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L’Ebraismo

CAPISALDI DELL’EBRAISMO

• La credenza nell’Unico Dio


• La rivelazione divina della Torà concessa ad
Israele
• L’impegno a vivere secondo la Torà in
ubbidienza a Dio
(Lea Di Nola)
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I TESTI SACRI: LA TANAKH – la Legge Scritta

‫תורה‬  TORAH (legge, insegnamento, guida)


1. ‫ בראשית‬Bereshìt (in principio) - Genesi
2. ‫ שמות‬Shemòt (nomi) - Esodo
3. ‫ ויקרא‬Wayqrà (e chiamò) - Levitico
4. ‫ במדבר‬Bemidbàr (nel deserto) - Numeri
5. ‫ דברים‬Devarìm, parole) - Deuteronomio
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I TESTI SACRI: LA TANAKH

‫נביאים‬  Nevi'im (Profeti)
• ‫ נביאים ראשונים‬Neviìm rishonim (profeti anteriori)
• 6. ‫( יהושע‬Yehoshua) - Giosuè
• 7. ‫( שופטים‬Shofetìm) - Giudici
• 8. ‫( שמואל‬Samuèl) - Primo e Secondo libro di Samuele
• 9. ‫( ספר מלכים‬sèfer malchìm - Libro dei re) - Primo e Secondo libro dei Re
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I TESTI SACRI: LA TANAKH

• ‫ נביאים אחרונים‬Neviìm aharonim, profeti posteriori


• 10.‫( ישעיהו‬Ysha'ihàu) - Isaia
• 11. ‫( ירמיהו‬Yermihàu) - Geremia
• 12. ‫( יחזקאל‬Yehzqè'l) - Ezechiele
• 13. ‫( תרי עשר‬Terè 'asàr, dodici in aramaico), comprendente i libri che sono
detti dodici profeti minori (o 'dodici' o 'profeti minori'):[6]‫ ( הושע‬Hoshè'a
- Osea‫ יואל‬Yoèl - Gioele ‫עמוס‬Amòs - Amos ‫ עובדיה‬Obadiàh - Abdia; ‫( יונה‬Yonàh
- Giona ‫ מיכה‬Mikà - Michea; ‫ נחום‬Nahùm - Naum; ‫ חבקוק‬Habaqqùq - Abacuc;
‫ צפניה‬Zefanyàh - Sofonia;‫ חגי‬Haggài - Aggeo;‫ זכריה‬Zekaryàh - Zaccaria; ‫מלאכי‬
Mal'aki - Malachia
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I TESTI SACRI: LA TANAKH
‫כתובים‬  Ketuvim (Scritti):
• 14. ‫( תהילים‬Tehillìm) - Salmi
• 15. ‫( משלי‬Mishlè) - Proverbi
• 16. ‫( איוב‬Iòb) - Giobbe‫חמש המגילות‬
• Hamesh meghillot, (cinque rotoli) comprendente
• 17. ‫( שיר השירים‬Shìr hasshirìm) - Cantico dei cantici
• 18. ‫( רות‬rut) - Rut
• 19. ‫( איכה‬Ekàh, ahimè) - Lamentazioni
• 20. ‫( קהלת‬Qohèlet, radunante) - Qoelet
• 21. ‫( אסתר‬Estèr) - Ester
• 22. ‫( דניאל‬Dani'èl) - Daniele
• 23. ‫( עזרא‬Ezrà) - Esdra comprendente‫( נחמיה‬Nehemyàh) - Neemia
• 24. ‫( דברי הימים‬Debarè hayomim - Cose dei giorni) - Primo e Secondo libro delle Cronache

Secondo la tradizione giudaica i libri sono raggruppati fino a formare appunto un totale di 24. Il numero
corrisponde alle 22 lettere dell'alfabeto ebraico, a ognuna delle quali corrisponde un libro (‫ א‬Genesi, ‫ב‬
Esodo...). La yod ‫י‬, iniziale del Tetragramma Sacro, è associata a 3 libri: vi sono differenti interpretazioni in merito.
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I TESTI SACRI: la Legge Orale

Mishnà:
La Torah orale si ritiene rivelata a Mosè sul Sinai, come la Legge scritta.
Trasmessa oralmente, venne tramandata prima dai tannaim (ripetitori).
Principali Rabbi:
Shammai (50 a.C. – 30 d.C.) e Hillel (60 a.C. – 7 d.C.)
Yochanan ben Zacchai (30-90 d.C.)
Rabbi Akiva ( 40 -137 d.C.)
Rabbi Giuda Ha Nassì (il principe, 135 – 219 d.C.)
che radunò i principali maestri del suo tempo, da cui apprese le tradizioni e gli insegnamenti di
cui erano mentalmente in possesso, ne fece una scelta, e raccolse sistematicamente tutti i
dati in un unico testo.
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I TESTI SACRI: la Legge Orale

Mishnà:
Struttura della Mishnà:
Tutto il materiale è diviso in 6 parti (Sedarim), divisi in 63 trattati.
1) Zera'im = Sementi, sulle preghiere e le leggi agricole;
2) Moed = Feste sul sabato e le varie ricorrenze;
3) Nashim = Donne, sul diritto matrimoniale e voti;
4) Nezikim = Danni, sul diritto civile e penale;
5) Kodashim = Cose sacre, sui sacrifici e il Tempio;
6) Taoroth = Purificazioni, sulle norme relative alla purità e
impurità.
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I TESTI SACRI: la Legge Orale

Talmud (insegnamento)
La Mishnà è la parte più antica del Talmud, che
la comprende e la commenta ampiamente.
I Maestri succeduti ai Tannaim, e detti Amoraim, si proponevano di chiarire
le espressioni difficili della Mishnà, spiegare le ragioni delle norme date,
decidere Ia pratica da seguire nei casi controversi. Anche le
loro·discussioni vennero dapprima trasmesse oralmente, e poi furono
messe per iscritto. Si ebbe così la raccolta detta in aramaico Ghemarà ed
in ebraico Talmud (Studio). L'insieme poi della Mishna e della Ghemarà
fu detto ugualmente «Studio della Torà», cioè Talmud Torà,
normalmente abbreviato in Talmud. 
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I TESTI SACRI: la Legge Orale

Talmud (insegnamento)
La redazione finale del Talmud di Gerusalemme fu compilata al
principio del 5° secolo. Ma anche in Babilonia presso le
Comunità ebraiche funzionavano molte Yeshivoth che, col
tempo, divennero così importanti da verir considerate come
centro spirituale ebraico autonomo e più famoso. Vi furono sei
generazioni·di Amoraim Babilonesi. Nelle scuole di Rav Asì e di
Ravina, morto nel 499, ebbe luogo la redazione scritta del
Talmud Babilonese, che comprende un maggior numero di
trattati, giunti fino a noi, rispetto al Talmud palestinese, e
contiene dicussioni molto più lunghe e diffuse che non in quello
d'Israele.
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Halakhà:
Halakhà (lett. modo di camminare) è il termine ebraico che indica l’insieme
delle norme di condotta che regolano la vita ebraica; l’interpretazione
legale dei precetti (mitzvot) attinti dalla Legge (Torah) scritta e orale, cui
bisogna conformarsi per obbedire a Dio.

“Obbedire ai precetti, seguire la via del Signore, è dunque insegnato dalla Torà e dal
Talmud; ma il Signore ha soltanto indicato una norma di vita. L'uomo è libero di
scegliere, di obbedire o disobbedire ai precetti, di seguire o non seguire la via
indicata. Non ci sono per Israele due zone distinte, tra vita e religione. Iddio è per
noi presente in ogni momento e ad ogni .atto della nostra vita, che deve essere
compiuto senza venir meno a quei principi di rettitudine e di moralità che ci sono
prescritti”.
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ISTITUZIONI

Haggadà:
• Haggadah o Aggadah (in ebraico ‫הגדה‬,  lett. racconto) è una forma di narrazione
usata nel Talmud e in alcune parti della liturgia ebraica e Midrash. Il termine fa
riferimento ai testi omiletici e non-legalistici di esegesi nella letteratura rabbinica
classica. In generale, l'Haggadah è un compendio di omelie rabbiniche che
incorporano il folclore, gli aneddoti storici, le esortazioni morali, e i consigli pratici in
vari campi, dagli affari alla medicina.
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ISTITUZIONI

La Sinagoga (Beit Knesset):


• Primo elemento indispensabile nella Sinagoga era ed è il Minyan, cioè un numero
minimo di 10 Ebrei maschi, che avessero compiuto 13 anni, età fissata per il Bar
Mizwah (Maggiore età religiosa). Il Minyan era simbolo della presenza di una ᾽Edà
(congregazione), poiché fin dalle sue origini l'ebraismo sosteneva il principio della
Kehillah (Comunità). In quanto parte di una comunità l'ebreo parla e agisce come
ebreo, ed in tal modo pone le basi della propria identità.

• In qualunque parte di Israele o del mondo essi si trovino, gli ebrei pregando si
rivolgono in direzione di Gerusalemme, verso Est se sono in Occidente, verso Ovest
se sono ad Oriente di Gerusalemme e così di seguito.
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ISTITUZIONI

Midrash:
Midrash è il sistema di interpretazione dei testi biblici
usato dalla letteratura rabbinica dei primi secoli dell'era
volgare: è un processo di deduzione dalla Bibbia delle idee
che un attento e profondo esame del testo riesce a
suscitare, e che ha fornito un'inesauribile quantità di
materiale narrativo, e ricchi tesori di insegnamento etico e
religioso. Venivano usati quattro metodi di interpretazione:
quella letterale (Peshat), quella allegorica (Remez), un
commento morale (Derash), e un insegnamento esoterico
(Sod). Le consonanti iniziali dei quattro nomi formano la
parola Pardes cioè Giardino, o meglio, Paradiso.
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La Yeshivà:
Yeshivah (in ebraico: ‫?ישיבה‬, lett. "sessione/seduta"; plur. ‫ישיבות‬, yeshivot) è
un'istituzione educativa ebraica che si centra sullo studio dei testi religiosi
tradizionali, principalmente quello del Talmud e della Torah.

Con tale nome vengono incluse varie scuole religiose ebraiche, che corrispondono a
diversi ordini scolastici a secondo dei vari stati, dalle scuole elementari alle
università.
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ISTITUZIONI
Sintesi della fede: i 13 articoli di Maimonide (1135-1205)
• Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è il Creatore e la Guida di tutti gli esseri creati, e che Egli solo ha creato, crea e
creerà tutte le cose.
• Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è Uno; che non vi è unicità in alcun modo come la Sua, e che Egli solo è nostro
Dio, lo è stato, lo è e lo sarà sempre.
• Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è incorporeo; che non possiede alcuna proprietà materiale; che non esiste
assolutamente alcuna somiglianza (fisica) a Lui.
• Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è il Primo e l'Ultimo.
• Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è il solo a cui è giusto pregare, e che non è giusto pregare ad altri che a Lui.
• Credo con fede assoluta che tutte le parole dei Profeti siano vere.
• Credo con fede assoluta che la Profezia di Mosè nostra Guida, la pace sia con lui, è vera; e che egli è stato il capo dei Profeti, sia di quelli che l'hanno
preceduto, sia di quelli che l'hanno seguito.
• Credo con fede assoluta che tutta la Torah che ora possediamo, è la stessa che fu data a Mosè nostra Guida, la pace sia con lui.
• Credo con fede assoluta che questa Torah non sarà mai sostituita, e che non vi sarà alcuna altra Torah data dal Creatore, benedetto sia il Suo Nome
• Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, conosca tutte le azioni e tutti i pensieri degli esseri umani, come è scritto:"Egli è
colui che, solo, ha formato il cuore di loro tutti, che comprende tutte le opere loro."
• Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, ricompensa coloro che osservano i Suoi Comandamenti e punisce quelli che li
trasgrediscono.
• Credo con fede assoluta nella venuta del Messia e, anche se dovesse tardare, pur tuttavia attendo ogni giorno la sua venuta.
• Credo con fede assoluta nella risurrezione dei morti all'ora che sarà volontà del Creatore, benedetto sia il Suo Nome e glorificata sia la Sua
rimembranza nei secoli dei secoli.
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ISTITUZIONI

Kasherut
• Per kashèruth si intende l'insieme delle norme che ci insegnano quali sono i cibi
permessi ( kashèr) e il modo di prepararli, seguendo gli insegnamenti della Torah. 

• Queste norme, che limitano la libertà dell'uomo nella scelta fra animali puri (kashèr)
e impuri ( tarèf), hanno la precisa importanza di ricordarci: 1) che è il Signore il
Padrone dell'universo; 2) di avere pietà anche verso gli animali. 
• Poiché il pasto ha, inoltre, un carattere sacro, prima di mangiare dobbiamo
recitare la benedizione: …'al netilàth yadàim (di lavarci le mani) e …
hammotzì léchem min haàretz (che fai uscire il pane dalla terra). Un pezzo di
pane va quindi intinto nel sale, che ci ricorda i sacrifici nel Santuario. 
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Kasherut
• 1. Gli animali devono avere lo zoccolo fesso ed essere ruminanti. I maiali non rientrano in questo
insieme e per questo non sono Kosher.
• 2. I pesci devono avere sia le squame che le pinne. Animali marini come le aragoste, i granchi, le
seppie e le anguille non sono kosher.
• 3. Gli uccelli rapaci non sono kosher ma i polli, le anatre, le oche e i tacchini sono tutti kosher.
• 4. Gli animali devono essere macellati da un rabbino qualificato e il loro sangue deve essere stato
drenato. L'etichettatura kosher ufficiale deve essere ben visibile.
• 5. La carne e i prodotti caseari non devono essere consumati insieme. Prima di passare da un
alimento all'altro dovrebbe trascorrere il tempo sufficiente alla digestione.
• 6. In una cucina kosher gli utensili per la carne devono essere separati da quelli che servono per
formaggi e latticini.
• 7. Le materie prime non devono contenere insetti o bachi - bisogna usasre i pesticidi. In Israele, i
terreni su cui si coltiva devono rimanere a riposo una volta ogni 7 anni.
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Preghiere: tefillah e berachot
• La tefillà (plurale tefilloth), tradotta il più delle volte con la parola preghiera, è una forma di espressione di un sentimento e di
un desiderio dell'uomo. 
La tefillà può essere spontanea o riflessa. Quella spontanea non è soggetta a regole di tempo, contenuto o forma: quando
l'uomo decide di esprimere i suoi sentimenti a D.o si ha la preghiera spontanea (un esempio di raccolta di tali tefilloth è il libro
dei salmi). 
La tefillà riflessa non è improvvisa, a seconda dello stato d'animo, ma è un dovere. L'uomo infatti al di là dei suoi stati d'animo
che lo portano a pregare, deve ricordarsi di D.o e ringraziarlo. Per questo la tefillah è regolata da diverse norme: va recitata
quotidianamente in precisi momenti della giornata. Le tre teffiloth sono: shachrit quella del mattino, minchà quella del
pomeriggio e quella della sera, prima che cominci la notte arvith. Queste teffiloth sono state istituite dai tre patriarchi, Abramo,
Isacco e Giacobbe (Avram, Yitzhak e Jacov in ebraico). La tefillà è composta dalle zemirot (canti), cioè un complesso di inni e
salmi . La parte principale della Tefillah è composta da: lo Shemà, una preghiera fondamentale per gli ebrei: in questo brano
sono contenuti precise norme della vita quotidiana dell'ebreo, come la mezuzà i tefillin e gli zizzit; il dovere di insegnare ai figli la
Torah ed inoltre il primo brano ribadisce che D.o è uno solo (concetto di monoteismo fondamentale). L'Amidà, composta da 19
benedizioni da recitare in piedi rivolti verso il Kotel, il Muro che rimane del Tempio di Gerusalemme: queste benedizioni sono di
inno ad D.o, preghiera, omaggio e ringraziamento e si chiede tra le altre cose l'intelligenza, l'espiazione delle colpe, la salute, la
protezione divina e la benedizione e la pace ad Israele. Questi sono i punti essenziali della tefillà di tutti i giorni feriali.(nelle
festività e shabbat vi sono aggiunte e modifiche).
(dal sito della scuola ebraica di Torino)
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Shabbat
• È la festa del riposo, stabilita dal Decalogo. La liberazione dell’uomo dalle attività è segno è ricordo
gioioso della liberazione ricevuta nell’Esodo (Dt) e partecipazione al riposo di Dio (Es)

• Questa gioia è partecipata agli schiavi e agli animali. È normata in modo assolutamente preciso
• Il sabato prevede anzitutto il riposo, la cena in famiglia e la preghiera. In particolare prevede di:
1. recitare il Kiddush su una coppa di vino la sera e la mattina, sottolineando la santità del giorno;
2. recitare la Havdalah alla conclusione dello Shabbat (su una coppa di vino, spezie profumate ed una
candela)
3. consumare tre pasti completi che includano la Challah, il classico pane del sabato e carne (secondo
la gran parte delle tradizioni);
4. studiare la Torah.
Lo shabbàt nella Torà
La fonte principale della definizione di melakhà nella Torà è il comandamento che impone l’interruzione di
tutte le attività necessarie per la costruzione del Mishkàn – Santuario del deserto (Shemòt 31, 13).
La Mishnà (Shabbàt 7, 2) fa un elenco preciso di queste attività.
Esaminando quest’elenco notiamo una cosa sorprendente. Le attività risultano costituire un’esemplificazione
di tutti i tipi di attività produttiva umana.
Quindi noi rinunciamo di shabbàt a qualsiasi attività di controllo intelligente e diretto a qualche fine sulle cose
e sulle forze della natura; interrompiamo qualsiasi atto di potenza umana al fine di proclamare Dio come
fonte di ogni potere. Astenendosi dall’esercitare la potenza umana, l’ebreo rende un silenzioso omaggio al
Creatore.
La melakhà è quindi un atto che manifesta il dominio dell’uomo sulla natura, eseguito mediante l’uso
costruttivo della sua intelligenza e abilità.
Vediamo ora in dettaglio le 39 melakhòt e le relative ghezeròt – divieti rabbinici:
1. Arare. Questa categoria comprende ogni attività mediante la quale il suolo viene reso ricettivo per la
semina o per la piantagione e così pure la rimozione di ogni cosa che possa impedire la crescita di una
pianta. Melakhòt: scavare, concimare il suolo, rimuovere pietre dal suolo, livellare il terreno. Ghezeròt:
Spargere sabbia o cenere su un terreno senza livellarlo.
2. Seminare. Questa categoria comprende ogni attività mediante la quale si causa o si favorisce la crescita
delle piante. Melakhòt: piantare semi o noccioli di frutta nella terra, potare alberi o arbusti, innaffiare prati,
piante o fiori. Ghezeròt: Lavarsi le mani sopra piante o erba che cresce, cambiare l’acqua di un vaso di fiori.
3. Mietere. Questa categoria comprende ogni attività mediante la quale si recide una pianta dal luogo di
crescita. Melakhòt: tagliare o cogliere fiori, erba, foglie, ramoscelli, frutta da alberi (siano essi piantati nella
terra o in vasi). Ciò vale anche per i funghi. Ghezeròt: salire su un albero, appoggiarsi a un albero che possa
muoversi per effetto del nostro peso, andare a cavallo.
4. Formare covoni. Questa categoria comprende ogni attività mediante la quale prodotti naturali vengono
ammassati in un mucchio che possa servire a qualche fine utile. Melakhòt: ammucchiare frutta in mucchio
destinato a immagazzinamento o a vendita. Ghezeròt: fare mazzi di fiori.
5. Trebbiare. Questa categoria comprende ogni attività mediante la quale un prodotto naturale, solido o
liquido, viene separato dal guscio o da altro contenitore naturale o dall’insieme organico di cui fa
parte. Melakhòt: spremere l’uva e le olive per ricavarne il succo, mungere una mucca. Ghezeròt: spremere
altri frutti a scopo di bevanda.
6. 7. 8. Ventilare; Selezionare; Setacciare. Queste categorie comprendono attività mediante le quali un
miscuglio è reso migliore mediante l’eliminazione dei componenti meno desiderati. Melakhòt: setacciare la
farina, filtrare liquidi, selezionare un mucchio di frutta sana e bacata eliminando quast’ultima. Ghezeròt:
togliere frutta buona eliminando quella bacata da un mucchio contenente frutta sana frammista a frutta
bacata.
9. Macinare. Questa categoria comprende ogni attività per effetto della quale un prodotto naturale o un’altra
sostanza vengono ridotte in minuscole particelle al fine di renderle adatte a miglior uso. Melakhòt: macinare
il grano, il caffè, il pepe, limare metalli, schiacciare sostanze in un mortaio. Ghezeròt: grattugiare verdure,
formaggio ecc. con grattugia o altro utensile, grattare fango secco da scarpe o da vestiti.
10. Impastare. Questa categoria comprende attività mediante le quali piccole particelle di una sostanza
vengono amalgamate mediante liquido, in modo da formare una pasta. Melakhòt: preparare impasto per
pane o una torta.
11. Cuocere. Questa categoria comprende ogni attività che provoca la cottura di una sostanza, rendendola
così più adatta al consumo. Melakhòt: cuocere in tutte le sue forme, riscaldare oltre i 40° C, aggiungere
ingredienti a una pentola bollente, mescolare cibo sul fuoco, versare acqua calda su foglie o essenze di tè a
meno che queste non siano state già cotte, fondere qualsiasi solido (grassi, cera, metalli). Ghezeròt: versare
acqua bollente sopra generi alimentari essiccati o affumicati.
12. Tosare. Questa categoria comprende ogni attività mediante la quale si recide da un organismo umano o
animale il suo rivestimento. Melakhòt: il taglio o la rimozione con strumenti appositi di capelli, unghie, lana o
piume da un organismo vivente. Ghezeròt: strappare le unghie con le mani, pettinare i capelli (è permesso
spazzolare i capelli con una spazzola morbida).
13. Sbiancare. Questa categoria comprende ogni attività mediante la quale vestiti o panni vengono puliti,
spazzolati, smacchiati o lucidati. Melakhòt: mettere i panni a bagno, strofinarli, strizzarli, stirarli, smacchiarli o
togliervi il fango con l’uso di acqua o in altro modo. Ghezeròt: spazzolare i panni, maneggiare i panni bagnati,
appendere il bucato perché si asciughi.
14. Pettinare filati grezzi. Questa categoria comprende ogni attività il cui effetto è quello di convertire
materiale grezzo compatto o attorcigliato in cordoni o fibre separate. Melakhòt: pettinare lana grezza, battere
lino per ridurlo in fibre. Ghezeròt: avvolgere filo su bobine o lana su cartone. Districare filati di lana o di altro
materiale.
15. Tingere. Questa categoria comprende ogni attività che muta il colore, naturale o artificiale, di un oggetto
o di una sostanza. Melakhòt: applicare colori o tempere su superfici murali, applicare coloranti a panni,
sciogliere colori in acqua, mescolare colori, eseguire test chimici a reazione di colore. Ghezeròt: asciugare le
mani macchiate di frutta su un panno bianco, l’uso di rossetti, rimmel (sono permessi quelli che durano fino a
dopo lo shabbàt).
16. Filare. Questa categoria comprende ogni attività con la quale si estraggono filati da materie prime,
mediante lamina, torcitura o avvolgimento. Melakhòt: manifattura di panno non tessuto o corde. Ghezeròt:
rifilatura di fili sciolti.
17. 18. 19. Operazioni di tessitura. Queste tre categorie comprendono l’intera gamma delle tecniche di
tessitura, dall’inserimento del filo nel telaio alla rimozione dell’articolo pronto. Melakhòt: lavoro a maglia,
uncinetto, rammendo, ricamo, intrecciare e fare canestri. Ghezeròt: intrecciare i capelli.
20. Separare fili. Questa categoria comprende la decomposizione di panni tessuti o di altri materiali nei filati
che li compongono. Melakhòt: disfare qualsiasi parte di un capo di vestiario. Ghezeròt: rimuovere fili
d’imbastitura da vestiti, strappare pezzi di ovatta, separare filati in matassa.
21. Fare un nodo. Questa categoria comprende ogni attività che determini la connessione duratura di due
oggetti.
22. Disfare un nodo. Questa categoria comprende ogni attività che disfi una connessione del tipo suddetto
per scopi utili. Melakhòt: sciogliere doppi nodi fra due estremità di stringhe, filati, lacci. Ghezeròt: annodare
un’estremità di un filato da cucire (è permesso allacciare le scarpe con un nodo a fiocco).
23. Cucire. Questa categoria comprende ogni attività mediante la quale due materiali simili o dissimili, o due
superfici, vengono congiunti permanentemente mediante un terzo materiale.
24. Strappare. Questa categoria comprende ogni attività che disfi un prodotto del tipo sopra esposto al fine
di poterlo unire di nuovo. Melakhòt: cucire o disfare due punti, attaccare carta con colla, cucire
carta. Ghezeròt: applicare toppe.
25. Tendere trappole o cacciare. Questa categoria comprende ogni attività che limiti la libertà di movimento
di un animale, volatile ecc. i quali vengano pertanto così ridotti sotto il controllo di un essere
umano. Melakhòt: acchiappare animali o insetti con le mani, con reti, trappole.
26. Macellare. Questa categoria comprende ogni attività che metta fine o abbrevi la vita di un essere vivente
o ne provochi lo spargimento di sangue..
27. Scuoiare. Questa categoria comprende ogni attività che separi la pelle di un animale morto dalla carne.
28. Conciare pelli. Questa categoria comprende ogni attività mediante le quali le materie prime sono rese più
durevoli o comunque più utili all’uso, mediante procedimenti chimici o fisici. Melakhòt: oliare stivali e scarpe,
salare e mettere in salamoia pesce, carne; immergere la carne nell’acqua per renderla kashèr.
29. Levigare pelli. Eliminare la ruvidezza della superficie di un qualsiasi materiale arrotando, strofinando,
lucidando. Melakhòt: pulire degli utensili mediante polveri da sgrasso o mediante strumenti appositi, lisciare
superfici di qualsiasi materiale, strofinare sapone per produrre schiuma, applicare creme per il viso, pulire
stivali e scarpe.
30. Rigare. Questa categoria comprende ogni attività che righi o tracci una linea su una superficie,
preparandola così per il taglio o per la scrittura.
30. Rigare. Questa categoria comprende ogni attività che righi o tracci una linea su una superficie,
preparandola così per il taglio o per la scrittura.
31. Tagliare secondo forma determinata. Questa categoria comprende ogni attività mediante la quale la
grandezza o la forma di un oggetto vengono alterati. Melakhòt: tagliare ritagli di giornale, limare la punta a
matite.
32. Scrivere. Questa categoria comprende ogni attività mediante la quale si traccino in modo durevole su
materiale durevole segni aventi un significato. Melakhòt: scrivere, disegnare, dipingere con matita,
inchiostro, ricamare modelli, lettere o figure, fare incisioni su cera, scrivere a macchina, stampare. Ghezeròt:
fare segni non durevoli (disegnare su vetro appannato, sulla sabbia), fare qualsiasi cosa che generalmente è
accompagnata da scrivere o prendere note.
33. Cancellare. Questa categoria comprende ogni attività che ha per effetto la preparazione di una superficie
pulita per scrivere. Melakhòt: cancellatura di scritti per ottenere superfici per scrivere di nuovo. Ghezeròt:
strappare l’etichetta di carta che avvolge i cibi su cui appare una scritta.
34. Costruire. Questa categoria comprende una vasta gamma di attività connesse con il concetto di struttura
e forma e precisamente tutte quelle che hanno per scopo e fine: costruire, riparare o rendere abitabile o
utilizzabile una costruzione o parte di costruzione; unire permanentemente due o più cose in modo da
costruire un’unità utilizzabile; modificare permanentemente la forma di una massa o di una sostanza per un
fine utile. Melakhòt: operazioni di costruzione, fissare una porta, fissare un chiodo alla parete, erigere una
tenda, fissare la lama al manico di un coltello, scavare una fossa nella terra per usarla come
deposito. Ghezeròt: aprire un ombrello, aprire un paravento.
35. Demolire. Questa categoria comprende attività volte alla demolizione di costruzioni in muratura o
prefabbricati.
36. Accendere il fuoco. Questa categoria comprende ogni attività che inizi o prolunghi la
combustione. Melakhòt: produrre fuoco con qualsiasi mezzo, regolare una fiamma, fumare una sigaretta,
avviare o condurre un’automobile, usare il telefono, accendere apparecchi elettrici. Ghezeròt: muovere una
lampada o una candela accesa, viaggiare in autobus o macchina anche se guidate da un non ebreo.
27. Spegnere il fuoco. Questa categoria comprende ogni attività avente scopo produttivo e per cui si spegne,
si abbrevia la durata o si rende meno intenso uno dei processi elencati nella categoria precedente. Melakhòt:
spegnere una candela per migliorarne lo stoppino. Ghezeròt: spegnere il gas, la luce elettrica.
38. Dare l’ultimo colpo di martello. Questa categoria comprende tutte le attività che completino la
fabbricazione di un qualsiasi articolo. Melakhòt: lucidare un articolo per rifinitura, riparare orologi, introdurre
stringhe a scarpe nuove. Ghezeròt: caricare orologi o regolare lancette, remare.
39. Trasportare. Questa categoria comprende tutte le attività che portino oggetti da un “dominio privato”
– reshùt hayachìd, a un “dominio pubblico” – reshùt harabbìm, e viceversa. Per “dominio privato” si intende
qualsiasi luogo chiuso di superficie non minore di 40 x 40 cm, cintato con una cinta alta non meno di un
metro. “Dominio pubblico” significa via, strada o piazza scoperti, frequentati dal pubblico, aperti da ambo i
lati e aventi larghezza di non meno di 8 metri. Melakhòt: portare in mano, sul braccio, sulle spalle, nelle
tasche, in una borsa o scatola, gettare, spingere, trascinare oggetti da un dominio all’altro. Questa è l’attività
caratteristica che l’uomo volge nella società e astenendocene di shabbàt noi riconosciamo la sovranità di Dio
sopra il mondo delle relazioni sociali.

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