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Tempo di riscatto
Memoria perenne del Mistero di Cristo, attraveso le celebrazioni
liturgiche, diventa Presenza di Grazia nell’attesa del Compimento
escatologico.
Memoria, presenza attesa del Signore Gesù: questo è l’anno
liturgico. Esso ha il suo centro nella Pasqua ed è scandito dalla
celebrazione ebdomadaria del Mistero Pasquale che è la Domenica, vero
microcosmo della Storia della Salvezza.
VIENE IL SIGNORE
ANDIAMOGLI INCONTRO
L’avvento
1.- l’avvento primo periodo dell’anno liturgico
La Chiesa non misura il suo tempo con il ritmo dell’anno civile (i
mesi), ma su ritmi della storia sacra (i tempi liturgici).
L’avvento è il primo tempo dell’anno liturgico. È un tempo
cosiddetto forte, come la Quaresima e il tempo Pasquale, in
contrapposizione al tempo ordinario, detto anche per annum. Mentre il
tempo pasquale, la quarisima , la celebrazione del Natale e della Epifania
sono comuni a tutti i riti, il tempo di Avvento è proprio di occidente. Esso
fu istituito perché i fedeli si preparassero alla celebrazione del Natale, ma
entro breve tempo assunse anche un significato escatologico: ricorda infatti
la duplice venuta alla fine dei tempi nello splendore della gloria.
Nella riforma dell’anno liturgico voluta del Concilio Vaticano II,
l’avvento ha conservato la sua durata di quattro settimane nel Rito Romano
e sei settimane nel Rito Ambrosiano.
EUOUAE
APPARUIT
BENIGNITAS ET HUMANITAS
Tempo di Natale
1.- Il tempo natalizio.
I temi spirituali proposti dal Messale, dalla Liturgia delle Ore e dal
Lezionario sono temi che diremmo “Pasquali”. Già abbiamo detto che il
Natale è il preludio della Pasqua.
2
Il Natale di nostro Signore Gesù, ci ricorda che Dio è presente in tutte le situazioni in cui lo crediamo
assente o in cui riteniamo che Lui non possa esserci. Questa fede ci spinge a guardare a questo tempo
con maggiore serenità e speranza: Dio è qui, talmente presente che forse, anzi ne sono certo, ci sta
chiedendo di rivedere le nostre abitudini. C’invita a ricordarci che come Lui è venuto per salvarci, così
anche noi, in Lui, possiamo salvarci solo se camminiamo insieme, se impariamo a prenderci cura gli uni
degli altri. Siamo invitati a farci “mangiatoia”, dove gli altri possono nutrirsi del pane dell’amicizia,
dell’amore, della misericordia, della speranza. Il Signore si offre a noi perché noi lo portiamo con la
testimonianza della nostra vita. Come cristiani siamo invitati a farci carico della speranza di questa
umanità così disorientata e sola, a farci sentinelle del nuovo mattino…affinché le tenebre di questo
tempo siano squarciate dalla Luce che viene dal Signore Gesù, che è il Signore Gesù.
Il tempo natalizio prolunga la nostra meditazione durante l’Ottava di
Natale. Notiamo le feste dei “comites Christi”3. Nel giorno ottavo del
Natale (1° gennaio) si celebra, secondo l’antica consuetudine romana, la
solennità della Madre di Dio, unitamente al grande tema della Pace.
3
I compagni di Cristo: Santo Stefano, San Giovanni Evangelista, i Santi Innocenti e, soprattutto, la festa
della S. Famiglia.
Ss. Madre di Dio; essa, collocata secondo l'antico suggerimento della
Liturgia dell'Urbe al primo giorno di gennaio, è destinata a celebrare la
parte avuta da Maria in questo mistero di salvezza e ad esaltare la
singolare dignità che ne deriva per la Madre santa... per mezzo della quale
abbiamo ricevuto... l'Autore della vita; ed è, altresì, un'occasione propizia
per rinnovare l'adorazione al neonato Principe della Pace, per riascoltare
il lieto annuncio angelico (cfr Lc 2,14), per implorare da Dio, mediatrice
la Regina della Pace, il dono supremo della pace. Per questo, nella felice
coincidenza dell'Ottava di Natale con il giorno augurale del primo
gennaio, abbiamo istituito la Giornata mondiale della pace, che raccoglie
crescenti adesioni e matura già nel cuore di molti uomini frutti di Pace.
La seconda si riferisce all’importanza che dobbiamo dare
all’allestimento e alla venerazione del Presepio: nelle famiglie, in Chiesa e
altri luoghi anche pubblici: tutti saremo d’accordo, penso, sulla utilità
catechetica del Presepio “visione ingenua, innocente, realistica del
Natale”4.
IL NATALE CRISTIANO
In margine ad alcuni testi della Liturgia
1.- Riscoprire il Natale come “festa cristiana”.
4
San Paolo VI, Catechesi del 15 dicembre 1976; “il presepio. Questa visione ingenua, innocente,
realistica del Natale è certamente il punto prospettico migliore; essa ci offre, per immaginosa che sia, la
scena autentica dell’avvenimento, di cui celebriamo il sacro ricordo; è bello, è pio, è edificante lasciarci
incantare davanti al quadro idilliaco e arcadico di quella pagina evangelica, che ci riporta tutti, lieti e
semplici come fanciulli, davanti al Bambino Gesù, venuto al mondo in tanta povertà e in tanto candore di
natura e splendore di angeli che rendono trasparente l’oscurità della notte e riempiono il cielo di canti
meravigliosi. Bellissimo. Ma basta questo momentaneo incantesimo a farci comprendere che cosa è il
Natale? Abbiamo provato a cogliere la prima e spontanea impressione che l’umile scena del Presepio
suscita nei suoi silenziosi osservatori? Cioè il confronto fra la nascita di Cristo nel mondo ed il mondo
che la circonda? Ciascuno sembra poi invitato a porre il confronto fra Lui, Cristo, e se stesso; ad
avvertire cioè quale rapporto vi sia fra la propria anima e l’avvento di Cristo; un rapporto molto
problematico e incalzante; ma che noi, in questo momento e in questa sede, non vogliamo esplorare”.
invece dovrebbe avere… è vero: occorre recuperare il Natale come
originaria “festa Cristiana”, liberandola delle incrostazioni sentimentali
paganeggianti o semplicemente orizzontali che ne snaturano la vera
identità.
2.- Natale festa della rivelazione e della fede, festa del Matrimonio tra
Dio e l’umanità.
“Nel mistero del Verbo incarnato è apparsa agli occhi della nostra
mente la luce nuova del tuo fulgore, perché conoscendo Dio visibilmente,
per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle realtà invisibili5.
EUOUAE
9
Prefazio del Battesimo del Signore
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SAN LEONE MAGNO, Discorso VI per il Natale; Queste parole di San Leone Magno ci aiutano ad
entrare ancora meglio nell’essenza del fatto accaduto a Betlemme, a comprendere il suo più intimo
significato: nasce il Figlio Eterno del Padre, nasce da donna come vero uomo pur rimanendo vero Dio: è
Gesù Cristo, il Salvatore e nasce con Lui il suo popolo la Chiesa! Maria dà alla luce colui che è Capo di
quel Corpo di cui noi cristiani siamo membra e per questo la onoriamo come Madre di Cristo e Madre
della Chiesa (cfr CONCILIO VATICANO II, Cost. dogm Lumen gentium, 53). Il Natale del Capo è il Natale
anche del Corpo; in Lui siamo stati incorporati mediante il Battesimo che ci ha fatto figli di Dio e suoi
fratelli concorporandoci tra noi, uniti dal vincolo santo dello Spirito di Dio siamo ‘famigliari di Dio’ (Ef
2,19), siamo Chiesa.