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LEZIONE 1- DIO UNO E TRINO CREATORE

1. Introduzione: il padrino
Per vivere come vero cristiano abbiamo bisogno di tutto il nostro sforzo e di tutta la forza di Dio. E abbiamo
anche bisogno di qualcuno, al quale possiamo guardare come esempio da imitare, al quale confidare le tue
difficoltà nella vita cristiana.
Il padrino o madrina deve essere una persona capace di orientarti, aiutarti, esigerti nella vita cristiana...
Prende sul serio l’elezione del tuo padrino. Pensa, domanda a qualcuno che ti possa aiutare, prega al Signore
ti dia la luce di vedere più chiaramente... e poi scegli il tuo padrino.
Esempi della Sacra Scrittura.
La Sacra Scrittura ci invita a cercare consiglio (cf. Tob 4,19; Eccli 4,10; 32,24; Lc 10,16; 2 Cor 5,20).
San Pietro è inviato a Cornelio per istruirlo (cf. Atti 10,1-48).
Filippo insegna ad un ministro etiope (cf. Atti 8,26-39).
Tob 4,18-19: Chiedi il parere ad ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio. In ogni
circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri
giungano a buon fine.
1. Chi può essere padrino o madrina di Cresima?
Può essere padrino o madrina di Cresima la persona che possieda queste qualità: essere cresimato e capace
di aiutare altri a vivere la vita cristiana.
2. Chi è capace di aiutare altri a vivere la vita cristiana?
E capace di aiutare altri a vivere la vita cristiana colui che intenta vivere pienamente il Vangelo nella sua
propria vita.
3. Quali sono i compiti del padrino o madrina di Cresima?
I compiti del padrino o madrina sono:
- pregare per il cresimato,
- dargli buon esempio di vita cristiana,
- consigliarle e incoraggiarli ad essere testimone di Cristo e del suo Vangelo.
4. Quale è il ruolo del padrino durante il rito della Cresima?
Durante il rito il padrino indica al Vescovo il nome del cresimando e deve poggiare la sua mano destra sulla
spalla del cresimando mentre è conferita la Cresima.

2. Natura di Dio Uno e Trino


Chi è Dio? Dio è l’Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra.
Dio è uno solo? Dio è uno solo, ma in tre Persone uguali e distinte, che sono la santissima Trinità.
Come si chiamano le tre Persone della santissima Trinità? Le tre Persone della santissima Trinità si
chiamano Padre, Figlio e Spirito Santo.
Abbiamo davanti a noi la natura, che è come un libro aperto sotto i nostri occhi, che ci indica: Dio esiste!
Essere potentissimo è stato la causa prima, che ha lanciato tutti gli astri, stelle... nello spazio. Questo essere
potentissimo, questa causa prima è Dio.
Il moto ordinato ed armonioso dell’universo ci richiama logicamente ad un primo Essere movente e
ordinatore. Questo primo movente, sapientissimo, ordinatore è Dio.
Se un uomo considera se stesso e la sua origine e le bellezze e le grandezze delle creature, che sono al di fuori
di lui, viene spinto a farsi la domanda: ‘Chi ha fatto tutte queste cose?’. Dopo matura riflessione la ragione
gli farà trovare la risposta solo in Dio, come Essere Supremo, creatore e padrone dell’universo.
Dio ha impresso profondamente la sua orma nel creato.
Partendo sempre dall’esperienza, si prova che tutte le realtà di questo mondo trovano il suo origine ultimo
in un Essere che ha in se steso la pienezza dell’essere, dell’agire e di tutte le perfezioni.
Vocabolario – Ragione: capacità dell’uomo che conosce le cose ed è capace di giudicare ciò che è vero e
quello che è falso. Causa: ciò che produce un effetto o è origine di una cosa. Effetto: ciò che è prodotto o
procede da una causa. Ateo: (dal greco a Theòs: senza Dio) si dice di qui ignora o nega l’esistenza di Dio.
Testi della Sacra Scrittura sulla conoscenza di Dio.
Sap 13, 1-5. L’autore fa una critica dell’idolatria, della divinizzazione delle forze naturali e degli astri. La vista
e lo studio della natura dovrebbero elevare l’uomo fino a Dio trascendente e Creatore di tutto.
Rom 1,20-21. Dalle perfezioni delle creature conosciamo le perfezioni di Dio, perché dall’effetto si conosce
la causa.
L’uomo, con la sua ragione, può arrivare con certezza a conoscere la esistenza di Dio?
Qualsiasi uomo, non turbato dalle passioni disordinate, può arrivare con certezza mediante la luce della
ragione, attraverso le cose create, a conoscere l’esistenza di Dio, Creatore e Signore di tutte le cose.
Come possiamo, mediante la luce della nostra ragione conoscere Dio?
Noi conosciamo Dio dalla conoscenza che abbiamo delle creature, le quali riflettono le perfezioni di Dio.
Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo, perché l'uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non
cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto in Dio l'uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa: La
ragione più alta della dignità dell'uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo
nascere l'uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da
lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se
non si affida al suo Creatore [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 19].
28 Nel corso della loro storia, e fino ai giorni nostri, gli uomini in molteplici modi hanno espresso la loro
ricerca di Dio attraverso le loro credenze ed i loro comportamenti religiosi (preghiere, sacrifici, culti,
meditazioni, ecc).
Malgrado le ambiguità che possono presentare, tali forme d'espressione sono così universali che l'uomo può
essere definito un essere religioso: Dio creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su
tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero
Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui
infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo ( At 17,26-28 ).
Creato a immagine di Dio, chiamato a conoscere e ad amare Dio, l'uomo che cerca Dio scopre alcune “vie”
per arrivare alla conoscenza di Dio. Vengono anche chiamate “prove dell'esistenza di Dio”, non nel senso
delle prove ricercate nel campo delle scienze naturali, ma nel senso di “argomenti convergenti e
convincenti” che permettono di raggiungere vere certezze.
Queste “vie” per avvicinarsi a Dio hanno come punto di partenza la creazione: il mondo materiale e la persona
umana. 32 Il mondo: partendo dal movimento e dal divenire, dalla contingenza, dall'ordine e dalla bellezza
del mondo si può giungere a conoscere Dio come origine e fine dell'universo.
San Paolo riguardo ai pagani afferma “Ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro
manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate
con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità” ( Rm 1,19-20 ) [Cf At 14,15;
At 14,17; 32 At 17,27-28; Sap 13,1-9 ]. E sant'Agostino: “Interroga la bellezza della terra, del mare, dell'aria
rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo... interroga tutte queste realtà. Tutte ti
risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle. La loro bellezza è come un loro inno di lode
["confessio"]. Ora, queste creature, così belle ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello
["Pulcher"] in modo immutabile?” [Sant'Agostino, Sermones, 241, 2: PL 38, 1134].
Dio nella sua libertà fin dall’inizio della storia dell’uomo si fa conoscere e gli indica il cammino da seguire
nonché gli promette il Salvatore che lo riscatterà dalla schiavitù del peccato. Dobbiamo credere che Dio possa
rivelarsi, che abbia questa libertà personale, altrimenti credere ci risulterà impossibile. Così forse ricorderai
che Dio parla con Adamo ed Eva nell’Eden, ma che parla anche con i suoi servi nell’Antico Testamento, con
Noè, con Mosè a cui darà la Legge, con i profeti prefigurando già fin dall’inizio Gesù Cristo. L’Antico
Testamento parla di Gesù Cristo in modo chiaro e velato allo stesso tempo.
Con la ragione, cioè seguendo quelle vie che partono dagli effetti e giungono alla prima causa arriviamo a
dire che esiste un unico Dio, ma la rivelazione di Dio contenuta nella Sacra Scrittura, nel Nuovo Testamento
ci fa conoscere Dio molto più intimamente in un modo che sarebbe impossibile alla sola ragione. Dal Vangelo
e dagli scritti del Nuovo testamento noi scopriamo che Dio pur essendo Uno è allo stesso tempo trino, cioè,
le Tre Persone Divine.
Gesù ha rivelato che Dio è “Padre” in un senso inaudito: non lo è soltanto in quanto Creatore; egli è
eternamente Padre in relazione al Figlio suo Unigenito, il quale non è eternamente Figlio se non in relazione
al Padre suo: “Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al
quale il Figlio lo voglia rivelare” ( Mt 11,27 ).
241 Per questo gli Apostoli confessano Gesù come “il Verbo” che “in principio” “era presso Dio”, “il Verbo”
che “era Dio” ( Gv 1,1 ), come “l'immagine del Dio invisibile” ( Col 1,15 ), come l'“irradiazione della sua gloria
e impronta della sua sostanza” ( Eb 1,3 ). 242 Sulla loro scia, seguendo la Tradizione Apostolica, la Chiesa nel
325, nel primo Concilio Ecumenico di Nicea, ha confessato che il Figlio è “consustanziale” al Padre, cioè un
solo Dio con lui. Il secondo Concilio Ecumenico, riunito a Costantinopoli nel 381, ha conservato tale
espressione nella sua formulazione del Credo di Nicea ed ha confessato “il Figlio unigenito di Dio, generato
dal Padre prima di tutti i secoli, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza
del Padre” [Denz. -Schönm., 150].
Il Padre e il Figlio rivelati dallo Spirito
243 Prima della sua Pasqua, Gesù annunzia l'invio di un “altro Paraclito” (Difensore), lo Spirito Santo. Lo
Spirito che opera fin dalla creazione, [Cf Gen 1,2 ] che già aveva “parlato per mezzo dei profeti” (Simbolo di
Nicea-Costantinopoli), dimorerà presso i discepoli e sarà in loro, [Cf Gv 14,17 ] per insegnare loro ogni cosa
[Cf Gv 14,26 ] e guidarli “alla verità tutta intera” ( Gv 16,13 ). Lo Spirito Santo è in tal modo rivelato come
un'altra Persona divina in rapporto a Gesù e al Padre.
244 L'origine eterna dello Spirito si rivela nella sua missione nel tempo. Lo Spirito Santo è inviato agli Apostoli
e alla Chiesa sia dal Padre nel nome del Figlio, sia dal Figlio in persona, dopo il suo ritorno al Padre [Cf Gv
14,26; Gv 15,26; Gv 16,14 ]. L'invio della Persona dello Spirito dopo la glorificazione di Gesù [Cf Gv 7,39 ]
rivela in pienezza il Mistero della Santa Trinità.
245 La fede apostolica riguardante lo Spirito è stata confessata dal secondo Concilio Ecumenico nel 381 a
Costantinopoli: “Crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dà vita; che procede dal Padre” [Denz. -
Schönm., 150]. Così la Chiesa riconosce il Padre come “la fonte e l'origine di tutta la divinità” [Concilio di
Toledo VI (638): Denz. -Schönm., 490]. L'origine eterna dello Spirito Santo non è tuttavia senza legame con
quella del Figlio: “Lo Spirito Santo, che è la Terza Persona della Trinità, è Dio, uno e uguale al Padre e al Figlio,
della stessa sostanza e anche della stessa natura... Tuttavia, non si dice che Egli è soltanto lo Spirito del Padre,
ma che è, ad un tempo, lo Spirito del Padre e del Figlio” [Concilio di Toledo XI (675): Denz. -Schönm., 527]. Il
Credo del Concilio di Costantinopoli della Chiesa confessa: “Con il Padre e con il Figlio è adorato e glorificato”
[Denz.-Schönm., 150].
246 La tradizione latina del Credo confessa che lo Spirito “procede dal Padre e dal Figlio [Filioque] ”. Il Concilio
di Firenze, nel 1439, esplicita: “Lo Spirito Santo ha la sua essenza e il suo essere sussistente ad un tempo dal
Padre e dal Figlio e. . . procede eternamente dall'Uno e dall'Altro come da un solo Principio e per una sola
spirazione. . . E poiché tutto quello che è del Padre, lo stesso Padre lo ha donato al suo unico Figlio
generandolo, ad eccezione del suo essere Padre, anche questo procedere dello Spirito Santo a partire dal
Figlio lo riceve dall'eternità dal suo Padre che ha generato il Figlio stesso” [Concilio di Firenze: Denz. -Schönm.,
1300-1301].
La Trinità è Una. Noi non confessiamo tre dèi, ma un Dio solo in tre Persone: “la Trinità consustanziale”
[Concilio di Costantinopoli II (553): Denz. -Schönm., 421]. Le Persone divine non si dividono l'unica divinità,
ma ciascuna di esse è Dio tutto intero: “Il Padre è tutto ciò che è il Figlio, il Figlio tutto ciò che è il Padre, lo
Spirito Santo tutto ciò che è il Padre e il Figlio, cioè un unico Dio quanto alla natura” [Concilio di Toledo XI
(675): Denz. -Schönm., 530]. “Ognuna delle tre Persone è quella realtà, cioè la sostanza, l'essenza o la natura
divina” [Concilio Lateranense IV (1215): Denz.-Schönm., 804].
254 Le Persone divine sono realmente distinte tra loro. “Dio è unico ma non solitario” [Fides Damasi: Denz. -
Schönm., 71]. “Padre”, “Figlio” e “Spirito Santo” non sono semplicemente nomi che indicano modalità
dell'Essere divino; essi infatti sono realmente distinti tra loro: “il Figlio non è il Padre, il Padre non è il Figlio,
e lo Spirito Santo non è il Padre o il Figlio” [Concilio di Toledo XI (675): Denz. -Schönm., 530]. Sono distinti
tra loro per le loro relazioni di origine: “E' il Padre che genera, il Figlio che è generato, lo Spirito Santo che
procede” [Concilio Lateranense IV (1215): Denz. -Schönm., 804]. L'Unità divina è Trina.
255 Le Persone divine sono relative le une alle altre. La distinzione reale delle Persone divine tra loro, poiché
non divide l'unità divina, risiede esclusivamente nelle relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre:
“Nei nomi relativi delle Persone, il Padre è riferito al Figlio, il Figlio al Padre, lo Spirito Santo all'uno e all'altro;
quando si parla di queste tre Persone considerandone le relazioni, si crede tuttavia in una sola natura o
sostanza” [Concilio di Toledo XI (675): Denz. -Schönm. , 528]. Infatti “tutto è una cosa sola in loro, dove non
si opponga la relazione” [Concilio di Firenze (1442): Denz. -Schönm., 1330]. “Per questa unità il Padre è tutto
nel Figlio, tutto nello Spirito Santo; il Figlio tutto nel Padre, tutto nello Spirito Santo; lo Spirito Santo è tutto
nel Padre, tutto nel Figlio” [Concilio di Firenze (1442): Denz. -Schönm., 1330].

3. Dio Creatore
“In principio Dio creò il cielo e la terra” ( Gen 1,1 ). Con queste solenni parole incomincia la Sacra Scrittura.
Il Simbolo della fede le riprende confessando Dio Padre onnipotente come “Creatore del cielo e della terra”,
“di tutte le cose visibili e invisibili”.
“In principio era il Verbo. . . e il Verbo era Dio. . . Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è
stato fatto” ( Gv 1,1-3 ). Il Nuovo Testamento rivela che Dio ha creato tutto per mezzo del Verbo eterno, il
Figlio suo diletto. “Per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. . . Tutte
le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono”
( Col 1,16-17 ). La fede della Chiesa afferma pure l'azione creatrice dello Spirito Santo: egli è il “datore di vita”,
[Simbolo di Nicea-Costantinopoli] lo “Spirito Creatore”, [Liturgia delle Ore, Inno “Veni, Creator Spiritus”] la
“sorgente di ogni bene” [Liturgia bizantina, Tropario dei Vespri di Pentecoste].
Dio ha creato tutte le cose, spiega san Bonaventura, non per accrescere la propria gloria, ma per
manifestarla e per comunicarla”. Infatti Dio non ha altro motivo per creare se non il suo amore e la sua
bontà: “Aperta la mano dalla chiave dell'amore, le creature vennero alla luce” [San Tommaso d'Aquino, In
libros sententiarum, 2, prol]. La gloria di Dio è che si realizzi la manifestazione e la comunicazione della sua
bontà, in vista delle quali il mondo è stato creato. Fare di noi i suoi “figli adottivi per opera di Gesù Cristo”, è
il benevolo disegno “della sua volontà. . . a lode e gloria della sua grazia” ( Ef 1,5-6 ). “Infatti la gloria di Dio è
l'uomo vivente e la vita dell'uomo è la visione di Dio. Il fine ultimo della creazione è che Dio, “che di tutti è il
Creatore, possa anche essere "tutto in tutti" ( 1Cor 15,28 ) procurando ad un tempo la sua gloria e la nostra
felicità” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 2]. Il mistero della creazione Dio crea con sapienza e amore Noi
crediamo che il mondo è stato creato da Dio secondo la sua sapienza [Cf Sap 9,9 ]. Non è il prodotto di una
qualsivoglia necessità, di un destino cieco o del caso. Noi crediamo che il mondo trae origine dalla libera
volontà di Dio, il quale ha voluto far partecipare le creature al suo essere, alla sua saggezza e alla sua bontà:
“Tu hai creato tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono” ( Ap 4,11 ). “Quanto sono grandi,
Signore, le tue opere! Tutto hai fatto con saggezza” ( Sal 104,24 ). “Buono è il Signore verso tutti, la sua
tenerezza si espande su tutte le creature” ( Sal 145,9 ).
Dio crea “dal nulla”. Noi crediamo che Dio, per creare, non ha bisogno di nulla di preesistente né di alcun
aiuto [Cf Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm., 3022].
298 Dio, poiché può creare dal nulla, può anche, per opera dello Spirito Santo, donare ai peccatori la vita
dell'anima, creando in essi un cuore puro, [Cf Sal 51,12 ] e ai defunti, con la risurrezione, la vita del corpo,
egli “che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono” ( Rm 4,17 ). E, dal momento
che, con la sua Parola, ha potuto far risplendere la luce dalle tenebre, [Cf Gen 1,3 ] può anche donare la luce
della fede a coloro che non lo conoscono [Cf 2Cor 4,6 ].
Dio crea un mondo ordinato e buono. Per il fatto che Dio crea con sapienza, la creazione ha un ordine: “Tu
hai disposto tutto con misura, calcolo e peso” ( Sap 11,20 ). Creata nel e per mezzo del Verbo eterno,
“immagine del Dio invisibile” ( Col 1,15 ).
Dio trascende la creazione ed è ad essa presente. Dio è infinitamente più grande di tutte le sue opere: [Cf Sir
43,28 ] “Sopra i cieli si innalza” la sua “magnificenza” ( Sal 8,2 ), “la sua grandezza non si può misurare” ( Sal
145,3 ). Ma poiché egli è il Creatore sovrano e libero, causa prima di tutto ciò che esiste, egli è presente
nell'intimo più profondo delle sue creature: “In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” ( At 17,28 ).
Dio conserva e regge la creazione. Dopo averla creata, Dio non abbandona a se stessa la sua creatura. Non le
dona soltanto di essere e di esistere: la conserva in ogni istante nell'essere, le dà la facoltà di agire e la
conduce al suo termine. Riconoscere questa completa dipendenza in rapporto al Creatore è fonte di sapienza
e di libertà, di gioia, di fiducia: Tu ami tutte le cose esistenti, e nulla disprezzi di quanto hai creato; se tu avessi
odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa se tu non vuoi? O
conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore,
amante della vita ( Sap 11,24-26 ).

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