Sei sulla pagina 1di 12

6/10/2020

Materiali aggiuntivi su Studium.

 Formigari  disponibile solo come ebook. Non in programma il quarto capitolo


sulla filosofia medievale. Scritto da una filosofa, l’attenzione è di tipo
filosofico.
 Auroux  tradotto in italiano nel 1998 (uscito in Francia nel 1994). Libro di
epistemologia dello studio delle lingue. Aprì un filone di ricerca, quando uscì,
che ormai fa testo anche in Italia. Difficile da trovare, non c’è in copisteria.
Casa editrice Novecento con sede a Palermo.
 De Mauro  raccolta di saggi.
 Vecchio, Un prisma agostiniano  6 saggi su Sant’Agostino semiologo, filosofo
del linguaggio.

Prova in itinere scritta intorno all’undicesima lezione.

La dicitura filosofia delle lingue è insolita e strana.

Studio teorico del linguaggio; “teorico” ha a che fare con un corpus di nozioni
definite che rende plausibile una concezione, una dottrina, una scienza. Capire con
nozioni definite come il linguaggio funziona.

1. Idea secondo cui la linguistica vera e propria sia nata ai primi dell’800. Prima
vi erano riflessioni sul linguaggio, precedenti il costituirsi della linguistica
come disciplina a sé.
2. Es. cosa pensava del linguaggio John Locke, o Cartesio?
3. Approccio pienamente filosofico al linguaggio, senza piegature storiche.
4. Di pertinenza del ramo della filosofia della logica. Per capire cosa c’è dietro
dobbiamo ridurre gli argomenti che portiamo alla loro ossatura quasi
algebrica. Riportare la plurivocità del linguaggio alla univocità vicina a quella
delle notazioni matematiche.
5. Opposto al quarto modo: se quello portava all’algebra del pensiero, questo
quinto modo punta ad osservare il linguaggio ordinario e a contribuire ad una
di pulizia del discorso filosofico basandosi sulla condivisione degli impliciti
circolanti nei discorsi ordinari.
6. È uno studio che si avvicina alla linguistica generale o, come preferiva De
Mauro, alla linguistica teorica.
7. Filosofia della linguistica, un ragionare sul modo in cui operano le discipline
che si occupano del linguaggio.

Akmajian (scrive dagli Stati Uniti) segue la scuola di Chomsky. Sfondo di


universalità.
08/10/2020

Il nodo è un linguaggio, tante lingue. Perché le lingue sono tante, come si spiega?
Perché se camminiamo, lo facciamo tutti allo stesso modo, ma nel parlare ci sono
differenze, superficiali o profonde che siano?

Libro di Andrea Moro, I confini di Babele. Il cervello e il mistero delle lingue


impossibili (sottotitolo) pubblicato nel 2006. Critica ripetutamente e con forza
l’idea che le lingue abbiano a che fare con le culture, la storia, i modi di vivere, gli
scambi. Per lui, le lingue hanno a che fare con la biologia umana, con il modo in cui
l’organismo umano ed il cervello sono fatti. Critica l’idea che il linguaggio sia un
prodotto culturale. Nessuno mai in nessuna epoca ha mai sostenuto che le lingue
siano dei fatti esclusivamente culturali. Il linguaggio, le lingue, sono sia biologiche
che culturali: i due aspetti sono inseparabili. Il linguaggio è un qualcosa che è sia
natura sia storia.

Joos, 1956 disse una frase che Moro criticò fortemente.

Moro si chiede perché esiste l’effetto Babele? Le lingue ci sembrano differenti le


une dalle altre ma in realtà non lo sono. Il cervello umano non contempla certe
configurazioni sintattiche.

Moro 1 evoca l’estinzione dell’umanità perché si parla diversamente. Moro 2


conclude che forse, date le conseguenze, la diversità di Lingue, Babele, questo
effetto, sia qualcosa di buono.

Mito della costruzione della torre di Babele  simbolo dell’incomprensibilità


stessa, della diversità linguistica. Nella cultura occidentale, l’origine del linguaggio
non costituisce un problema. Il problema è costituito dall’origine delle lingue. In
occidente non c’è un mito sull’origine del linguaggio, come c’è in altre culture. Nel
primo libro della Bibbia, Adamo entra in scena già parlante e dà i nomi alle cose
(Genesi, capitolo II, v 19-20). Il fatto che riusciamo a parlare non ha posto
problemi, Si è formato, invece, il mito della costruzione della torre, perché
evidentemente la diversità delle lingue costituiva un problema e quindi doveva
essere spiegato.

E’ sempre stato interpretato come un castigo divino e offre una spiegazione lineare
che risponde al problema per il quale il mito è nato (come mai parliamo più lingue?)
e offre anche una spiegazione univoca, un meccanismo che va inequivocabilmente ed
inesorabilmente da una lingua a molte lingue.

La Bibbia è la cucitura di pezzi diversi, scritti anche nel giro di un millennio.


Il capitolo X presenta una situazione che non deve essere spiegata; lungi
dall’essere un castigo, è l’adempimento della benedizione che Dio ha rivolto a Noè e
ad i suoi figli dopo il diluvio universale.

Come si spiega questa differenza? Un capitolo della Genesi parla di castigo, un


altro no  fonte jahvista, molto pessimista; il capitolo X fa parte della fonte
sacerdotale, introno al 500 a.C. più ordinata e didascalica.

Lettura fonico-espressiva  le forme dell’espressione (i suoni) non corrispondono


più alle forme del contenuto (i significati). Cioè, certe parole non hanno più il
significato che avevano prima. Ciò che si diversifica è la manifestazione esterna di
un universo semantico. E’ questa la lettura che ci portiamo dentro di Babele.
Sarebbe possibile un’altra lettura, una Babele semantica, che cioè stravolgesse non
il piano dell’espressione ma quello del contenuto.

Es. souverain prima della Rivoluzione francese indicava il sovrano, il re. Post-
rivoluzione, il termine indica il popolo!

Tesi della lingua universale implicita: esiste una corrispondenza tra le lingue perché
le loro espressioni si proiettano tutte sui medesimi elementi di un linguaggio, un
pensiero universale che costituisce la base di ogni comparazione tra lingue. Se
possiamo confrontare le lingue tra loro, è perché implicitamente abbiamo nella
testa questa idea di lingua universale.

La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea , Umberto Eco. Nel capitolo X
c’è il fatto naturale della suddivisione per culture e lingue (Tavola dei popoli). Non
si crea nessun mito, c’è una cronaca, un riassunto di ciò che è accaduto. Nel
capitolo XI c’è la disgrazia, la iattura.

La Pentecoste Cristiana (Nuovo Testamento)  questo racconto è sempre stato


visto come rinvio e al racconto della torre di Babele e risarcimento, ricomposizione
di quella disgrazia.

Differenza fra il miracolo di Babele e il miracolo di Pentecoste? Babele è diventato


un mito che ci portiamo dentro; il racconto di Pentecoste no. Come mai? Vedi
tabella con confronto.

Vecchio 2 lezione

Il linguaggio è uno e le lingue sono tante. Come mai? E ‘un bene o un male? È sempre stato così?
Ammesso che sia così, sarà sempre così? Ammesso che sia così, le lingue sono così diverse tra
loro?
Perché le lingue sono tante? Come mai? Come si spiega?
Non è il momento di rispondere a queste domande.
Andrea Moro- I confini di Babele-Il cervello e il mistero delle lingue impossibili  Moro critica
con forza che le lingue abbiano a che fare con la cultura, la storia, il modo di vivere, gli scambi che
si hanno. Argomenta, invece, che le lingue abbiano a che fare con la biologia umana, con il modo in
cui l’organismo umano e in particolare, il cervello, sono fatti.
Vecchio critica il fatto che Moro abbia fatto riferimento ad alcuni linguisti che considerino “che il
linguaggio sia SOLO culturale”, in quanto nessuno ha mai detto che sia solo culturale.
IL LINGUAGGIO E’ SIA BIOLOGICO SIA CULTURALE ASPETTI INSEPARABILI
Il linguaggio è qualcosa che è sia natura sia storia (De Mauro).
L’esperimento ideale sembrerebbe quello di far questo su individui che non conoscevano già una
lingua (bambini) e seguire senza interruzione in una macchina (macchina che segue l’attività dei
neuroni) apprendimento della lingua diverso da apprendimento del linguaggio. Il punto di
interesse di questo libro è notare che le lingue non sono più diverse di quanto sono.
Il cervello umano pone dei limiti su come possono essere fatte delle lingue.
Moro1: Posizione singolare (file studium).
Le lingue, nella citazione di Moro, non sono così diverse l’una dall’altra
Parlo dunque sono- 17 ritratti: 1° linguista è Dio, il 17° Chomsky
Marten Joss “Le lingue possono differire le une dalle altre senza limite e in modi imprevedibili” (1950). Le
lingue ci sembrano davvero poter essere diverse.
La riformulazione corretta secondo Moro “Le lingue SEMBRANO differire le une dalle altre in modo
imprevedibile”
Perché esiste l’effetto Babele? EFFETTO le lingue ci sembrano differenti le une dall’altra (implicitamente
dice che in realtà non lo sono).
Quali sono, se ci sono, i confini di Babele? Il cervello non contempla determinate configurazioni sintattiche.
Possiamo riflettere soltanto sugli effetti di Babele chiedendoci se gli esseri umani avessero parlato una sola
lingua o tutte le lingue potessero essere state mutualmente comprensibili.
Moro 1 evoca la possibilità dell’estinzione dell’umanità a causa dell’esistenza più lingue (2006)
Moro 2 dice che la diversità di lingue (Babele) (effetto per noi) è stato un dono. (2011)
DIVERSITA’ DELLE LINGUEMITO DI BABELE COSTRUZIONE TORRE DI BABELE
La costruzione della torre di Babele è simbolo della diversità linguistica e dell’incomunicabilità.
L’origine del linguaggio non costituisce un problema. Costituisce un problema l’origine delle lingue perché
quando in una cultura qualcosa costituisce un problema, nascono i miti.
Nel primo libro della Bibbia, nella genesi, il primo essere umano (Adamo) entra in scena già parlante e che
dà i nomi alle cose. (genesi 2, genesi 11).
Adamo è già adulto e parlante l’origine del linguaggio non ha posto problemi nelle sacre scritture.
Si è formato, invece, il mito della costruzione della torre di Babele.
Il mito è stato creato perché la diversità delle lingue costituiva un problema.
Racconto del fallimento della costruzione della torre di Babele (simbolo della dispersione,
dell’incomprensione, dell’incomprensibilità, castigo; interpretata come una disgrazia, un castigo divino e
offre una spiegazione lineare che risponde al problema per il quale il mito è nato e nel rispondere così offre
una spiegazione univoca, un meccanismo che va da una lingua a molte lingue)  perché ci sono più lingue?
Per castigo, per disgrazia.
L’interpretazione di Babele ignora che nel capitolo 10 viene offerta un’altra spiegazione con la diversità
delle lingue che vede che la diversità delle lingue sia dovuta alla diversità di culture.
C’è una dispersione pre-babelica per noi che leggiamo capitolo 10 e 11.
Quello che leggiamo del capitolo 10, lungi dall’essere un castigo, è l’adempimento della benedizione che
Dio dà a Noè e ai suoi figli dopo il diluvio universale. Dio disse ai figli di Noè di moltiplicarsi e di riempire
la Terra. Dalla discendenza dei figli di Noè si dispersero le nazioni della Terra dopo il diluvio. [fonte
sacerdotale, 500 a.C, più ordinata, didascalica].
La lettura prevalente che viene data della torre di Babele è fonico-espressiva forme dell’espressione non
corrispondono più alle forme del contenuto certe parole non hanno più il significato che avevano prima.
Es. “Passami i mattoni”
Il tipo che riceve l’ordine dà 3 pezzi di ferro perché per lui la parola mattoni si riferisce al ferro (forma e
contenuto differiscono).
Ciò che si diversifica è la manifestazione esterna di un universo semantico.
INTERPRETAZIONE IMPLICITA MITO DI BABELE  ci sembra naturale che se esiste una lingua da
questa s ne formano altre, ma non ci sembra naturale il contrario.
Qualcuno, una ventina d’anni fa, parlò della tesi di una lingua universale implicita esiste una
corrispondenza tra le lingue perché le loro espressioni si proiettano tutte sui medesimi modelli di un
linguaggio di un pensiero universale che costituisce la base di ogni comparazione tra le linguepossiamo
confrontare le lingue tra loro perché in mente abbiamo la tesi di una lingua universale implicita.
Perché chiamiamo la lettura di Babele fonico espressiva? C’è da dire che sarebbe possibile la lettura di una
Babele semantica, che cioè stravolgesse non il piano dell’espressione, ma il piano del contenuto.
Fine rivoluzione francese vennero pubblicati dei libri che criticavano la rivoluzione francese un libro
pubblicato in Italia evoca Babele e le dava una lettura semantica.
Chiamasi sovrano colui che detiene il potere. Prima sovrano equivaleva alla parola re. Durante la rivoluzione
in Francia la parola sovrano era sinonimo di popolo la parola rimane uguale, ma cambia il significato
dato siamo portatori di una lettura di Babele di tipo fonico -espressivo, ma sarebbe possibile una lettura
semantica.
Umberto Eco (studium) Se le lingue non si sono differenziate per castigo ma per tendenza naturale perché
intendere la confusione come una iattura? Nel capitolo 10 c’è il fatto naturale della suddivisione per culture e
lingue, non si crea nessun mito; c’è una cronaca di ciò che è accaduto nell’arco di un cero tempo. Il racconto
di Babele è un mito e offre una spiegazione. Prima c’era una lingua e per castigo gli uomini sono incorsi
nella disgrazia di vederla frantumata.
PENTECOSTE CRISTIANA: [NUOVO TESTAMENTO, LIBRO DEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI,
CAPITOLO 2]
Miracolo che riguarda le lingue: gli apostoli si trovano tutti nello stesso luogo. Il vento riempie le case e
apparvero le lingue che si posarono su di loro. Questi iniziarono a parlare altre lingue. La folla rimane
turbata perché ognuno di loro parla nella propria lingua nativa.
Questo racconto è sempre stato visto come rinvio e risarcimento di ciò che accadde nella torre di Babele.
Moltiplicazione delle lingue, diversificazione delle lingue, impatto del mito sulla descrizione cronachistica
del capitolo 10 e qui la ricomposizione di quella vicenda.
Il libro degli atti e degli apostoli venne scritto in greco, mentre la genesi venne scritta in epoche diverse, ma
quella messa dal prof è una traduzione greca del 3 secolo a.C, Alessandria”, dei 70- (traduzione antico
testamento in greco).
Quando lo scrittore degli atti scrisse il testo aveva in mente il testo greco dell’antico testamento ed in
particolare della genesi.
Verso 3 libro degli atti: verbo della divisone che appare quando nel liro della genesi appare della divisione
della Terra dopo il diluvio e in un altro libro della Bibbia quando si parlava di divisione dei popoli
(diameriddo)
C’è un latro verbo che rimanda alla confusione che viene ripreso come lemma nel sostantivo (confusione)
versetto 9
Qual è la differenza fondamentale tra il racconto di Babele e della Pentecoste? Che Babele è diventato un
mito, mentre quello di Pentecoste no.
Per capire come mai, possiamo fare il confronto:

Vecchio 3° lezione
INAUGURAZIONE FILOSOFIA DELLE LINGUE: PENTECOSTE
PENTECOSTE: RIVALSA SU BABELE E DI BABELE
Parole in grassetto -parole di evidenza linguistica: labbro e voce (in tutta la terra c’era un solo labbro e una
sola voce)
Versetto 7 grassetto: glossa (lingua)
Tornano le due parole del primo versetto (la voce del vicino) e torna nel versetto 9 la parola heilos al plurale.
HEILOS-PHONE’ E GLOSSA  ORGANIZZATI SIMMETRICAMENTE CON GLOSSA AL CENTRO
HEILOS-GLOSSA-PHONE’ E POI PHONE’ E DI NUOVO HEILOS MA AL PLURALE
APERTURA: LABBRO E VOCE AL PLURALE E DA SOLI
POI GLOSSA
DOPO GLOSSA LABBRO PLURALE E VOCE AL SINGOLARE MA CON UNA SPECIFICAZIONE
DISTRIBUTIVA (LA VOCE DEL VICINO)
Qual è il meccanismo che si crea organizzata attorno alla voce glossa? Voce, lingua e poi voci e labbra
plurime. Significa che prima c’è il linguaggio (facoltà innata) e poi le lingue (strutturazione storico-sociale).
Prima appaiono i bisogni comunicativi primari che vengono soddisfatti da una sorta di speech biologico di
specie. Gli esseri umani erano fatti in quel modo lì. Nel testo greco corrisponde al singolare di labbro e voce.
In seguito si è costituito il sistema semiotico-cognitivo del “language” (glossa che appare al singolare v.7).
Una volta che si impianta il sistema della glossa, si assorbe il proto speech e lo configura e lo articola in
forme possibili di differenziazione e allora appare voce specificato e le labbra al plurale.
Corrispondenza tra la traduzione greca dei “70” e un articolo del 2005 di Pinker e Jekendoff che
osservavano:
<<At least some aspects of the ability to perceive speech were present long before language >>
C’è un proto-speech  abilità percettive presente prima del language
Frase 2 <<la percezione linguistica riflette gli effetti dell’ascolto di una lingua specifica>>, schema che
emerge dal testo greco dell’episodio di Babele.
PROTO SPEECH-LANGUAGE-SPEECH LINGUISTICAMENTE SPECIFICATO
Il language si appropria della precedente capacità di percepire lo speech e la trasforma. D’altra parte, a
sostegno di questa lettura, c’è il fatto che gli autori parlano del linguaggio esteriore che si parla (learnt
languageacquisito in una situazione comunicativa).
Le situazioni comunicative sono intrise di Babele perché sono in una lingua lingua o in un’altra.
Jackendoff e Pincker << dai tempi della storia della torre di Babele, chiunque ha riflettuto sulla storia del
linguaggio ha osservato il suo enorme potere comunicativo e il suo ruolo indispensabile nella vita umana>>.
L’esistenza delle lingue= torre di Babele.
Vecchio si spinge fino a far dire ai due studiosi statunitensi “il language esteriore appreso sta alla base
dell’inner language su cui Chomsky ha sempre insistito>>.

Di che natura era il dono delle lingue ricevuto dagli apostoli? (ECO)
GLOSSOLALIA: capacità di parlare in lingue
Senoglossia: parlare lingue straniere

Xenoacusia: sentir parlare lingue straniere


3 interpretazioni antiche della torre di Babele recupero di Babele in forme diverse
Beauzeé: (2° metà del ‘700pezzo dell’enciclopedia di Diderot et D’Alambert)

La natura del parlato umano è tale per cui si diversificaBabele ha instaneizzato un processo che ci
sarebbe stato.

In Sant’Agostino sono presenti sia Babele che Pentecoste.


La lingua era una sola, MA ERA UTILE
Ma avversativo
Ebbe riguardo di loro pepercit illis punizione? Dio va incontro agli uomini per evitare che danneggio sé
stessi
Furono riunificate: solo nell’episodio di Pentecoste, perché per il resto sono rimaste molte

ECO CHIUSA DE “LA RICERCA DELLE LINGUE PERFETTE”

GLI UOMINI AVEVANO PERSO LA CONOSCENZA DI MOLTE LINGUE


Secondo San Filastro non è che prima c’era una sola lingua, prima ce n’erano tante, ma la differenza rispetto
a oggi è che tutti conoscevano tutte le lingue. Altro che rivalsa di Babele!
Dopo l’episodio di Babele, non si riusciva a parlarne più di 3 o 4.
Ritorna anche qui l’episodio della Pentecoste.
Prima c’erano tante lingue e tutte le conoscevano tutte.
Proiezione della diversità delle lingue all’epoca precedente Babelepunizione= lingua unica
Lezione 4
Sistemi e facoltà
Da una parte c’è il linguaggio e dall’altra ci sono le lingue.
La facoltà umana di parlare esiste solo in forma di lingue (sistemi). La facoltà di linguaggio non può essere
separata dalle lingue.
L’unica facoltà umana propria della specie esiste solo in forma delle lingue. NON ABBIAMO ACCESSO
AL LINGUAGGIO SE NON ATTRAVERSO QUESTA O QUELLA LINGUA.
E i muti? Le lingue dei segni sono lingue come le altre.
Capitolo 2-Chomsky-evoluzione della biolinguistica
Perché esistono le lingue?
Lezione 5 20/10/2020
origini del linguaggio: tema epistemologico
L’epistemologia è una filosofia della scienza: riflessione sul modo in cui le scienze si costituiscono e
procedono e si interroga sulle teorie, metodi, connessioni, sulle rotture, sulle continuità che le scienze
producono.
Esempio: teoria del floggisto sostanza che favoriva l’accendersi di un fuoco in realtà non esiste niente
del genere. Epistemologia è la riflessione su questi cambiamenti, sui progressi della scienza.
Questione dell’origine del linguaggio= modo di concepire l’oggetto di studio
Sotto l’apparenza di occuparsi di ricostruire degli eventi, in realtà ciò che muove quest’interrogazione è
l’essenza del linguaggio, ovvero domandarsi come il linguaggio è nato, è potuto nascere. Ciò serve a capire,
a cercare di chiarire che cos’è il linguaggio rapporto che ha con il pensiero umano, con la società.
Interrogarsi sull’origine del linguaggio vuol dire interrogarsi sul modo in cui è fatta la mente umana
chiedersi se sia qualcosa di innato o si acquisisce; cogliere gli aspetti che permettono di ravvisare differenze
tra la mente umana e quella animale.
L’origine del linguaggio non ha costituito un problema inizialmente, ma con Babele si è creato il mito della
diversità delle lingue.
MONOGENESI E POLIGENESI DELLE LINGUE: ALTERNATIVA TRA L ‘IDEA CHE TUTTE LE
LINGUE ABBIANO ORIGINE DA UNA LINGUA (MITO DI BABELE) o CHE ABBIANO ORIGINE
DA LINGUE DIVERSE.
L’alternativa tra monogenesi e poligenesi riguarda le lingue, non il linguaggio. Si parte dal presupposto che
determinati esseri umani avevano già sviluppato la capacità di parlare. Origine del linguaggio e delle lingue
si toccano, punto di contatto. Altro punto di contatto tra queste due questioni è la questione della “lingua
madre”  (lingua che è all’origine di altre lingue, lingua che ha generato le altre lingue).
Esempio: latino lingua madre delle lingue romanze
In altri studi, Auroux ha parlato di mito della lingua madre e ha mostrato come questa idea riposi su una serie
di anfibologie (ambiguità).
La prima ambiguità riguarda il concetto di lingua come si fa a contare le lingue? Come si fa a capire dove
finisce una lingua e ne comincia un’altra? Dove sta la natura fluttuante del concetto? Beh, sta nel fatto che ci
si affida ad una nozione intuitiva della lingua, ma le discontinuità non sono dei dati osservabili.
E’ evidente che anche solo per quanto riguarda il numero di lingue non si ha a che fare con un dato
scientifico, ma con un costrutto convenzionale.
Primo concetto fluttuante su cui si basa il concetto di lingua: la lingua stessa
Altra ambiguità c’è nel concetto di PROTOLINGUA o PROTOLINGUAGGIO: parlare che ha preceduto la
diversificazione
ESEMPIO: mela mangiare avrei voglia di mangiare una bella mela
Si può inserire il PROTOLINGUAGGIO nella nostra idea attuale di “language”? Quale differenza c’è tra il
nostro sistema e quello animale? Il protolanguage non è qualcosa che corrisponde al linguaggio animale?
Origine del linguaggio Formigari: laicizzazione nel ‘700 il tema viene fatto proprio anche da studiosi non
interessati al testo biblico. Nell’ ‘800 si domina l’idea della lingua come specie naturale paradigma
dell’albero che si può ridurre all’idea della lingua come di una specie naturale che nasce, cresce, muore.
Dagli anni ’60 il termine paradigma è un termine importante nella filosofia della scienza ed epistemologia in
quanto è un modo di guardare alla realtà dal punto di vista scientifico.
Tema dell’origine del linguaggio: ha una ripresa in Francia negli anni ’60 e negli anni ’70 una ripresa ancora
più marcata negli Stati Uniti. Dagli anni ’80 e ’90 in poi si è ripreso lo studio dell’origine del linguaggio dal
punto di vista cognitivista. Dal punto di vista cognitivista il punto è quale requisisti la mente umana doveva
aver già acquisito per poter manifestare la capacità di parlare.
Lista tesi:
origine del linguaggio è stata vista come:
1- Qualcosa di divino
2- /Qualcosa di umano;
3- Qualcosa di convenzionale (risulta da un accordo che risulta, che si è stabilizzato tra gli umani)
4- / Qualcosa di naturale;
5- Qualcosa di progressivo
6- /qualcosa di istantaneo
7- Qualcosa di arbitrario
8- / qualcosa di motivato;
9- Qualcosa di contingente
10- /qualcosa di necessario.
Bosé ‘700  lingua nell’enciclopedia di Diderot e D’Alambert
1-3-6-7-9  Bosè sostiene la tesi dell’origine dell’linguaggio e la vede come
Possiamo disegnare un intreccio che preveda da parte degli empiristi la teoria di una tesi dell’origine del
linguaggio 2-3-5-7-10
Conviac 1-3-4-5-8-10
Origine del linguaggio origine epistemologica
Punto interpretato male: 1866?1870? la società linguistica di Parigi all’articolo 2 del proprio statuto stabilì:
<< la società non ammette nessuna comunicazione che concerne o l’origine del linguaggio o la creazione di
una lingua universale>>
Ci sono ragioni sociali e congiunturali (esterne) e ragioni scientifiche a questo proposito:
esterne:
a- Evitare discussioni su verità religiose;
b- Astenersi da ipotesi generali su questioni oscure;
c- Le ricerche sull’origine delle lingue non hanno fecondità scientifica;
d- Idea di un passaggio da uno stato non linguistico a uno stato linguistico è impossibile;
e- Non c’è un osservabile che corrisponda all’origine delle lingue;

TRE specificazioni sotto f:

f- La prima lingua è perduta;


La nascita di una lingua non è un osservabile;
La nascita del linguaggio non è un fatto;
g- Le radici relative alle famiglie linguistiche sono primitivi ai quali a scienza non può risalire
Anni ’90 un linguista francese: l’origine del linguaggio non è a priori un problema linguistico perché la
linguistica si propone per oggetto lingue già formate nel loro stato attuale, storico o preistorico perché alla
linguistica è dato solo di constatare l’evoluzione non la nascita di una lingua. Il tema dell’origine del
linguaggio e il risalire a una lingua unica per tutta l’umanità sparì.

Potrebbero piacerti anche