu., X
llut
t ocnara,
Ox> -c
x ctjxaxa
rjnjxg cvvxei,
.X.5at qmxal
ipvxal x
otfiaxa, icmsq
cjotcsq
nal.
ff] xXAa
Molino. xa.
autiqv nal
1:. xxg
xtg xgate.,
Posd. pr. ACHILL.,
x
al f)
x al avxqv
x a l x
xQaxel, Posid.
A c h il l ., /img.,
s a g .,
E (Petav.). Da A
Ams'roTE1.P:,
opposizone agli
agi epi
epip. 133 E
r is t o t e l e , 411 b, 7, ma in opposizione
curei, in
in forma
forma prettamente
prettamente stoica
stoica (cfr.
Heinze,
Xenokrates,
mo sg.).
sg.).
curei,
(cfr. H
einze, X
e n o k r a t e s , 100
'

(5) S
SEST.,
trattazone ingenua, ma chiara, ri
re s t ., Adm.
A d v . plzys.,
phys., 1, 71-73. La trattazione

sale probabilmente
probabilmente aa Posidonio,
Posidonio, come
come gi
gi stato detto
detto pi
pi volte
volte (dal
C
orssen , D
e P
o s id , R
h o d i o [1878], p. 45 sg..
sg., e da altri);
Coassr-rn,
De
Posid.
Rhodio
aItri); cos anche delle
osservazioni consimili
consimili in
in C
CIC..
sgg. Qui,
Qui, a quel
quel che
che pare
pare
osservazioni
ic., Tusc., 1, 42 sgg.
Posdonio non si rende colpevole d'eterodossia.
Posidonio
d eterodossia.

652

LA
LA TARDA GRECIT
GRECITA

[3 16
[316

dal popolo e dai teologi, dagli stoici negato espressa~


espressa0); ess
eserctare la loro fantasia
mente (J);
essi preferirebbero esercitare
nellimmaginare una vita nelletere
nell'immaginare
nell'etere che ormai dive
divenuto il regno delle anime (2).
(12). Ma sembra che, in genere,
...__-.1.-i_

a t -yq
y q o-
o h e 1:61;
x g tp-uxg
tpu/ag vaottv
veoxiv 1'movo'r'|oa.|.
vjcovoficai ntm
xxco cpeqopva.
tpeQopvag. AsmzoAejtxo(1) K
Kai.
pegelg 'yq oocn.
oftoa. 1 sig
elq 'rofg
x o v g vco
fiGX Xov xJiovg
xovq>o<pogovaiv, S1-as-r.,
S e s t .,
neqsi
vto nttov
1::r:o'ug ovqocpoQo-ow,

A
d v , .P/aya.,
Phys., x,
a s ta v a gi.
u o s ta rragione
a g io n e fis
ic a p
e r rfeldere
e n d e r e inaccet
Ad:/.
I, 71.
71;. B
Baetava
gi q
qua:-:ta
saica
Del'
nlCCE2tabile agli stoici ll'ipotesi
ipotesi d'un
d un regno sotterraneo delle anime; oel
otielg w
Ai"AL&T]s, o
^ A xsqcov, o
ott K
omuts url.,
xxX., EHTTETO,
E p it t e t o , D
iss., 3, 13, 15. E questa
n,
o1'"AxQaw,
Km-wur
Diss.,
pretta dottrina stoica (v. B
on h ffer, E
p itte to , 56 sg.). Cfr. Cxc.,
C ic., Tusc.,
BoNnFFER,
Epitteto,
1,
S e n e c a , Com.
Cons. ad M
arc., 19, 4. Se uno stoico parla per caso
1, 36
36 sg.; SENECA,
Marc.,
in f e r i , del tn
fii-ng come dimora delle anime, questa non che
degli
z`rzj`eri,
unespressione
s intende parlare (quando le parole non siano una
un'espressione figurata;
gurata; s'intende

pura frase convenzionale) della regione pi


pi vicina alla terra, lo strato
inferiore
nuvole e
d aria,
JtaxvpeQOTaTog xat
jtQosYeu>x<*rc>s rjQ
nferore di
di nuvole
e d'ara,
znuxupeqoturog
nal uqogyetraro
g
(C
o r n u tus, N
a t. dear.,
deor., 5. Cosi
e in z e , X
en o kra tes ,
(CORNUTUS,
Nat.
Cost anche altri: v. R. H
HEINZE,
Xenokrates,
147, 2), nel quale le anime non sapienti (pi
(pi -umide,
umide, meno leggiere) devono
dimorare d
o p o la
o rte (crca
( circa ter:-am,
te rra m , come
c o m e dice
d ic e T
k r t u l l ia n o , A
n ., 54,
Clilllrarc
dopo
la. m
morte
'1`uIz1'ULL.1ANO,
An.,
in
fe r i , di cui
in senso
senso stoico;
stoico; ee si
si tratta
tratta evidentemente
evidentemente degli in
inferi,
cui si
si parla alla
alla
fine
capitolo). Pu aver fatto allusione soltanto a questo f)Q
= 6L6r)g,
ne del capitulo).
.1'1Q=11g,
diviso
loca tenetene divso dalle regioni superiori, anche Zenone, quando parlava di oca

brosa
rosa in cui le anime dei non sapienti
sapenti dovevano scontare la loro insipienza
(accomodato in senso platonico da L
a t t a n z i o , In
s tit ., 7, 7, 13).
Lnnmzlo,
Instit.,
(2) Soggiorno delle anim
e nell'aria: S
e s t ., A
d v . ppizys.,
h y s ., 1, 73; Clc.,
C ic.,
anime
SEST.,
Adv.
Tusc., 1, Q@
I l 42, 43; ll'uno
uno e ll'altro,
altro, probabilmente da P
o s id o n io . Sapientum
Posmomo.
Sapientum

anim as in superns
supernis mansz`onz`ms
m ansionibus coltocant
(Stoici), T
e r t u l l ., A
n ., 54.
anima:
coliocamf (.S`t0cz),
'l`ERTULL.,
An.,
In generale: stg
pe'iKoxaC'dm, dice M
a r co A
u r e l ., 4, 21, delle
sig xv
-:v ga
gu. nstoraaat,
Manco
AUREL.,
anime dei defunti
iapveiv x1:.g
g xaSv
defunti;; v x<S
1:15 jteQixovxi
zrceqtxovn-ta.p.ve|.-v
1:'w jto'd'avvxcov
snzoqv-v-mw
ipTJXg, Did. Ario pr. E
u s e b io , Praep., 15, 822 A. (Ascensione graduale
tpux,
Eusssio,
eneca, A
d M
arc., 25, 1; ma non ve
a regioni
regon sempre pi
pi elevate: S
SENECA,
Ad
Marc.,
veramente stoico).
Sar questa certamente un'antica
unantica concezione stoica
-- Sara
a llopinione di Crisippo ocpaiQoeieg
(forse sta in fondo gi all'opinione
ocpa.|.Qoe|.e.
- come peLexooQa
xg qavx
tyvxg pex
-d'dvaxov yiveout
Ytveo-O-at [Eus'r.az1o,
[E u s t a z io , 11
., 1288,
'ctoqct di fuoco
- 1:61;
p.a1:. varov
II.,
io]); Posidonio
1o]);
Posdonio pare labbia
Pabbia adornata con fantasie
fantase pitagorico-platoniche,
verso le quali si sentiva inclinato.
pitagorici favoleggiavano di anime
nclinato. II ptagoric
ondeggiano nell'aria-(vedi
nellaria (vedi p. 157), del sole e della luna come sog
che ondeggano
sogPosdonio le anime abitano
abtano xv
1:'v
giorno delle anime (vedi p. 126, 2); per Posidonio
'Jt
e s t ., Phys.,
'sr oe^fiVTiv
Gekvnv xjtov
'czfcov (S
(SEs'r.,
P/ys., 1, 73), luogo adatto agli esseri divini
divn

ma non perfetti. E
E.-:s
cr..p,o-ve; (S
(SESTO,
Q 74) oppure
s s i sono ci che si dice aipoveg
esto,
fjQooes (cosi
io g . L
a e r t ., 7, 153, secondo gli stoici), heroes et lares et
iiqmsg
(cos D
Dto-G.
LAERT.,
genii,
A g o s t ., C.
., 7, 6,
6, p. 282,
genz', come dice alla stoica Varrone (pr. S. AGOST.,
C`. D
D.,
14 sgg. Domb.); n
piena tutta l'ara
l aria (Posd.
(Posid. pr. Cic.,
n'
CIC., D
Dee divin.,
dwz., 1, 64.

Qualcosa di
di molto
molto simile presentato
presentato come
come dottrina
dottrina pitagorica
ptagorica in
in Aless.
Aless.
Pol. pr.
pr. L
LAERT.,
32. V
V.. p.
p. 156,
1). Ma
Ma Posdonio
(sopra tutto
tutto se
se Cicerone
Poi.
a e r t ., 8, 32.
156,1).
Posidonio (sopra

317]
317 ]

L4
LA TARDA
TARDA GR1-:CITA
GRECIT

653
653

si astenessero da tali invenzioni.


invenzion. La vita che le anime
dei sapienti e dei non sapienti
sapient conducevano nellal
nell'al di l
rimase priva d
di contenuto (1)
(*) per coloro che ancora erano

trattenuti sulla terra.


-- che
E la teoria del perdurare dell'anima
dellanima ndivduale
individuale
no all'ipotes
d'un'immortalit perso
personon giunse mai fino
allipotesi dunimmortalit
- come in realt non era necessara
prenale
necessaria per le pre
messe
metasiche
le quali
quali tu
tuttava
fu
m esse m
e ta fisic h e della
d ella scuola
sc u o la ccon
o n le
ttavia fu

collegata,
col legata, anzi quasi non poteva sussistere accanto ad
esse, cos non aveva alcuna essenziale importanza per
dottrinastoica,
il valore e la consistenza della dottrina
stoica, e tanto
l'aveva per letica
l'etica e la condotta della vita. La
minore laveva
sapienza dello Stoa contemplazione della vita, non
della morte. Nella vita terrena e in-essa
in essa soltanto, lotlot
e ricorso
rcorso a lui per il .S`omm'um
Somnium .S`cz}>z`om'.s-)
Scipionis) sembra abbia imitato specialmente le fantasie
fantasie di E
Eraclide
Pomfco ee le
le notizie
notizie ch'egli
sulla vsione
mente
raclide Pontico
ch egli d sulla
visione
d'Empedotimo
pi degli altri a dar consistenza
d Empedotimo (v. p. 90, 1). Fu costui pi
alla concezione del regno delle anime n
nell'aria;
ellaria; in quanta considerazione
si tenessero le sue immaginazioni dimostrato dalle citazioni della sua
opera fatte da Varrone fin
n gi
gin g
gi a Proclo e a Damascio. Lo doveva

indurre, proprio come doveva pi


pi tardi indurre gli stoici, a far tendere
verso 1'alto
l alto le anime liberate dal corpo (le faceva andare anche nelle stelle
e nella luna, come astr
Dcxogr.,
sgg.;; 356 a, io)
10) la sua
astri abitati, D
c x o g r 343, 7 sgg.
ipotesi che l'anima
tm aigtov
cr'p.a (Filopon.); (tpmroctg,
lanima sia un
at'O'Qiov acfia
((pooroeifirjg, un mmm
lumen

['I`ER'rULl..,
An.,
[T e r t u l l ., A
n., 9]). In ci egli segue un'opinione
unopinione dilusa
diffusa ga
gi nel 5
50 sese
Eurpide, v. pp. 252 sgg.) e dvenuta
colo (in Senofane, Epicarmo, Euripide,
divenuta a dirittura
popolare, la quale fin
tin da principio aveva portato a concludere che l'anma
lanima
liberata sarebbe entrata st;
'rv
etg t
v p.o|.ov
potov etgo.
al'ffQa e si sarebbe elevata nelle
superiori delletere.
regioni superior
dell'etere. Eraclide adorna questa concezione di fantasie

losoche e astronomiche (unaltra


(un'altra volta sembra clfegli
filosofiche
chegli abbia negato, e
xot lo poteva portare facilmente a farlo, sostanza
la sua dottrina degli yxoi
PLUTARCO,
Moral.,
e consistenza alle aanime
n im e:: P
lu tarco, M
oral., ed. Wyttenh.,
W yttenb., v, p. 699).
Posdonio accetta le fantasie d'
Eraclide;; e cos,
Posidonio
d Eraclide
cosi, non certamente senza
che vi contrbusse
losoca,
contribuisse in qualche misura questa letteratura semi filosofica,
la fede in un soggiorno delle anime
a n im e nell'etere
nelletere divenne popolare, come
rsulta dalle iscrizioni funebri (v. pi
risulta
pi sotto).
(1) Cicerone, seguendo Posidonio,
Posdonio, attribuisce alle anime,
anime. negli spazi
dell'ara,
dellaria, una beata contemplazione della terra e delle stelle: Tusc., 1,
Q@ 44-47 (cfr. S
SENECA,
Marc.,
e n e c a , Crms.
Cons. ad M
a rc., 25, 1, 2); il simile fa nella sua
trattazione
Somnium Scipion
is, qui come la
l attehendosi
attenendosi decisamerlte
decisamente
trattazone nel Somnum
S`p'om`s,
ad Eraclide Pontico.

65
6 5 44

LA
A R D A GRECITA
G R E C IT
LA TTARDA

[3 11 88
[3

tando contro gli stimoli contrarii, si pu raggiungere


il fine
allattivit umana: la riproduzione della
ne proposto all'attivit
sapienza e virt
a lm en o n
fin
sapenza
virt divina nello spirito umano, almeno
d o v e questa
q u esta e p
o ssib ile ai ssingoli
in g o li fram
m enti staccati
dove
possibile
frarnmenti
(0.
dalla divinit
divinitfll.

Ma la virt
virt basta di per se stessa a far raggiungere
la felicit; alla quale nulla toglie una durata minore, e
una maggiore nulla aggiunge
(12). Nella dottrina stoica
aggungel.
non c
alluomo, al sapiente, un comcom
c' nulla che additi all'uomo,
pimento
pmento del suo essere e dei suoi doveri in una vita
fuori del corpo e deHmbito
dell'mbito dei suoi doveri terreni.

4.
4-

dogmatismo della dottrina stoica


Quando il rigido dogmatsmo
cominci a vacillare, anche la credenza nell'immortanellimmorta
lit che non era nata n
ne era condizionata dal nocciolo
pi
pi intimo di questa dottrina corse pericolo di perdere
il suo valore assoluto per essere venuta in contatto
troppo stretto con la critica e le dottrine d'altre
d altre scuole.
conne fra le teore
Le linee di confine
teorie delle varie stte,
prima rigidamente tirate, cominciarono a scomporsi, qui
e l
la avvenne qualche scambio e quasi quasi un agguascrittore tra i pedanti della
gliamento. Panezio, il primo scrttore
scuola stoica, il maestro ed amico di quei
que nobilissimi
romani
filosofia greca piant nel
roman del suo tempo, cui la losoa

'Aarosraoua to
'ro ieoii.
'
(1) Anojcaojjia
freon.
(2) Principio stoico ripetuto spesse volte (e sviluppato specialmente da
Semana,
Jlarc.
Aur.
S
e n e c a , Epst.,
E p ist., 93). V. GATAKER,
G a t a k e r , ad M
a rc . A
u r. (3, 7), p. 108, 109. Per
la felicit del sapiente (stoico)
c bisogno d'un
d un ppcog
iif\xo$ Bov
piov 1:e1.e.ou,
xe^eiou,
(stoco) non c'
l opinione dello Stoa,
come opinava Aristotele (v. p. 304, 1). Del resto, qui l'opinione
che << m
a g n i artificis
clusisse totum
totum in ex1:g'uo;
e x ig u o ; famfum
ta n tu m sapienti
su a ,
magna'
artzczs est
es! c!u.tz`sse
sapz'em'z` sua,
uamfum
asias p
pata!
II), concorda pienaquantum daa
dea omns
omnis aetas
a te t (SENECA,
(Se n e c a , Epsi.,
E p ist., 53, 11),
piena
mente con quella d
pi oltre).
d' Epicuro. (V. pi

3319]
19]

GRECIT
LA TARDA
TARDA GRECITA

655
655

cuore il germe di quellumanit


queIl'umanit che il suolo di Roma,
pi duro, non avrebbe potuto produrre, Panezio, che
pi
pensava a procurare gran diusione
diffusione ai suoi scritt,
scritti, disdis
se
n tiv a in
un ppunto
u n to d
a llan tica dottrina sto
ic a oror
Sentiva
in pi
p d
d'un
da1l'antica
stoica
todossa. Secondo lui lanima
l'anima umana formata di due
elementilll;
elementi
b); non ha unit, ma composta di << natura
e di << anima > in senso stretto(2):
stretto b): nella morte gli eleele
menti che la formano si separano e passano a far parte
com'e nata nel tempo,
dd'altre
altre composizioni. L'anima,
L anima, com
com`e capace di sofcos nel tempo passa e muore; com
sof
frire e soggetta a sensazioni di dolore che la distrugdistrug
gono, finisce
nisce per soggiacere al suo ultimo dolore. In
l'anima
mezzo alla scuola stoica Panezio insegnava che lanima
avvene insieme con la
e mortale e che la sua morte avviene
morte del corpo
b).
corpolsl.
.

(1) D
Duo
genera sono
sono n
nell'anima,
Panezio che
chamava in
n(1)
uo genera
ellanima, secondo
secondo Panezio
che la
la chiamava
ammata
anima
fiam m ata anim
a (CIC.,
(Cic., Tusc., 1, 42).
molto probabile che Panezio abbia
concepito ll'anima
anima non come un unico sftvepot
rcvevpa vsquov,
v'd'SQjxov, come faceva il
pi antico Stoa, ma come una composizione
composizone di due elementi (ar
pi
(a r et
et zjgm's;
ignis ;
altrettanto
luii [Co:v|PMu=:'r'r,
a ltr e tta n to fece anche Boeto quasi
q u a s i contemporaneo di lu
[C o m p a r e t t i ,
S.. Scip.,
Scz., 1, 14, 19). V.
Ind. .Sto1`c.,
Stoic., pp. 78 sg.] sec. MACROBIO,
M a c r o b io , in S
V . SCHMEK1.,
Sc h m e k e l ,

Pkilos.
mtttl.
Philos. d. tm
tll. Stoa, 324 sg.).
sg.)
(2) Ocig
1I>o|.g ee ijruxfj.
1pux1. Pan. pr. N
Names.,
Nat.
Izom.,
p. 212
212 Matth. Qui
(2)
e m e s ., N
a t. hom
., p.
tendenza. a un dualsmo
(ZELLER,
a', Gr?,
innegabile la tendenza
dualismo psicologico (Z
e l l e r , Pzos.
Philos. d.
G r.123,
3,
1, 55)505). Rimangono assai
assa malcerte
malcertc le
lc altre ipotesi di Panezio sulla di3 1
di

visioue
dell'anima. Con
Con una
una certa
cezta determinatezza
visione dellanima.
determinatezza s'esprime
s esprime soltanto
soltanto CICi
Tusc., 1,
So, parlando
parlando di
Tusc.,
1, 80,
di Panezio:
Panezio: aegritudnes
aegriludines iras
iras 1`z`d:`m'sue
libidinisque
.remotas a m
mente
dscusas putat.
semotas
ente et disclusas
p u ta t.
c1-:RoN1=,
c
erone,

(3) Panezio nega non solo lPimmortalita


immortalit delle anime, ma anche la loro
tauov dopo la morte: Clc.,
Li si adducono due ragioni
6iap,ovr|
C ic., Tusc., 1, 78, 79. LI
negazione: 1)
1) tutto
tutto ci
ci eh
ch'e nato
nato (come
(come l'anima,
aa questa negazione:
l anima, che
c h e nasce coldeve morire
morire (principio aristotelico,
aristotelico, v.
v. p.
p. 3oo,
ci che pu
pu sentir
ll'uomo)
uomo) deve
300, 4); 2) ci
dolore ee lo
lo sente
sente (come
(come l'anima)
poter ammalarsi;
dolore
lanima) deve
deve anche
anche poter
ammalarsi ; ci
ci che
che s'ams am
persce per ragoni
intemala una volta dovr perire. (Lanima
( L anima dunque perisce
ragioni inte

riori, per degenerazione sua propria, non per violenza esteriore, nell'inn ellin
cendio del mondo; di questo periodico incendio Panezio per lo meno
dubitava).
- Da C
Cicsnouu,
dubitava).
ic e r o n e , Tusc., 1,
1, 42 non risulta affatto, come vorvor
SCI-1ME1<1:1.,
ct., 309, che Panezio esponesse ancora questa
rebbe lo S
c h m e k e l , op. cit.,
l'anima, essendo composta, nella morte deve dissol
dissolterza ragione: che lanima,
trasformars a loro
versi nei suoi elementi formativi, e che questi devono trasformarsi

656

LA TARDA
TARDA GR1-:crrA
LA
GRECIT

[320
[320

Posdonio, come scrittore pi


pi efficace
ecace
Il suo discepolo Posidonio,
ancora di lui nella cerchia dei dotti liberi e non limilimi
tati da dogmi scolastici, torna all'antica
allantica concezione
dell'unit de1l'anima
ch' un soio
stoica dellunit
dellanima eh
soffio di fuoco.
Nell'anima
si, tre forze, ma non
Nellanima umana egli distingue, s,
varii elementi; quindi, non aveva pi
piu nessuna ragione
dellanima nei suoi eleele
di credere ad una dissoluzione de1l'anima
menti al momento della morte. Negava pure che le sin
singole anime fossero nate nel tempo e che, di conse
conseguenza, nel tempo dovessero perire; tornava invece
allantica
all'antica concezione teologica della preesistenza del
dellanima e della sua esistenza n
fin dal principio della crea
l'anima
creazione del mondo, e quindi poteva affermare
aliermare che avrebbe
durato almeno fino
no alla prossima distruzione del mondo
W.i _
per opera del fuoco signore di tutte le cose (11.
.,.__i.-.__

volta in altri elementi


elementi;; data la dottrina di Panezio intorno alle anime,

gi era stata accen


questa considerazione doveva sorgere quasi da s, e g
accenCameade contro l
immortalit della divinit
nata neHargomentazione
nell'argomentazione di Carneade
Pimmortalit
e dogni
acconsent.
d'ogni ^ov,
Zrpov, cui Panezio, per il resto, acconsentl.
(1) Posidonio
Posdonio distingue nellanima
nell'anima delluomo
dell'uomo non tre parti, ma tre vvduvfASig
xaQiag gnmuvng
QpcojxvTis (GALENO,
(G a l e n o , v
pet piag
nui; oaiag
ooiu; x
x xfjg
1:i"1g aagiug
v,, 515); distingue
cio,
il t-up.op.i.Sc
iti/ftajM-'n'tixv (IU
(i b i d 476
CUES, come
Cmc Platone,
Plitunt, 11
il oyi.<y-rtw<?Y,
Puoytdvanv, il
-B--upnnt e 1
|'J'rL''1p:r'tt.1f.'V
sgM
vvp,8ig toyot
Xoyoi (in esse si formano solsol
sg., 653). Questultime
Quest'ultime due sono le uvnstg
tanto qaotvraoiut,
tpavxaciai, come determinazioni dei loro stimoli: ibid.,
id., 474, 399);
i oid^T]
:r:.'*11 non sono giudizi n
ne conseguenze derivate da giudizi, ma sono
eccitamenti (xivf|d8ig)
Svvjieig to-yor
,ovot (z'z'a.,
{ibid., 429
(utvoat) precisamente di queste nvnetg
sg. ; cfr. 378)
sg.;
378):; soltanto cos si spiega come possano nascere passione e
delitto
elluomo la cui anima non pura forza razionale (come afferaffer
deltto n
nell'uomo
mava Crisippo); cfr. anche GALENO,
G a l e n o , IV,
i v , 820. C'
C quindi nell'anima
nellanima umana
toyov x
nai.
naxatpov nai.
o..p.oJv Guyysviqg
anche un dXoyov
a l xaxatfiov
xal aov
d e o v accanto al Saifxcov
<JUYVev'ns
reo
xv ltov
Xov xoftov
ioixovvxi (GAr.eNo,
(G a l e n o , v,
v , 469 sg.). Come ci sia pos
116;) rv
xouov tomofvn
posene lanima
mmima unoieiia,
-.m=<t..~r, e, di sua
ene natura.
natura, Un
un 0:ru:-vaiuu.
sibile, dato che
rV8'|l<X del
tutto divino, difficile
Posidonio non conosce, del resto, nel
dicile dire
dire;; anche Posdonio
L etica dello
mondo, un principio non-divino o contrario alla divinit. L'etica
Stoa aveva mostrato fin
dualismo che qui passa anche
n da principio un dualsmo
nella sica
fisica alla quale originariamente, nella dottrina stoica, era estraestra
neo:: in conseguenza di questo s'insiste
neo
s insiste di pi
pi sulla contraddizione (am(am
anima e corpo
corpo,
flu id a
messa sempre dagli stoici) tra anima
, V
1' inutilis
z`nutz`11's caro ac ufda
en eca, E
p ist., 92, io).
l anima
(Pos. pr. S
SENECA,
Epst.,
ro). E, per questa contraddizione, l'anima
non devesser
dev'esser nata insieme col corpo n deve nascere quando questo

321]

LA
GRECITA
LA TARDA
TARDA GRECIT

657
657

Non fu
lu unintima
un'intima necessit quella che lo spinse a rimaneggiare le antiche dottrine della scuola; egli men
buone le obiezioni che dubbii nati fuori della scuola sol
sollevarono contro questa dottrina, o rinunciando senz'alsenzal
diatro alla partita oppure spostando le figure del gioco dia
..__.__-_._-_,...

~n`1v wuxv
w.. psraysvsorqav
gi esiste (~(a(ovva|.
(yeyovvai xqv
ij>vxt)v xal
psxayeveoxQav sivat
etvai [-:or
[tov ocp.o.1:o.;]:
ccpaxog] :
Plxranco,
ga vissuto prima,
Crisippo pr. P
l u t a r c o , Stoic. rep., 1053 D), ma ha gi
di unesistenza
un'esistenza divina individuale. La tradizone
tradizione non dice espressamente
che Posdonio
Posidonio ammettesse la preesistenza deli'anima
dell anim a,
attri
, ma gli si altridottrina-(tutta
drettive del suo pensiero),
buisce con ragione questa dottrina
(tutta nelle direttive
ch'
pi volte come cosa naturalissima
naturalissma nelle opere in cui Cieh
introdotta pi
Ci
rpetono Posidonio
Posdonio (vedi C
CORSSEN,
De
Rhod.,
cerone o Seneca ripetono
orssen, D
e Posid. R
hod
25 sgg.
sgg. In S
Ses1'.,Pzys.,
1, 71,
71, non si pu riscontrare la teoria della
pp. 25
e s t ., P h ys., 1,
preesistenza, come crede il Heinze,
H e i n z e , Xeno/E-rates,
X enokrates, 134, 2). Se il aiuaw
aipwv
dell' anima esisteva prima che entrasse nel corpo, possibile ch'esso
entr
dell
ch esso entri
19"Qt1'*Ev
d^jQtt'dev nelvirnrnn
nell nomo

solo
enla

al
al

momento
rncrnento

della,
della

creazione
creuzion

di
di

lui
lui;;

Cr a c C ltS
r';C'IJ

CICERONE,
dz`zz`n., 2, 119, con evidente
eextrinsecus,
xtrin se cu s, come lo chiama C
ic e r o n e , De
D e divin.,
BoNuFFE1z,
Epztet,
tratta:-:ione
riferimento (come osserv il B
onho ffer, E
p ik te t, 79) ad una trattazione
fatta in 1, 64 e riportata espressamente a Posdonio,
Posidonio, nella quale si parla
immortale:
L'anma
neIl'uomo
degli im
m ortales aanima'
n im i di cui piena l'aria.
l aria. L
anim a entra n
elluomo
nell'aria. Tutta la massa delle singole anime
dalla sua precedente vita nellaria.
incorporee viveva gi prima della loro vocou.1:coo|.<;,e
vcfcopaxojotg, e non la sola Unica
stoco si risolve in un pansostanza impersonale di esse: il pantesmo
panteismo stoico
Tuttava, in opposizione
opposizioue al suo maestro Panezio, Posidonio
Posdonio
demonismo. Tuttavia,
mantenne la teoria del dissolversi periodico di tutte le vite nella Unica
vita universale, nel fuoco originario (Do.z'ogr.,
(D o x o g r 388 a, 18; b, 19). Perci
egli non pu aver fatto cominciare la vita dei singoli demoni delle anime
d'ogni
d ogni periodo del mondo, che col principio d'ognuno
d ognuno di questi periodi
stessi;
stessi ; e il perdurare delle anime dopo la separazione dal corpo non pu
arrvare, secondo
secondo lui, oltre la
la prossima
prossima z-mocootg
nesatta
arrivare,
xjtQCooiQ (dunque inesatta
Pespressione ciceroniana, De d
div.,
am`mz`,
lespressione
iv ., 1, 64: z'mmori'aIes
im m ortaes anim
i, presa da PoPo
sdonio).
sidonio). Rigettando, dunque, la negazione del perdurare delle anime fatta
da Panezio,
Panezio, egli
egli non
che ritornare
da
non poteva
poteva che
ritornare alla
alla teoria
teoria condizionata
condizionata deldel
quale era
era. stata
stata formulata
formulata dall'antco
lPimmortalit.
immortalit quale
dallantico Stoa.
Stoa. Cosi
Cos egli
egli pote
pot
negtotxii :reality-ysveoio.
ammettere con Crisippo ed altri stoici una jreQiotxr]
jtaXiyyEveoia (MARCO
(M arco
AUREL.,
11, 1)
1) dopo
del mondo,
A u r e l ., 11,
dopo l'inceudio
l incendio del
mondo, in
in cui
cui tutto
tutto si
si ripetesse
ripetesse ee anche
anche
ogni
singolo uomo
uomo del
precedente dovesserinascere
ogni singolo
del periodo
periodo precedente
dovesse rinascere allo
allo stesso
stesso
luogo
prima (Cris.
(Cris. pr.
Inst.,
luogo di
di prima
pr. LATTANZIO,
L a t t a n z i o , In
st., 7,
7, 23.
23. 3,
3, ecc.
ecc. Fantasma
Fantasma orcoorficopitagorico;; v.
p. 118,
118, 2);
interrotta ee divisa
divisa dalla
pitagorico
v. p.
2) ; essendo
essendo la
la vita
vita individuale
individuale interrotta
dalla
sua Cmonaroraot
jtoxaxdoxaois da lunghi intervalli di tempo, questa non pu consiconsi
derarsi ancora un<Hhxvacia
un't'o.vo.oio. dei singoli individui. Mancano ragioni
sucienti per attribuire a Posidonio
Posdonio (come fa il Hrsmz,
Jr?-mokr.,
sufficienti
H e in ze , X
e n o k r 132 sgg.)
la teoria
teoria che
che ci
ci sia
sia una
una serie
di fAerevoajfiaTtoet^
ucrevamnarobaet; d
dell*anma,
una
la
serie di
ellanima, sebbene
sebbene una
tale
concezione in
stessa non
non sembri
sembri mpossible,
tale concezione
in se
se stessa
impossibile, nemmeno
nemmeno rimanendo
rimanendo
R01-mn,
- 11.
E. R
ohdb , Psiche -11.

21
21

658
658

LA
ARDA G
R EC IT
LA TTARDA
GRECITA

[322
[322

lettico e cercando di coprirsi colPintrodurne


(*). Con
co1lintrodurne altre (I).
la stessa freddezza poteva anche, in questi rimaneggia
rimaneggamenti, negare o0 riaffermare Pimmortalit.
limmortalit. La trattazione
di Posidonio,
elementi platonici e poetici, dovette
Posdonio, ricca d
d'elementi
essere accolta con plauso dalla maggior
d una
maggor parte d'una
vasta cerchia di lettori, in una societ d'elevata
d elevata cultura,
per la quale il pensiero della sopravvivenza delle anime
era un bisogno pi
dellanimo e del
piu della fantasia che del1'animo
sentimento
pi eloquente rappre
sentmento pi
pi intimo. Cicerone, il pi
rappresentante della romanit
romant ellenizzata dei suoi tempi, ci d
forse unidea
un'idea della predilezione
predlezione artistico-estetica con cui
si accettava questa concezione
tratta
concezione;; e ce la d nelle trattazzoni
io n i intorno alla fede nel perdurare della vita nel divino
elemento delletere,
chegli fa, attenendosi in sostanza
de11'etere, ch'egli
a Posidonio,
Scipione e nel primo libro
Posdonio, nel Sogno di
dz' .S`cz`pz`0ne
delle Tusculane
12).
Tuscuimze (*
(2).
_._..-_..._--_-

ferma l
xttCqc0015 finale.
peTaYYiOfAs
1' tcatqcootg
nale. Ma il trovare in Plutarco la teoria del uetayytoug
rpu^cov
xpuxrw non ci d ancora il diritto
dirtto di riferire a Posidonio
Posdonio le notizie
notize sospette
che alcuni 5o^oyQdq)Ot
oo-ygcpot. dnno intorno a questa dottrina stoica
stoica:: Plutarco,
infatti, ripete
Posidonio, ma senza rinunciare mai ad innestarvi fan
infatt,
rpete qua e l Posdonio,
fantasie
sicch rimane molto malscuro
malsicuro il valer
voler
tase platoniche o di sua invenzione,
nvenzione, sicch
fissare ll'OI'gIl6
origine precisa dei singoli
dei suoi quad:-i
quadri variopinti.
SS-.ITC
sngoli particolari
partcolar dei
(1) Lo S
c h m e k e l (D
ittl. Stoa,
S to a , 1892) dimostra con molta
ScHME:1cEL
(D.. Philos.
Phlos. d. m
mttl.
evidenza che Panezio fu spinto
ad esporre i suoi principii
spnto ad.
princpi intorno alla
natura e alla sorte
serte delle anime, sopra tutto dalla polemica di Cameade
Carneade
contro i dogmatici,
dogmatci, e specialmente contro quelli della scuola stoica. Meno
evidente la relazione
Cameade in Posidonio
eterodossie ;
relazionc con Carneade
Posdonio e nelle sue eterodosse;
Crisippo, che si scosta di molto da
ma sicuro
scuro chegli
ch'egli si leva contro Crsippo,
Panezio, e quindi rimane
rmane dimostrata anche per lui, almeno indiretta
ndirettamente, una relazione
relazone con Cameade,
Carneade, alla cui critica Panezio aveva ceduto
nei punti prncpali.
principali.
(2)
ammesso generalmente che pel primo libro delle Tusculanae ri
riCorrcssc a
a. Posdonio
(no a
ze ch
che.
punta se ne giovasse non si pu stabcorresse
Tosidonio (fino
e punto
Stabi
lire
lre che per ipotesi); ed per lo meno molto probabile che vi ricorresse
anche per il Som
nium Scipionis
o r s s e n , De
D e Positi.,
Sommum
Scz}z'om`.s- (v.
(v- C
Conssam,
Posd., 40
40 sgg.).
sgg..
-- La
predilezione
predlezone per tali speranze nellimmortalit
nell'immortalit mantenne in Cicerone ca
carattcre puramente artistico (e, come in lui, in tutte le persone colte del
rattere
suo tempo e della sua societ).
retorica o non assume
socet). Quando non fa della retorca
posa di scrittore,
scrttore, specialmente nelle lettere, non mostra traccia di queste
enfas (v. B
Boxssran,
La
convinzioni ch*eg1
ch egli di solito professa con tanta enfasi
o is s ie r , L
a
religion
'A u g . aux
a u x Am'om'n.f,
A n to n in s, 1, 58 sg.).
rez`gz'on rom. daAug.

3325]
23]

LA TARDA
TARDA GRECITA
LA
GRECIT

659
659

55.-

stoicsmo fior
or a lungo. Pi
Piu e meglio che mai
Lo stoicismo
esso corrispose al suo vero ufficio
ucio durante il primo e il
secondo secolo dellera
dell'era nostra, quando ag efficacemente,
ecacemente,
come sapienza di vita e non come dottrina morta.
morta, per
conservare ai suoi aderenti, nelle dicolt
difficolt e nel bisobiso
gno e, pi,
lautonomia
pi, nellabbondanza,
nell'abbondanza, la libert e l'autonomia
del loro spirito che si basava sopra la sua propria
virt. Non era sempre soltanto quella semplice imita
imitavirt.
zione dd'una
una moda letteraria o quel desiderio di menar
vanto di paradossi virtuosi, che gi
attirato
ga avevano attrato
alla dottrina stoica i nobili della pi
pi alta societ di
Roma. Non pochi vissero secondo i dettami di que
questa dottrina e morirono per le loro convinzioni. Questi
senmartiri dello stoicismo andavano a morte non << sen
z'ombra di pathos tragico
tragico come avrebbe voluto l'in1zombra
V im
da1l'ostinatezza('):
peratore stoico, ma neppure accecati dallostinatezza
b):
vi andavano
anclavano con decisione ben ponderata; eppure non
era la sicurezza
scurezza inconcussa
nconcussa che avrebbero continuato a
vivere in
in forme
forme superiori di vita, quella che rendeva
loro cos facile la rinuncia alla vita terrena
terrenal.
(12). Ancora
c
ci parlano i rappresentanti di questo stoicsmo
stoicismo romano,
partcolare che gli deriva dal suo temognuno col tono particolare
tem
loperamento e dalla posizione socialez
sociale: Seneca, il filo

nut \piXr)v
t|.?t'v atagrogtv,
kk ekoytouvmg
an(1) O15
Ov xax
JtaQraliv, AA
A.eA.oYttffAvcoi; nal.
xal osuvog,
oep/viog, se an
che non completamente rpaYtScoc
u r e l i o , 11,
t i , 3).
-:Qu-ytim (M. A
AURELIO,

(2) Quando Caio lo uccide, Giulio Cano vuol soltanto vedere se c'
c
Vero nella fede dell
(elI'm1n0rtalit:
Trang.
rm., 14,
qualche C053.
cosa di vero
immortalit: SEN.,
S e n ., T
ranq. an.,
8. 9.
9. D
Dee nnatura
anzmae
et dissociatione
a'z`ssocz'atz'one spiritus
s_brz`tus corporisque
corporsque inquirebat
fnguireat
8.
a tura anim
ae et
Trasea Peto,
Peto, prima
prima dd'essere
giustizato, con Demetrio
Demetrio il
il cnico
maeTrasea
essere giustiziato,
cinico suo mae
stro: T
TAC.,
Ann.,
problem, che avrebbero potuto diven
divenac., A
n n ., 16, 34. In questi problemi,
tare per
per loro
loro ragione
ragione del
del loro
loro eroismo,
eroismo, ess
portano un
un convincimento
tare
essi non
non portano
convincimento
saldo; (prima d
d'uccidersi
Fedorze:: PLUT.,
Cato m
mm.,
uccidersi Catone legge il Fedone
Pl u t ., Calo
in., 68. 70).

66o

LA.
LA TARDA GRECIT
GR ECITA

[324
[3 2 4

sofo mondano, e 'Marco


Marco Aurelio, Pimperatore,
limperatore, e i
maestri e modelli della pi
pi virtuosa giovent
giovent romana,
Musonio ed Epitteto. Gli sforzi seri e tenaci fatti da
questi filosofi
loso per educarsi
educars alla tranquillit,
tranqullt, alla libert,
alla *pace,
'pace, alla purezza e bont dei sentimenti, ce li ren
rendono tutti degni
pi degli altri Seneca,
degn di rispetto; e pi
per il quale la scuola della saviezza dovette essere una
lotta continua contro la sua natura e la sua fantasia
troppo eccitabile. Essi, come non si cercano un libe
liberatore e redentore sovrumano ma acquistano
acqustano la fiducia
ducia
nel raggiungimento
raggungimento della loro mta
meta solo per forza del
loro proprio
propro spirito, cos non hanno neppur bisogno
di sperare nel compimento
spi
compmento delle aspirazioni dello spirito in una vita ultraterrena. Il loro cmpto
compito rimane
circoscritto tutto in questo mondo. Lantica
L'antica dottrina
stoica del perdurare delle anime fino
allincendio del
no a1l'incendio
mondo, nel quale perir
individuale!1), didi
perir_ ogni forma indivdualel,
venta ormai, tuttal
unipotesi come tante altre (2
34);
tutt'al pi,
p, un'ipotesi
(2);
forse, non che un << bel sogno (3). Ora, sia la morte
un passaggio ad unaltra
o sia la fine
un'altra esistenza, 0
ne ultima
della vita personale, per il sapiente essa ugualmente
la benvenuta; ch
che egli non misura il valore della vita
dalla durata, ma dalla pienezza del suo contenuto. In
fondo, Seneca inclina all'opinione
allopinione che la morte rechi
all'uomo la ne,
alluomo
fine, dopo la quale una << pace eterna atat
tende lo spirito irrequieto
(4).
irrequt-3t0(4).
Nos
uouefelces
anmae
aeferna sorttae
(1) N
os quoque
felice* anim
ae et aeterna
so rtita e((dice
dice l'anima
l anima del padre
SEN.,
ad
Marc.,
antqua elementa
lamenta vertem
vertemur
di Marcia, S
e n ., Cons. a
d M
arc., 26, 7) in antiqua
ur
quando avverr ll':n'Qcom.g.
xjrugcoais.
(2) S
eneca, E
p ist., 88, 34.
SENECA,
Epst.,

(3) Bellum
Belum somnzmz,
SENECA,
102, 2.
(3)
sommimi, S
e n e c a , Epst.,
Epist., 102,
(4) Quando Seneca espone opinioni precise intorno alla vita dopo morte,
morte.
(4)
fortasse,
sapentmfz fama
non si spinge mai oltre un fo
rta sse , ssz'i modo vera sapientium
fa m a est
(E
p ,, 63, 16), rileva con intenzione il consensus Izornnum
hom inum (.E
p ., 117, 6) le
(12),,
(Ep,
v iro ru m rem gratissim
am ppronu`ttentz'mn
r o m itte n tiu m m
agis quatti
opiniones ntagnorum
magnorum furorum
g'ratz`ssz'mam
mags
quam
probantium
proantium {Ep.,
(Ep, 102, 2). Secondo lo stile degli scritti
scrtti consolatorii,
consolator, nelle

32
3 2 55]]

LA
LA TARDA
TARDA GRECIT
Gnacrr

66
661l

Limperatore
stoico non vede ben chiaro se la morte
L'imperatore stoco
sia una dispersione delle parti dell'anima,
dellanima, come credono
atomisti, o se lo spirito
s p i r i to si c
o n s e r v i , incosciente
gli atomsti,
conservi,
ncoscentc o
cosciente, per uire
fluire ben presto 'nella
nella vita del Tutto.
Tutto muta eternamente: questa la legge del mondo;
delluomo potr manteners
mantenersi
e nemmeno la personalit dell'uomo
immutata;; e sia pure la morte uno << spegnersi
di que
queimmutata
sta piccola amma
dell'anima individuale, essa non
fiamma dellanima
quale. nella malinconia ch'
spaventa il sapiente, al quale,
eh
il tono fondamentale della sua anima nobile, tenera e
pura, la morte, la distruttrice, pare accennare amicaamica
mente (1).
(0.

(`ozs0latz`wm'
pi vivace a queste spt
ranze: A
Ad
Consolationes d sempre forma pi
sptranze:
d Marc.,
M are.,

25,
Ad
Helv.,
Ad
Poz.,
Maanche
la non
non si
si parla
2-S, i1 sgg.;
sgg. ; A
d H
elv., 11,.7;
i i ,7; A
d P
o l y b 9,
9, 8.
8. Ma
anche l
parla
sopravvvenza z`zdz`w`duaZe.
la morte
sul serio della sopravvivenza
individuale. E negli stessi scritti la
celebrata anche semplcemente
ne di tutti i dolor
semplicemente come fine
dolori e, in genere, di
Ad
tutte le sensazoni:
sensazioni: A
d Jbarc.,
M arc., 19, 4. 5. Noi rsaremo
risaremo dopo morte ci
ch`eravamo
nasccre {A
(Ad
Eptf.,
.OYS St
c
h eravamo prima di nascere
d Mdf.,
M arc., 19, 5; E
p ist., 54, 42
4: MorS
est
Id quale sit, iam
am scio.
sco. Hoc
nnon
o n esse.
e s s e . Id
H oc eri!
e rit post me, quod ante me ffm?.
u it.
Epist.,
fuz's'z`).
E
pist., 77, 11: non ers,
eris, nec fu
is ti) . Sia la morte una _;m's
fin is oppure un
transtus (De prou.,
Ep.,
transitus
p r o v ., 6, 6; E
p ., 65, 24) essa la benvenuta per il sapiente
breve;; vada ora tra
che ha ben compiuto il corso della sua vita anche se breve
gli di, o nulla rimanga di lui dopo la morte, aeque
aeue magmmz
m agnim i anmzmz
anim um
aet
93, 10).
io). Nunquam
dm'nmni est
(pectus zunzanum)
quam
habebit (Ep.,
{E p., 93,
N unquam magis
m agis divinim
est (pectus
hum anum j quam
ui m
mortaitatem
.suam cogitai,
cogitat, et scit,
scf, in hoc natim
mztwni lzomnem
ubi
ortalitatem suam
hominem ut 'vita
vita
120, 14).
14). ipsum
szem perire
mm est
est magnim
magmm.
ddefungeretur
e fungeretur (Ep.,
{Ep., 120,
perire non
i. Anima
A n im a in
in
expedita est habenda
haeuda (Quaest.
tutto.expedito
{Quaest. nat., 6, 32, 5). Essere pronti tutto.

antich dogmi stoici pare che Seneca non conservi che quello
queilo della
Degli antichi
xalwyeveoto.
Mars
.ToX,tYYevEOta in una nuova formazione del mondo: Ep., 36, Io.
io. 11. Mors
:`m'ern::'th't
vtam,, non eer:}!z','
interm
ittit vitam
rip it; vemn'
veniet iterum
iterum qqm'
u i nos in lucen:
lucem reponat dies.
Questa non
non devessere
dev'essere una
nmlt
recusarent, itisi
mln' ooltos
Questa
una consolazione:
consolazione: m
u lti recusarent,
b lito s
reduceref.
La coscienza
cessa certamente
certamente con
la morte
in questo
periodo
reducerei. La
coscienza cessa
con la
morte in
questo periodo
del mondo.
(1) Ci che lrimperatore
imperatore dice sulle cose che aspettano dopo la morte,
suena' raramente
raramente come
*uno stoico
dell`antica
scuola. Le
anime
suona
come parola
parola d
d uno
stoico d
ellantica scuola.
Le anime
5 i-:io
tutte parti
parti dell
dell'unica
quale, sebbene
estesa
:io tutte
unica 'voeg
voep 1|m;f|
tyujp] del
del mondo,
mondo, la
la quale,
sebbene estesa
aa tante
tante anime
individuali, pure
pure conserva
lasua
unita: lx,
3o. Dopo
anime individuali,
conserva la
sua unit:
ix , 8;
8; xn,
x i i , 30.
Dopo
V. morte le anime individuali resteranno un certo tempo neHaria,
nelI'aria, nch
finch
el; 1:-v
1:'w
ttox- Gzegpattuv
Jt-yov:
saranno accolte nell'anima
nellanima del Tutto, et?
xv xt
5v 6Xo>v
GjtsQpaxixv X
yov :
xv,, 21. Qui si parla d'un
mantenmento della personalit per un tempo
iv
d un mantenimento
indeterminato; ma non questa una salda convinzione di Marco Aurelio.

662
602

LA TTARDA
GR1~:C1T.\
ARDA G
R E C IT

LA

[326

Il coraggio di vivere dello schiavo e liberto frigio,


pi aspro e saldo, non ha bisogno d'ammettere
d ammettere Tipopi
l'ipotesi d'una
d una sopravvivenza individuale
individale per sostenere con
valore e fermezza
eh
ermezza la lotta della vita terrena. Ci ch'
nato deve morire; senza indugi e senza rimpianti il
sapiente si sottomette alla legge dell'universo
delluniverso regolato
dalla ragione, secondo la quale ci che deve cedere
il posto a ci che viene; non per per sparire nel
nulla, ma per trasformarsi e perdere la sua natura
particolare, il suo piccolo io, in altre formazioni della

Spesso egli lascia libera la scelta tra oflot


cpoig e p.e1:cio1:u.ot..;,
pexdaxaotg, cio tra morte
immediata delle anime individuali (sec Panezio) o passaggio di esse ad un
immcdiata
nellaiia
elg 'tv
xv gc.
ga peflisoggiorno temporaneo nel regno delle anime nell'ai
ia (ai sig
uailtoxpevag
<5j3aig, uerotaotg
pexacxaaig (ambedue nella acce
otueva; tyvxai,
uruxa., iv,
lv, 21): v,
V, 33. O Glfotg,
accezione Stoica
stoica della vrnou;
vcaoig delftllima)
dellanima) oppure oxsuopg
oxe&acp.g degli elementi deldel
zorle
l anima, dato che gli atomisti abbiano
vii . 32; vm,
v m , 25. vl,
vi, 24
l'anima,
abbano ragione: vu.
oxeaopg o ootg
ofloig [kncpvut
[^cp-iHivai et;
elg xog
un dilemma che si risolve in mteotou
1:o1`g
xo xopov
pexaxacig. Lo stesso
1:o
itonou GjreQpaxixog
Gnequattxog Xyovg].
.yo'u<;]. Non pi,
pi, dunque, naroraotg.
dice x, 7: f|xoi
oxeaopg xtv
oxoixeicov i`
fj 'coortf
x g o jtf) (nella quale il :wavirvev'F|-rol. aaaaong
1:'w ototxeiwv
paxixv
xqojt) soltanto dell'ultimo
dellultimo
p.o.1:mv passa elg
sig x
1: eQwbeg),
eqegl, e precisamente 1:Qom|
Jtveupaxixv
capitolo, si nega
:rrveuuarmtv che si aveva in s
se:: che qui, alla fine
ne del captolo,
perfino
identit della singola anima con se stessa, al modo d'Eraclito.
d Eraclito,
per-no lPidentt
(v. pp. 142 sg.). Altre
dvaicihjcia o ireqo,
exeQog
altre volte si lascia libera la scelta fra vato-Malu
(3tog dopo la morte (111, 3) oppure atonot
alcrfrrioig teooia.
xegoia in un lloov
XX,otov Cqlov:
t<ov :
iog
vm
metempsicosi (nella quale lPinvolucro
involucro
vlu,, 58. Con che non si accenna alla metempscosi
d
ellanima diventa un altro, ma non la sua atonotg
aiG'O'qoig una reooia),
exegoia), ma ad
dell'anima
un impiego dellanima
dell'anima esalata nella morte per nuove forme di vita, non
dellanima stessa. Sicch
Sicch si pu
legate alle precedenti da alcuna identit dell'anima
puo
xo rjv
o :rtwo-11,
rcauoi], ma non si pu parlare di conservazione de1l'io.
dellio.
dire: -coi)
'v 01';
H -rw
xrv oXoov
traspone e muta ii suoi elementi, tutto in eterno
'H
kcov cpctg
qrotg trnspone
mutamento: vm
l im
vm,, 6; ix
lx,, 28. Ad una conservazione della personalit Pimperatore non pensa sul serio: cerca d'intendere
dintendere perch debba essere cos,
eh propro
proprio cos,
cosi, che in realt.
realt anche
ma evidentemente tien per frmo
fermo ch'
i mgli0I'i
migliori U3
tra gli
completamente con
con la
la morte:
gli uomini
uomini
tt si
si estinguono
cstingumlo n completamente
mm-te;
x
ii , 5. 'l`utto
Tutto si cambia, una cosa muore perch un'altra
unaltra nasca da lei: x
ii ,
xn,
xn,
21; e cos anche l'uomo
l uomo deve dirsi: p.a1:o
(xst o :rro2.1`J
JtoX osl
obelg ovauo
o'ap-o og
arj
((XII,
xii , z
i ; vili,
21;
VIII, 5). E il sapiente se lo dir con tranquillit; la sua anima
v n
^t) xoluvat
urotariHvai 2511113
ber) toi)
xo otunro:
oijxaxog: xl,
x i, 3.
3- Vivendo fra
exoipog,
1:otno,_'v
v 1:11
xij tacpcovtq
biacpcovCa rg
xfjg
uomini ai quali il suo modo di pensare estraneo, v
dvpPiaxjeoos, sospira

Hxxtov Xmg,
w 'vot-re:
davaxe: lx,
x,
ouptdioawg,
sospra di tempo in tempo: 'rtov
lotg, (B
3. Cfr. Bonnnmfzn,
B onhffer , E
p iktei u. die Stoa, 59 sgg.
E]bz'1eta

327]
327]

La
Taiana GREciT;a
LA TARDA
GRECIT

663
663

materia viva. Il Tutto si conserva, ma le sue parti si

trasformano e si scambiano
(x>. La Conceconce
trasforrnano
scambano fra di loro U3.
zione fondamentale panteistica della scuola, tolta da
Eraclito, cui riusciva inconcepibile la separazione dudu
revole di piccole scintille vitali assurte a vita indipen
ndipendente fuori dalla vita universale del mondo fatta di
fuoco e di movimento, questa concezione panteistica
panteistica
dvenuta profondo convincimento;
convncimento; 1'entusiasmo
era divenuta
lentusiasmo della

sommissione del proprio


propro breve io al Tutto ed Uno
eterno, era divenuto sentimento duraturo. Il pensiero
che, dopo una breve durata, la vita individuale deve
riuscva pi
pi insopportabile.
nsopportabile. Si poteva
spegnersi, non riusciva
continuare
continuara ad essere uno stoico
stoco pur affermando, come

fece Cornuto maestro di Persio, che l'anima


lanima individuale
corpo(=).
muore insieme col suo corpo
(12).

66..
L'atomismo rinnovato nella dottrina d
d' Epicuro inse
inseLatomismo
all'etergnava espressamente ai suoi aderenti la rinuncia alleter
nita della vita personale.
personale..
nit
Per lui l'anima
lanima una cosa corporea, composta
mobilissmi dai quali si formano gli elementi
dd'atomi
atomi mobilissimi
dilatabili, aria e fuoco, diffusi in tutto il corpo e da
esso contenuti e racchiusi, ma pur sempre dal corpo
mm

(1) Morr senza ribellarmi a Dio, eit,


eicg, 51.1.
ri 'r
x yevuevov
ysv|Avov nai.
xal cpatp^aQvcu. et.
e. Ov
Ou yQ
'yg 8tjn
aint atcv,
uitw, kvfqomog,
ugo xcov
1:'w jrvxeov
:rvrorv tia;
Qf)vai
vftQ(onoz, H-Qos
<05 ion
)Qa
pgag' vcxf)vcu
votva pe
us Set
51'-: th;
't1?1'v &Qav
Spam nal.
En-r-r.,
fjfiSQas*
a>5 ttiv
xal zraqatev
JtaQeX'd-iv dic
a>c qav,
& qctv, E
p i t t .,
Diss.,
Il, 5, 13. Il
ll presente deve cedere il posto al futuro iv'
D
iss., 11,
tv fj rreoioo
rtsQoog
vrpat xov
1:o1'3~ xupou
(11, 17. 18; iv, i,
1, 106). La morte non produce mbvvTjTtu
xGfjov (il,
jrcstav, ma xwv
1:'v jtQoxQcav
:rrgorgmv stg
st; rsqot
|.:,e-rototg, In,
Mala
per/.siav,
'x(ja psxafoXs,
n i, 24, 91-94). Ma
la per
sonalt di chi ora vive perisce, in ogni
ogn caso, completamente nella morte.
sonalit
cif., 65 sg.; e, dello stesso, E
Ezik
Cfr. Bom-1PFER,
Bo n h f f e r , op. cit.,
th ik der .Epiztet
E p ikle t (1894),
pp. 26 sgg., 52.

(2) Cornuto
Cornuto pr.
pr. S
Sron.,
Ecl.,
1,, 383,
383, 24-384, 22 XV.
(2)
t o b ., E
c /., i
\V.

664
664

LA TARDA
TARDA GRECIT
GREc1T.`t
LA

[328
[328

(0. Anche Epicuro parla delessenzialmente diversi (U.


1 anima > come d'una
d una sostanza particolare che permane
1'
nel corpo cui legge,
iegge, come di qualche cosa che << fa parte
d un armonia tra le
del corpo, e non soltanto come d'un'<<
(12345>; parla, anzi, di due parti o forme
singole parti di esso (21:
in cui si manifesta 1
(3): lirrazionale
l'<< anima
(sl:
l'irrazionaIe che, come
forza vitale, pervade
pervatle tutto il corpo, e la razionale che
risiede nel petto, produce intelligenza e volont, ed il
vero ultimo nocciolo
nelluomo, che
ch quand'essa
quandessa
noccolo di vita nell`uomo,
non ci sia subentra la morte. Anima ed animus,
azimus, come
li chiama Lucrezio,
indissolu
Lucrezo, diversi tra loro ma uniti indissolubilmente^),
delluomo solo
bilmente(4), nascono nel germe vitale dell'uomo
al momento della sua nascita; crescono, invecchiano
nvecchiano e
muoiono insieme col corpo (5);
(5); la morte non che un
dividersi degli atomi
atom uniti nel corpo e un dipartirsi di
quelli dellanima;
dell'anima; la sua anim
animaa,
, divisa dal corpo,
perisce prima ancora che avvenga la dissoluzione del
corpo; non pi
pi trattenuta da questo, essa si disperde nel
vento, si dilegua ne1l'aria
nellaria << come un fumo (6).
(6>. Lanima,
L'anima,
Jruxri un otojjia
(ocjxaTOV soltanto lo spazio vuoto, semplice
(1) La
1pu1-ig
o"p.cr. (otnarov
otpaxa) L
a e r t ., io
aSp a lterrtopeog,
XejtxoiAeQg,
passaggio per i otbparu)
LAr~:a'r.,
Io,, 67. Essa un otpa
jtaQ
Sov to
x fi'd'QotOfAa
atomi nel corpo) jtaQeajcagixvov,
atotg'Jtov
powpo. (degli atom
naqsonaguvov, jtQogsfiarqogap.cpsQaxaxov
5s atvenart
jrvevpaxi -OsQixon
xQficiv 'xovxi,
a e r t ., io
u
qaeqormrov
lsouo riva
uva uocnv
xovru., L
LAERT.,
Io,, 63 (L
(Luc r e z io , 3, 126 sgg.
r&'d'QOicp.a
vrjv
CREZIO,
sgg.;; pi
p precisamente 3, 231-246).
l'.'lQoLop.o. che 'tv
^vX'iiv
constitit eus,
eius, L
u c r ., 3, 440. 555.
1pvxiv oxsyd^ei:
01:eytj,e|.: 64. Vas Quasi
quasi constzt
LUCR.,
L u c r ., 3, 94 sgg., 117 sgg.
(2) LUCR.,
L &Xoyov, 3
8 1:@
x> oiJtc
jtaQojtaQTai opatt,
crcopaxi, 1:
r 8
A.oytxv v
v tip
xcp
(3) L'7.o'yov,
lotus) araqddtaqrat
loytxv
-ikQCwa,
L a e r t ., 10,67
i o , 67 (p. 21 U
s. ) ,f r . 312, 313 (Us.). Anima
A nim a e am'ani
roaat, Scol. I.A1~:R1'.,
Us.),fr.
mus : L
u c r ., 3, 136 sgg. 'L'anim
a, diminuita quando alluomo
mus:
LUCR.,
L'am`ma,
all'uomo sono strap
strapuomo; l'am'mus,
Vanimus, mhz:
v ita i
pate parti in cui essa si trovi, lascia ancor vivo ll'uomo;
claustra
coercens non pu essere dminuito,
diminuito, altriment
altrimenti se ne va anche
caustra corcens
Vanima
u c r ., 3, 396 sgg. L
anim us nelle sue sensazioni
l'anima ed egli muore: L
Luca.,
L'am`mus
e
pi
u
pi indipendente da anima e corpus, che non sieno questi da lui
lui:: L
LUcaazlo,
c r e z io , 3, 145 sgg.
L u c r e z io , 3, 421-424.
(4) LUCREZIO,

(5) LUCREZIO, 3. 445 Ssa-

(5) L u c r e z io , 3, 445 sgg.

anima taosceiqerut,
iaojreipexat, tuouvou
Xvofxvou xov
SXov ooioparog,
-d'Qoiapaxos, e fuori del
(6) L
L'anima
-coi: lto-u
ct'QOioixa non pu p
pi avere ao{h1ow:`LA1=:n'r.,
al'oihiiciv : L a e r t ., ro,
io , 65. 66. II venti
suo gotopa
u c r ., 3, 503 sgg. Kanvo
Kanvov tmw
8Ccqv om'.va.1:a.|.,j`r.
oeiSvaxai, f r . 337. Ceu
la disperdono: L
Luca.,

fumus,
LUCR.,
fu m u s , L
u c r ., 3,
3 446.
44^. 583.

329]
329]

GRECIT
LA TARDA GRECITA

6 6 55
66

questanima dell'uomo
delluomo singolo,
singolo, ormai non esiste pi
<x).
quest'anima
pi (U.
II suoi elementi sono imperituri; forse potranno unirsi
nellidentico modo in
di nuovo con elementi del corpo, nell'identco
cui gi furono uniti nelluomo
nell'uomo vivo, e potranno produrre

lessere nato in tal modo


ancora vita e coscienza. Ma l'essere
sarebbe un essere nuovo: l'uomo
l uomo di prima s'
s dissolto
legame di coscenza
coscienza
per sempre nella morte, nessun legarne
conservatasi
che
conservatas desta lo unisce ancora al nuovo essere Che
s'
(2).
mantens formato (1
2345). Le forze vitali del mondo si manten
gono indiminuite, indistruttibili;
indistruttbili; ma alla formazione del
singolo individuo vivente esse si prestano una volta sola,
per breve tempo, e poi gli si sottraggono per sempre.
Vitaque
mancipio nulli
datur, omzzius
omnibus usti.
Viaque mancipo
nzeii daur,
usa.
ll pensiero di ci che possa avvenire degli atom
11
atomi
della sua anima dopo la morte interessa al singolo inin
dividuo altrettanto poco, quanto quello della sorte che
spetta al suo corpo esanimato
esanimatoil.
(3). La morte non lo riri
guarda, perch egli esiste soltanto nch
finch non sopravsoprav
quand'essa e sopravvenuta, egli non
viene questa; e quandessa
e piu(4>.
pi (4). Q
u a n d o lanima
estin
Quando
l'anima si separa dal corpo, si estinguono la sua sensibilit e la sua coscenza
;
e
ci
che
non
coscienza ;
desta in lui alcuna sensazione, non lo riguarda. I detti
della sapienza epicurea tornano sempre a ribattere su
<< la morte non ci rigtlarda
Con zelo
questo punto: la
riguarda >>f-5);

non minore di quello che altri loso


filosofi impiegarono a
provare il suo contrario, Lucrezio cerca da ogni parte

to llit et ect,
eicit, LUCR.,
L u c r ., 3, 877.
(1)
- radicitus
radctus e vita se tolit
(2) L
u c r ., 3,
Luca.,
3. 854-860; 847-853.
(3) 0
O
qQov1:|.e.v (tv
fr. 578. Cfr. L
LUCR.,
&6 -catp
xaqpfjg cpgovxieiv
(xv ootpv),
aoqpv),/^.
u c r ., 3, 870 sgg.
Il modo coni
affatto indiffeindiffe
ll
com' seppellito o riposto il corpo esanimato atatto
rente: F
ilodemo, II. davdxov,
Fltoosiuo,
uvrov, p. 41. 42 Mekl.
a e r t ., io
(4) L
LAERT.,
Io,, 124. 125..
125.-

(5) 'O
O vorro;
ddvaxog ovev
f)(xg, x
yQ wwv
SiaXvffv vato-mre.,
vaioffr^xei, x

ov jtqs
stgo; p,
-r -yo
1:
vaiC'O'Tixo'upevov oSv
>cvg. .,
S ^ ., lr,
u, L
a e r t ., ro,
io , 138 (p. 71
-va|.o'0~r-ro'p.evov
0-v sigg
:lrqg 'fjp.&g,
-p, aq.
LAERT.,
Us.). Ripetuto spesse volte: v. U
s e n e r , p. 391 sg.
USENER,

666

LA TARDA
T A R D A GRECITA
G R E C IT

666

[330
[330

LA

le riprove di questo principio (1),


(*>, non meno in prncipi
principii
astratti che in esperienze fatte nel campo della vita.
L'indagine fisica
sica non ha utlit
Lindagine
utilit maggiore che questa, di
condurre a una simile concezione
(2). La sapienza d'Epiconcezione^).
dEpi
fine Che
che quello di tener lon
curo non si propone altro ne
lontani il dolore e langoscia
eh lessere
Fangoscia dalluomo,
dall'uomo, ch'
l'essere piu
pi
soggetto al dolore, sicch
perfino il << pacere
piacere
sicch per lui perno
non che cessazione di dolore; e infatti, sopra tutto per
allaspirazione
avere posto fine
ne alla paura della morte, a1l'aspirazior1e
utile
ad una seconda vita eterna, la sua dottrina si rese utle
a questa vita terrena (3)
che
non
c

concessa
molte
volte,
(3)
c'
ma una sola ((4).
4 ). Quando l'uomo
luomo ha riconosciuto che nel
momento in cui subentrer la morte egli cesser di essere,
n
lorrore dell'insensibilit,
dellinsensibilit, n il timore dei terrori
ne l'orrore
eterni
(5), o dei mostri favoleggati
favoleggiati in un mondo sottersotter
eternil,
raneo delle anime (6) gli oscureranno la vita coprendo
morte (7). Egli si volger1234567
tutto con la cupa ombra della morte('/l.
.i__.__i-_?

olor e morbus,
ti fabrcator
fa b r ic a to r uterque,
u terq u e, colpiscono anche l'anima:
l anima:
(1) D
Dolar
morus, le
ati
L
ucr ., 3, 459 sgg., 470 sgg., 484 sgg. Non pu essere eterno ci che si pu
LUCR.,
dividere ip
in parti: 640 sgg.,
Sgg., 667 sgg. Argomento
Argumento principe: quod cum corpore
nascitur,
terea t necesse est. EPlC.,fr.
E pic .,/)'. 336. (In parte, sono
nasctur, cum corpore in
nlereat
le stesse prove che Cameade
l ipotesi de1l'eternt
delleternit e immor
Carneade adduce contro Pipotes
immortalit
Cameade le avr tolte da Epicuro).
talt del t^cjjov
'pov supremo, la divinit. Carneade
uq . 6
|., x
(2) Cfr. K
Kg.
663.,
xl,i , p. 73 sg. Us.
(3) L'opnione
L opinione p/q5v
jtqs f)|xag
'fravaxov, nkavotov
jtXauaxov atota.
jeolei
mv :mgg
-u elvai
evat xv
'cv dwufcov,

x'U
x1'i]
r j <^r"|g 'd
'V 'rj'c v , o0-se
w , fa-r=.|.Qnv
i - r c i Q n v s:n:Q0'r|.-QGII
e q o t Li s t e r X
Q V O V , & X X r'ISV
v Tg
T f)C 'O
tt'ViX^0v'r1'-v,
xqvov,
'`Cl'VI.`.-

ciag
aer t ., io
etrodoro [9]
[?] ed. K
o erte ,
atar; q)eXopvT]
cpskopvq Jtfrov;
zrov; L
LAERT.,
Io,, 124 (cfr. M
Memonoao
KOERTE,
xvl).
p. 588, col. xvi).
ovn serri
YevsC'dm ati.. Perc,
Perci, carpa
carpe demz'
diem !
(4) reYvajiev
Feyvapev wta|,
na, Slg
5
ofm
otu. ysvafou.
fr.
METRODORO,
f r . 204; v. anche fr.
f r . 490-494. M
e t r o d o r o , ffr.
r . 53, Koerte.
(5) L
a f .r t .,
LAERT.,

i o , 81,
Io,
81.

(6) Contro il timore di tormenri


tormenti e pene ne1l'Ade:fr.
nellAde: f r . 340, 341;
341 ; Luca..
L ucr .,
3, 1011 sgg. (in questa vita ci sono torture quali s'immagnano
s immaginano per ll'Ade:
Ade:
L ucr ., 3, 978 sgg.). Lettera di Diogene epcureo,
epicureo, Rhen.
R h ein . M
u s., 47, 428:
LUCR.,
Ikfus.,

cpo|3ojp,ai yoo
y q av
i too;
xo^ T.1:vo1`i;
Tixvog nai.
xal -:og
xog Tav- roopat
ov [scil. xv
1:v #dvaxov],
1'}va.to'v], t.
rlovg
va-ygcpovotv v
"'A|.ov xivg,
-cw, o
xdXovg oig
oi)g vaYQdcpovoiv
v "Atou
ov rporc-ro)
qpQxxoo 1:''v
xqv pqotv
p/uriciv
(p.1'111ow
piotra.) ht
wal.
(p,rjdr|OtY lo.
la pietra)
X.
(7) Matus
illa fo
foros
fundtus
M etus ille
r a s praeceps Achenmtis
A ch eru n tis agendas,
agendus, fu
tid itu s zumanam
hum anam
qui vitam
vtam turbai
turba! ab imo,
ima, om
omnia
suundens
nia su
ffu n d en s morts
m ortis m'g'rore
nigrore neque ullam
esse voluptatem
h'quz'dam purantque
puramque relinquit
relinquit;-. L
LU-cn.,
voluptatem liquidam
u c r ., 3, 37 sgg.

331]
331]

T A R D A GRECITA
G R E C IT
LA mana

LA

657
67

di buon animo 'alla


alla vita, senza temere la morte ma
senza neppure cercarlalll.
cercarla (0.
Egl
Egli solo, il sapiente epicureo, il vero artece
artefice della
vital,
vita
(12345\ sapr conceprla
concepirla nel giusto modo, senza Iascar
lasciar
passare il tempo in indugi e preparativi (3),
(3 ), costringendo
entro il breve attimo tutta la pienezza della vita, in modo
d una
che questa, sebbene breve, abbia tutto il contenuto d'una
vita Iunga.
lunga. E infatti una vita lunga, o addrittura
addirittura una
infinita,
innta, non lo farebbe pi
pi felice n
ne pi
piu ricco. Ci che
la vita gli pu concedere, glie lha
l'ha concesso subito; or
ormai, non potrebbe che ripetersi: Eadem sunt
sum' omnia
semper (4># Di pensare ad una durata eterna della vita il
sempe'(4*.
ragione^); nella sua persona
sapiente non ha nessuna ragionef5);
personaeh per lei il presente, egli ha tutte le
lit e in ci ch'
condizioni per la felicit,
felicita, e quanto pi
pi fragile anche
pi egli lap
questo sommo bene degli uomini, tanto pi
l'ap.prezza. Il sapiente pu dedicarsi tutto allo sviluppo, al
eh propro
proprio di lui solo.
soddisfacimento di questo bene, ch'e
Latomismo si fa sentire anche nelletica:
L'atomismo
nell'etica: ci sono soltanto
individui singoli, la natura non conosce una comunanza
degli uomini o a dirittura dell'umanit,
dellumanit, fondata sulla na
natura stessa delle cose (6>
stretta
(6).. Lindividuo
L'indi\'iduo pu unirsi stretta-

a e r t ., Io,
io , 126.
id icu lu m est cun-ere
currere ad mortem taedo
taedio vitae
(1) L
LAERT.,
26. R
Rdculurn
zz`:'ae
-

f r . 496.
fr.
r tife x vitae:
vitae : S
e n e c a , Ejist.,
E p ist., 90, 27.
(2) A
An'r_`fex
SENECA,
(3) E1)
oa Fw
valln 'cv
arvrmv
8s -c-ig
xfjg agtov
augtov crini
ov xoto
jcuqios vaj3XXr]
xv xottov'
xaiQv*
8
3tvxa>v
PC05
ataQajcXXvxai --fr.
f r . 204.
Bo; fxeX>.r|0|x<
p.eil.?t'r|o|.1.t`_{5 araoastklvrat
N e g a i Epcurus,
E picurus, ne ddm':rn:`'atem
iu tu rn ita tem gm`den
quidem tempors
tem poris ad eate
beate viven(4) Negat
afferre, nec m
inorem voluptatem ppercllbi
e rcip i in brew`fa1''
revitatc tempors
tem poris
dum aliquid
aifud aferra,
mz'n0re'm

quam
lia sempiterna
semptemaz-. CIC.,
.. xxx
quatti sz'
si sit
sii illa
C ic., Fin..
F in.. 11, \ 87. Cfr. mo.
xvq. 805.,
x ix (p. 75).
X
qvov or
o tv
xv (xfjxioxov
X X 'cv
xv r'|to1:ov
fiicxov xaQ^^exai
( ooqp?)
D io g .
Xgvov
pxtorov ltr
o.Q:ti';etu.|. (
ooq;):: DIOG.
L
a e r t ., io
subigit wfaz'
v ita i ta
n ta cupdo?
cupido? L
u c r e z io ,
LAERT.,
Io,, 126. Quae mala nos sugit
tanta
LUCRE-1210,

sunt omnia
om nia semper:
sem per; ibid.,
3. 1077. Radetti
adem sum!
bd., 945.
(5) H
ivoia... xv
rcavxef) Biov
(3iov ztageo-/.euoev
jiaQecxevacev nal
xa ov
ovv Iu
ti ro
to
(5)
'H tvota...
'rv nuvtel

sreqou Qvou
aoogssqz: mig.
lg.,
xx,, p. 75.
jrEQov
xqvov jiQoge&Efi'ibi
xvq.
., xx
xotvtovtcr. 1:o.<;
1.0-y|.<.o.; jiqj
stgo; .it3\.1'].o-ug.
-Si
quem
(6) Oim
0 x on
exi <p'uo|.m`r|
cpucixri xoivcovla
xotg A,oyixos
dfjXovg.
S ib i q
uem

668

LA T
A R D A GRECITA
G R E C IT
LA
TARDA

[332
\332

mente allindividuo
a11'indivduo come suo amico, in comunanza libe
liberamente eletta
eletta;; ma le comunit civili e statali quali sono
state immaginate e stituite
istituite dalluomo,
dall'uomo, non costituiscono
un legame per il sapiente: il centro, anzi la supercie
superficie
intera del mondo che lo riguarda, in lui. Stato e societa
societ
esistono e sono utili in quanto con la loro protezione
rendono possibile il libero sviluppo dell*individuo
(*); ma
del1'indivduo U1;
questo non vive per lo stato o per la socet.
societ, bens
per se stesso. << Non pi
pi si devono salvare i greci, n
ne
in gara di sapienza si devono strappar loro corone
corone'*
12).
(2).
Cosi
esprime, con un sospiro di sollievo, la grande
Cos ss'esprime,
stanchezza dd'una
una civilt che, giunta allapice
all`apice del suo
sviluppo, non si pone pi
compiti e prende le
pi nuovi cmpiti
cose alla leggera, com
com' concesso di fare alla vecchiaia.
Questa stanchezza non solo non ha pi
pi la speranza ma,
con tutta sincerit, non ha pi
pi nemmeno il desiderio di
veder prolungata la esistenza cosciente al di la
l della vita
terrena: per quanto le fosse cara, al momento del comcom
miato essa, queta e rassegnata, vede sparir la vita, e si
lascia
lasca sprofondare nel Nulla.

ede po
po lar e .
II. FFrans.
POPOLARE.

Le dottrine filosofiche
concezioni della
losoche e le nuove concezon
vita, a quei
racchiuse soltanto
que tempi non rimanevano
rmanevano racchuse
entro la breve cerchia delle singole scuole. La losoa
filosofia in

que consulere. Fr. 523. Tenersi lontani


Iontani da xais
1:o.g xW
'rw nknv Qxat?.
oxa.
F
5 2 , 99-.
Fr-r. 554.
554- 5552.
(1)
vjxot xcgtv
xqiv 1:'Jv
tcdv oocptw
Goqptov xswzan.,
xelvraL, nox
o-x 5;-rcog
Sjrco$ u
ixoacuv, .?t`:cco;
,X'7tco$
(x) Ot
Oi. vpot
M1 tnaatv,
U
T] SiwSvxai:
f r . 530.
pri]
LxtTJv1:ou.:j`r.
(2) O-xxi
e oc?;aw
dc^etv xoin;
o'Sjcl cocpuj
axeopvoov jcaQa-uOxn s
1:o1`:g "EXA/rivag
"EM.11vu..; o'':rtl.
ootpiq. orecpvmv
:w.Q'a.1xots
V6LV : M.e:'rRonoRo,
M et r o d o r o , ffr.
r . 41.
1:o. xvyx
1uy;vstv_-:

Potrebbero piacerti anche