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LT Francese

Lezione 1 del 22/02/2024


débit (de parole) le flus

Aula 13- aula D

Analyse du discours
Linguistique de l’énonciation VS énoncé (outils, discipline che si occupano dell’enunciazione (=
parole))
= Langue et Parole, Langue = énoncé (la grammatica è la disciplina che si occupa di studiare questi
elementi) ; Parole = énonciation.

L’enunciazione (parole) è il contenitore e l’enunciato (langue) è il contenuto.

Louis-Jean Calvet 1974 ha pubblicato un libro che per primo mise insieme i concetti della linguistica e
della colonizzazione, nei documenti storici si trovavano descrizioni delle lingue “esotiche” (tra
virgolette perché il discorso coloniale consiste nello sguardo dell’occidente sull’oriente, orientalismo)
dei paesi colonizzati. Mette insieme la dimensione storica utilizzata dagli storici e una dimensione più
linguistica

Orientalisme = discours de l’Occident SUR l’Orient.


Eugène Delcroix
Edward Saïd = autore di un libro chiamato Orientalismo, (sottotitolo) l’Oriente visto dall’Occidente.
Aveva l’obiettivo di distruggere questa mentalità.

La stampa
I social network

“Entextualisation” = mise en texte, un travail, une élaboration, un écrivain cherche les paroles, les
mots, il écrit pour ans, non è una scrittura spontanea.

Autonomia = discorso sul discorso, il commento che la lingua fa alla lingua.


“Mi ha risposto in un modo molto maleducato, mi ha detto...” = il locutore da delle informazioni, dei
commenti su un dire.

Polyphonie
Qu’est-ce que la grammaire? La grammaire descriptive comprend la phonétique (études des sons-
phénomènes), la morphologie (étude des mots-morphèmes), la syntaxe (étude des phrases-syntagmes).
La grammaire descriptive regroupe les principes et les règles...

S’occupe de la recherche de ce que dit le texte (quoi?) à travers l’analyse des éléments de la langue en
tant que système. Elle ne s’occupe pas de la façon dont il le dit (comment?), elle ne s’occupe pas du
discours.

Qu’est-ce que le discours?


L’énoncé c’est la suite des phrases émises entre deux blancs sémantiques, deux arrêts de la
communication. Le discours, c’est l’énoncé considéré du point de vue du mécanisme discursif qui le
conditionne. (Guespin, 1971). Ci dà l’idea che l’enunciato non è per forza una frase conclusa, costruita,
con una maiuscola e un punto, ma può essere anche un’esclamazione (“Oh!” = ha un suo significato),
anche un silenzio tra due frasi può essere considerato un discorso.
Il discorso è un’unità semantica, tra due bianchi semantici (= due vuoti semantici, uno spazio vuoto,
una pausa), inserito nel flusso comunicativo.
Il meccanismo/la produzione discorsivo/a = macchina, un dispositivo che lavora e crea, nasce la
concezione, l’idea, del fare un discorso. Alle origini della riflessione sulla lingua, se c’è un fare c’è un
produrre, un produttore, un ambiente in cui il fare poi circola. Il discorso non è una nozione astratta ma
è calato in un contesto che lo condiziona.

Le discours a une dimension transphrastique (non è legato solo alla frase).


Il sollicite un ensemble de savoirs qui participent à sa cohérence.
Il est l’énoncé considéré du point de vue du mécanisme discursif qui le conditionne.
Il est l’énoncé dans sa situation de communication, dans un environnement.
(Patrick Charaudeau, 1973).

Le discours peut être conçu comme une extension de la linguistique, ou comme sympto>me d’une
difficulté interne de la linguistique (particulièrement dans le domaine du sens), rendant nécessaire le
recours à d’autres disciplines.
(Arrivé, 1986).

Le sens fait partie de l’énonciation, de la parole, du discours, le signifié.


Le signe fait partire de l’énonce, de la langue, de la grammaire, le signifiant. Elementi circoscritti.

Les énoncés ne se présentent pas comme des phrases ou des suites des phrases mais comme des textes.
Or un texte est un mode d’organisation spécifique qu’il faut étudier comme tel en le rapportant aux
conditions dans lesquelles il est produit. Considérer la structure d’un texte ben le rapportant..

Romàn Jakobsòn est l’un des principaux linguistes du 20e siècle. Il est considéré comme l’un des
principaux initiateurs de l’école du formalisme et du structuralisme.

Atto di comunicazione, definito da Jacobson, con 6 elementi:


-l’émetteur
-le destinateur
-le contexte
-le canal de transmission
-le cadre linguistique
-le message
Et les fonctions de la communication: fonction référentielle (come può essere quella del foglietto
illustrativo di un medicinale, o quella del foglietto delle istruzioni di montaggio di un mobile), émotive,
conative, phatique, poétique, métalinguistique.

Pilastri della linguistica che hanno permesso di avanzare e definire questa nuova disciplina che nasceva
negli anni settanta.

Lezione 3 del 13/03/2024


Entextualiser = mettre en texte des questions qui font partie de la sociolinguistique
On utilise un corpus, le texte littéraire de la littérature française
Analyse des écritures narratives en tant que biographies langagïeres
2 catégories :
La catégorie de la littérature française et La catégorie de la littérature francophone

Un écrivain francophone est né à l’étranger mais écrit en française.


Formule = un mot, une phrase qui est partageable. La littérature francophone est une formule partagée
et problématique.
Littérature-monde (word-literature) = littérature en langue française mondiale. La langue française est
une langue qui voyage, il est possible d’avoir plusieurs identités. Avec une ouverture à un monde
multiculturel.
Organisation Internationale de la Francophonie (OIF) fondée par Jan Paul .. Dans les années 50, avec
l’idée de donner une nature universaliste à la langue française, plusieurs identités nationales.
1948 Anthologie
À l’intérieur de l’Hexagone, il y a la problématique des écrivains qui sont nés en France, ils écrivent en
française pour un publique principalement française mais qui parlent des thèmes de l’immigration en
France.

La ricerca ci mostra come questi autori che sono in una sorta di bilinguismo difettivo (non sono
completamente bilingue), parlano francese, capiscono ma non perfettamente la propria langue
d’heritage (lingua d’eredità = concetto che da mobilità, l’erede ha più capacità, autonomia, libertà nel
manipolare questa eredità. Spesso questa lingua d’eredità viene persa ma lascia un discorso sulla lingua
persa, un immaginario, che ci fa pensare che ci sia una capacità metalinguistica (= discorso sulla
lingua, discorso sul discorso).
Si sviluppa un discorso metalinguistico, in particolare esplorando un discorso metasociolinguistico =
discorso che tematica e si concentra sulle problematiche sociolinguistiche, la rappresentazione della
lingua nel suo ruolo sociale.
Come viene raccontata questa problematica di lingua in concorrenza tra la lingua materna e la lingua
paterna (= è un padre che veicola l’ingiunzione istituzionale dell’integrazione e mette sotto silenzio la
lingua materna/d’eredità, queste figure paterne sono tese a valorizzare la lingua francese come
strumento di integrazione, riuscita professionale, il padre incarna l’ordine indotto dall’ambiente nel
quale queste famiglie arrivano e che trasferisce il valore della lingua francese sulle generazioni
seguenti, il bambino è un piccolo mediatore linguistico, aiuta il genitore a tradurre le bollette, i
documenti, le scritture amministrative, è un padre che preferisce parlare francese anche se parla male,
ci sono casi di matrimoni misti (padre straniero e madre francese) in cui il padre non vuole esprimersi e
la madre collabora a silenziare la langue maternelle). Il mediatore è anche un ponte tra generazioni.
Analfabetismo funzionale (illitterisme?) = difficoltà del cittadino a padroneggiare le scritture
amministrative.

Ipercorrezione = insieme di fenomeni che tradiscono la volontà di promozione sociale e anche


l’incapacità, si porta avanti un errore fatto volutamente. Questo fenomeno trova rappresentazione anche
nella sociolinguistica, ma anche nella letteratura che racconta proprio questo fenomeno, raccontandoci
queste definizioni e fornendo un punto di vista (fenomeno di coscienza metasociolinguistica, gli
scrittori hanno uno sguardo più sensibile su questi concetti).

Louis Jean Calvet, Linguistique et colonialisme. Petit traité de glottophagie, 1974,


Linguistica e storia coloniale, il est née dans les années 50 en Tunisie, et puis il a travaillé et il y
constaté l’existence d’un colonialisme intérieur. Il est arrivé en France dans les années 60, ha notato
che c’era la possibilità di declinare il concetto di colonialismo anche all’interno della Francia,
solamente una persona su 4 aveva recuperato la propria lingua madre. Il tasso di trasmissione di questa
lingua rimaneva molto basso. Con questa opera cercò di decolonizzare lo spirito.
Politiques linguistiques
La carta.. non prende in considerazione le lingue dei migranti
Questo testo mostra il rapporto tra lo studio delle lingue e l’espansione delle forze coloniali.

Il n’y a pas une tradition historiographique qui raconte..


Relazione tra lingua francese e identità nazionale

La fracture coloniale = una formula che circolava nei media all’inizio degli anni 2000, durante i tumulti
nei banlieu che crea la letteratura del banlieu (La Haine, 8 Mile). È anche un libro, 2005, scritto da
degli storici, che inaugura una sorta di inizio per i postcolonial studies in francese. Non esiste una
rottura, si parla di una frattura che riguarda i paesi colonizzati e i colonizzatori, non è un’interruzione,
c’est une fracture qui se réactualise.

L’Histoire Mondiale de la France = titre paradoxale (Mondiale - France)

Lezione 4 del 14/03/2024


Le problème linguistique au Sénégal.
En suivant la colonisation, la langue française est devenue langue véhiculaire, par example au
Sénégal. Elle facilite la communication entre sénégalaises (et de défendre et protéger les minorités
linguistiques, maintenir l’équilibre) et est devenue aussi la langue officielle dans le domaine
administrative, et différé par la langue nationale qui est le wolof.
Pour apprendre le français il faut aller à l’école.
AOF = Afrique Occidentale Française

(Fuori dall’esagono) variation diatopique: francese in africa VS francese dell’africa, si rivendica il


diritto di appropriarsi del codice, di nutrirlo, verificarlo, processi di code mixing e code switching
(passaggio da una lingua all’altra). In Senegal, appena si scavalca andando nella sfera dei media, dei
quotidiani, c’è un forte controllo della lingua standard e la variazione diventa minimamente percepibile
solo a livello fonologico.

Phénomène de la Francisation (en anglais “speak as a white”/whitization = des personnes qui font les
blanc, qui parlent “à la blanche”). Questo fenomeno viene analizzato anche in letteratura, che parla del
francese come una lingua di stigmatizzazione.
Rapporto di attrazione e repulsione (simile al rapporto del servo e del padrone di Hegel (maitre et
serve).

To call someone a name / De quel nom tu me traite (come ti permetti di chiamarmi così?!)
Rester barbare, Louisa Yousfi
Toubabe

Mehdi Charef, “Rue des Paquerettes” (2018) scrittore che 30 anni fa ha inaugurato col suo primo
romanzo (Il Té all’harem d’archi Ahmed = gioco di parole che viene dal bambino che a scuola deve
scrivere sulla lavagna “teorema di Archimede” e per la sua natura un po’ giocherellona ma anche per il
fatto che a casa parla arabo e berbero, scrive così) il racconto della prima generazione di immigrati
arabi in Francia ma anche delle politiche del territorio negli anni 60/70 e della storia delle banlieu. Si
nota una centralità nelle politiche sociali e nelle politiche di controllo, nella regolazione del flusso delle
immigrazioni dagli anni 70 ad oggi, del discorso sulle periferie, con esisti non sempre riusciti (varie
ondate di rivolte delle banlieu, che ciclicamente fanno tornare le banlieu sulle scene dell’attualità, dove
le istituzioni (luoghi e persone) vengono prese di mira). Tutto ciò ha un suo ritorno nel linguaggio,
come per esempio l’origine del verlant sulle generazioni per sfuggire alla polizia, un codice
specializzato nella delinquenza, nel traffico di droga, che ruota intorno agli oggetti della vita di strada.
Riprende anche la storia dell’origine dell’argot, che ha una sua sorta di mitologia (ci sono
testimonianze già a partire dal medioevo, ne parlano Hugo e Zola (?))
Tutto si tiene, la direzione urbanistica, l’economia e il linguaggio.

Citazione dal libro:


“Tout petits nous sommes déjà anéantis par l’exil, notre enfance derrière nous, une enfance qu’il faut
renier, oublier, à commencer par notre langue.” = “Fin da piccoli siamo già annientati dall’esilio, la
nostra infanzia è dietro di noi, un’infanzia che dobbiamo rinnegare a partire dalla lingua.”
“Il faut” = ingiunzione polivalente ma anche polifonica, arriva sul bambino dai genitori, si proietta
questo desiderio di integrazione sul bambino, anche da parte delle istituzioni (scuola, strutture
amministrative) che esprimono una stigmatizzazione della variazione, del difetto, dell’errore, della non
padronanza della lingua standard (l’esagono è un blocco in cui la lingua francese standard è
istituzionalizzata).
Parlando in prima persona (i suoi romanzi sono fortemente autobiografici), parla dell’esperienza di
uomo adulto che da bambino ha vissuto da enfant immigré, ma si può percepire una voce proveniente
dai genitori, dagli insegnanti, dalle istituzioni.
La letteratura diventa una sorta di biografia linguistica.
Metasociolinguistica = quanto siamo consapevoli del modo in cui ci presentiamo con la lingua, in che
modo ci situiamo attraverso la lingua in una relazione/equilibrio, in termini d’identità, politici...

Interiorizzazione di una gerarchia delle lingue nel linguaggio dei giovani, che si manifesta nei discorsi
(non nelle parole).

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