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Studio teorico del linguaggio; “teorico” ha a che fare con un corpus di nozioni
definite che rende plausibile una concezione, una dottrina, una scienza. Capire con
nozioni definite come il linguaggio funziona.
1. Idea secondo cui la linguistica vera e propria sia nata ai primi dell’800. Prima
vi erano riflessioni sul linguaggio, precedenti il costituirsi della linguistica
come disciplina a sé.
2. Es. cosa pensava del linguaggio John Locke, o Cartesio?
3. Approccio pienamente filosofico al linguaggio, senza piegature storiche.
4. Di pertinenza del ramo della filosofia della logica. Per capire cosa c’è dietro
dobbiamo ridurre gli argomenti che portiamo alla loro ossatura quasi
algebrica. Riportare la plurivocità del linguaggio alla univocità vicina a quella
delle notazioni matematiche.
5. Opposto al quarto modo: se quello portava all’algebra del pensiero, questo
quinto modo punta ad osservare il linguaggio ordinario e a contribuire ad una
di pulizia del discorso filosofico basandosi sulla condivisione degli impliciti
circolanti nei discorsi ordinari.
6. È uno studio che si avvicina alla linguistica generale o, come preferiva De
Mauro, alla linguistica teorica.
7. Filosofia della linguistica, un ragionare sul modo in cui operano le discipline
che si occupano del linguaggio.
Il nodo è un linguaggio, tante lingue. Perché le lingue sono tante, come si spiega?
Perché se camminiamo, lo facciamo tutti allo stesso modo, ma nel parlare ci sono
differenze, superficiali o profonde che siano?
E’ sempre stato interpretato come un castigo divino e offre una spiegazione lineare
che risponde al problema per il quale il mito è nato (come mai parliamo più lingue?)
e offre anche una spiegazione univoca, un meccanismo che va inequivocabilmente ed
inesorabilmente da una lingua a molte lingue.
Es. souverain prima della Rivoluzione francese indicava il sovrano, il re. Post-
rivoluzione, il termine indica il popolo!
Tesi della lingua universale implicita: esiste una corrispondenza tra le lingue perché
le loro espressioni si proiettano tutte sui medesimi elementi di un linguaggio, un
pensiero universale che costituisce la base di ogni comparazione tra lingue. Se
possiamo confrontare le lingue tra loro, è perché implicitamente abbiamo nella
testa questa idea di lingua universale.
La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea , Umberto Eco. Nel capitolo X
c’è il fatto naturale della suddivisione per culture e lingue (Tavola dei popoli). Non
si crea nessun mito, c’è una cronaca, un riassunto di ciò che è accaduto. Nel
capitolo XI c’è la disgrazia, la iattura.
Vecchio 2 lezione
Il linguaggio è uno e le lingue sono tante. Come mai? E ‘un bene o un male? È sempre stato così?
Ammesso che sia così, sarà sempre così? Ammesso che sia così, le lingue sono così diverse tra
loro?
Perché le lingue sono tante? Come mai? Come si spiega?
Non è il momento di rispondere a queste domande.
Andrea Moro- I confini di Babele-Il cervello e il mistero delle lingue impossibili Moro critica
con forza che le lingue abbiano a che fare con la cultura, la storia, il modo di vivere, gli scambi che
si hanno. Argomenta, invece, che le lingue abbiano a che fare con la biologia umana, con il modo in
cui l’organismo umano e in particolare, il cervello, sono fatti.
Vecchio critica il fatto che Moro abbia fatto riferimento ad alcuni linguisti che considerino “che il
linguaggio sia SOLO culturale”, in quanto nessuno ha mai detto che sia solo culturale.
IL LINGUAGGIO E’ SIA BIOLOGICO SIA CULTURALE ASPETTI INSEPARABILI
Il linguaggio è qualcosa che è sia natura sia storia (De Mauro).
L’esperimento ideale sembrerebbe quello di far questo su individui che non conoscevano già una
lingua (bambini) e seguire senza interruzione in una macchina (macchina che segue l’attività dei
neuroni) apprendimento della lingua diverso da apprendimento del linguaggio. Il punto di
interesse di questo libro è notare che le lingue non sono più diverse di quanto sono.
Il cervello umano pone dei limiti su come possono essere fatte delle lingue.
Moro1: Posizione singolare (file studium).
Le lingue, nella citazione di Moro, non sono così diverse l’una dall’altra
Parlo dunque sono- 17 ritratti: 1° linguista è Dio, il 17° Chomsky
Marten Joss “Le lingue possono differire le une dalle altre senza limite e in modi imprevedibili” (1950). Le
lingue ci sembrano davvero poter essere diverse.
La riformulazione corretta secondo Moro “Le lingue SEMBRANO differire le une dalle altre in modo
imprevedibile”
Perché esiste l’effetto Babele? EFFETTO le lingue ci sembrano differenti le une dall’altra (implicitamente
dice che in realtà non lo sono).
Quali sono, se ci sono, i confini di Babele? Il cervello non contempla determinate configurazioni sintattiche.
Possiamo riflettere soltanto sugli effetti di Babele chiedendoci se gli esseri umani avessero parlato una sola
lingua o tutte le lingue potessero essere state mutualmente comprensibili.
Moro 1 evoca la possibilità dell’estinzione dell’umanità a causa dell’esistenza più lingue (2006)
Moro 2 dice che la diversità di lingue (Babele) (effetto per noi) è stato un dono. (2011)
DIVERSITA’ DELLE LINGUEMITO DI BABELE COSTRUZIONE TORRE DI BABELE
La costruzione della torre di Babele è simbolo della diversità linguistica e dell’incomunicabilità.
L’origine del linguaggio non costituisce un problema. Costituisce un problema l’origine delle lingue perché
quando in una cultura qualcosa costituisce un problema, nascono i miti.
Nel primo libro della Bibbia, nella genesi, il primo essere umano (Adamo) entra in scena già parlante e che
dà i nomi alle cose. (genesi 2, genesi 11).
Adamo è già adulto e parlante l’origine del linguaggio non ha posto problemi nelle sacre scritture.
Si è formato, invece, il mito della costruzione della torre di Babele.
Il mito è stato creato perché la diversità delle lingue costituiva un problema.
Racconto del fallimento della costruzione della torre di Babele (simbolo della dispersione,
dell’incomprensione, dell’incomprensibilità, castigo; interpretata come una disgrazia, un castigo divino e
offre una spiegazione lineare che risponde al problema per il quale il mito è nato e nel rispondere così offre
una spiegazione univoca, un meccanismo che va da una lingua a molte lingue) perché ci sono più lingue?
Per castigo, per disgrazia.
L’interpretazione di Babele ignora che nel capitolo 10 viene offerta un’altra spiegazione con la diversità
delle lingue che vede che la diversità delle lingue sia dovuta alla diversità di culture.
C’è una dispersione pre-babelica per noi che leggiamo capitolo 10 e 11.
Quello che leggiamo del capitolo 10, lungi dall’essere un castigo, è l’adempimento della benedizione che
Dio dà a Noè e ai suoi figli dopo il diluvio universale. Dio disse ai figli di Noè di moltiplicarsi e di riempire
la Terra. Dalla discendenza dei figli di Noè si dispersero le nazioni della Terra dopo il diluvio. [fonte
sacerdotale, 500 a.C, più ordinata, didascalica].
La lettura prevalente che viene data della torre di Babele è fonico-espressiva forme dell’espressione non
corrispondono più alle forme del contenuto certe parole non hanno più il significato che avevano prima.
Es. “Passami i mattoni”
Il tipo che riceve l’ordine dà 3 pezzi di ferro perché per lui la parola mattoni si riferisce al ferro (forma e
contenuto differiscono).
Ciò che si diversifica è la manifestazione esterna di un universo semantico.
INTERPRETAZIONE IMPLICITA MITO DI BABELE ci sembra naturale che se esiste una lingua da
questa s ne formano altre, ma non ci sembra naturale il contrario.
Qualcuno, una ventina d’anni fa, parlò della tesi di una lingua universale implicita esiste una
corrispondenza tra le lingue perché le loro espressioni si proiettano tutte sui medesimi modelli di un
linguaggio di un pensiero universale che costituisce la base di ogni comparazione tra le linguepossiamo
confrontare le lingue tra loro perché in mente abbiamo la tesi di una lingua universale implicita.
Perché chiamiamo la lettura di Babele fonico espressiva? C’è da dire che sarebbe possibile la lettura di una
Babele semantica, che cioè stravolgesse non il piano dell’espressione, ma il piano del contenuto.
Fine rivoluzione francese vennero pubblicati dei libri che criticavano la rivoluzione francese un libro
pubblicato in Italia evoca Babele e le dava una lettura semantica.
Chiamasi sovrano colui che detiene il potere. Prima sovrano equivaleva alla parola re. Durante la rivoluzione
in Francia la parola sovrano era sinonimo di popolo la parola rimane uguale, ma cambia il significato
dato siamo portatori di una lettura di Babele di tipo fonico -espressivo, ma sarebbe possibile una lettura
semantica.
Umberto Eco (studium) Se le lingue non si sono differenziate per castigo ma per tendenza naturale perché
intendere la confusione come una iattura? Nel capitolo 10 c’è il fatto naturale della suddivisione per culture e
lingue, non si crea nessun mito; c’è una cronaca di ciò che è accaduto nell’arco di un cero tempo. Il racconto
di Babele è un mito e offre una spiegazione. Prima c’era una lingua e per castigo gli uomini sono incorsi
nella disgrazia di vederla frantumata.
PENTECOSTE CRISTIANA: [NUOVO TESTAMENTO, LIBRO DEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI,
CAPITOLO 2]
Miracolo che riguarda le lingue: gli apostoli si trovano tutti nello stesso luogo. Il vento riempie le case e
apparvero le lingue che si posarono su di loro. Questi iniziarono a parlare altre lingue. La folla rimane
turbata perché ognuno di loro parla nella propria lingua nativa.
Questo racconto è sempre stato visto come rinvio e risarcimento di ciò che accadde nella torre di Babele.
Moltiplicazione delle lingue, diversificazione delle lingue, impatto del mito sulla descrizione cronachistica
del capitolo 10 e qui la ricomposizione di quella vicenda.
Il libro degli atti e degli apostoli venne scritto in greco, mentre la genesi venne scritta in epoche diverse, ma
quella messa dal prof è una traduzione greca del 3 secolo a.C, Alessandria”, dei 70- (traduzione antico
testamento in greco).
Quando lo scrittore degli atti scrisse il testo aveva in mente il testo greco dell’antico testamento ed in
particolare della genesi.
Verso 3 libro degli atti: verbo della divisone che appare quando nel liro della genesi appare della divisione
della Terra dopo il diluvio e in un altro libro della Bibbia quando si parlava di divisione dei popoli
(diameriddo)
C’è un latro verbo che rimanda alla confusione che viene ripreso come lemma nel sostantivo (confusione)
versetto 9
Qual è la differenza fondamentale tra il racconto di Babele e della Pentecoste? Che Babele è diventato un
mito, mentre quello di Pentecoste no.
Per capire come mai, possiamo fare il confronto:
Vecchio 3° lezione
INAUGURAZIONE FILOSOFIA DELLE LINGUE: PENTECOSTE
PENTECOSTE: RIVALSA SU BABELE E DI BABELE
Parole in grassetto -parole di evidenza linguistica: labbro e voce (in tutta la terra c’era un solo labbro e una
sola voce)
Versetto 7 grassetto: glossa (lingua)
Tornano le due parole del primo versetto (la voce del vicino) e torna nel versetto 9 la parola heilos al plurale.
HEILOS-PHONE’ E GLOSSA ORGANIZZATI SIMMETRICAMENTE CON GLOSSA AL CENTRO
HEILOS-GLOSSA-PHONE’ E POI PHONE’ E DI NUOVO HEILOS MA AL PLURALE
APERTURA: LABBRO E VOCE AL PLURALE E DA SOLI
POI GLOSSA
DOPO GLOSSA LABBRO PLURALE E VOCE AL SINGOLARE MA CON UNA SPECIFICAZIONE
DISTRIBUTIVA (LA VOCE DEL VICINO)
Qual è il meccanismo che si crea organizzata attorno alla voce glossa? Voce, lingua e poi voci e labbra
plurime. Significa che prima c’è il linguaggio (facoltà innata) e poi le lingue (strutturazione storico-sociale).
Prima appaiono i bisogni comunicativi primari che vengono soddisfatti da una sorta di speech biologico di
specie. Gli esseri umani erano fatti in quel modo lì. Nel testo greco corrisponde al singolare di labbro e voce.
In seguito si è costituito il sistema semiotico-cognitivo del “language” (glossa che appare al singolare v.7).
Una volta che si impianta il sistema della glossa, si assorbe il proto speech e lo configura e lo articola in
forme possibili di differenziazione e allora appare voce specificato e le labbra al plurale.
Corrispondenza tra la traduzione greca dei “70” e un articolo del 2005 di Pinker e Jekendoff che
osservavano:
<<At least some aspects of the ability to perceive speech were present long before language >>
C’è un proto-speech abilità percettive presente prima del language
Frase 2 <<la percezione linguistica riflette gli effetti dell’ascolto di una lingua specifica>>, schema che
emerge dal testo greco dell’episodio di Babele.
PROTO SPEECH-LANGUAGE-SPEECH LINGUISTICAMENTE SPECIFICATO
Il language si appropria della precedente capacità di percepire lo speech e la trasforma. D’altra parte, a
sostegno di questa lettura, c’è il fatto che gli autori parlano del linguaggio esteriore che si parla (learnt
languageacquisito in una situazione comunicativa).
Le situazioni comunicative sono intrise di Babele perché sono in una lingua lingua o in un’altra.
Jackendoff e Pincker << dai tempi della storia della torre di Babele, chiunque ha riflettuto sulla storia del
linguaggio ha osservato il suo enorme potere comunicativo e il suo ruolo indispensabile nella vita umana>>.
L’esistenza delle lingue= torre di Babele.
Vecchio si spinge fino a far dire ai due studiosi statunitensi “il language esteriore appreso sta alla base
dell’inner language su cui Chomsky ha sempre insistito>>.
Di che natura era il dono delle lingue ricevuto dagli apostoli? (ECO)
GLOSSOLALIA: capacità di parlare in lingue
Senoglossia: parlare lingue straniere
La natura del parlato umano è tale per cui si diversificaBabele ha instaneizzato un processo che ci
sarebbe stato.