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Le riflessioni sul processo di apprendimento in sé (su quello che succede nella testa degli
apprendenti quando imparano una nuova lingua) emergono nel secondo dopoguerra (anni
Cinquanta del Novecento).
Per alcuni la didattica delle lingue non necessita di uno statuto proprio e si preferisce parlare
di costellazione di discipline che ruotano intorno agli aspetti teorico-pratici della didattica delle
lingue.
La denominazione Villarini(2021)
•Linguistica applicata: (“applied linguistics”->visione internazionale)
L'idea di una scienza soltanto applicata sembra tradire l'assenza di uno slancio teorico forte
Studente e apprendente
Studente: colui che apprende una lingua in maniera guidata;
tipicamente a scuola e davanti a un docente e spesso insieme ad altri corsisti.
Apprendente: colui che apprende non necessariamente in contesto guidato. Concetto più
inglobante e generico.
• Questione didattica per la scuola: compresenza dialetti e lingua italiana nello stesso territorio
-Visione di scuola e società italiana simile aperta ad altri usi linguistici oltre all'italiano
-Dieci Tesi per l'educazione linguistica e democratica(1975)
Superamento Pedagogia linguistica tradizionale
Didattica inclusiva
Educazione linguistica (Lombardo Radice, 1913)
Centralità del linguaggio verbale (cioè al centro e in relazione alle nostre capacità di
comunicare)
«Nessuno può più ignorare la necessità di ancorare ogni intervento educativo e istruttivo alla
personalità del discente e pertanto ai fattori e processi di natura cognitiva, affettiva e
sociale che muovono quest'ultimo verso la cultura e la vita. In tale modo le dinamiche
psicologiche dello studente diventano la falsariga del lavoro dell'insegnante, il quale intesse il
suo lavoro attorno a cinque poli:
-chi (personalità dello studente), ilmodello
-che cosa (i contenuti da proporre nell'insegnamento)
-perché (i processi di apprendimento messi in luce dalla psicolinguistica),
-come (tecniche di lavoro e sequenze da adottare),
-a quale fine (mete e obiettivi che si intendono raggiungere)»
Per i comportamentisti, tutto ciò che sappiamo e che abbiamo appreso è frutto dell'interazione
con l'ambiente circostante.
La mente è considerata, al momento della nascita, priva di cognizioni, che si vanno formando
solo successivamente con le conoscenze derivate dall'interazione con ciò che ci circonda
secondo i meccanismi di imitazione, modellamento e risposta allo stimolo.
Ipotesi dell'identità
Ipotesi contrastiva
Ipotesi di Krashen
Ipotesi di Chomsky
Ipotesi dell'acculturazione
Ipotesi dell'interazione
Ipotesi dell'identità
L'apprendimento di una lingua (sia essa L1 o una L2) si fonda su un meccanismo genetico
(LAD) che, essendo universale, orchestra qualunque forma di apprendimento linguistico.
Ipotesi contrastiva
Riferimento all'ipotesi comportamentista.
Mettere a contrasto le lingue parlate dagli studenti con quella oggetto di apprendimento per
individuare a priori le difficoltà che essi possano incontrare nel percorso di sviluppo della
competenza.
- Interferenza
- Falsi amici
5 ipotesi di Krashen:
Ipotesi dell'acquisizione / apprendimento
Ipotesi del filtro affettivo
Ipotesi del monitor
Ipotesi dell'input comprensibile
Ipotesi dell'ordine naturale
Due visioni:
>Nell'apprendimento della L2 si torna ad attingere direttamente alla GU senza la mediazione
della L1 già appresa.
>Esiste una forma di mediazione e le regole apprese per arrivare a padroneggiare la L1
negoziano l'accesso alla GU nel momento in cui l'apprendente inizia il nuovo processo di
acquisizione linguistica.
Fattore età:
Superato il periodo critico, collocato al termine della pubertà, è molto complicato
apprendere perfettamente una nuova lingua. L'atrofizzazione del dispositivo genetico di
acquisizione linguistica e la GU in esso contenuta cessa di essere accessibile impedendo
pertanto il raggiungimento della piena competenza linguistico-comunicativa in L2.
L'ipotesi dell'acculturazione
Secondo questa ipotesi, l'apprendimento di una L2 è essenzialmente un processo di nuova
alfabetizzazione attraverso la progressiva acquisizione di un nuovo sistema linguistico e della
cultura a esso associata.
Riferimento alle ipotesi ambientaliste, per l'importanza data ai fattori sociali (comunità, ruolo
sociale, interazione con i parlanti) nel determinarel 'apprendimento di una L2.
Due fattori importanti:
Distanza sociale e psicologica di colui che apprende dalla lingua e dalla comunità dei parlanti
che la usano.
Quanto più questa distanza sarà accentuata, tanto minori saranno le possibilità di successo
del processo di acquisizione, fino a casi di ridotta acquisizione anche per apprendenti immersi
da tempo nella nuova lingua.
Pidginizzazione: acquisizione ridotta o fallita
Distanza sociale - comunità costrette all'apprendimento: lingue povere come numero di parole
e come funzionalità comunicative
Creolizzazione: comunità dominante vs indigeni: aumento opportunità comunicative e
riduzione della distanza sociale e avvicinamento alla lingua obiettivo.
Apprendimento lingue comunità di migranti
L'ipotesi dell'interazione
Legata alle ipotesi connesse al ruolo dell'ambiente esterno all'individuo.
Lo sviluppo della competenza L2 deriva essenzialmente dall'interazione tra il parlante nativo e
l'apprendente.
Interazione con i nativi e negoziazione dell'Input
-Riformulazione
-Ripetizione
-Approfondimento
L'input si modifica in continuazione diventando sempre più adeguato e convergente verso il
livello di comprensione dell'apprendente che è in grado di capire e dedurre il sottoinsieme di
regole della L2 che è servito per generarlo.
Con il tentativo di rendere l'output più adeguato allo scopo comunicativo, chi apprende ha la
possibilità di dirigere la propria attenzione verso aspetti problematici.
Anche i feedback (dei nativi) devono essere adeguati, cioè in grado di indirizzare l'attenzione
dell'interlocutore apprendente verso le sue esigenze reali.
Rinforzo: consiste nel feedback che l'apprendente riceve dall'ambiente quanto realizza una
risposta a seguito di uno stimolo.
Rinforzo negativo: quando la risposta errata non viene ricompensata, in modo da inibire
l'associazione con uno stimolo ricevuto.
Interferenza: fonte di potenziale errore che si verifica quando la lingua madre e la lingua
straniera presentano differenza strutturali, poiché il discente è indotto a trasferire le proprie
abitudini linguistiche alla lingua che sta apprendendo.
Quando le due lingue presentano analogie strutturali, il transfer ha esito positivo.
E' possibile prevedere le difficoltà di apprendimento e guidare l'apprendente al superamento
degli effetti negativi provocati dal transfer dalla L1.
L'individuazione tramite l'analisi contrastiva, delle strutture critiche consente di contrastare
l'interferenza causata da transfer negativo attraverso nuovi condizionamenti, da attuare con
l'overlearning, cioè con la presentazione allo studente di un grande numero di stimoli-risposta,
relativi alle strutture.
La teoria comportamentista, non indagando sui processi mentali e non riconoscendo una
elaborazione dell'input fornito dall'apprendente, ritiene che il risultato dell'apprendimento
(output) non si discosti dai dati forniti. In altre parole il discente apprende l'insieme di strutture
che gli vengono presentate e su cui può fare pratica.
Il cognitivismo invece prevede una elaborazione dei dati in input da parte del dispositivo
mentale innato, dando come esito dell'apprendimento la conoscenza implicita di un sistema di
regole linguistiche. L'input a cui l'apprendente è esposto differisce quindi dall'intake, cioè da
come risultato dei processi di elaborazione attivati dal LAD.
>Universali di apprendimento
-Qualunque sia la lingua madre di
partenza, ogni apprendente per
raggiungere la lingua obiettivo
segue le medesime sequenze di sviluppo uguali per tutti.
-Obiettivo LA: individuare quali sono questi universali, rintracciarli nelle sequenze di sviluppo
che si mostrano identiche in apprendenti osservati a intervalli regolari e con L1 di partenza
diverse
-Universali di apprend.:operano durante le prime fasi del processo di apprendimento di una L2
-Non più universali ma quasi-universali di apprendimento: si parla sempre meno di universali e
di regole valide per tutte le lingue indistintamente
>Condizioni socioculturali
-Stile di vita dell'apprendente, abituali consumi linguistici e culturali, progetto di vita in Italia,
quantità e qualità delle interazioni comunicative in L2
-Giustificare le ragioni di alcuni risultati di sviluppo della competenza linguistico-comunicativa
dell'apprendente
-Correlazione esiti dell'apprendimento e stile di vita adeguato di tipo positivo. Non frutto di
automatismi.
Didattica acquisizionale NON significa imporre alla didattica le scelte della linguistica
acquisizionale ma creare uno spazio per il confronto tra mondo della ricerca e la didattica,
dove siano ascoltati le ragioni e i bisogni di tutti, partendo proprio dall'inclusione degli
apprendenti guidati a lungo non considerati dalla ricerca acquisizionale.
Sperimentazione continua e scambi di opinioni tra docenti in aula e ricercatori.
Tipologie di errori:
-Sviste:
•Non dicono niente rispetto allo stadio di sviluppo della competenza di chi lo compie
•Possono capitare anche ai competenti (mistakes vs errors)
•Frutto non di deficit della competenza, semmai di disattenzione, stanchezza e fretta
nell'esecuzione (lapsus)
-Errori non sistematici:
•A volte l'apprendente applica correttamente la regola, altre volte no.
•La regola è quindi in via di apprendimento, ma non è stata ancora correttamente incardinata
nel sistema generale di regole posseduto dall'apprendente.
•L'insegnante deve intervenire per stabilizzare la competenza a un livello più evoluto
-Errori sistematici:
•Ogni volta che l'apprendente, chiamato a produrre una determinata regola, la produce in
modo non corretto.
•E' il livello più grave dell'errore: chi lo produce ha incamerato una regola in modo deviante.
•Potrebbe mettere a rischio l'evoluzione di parti più ampie della conoscenza che richiedono
l'utilizzo di quella regola
•L'insegnante deve intervenire per disinnescare quella regola appresa e fare in modo che il
sistema dell'apprendenti incameri la forma corretta.
-Fossilizzazioni
L'interlingua Villarini(2021)
Varietà interlinguistica di apprendimento
>Introdotto da Larry Selinker nel 1972
>Indica il sistema linguistico in formazione al quale attingono gli apprendenti quando
producono enunciati in una lingua diversa dalla propria
>Parametro di riferimento in riferimento allo sviluppo della competenza linguistica
>Apprendimento linguistico non unidimensionale con un inizio e una fine.
>Progressiva occupazione di uno spazio pluridimensionale, via via più ampio.
//Quesito
Nell'eventuale percorso L1 - Interlingua - L2 Quando si esce dalla L1 e quando si entra nelle
L2?
Ipotesi dell'interlingua
Sistema altro in via di strutturazione e di ampliamento che può essere ad esempio:
Specie negli stadi iniziali
Grammatica approssimativa
Composto da poche parole
In grado di gestire un numero limitato di situazioni comunicative
Interlingua: «una rete di regole che si configura come un sistema di regole altro, diverso dalla
L1 di partenza e dalla L2 di arrivo, ma che si fonda anche su regole provenienti da queste due
lingue»
>Regole che l'apprendente deriva dall'input che riceve fuori dell'aula o in aula.
>Regole riconosciute e assimilate si collocano nella mente dell'apprendente e creano una
rete.
>Rete fatta di nodi e legami in relazione tra di loro (anche quando essi sono in numero
limitatissimo come negli stadi iniziali di sviluppo)
//Quesito: come costruire una classe di pari livello se ogni interlingua è diversa dall'altra?
-Il processo di apprendimento non è monodimensionale
-Studenti non stesso punto, meglio stesso spazio
-Studenti stessa classe, stesso livello di interlingua= stesso stadio, condividono la conoscenza
di determinate regole MA non conoscono tutti le stesse regole.
Natura dell'errore
•Approccio negativo: demonizzazione dell'errore e ripercussioni psicologiche sullo studente;
•Approccio positivo: errore come risultato naturale di un processo di produzione linguistica;
- Non si nasce competente in una lingua
- Anche i madrelingua commettono degli errori: distrazione, concitazione, esitazione, ansia,
lapsus, vuoti di memoria, difficoltà a mantenere il filo del discorso, interferenze linguistiche e
culturali
•Errore: risultato di una mancata conoscenza da parte dell'apprendente: ad esempio il
congiuntivo per un apprendente principiante di livello A1.
•Sbaglio: è un fatto momentaneo, non sistematico, che il parlante può autocorreggere, anche
con l'aiuto dell'insegnante. E' il tipo di errore che commette il parlante nativo.
•Fossilizzazione: l'errore può essere eliminato
•Cristalizzazione: l'errore non può più essere eliminato
Cause dell'errore
•Interferenza: influenza della L1 sulla L2. Transfer positivo per le aree in cui i due sistemi
coincidono; Transfer negativo nel caso in cui divergono. Il transfer positivo favorisce
l'apprendimento, il transfer negativo lo ostacola e lo rallenta, generando errori di interferenza.
Errori di interferenza lingue vicine; francofoni, ispanofoni
Errori di interferenza lingue lontane: asiatici
•Transfer dalla lingua madre (o da altra lingua acquisita)
•Generalizzazione regola grammaticale (ad esempio attraverso i materiali didattici)
•Evitare la difficoltà (ad esempio uso dell'infinito da parte dello studente)
•Ipergeneralizzazione : estensione di una regola anche ai casi in cui essa non è applicabile
(esempio: cane per tutti gli animali)
•Strategie comunicative tipiche della lingua madre
Livelli d'errore
Livello grammaticale e sintattico
Livello funzionale o degli atti comunicativi
Livello lessicale
Livello fonologico (pronuncia e intonazione)
Livello di registro linguistico
Livello pragmatico, della comunicazione
Livello culturale o interculturale
Correzione dell'errore
•Feedback: occasioni in cui il percorso del singolo studente viene monitorato e la performance
linguistica valutata dall'insegnante. Può avvenire in itinere durante l'esecuzione delle attività o
verso la fine di un'unità didattica durante la fase di verifica della stessa.
-Valutazione sommativa: a mezzo di test o altre prove di verifica per valutare i progressi
compiuti dallo studente a seguito di un percorso concluso
-Valutazione formativa: ha lo scopo di tenere sotto controllo il processo d'apprendimento in
atto.
•Feedback
Correzione dell'errore non solo nel momento della valutazione di una verifica sommativa, ma
parte integrante del lavoro del docente in un qualsiasi momento della lezione. Ogni qualvolta
allo studente vengono proposte attività mirate alla verifica della comprensione di un brano
scritto o orale si è di fronte a una forma di feedback.
Quando correggere?
•Immediata: l'insegnante propone direttamente un intervento correttivo;
•Posticipata: l'insegnante programma la correzione
in un secondo momento.
>Genere: non esistono differenze genetiche tali da garantire agli uni e agli altri un vantaggio
nell'apprendimento.
Femmine:
- atteggiamento più positivo e favorevole nei confronti della conoscenza linguistica
- contesto sociale, donne risultano spesso penalizzate a livello di fruizione dell'input
>Attitudine: inclinazione naturale verso gli specifici compiti che ruotano intorno alla
comprensione e all'uso del sistema linguistico; capacità di arrivare prima e meglio di altri a
padroneggiare una lingua straniera.
Non un attitudine ma una serie di attitudine diverse (carattere, abilità, lingue conosciute,
capacità uditive, ecc.) che concorrono a rendere più rapido e fluido l'apprendimento
linguistico.
>Stile cognitivo
Modo che ogni individuo ha per elaborare un’informazione e per affrontare un compito.
>Analitico/Globale
>Sistematico/Intuitivo
>Impulsivo/Riflessivo
>Verbale Visivo
>Convergente/Divergente
>Dipendente / Indipendente dal campo
Stili cognitivi: strategie e operazioni mentali che il discente mette in atto più o meno
consapevolmente per imparare una lingua. Non esistono strategie di insegnamento buone per
tutti.
Stile cognitivo apprendente vs stile insegnamento
Stile cognitivo
•Stile visivo: attenzione focalizzata su ciò che si VEDE
- visivo-linguistico (impara attraverso la lettura e la scrittura
-visivo-spaziale (impara attraverso grafici, tabelle, disegni e videoproiezioni)
•Stile auditivo: attenzione focalizzata su ciò che si ASCOLTA lettura ad alta voce, dialogo con
altri studenti, registrazione e riascolto delle lezioni
•Stile cinestetico : toccare oggetti e di essere in movimento. Essere coinvolti in varie attività
>Ansia linguistica
Stato di apprensione che porta l'apprendente a reagire nervosamente nelle situazioni che
richiedono l'uso di una L2
-ansia facilitante (agevola l'apprendimento);
-ansia debilitante (paralizza l'apprendente).
Fattori ansiogeni: tipo di compito, personalità docente, situazione didattica, gruppo classe..
•Fattori esterni
- Fattori sociali: ambiente classe e fuori dell'aula, famiglia
Villarini(2021)
Fine Ottocento: prime formalizzazioni di proposte metodologiche
Tecniche: attività ed esercizi proposti a prescindere dal metodo o dell'approccio.
Strategia: modo in cui il docente attua il suo piano didattico
Definizioni controverse: approcci, metodi, strategie e tecniche.
Approccio e metodo: tre visioni
1. Approccio e metodo sono in relazione gerarchica: metodo (piano generale e ordinato di
azioni per lo sviluppo della competenza linguistico-comunicativa); approccio (scelte
metodologiche);
2. Approccio e metodo sono completi sinonimi;
3.a. Metodo: modi di insegnare le lingue più tradizionali e strutturati
3.b. Approccio: modi di insegnare meno strutturati e più aperti alle variazioni legate alle
istanze dei corsisti
Metodo grammaticale-traduttivo
Inizio: Antichità
Obiettivo: basato sull'insegnamento delle regole grammaticali per fini traduttivi di testi scritti.
Attività:
1.presentazione regole e relative eccezioni senza un reale legame con l'uso concreto,
affidando a frasi decontestualizzate il compito di illustrarle.
2. Lessico presentato sotto forma di liste di parole con traduzione al fianco, senza
contestualizzarle
Ruolo docente:
-decide tutto senza tener conto dei bisogni formativi degli studenti.
-Attenzione rivolta alla grammatica da insegnare
Metodo Audio-orale
Inizio: anni quaranta del novecento (GII)
Obiettivo:
-Esigenze belliche: addestrare velocemente ed efficacemente soldati americani per esprimersi
nelle lingue delle potenze nemiche (italiano, francese e tedesco)
- Esigenza comunicativa: comunicazione orale e non dei testi letterari)
Attività:
-Ascolto e ripetizione orale di interazioni comunicative fisse
-Pattern comunicativi semirigidi (al ristorante, dal medico, in aeroporto, ecc.) dove è sufficiente
modificare un elemento per arrivare a risolvere un gran numero di situazioni comunicative.
-Corsi intensivi
Ruolo del docente:
-Dipendenza degli studenti dalle decisioni prese dal docente.
-Assenza bisogni degli apprendenti
Metodo Diretto
Inizio: -Inizi Novecento
Obiettivo:
-Coinvolgimento dello studente.
-Lezioni nella lingua obiettivo di insegnamento - L2
-Ascolto produzioni in L.2.
-Attenzione all'oralità e all'apprendimento spontaneo
Attività:
- Dagli argomenti semplici agli argomenti complessi.
-Classi con pochi studenti
Ruolo del docente:
-Costretto ad usare la L2
Approccio comunicativo
Spartiacque tra i metodi tradizionali e la modernità.
Obiettivo:
-Centralità dell'apprendente (ritmi, bisogni, motivazioni)
-Insegnare a comunicare.
-Nozione di interlingua (ciò che l'apprendente pensa).
-Errore per inquadrare la conformazione del sistema interlinguistico.
Attività:
-Grammatica, non da eliminare.
-Rinegoziare la questione della grammatica in aula
-Attività metalinguistica
-Usi comunicativi e strategie di comunicazione attivate dalla comunità del parlanti della Lingua
obiettivo e dei suoi aspetti culturali
Approccio umanistico-affettivi
Periodo di riferimento: Dagli anni Settanta
Obiettivo:
-Caratteristiche dell'apprendente
-Aspetti psicoaffettivi
Alcuni Approcci
-Total Physical Response: Ascolto e movimento del corpo
-Silent Way: perdita della centralità del docente
-Approccio suggestopedico: creare attorno all'apprendente un clima rilassato e ricco di stimoli
piacevoli.
Approccio integrato
Non esiste un metodo ideale!
La centralità dell'apprendente,
bisogni linguistici,
stili cognitivi
Motivazioni
e altri fattori interni ed esterni
impongono un cambiamento costante del metodo in base alle situazioni.
-Patto formativo studente-docente
-Attività in aula e fuori aula
- Ridurre il filtro affettivo (barriera emotiva) prendendo in considerazione i fattori interni ed
esterni.
Curricolo
•Identificazione dei bisogni
•Determinazione degli obiettivi
•Definizione dei contenuti
•Selezione o creazione dei materiali
•Sviluppo di programmi di insegnamento/apprendimento
•Metodi di insegnamento e apprendimento impiegati
•Testing e valutazione
Curricolo: Modello operativo che definisce un profilo formativo e quindi indica le mete, gli
obiettivi e i contenuti che costituiscono l'oggetto di un corso o di un programma adattato.
Includono anche sezioni che offrono:
- parametri per variare il curricolo a seconda delle caratteristiche della situazione didattica,
della natura degli allievi, del quartiere in cui si opera, delle dotazioni glottotecnologiche
disponibili, ecc.;
- una guida metodologica relativa alle tecniche didattiche che si consiglia di utilizzare per
raggiungere gli obiettivi;
-una serie di parametri per la verifica e la valutazione del raggiungimento degli obiettivi.
Il curricolo dunque, supporta il docente nel complesso compito di selezione e graduazione dei
contenuti linguistici
Curricolo italiano L2
-Necessità di superare il modello tradizionale del curricolo poiché:
a) in ogni classe sono presenti allievi di provenienza linguistica e culturale diversa;
b) gli allievi hanno livelli di competenza diversificati;
c) le motivazioni di cui sono consapevoli sono molto diversificate;
d) le situazioni di insegnamento sono diversificate;
e) spesso ci sono più insegnanti impegnati nell'azione di facilitazione e sostegno
dell'apprendimento.
Sillabo italiano L2
-Sillabo misto: per task, nozioni strutture grammaticali e funzioni che non proceda per strutture
definitive ma che tenga conto delle teorie sull'acquisizione linguistica e delle ipotesi di
"apprendibilità ed insegnabilità"
Quindi un sillabo che:
a) rispetti le sequenze di apprendimento senza alterare l'ordine naturale
b) operi una distinzione tra input per la comprensione (che può contenere anche forme non
direttamente acquisibili dagli studenti) e input per la produzione
adeguato al livello degli
studenti);
c) fornisca input più ricchi
corrispondenti al potenziale
di acquisizione dello
studente
d) preveda una ripresa
ciclica delle stesse strutture
poiché ognuna di esse può
avere ruoli diversi a livelli
diversi della scala di
processabilità (Pallotti,
1998: 302);
e) eviti la focalizzazione
degli studenti su forme non
apprendibili secondo le teorie della linguistica acquisizionale per quanto concerne la L2.
Scelte le unità del sillabo, il docente dovrà dunque stabilire un loro ordine di presentazione.
Monologo
1. Non è una composizione orale (interrogazione)
2. Breve produzione orale su un tema precedentemente assegnato all'apprendente.
3. Monologo su traccia: l'apprendente fa riferimento ad una scaletta
4. «Monologhi isolati» potrebbero essere noiosi e poco motivanti
5. « Serie di monologhi successivi» risulta più coinvolgente.
6. Esercita la capacità di descrivere o di narrare.
7Rafforza i meccanismi di coesione
monologo
1. La preparazione può richiedere molto tempo
2. Può essere utile l'uso delle glottotecnologie
3. Può essere registrato e riascoltato
Il dialogo
1. Contesto
2. Codici extralinguistici
3. Coerenza
4. Regole socioculturali
5. Scelte sociolinguistiche
6. Scelte paralinguistiche
7. Strategie pragmatiche
ROLEPLAY
1. Drammatizzazione
2. Role-taking
3. Role-play propriamente detto
4. Role-making
5. Dialogo aperto
6. Scenario
7. Role-play letterario e storico ecc.
1.Drammatizzazione
Basso grado di creatività, consiste nella ripetizione di un dialogo; serve per lavorare sugli
aspetti fonici e paralinguistici (pronuncia, intonazione, ecc.)
•Testo della letteratura drammatica
•Copione di una scena di film
•Trascrizione di film da parte degli studenti
Vantaggi: elementi fonologici e aspetti intonativi e paralinguistici, ruolo psicologico (riso,
silenzio, pianto, ira, ecc); interazione ascolto e produzione
Limite: poco creativa e dover «mettersi in scena»
2.Role-taking
Si tratta di assumere i ruoli già previsti da un dialogo precedentemente affrontato (ad esempio
nel manuale introducendo alcune modifiche della situazione (data, luogo, persone, oggetti..)
Scopo:
-De-condizionare l'allievo dopo la drammatizzazione
-Personalizzare il dialogo modello
-Accrescere la motivazione
4.Role-making
> Punto di partenza: ruolo sociale del dialogo
> Massima libertà nella conduzione della conversazione (tipo di saluto, numero di
battute, richieste di informazioni, ecc.)
>Massima libertà nella scelta degli elementi
>Non solo reimpiego creativo dei materiali precedentemente acquisiti, ma la scoperta di
alcune regole costitutive del dialogo come genere comunicativo:interruzione, ripetizione, ecc.
> L'apprendente può usare la lingua straniera in base al proprio livello di acquisizione
> Abbassare i filtri psicologici
>Rientrano nel role-making anche delle simulazioni globali» o i cosiddetti «macro-roleplay» in
cui viene coinvolta l'intera classe.
5.Dialogo aperto
Si tratta di un dialogo in cui figurano le battute di un solo personaggio (che si possono
ritrovare registrate su un supporto audio, video o cartaceo);
Lo studente deve fornire oralmente le battute dell'interlocutore.
L'interazione può essere con un compagno, con l'insegnante o con il supporto audio-video che
propongono la parte dell'altro interlocutore.
Scopo: rafforzare la competenza testuale sia in termini di coerenza (seguire il filo del discorso)
sia in termini di coesione per connettere le proprie battute a quelle del testo.
6.Scenario
•Consiste nel simulare un evento comunicativo molto strutturato (ad esempio un dramma)
•Motivante e coinvolgente
•Regola del dimenticare «Rule of forgetting»(Krashen)
•Attività: un incidente stradale: dibattito davanti alla polizia.
Gli studenti lavorano prima in gruppo per predisporre la lista degli argomenti, finire le mosse
comunicative da attuare, prevedere le argomentazioni, definire le mosse comunicative da
attuare, prevedere le argomentazioni della controparte e così via, poi realizzano lo scenario,
possibilmente videoregistrandolo per poterlo analizzarlo in seguito.
Bisogni sportivi
vedi slide