Sei sulla pagina 1di 21

DISPENSA EBRAICO C

7/10/2019
Introduzione. Ogni volta metterò nel sito del corso i materiali da preparare per le lezioni e i punti
per gli esami. L'esame: sarà basato sulle spiegazioni delle lezioni collegato con i foglietti della
bacheca. Informazioni su come dobbiamo trattare la problematica del linguaggio, rispetto a un
testo, una frase e un paio di paragrafi e allora, per l'esame facciamo un accordo, potete portare
tutte le cose che vi serviranno, ma non perdetet il vostro tempo, potete consultare qualsiasi
traduzione, sarà massimo 90 minuti, domande per sapere come avrebbe trattato le questioni.
Questa lezione è per dare un cospetto su la l'approccio su come tratiamo l'ebraico. Voi avete
imparato l'ebraico per almeno 2 anni, le parole, le parole nel 1° anno, poi la sintassi delle frasi e dei
periodi nel 2° anno, ma questo corso, essendo l'ultimo dei corsi di ebraico biblico, è per mettervi
nello studio dell'ebraico biblico, voi avete imparato abbastanza, ma adesso siete pronti a lanciarvi
per avviarvi in uno studio serio della lingua ebraica, come studiosi della Sacra Scrittura. Già si vede
che il corso ha l'interesse sulla lingua ma anche l'interesse dell'interpretazione dei testi, come capire
il testo che deve essere collegato con l'esegesi. Per questo corso devo usare tutto ciò che ho
imparato dall'esegesi dell'AT, avremo un semestre per mettere in sincronia queste conoscenze.
LINGUA: cosa è la lingua? modo di comunicazione, codice che associa segni e significati, (codice è
sistema che porta un pensiero, un concetto). "signifiant" quella realtà fisica che porta il segno, suoi,
libro l-i-b-r-o. Rapporto convenzionale, come meccanismo sociale, nella società dove si usa l'ebraico
biblico. Come arriviamo a questo rapporto convenzionale? Ci sono cose non semplici. Che significa
BRK. Giobbe era molto preoccupato della sorte dei suoi figli, berekh può significare benedire o anche
maledire. ci sono dei verbi che sono formati non in base a elementi come BRK primitivi, di radice,
ma di un sostantivo, perciò diciamo verbi denominali. Per togliere si usa la "s" privativo, come
"spiumare" cioè la "S" precedente il piumare significa togliere le piume, è un verbo denominativo,
così in inglese. il verbo denominale, significa mettere questo o togliere, perciò, questo BRK ha la
possibilità di dire maldire o benedire, affermare la benedizione o portarla via, perché la benedizione,
adesso entriamo anche l'aspetto convenzionale. Non si tratta di cose naturali, non c'è una legge
linguistica ispirata nei nostri cuori, è come un processo sociale, ma una cosa del genere, ha formato
anche qualche cosa, qualche punto di riferimento o qualche sistema di concetti da quella civiltà. Se
fate teologia è pescare dentro il documento sacro quali sono le idee o i concetti del popolo che
usava questi scritti, se noi diciamo TORAH, LEGGE c'è da fare, per loro TORAH non è la stessa cosa
come per noi LEGGE, è piuttosto "insegnamento" "codice di comportamento, è un po' come la
nostra legge, per la consapevolezza è piuttosto quell'insegnamento di come comportarsi bene,
secondo la volontà Dio, perciò si può chiamare anche BERIT è l'accezione più grande in cui la TORAH
viene presentata. Per noi LEX ha un punto di riferimento latino, c'è uno "speech comunity" cioè una
comunità che usa una lingua. Se noi diciamo tale parola o frase, in una comunità diversa, ha qualche
senso diverso, sia localmente, sia cronologicamente, trovate qualsiasi parola italiana che ha senso e
uso diverso in diverse regioni, secoli fa' diverse parole hanno diversi significati, dentro la comunità
linguitica c'è il rapporto convenzionale, così c'è l'arbitrarietà, ciò vuol dire che non è naturale, cioè
come ci piace, non è così nel senso dei dittatori, noi diciamo SEPHER il segno è convenzionale e allo
stesso tempo arbitrario, non c'è nessun elemento naturale, c'è la libertà degli utenti.
Vedimo l'ordine se vogliamo studiare la lingua dobbiamo partire da ciò che è più chiaro.
L'importanza del segno, che nell'insieme forma un sistema convenzionale dentro una comunità
linguistica che serve come modo di comunicare, è il modo di comunicare, questo è il prodotto finale,
non è la definizione, la definizione, ci sono altre espressioni che sono comunicazioni non linguistiche.
La danza basica non è basata sulla lingua. Ci sono 4 elementi importanti che ci portano ad
approfondire la lingua ebraica a questo livello. Noi trattiamo una realtà che include questi elementi
non sempre in modo esplicito, ogni tanto possiamo far riferiemento a questi concetti.
Dobbiamo iniziare da ciò che abbiamo imparato mettendo qualche elemento in più. Questo corso è
per godere di questo, non per torturarvi. Cominciamo con ciò che avete sempre imparato, parole,
generi di categorie che abbiamo, nomi, verbi, aggettivi. Ma l'ebraico ha aggettivi? confine tra
sostantivi, nomi, aggettivi non è sempre chiaro. Alla fine dello sviluppo della lingua ebraica, c'era
l'aggettivo come sviluppo della lingua ebraica. Diciamo in italiano "il" "le" ecc... un giorno comincia
a nascere l'articolo in italiano, se gli volessimo dare un rappresentante, il latino non ha articoli, il
latino ha il dimostrativo. Un giorno si potrà formare un'altra categoria che adesso non è conosciuta.
Il genere, l'italiano ne ha 2, alcune lingue 3; riguardo il numero c'è il singolare, il duale, il plurale,
l'ebraico ne ha 2 e mezzo. SHULHAN può avere il plurale in SHLHANIM o SHULHANOT sia maschile
che femminile.
Abramo se voleva telefonare, avrebbe potuto o no? se per caso c'era una tecnologia sconosciuta, e
ci fosse stato un telefono. L'ebraico biblico non conosce la realtà chiamiamo telefono, ma se esiste
questo da circa 100 anni fa' nel frattempo l'ebraico... come si fa? questo apparecchio nero che non
usiamo quasi mai, questo si chiama? in tedesco si chiama Telephon, adesso in ebraico si chiama
Telefon. Noi facciamo così: Telefon -- Telefonare --- telefoniren. Telefono è un sostantivo ---
telefoniren è un verbo denominale. In ebraico come sarebbe TALPEN -- avete mai imparato radici
con 4 consonanti? Quadriletterali, tutti questi verbi se hanno più di 3 in radice si comportano come
PIEL. Ciò che cerchiamo è di cercare di capire poco a poco il meccanismo che avete imparato, non
per parlare a vanvera ma per entrare. Il Signore un giorno disse a Giona: "Qum Lekh" come
traduciamo? In ebraico Qum significa alzarsi, ma connesso con un altro verbo nella stessa forma
perde il senso di alzarsi per guadagnare una cosa che non c'era, per esprimere l'avvio dell'azione,
come nelle nostre lingue i verbi di movimento, avrà un senso avverbiale. Adesso nelle nostre
categorie saranno messe sotto sopra, Qum è verbo imperativo, ma nella semantica funziona come
un avverbio, se possiamo usare questo "Vai adesso a Ninive". Cosa ha fatto il racconto, il narratore
inizia la sua narrazione. Qum è diventato un marcatore di aspetto. Poi una traduzione un po'
meccanica direbbe: "Iniziò a fuggire. L'elemento drammatico della storia è fondamentale. Vedere le
sequenze e l'ordine dei verbi, vedere piccoli segni con quella sensibilità verso la lingua, così
impariamo quale è la vera convenzione c'è in azione nella comunità linguistica di questo scrito e poi
vediamo che non è semplicemente una cosa meccanica ci vuole esperienza e familiarità con la
lingua.
Andiamo avanti con una cosa meno difficile. Conoscete il libro di Giobbe, 2 capitoli di prosa, poi alla
fine dal c. 41. Come incomincia il libro di Giobbe? ISH HAIYAH...
L'ebraico comincia sempre con il verbo. wayyihi ish ehad 1Sam 1,1 ma il libro di Giobbe, abbiamo
un modello standard nel libro di Samuele, se vogliamo scrivere una narrazione siamo istruiti dalla
comunità linguistica dei letterati del tempo, ma se vogliamo fare qualche cosa di diverso, non
semplicemente raccontare, ma dare anche qualche informazione di più, questo è ciò che differenzia
la narrazione dal riportare mere informazioni.
Il libro di Giobbe nella prima parte non si presenta come una narrazione, è come l'inizio di una
narrativa in base alla diversa sintassi, per dare un'informazione che ci fa pensare che ci fa interessare
all'uomo Giobbe. Mentre nel libro di Samuele Elkana è solo un punto di partenza per la narrazione,
poi si parte dalla moglie, Anna, nel racconto successivo, poi si parla della nascita e la vita di Samuele.
Mentre Giobbe, tutto il libro è su di lui, e per di più, se vogliamo semplificare, nel libro di Samuele,
oltre alla struttura sintattica, wayyiqtol, siamo presentati con una narrazione come un treno, siamo
portati dai wayyiqtol come una serie di azioni che porta avanti la narrazione mentre l'inizio di
Giobbe, siamo incoraggiati a interessarci, a vedere di più sulla persona che si chiama Giobbe,
qualcheduno, c'era qualcuno o c'era un uomo. Noi diciamo ish hayyah non vuol dire c'era un uomo,
ma "qualcuno" era del paese di Uz, se sentiamo questo siamo curiosi, vogliamo sapere chi è, questo
è il modo normale, perché siamo curiosi, ciò ci viene presentata come un'informazione importante.
Se adesso giocate nella nostra mente qua, se la stessa frase si può cambiare. Il testo è organizzato
per centrare l'attenzione su Giobbe, fin dall'inizio siamo portati a fissarci su Giobbe, mentre nella
narrazione di Samuele, siamo portati a seguire gli eventi e non i personaggi, uno scritto che focalizza
sui personaggi un altro scritto che si focalizza sugli eventi. Anche nelle nostre lingue, ci sono modi
diversi. Il testo letterario dipende molto dall'interprete, ma l'interpretazione si deve basare sul
testo. Poi nel libro di Giobbe si dà una descrizione più profonda della persona di Giobbe, poi ci sono
4 tratti della persona di Giobbe: è una descrizione convenzionale di una persona ideale, di un
israelita ideale, ma Giobbe nella storia era un israelita? no. Questa domanda si impone, allora uno
che legge questo, cerca di avere la sensibilità dei lettori di quel tempo, cerchiamo di essere come se
fossimo di lingua madre, un lettore normale di quel testo, avrebbe percepito la stranezza, perché
questa è la descrizione di un israelita buono, "essere integro, retto, religioso e lontano dalle cose
cattive" è una descrizione ideale, uno che legge questo pensa ad altri 2 personaggi dell'AT Noè e
Daniele, uno che legge questa descrizione ritrova Noè e Daniele, i lettori originali erano consapevoli,
qual'era la differenza tra questi personaggi e Abramo? per loro Abramo era una figura storica
veramente, è una figura storica, né Noè, né Daniele, né Giobbe non erano figure storiche come
Abrame, raccontate come veramente esistenti, sono descrizioni ideali dei tratti personali, questo è
importantissimo per capire questo. Se andate alla letteratura dello stesso popolo, ciò viene riferito
di San Bartolomeo, l'autore di questa frase usa la conoscenza di cui abbiamo parlato, scatta tutte le
immagini di questi 3 personaggi, questo è il modo che adoperiamo nel leggere il libro di Giona, parte
di Giobbe, poi del Qoelet e poi delle poesie antiche, cerchiamo di fare il più possibile di entrare nel
testo e nella lingua, tentativi di avvicinarci a cosa ci vuole essere comunicato, dobbiamo cercare
attraverso il codice, il sistema, rapporto tra la conoscenza del rapporto convenzionale e la
conoscenza della comunità linguistica così avrete qualcosa per l'esegesi, così non dovete avere la
preoccupazione di imparare le cose ma di capire. Leggere GIONA 1, e cominciate a leggere GIOBBE
1. Imparare tutte le forme, dovete sapere tutte le forme, cercate anche di imparare le parole, e di
poter riprodurre in qualsiasi lingua vostra, in base al testo che vedremo i punti più interessanti.

21/10/2019
Le lingue che hanno tempo, hanno delle espressioni grammatiacali che esprimono quella distanza,
normalemente sono 4:
1) passato, la situazione è dietro
2) presente, il momento del parlare coicide con la situazione
3) future, segue il momento del parlare, è ancora nell'avvenire, non accade ancora, quindi
irrealis
4) tempo generico, dove la domanda "quando?" non si pone, il sole arriva verso le 6 o 7
dipende da dove siamo. Ci sono delle lingue che possiedono un tempo speciale per questa situazione
particolare.
Avremo la distinzione tra tempi assoluti e tempi relativi. Tempi assoluti, sono il passato, quello
dell'adesso (presente) o futuro, se esiste la forma speciale. Ci sono anche tempi relativi, distanza da
quel punto del passato a passato del passato, o il futuro del futuro.
L'ebraico ha tempi relativi ma nella forma diversa, non nella forma coposta ma il gioco dell'aggiunta
di b o waw, wayyiqtol è un tempo relativo, anche se c'è solo un wayyiqtol ma suppongono altri
eventi in collegamento con questo wayyiqtol. Anche se per noi è la stessa cosa, questa situazione,
quel racconto di qualcuno è collegato, non mettiamo solo un punto, ma una linea.
Nel semitico la marcatura del tempo è solo parziale. In ebraico qatal e wayyiqtol descrivono una
situazione anteriore al momento del parlare se la base lessicale indica azioni o processi (come nei
verbi di azioni: action verbs). Ma se la base lessicale descrive uno stato (come in verbi "to know" o
"to sleep"), la situazione coincide con il momento del parlare. Yiqtol ha valore di presente, e di futuro
o di qualcosa che sta in progresso, una forma che di per se indica modalità.
weqatal (o weqatalti) indica una situazione relativa alla serie di situazioni principali nel passato
rappresentate con wayyiqtol. Weqatal sembra come una digressione nel discorso, si può studiare
queste forme verbali individualmente, ma alla fine bisogna vederle nel testo, nel discorso. Yiqtol è
presente-futuro.
Aspetto: l'espressione grammaticale della dimensione temporale all'interno della situazione tessa,
indipendentemente dal rapproto con il momento del parlare.
- Perfettivo: per dire che una situazione è già compiuta, finita in contrasto con l'imperfettivo:
Alex was reading a book. Inoltre, il perfettivo copre anche nozioni come l'ingressivo, il risultativo (in
seguito da qualche evento o azione, come per es. arivando acasa durante una pioggia. Si tratta del
fatto di essere bgnato, non della urata.
- L'aspetto non-definito che sta in contrasto con gli altri aspetti sopra (perfettivo e
imperfettivo, soprattutto con l'imperfettivo) non più l'interesse, è già accaduto come presupposto,
ma nel presupposto ma nel presente sottolineamo l'effetto, questo può essere qualche risultato, o
una cosa nella nostra mente
- Il perfetto, è una categoria dell'aspetto; la situazioneè compiuta ma ha una pertinenza che
dura anora, come nel caso di qualche co che è accaduta molto recentemente. Qatal passato
raccontato in connessione con l'adesso. quest'ultima esprime distinamente nell'uso del cosiddetto
"perfetto" in greco (classico).
ish hayha beerez booz, hu shemo Elkana. Ish haya ci coinvolge ma c'è qualche rlevanza, non è
qualcosa di separato da noi che non c'entra niente con noi.
Gli aspetti spiegati finora appartengono agli aspetti grammaticali, vale a dire che hanno una
marcatura formale a differenza della categoria "tipo di azione" che fa parte del significato lessicale
come:

STRUTTURA COGNITIA DI GIONA 2:3-10


La lettura proposta qui fa parte dell'analisi cognitiva: un'analisi che mostra le operazioni della mente
nel trovare il senso della poesia di Giona 2:3-10 usando l'esperienza, pensieri, e sensibilità umana.
Ci sono vari modi di analizi cognitiva, dal più semplice (come introdotto qui) al più complicato, con
terminologia altaente tecnica e modelli complessi. Per il corso, basterebbe leggere e rileggere Giona
2:3-10 nel odo suggerito per vedere come gli elementi del senso siintrecciano fra loro e stimolano
la lettura e la comprensione. Non ignorare però l'analisi tradizionale del parallelismo spiegata negli
appunti sul parallelismo nella poesia ebraica.

Questo tipo di lettura sottolinea:


- L dinamica fra le tre parti che costituiscono questa poesia di Giona: l'individuo umano
(Giona), il male (l'angoscia, l'isolamento, la disperiazione) e il Dio del soccorso.
- Che cosa è accaduto all'individuo:ha avuto l'esperienza del male (angustia che provoca
l'angoscia, l'esperienza di sceol, ecc.) e ha invocato al suo Dio...
- Che cosa ha fatto il suo Dio:ha reagito, ha fatto l'individuo uscire dal profondo;ma come in
vv4-6, l'individuo pensava che proprio il suo Dio che l'abbia gettato nel male. Questo pensiero
mostra che per l'individuo il male tale quale non può fare niente se il Dionon lo permette.
- Finalmente, come si vede nella struttura cognitiva dei vv. 8 e 10, rimangono solo l'individuo
e il suo Dio, il male non c'entra più.

PAROLE E METAFORE PER IL MONDO SOTTERRANEO


Tipicamente in Gn 2 c'è una concentrazione di metafore, di parole che indicano l'AL di là, le forze
che sono opprimenti: "tehom" una profondità immensa (abisso), più è profonda più impossibile
risalire, luogo tenebroso. "mesula" = luogo tenebroso, "sula" buio profondo, "yam" mare, "mayim"
acque, "sceol" dimora di morti, "sahat" fossa profonda, "bor" cirsterna, fossa, "qisbe harim radici
delle montagne, le radici le parti più profonde delle montagne; "'eres" mondo sotterraneo,
immaginata come un verme gigantesco che prende. 7 di queste parole si trovano in Giona.

4/11/2019
il senso e l'uso delle parole possono essere molto diverse nel senso e nell'uso.
Abbiamo 2 pagine. Parlo di una serie di tratti speciali a un uso speciale.
abbiamo sempre imparato che l'articolo è di solit, assimilato, ke diventa kammelek come il re, ma il
qoelet non lo rispetta sempre questo standard.
Ogni tanto il Qoelet usa asher altre volte she. La conclusione dello studio, non ha aggiunto molto,
afferma che non c'è una regola fissa quando si deve usare she o asher, ma quando vuole l'autore
esprimere le sue idee usa "she" ma se cita un'opinione di altri usa di più "asher" sono tendenze.
Il dimostrativo "zo" noi impariamo che il dimostrativo è "zeh" ma in Qoelet sarebbe "zo't".
Sarebbe buono se avete per voi stessi, un documento che preparate per voi, copiate la frase intera
dove appare questo e fate la traduzione, così si vedono le cose importanti. Può essere importante
analizzare sull'articolo "zo't".
L'uso della particella 'et per introdurre il soggetto, nell'ebraico richiede anche l'articolo definito, 'et
richiede nell'ebraico classico un articoo. Se si marca un accutivo è ovviamente una cosa definita che
sappiamo. Stranamente, in Qoelet, 'et introduce anche il soggetto, e non solo, anche il libro delle
Cronache, soprattutto quando il verbo è in Niphal. All'inizio 'et era un'indicazione dell'oggetto, era
una particella per sottolineare, per attirare l'attenzione, lì può essere qualche oggetto, qualche
persona, si può usare la particella 'et, ma è già codificato in tal modo che diventa marcatore di
soggetto per quel periodo di Qoelet, e anche dopo l'esilio quasi per dare enfasi. Lascio a voi, tale e
quale la materia e la lingua di questi versetti è accessibile a voi.
L'infinito assoluto più pronome indipendente, in Qoelet diventa più generale. In fenicio ci sono molti
esempio di questa costruzione di infinito assoluto più pronome indipendente, ma dire che è sotto
l'influsso fenicio non si può dire, si può dire che sono tratti simili, perché entrambi, erano un po'
nella regione del nord, della Siria-Palestina, non è l'influsso del fenicio. L'uso dell'infinito assoluto
può sostituire qualsiasi forma finita, sia qatal, sia yiqtol, sia l'imperativo, sia il participio, perché
quando non si vuole mettere fuori, l'attenzione, di tutte le forme verbali che abbiamo visto, quando
non è pertinente riportare la modalità del passato o del participio, allora si usa l'infinito assoluto più
il soggetto, l'aspetto o la modalità non è pertinente per questa forma. Nei giornali, "President Trump
to announce new policy". Non importa l'aspetto del tempo o della modalità, ma la persona che parla
ha a che fare con la persona che vuole lodare. Il senso generico è lo stesso, ma la sfumatura esiste.
Forme con contrazione "illu" come "im + lu". Non è una cosa da indagare troppo profondamente,
ma tratto di una lingua parlata, Qoelet, non è una narrazione, è quasi un discorso, una narrazione,
una predica. In italiano prep + articolo vengono contratti, con + il = col = col vento = colla pioggia. In
Qoelet, non abbiamo la lingua parlata. Solo delle affermazioni ripetute che nella lingua scritta,
prosaica non troviamo, sono regole retoriche diverse, un esempio, voi imparate sempre che quando
usiamo 'ani, 'atta, sembra che sia un'affermazione enfatica, ma non così in Qoelet, quando abbiamo
'ani, lì è ovvio che non si tratta di una enfasi, lo possiamo capire nel discorso diretto, questo uso di
'ani non è troppo collegato con l'enfasi, è più liscio, fa parte del tratto della lingua parlata che viene
dentro un testo come questo.
"iesh" e la negazione è "'en" nelle nostre lingue quando usiamo qualcosa, se affermate l'esistenza
di qualche cosa quella cosa è definita o no? La tendenza è indefinita, in ebraico abbiamo l'indefinito,
ogni tanto il definito. L'ebraico mette in evidenza "c'è quest'uomo" o "c'è un uomo". L'uso della
particella di esistenza "there is" vuol dire "there is" ma, allo stesso tempo quella paticella può
generare non più l'affermazione di qualche cosa, ma per attirare l'attenzione per quello che viene
detto dopo. Dipenda dalla lingua se accetta o non accetta.
In Qoelet questi passi che ho elencato lì, non è soltanto per indicare qualcosa che esiste, ma è per
attirare l'attenzione sull'affermazione stessa, c'è questo uomo che viene ogni giorno, è per poi
parlare di come si deve reagire, in Qoelet, quando incontriamo questo tipo di "iesh" che nel contesto
non è per dire che esiste quella cosa, dobbiamo cercare che cosa vuole dire Qoelet, quando cita
"iesh" è come citare un'opinione che tu e io ricordiamo, e dopo questo si fa una discussione.
Qo 1,10: "c'è una cosa nuova che dice" a questo punto Qoele quasi cita un'opinione dei suoi
avversari, la risposta di Qoelet c'è da sempre... "c'è da sempre, che era prima di noi" Qoelet adesso,
è quello che è novità, non è un discorso "a-b-c-d-" ma un discorso argomentativo, cita l'opinione e
poi la nega, l'opinione di uno studioso e poi commenta, e questo è il tipo di discorso che sta facendo
Qoelet, che raccoglie un'opinione già accettata dalla gente, e poi lui commenta, "vedete, non è
questo" Perciò Qoelet ogni tanto è difficile per noi, perchè non leggiamo nel modo in cui lui voleva
che fosse scritto, pensiamo, che ci siano contraddizioni, paradossi, "c'è una novità... ma questa era
dall'inizio". Lui cita un'opinione per commentarla. Ci sono questi "iesh" quasi in questi posti lui
prende una posizione già accettata dalla gente, poi, fa osservazioni critiche. Qoelet è uno dei pochi
libri dell'AT dove si trova l'argomentazione, di contestare, discutere, è un tipo di letteratura
filosofica, sapienziale. Siamo al confine tra l'esegesi. Le traduzioni non mettono in chiaro questo
aspetto, fa parte del libro, la strada è ancora aperta per voi. Questo uso di "iesh" si trova anche nei
Proverbi. Così a volte "iesh" serve per citare un'opinione non propria, per introdurre una
discussione.
"ki" fa parte degli effetti della letteratura orale, si parla un po' del "ki" enfatico, nel Qoelet si trova
il "ki" enfatico, appare più frequentemente in Qoelet, piuttosto che negli altri libri, perchè vuole
dare un'enfasi a una posizione.
Ci sono espressioni formulaiche, cioè, "'amarti" = ho detto o dicevo, poi dice... espressioni
protocollari, sono variazioni, affermano la stessa cosa "amarti" "amarti ani" oppure "ra'iti". Non fare
discorsi inutili, vedere sapere, trovare, dire è per introdurre una riflessione.
Assurdità: ci sono una varietà di espressioni che hanno a che fare con l'assurdità, gam zeh, gam zeh
habel, poco utile fare attenzione ai dettgli che le differenziano, sono espressioni formulaiche, ci
vuole anche un giudizio se queste sono espressioni formulaiche o servono veramente per
comunicare qualcosa, non ha più un senso speciale. Afferma l'assurdità che viviamo nella vita reale.
Per l'esercizio personale, e notare le espressioni formulaiche.
Qo 1,1 "Ecclesiaste 1,1: ‫ירוּשׁ ָ ֽל ִם‬
ָ ‫ֶ ֖מלֶ � ִבּ‬

Abbiamo questo, "melek birushalaim" quando non c'era più il re, ma la funzione di re esiste, come
Neemia, garantisce qualche qualche governo, nella comunità, c'è solo la parte sacerdotale. "Melek
birushalaim" l'interpretazione è di un'autorità in sapienza, non più l'autorità militare, autorità di
sapienza.
Qoelet, l'idela qahal l'idea è raduare per qualche evento, sia religioso che sociale, "qohelet" è colui
che raduna, non lo fa per sempre, deve essere qualcuno di un certo peso. Qual è la forma? è un
femminile, sarà un signora? c'erano delle proposte, abbiamo visto che il femminile il suffisso con "a"
deve esprimere un radunatore speciale, oni insieme di barche, onia una barca, tom integrità, cosa
ha detto la moglie di Giobbe? l'integrità particolare, dovete ricordare la signora Giobbe. Non è utile
fare un discorso per una figura femminile, ma è una persona speciale, nella traduzione greca
abbiamo la figura di predicatore, radunatore non è una parola tanto buona, è uno che chiama la
gente per discutere e studiare insieme, Qoelet è uno studio delle opinioni accettate per contestarle,
è ancora attuale adesso, la SS se vediamo il canone ebraico, non è una cosa monolitica, ha diversi
aspetti, contesta ogni posizione anche quando sia rispettata. Il Qoelet era contestato e per questo
è stato introdotto più tardi nel canone dell'AT.

‫הֲ ֵ ֤בל הֲ בָ ִלים֙ אָ ַ ֣מר קֹ ֔ ֶהלֶ ת‬

Parla di qualche cosa che esce dalla bocca, è un movimento d'aria, la realtà può essere diverse cose,
fumo, o qualcosa che non ha consistenza, sembra una parola inventata nella letteratura ebraica. In
ebraico ci sono delle parole che non hanno equivalenze etimologiche nelle altre lingue semitiche,
come "berit", "havel" non hanno corrispondenza etimologica nelle altre lingue semitiche. Non solo
parole ma anche costruzioni, ad esempio il wayyiqtol, le altre lingue non lo possiedono. "hesed" è
tipicamente ebraico, quello dell'aramaico è un prestico dell'ebraico, "hesda" in aramaico.
Purtroppo nell'esegesi ci sono queste cose. "amar" ha detto, l'ebraico no, c'è l'uso del qatal la regola
è: qatal descrive una situazione già compiuta, allora, per conseguenza si associa al passato, ma la
cosa più importante è che già fatto, già fattuale, può essere che rappresenti una cosa che è
attualmente ed è rimasto l'effetto per noi, qualche settimana fa avevo suggerito che qatal è molto
più vicino non al passato semplice, (lingua inglese) ma è molto più vicino alla traduzione del perfetto
inglese, così come il perfetto in greco. Parlando di una situazione presente ma che si radica in
qualche tempo anteriore, l'effetto, il risultato, la rilevanza. Qui come si può ridurre? con il semplice
presente delle nostre lingue, ma trasferimento di una lingua all'altra, ci sono differenze, è
importante capire come si riproduce in un'altra lingua. Qoelet afferma.
il suono hbl crea qualche senso, "itron" cioè vantaggio, come vantaggio, ma che vataggio? che
vantaggio, cosa guadagna qualcuno con le sue fatiche, con tutto il suo sforzo ('mal), qual è lo sforzo
dell'umanità. Il senso di 'amal nell'ebraico vuol dire sforzo, lavoro, che non ci piace, una fatica, forse
dobbiamo fare questo, con senso, l'ebraico, Qoelet per indicare ciò che facciamo nella nostra vita,
il lavoro, la vita di ogni giorno... la differenza tra quelli che sono giusti e gli ingiusti, la domanda
riguarda proprio questo, "she" è molto più vicino a ciò che Qoelet avrebbe detto, "she" rappresenta
Qoelet, la sua opinione, abbiamo quindi un yiqtol (ia'amol") quale vantaggio per l'umanità in tutto
il suo sforzo che fa, no, ma piuttosto "che deve fare" ha una modalità deontica. se uno cambiasse in
qatal sarebbe molto diverso "she'amal" ciò che ha fatto, ma se diciamo "sheya'amol" che deve fare
ancora, che fa e che deve fare, dobbiamo capire che usa l'yiqtol per rendere più esplicito che è un
obbligo. La difficoltà è riprodurre la modalità di un yiqtol, se è deontico o epistemico. Abbiamo 2
modalità, grosso modo, epistemica o può esser certo, in dubbio e così affermativo; l'altro esprime
desideri, per vietare, per augurare, deontico, l'altro è epistemico. Qui è esclusa l'idea dell'aspetto
epistemico, "che è costretto a fare" questo èmolto più chiaro. "'omam" rimane"
zarah è qatal (sorgere), ci sono delle situazioni nonostante le forme verbali, rappresenta una forma
abituale che è sempre così, (valore gnomico) il sole sorge, il sole tramonta per dire il ritmo, e per il
suo posto "shoeph" si affretta, affrettarsi con un respiro un po' difficile, (affannarsi).
Zoreha hu' sham, il primo senso è conativo (cerca di, era sul punto di). Se voi cercate di fare qualcosa
è una cosa durevole, participio in senso conativo, cercando di risorgere lì
v5 "si affretta al suo posto" conativo
cercando di risorgere (zoreha)
Perché usa il participio e non il qatal.
Il participio esprime una cosa che dura, la durata è l'effetto del participio, è il tentativo di fare, o il
punto di finire quell'azione, senz'altro la conseguenza, non dovete essere soddisfatti con la
grammatica, senz'altro se queste spiegazioni sul discorso non si capiscono.
Come agisce la nostra mente? Abbiamo in testa una scala del più tipico e del meno tipico. Noi
pensiamo a categorie con gradazioni, lo study guide di Giobbe, l'yiqtol o il qatal ha il senso primario
e gli altri sono di contesto, mettete questo nella testa, altrimenti le cose non funzionano. Il senso di
yiqtol primario è senso modale (questo non è utile) bisogna spiegare, serve per esprimere la
soggettività del parlante; qatal è per esprimere la situazione reale; il participio è per esprimere un
tentativo o un'azione che sta per essere completata. Cercate di, adesso, avere una nozione di lingua
come lingua.
Gioco realtà qatal - soggettività yiqtol. Study guide di Giobbe.

9/12/2019
NOMI CHE SONO PROPOSIZIONI
NOMI SINTAGMA COSTRUTTO + GENITIVO, CON O SENZA VOCALE DI COLEGAMENTO FRA LE DUE
PAROLE
I NOMI IPOCORISTICI SONO PROPOSIZIONI NOMINALI O VERBALI ABBREVIATI
NOMI DI UNA PAROLA

I NOMI NEL SIGNIFICATO


Ci sono Teoforici, con l'elemento divino, "El" o "Ya" "sadday, -ba'al
Ci sono nomi con termini di parentela, "am è anche zio". l'idea era nella religione dei padri che la
divinità entrava in un rapporto di famiglia con il gruppo di persone.
Nomi di sostituzione, Eliaqim "El ha risorto"; Eliashib (El ha restituito).
Nomi di piante ed animali.

L'ebraico non è sempre, ci sono gli stadi della lingua ebraica prima di diventare la lingua classica
dell'AT, è documentata in modo indiretto. Ci sono piccoli testi, le poesie che sono usate per certi
scopi. Se leggete Esodo, da Es 1 in prosa, parlando di quelli che erano in Egitto, poi c'è un
cambiamento, sapete la storia dei primi capitoli di Esodo, dovevano costruire la città ma loro
volevano andare a pregare nel deserto, non si tratta del loro rifiuto di costruire, volevano andare a
pregare, per rendere culto al loro Dio. Mosè, uno di questi, per sbaglio, ha ucciso un egiziano, che
era parte della corte, è fuggito, c'è una questione esegetica, ha preso moglie e un giorno ha visto il
Roveto Ardentee, quello va alla storia di trattamento con il faraone, il faraone. Le 10 piaghe e poi
hanno deciso di lasciare Egitto. La storia in prosa poco a poco diventa molto più intensa, poi quando
hanno fatto... ancora in prosa, poi c'è un momento di crisi, la storia poco a poco diventa più intensa,
fino alla crisi, poi esploderà, questo è il momento importante nella narrazione dell'uscita in Egitto.
a questo punto abbiamo il cantico di Mosè, quello che leggeremo, è un'arte di raccontare. Dobbiamo
godere del cantico di Mosè, poi c'è il cantico di Myriam che sono di due tradizioni diverse, tradizione
maschile e la tradizione femminile. Continua poi il viaggio nel deserto, poi ci sono delle tensioni, la
spia, poi ci sono i nemici, i Cananei che erano forti, poi dopo questo, poi infatti, dopo la rivelazione
nel Sinai continuavano a camminare per entrare, c'è un'opposizione degli amaleciti, c'è la crisi, e
una volta superata si prende respiro con una storia di Balam in poesia, poi c'è l'entrata nella Terra
Promessa, lì nella terra ci sono opposizioni, crisi di nuovo, e poi a un certo punto, superano e
abbiamo il cantico di Debora. Superata la crisi, dopo tanti secoli si ricomincia con qualche problema,
ma chi dovrà essere il capo che conduce, Eli e i suoi figli per preparare questo c'è il libro di Samuele,
in Sam 1,2 abbiamo il cantico di Anna, come un respiro, così poi la storia dell'elezione, Saul, poi
Davide, alla fine del 1 Sam ci sono due poesie, il cantico di Davide. Narrazioni in prosa, climax, respiro
in poesia, ma anche prima di questo, anche 1-11 poi così via, la storia di Abramo, di Isacco di
Giacobbe di Giuseppe, si sono stabiliti nella terra, Giacobbe stava morendo, la crisi, chiama i suoi
figli, Gn 49 abbiamo una poesia in un linguaggio molto difficile.Dopo la narrazione dei fratelli di
Giuseppe, ricordiamo anche che Mosè ha condotto... a un certo punto Mosè non poteva andae
oltre... che cosa c'è? Voleva dare un pegno a Giosuè, lui ha dato 2 poesie lunghe, Cantico di Mosè
(Dt capitoli 32-33). Cosa facciamo noi? con questo possiamo dedurre, paragonando anche con la
vita culturale degli altri popoli, ci sono poesie antiche in ogni civiltà, letteratura, anche un millennio
prima i n Ugarit, e in altre parti dell'antico oriente, ma in Ebraico abbiamo i resti, che sono il corpus
di poesia ebraica antica, o arcaica, questa rappresenta il modo di vedere, i resti della letteratura
poetica prima della fioritura della lingua Ebraica, prima che l'ebraico è diventato lingua della corte,
dove c'erano questi scribi, queste erano le canzoni, non poesia come pensiamo, la foma poetica è
più facile da conservare, il linguaggio è più facile da ritenere a memoria. La tematica come
insegnamento o testimoni dei patriarchi, Giacobbe, Mosè, o storia della guerra, Es 15, Gdc 5 o
qualche ringraziamento antico, come quello del sal 18, o le profezie di Balaam, questi sono i
restidella letteratura ebraica arcaica.
Adesso la lingue ebraica, nessuno la chiamava ebraica in quello stadio, prima del sec. X a.C. prima
dell'inizio del primo millennio, il cambiamento è 200 anni prima dell'epoca, prima Siria Palestina
avevano dialetti che si possono capire tra di loro facilmente, più lontanto erano e più era difficile,
anche se le lingue erano diverse, ci sono delle lingue quello che diventerà l'ebraico, l'aramaico e
quello che è rimasto come fenicio, Ugarit non c'è già più. Che cosa abbiamo? nel sec. XII a. C. c'era
un cambiamento un po' da per tutto, conosciuto anche dall'archeologia il passaggio dal tardo bronzo
all'epoca del ferro I 100 anni più o meno, quella è soltanto un'astrazioni degli studiosi di archeologia,
la società è cambiata, la politica è cambiata, si parla di un cambiamento drastico nel 1200 a.C.
Dunque il sistema stabilito per i periodi del bronzo, ci fu un crollo della civiltà, crollo politico,
religioso, dei grandi poteri che non erano più come prima, c'è anche un crollo linguistico. Voi avete
ricevuto anche oggi le forme verbali nel semitico NORD OCCIDENTALE. Come la lingua ebraica, prima
di diventare ebraica, queste lingue avevano un sistema di casi, se voi avete studiato altre lingue,
nell'ugaritico ci sono i casi, l'ebraico non ce l'ha più, il fenicio ha qualche cosa, il casus è una
marcatura nel sistema di nomi dei sostantivi, nomiativo, genitivo, l'accadico non cambiava. C'erano
le desinenze dei casi, nel sistema verbale, nell'ebraico abbiamo qatal e yiqtol ma prima di diventare
così c'erano più forme, ci sono due sistemi, 1) ebraico con la coniugazione che è diventata il perfetto
(qatal) sono le forme che sono costruite aggiungendo; diverso da questo è un sistema che si
distingue dai prefissi, ciò che viene prima, in ebraico abbiamo l'imperfetto, iussivo, il coortativo, non
sono sistematici, ma prima c'erano tutta la gamma, la cosiddetta, imperfetto, forma breve
dell'imperfetto, la forma che finisce con "a", ci sono forme con l'aggiunta di "n" energico. Ci sono 4
tipi di yaqtub, con desinenza "u" o "0" o con desinenza "a" tutte 3° persona singolare, poi abbiamo
anche quello con "n". L'ebraico ha soltanto uno perché lo iussivo e imperfetto non si distinguono.
Nel sistema nominale, nominativo "u"; genitivo "i"; accusativo "a", così avvamo malku (il re), malki
(del re), malka (compl. ogg.). Che cosa è accaduto nel XII sec. a. C. nel crollo sociale c'è il crollo
linguistico, cioè la scomparsa delle vocali brevi alla fine della parola.
Yaqtubu; Yaqtub + "0" è un narrativo; Yaqtuba forme per indicare i desideri, le funzioni rimangono
ma le fqorme che indicano non esistono più, l'ordine della parola diventa importante. Se abbiamo
le stesse forme si posono confondere, ma le confusioni si riparano, se noi siamo ammalati andiamo
dal dottore. La lingua si auto-medica, yaqtub + "0"= wayyiqtol in ebraico, yactubu è diventato
l'imperfetto che dà problemi con la modalità; yactuba sopravviv nella prima persona, cioè il
coortativa. I verbi deboli non cambiano, come negli esseri umani i deboli non cambiano, la lingua si
comporta come, la lingua è pigra abbiamo lo sviluppo del wayyiqtol. Quando leggiamo il corpus
dell'ebraico arcaico, quello che è come yiqtol (yactubu, yactub, yactuba) è uno sforzo incredibile,
interpretare l'yictol come una forma narrativa o come presente futuro (yaqtubu). Es 15 i colori
funzionano da marker dei diversi tipi di yiqtol. Applicate su Es 15 e vediamo come (secondo Gianto)
quale yiqtol è da interpretare come narrativo, o quali sono i casi di yaqtubu. La lingua stava per
cambiare e il cambiamento non è completo, la transizione può durare diversi anni, quelli che lo
parlavano lo capivano immediatamente, secoli dopo no.

16/12/2019 – POESIA EBRAICA


Dobbiamo anzitutto analizzare il significato degli YIQTOL quando ho un testo di poesia ebraica come
Es 15. Se avete un yiqtol se corrisponde con l'yiqtol narrativo oppure a quello che noi diciamo
indicativo o imperfettivo, quello che sopravvive come modale imperfetto. Questi yiqtol brevi sono
messi in giallo significano una significazione narrata, deve essere passato, a il tempo non è rilevante.
Ovviamente se raccontiamo una storia le situazioni sono già passate. Questi yiqtol brevi, insieme,
stabiliscono lo scheletro del racconto, o se noi vogliamo usare l'inglese main story line. Immaginate
voi, un pesce. Esodo 15 fa parte della storia dell'identità della persona israelitica. Vediamo lo
scheletro dei racconti e vediamo quali sono le ambientazioni, ma il problema qui, tutti e due sono
indicati in yiqtol, ma avendo questa idea, possiamo vedere che là dove gli eventi sono presentati
uno collegato con l'altro, lì è un'indicazione per un yiqtol breve, se non ci sono funziona per
mostrare, quelli in giallo sono per riportare al vecchio yiqtol breve, quello verde è la carne del pesce,
quello che rende l'informazione di base più completa, anche quel rosso è qatal lì sono qatal è
veramente un racconto dei fatti che sono già real, quindi è in contrasto con l'yiqtol verde e il qatal
rosso è la situazione già reale, mentre quello verde è presentetata come una cosa ancora non finita,
può esprimere un desiderio, una modalità, mentre quelle gialle sono narrazioni delle situazioni una
dopo l'altra. In Es 15 ci sono due eventi non messi in rapporto stretto uno con l'altro, "ha'h" ha
veramente trionfato. "Il Signore ha trionfato in modo meraviglioso" "perché ha gettato in mare"
sono due punti, è come un riassunto, come un sommario, ci sono due cose che ci danno a pensare
che non necessariamente sono in rapporto l'una con l'altra, ma dobbiamo usarle come base per
leggere. Dobbiamo imparare l'ebraico dall'ebraico stesso.
Quando la religione cristiana 4 secoli dopo l'epoca nostra ha influito tanto il pensiero greco e lì entra
il termine "salvezza", perché "ieshuah" significa vittoria.
Dopo la parte narrativa, ritorna a una spiegazione al versetto 8, "ad un tratto l'acqua è diventata
come un muro. "nizbu kemo-ned" si alzarono le onde come un argine, si congelò.
Poi v. 9 "disso il nemico voglio inseguire ('erdof). V. 11 "la terra li inghiottì"

NUMERI 23 - ORACOLO DI BALAK


"se è favorevole" sono già condannati e maledetti in questo senso. Cosa capita qua, la risposta di
lui. "mah" Come mai, 'qbb" come posso maledire co

13/1/2019 – POESIA ARCAICA


In giallo ci sono alcuni yiqtol che hanno un valore diverso rispetto ad altre forme yiqtol, alcune come
preterito, altre come imperfetto. E' come una serie di operazioni (yiqtol preterito) quando descrive
una situazione che stava in progresso, come ambiente sarebbe come imperfetto. la differenza di
questo, dobbamo guardare la differenza tra narrazione e descrizione della situazione possiamo
avere un'idea della profondità della descrizione, come nel vedere una fotografia c'è qualche parte
ben messa a fuoco e altre più sfocate. nella narrazione è come nella fotografia, ci sono parti
presentate come la parte più importante, e altre cose, ambiente, che dà grande senso, e la
narrazione divennta più facile, la nostra mente funziona così, noi vediamo questa sala. Sembra che
la parte narrativa (giallo) molto dominante, dal vv8-20, perchéquella composizione di Dt 32, come
composizione con elementi diversi, questa è l'unica riportabile al periodo arcaico. Il verde è
l'imperfetto normale, yiqtol come imperfetto normale: "Egli stabilì i confin dei popoli.... egli lo trovò
(v 10) qua c'è una successione di eventi, l'Altissimo stabil, sono delle azioni precise, messe insieme,
senza di queste non abbiamo nessuna storia. "lo circondò... lo allevò".... v. 11 "come un'aquila che
copre (ma nell'ebraico abbiamo un yiqtol, qui descrive come un'aquila che veglia, (stava vegliando).
Si può usare questo passato remoto, poi il presente e poi il perfetto, solo per mostrare l'ebraico, che
vola sopra le sue ali. Poi dà delle azioni precise: "spiegò le ali sue e lo prese fino al v. 14. Il qatal
indica una situazione che è già completa, separatamente dall'altra, se pensiamo al tempo è
senz'altro al passato, ma la differenza dell'wayyiqtol le situazioni sono in connessione l'una con
l'altra, mentre con il qatal le situazioni non sono connesse, sono separate. 'akal weshatal sono due
qatal "mangiò e bevve" mentre i'yiqtol è per le azioni più salienti. Questa è per l'analisi del discorso
o grammatica del testo. Non si può dire che c'è un primo piano e un secondo piano, non si può dire
che si mette una cosa in rilievo e una sullo sfondo, c'è quello di immettere una situazione nello
sfondo, o nel primo piano, backrouding, mettere nello sfondo, il risultato che quello che rimane
diventa molto saliente. Non c'è contrasto tra background e foreground, il contrasto è artificiale.
Leggendo solo il giallo abbiammo la storia, il verde, abbiamo le descrizione dell'ambiente, questa è
la cosa per apprezzare la composizione.
ESODO 15
La distribuzione è un po' diversa, le situazioni sono un po' più diverse, le azioni in catena sono solo
in una parte, ma questo è importante nel senso che è ciò che viene comunicato.
NUMERI - ORACOLO DI BALAAM
ci sono cambiamenti più simili all'Esodo che al Deuteronomio. La parte della narrazione è chiara "ho
visto è in rapporto con "ho guardato.
Si vede che nel Deuteronomio la narrazione ha più posto, si vede il tipo di composizione diversa, il
cantico di Mosè raccontava, mentre quello di Esodo 15 dava testimonianza, e quello di Balaam,
racconta ma dà anche testimonianza, vedete che il tipo di discorso, testo narrativo, è diverso da una
composizione che esprime una testimonianza, voi cominciate a usare qeuste altre categorie usando
la stessa cosa delle forme verbali. L'idea è foregrounding o backgrounding ma non ambedue
Cosa aspetto io nell'esame? date la vostra risposta originale, potete vedere tutti gli appunti, sono
cose semplici mostrarmi che avete capito qualcosa, potete ripetere quello che abbiamo detto in
classee.
Ebraico C

ַ‫וַיָּ ָ֤ קם יֹ ונָה֙ ִל ְב ֹ֣רח‬

C'è un diverso uso dei verbi che indica praticamente una modalità ironica. Abbiamo, infatti, all'inizio un
wayyiqtol e poi viene seguito da un

Lamed più infinito costrutto. In un ebraico classico, avremmo una sequenza narrativa con 2 wayyiqtol, in
tal caso il qum sarebbe ingressivo "iniziò a fuggire", qui, invece, no e il testo si tradurrebbe: "si alzò per
fuggire".

�‫֠קוּם ֵ ֧ל‬

In questo caso possiamo vedere l'uso ingressivo di Qum. Si dovrebbe tradurre "comincia ad andare". Qum
quando viene coniugato con il verbo che segue ha aspetto ingressivo.

‫ בֶּ ן־אֱ ִליה֛ וּא‬c ‫וּשׁ ֹ֡מו ֠אֶ ְל ָקנָה בֶּ ן־ ְיר ָ ֹ֧חם‬


P P ְ ‫ ֵמ ַ ֣הר אֶ ְפ ָ ֑ריִם‬b ‫ֹופים‬
P ֖ ִ ‫ הָ ָר ָמ ַ ֛תיִם צ‬b ‫ ִמן־‬a ‫ַוי ְִה ֩י ֨ ִאישׁ אֶ חָ֜ ד‬
P P P P P

‫תּחוּ בֶ ן־צ֖ וּף אֶ ְפ ָר ִ ֽתי׃‬ ֹ ֥ ‫בֶּ ן־‬


‫�הים ו ָ ְ֥סר ֵמ ָ ֽרע׃‬
֖ ִ ֱ‫ִירא א‬
֥ ֵ ‫מו וְהָ יָ ֣ה׀ הָ ִ ֣אישׁ הַ ֗הוּא ָ ֧תּם ְוי ָ ָ֛שׁר ו‬
ֹ ֑ ‫ץ־ﬠוּץ ִ ֣איֹּ וב ְשׁ‬
֖ ‫ִ ֛אישׁ הָ יָ ֥ה ְב ֶ ֽא ֶר‬

Possiamo vedere che mentre nel versetto di 1 Sam 1,1 l ’attenzione è focalizzata sugli eventi, all’inizio del
U U

racconto di Giobbe (Gio 1,1) la persona è presentata come un perfetto israelita. Questa espressione la
ritroviamo anche nel Vangelo, quando Gesù si riferisce a San Bartolomeo. Queste 4 caratteristiche vengono
riportate anche per il profeta Daniele e Il racconto è focalizzato sulla persona e non sugli e eventi.

‫ ׃‬c ‫ֹור ַ ֽח ה֖ וּא ָ ֽשׁם‬


P P ֥ ֵ ‫ ז‬c b ‫ֹואף‬
P P֛ ֵ ‫ל־מקֹ ו ֹ֔מו שׁ‬
P P ְ ֶ֨‫וּבא הַ ָ ֑שּׁ ֶמשׁ וְא‬
֣ ָ ‫ הַ ֶ ֖שּׁ ֶמשׁ‬a ‫ְוז ַ ָ֥רח‬
P P

Ci sono 2 participi insieme "shore" e "zorea". La soluzione proposta. (Guardare il quaderno). L'approccio
filologico reinterpretare grammaticalmente un passo.

‫ל־פּנֵ ֣י הַ ָ ֑מּיִם‬
ְ ַ‫ַשׁ ַלּ֥ח לַ ְח ְמ�֖ ﬠ‬

Che cosa definisce, "nel mare", perchémette "al pene hammaiym"? Se fosse solo la superficie come si
direbbe: "pene hammaiym". "Al (ha n senso sopra, ma oltre di qualcosa. Ricordate che cosa hanno fatto i
tre amici di Giobbe, hanno buttato le ceneri oltre, al di sopra della loro testa. "Rosh" se voi siete in
posizione verticale "al pene" oltre la testa nella direzione del Cielo, ma qua "al pene hammaiym" oltre la
superficie del mare, che cosa è? Al pene hammayim, oltremare che cosa vuol dire? Significa al di là? Ma
perché si dice così?, significa PER UN PAESE ESTERO, questo significa manda all'estero, mandare che cosa?
Siamo nella letteratura delle cose proverbiali, "pane" significa anche risorse per sostenersi nella vita. Può
riferirsi anche alle risorse commerciali. Qohelet è pieno di terminologia commerciale, ciò vuol dire "investi
il tuo denaro all'estero, non soltanto qui" perché dopo tanti giorni, dopo tanto tempo (abbiamo una
metonimia tu li troverai di nuovo.

‫ן־חלֶ ק ְל ִשׁ ְב ָ ֖ﬠה וְגַ ֣ם ִל ְשׁמֹונָ ֑ה ֚ ִכּי ֣ל ֹא ֵת ַ֔דע ַמה־יִּ ְהיֶ ֥ה ָר ָ ֖ﬠה ﬠַ ל־הָ ָ ֽא ֶרץ‬
֥ ֵ ‫ֶתּ‬
Perché non dice "ki lo yadata" - invece abbiamo un yiqtol "teda'" perché non puoi sapere, è un deontico.
Se uno pensa il mondo commerciale il ra'a è un disastro naturale o economico. Haa'arez è la terra, era nel
suo paese. Lui vive haa'rez, il suo paese e che cosa è per diventare, per sopravvivere, per poter sviluppare
delle risorse: investire le risorse oltre mare, perché tu non sai cosa capiterà qua. "Ten HELEQ" significa
spezzare in sette o in otto, "HELEQ" significa "porzione". Spezzare così se uno perde, perde una parte.
Nelle lingue semitiche, qui c'è l'uso dei numeri, questo è conosciuto come lo stile numerco "graded
numerical..." Questo discorso è per capire questa frase. "Spezzare in molte parti" l'idea è perché voi siete
stati consigliati di investire oltre mare, in diverse porzioni. "Ki" può essere un "ki" enfatico, perché non
puoi sapere veramente. "Ki" ha diversi valori, in questo caso, noi siamo pronti a tradurre: "perché" ma ciò
può dare anche una certa enfasi all'espressione che viene. Ci sarà una domanda su questo nell'esame.
Tutto questo vuol dire qualche cosa se mettiamo Qohelet nel suo ambiente e non soltanto come, voi
sapete sta sempre, "gettare il tuo pane nel mare" è un'azione che non rende niente,, Qohelet, non gioca
con i suoi lettori.

"Invia (in senso metonimico) le tue risorse (al pene hammaim ) oltre il mare, in un paese straniero,
veramente/perché dopo tanto tempo/molto tempo, bisogna aspettare, le ritroverai di nuovo, è
speculativo nel fare affari. La seconda riga "spezzare" "ten" in molte parti (7-8 parti)non mettere tutta la
fortuna in un posto. La prossima adesso dopo questo c'è una serie di proverbi con un linguaggio un po'
strano per noi.

P ‫ו ִ ְ֣אם בַּ צָּ ֑ ֹפון ְמקֹ֛ ום ֶשׁיִּ פֹּ֥ ול הָ ֵ ֖ﬠץ ָ ֥שׁם יְהֽ וּא‬


a

E ovunque cadrà e dove cada e lì (guardare la nota testuale) Sembra trattarsi di un'aplografia. Bisogna
cercare di ricostruire la svista di copiatura (aplografia). "Sham iyehu non va, non produce nessun senso,
questo è un modo loro per invitare a cercare un'altra lettura. Voi sapete come è vocalizzata... sono le vocali
di Elohim o di Adonai, bisogna leggere "yehi". Forse è un po' complicato. Cerchiamo il senso, sembrano
cose senza alcun contenuto: può cadere a nord o a sud, il luogo dove cade, pensa alla sua proposta che
produce un senso, se sarà lo iussivo, "che sia così" vuol dire: "ciò che accadrà accadrà, in un modo o in un
altro" quello che sia.

‫ֹמר ֖רוּחַ ֣ל ֹא יִזְ ָ ֑רע ְור ֶ ֹ֥אה בֶ ﬠָ ִ ֖בים ֥ל ֹא י ְִק ֹֽצור‬


ֵ֥ ‫שׁ‬

Per capire questo dobbiamo guardare al capitolo 1 "il sole sorge e il sole tramonta" la stessa cosa fa al
termine del libro che riporta ai termini naturali, queste cose sono naturali, scontate, lui ha paragonato i
fenomeni naturali con le azioni umane
P
c
P ‫ֲשׂה‬
֣ ֵ ‫ת־מﬠ‬
ַ ֶ‫ ְבּ ֶ ֣בטֶ ן הַ ְמּלֵ ָ ֑אה ָ֗כּכָה ֤ל ֹא ֵת ַדע֙ א‬b ‫ה־דּ ֶר� הָ ֔רוּחַ ַכּﬠֲצָ ִ ֖מים‬
P P ֣ ֶ ‫וד ֙ ַﬠ ַמ‬
ֵ֨ ֹ‫ ֵ ֽאינְ �֤ י‬a ‫כַּאֲ ֶ֨שׁר‬
P P

‫ֲשׂה אֶ ת־הַ ֽ ֹכּל׃‬


֖ ֶ ‫�הים אֲ ֶ ֥שׁר ַיﬠ‬ ִ ֔ ֱ‫ָ ֽהא‬

Quando non sai il lavoro di Dio.

‫ה־דּ ֶר� הָ ֔רוּחַ ַכּﬠֲצָ ִ ֖מים‬


֣ ֶ ‫וד ֙ ַﬠ ַמ‬
ֵ֨ ֹ‫ ֵ ֽאינְ �֤ י‬a ‫כַּאֲ ֶ֨שׁר‬
P P

Ruah non solo respiro, dell'anima, nefesh, soffio della vita, a questo punto della storia d'Israele, il
riferimento è diverso, noi facciamo questo secondo questo viene dall'Egitto, il faraone impartisce il ruah
dalla sua bocca, dà la vita, questa è l'idea ripresa da Qohelet. Il re d'Egitto è quello che impartisce la vita.
Bahazamim (suggerito bahazamim, piuttosto di cahazamim). L'idea è quella dell'ignoranza e si meraviglia
del processo della vita così non sai l'opera di Dio che fa tutto. Quell'asher a che cosa si riferisce: caasher è
proposizione comparativa che mette in confronto, così non riesci, non puoi sapere l'idea che si tratta di
un'azione modale, et-mahase l'opera di Dio. "Asher" se viene usato dopo qualche verbo di sapere o di non
sapere, di osservazione può semplicemente introdurre il contenuto di ciò che è, quindi, funziona come "ki"
qui abbiamo l'oggetto di "yodea" una sottilità del linguaggio. Il "ki" o l'"asher" possono introdurre i verbi
di sapere o di vedere, nel linguaggio più tardivo che può essere sostituito con "asher" se capiamo asher
come una particella che introduce il contenuto di yodeah, così non sei in grado di sapere l'atto di Dio. Lui
fa tutto, sempre più complicato, perché "yaaseh" e non "asa", perché "yaaseh" esprime la soggettività di
Qohelet, Lui deve aver fatto tutto. Noi abbiamo la dificoltà perché le nostre lingue sono legate alla nozione
del tempo. Questa è la nostra conclusione. Questa può essere anche una modalità epistemica (certamente
Lui ha fatto tutto). Se è troppo difficile si può usare il presente delle nostre lingue per tradurlo. Se ignorate
come inizia la vita, così se, per queste cose ovvie attraverso le quali siete venuti nel mondo, come mai
cerchi di capire l'opera di Dio? Allora l'affermazione è: "deve essere Dio che fa tutto".

‫ הֲ זֶ ֣ה אֹ ו־ ֶ֔זה‬c ֙‫ ֵ ֣אי זֶ ֤ה יִכְ ָשׁר‬b ‫ודע‬


P P ֵ֜ ֹ‫ כִּ ֩י ֵ ֽאינְ ֨� י‬a �‫ל־תּנַּ ֣ח י ֶ ָ֑ד‬
P P P P ַ ַ‫בַּ ֹ֨בּ ֶקר֙ זְ ַ ֣רע אֶ ת־ז ְַרﬠֶ֔ � וְלָ ֶ ֖ﬠ ֶרב א‬
‫ובים׃‬ ֽ ִ ֹ‫ֵיהם כְּ אֶ ָ ֖חד ט‬
֥ ֶ ‫ם־שׁנ‬
ְ ‫ו ְִא‬

Al mattino semina il tuo seme e alla sera non lascia riposare le tue mani, sei ignorante di ciò che è
vantaggioso, di questo o quell'altro, se è questo o un altro. Linguaggio colloquiale, un po' contorto, le cose
sono osservabili, i proverbi sono così, parte dall'esperienza, anche se semplice. Poi c'è una serie di
osservazioni sulla gioventù.

‫֝ ְלהָ ִ֗בין‬

Le più infinitio costrutto: normalmente abbiamo imparato l'uso di infinito costrutto come finale. Qui
abbiamo un sostantivo, dobbiamo porci la domanda, quella differenza, di inizare con un sostantivo
anziché con un verbo. Le vostre lingue possono essere di aiuto o no,, ma in ebraico è diverso , ma non è
morlto conosciuta questa differenza, se abbiamo un verbo poi il lamed e l'infinito costrutto, quel lamed
esprime la finalità di quell'azione, "mangiare per saziarsi" ma se abbiamo un sostantivo come qui, lì vedete
che molte traduzioni anche se non in modo esplicito indicherebbero, siccome i proverbi hanno qualche
finalità di dare, ma questo è esattamente ciò che dobbiamo abbandonare, non parliamo della finalità dei
proverbi, siamo troppo abituati all'idea di finalità, allora mischiamo verbi e sostantivi, mentre qua, x è un
sostantivo (mishle) poi abbiamo lamed più infinito costrutto che non indica la finalità del sostantivo,
perché il sostantivo non fa niente, il sostantivo sta indica che cosa è questo, è più facile, dunque in modo
semplice, che cosa è, in che cosa consiste, mentre con il verbo si indica che cosa si vuol fare, indica finalità.
Ciò che viene comunicato qua è in che cosa consiste, o consistono i proverbi, cosa sono i proverbi. Risposta
semplice: "i proverbi sono sapere la sapienza" dove si trova il sapere della saggezza? Nei proverbi. Se
capiamo questo o se capiamo l'altra cosa, quale è il vostro atteggiamento verso i poverbi, questo è
importante, se noi prendiamo come finalità, allora mettiamoci come dice il proverbio. Nella prassi, dopo
la lezione lei vedrà che ci sono due atteggiamenti da parte nostre. Se noi diciamo come nome, sostantivo,
possiamo vedere anche che cosa sono veramente le sfumaure della saggezza. Se viene usato con un verbo
d'azione lamed + inf. Costru. Indica finalità dell'attività riferita nel verbo, tutta la costruzione è un
sintagma verbale. In Pr 1,1-7, invece, la sequenza di infiniti costrutti servono come predicato a un sintagma
nominale mishle shelomo e in questo modo fornisce una descrizione di che cosa sono i proverbi di
Salomone piuttosto che lo scopo del libro, bensì il suo contenuto. In realtà Pr 1,1-6 è una frase nominale,
cui soggetto:

"I proverbi di Salomone, figlio di Davide, re d'Israele (sono/consistono nel) conoscere sapienza e
disciplina, nel comprendere massime istruttive, apprendere destrezza e disciplina, nel comprendere
massime istruttive, apprendere destrezza e autezza, un giudizio retto e veritiero: dare ai giovanetti la
sagacia, al giovane scienza e assennatezza comprendere il proverbio e detto oscuro, parole di sapienti e
oro enigmi".
‫֭לָ ַקחַ ת‬

Lamed può avere anche una funzione di indicare un elenco (tutti quelli sottolineati)

‫יְבַ ֵ ֣קּשׁ נִ ְפ ָ ֑רד‬

7Quando si va sul modale bisogna poi specificare che tipo di modale. In che modo e perché, la modalità ci
costringe, non c'è una risposta già data, bisogna dare l'argomentazione e poi poterla usare per
l'interpretazione, e questa è la conosccenza del tipo di semantica dele forme verbali. Yiqtol con valore
modale epistemico, necessità o possibilità della proposizione, da qui la traduzione più idonea
sembrerebbe essere: "colui che si separa certo cerca il suo piacere" è lo scritore che lo dice, cioè per lui è
certo, questo è il senso. È la sa soggettività che viene espressa con yiqtol. Cercare di fare sempre dei
contrasti, bisogna cercare di vedere il contrasto con il qatal. Perché non si usa bikkesh?perche iebakkesh
esprime la soggettività dello scrittore

‫נִ ְפ ָ ֑רד‬

Quello che si separa, di certo cerca il proprio desiderio, per compiere il proprio desiderio. C'è una nota
critica nella versione greca, per toanah, lì è un senso di pretesa, una scusa, però in ogni caso thala, è
corretto.

‫ ׃‬a ‫י־אישׁ נַ ֥חַ ל ֝ ֹנ ֗ ֵבﬠַ ְמקֹ֣ ור חָ כְ ָ ֽמה‬


P P ֑ ִ ‫ַ ֣מיִם ֭ ֲﬠמֻ ִקּים ִדּ ְב ֵ ֣רי ִפ‬

Questa è un'espressione strana: la parola umana, ma perché si dice "maim ammukim"= acque profonde.
Acqua profonda, difficile da raggiungere, cioè nell'ebraico, la prima cosa è quella universale, fino a
quando, il fondo non è prevedibile, la seconda cosa AMMUK in ebraico ha un senso connotativo, può anche
esprimere saggezza, sapiente e profonda nel senso di profondo, che la profondità dei pensieri. Ciò che
viene comunicato è la difficoltà per arrivare al fondo. Ma viene usato AMMUK perché ha una connotazione
di saggezza. Nel prologo i proverbi consistono nel capire anche gli enigmi, nel capire il proverbio e gli
enigmi (malizza). Prv 1,6: "le parole dei saggi e i loro indovinelli". Masha, Malizza, Iddot (proverbi, enigmi
e indovinelli). "Torrente che scorre" "Fonte di saggezza". R. J. Cliffns M Fox commento sul libro dei
proverbi. Ma si può giustificare l'interpretazione di una doppia descrizione di: "acque profonde" cioè come
acqua che scorre e fonte della sapienza. Ciò fa parte dell'ambiguità della letteratura. Se ci sono dei modi
per spiegare sono entrambi utili. Uso metaforica di "maim ammukim" non abbiamo avuto occasione di
parlare delle metafore. Una metafora, noi usiamo questo giornalmente, se è efficace, nella letteratura, non
nel linguaggio di ogni giorno, una letteratura che riesce, avrà, questo è soltanto un'osservazione di
esperienza, 2 lati, lato universale e lato particolare, il primo è che anche senza la lingua è chiara, "maim
ammukim" è senz'altro chiaro, universale. Ma la metafora, normalmente è anche particolare, se voi usate
la lingua italiana, acque profonde, forse c'è solo l'idea di profondità.Dipende dalle connotazioni italiane.
In Ebraico ha anche una connotazione di saggezza, di sapiente. Così c'è qualcosa di speciale, profondo,
conoscibile, ma è già di saggezza, e perciò ha una forza enorme, e poi fonte di sapienza. 2 lati di una
metafora che riesce acomunicare qualche cosa. Vedete le vostre metafore nelle poesie, quelle che non
hanno 2 lati, non è efficace, è speciale, ricercata. La sapienza ha costruito la sua casa, questa è una
metafora: quale sarebbe il lato universale? Si può cercare la saggezza nella sua casa, qual è la forza
particolare in ebraico? Lì dipende molto dalla nostra conoscenza, perché non si dice 'asa piuttosto che
banah, questo è il modo per vedere i contrasti dentro l'ebraico, questa è l'espressione di ogni giorno. Qua
una cosa semplice, se noi facciamo , asta o banita deve essere come una figura importante, raggiungibile
a tutti, lì si può vedere dove sta è raggiungibile a tutti, perchè si usan le parole specifiche. Chi fa questo?
Non solo un muratore, ma anche uno scultore, quindi è come un lavoro artigianale, è come un architetto.
Non è sorprendente perchénel capitolo 8 abbiamo laparola "amoad" la traduzione sarebbe architetto,
esperto, non semplicemente artefice.

‫שׁו‬
ֹ ֽ ‫נ ְַפ‬

Qui esprime il riflessivo, come anche "basar" carne.

‫ְל ַ ֣בﬠַ ל ַמ ְשׁ ִ ֽחית׃‬

possessoreaching perdita di senso, in questo senso diventa la persona. Possessore dell'istruzione. "Beel"
o "baal" per indicare il possessore.
‫נַחֲ ֥מוּ נַחֲ ֖מוּ‬

Il senso non è consolare ma "cambiare mente". Questo sarebbe il senso "convincete, convincete", qui c'è
un raddoppiamento, "covincete veramente il mio popolo". Yomar è un yiqtol, chi parla è Dio stesso. La
seconda parte di Isaia è come una riproposizione dell'Esodo, la gente era già in esilio, per non perdere la
speranza, c'era quel gran poeta sconosciuto messo poi insieme Isaia, offre una teologia nuova,
riatttualizzando, mentre il vecchio esodo è dall'egitto alla terra promessa, il nuovo esodo è da Bibilonia
alla terra promessa. Se il Dio dei nostri antenati ha fatto uscire loro dalla schiavitù, farà lo stesso nella
situazione di schiavitù in Babilonia. Tutto il libro del Deuteroisaia, dal cap 40 al 55, lì regna l'idea del Nuovo
Esodo, la fiducia nel Dio che aveva condotto il popolo dall'Egitto, farà la stessa cosa adesso ci condurrà
dalla terra di schiavitù, di Babilonia, nella Terra Promessa, terra da restaurare, questa è l'idea di questi 15
capitolo di Isaia. Ma la domanda rimane la stessa: "chi è questo 'ken'?". Il secondo Isaia, ha una visione
più proonda dellel forze cosmiche. Chi ha sconfitto il faraone? Non direttamente il Signore, ma le forze
naturali, l'acqua ad esempio, che sono usate per sconfiggere l'esercito del faraone. Il poeta, qua, cita
l'ordine di Dio a queste forze che dovranno accompagnare il popolo nel cammino, queste forze hanno
ricevuto l'ordine da Dio stesso di convincere che loro non sono più persone, il poeta è qualcuna che ha
visto tutto, lui racconta questo per dire qualcosa di queste forze naturali. "Dibber alleb" parlate al cuore,
"lev" è la sede della comprensione, non delle emozioni, è come "convincete e parlate al cuore" cioè
ragionate con Gerusalemme. Gerusalemme è una metonimia, cioè vuol dire popolo. Metonimia significa
dire una parte per indicare il tutto. Ad esempio: "il Quirinale ha detto" significa che lo stato italiano ha
detto qualcosa. "Kirhu aleha" non c'è rapporto etimologico, è come proclamare, proclamare a lei
(Gerusalemme)

‫ִ ֤כּי‬

Navon per espiare il "è gradito il suo sacrificio". Ci sono tre "ki" che dopo questi verbi che indicano dire,
proclamare assume il valore di introdurre il contenuto di quello che viene annunciato: "che è gradito il suo
sacrificio". Le traduzioni di questi versetti, sono un modo per riprodurre, ma l'importante è capire quali "è
gradito" "avon è peccato grave ma è usato anche per espiare il pccato grave" e poi cos'altro da dire, che
ha preso dalla mano del Signore doppio, se abbiamo "avon" come metonimia, può essere capito come il
prezzo per espiare i peccati, ricevuto dalla mano di prezzo per i suoi peccati. Vedete che voi quando
pregate voi dite "ciò che abbiamo preso a debito". Ha ricevuto il doppio di ciò che doveva, più che
sufficiente.
Giobbe 1-2
Giobbe 1,1 mette in rilievo sin dall’inizio il personaggio di Giobbe (quindi tropicalizzazione attraverso
la posizione iniziale del soggetto, che normalmente prende la posizione dopo il verbo. In 1 Sam 1,1
non mostra tale rilievo ma si concentra sugli eventi.
Le forme hanno una funzione importante nel regolare il flusso del racconto. Wayyiqtol segnala un
evento che porta avanti la narrazione, quindi gli eventi principali che portano avanti il racconto
(quindi la “story line”), ma w-qatal descrive diverse informazioni secondarie.

Potrebbero piacerti anche