Sei sulla pagina 1di 4

Linguistica educativa

26/02/2020

Linguistica educativa: cosa condivide con le altre scienze del linguaggio e quali elementi la rendono
specifica? E’ una scienza o no? Dove si colloca in rapporto alle altre scienze?

Che rapporto c’è tra questa scienza e la glottodidattica?

Bisogna delineare la collocazione di questa disciplina. Se è una scienza possiamo verificare le sue
azioni;

Per rispondere a tutto ciò, scegliamo una via storica: nel …un certo studioso ha descritto la
linguistica educativa ma non possiamo dirlo ora. Possiamo dare una data di nascita ad una scienza?
In realtà non possiamo collocarla in maniera specifica , sarebbe una disciplina molto giovane. Ma
prima di essa cosa c’era? E’ impensabile supporre che prima della nascita della linguistica educativa
non si insegnasse la lingua nelle scuole. Nella storia del pensiero linguistico, chi si è occupato della
materia di come sviluppare nelle scuole le competenze linguistiche degli allievi? Questo è un
presupposto fondamentale per rispondere ad altre domande. Quando è nata ufficialmente come

Quando si insegna a leggere e scrivere si fa linguistica educativa, quindi per capire quando nasce
la linguistica educativa dovremmo sapere quando è nata la scrittura. Il linguaggio parlato è nato
molto prima della scrittura. 5mila anni fa in Mesopotamia nasce la scrittura; inizialmente designano
dei simboli, poi pero capiscono che devono sintetizzare e si arriva al cuneo; qualcuno sulle rive del
Mediterraneo ( Fenici) dicono che se Alef è il bue, allora perché non fare un segnetto veloce che
indica una lettera alfabetica? Giocano con pochi segni e li mescolano; i greci scrivono le vocali.
Almeno 5mila anni fa si è posto il problema di insegnare a leggere e scrivere, quindi ci si è posto il
problema di fare linguistica educativa.

Chi si è occupato di linguaggio, si è occupato di insegnamento del linguaggio, sviluppo delle


competenze linguistiche? Se sono tanti ad essersi occupati di ciò, allora ha radici antiche, se fosse
cosi sarebbe una ridefinizione quella fatta negli ultimi decenni, e in realtà la linguistica educativa
esisteva già.

In un convegno Tullio De Mauro fa un intervento in cui si chiede se la L.E è una scienza o no?
( testo dispense)

Nelle scienze del linguaggio del 900 non tutti i linguisti hanno avuto interesse per l’insegnamento
delle lingue, come Chomsky che ha sempre detto e scritto che ciò che faceva non aveva alcun
interesse per l’insegnamento; si tratta solo di teoria linguistica, della pratica non gli interessava
niente. Prima di Chomsky, un danese dal nome Yemslow negli anni 40 scrive fondamenti delle
teorie del linguaggio, non ha interessi per l’insegnamento ( grande teorico dello strutturalismo), ciò
che diceva non ha alcun interesse per l’applicazione operativa in contesto didattico delle loro teorie.
De mauro fa bene a porsi questa domanda ed è molto interessato alla linguistica educativa

Intende dimostrare che la maggior parte delle prospettive teoriche di analisi linguistica ha avuto
anche un interesse educative. De mauro parte dal 900 ma in realtà va anche molto più indietro
addirittura prima di cristo. Lui dimostra che i linguisti sono stati chiamati a dire qualcosa di
applicativo legato alla scuola:

- Durante L’URSS (1918-1928) si vuole alfabetizzare la popolazione attraverso moltissime


lingue diverse e spesso nemmeno scritte è a tutti gli effetti linguistica educativa;

Qui l’intento politico che si scontra con la realtà, perché non tutti i cittadini non erano madrelingua
russa; i linguisti si chiedono metodi rapidi di alfabetizzazioni; si voleva che i linguisti dessero
norma grafiche alle lingue e si chiede un’alfabetizzazione bilingue e ciò che insegnasse a scrivere in
due lingue diverse

- 1942-45 anni che ci mostrano come la guerra abbia promosso molte ricerche linguistiche;
Pensiamo per esempio al fatto che in quegli anni c’è da fare lo sbarco in Normandia quindi
migliaia di paracadutisti alleati vengono lanciati nell’area tedescabisognava parlare coi
partigiani, quindi ai paracadutisti bisognava insegnare la loro lingua. Il governo americano
chiama Brufill chiedendo di insegnare agli americani il francese però ovviamente un
linguaggio incentrato su termini di guerra attraverso metodi automatizzanti e cioè basati su
schemi frequenti di frasi che vennero fatti ripetere più volte variando alcuni elementi. I
paracadutisti in un mese impararono il francese facendo piazza pulita di tutti i metodi
grammaticali precedenti. La guerra ha spesso a che fare con l’insegnamento della lingua.
Finita la guerra ci si rende conto che bisogna dare gli strumenti alle persone per permettere
loro di dialogare le lingue diventano strumento di condivisione di valori comuni e questo
significa rimodellare i metodi di insegnamento linguistico. Questo avvenne tramite
l’Unesco, agenzia legata all’ONU, che voleva intervenire sulle metodologie per diffondere
le lingue
- 1994 la Comunità scientifica per la prima volta accetta l’espressione Linguistica educativa.
Nel 1972 Spolsky introduce il termine inglese “Educational Linguistic” ma ci vogliono piu
di 20 anni per far si che venga accetta; solo nel 94 la comunità capisce che è una prospettiva
che può ambire ad essere un autonoma branca all’interno delle scienze del linguaggio. Se
nel 94 si può parlare di linguistica educativa, è nata veramente tra il 72 e 94? De mauro dice
ovviamente no. Come prima di omero ci furono altri poeti, lo stesso dice a Spolsky.

De mauro cerca di dimostrare che ogni linguistica è stata linguistica educativa e lo fa con diversi
percorsi:

1.quello che dalle ricerche teoriche fa diventare applicazioni educative

2 quello che dalla società fa nascere richieste ai teorici

CI dice che le personalità di cui si occupa sono tutte personalità note pero a cui non è stato
riconosciute il fatto di essersi interessate alla linguistica educativa; quello di De Mauro è un
tentativo di legger in modo più ampio e complesso lo sviluppo della riflessione teoretica sul
linguaggio. Si chiede se la loro teoria ha avuto sollecitazioni da emergenze sociali o avevano fatto
solo linguistica teorica.

Come procede de mauro? Segue ordine cronologico e concettuale; egli fa riferimento a delle
categorie interpretative: la prima quella degli Archegeti, i pionieri che hanno studiato le lingue e che
dal basso hanno derivato suggerimenti che hanno dato luce a teorie più generali.
De mauro dice che i grammatici sono stati i primi: essi generalmente descrivono una lingua, e poi
formalizzano le regole soggiacenti agli usi che si fanno di una lingua. Ciò non è avvenuto solo per
esigenza descrittiva, ma è stata un’esigenza che veniva dalla scuola. De mauro dice che Panini ,
grammatici indiani descrivono le lingue perché nelle scuole in cui si imparavano i testi sacri c’era
necessità di favorire l’apprendimento dei testi; quindi l’esigenza descrittiva deriva da un’ esigenza
formativa per facilitare questa memorizzazione. La competenza grammaticale facilitava quindi la
conoscenza dei testi sacri, quindi anche Panini era “figlio della scuola” perché la spinta alla
grammatica nasceva della scuola.

Ci dice che panini descrive la grammatica del sanscrito, sanscrito è la lingua dei testi religiosi, i
veda che dovevano essere imparati a memoria; quindi il libro di Panini aveva una ricaduta
funzionale diretta sul contesto didattico, che era mirato proprio allo sviluppo di una competenza
mirata alla conoscenza del testo sacro. Il primo pioniere secondo de mauro a fare un modello di
descrizione scientifica di una lingua, nasce da una spinta che vien dal basso una scuola
dell’epoca. De mauro dice che panini non è stato figura isolata, ma un modello che è continuato nei
secoli;

Quali problemi si pongono i grammatici a partire da Panini? Dicono che a suola c’è il testo sacro
ma il tempo passa e la diversità linguistica si fa sentire e il testo sacro diventa difficile da capire se
non da alcuni individui specifici. Quale lingua considerare dunque come modello? Quella parlata
tutti i giorni o quella del testo sacro? I grammatici si pongono come obiettivo di descrivere delle
lingue modello per i loro tempi; quindi l’intento formativo era il tentativo di stabilire un punto di
riferimento per una lingua pura. Le descrizioni dei grammatici indiani anticipano i problemi dei
grammatici di oggi: la grammatica deve rispecchiare ciò che soggiace ad una lingua? O quello di
scegliere i modelli di uso da prendere come riferimento? E’ una domanda ancora viva. Ancora oggi
la compresenza di idiomi e modelli linguistici differenti ci fa porre la domanda: dobbiamo creare
una norma intesa come modello o no? C’è chi è più o meno estremista, perché c’è chi dice che tutto
ciò che non è norma, non è lingua. Insegnamento del sanscrito a nativi o non nativi? Nasce con i
grammatici l’esigenza di formulare metodologie di insegnamento della L2, lingua per non nativi.
Panini aveva trovato l’essenza di un certo tratto e gli aveva dato una forma generale. Questi
grammatici si pongono come obiettivo quello di insegnare questa lingua anche ai non nativi;

Con Platone , Aristotele nasce la domanda: cos’è il linguaggio e a cosa serve agli umani? Serve
solo agli umani o anche agli animali? I filosofi avevano alcune scuole per tramandare il sapere e
c’era il problema di fissare la lingua e tramandarla e dunque nasce proprio come per i grammatici
indiani, anche per quelli greci l’esigenza di descrivere la lingua per insegnarlo. Dionisio Trace si
pone come mediatore tra la teoria linguistica e il piano delle esigenze concrete. Ciò che noi abbiamo
di Dionisio Trace sono cose didattiche, ma ci permette di capire che metodi utilizzavano: si
comincia con le lettere dell’alfabeto.

De mauro ci dice che la sollecitazione della descrizione dovuta all’esigenza scolastica l’abbiamo
anche nel mondo arabo. La descrizione scientifica deve essere neutrale, e questo vale anche al
giorno d’ oggi.
L’ideologia scientista che dice di essere neutrale spesso viene messa in crisi da esigenze sociali,
religiose, politiche.

Nel ‘400 l’esigenza didattica riemerge in modo molto più ampio coinvolgendo altri soggetti.

Non fanno più grammatiche descrittive di una sola lingua, ma prevarranno strumenti didattici in cui
sono descritte in parallelo almeno due lingue. Perché? Perché a partire dal 600 il modello teoretico
della natura del linguaggio proposto da Aristotele diventa il fondamento delle descrizioni
grammaticali. Cosa aveva detto Aristotele? Che le lingue sono diverse ma i concetti sono gli stessi,
quindi anche le categorie sono le stesse universalità delle teorie che consente l’uso di
grammatiche bilingue in cui due grammatiche vengono utilizzate con gli stessi concetti con a fondo
l’idea che le categorie sono condivise. Le categorie soggiacenti ad una lingua erano le stesse.

Non c’è più solo una spinta didattica verso il testo religioso ma entra in gioco la dimensione
politica. Con la nascita degli imperi, l’insegnamento mirava non solo a creare classe dirigenti ma a
diffondere una lingua imperiale e di conseguenza c’era uno svilimento delle lingue con cui si
entrava in contatto. Ciò lo faceva l’impero non la chiesa. La chiesa segue l’impero ma con certa
autonomia; La politica della chiesa coincide con quella dell’impero.

TEORIA RAZIONALISTA: Le lingue funzionano perché sotto hanno una strutturale razionale e
concettuale unica per l’essere umano e questo funziona solo per l’essere umano. C’è una categoria
soggiacente che è la medesima per tutte le lingue. Le finalità didattiche si vedono nel Verae
Brevesque grammaticae Latinae insitutiones e in altri testi. Il frutto dell’elaborazione di teorie viene
spesso chiamata “arte”, come per esempio l’arte di imparare latino. Vengono date procedure
orginali che sono frutto di un’elaborazione. Il fondamento concettuale è dunque universale , quindi
le regole e i principi di ogni lingua sono le stesse c’è un meccanismo che consente di conquistare
ogni lingua, come se si potesse avere un progresso illimitato. Sanzio ci dice che i principi della
logica a volte balzano e così le regole e i principi di ogni lingua. Dove l’analisi delle strutture
effettive di una lingua mostra che il rapporto tra logica e “rationes” non funziona, Sanzio postula
l’intervento esplicativo di ellissi operanti sul piano dell’esecuzione. Si inaugura così il richiamo
all’ellissi come congegno esplicativo di ciò che nella sintassi delle lingue non si lascia ridurre entro
schemi razionalistici di insegnamento nella Grammaire generale et roisonné de Port Royal
contenant les fondaments…. l’impianto razionalista viene alla luce, creando dei materiali didattici
per insegnare lingue straniere, materiali didattici a volte molto moderni.

Per spiegare degli errori, si inventava la mancanza di categorie grammaticali. “Chi vespa…”

I grammatici di Port-Royal creano dei materiali didattici per insegnare le lingue stranieri.

Potrebbero piacerti anche