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A.A. 2021-2022
Raymond Siebetcheu
Cosa significa insegnare/apprendere una lingua?
Minori stranieri non accompagnati (MSNA), Adulti e anziani stranieri e/o soggetti vulnerabili
(profughi, analfabeti, disoccupati, carcerati, ecc.)
.
Lingua madre/materna (LM)
Linguistica applicata
calco dall’inglese applied linguistics (visione internazionale)
L’idea di una scienza soltanto applicata sembra tradire l’assenza di
uno slancio teorico forte
Glottodidattica
- anni Sessanta del Novecento: Renzo Titone e Giovanni Freddi
- termine più diffuso per denominare la disciplina
- glottodidattica (aspetti teorici) vs glottodidassi (aspetti applicativi)
Linguistica educativa
La denominazione
Villarini (2021)
Linguistica applicata
calco dall’inglese applied linguistics (visione internazionale)
L’idea di una scienza soltanto applicata sembra tradire l’assenza di
uno slancio teorico forte
Glottodidattica
- anni Sessanta del Novecento: Renzo Titone e Giovanni Freddi
- termine più diffuso per denominare la disciplina
- glottodidattica (aspetti teorici) vs glottodidassi (aspetti applicativi)
- riferimento a tecnologie e metodologie didattiche
La denominazione
Villarini (2021)
A.A. 2021-2022
Raymond Siebetcheu
Di cosa si occupa la Didattica delle lingue?
(Villarini, 2021)
Settore delle scienze del linguaggio
Oggetto la lingua
Funzione apprendimento linguistico
Sviluppo capacità semiotiche
Linguistica applicata
calco dall’inglese applied linguistics (visione internazionale)
L’idea di una scienza soltanto applicata sembra tradire l’assenza di
uno slancio teorico forte
Glottodidattica
- anni Sessanta del Novecento: Renzo Titone e Giovanni Freddi
- termine più diffuso per denominare la disciplina
- glottodidattica (aspetti teorici) vs glottodidassi (aspetti applicativi)
Linguistica educativa
La denominazione
(Villarini, 2021)
Linguistica applicata
calco dall’inglese applied linguistics (visione internazionale)
L’idea di una scienza soltanto applicata sembra tradire l’assenza di
uno slancio teorico forte
Glottodidattica
- anni Sessanta del Novecento: Renzo Titone e Giovanni Freddi
- termine più diffuso per denominare la disciplina
- glottodidattica (aspetti teorici) vs glottodidassi (aspetti applicativi)
- riferimento a tecnologie e metodologie didattiche
La denominazione
(Villarini, 2021)
Linguistica educativa: in area anglofona Educational
linguistics (anni Settanta, Bernard Spolsky, 1972), in Italia
(anni 2000)
Perché una linguistica educativa?
(Villarini, 2021)
Sui concetti di apprendimento e acquisizione
Ipotesi acquisizione/apprendimento di Krashen
Acquisizione: processo di assimilazione delle regole che segue vie implicite, inconsce e involontarie.
Ambiti di riferimento: Fuori dell’aula – Parlanti madrelingua
.
Riflessione esplicita: l’individuo è al corrente del
fatto che l’oggetto dell’apprendimento è quella
determinata regola del sistema linguistico della L2.
Punto di riflessione:
Apprendimento delle lingue a forte diffusione planetaria e
apprendimento delle lingue meno diffuse
Studente e apprendente
Studente: colui che apprende una lingua in maniera guidata; tipicamente a scuola e davanti a u
Apprendente: colui che apprende non necessariamente in contesto guidato. Concetto più inglo
.
Apprendere una lingua straniera
uaggio che gli esseri umani usano in prevalenza, e da questo dobbiamo pas
Cosa propone la Linguistica educativa?
Raymond Siebetcheu
Che cos’è l’apprendimento/insegnamento di
una L2
Il docente secondo Balboni (1994):
Raymond Siebetcheu
Verso un’educazione Iinguistica democratica
- Visione pedagogica-idealistico-religiosa
- Visione tradizionale di italiano come unica lingua da usare in classe.
- Restano in vigore fino al 1985 (da Italia agricola a Italia industriale)
Stimoli ambientali.
Le ipotesi ambientaliste: il comportamentismo
Nel 1959, Chomsky aprì ad una visione dell’apprendimento del linguaggio diametralmente
opposta rispetto al comportamentismo. Tale visione conferisce un peso enorme a ciò che è
presente nella mente sin dalla nascita, più che a ciò che un individuo esperisce al contatto
con l’ambiente esterno.
Come fa un essere umano ad apprendere una lingua basandosi sui rapporti con
l'ambiente quando sappiamo che l’apprendimento di una lingua per realizzarsi percorre un
arco temporale di almeno 6/8 anni e che questi anni sono soprattutto i primi anni di vita?
Chomsky sostiene che tutto ciò non è possibile senza l'intervento di qualcosa
preesistente alla nascita, geneticamente programmato in grado di consentire a un
individuo di apprendere una lingua.
In altre parole, la rapidità e l'efficacia del processo di apprendimento sono
possibili solo perché non si parte da zero.
LAD: esso si applica solo all’apprendimento delle lingue e fornisce agli esseri umani una
sorta di modello di funzionamento del sistema linguistico in generale, e
conseguentemente di tutti i sistemi linguistici che sono apprendibili nell’ambiente
circostante.
Basi teoriche:
2. Nuovi studi sul funzionamento del cervello quando è alle prese con il compito
linguistico: non è possibile separare nettamente il compito dell’apprendimento
linguistico dagli altri compiti eseguiti dal cervello; in realtà il tutto rimane integrato;
per studiare i meccanismi di acquisizione si debba prendere visione dell'uso
linguistico reale, in funzione della realtà circostante e della concreta situazione
comunicativa entro la quale il parlante si trova ad operare.
Processo complesso
Interazione di vari fattori (interni ed esterni)
Relativamente rapido
Risultati certi (tranne alcune eccezioni)
Ipotesi dell’identità
Ipotesi contrastiva
Ipotesi di Krashen
Ipotesi di Chomsky
Ipotesi dell’acculturazione
Ipotesi dell’interazione
Ipotesi dell'identità
- Interferenza
- Falsi amici
5 ipotesi di Krashen
Formula: i+1
Ipotesi dell'ordine naturale
GU: NON somma di tutte le possibili regole di tutte le possibili lingue del mondo.
MA insieme di principi e parametri.
Due visioni:
Fattore età:
Superato il periodo critico, collocato al termine della pubertà, è molto
complicato apprendere perfettamente una nuova lingua.
L’atrofizzazione del dispositivo genetico di acquisizione linguistica e la GU
in esso contenuta cessa di essere accessibile impedendo pertanto il
raggiungimento della piena competenza linguistico-comunicativa in L2.
Il filtro affettivo
(Villarini, 2021)
Quanto più questa distanza sarà accentuata, tanto minori saranno le possibilità di
successo del processo di acquisizione, fino a casi di ridotta acquisizione anche
per apprendenti immersi da tempo nella nuova lingua.
L’ipotesi dell’acculturazione
- Riformulazione
- Ripetizione
- Approfondimento
L’ipotesi dell’interazione
Interferenza: fonte di potenziale errore che si verifica quando la lingua madre e la lingua
straniera presentano differenza strutturali, poiché il discente è indotto a trasferire le
proprie abitudini linguistiche alla lingua che sta apprendendo.
La teoria comportamentista, non indagando sui processi mentali e non riconoscendo una
elaborazione dell’input fornito dall’apprendente, ritiene che il risultato
deII'apprendimento (output) non si discosti dai dati forniti. In altre parole il discente
apprende l’insieme di strutture che gli vengono presentate e su cui può fare pratica.
Il cognitivismo invece prevede una elaborazione dei dati in input da parte del
dispositivo mentale innato, dando come esito dell’apprendimento la conoscenza
implicita di un sistema di regole linguistiche. L’input a cui l’apprendente è esposto
differisce quindi dall’intake, cioè da come risultato dei processi di elaborazione attivati dal
LAD.
Alcuni approfondimenti
(Diadori, Palermo, Troncarelli, 2009)
Gli studi italiani sull’acquisizione delle lingue
seconde Villarini (2021)
Progetto di Pavia
- Progetto interuniversitario (Pavia, Bergamo, Torino, Trento, Roma, Siena
Stranieri)
- Corpus interrogabile di testi orali
- Individuazione di sequenze naturali di sviluppo di punti discreti della
competenza linguistico-comunicativa (temporalità e modalità)
Gli studi italiani sull’acquisizione delle lingue seconde
Universali di apprendimento
- Qualunque sia la lingua madre di partenza, ogni apprendente per
raggiungere la lingua obiettivo segue le medesime sequenze di
sviluppo uguali per tutti.
- Obiettivo LA: individuare quali sono questi universali, rintracciarli nelle
sequenze di sviluppo che si mostrano identiche in apprendenti osservati a
intervalli regolari e con L1 di partenza diverse
- Universali di apprendimento operano durante le prime fasi del
processo di apprendimento di una L2
- Non più universali ma quasi-universali di apprendimento: si parla
sempre meno di universali e di regole valide per tutte le lingue
indistintamente.
Gli studi italiani sull’acquisizione delle lingue seconde
Condizioni socioculturali
- Stile di vita dell’apprendente, abituali consumi linguistici e culturali,
progetto di vita in Italia, quantità e qualità delle interazioni comunicative in
L2
- Giustificare le ragioni di alcuni risultati di sviluppo della competenza
linguistico-comunicativa dell’apprendente
- Correlazione esiti deII'apprendimento e stile di vita adeguato di tipo
positivo. Non frutto di automatismi.
Gli studi italiani sull’acquisizione delle lingue seconde
Due precondizioni
Alcune premesse:
Alcune premesse:
Focus su L1 e L2
Poca attenzione all'apprendente
Errore elemento predicibile. Mettendo a confronto i due sistemi
linguistici
Errore da sanzionare. Per evitare che l’eventuale rinforzo positivo
dell’apprendente portasse all’acquisizione della regola nella sua forma
deviante
Errore come indicatore di carenza, qualcosa da correggere e utile solo
come strumento per la valutazione finale
Errori contati e con lo stesso peso a prescindere dalla tipologia
L’analisi degli errori
Alcune premesse:
Attenzione all'apprendente
Errore come espressione della competenza in divenire
Errore come strumento per indagare l'insieme di regole che si vanno
formando nella testa dell’apprendente
Attenzione sul piano della valutazione dell'errore e sul significato da
dare a una produzione deviante dalla norma
Errore NON più il semplice frutto di fenomeni di interferenza (L1 e L2)
MA come l’esito di una strategia di apprendimento, un tentativo fallito
di soluzione di un problema comunicativo.
L’analisi degli errori
Alcune premesse:
Uso della lingua straniera in classe per osservare ciò di cui hanno
bisogno gli apprendenti
Valorizzazione clima-classe
Errore non è il risultato di una ‘non regola', ma di una regola che
deviante (in tutto o in parte) da quelle vigenti nella lingua target.
Errori NON più contati MA pesati e analizzati
Errori NON tutti uguali e NON segno di una carenza
di apprendimento
L’analisi degli errori
Tipologie di errori
Sviste
Errori non sistematici
Errori sistematici
Fossilizzazioni
L’analisi degli errori
Tipologie di errori
Sviste
Non dicono niente rispetto allo stadio di sviluppo della competenza di chi lo
compie
Possono capitare anche ai competenti (mistakes vs errors)
Frutto non di deficit della competenza, semmai di disattenzione,
stanchezza e fretta nell’esecuzione (lapsus)
L’analisi degli errori
Tipologie di errori
Tipologie di errori
Errori sistematici
Quesito
Nell’eventuale percorso L1 – Interlingua – L2 Quando si
esce dalla L1 e quando si entra nelle L2?
Ipotesi dell’interlingua
Sistema altro in via di strutturazione e di ampliamento che può essere ad esempio:
Specie negli stadi iniziali
Grammatica approssimativa
Composto da poche parole
In grado di gestire un numero limitato di situazioni comunicative
L’interlingua
Interlingua: «una rete di regole che si configura come un sistema di regole altro,
diverso dalla L1 di partenza e dalla L2 di arrivo, ma che si fonda anche su regole
provenienti da queste due lingue»
Dinamico
Creativo
Variabile
Soggetto a fossilizzazioni
L’interlingua
Dinamico, cioè
Creativo, cioè
Alcune premesse
Raymond Siebetcheu
L’errore nella didattica dell’italiano L2
Alcune premesse
Raymond Siebetcheu
• Analisi e correzione degli errori in italiano L2/ LS
- Natura dell’errore
- Tipologie d’errore
- Livelli dell’errore
- Correzione dell’errore (chi, come, quando, dove)
Natura dell’errore
Raymond Siebetcheu
Natura dell’errore
Raymond Siebetcheu
Cause dell’errore
Raymond Siebetcheu
Cause dell’errore
Raymond Siebetcheu
LLivivelelildli’edrr’oerrerore
Raymond Siebetcheu
Correzione dell’errore
Raymond Siebetcheu
Correzione dell’errore
• Feedback
Raymond Siebetcheu
Strategie correttive: qualità del feedback
• Correzione comunicativa : quella in cui si segnalano solo gli errori scritti che
compromettono l’efficacia del messaggio senza dare informazioni aggiuntive
(adatta a un pubblico di livello principiante)
Raymond Siebetcheu
Strategie correttive: qualità del feedback
• Correzione risolutiva: si definisce quella in cui il docente segnala
l’errore e riscrive correttamente la parola o la frase. Lo studente ha
una chiara visione della forma corretta, ma il suo è un ruolo
definito passivo.
Raymond Siebetcheu
Strategie correttive: qualità del feedback
Raymond Siebetcheu
Tipi di correzione secondo la classificazione di Lyster
e Ranta (1997)
• Correzione esplicita: insegnante fornisce in modo esplicito la
forma corretta.
Raymond Siebetcheu
Tipi di correzione secondo la classificazione di Lyster
e Ranta (1997)
Raymond Siebetcheu
Quando correggere ?
Raymond Siebetcheu
Analisi Mini-dialoghi
• Dialogo 1
In classe si sta lavorando sulla forma del futuro semplice e il suo utilizzo.
Raymond Siebetcheu
Analisi Mini-dialoghi
• Dialogo 2
In classe si sta lavorando sulla forma del futuro semplice e il suo utilizzo.
Raymond Siebetcheu
Analisi Mini-dialoghi
• Dialogo 3
In classe si sta lavorando sulla forma del futuro semplice e il suo utilizzo.
Raymond Siebetcheu
Fattori che interagiscono nel processo di apprendimento
• Età
• Genere
• Attitudine
• Memoria
• Motivazione
• Stile cognitivo
• Ansia
• Fattori sociali
Raymond Siebetcheu
Fattori che interagiscono nel processo di apprendimento
• Età
Età critica, Soglia critica, soglia prossimale, periodo critico
- 12-14 anni
- Visione rigida: Lenneberg (una sola età critica)
- Visione flessibile: Richard Ellis (esistono più età critiche)
- Livello fonetico, lessicale, sintattico, pragmatico
- Gli anziani
Raymond Siebetcheu
Fattori che interagiscono nel processo di apprendimento
(Villarini, 2021)
Età
Genere
Attitudine
Memoria
Motivazione
Stile cognitivo
Ansia
Fattori sociali:
- Input: foreigner talk, teacher talk
- Ambiente: aula, rete sociale di contatti
Fattori che interagiscono nel processo di
apprendimento
Motivazione
Non esiste apprendimento senza motivazione
1. Culturale
Inserimento società ospite (immigrati)
Aspetti intrinseci della lingua (sintassi, bellezza, ecc)
Piacere e amore per espressioni culturali (musica, cinema,
letteratura, ecc.)
2. Strumentale
Apprendere per raggiungere obiettivi specifici (lavoro, studio, visto)
Apprendere non per scelta ma per necessità
Migliorare le proprie competenze (test linguistico)
Fattori che interagiscono nel processo di apprendimento
Motivazione
Stile cognitivo
Analitico/Globale
Sistematico / Intuitivo
Impulsivo / Riflessivo
Verbale / Visivo
Convergente / Divergente
Dipendente / Indipendente dal campo
Analitico/Globale
Da una visione d’insieme dell’oggetto da apprendere all’analisi degli
elementi particolari; o il percorso contrario
Riflessivo: risponde in maniera meno immediata e con più precisione
Impulsivo: tempi decisionali più contratti, incorrendo in qualche errore
nella risposta fornita
Verbale: codice verbale per fissare in memoria le informazioni (riassunti,
appunti,
Visivo: riferimento a codice visivo-spaziale (schemi, tabelle, mappe
concettuali, immagini, ecc.)
Fattori che interagiscono nel processo di apprendimento
Stile cognitivo
Convergente
Utilizzo di tutte le informazioni disponibili convergendo verso un’unica
soluzione
Divergente
Utilizzo di un sistema più creativo, vagliando soluzioni differenti
Dipendente
Apprendenti portati ad elaborare le informazioni facendo ampio
riferimento al contesto generale in modo da decifrarle adeguatamente
Indipendente dal campo
Apprendenti riescono ad isolare dal contesto con più facilità le
informazioni e vi si appoggiano meno per decifrarle.
Fattori che interagiscono nel processo di apprendimento
Stile cognitivo
⚫ Stile visivo: attenzione focalizzata su ciò che si VEDE
- visivo-linguistico (impara attraverso la lettura e la scrittura
- visivo-spaziale (impara attraverso grafici, tabelle , disegni e
videoproiezioni)
⚫ Stile auditivo: attenzione focalizzata su ciò che si ASCOLTA
lettura ad alta voce, dialogo con altri studenti, registrazione e
riascolto delle lezioni
⚫ Stile cinestetico : toccare oggetti e di essere in
movimento. Essere coinvolti in varie attività (TPR)
Fattori che interagiscono nel processo di apprendimento
Ansia linguistica
Fattori esterni
- Fattori sociali: ambiente classe e fuori dell'aula, famiglia
Fuori dell'aula:
Metodo grammaticale-traduttivo
Metodo audio-orale
Metodo diretto
Approccio comunicativo
Approcci umanistico-affettivi
• Total Physical Response
• Silent Way (metodo del silenzio)
• Approccio suggestopedico
Approccio integrato
metodi e approcci didattici
Villarini (2021)
Villarini (2021)
Definizioni controverse: approcci, metodi, strategie e
tecniche.
Metodo grammaticale-traduttivo
Inizio:
Antichità
Obiettivo:
- basato sull’insegnamento delle regole grammaticali per fini traduttivi
di testi scritti.
Attività:
- presentazione regole e relative eccezioni senza un reale legame con
l’uso concreto, affidando a frasi decontestualizzate il compito di
illustrarle.
- Lessico presentato sotto forma di liste di parole con traduzione al
fianco, senza contestualizzarle
Ruolo docente:
- decide tutto senza tener conto dei bisogni formativi degli studenti.
- Attenzione rivolta alla grammatica da insegnare.
metodi e approcci didattici
Metodo Audio-orale
Inizio:
Anni Quaranta del Novecento (GII)
Obiettivo:
-Esigenze belliche: addestrare velocemente ed efficacemente soldati americani
per esprimersi nelle lingue delle potenze nemiche (italiano, francese e tedesco).
- Esigenza comunicativa: comunicazione orale e non dei testi letterari)
Attività:
- Ascolto e ripetizione orale di interazioni comunicative fisse
- Pattern comunicativi semirigidi (al ristorante, dal medico, in aeroporto, ecc.)
dove è sufficiente modificare un elemento per arrivare a risolvere un gran
numero di situazioni comunicative.
- Corsi intensivi
Ruolo del docente:
- Dipendenza degli studenti dalle decisioni prese dal docente.
- Assenza bisogni degli apprendenti
metodi e approcci didattici
Metodo Diretto
Inizio:
-Inizi Novecento
Obiettivo.
-Coinvolgimento dello studente.
-Lezioni nella lingua obiettivo di insegnamento – L2
-Ascolto produzioni in L2.
-Attenzione all’oralità e all’apprendimento spontaneo
Attività:
- Dagli argomenti semplici agli argomenti complessi.
- Classi con pochi studenti.
Approccio comunicativo
Spartiacque tra i metodi tradizionali e la modernità.
Obiettivo:
- Centralità dell’apprendente (ritmi, bisogni, motivazioni).
- Insegnare a comunicare.
- Nozione di interlingua (ciò che l’apprendente pensa).
- Errore per inquadrare la conformazione del sistema
interlinguistico.
Attività:
- Grammatica, non da eliminare.
- Rinegoziare la questione della grammatica in aula
- Attività metalinguistica
- Usi comunicativi e strategie di comunicazione attivate dalla
comunità del parlanti della Lingua obiettivo e dei suoi aspetti
culturali
metodi e approcci didattici
Approccio umanistico-affettivi
Periodo di riferimento:
Dagli anni Settanta
Obiettivo:
- Caratteristiche dell’apprendente
- Aspetti psicoaffettivi
Alcuni Approcci
- Total Physical Response: Ascolto e movimento del corpo
- Silent Way: perdita della centralità del docente
- Approccio suggestopedico: creare attorno all’apprendente un
clima rilassato e ricco di stimoli piacevoli.
metodi e approcci didattici
Approccio integrato
Non esiste un metodo ideale !
La centralità dell’apprendente,
bisogni linguistici,
stili cognitivi
Motivazioni
e altri fattori interni ed esterni
impongono un cambiamento costante del metodo in base alle
situazioni.
-Dialettofonia
-Analfabetismo
-Partenze
-Arrivi
Vedovelli (2011):
-Spendibilità sociale
-Mercato delle lingue
-Sistema Italia
-Quarta lingua più insegnata nel mondo
Prime 10 https://lms.federica.eu/enrol/index.php?id=176
nazionalità
.
Indagine Giovanardi e Trifone (2010): IIC e lettori universitari
.
Italiano nelle università straniere (dipartimenti, unità, materia)
.
Bambini, Adolescenti di origine italiana, coniugi: motivi familiari
Studio Universitario
«Prodotto di Nicchia»
.
Nuove mobilità: Erasmus, Funzionari, Turismo, MPTurandot, Italian study Abroad
Lingua di contatto
.
Lingua di origine
Alcuni dati relativi all’italiano in Africa (2020)
Docenti: da 1.500
(2010) a 2.100 (2020)
Candidati
certificazioni di
italiano: da 1.383 (2010)
a 3.884 (2018)
Continente in crescita
Progettazione e programmazione didattica
Curricolo
Sillabo
Analisi dei bisogni
Programma
Manuali / strumenti didattici
Curricolo
• Identificazione dei bisogni
• Determinazione degli obiettivi
• Definizione dei contenuti
• Selezione o creazione dei materiali
• Sviluppo di programmi di
insegnamento/apprendimento
• Metodi di insegnamento e apprendimento
impiegati
• Testing e valutazione
Curricolo
Modello operativo che definisce un profilo formativo e
quindi indica le mete, gli obiettivi e i contenuti che
costituiscono l'oggetto di un corso o di un programma
adattato.
Includono anche sezioni che offrono:
Scelte le unità del sillabo, il docente dovrà dunque stabilire un loro ordine di
presentazione. (Cfr. Caon, D’Annunzio)
Come costruire un sillabo?
Cfr. Caon, D’Annunzio
Analisi dei bisogni
Diadori, Palermo, Troncarelli, 2009
Bisogni oggettivi: derivati dagli scopi e dalle mete per cui la lingua viene
appresa. Viene messa in relazione alle attività e ai compiti che il discente
dovrà essere in grado di svolgere con la lingua nella realtà quotidiana
interna ed esterna al corso, al fine di soddisfare le proprie esigenze.
Modelli operativi
per realizzare un insegnamento linguistico
Lezione:
1. Monologo
2. Dialogo
Raymond Siebetcheu
Monologo
1. Non è una composizione orale (interrogazione)
Raymond Siebetcheu
Monologo
Raymond Siebetcheu
Il dialogo
Balboni (1998)
1. Contesto
2. Codici extralinguistici
3. Coerenza
4. Regole socioculturali
5. Scelte sociolinguistiche
6. Scelte paralinguistiche
7. Strategie pragmatiche
Raymond Siebetcheu
ROLEPLAY
1. Drammatizzazione
2. Role-taking
4. Role-making
5. Dialogo aperto
6. Scenario
Raymond Siebetcheu
Drammatizzazione
Raymond Siebetcheu
Drammatizzazione
Raymond Siebetcheu
ROLE-TAKING
Scopo:
- De-condizionare l’allievo dopo la drammatizzazione
- Personalizzare il dialogo modello
- Accrescere la motivazione
Raymond Siebetcheu
Roleplay propriamente detto
Raymond Siebetcheu
Role-making
Punto di partenza: ruolo sociale del dialogo
Raymond Siebetcheu
Scenario
o Consiste nel simulare un evento comunicativo molto strutturato (ad esempio un
dramma)
o Motivante e coinvolgente
o Regola del dimenticare «Rule of forgetting» (Krashen)
Gli studenti lavorano prima in gruppo per predisporre la lista degli argomenti,
definire le mosse comunicative da attuare, prevedere le argomentazioni, definire le
mosse comunicative da attuare, prevedere le argomentazioni della controparte e
così via, poi realizzano lo scenario, possibilmente videoregistrandolo per poterlo
analizzarlo in seguito.
Raymond Siebetcheu
Dialogo aperto
Raymond Siebetcheu
Roleplay letterario e storico
Raymond Siebetcheu
Esecuzione del roleplay
Raymond Siebetcheu
Valutazione del roleplay
• Efficacia
• Appropriatezza
• Correttezza
• Autonomia
• Scorrevolezza discorsiva
• Uso delle tecnologie: video registrazione
Raymond Siebetcheu
Bisogni sportivi
. Gioco Dimensione
Didattica ludica
Multisensoriale
Modello ZM: Le parole usate in campo
Esempi di attività didattiche con strumenti multimediali in aula
Forma di cortesia
Signor presidente,
questo è Balotelli