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09

2016
Aggiornamenti
Rivista dell'Associazione dei docenti di italiano in Germania

Tecniche
didattiche:
strumenti e
strategie

Cervello, mente Ascoltare per Didattica del Tecniche


e acquisizione comprendere e congiuntivo didattiche
linguistica imparare e (neo)
Strumenti per
purismo
(P. E. Balboni) una didattica
(G. De Rossi) linguistico
comunicativa
(T. Marani) (S. Semplici)
Aggiornamenti Numero 9 • anno 6 (2016)

Herausgeber: ! ADI e.V.


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Argomenti
Care colleghe e cari colleghi,

In questo numero di AggiornaMenti avete modo di leggere alcuni


interventi del nostro ultimo convegno, tenutosi a Dresda lo scorso
novembre. Il programma del convegno, dedicato alle tecniche
didattiche, prevedeva come parte teorica un’introduzione alle teorie
neurolinguistiche dell’apprendimento (interventi di Paolo E. Balboni e
Rita Franceschini). A questa è seguita una panoramica generale
delle principali tecniche didattiche messe in relazione da Stefania
Semplici con alcuni manuali in uso nei corsi di lingua italiana come
lingua straniera. I tre workshop (di Gabriella De Rossi, Tommaso
Marani e Karin Wisniewski) hanno invece trattato una tecnica
didattica specifica (rispettivamente di ascolto, di riflessione
grammaticale e di scrittura collaborativa) e l’hanno messa al centro
delle attività e della discussione con i docenti presenti in ciascun
workshop.

Ringrazio tutti i relatori, i soci e gli amici dell’ADI che con la loro
presenza hanno reso la manifestazione di Dresda non solo un
momento di riflessione glottodidattica, ma anche di scambio, in una
cornice urbana ideale.

Colgo l’occasione per ringraziare anche, e ancora, la Technische


Universität che ci ha così egregiamente ospitato e, in particolare
modo, la dott.ssa Simona Bellini, lettrice per l’italiano di tale
università, che ha organizzato con noi il convegno. Senza la sua
maestria nel gestire programma, persone, finanziamenti e tutto il
resto sicuramente il convegno non avrebbe avuto il successo che
ha avuto.
Livia Novi
Il prossimo convegno si terrà il 18 e 19 novembre a Osnabrück e presidentessa
si occuperà di abilità didattiche e sarà pertanto proseguimento e
approfondimento di quanto discusso a Dresda sulle tecniche ADI e.V.
didattiche. Spero che molti di voi trovino questa volta la strada per il
nord.

Buona lettura a tutti!


Indice

Cervello, mente e acquisizione linguistica _________________________________________4

Paolo Ernesto Balboni

Tecniche didattiche: strumenti per una didattica comunicativa ______________________12

Stefania Semplici

Didattica del congiuntivo e (neo)purismo linguistico _______________________________28

Tommaso Marani

Ascoltare per comprendere e imparare __________________________________________41

Gabriella De Rossi

Suggerimenti _________________________________________________________________53
Cervello, mente e
acquisizione linguistica
Paolo Ernesto Balboni

Questo tema è da quarant’anni al centro questo discorso, senza stare a fare continue
della ricerca della scuola veneziana di citazioni e rinvii per approfondimento.
glottodidattica, iniziata da Renzo Titone e
da Giovanni Freddi (Balboni, 2010), e che è Neurolinguistica, psicolinguistica, psicologia
stata proseguita da chi scrive e dal gruppo dell’apprendimento, psicodidattica
che, per l’italiano, si riunisce intorno a Itals.
Iniziamo chiarendo alcuni termini in
La ricerca di linguistica e delle sue varie maniera essenziale:
branche, dalla sociolinguistica alla
• a. La neurolinguistica studia il funzio-
pragmalinguistica, ha un’applicazione diretta
namento del cervello in ordine al
alla glottodidattica in quanto descrive
linguaggio. Le sue principali applicazioni
l’oggetto dell’apprendimento-insegnamento,
riguardano i disturbi del linguaggio, dalla
la lingua; quello su cui invece la scuola
dislessia alla disgrafia fino alla sordità e
veneziana ha posto da decenni l’accento,
all’afasia, ma in glottodidattica essa ha
cercando non di contrapporlo alla dimen-
avuto un ruolo essenziale nell’indicare il
sione linguistica né di stabilire gerarchia, ma
ruolo diverso dei due emisferi cerebrali
solo di riportare equilibrio, è il soggetto
( q u e l l o d e s t ro c h e p re s i e d e a l l a
dell’apprendimento, e conseguentemente
percezione globale, olistica, quindi
dell’insegnamento: lo studente.
contestuale; quello sinistro, dove la lingua
viene memorizzata nelle aree di Broca e
Da parte nostra abbiamo dedicato molto Wernicke; che presiede all’attività
spazio a questi temi, soprattutto in Le sfide analitica), rilevando che entrambi coope-
di Babele (2013) e in Didattica dell’italiano rano alla produzione e comprensione
come lingua seconda e straniera (2014), linguistica, ma operando secondo una
nonché in vari saggi nostri e del gruppo sequenza che vede anzitutto le opera-
veneziano (Caon 2005, 2006, 2008, 2010; zioni globali e solo dopo quelle analitiche.
Cardona 2001, 2004; Daloiso 2009, 2012a-
b, 2014; D’Annunzio 2012; Melero, 2015; • b. La psicolinguistica inizia nella prima
Menegale 2013; Serragiotto 2006; Torresan parte del Novecento come psicologia del
2008, 2009, 2012) ed a queste fonti linguaggio, all’interno degli studi psico-
rimandiamo per un background generale a logici, ma si rende autonoma e si evolve
in direzione delle scienze del linguaggio
negli anni Cinquanta. I suoi oggetti due emisferi cerebrali, collocati a sinistra
principali di studio sono l’acquisizione del e a destra all’interno del cranio, lavorano
linguaggio e i meccanismi di codifica e in maniera differente, specializzata, anche
decodifica; un aspetto particolare se in maniera molto più integrata di
riguarda l’ipotesi di una Grammatica quanto per decenni non sia stato scritto
Universale come parte del patrimonio (anche da noi) (Daloiso 2009b; Buccino,
genetico dell’homo sapiens. Mezzadri 2015).
• c. La psicologia dell’apprendimento e la • b. la psicologia descrive la natura di tale
psicodidattica studiano (rispettivamente specializzazione: si affidano prevalen-
dal punto di vista dell’apprendente e del temente all’emisfero sinistro i compiti di
docente) i meccanismi mentali che natura analitica, sequenziale, logica, e si
presiedono all’acquisizione, linguistica e eseguono con l’emisfero destro compiti
non. Si basano in parte sulle neuro- di natura prevalentemente globale,
scienze (ad esempio assumendo come simultanea, analogica. La psicologia
nucleo minimo per l’apprendimento la studia anche i meccanismi della
sequenza globalità →analisi→sintesi), in memoria, cioè del collocamento di
parte sulle ricerche sulla memoria, che nozioni nel cervello e del loro successivo
dagli anni Sessanta sono uno dei focus recupero, quando esse sono necessarie.
della psicologia cognitiva, e in particolare
studiano gli stili cognitivi e quelli I due termini fondamentali per tutto il
d’apprendimento; per quanto riguarda la discorso glottodidattico sono bimodalità e
formazione scolastica, si interessano direzionalità.
anche di motivazione e del ruolo delle Bimodalità suggerisce che entrambe le
relazioni tra gli apprendenti e i docenti nel modalità del cervello, quella analitica
favorire o ostacolare l’apprendimento. dell’emisfero sinistro e quella globale,
«olistica» dell’emisfero destro, sono
L’hardware e il software dell’acquisizione coinvolte nella comunicazione linguistica e –
linguistica di conseguenza – esse devono essere
integrate affinché l’intera mente dell’allievo
La neurolinguistica, che descrive il venga coinvolta nel processo di acquisizione
funzionamento del cervello, cioè del linguistica, non solo la dimensione razionale,
hardware, e la psicolinguistica, che studia il formale, logica. Questo principio è in parte
funzionamento del software, di quello che ripreso nell’opposizione di Krashen tra
Chomsky ha chiamato Language «acquisizione», che implica la memoria a
Acquisition Device, LAD, ci danno alcune lungo termine e l’integrazione profonda dei
indicazioni molto precise che sono al centro due emisferi, e «apprendimento», che
sia di correnti glottodidattiche abbastanza rimane nella memoria a medio termine e si
radicali, come il Neurolinguistic Pro- basa sull’emisfero sinistro.
gramming degli inglesi, sia di modelli
canonici di didattica che emergono nella Il principio della direzionalità stabilisce
manualistica. che l’uso bimodale del cervello avviene
secondo una direzione ben precisa:
Prendiamo le mosse dalle loro scienze di dall’emisfero destro (modalità conte-
riferimento: stualizzanti e globalistiche) a quello sinistro
(modalità più formali). Quindi, durante le
• a. la neurologia descrive il fenomeno prime fasi si motiva all’acquisizione
della lateralizzazione, cioè il fatto che i
coinvolgendo in maniera bimodale la
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dimensione affettiva (piacere di comunicare dell’osservazione “a”, che le desinenze
in un’altra lingua, curiosità di fronte a una verbali in -o indichino la prima persona
cultura diversa: modalità destra) e quella singolare e quindi generano “io ando”,
logica (i bisogni linguistici, professionali, abbandonando il ben noto “vado”, che
esistenziali: modalità sinistra), poi si era stato memorizzato come parola e
presenta il materiale in modo non come forma flessa di un verbo; il
contestualizzato, sensoriale, ricco di LAD è un meccanismo generatore di
connotazioni culturali (modalità destra), per ipotesi sulla base dell’input osservato;
passare infine a formalizzare l’analisi con nell’insegnamento linguistico, le ipotesi
tecniche associate alla modalità sinistra (gli da creare sono suggerite dal docente o
esercizi, la riflessione sulla lingua, le guidate da uno schema del manuale e
spiegazioni di grammatica ecc.). possono essere discusse con i
compagni, co-costruendo l’ipotesi in
All’interno di queste due coordinate modo che, vagliata da più LAD, sia più
opera il Language Acquisition Device del probabilmente un’ipotesi corretta;
nostro studente di lingua straniera, che non • c. verifica dell’ipotesi attraverso la
è una tabula rasa su cui incidere, in- conferma o la correzione che ne viene
segnare; non è un vaso vuoto da riempire di dagli adulti (o dall’insegnante);
lessico, morfosintassi ecc.: è un soggetto
attivo, predisposto dal suo DNA • d. fissazione, attraverso attività di
all’acquisizione linguistica, dotato di un rehearsal, di ripetizione; nell’insegna-
meccanismo di acquisizione linguistica mento questa fase è condotta sia
(LAD) che va supportato, guidato, facilitato, attraverso attività di natura strutturale,
reso più efficiente soprattutto nei tempi di abbastanza ripetitive, sia con forme di
acquisizione; il processo di acquisizione si reimpiego via via più creative, sia nei
dipana attraverso cinque fasi: bambini sia negli studenti;

• a. osservazione dell’input linguistico- • e. riflessione, guidata dall’adulto in


comunicativo che ci circonda, indivi- sporadiche occasioni nell’acquisizione
duando correlazioni pragmatiche (il pre-scolare, e poi dagli insegnanti in
bambino ha sete e piange, arriva un maniera via via più esplicita e complessa.
adulto che gli dà/dice ‘acqua’, e se lui
cerca di dire ‘acqua’ tutti gli sorridono e Ricordiamo la teoria di Krashen, secondo
gli fanno festa, oltre a dissetarlo) e formali il quale l’acquisizione – anche in presenza di
(il bambino nota, ad esempio, la corre- input reso comprensibile e di stimoli
lazione tra io e desinenze verbali in -o); d’osservazione collocati nel giusto punto
nei testi che costituiscono l’input di lingua delle sequenze acquisizionali – richiede una
straniera, in questa fase gli allievi situazione in cui non ci sia paura, ansia da
vengono invitati dall’insegnante a sotto- prestazione, cioè un ‘filtro affettivo’,
lineare, cerchiare, ricopiare le «regole» altrimenti la memorizzazione risulta
che costituiscono l’obiettivo di quell’unità temporanea e non stabile.
di apprendimento;
Esiste un’«attitudine» alla lingua?
• b. creazione di ipotesi sul funzio-
namento di quel dato meccanismo:
intorno ai 36 mesi i bambini italiani L’esperienza ci mostra che alcune
(indipendentemente dalla classe socio- persone sono più efficienti nell’acquisizione:
culturale) ipotizzano, sulla base esistono forse dei LAD più efficienti di altri?

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Esiste, in altre parole, un’attitudine nell’attitudine alla precisione (intelligenza
all’apprendimento della lingua? logico-matematica) oppure nella forte ma
i m p re c i s a c a p a c i t à c o m u n i c a t i v a
Non tutti gli studiosi sono d’accordo sul (intelligenza linguistica); l’intelligenza
fatto che esista un’attitudine alla lingua. spaziale è utilissima quindi per la
Rimane però aperta una domanda, memorizzazione del lessico legato ad
fondamentale per un insegnante: si può ambienti (la stazione, la strada, il bagno
insegnare a diventare buoni apprendenti di ecc.) mentre quella musicale aiuta le
lingue, a migliorare l’efficienza del proprio attività di memorizzazione linguistica
LAD? condotte con canzoni, filastrocche, ecc.;
infine le intelligenze intra- ed interper-
Parlando della bimodalità del cervello, sonali: la prima si realizza nella capacità
abbiamo visto che ogni emisfero cerebrale di autoanalisi, quindi della scoperta dei
percepisce e concettualizza la realtà, o propri punti forti e di quelli critici, evitando
meglio gli input che riceve attraverso i sensi, quindi velleitarismi e facilonerie; la
in maniera globale, contestuale, emozionale seconda invece porta a sapersi mettere
(emisfero destro) e in maniera analitica, facilmente nei panni altrui, quindi ad
sequenziale, razionale (emisfero sinistro). aiutare nella comunicazione
Ogni persona privilegia una delle forme di l’interlocutore in difficoltà, a cooperare a
concettualizzazione, ha una «dominanza» costruire insieme un testo (un appro-
diversa. L’esperienza porta a dire, e quindi a fondimento sulle ricadute glottodida-
suggerire all’insegnante di operare di ttiche della teoria delle intelligenze
conseguenza, che in classe ci sia una parte multiple di Gardner si ha in Torresan,
di studenti «analitici» e una parte di studenti 2008);
«olistici»: i primi hanno un’attitudine verso la • b. stili cognitivi e d’apprendimento:
riflessione sulla lingua, desiderano avere i sono concetti diversi (il primo riguarda i
suoi meccanismi sotto controllo, vogliono processi di acquisizione di nuove
comprendere tutto, senza zone d’ombra; i informazioni, il secondo quello di
secondi hanno un’attitudine maggiore accomodamento delle informazioni nella
all’uso della lingua, anche se segnato da nostra mente), ma possiamo fonderli ai
imperfezioni grammaticali o se la nostri fini in un’unica voce: una dicotomia
comprensione ha delle lacune. è nello stile analitico/globale, cioè uno
stile d’apprendimento sistematico e
Ma esistono probabilmente altri fattori riflessivo oppure intuitivo, come già
che contribuiscono, in una sinfonia di tratti anticipato citando la dominanza
psicologici, a fare di una persona un emisferica; un’altra è nello stile ideativo/
apprendente ottimo, medio o scadente di esecutivo: lo studente ideativo si appog-
lingue straniere. gia alla teoria, lavora sull’idea di possibili
percorsi mentali per giungere a posse-
• a. Le intelligenze multiple della teoria
dere e analizzare la lingua, mentre lo
gardneriana: sono presenti in ogni
studente esecutivo ha bisogno di fare,
persona, ma in combinazioni e con
impara dagli errori, dai quali non si lascia
dominanze diverse, che possono
deprimere; c’è poi l’in/tolleranza per
d i p e n d e re d a l l a p e r s o n a s t e s s a ,
l’ambiguità: ci sono alcuni studenti che
dall’ambiente (scolastico e non) in cui si è
non si sentono a disagio di fronte a
formata, dalla cultura di appartenenza. Le
dettagli ambigui, imprecisi mentre altri
intelligenze multiple che convergono
sono a disagio di fronte a queste
nell’intelligenza hanno rilevanza
-7-
ambiguità. C’è poi la capacità/difficoltà di Conclusioni
prevedere i contenuti del testo sulla base
del contesto, della conoscenza del Ci sono altri elementi psicologici rilevanti, ad
mondo, della ridondanza: ciò aiuta molto esempio
la comprensione, e quindi l’acquisizione;
• a. la struttura della memoria e le
non dimentichiamo la tendenza/difficoltà
conseguenti strategie di memorizzazione
ad apprendere dai propri errori e
soprattutto del lessico (cfr. Cardona, 2001);
l’autonomia/dipendenza nei processi di
studio (una panoramica del ruolo delle • b. la nozione di filtro affettivo di Krashen,
strategie e degli stili nell’acquisizione che è la metafora psicodidattica, che serve
linguistica è in Mariani, Pozzo 2002; a rendere visibile una realtà organica,
Caon 2008); ormonale, dalla quale dipende la
memorizzazione;
• c. tratti della personalità, cioè quelle
caratteristiche personali che nel • c. l’energia che mette in moto hardware e
linguaggio quotidiano definiamo «carat- software, cioè la motivazione, che ancora
tere» di una persona. Sono tratti non una volta non è un discorso miracolistico
specificamente legati all’attività di ma un preciso meccanismo di attivazione di
apprendimento, ma che comunque elementi organici che attivano il processo di
intervengono nel disegnare il profilo acquisizione di elementi nuovi e di loro
individuale di ogni singolo studente. Tra i ‘accomodazione’ nella pre-esistente
tratti più importanti troviamo: coopera- architettura della propria conoscenza;
zione/competizione, introversione/ • d. il ruolo delle emozioni, come intese nella
estroversione, ottimismo/pessimismo: teoria cognitiva delle emozioni, cioè del
hanno un’applicazione immediata nel ruolo che esse giocano nel nostro processo
processo d’apprendimento di una lingua di sviluppo e architettura cognitivi.
straniera, dove iniziare pensando «non ce
la farò mai» oppure «ce l’hanno fatta altri,
Non è questa la sede per entrare in dettagli
posso farcela anch’io» cambia di molto
su queste voci, che si possono comunque
l’atteggiamento globale.
approfondire nei vari ‘editoriali’ e nei contributi
della rivista Educazione Linguistica – Language
Crediamo che già questa combinazione Education, EL.LE, in http://edizionicf.unive.it/riv/
di tratti propri delle persone che devono exp/46/ELLE; crediamo tuttavia di aver offerto
imparare una lingua siano una risposta alla delle coordinate sul ruolo che gli elementi
domanda con cui abbiamo introdotto il biologici e psicologici giocano nel processo di
discorso sull’attitudine: non sono i diversi acquisizione e apprendimento di una lingua,
LAD individuali a fare la differenza (o anche ruolo di cui bisogna tener conto se si vuole che
se lo sono, non possiamo saperlo), ma il il proprio insegnamento sia efficace. Questa è
contesto psicologico in cui operano, cioè i la ragione per cui il
tipi di intelligenza che attivano, gli stili gruppo cui appar-
cognitivi e apprenditivi e i tratti della tengo e che per Paolo E.
personalità. Operare in modo da rendere qualche anno ho Balboni
possibili le differenziazioni in ordine al guidato si è concen-
risultato finale è, a nostro avviso, una delle trato sugli aspetti Università di
caratteristiche di un’educazione linguistica neuropsicologici dell’ Venezia
‘democratica’. apprendente.

- 8-
Indicazioni bibliografiche e sitografia

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-9-
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- 10 -
Tecniche didattiche: strumenti per
una didattica comunicativa
Stefania Semplici

La proposta 1 qui presentata, che si av- pertanto ad uno specifico modello


vale dei contributi forniti da molti altri operativo, analizzare come i diversi obiettivi,
studiosi2 , non pretende di offrire un elenco abilità e competenze linguistico-
chiuso e definitivo delle tecniche che è comunicative, possano essere meglio
possibile adottare in una didattica comuni- sviluppate tramite appropriate tecniche
cativa, ma di descriverle osservandole didattiche.
all’interno del processo di acquisizione /
apprendimento, avvalendosi dei risultati di Pur tenendo conto dei diversi modelli
una ricerca basata sull’analisi delle istruzioni operativi proposti, la scelta sulla base della
proposte in un campione di manuali per la quale analizzare le tecniche didattiche è
didattica dell’italiano L2. ricaduta sul modello suggerito da Diadori
(Diadori, Palermo e Troncarelli 2009), in
Come già altri autori ai quali abbiamo quanto quello in grado di ricomprendere
fatto riferimento, anche noi riteniamo che tutte le altre proposte. Dato che questa sua
non sia corretto valutare in maniera assoluta flessibilità lo rende però forse troppo esteso
le tecniche, e che queste vadano viste non – questo avviene in particolare nella fase
solo in funzione della loro coerenza o meno centrale di “svolgimento” - abbiamo ritenuto
con il metodo al quale fanno riferimento necessario individuare all’interno di ognuna
(Balboni 1991), ma anche con l’obiettivo delle tre fasi in esso previste le diverse
che tramite esse si intende conseguire e operazioni didattiche attraverso le quali
con il momento nel quale vengono l’apprendente può conseguire, anche
proposte. tramite l’aiuto e la guida del docente e/o del
manuale utilizzato, i diversi obiettivi didattici,
In particolare, la scelta effettuata in sviluppando e acquisendo le diverse abilità
questa proposta è di partire dalle diverse e competenze linguistico-comunicative.
operazioni che vengono effettuate durante il
percorso didattico e, senza vincolarsi

1 Un approfondimento su questo tema è presentato in Semplici S., “Tecniche didattiche nei manuali per
l’insegnamento dell’Italiano L2”, in A. Lamarra, P. Diadori, G. Caruso, Scuola di formazione di italiano L2/LS:
competenze d’uso e integrazione, VI e.d., Napoli 6-10 luglio 2015, Roma,Carocci (in stampa).
2 Cfr. Danesi (1988), Balboni (1991,1998, 2013), Diadori (2011).
Le tecniche didattiche per la fase di specialmente quando la distanza fra le due
“introduzione” lingue e le due culture è notevole.

La fase di introduzione corrisponde a Tra le tecniche utili per compiere tale


quella che nel modello classico di unità o p e r a z i o n e p o s s i a m o i n d i v i d u a re i l
didattica era la “motivazione” e che in brainstorming, tecnica basata sulla libera
Vedovelli (2010) viene definita “contes- espressione da parte di tutti gli apprendenti i
tualizzazione”. quali, partendo ognuno dalle proprie
conoscenze pregresse sia di tipo linguistico
Come abbiamo visto è questa la fase che che culturale, contribuiscono ad arricchire le
precede l’incontro con il testo/con i testi, nel conoscenze di tutta la classe, interagendo
corso della quale il docente, con l’aiuto dei sia fra di loro che con il docente. Il docente
materiali dei quali ha scelto di avvalersi - ma può contribuire con domande mirate e
anche l’autore di materiali didattici finalizzati specifiche, domande-elicitazione, volte cioè
all’apprendimento guidato o autonomo - a tirar fuori, ovvero a elicitare, le conoscenze
deve preparare gli studenti alla degli apprendenti: si ricorre quindi in questo
comprensione fornendo indicazioni sul caso alla tecnica che prende il nome dalla
contesto nel quale si inserisce il testo input, operazione della quale stiamo parlando.
deve attivare motivazione e interesse, deve Un’ulteriore tecnica, utile a tale scopo e che
creare una base comune dalla quale tutti gli può anche essere vista come un
allievi, se più di uno, possano partire per proseguimento, una rappresentazione
affrontare il percorso didattico previsto. grafica delle due tecniche precedenti, è la
costellazione. Tutti gli elementi emersi
Le operazioni che devono essere svolte possono infatti essere inseriti all’interno di
in questa fase sono due: una rete semantica al fine di favorire la
concettualizzazione e la sistematizzazione.
• elicitazione: del lessico, degli impliciti
culturali, degli aspetti pragmatici e
Sempre al fine di elicitare le conoscenze
funzionali;
degli apprendenti si può ricorrere alla
• presentazione: del testo, del contesto, domanda aperta oppure, stimolando in
della situazione. questo caso gli studenti ad una maggiore
interazione, alla conversazione e alla
Elicitazione discussione, in gruppo o con tutta la classe.

Questa operazione didattica si avvale Concludiamo questa prima rassegna con


essenzialmente delle abilità di ricezione e una tecnica che, ricorrendo ad una
produzione orale o dell’interazione orale e definizione mutuata dalla tecnologia 3 ab-
vede come principale obiettivo la biamo scelto di chiamare pairing, in quanto
competenza lessicale. È però senz’altro utile basata in maniera molto evidente sullo
anticipare anche aspetti di carattere scambio fra pari ai fini della co-costruzione
culturale, interculturale e socio-culturale, delle conoscenze. Come altre che

3 Si è preferito adottare il termine pairing, riferito al processo che consente il collegamento fra due dispositivi
Bluetooth, anziché utilizzare la definizione “attività cooperativa” in quanto, a differenza delle tecniche cooperative
vere e proprie che si basano tra l’altro sull’interdipendenza positiva e sulla condivisione di mezzi e strumenti, ci si
limita qui ad un confronto alla pari fra allievi. Questo ci ha impedito anche di usare la definizione “tutoring”, che
prevede infatti che uno dei due allievi guidi l’altro, ma anche di ricorrere a quella di “conversazione”, che non
contempla lo scopo di confrontare lo svolgimento di un compito per verificarne la correttezza.
- 13 -
troveremo in seguito, l’introduzione di manuale) oppure ricercato su un
questa tecnica è legata all’evolversi delle vocabolario, anche tramite l’uso di internet.
conoscenze e all’introduzione nella didattica
delle lingue di indicazioni provenienti anche In alcuni dei manuali analizzati, infine,
da altri ambiti di ricerca. In questo caso, viene proposta una semplice osservazione,
oltre a venire incontro alla necessità di realizzata con l’aiuto di immagini: questa
rendere gli apprendenti artefici, oltreché può essere eventualmente ampliata e
consapevoli, del proprio apprendimento, si sfociare in una presentazione del contesto o
evidenzia anche l’influenza di approcci di nell’elicitazione di conoscenze pregresse a
tipo cooperativo. partire dalle immagini proposte.

Presentazione Le tecniche didattiche per la fase di


“svolgimento”
Sebbene sotto certi aspetti simile
all’elicitazione, con la quale condivide la Come anticipato, si tratta di una fase
collocazione nella fase di introduzione, la molto complessa e di conseguenza ampia,
presentazione si differenzia sia perché all’interno della quale sono davvero molte le
basata su un processo di tipo operazioni didattiche che vengono messe in
unidirezionale, in quanto il docente, spesso atto. Si va infatti dalla “guida alla
tramite l’ausilio del manuale, si rivolge comprensione”, prima globale e poi
all’apprendente senza che abbia luogo una analitica, all’analisi vera e propria per
vera e propria interazione, sia perché, arrivare, dopo avere fissato le strutture, ad
proprio per questo, prevede attività da un momento di riflessione. Sempre nella
svolgere prevalentemente in maniera fase di svolgimento possiamo poi prevedere
individuale. un riutilizzo, prima guidato e poi anche più
libero e autonomo, delle strutture apprese.
Le tecniche utilizzate per compiere tale
operazione didattica sono in prevalenza Guida alla comprensione
volte a introdurre alcuni tra i vocaboli che
costituiranno poi oggetto di apprendimento, La prima operazione consiste in un guida
come l’accoppiamento parola/immagine, alla comprensione del testo input:
sempre più utilizzata specialmente con qualunque sia infatti il modello operativo
studenti di livello basico e ancor di più in scelto, prima di passare all’analisi (o al
presenza di bambini. lavoro sul testo, alla differenziazione dei temi
e delle strutture...) occorre conoscere
Un’altra tecnica, anche questa incentrata l’argomento trattato, la situazione, i
s u l l a p re s e n t a z i o n e d e l l e s s i c o , è protagonisti ecc. Compito del docente, o
l’esplorazione delle parole chiave, tecnica del manuale in caso di autoapprendimento,
che ha lo scopo di presentare agli è quindi innanzi tutto quello di guidare
apprendenti alcuni dei vocaboli che saranno l’apprendente nel processo di com-
presenti nel testo da affrontare, nella prensione, senza lasciarlo “solo” di fronte al
consapevolezza che senza la conoscenza di testo.
queste “parole chiave” la comprensione sia
impossibile o comunque molto difficoltosa. Il Le tecniche utili a tale scopo sono la
significato di queste parole può essere domanda, aperta o a scelta multipla, il vero/
fornito direttamente dal docente (o dal falso, anche questa molto indicata ai fini
della verifica della comprensione globale, o
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quella che abbiamo definito scelta binaria, in Proponiamo infine due tecniche, una
quanto propone solo due opzioni tra le quali delle quali già incontrata, che sono diretta
scegliere. Ai fini della comprensione conseguenza dell’evoluzione di teorie e
possono risultare inoltre utili la metodi glottodidattici volti a favorire il
transcodificazione e la griglia, oppure si può coinvolgimento degli apprendenti nel loro
ricorrere ad una tecnica già incontrata, processo di acquisizione. Non solo quindi il
l’accoppiamento parola/immagine, che in già noto pairing, adottato ad esempio come
questo caso può non riguardare solo un integrazione alla stesura di appunti, ma
vocabolo ma porzioni più ampie di testo, anche l’autoverifica che, in questo caso,
scritto o orale, diventando quindi può essere utilizzata per la verifica della
“accoppiamento lingua/immagine”. comprensione di testi precedentemente
forniti oralmente.
Come già la griglia, anche il riconosci-
mento, tecnica molto usata proprio in fase Analisi/induzione della regola
di analisi, può guidare anche ad una
comprensione di tipo analitico, mentre il Già in parte anticipata nella compren-
dettato-cloze, utile anche sia per scoprire sione4 , l’operazione eseguita in questo
che per fissare l’ortografia e l’ortoepia può, momento del percorso didattico ha lo
anche se incentrato su singole parole, scopo di guidare gli apprendenti alla
aiutare a comprendere il contenuto del testo scoperta delle regole della lingua.
presentato.
Ritroviamo innanzi tutto la tecnica di
Sia la procedura cloze, tecnica che grazie riconoscimento, molto utile per l’induzione
alla eliminazione di parte del testo (nella di regole di tipo linguistico, funzionale o
versione classica una parola ogni sette) culturale, spesso proposta richiedendo di
serve a «misurare-sviluppare la capacità di sottolineare parti del testo letto, oppure di
considerare un testo nella sua globalità, individuare durante un nuovo ascolto
cogliendo ogni ridondanza contestuale e elementi del testo già precedentemente
co-testuale ai fi n i della proposto. Ancora una volta può essere
comprensione» (Balboni 1998: 138), sia utilizzato l’accoppiamento, anche fra testi
l’incastro, di parole, parti di frase, paragrafi, appartenenti a codici diversi, spesso
sono tecniche che ritroveremo in seguito incentrato sulle sviluppo della competenza
come strumenti per fissare e verificare le lessicale e semantica ma riguardante
competenze acquisite, ma che possono talvolta anche l’analisi di altre competenze,
anche favorire la comprensione. quale ad esempio quella pragmatico-
funzionale.
Sempre ai fini della comprensione,
ancora una volta analitica, può essere Tra le tecniche che più si prestano
utilizzata una tecnica molto utile anche per all’induzione delle regole vi sono poi quelle
lo sviluppo di una competenza di tipo insiemistico: l’inclusione, che oltre
fondamentale per lo studio, ovvero la alla ricerca nel testo letto/ascoltato degli
stesura di appunti, in questo caso elementi che rappresentano di volta in volta
indubbiamente guidata. lo specifico oggetto di apprendimento –
espressioni, parole, strutture ecc. – ne
prevede poi l’inserimento in due o più

4 Come abbiamo visto, la comprensione, se analitica, introduce in alcuni casi una vera e propria analisi.
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insiemi omogenei; l’esclusione, che richiede accorgimento adottato è quello di
invece l’individuazione dell’elemento evidenziare con diverso carattere o colore la
estraneo all’interno di un insieme omo- parte di testo che riguarda la regola
geneo; la sequenziazione e la seriazione, presentata.
tramite le quali si propone di mettere in
ordine una serie di elementi in base a Un caso a parte è infine quella che
parametri temporali o quantitativi/qualitativi. abbiamo definito lettura “mirata”, che
consiste in una descrizione esplicita della
Può inoltre essere utile anche in questo regola, effettuata tramite un linguaggio
caso la domanda-elicitazione, realizzata tecnico-specialistico afferibile all’ambito
tramite domande che stimolano l’allievo a metalinguistico.
scoprire le regole, o può ancora una volta
essere utilizzata la griglia, già incontrata Fissazione
come guida alla comprensione e, come
vedremo, usata anche in altri momenti del Anche in un percorso induttivo, basato
percorso didattico, così come può essere sulla riflessione della lingua, è necessario
ancora una volta utilizzata la scelta binaria. che i meccanismi – linguistici, comunicativi,
Compare inoltre il completamento schema, culturali ecc. – che regolano il funzio-
talvolta confuso con la griglia, ma diverso da namento della lingua vengano fissati nella
q u e s t a i n q u a n t o n o n p re v e d e u n memoria. Sebbene quindi attività ed esercizi
abbinamento incrociato degli elementi di questo tipo non debbano essere esclusi a
presentati nei due assi, quello delle ascisse priori, occorre tenere presenti la loro
(orizzontale) e quello delle ordinate funzione e il loro obiettivo – aiutare a
(verticale). memorizzare strutture e meccanismi
scoperti in maniera autonoma dall’ap-
In entrambi i casi il completamento di uno prendente – e sapere in quale momento
schema, sotto forma di griglia o di semplice devono essere utilizzati, ovvero solo dopo
tabella, aiuta lo studente a scoprire la regola l’individuazione della regola.
di volta in volta presente, ma anche a
sistematizzarla, sfociando quindi nella In questa proposta si è scelto di scindere
riflessione sulle regole. le operazioni che l’unità didattica classica
colloca nella fase di sintesi, presentando
Presentazione della regola prima le tecniche utili per fissare le regole e
successivamente quelle che invece ne
In alcuni casi i docenti, così come anche prevedono un riutilizzo, più o meno libero da
alcuni manuali di recente pubblicazione, parte degli apprendenti.
possono scegliere di non effettuare un vero
e proprio percorso induttivo e di presentare La tecnica che con maggiore frequenza
la regola in maniera diretta, anche se viene usata per fissare le regole, in
contestualizzata e guidata tramite accor- particolare quelle incentrate su aspetti della
gimenti di diverso tipo. morfosintassi italiana, è senza dubbio la
manipolazione: trasformazione di tempi e
Abbiamo scelto di suddividere in due tipi modi verbali, di frasi dalla forma attiva alla
le tecniche relative a tale operazione forma passiva, di sostantivi dal singolare al
didattica individuate nei manuali analizzati: plurale, formazione di parole ecc.
osservazione, se la regola è presentata con
l’aiuto di immagini, evidenziazione se l’unico
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Molto utilizzata e poi la tecnica del enigmistico, prevalentemente incentrate
riempimento spazi vuoti, che consiste nella sulla competenza lessicale.
presentazione di un testo in cui mancano
alcune parole. A differenza del cloze questa Anche la procedura cloze, già proposta
tecnica, che come il cloze può anche essere come guida alla comprensione, può essere
facilitata, richiede che le parole da eliminare, utile per rafforzare tramite un riutilizzo
quasi sempre appartenenti a un’unica guidato la competenza testuale: basandosi
categoria - ad esempio avverbi o in maniera particolare sul cotesto, ovvero su
preposizioni - siano scelte dall’autore. ciò che precede e che segue lo spazio
vuoto, l’apprendente deve anche definire
Sebbene in un primo momento rifiutati quale sia la categoria alla quale appartiene
per la loro stretta connessione con la parola da inserire - un articolo, un nome,
metodologie ritenute superate alla luce delle un verbo ecc. - e mettere quindi in gioco
nuove teorie cognitiviste, anche gli esercizi specifiche strategie cognitive.
strutturali, conosciuti come pattern drills,
possono essere molto utili per fissare Oltre alle tecniche insiemistiche – inclu-
strutture relative a diversi tipi di com- sione, esclusione, seriazione e sequen-
petenze, non solo morfosintattica o les- ziazione – già proposte per l’analisi e utili
sicale, ma anche pragmatico-funzionale. anche in questo caso, l’apprendimento delle
strutture della lingua può poi essere fissato
La tecnica di ripetizione, anche questa con l’incastro, tecnica che ancora una volta
molto utile per fissare le strutture, risulta richiede di mettere in atto strategie di tipo
usata prevalentemente per rafforzare le cognitivo più sofisticate di quanto non
competenza fonetica e paralinguistica: nei possano fare gli esercizi proposti per la
livelli iniziali i suoni dell’alfabeto, in quelli più fissazione. La tecnica di incastro può
avanzati anche a fenomeni particolarmente riguardare diverse competenze linguistiche,
s o fi s t i c a t i , q u a l i a d e s e m p i o i l da quella ortografica a quella testuale,
raddoppiamento fono-sintattico. arrivando anche a competenze più
specificatamente comunicative come quella
Riutilizzo guidato pragmatico-funzionale, a seconda degli
elementi da riordinare: incastro di lettere,
Se le tecniche di fissazione hanno per lo incentrato essenzialmente sull’ortografia e
più carattere ripetitivo e possono essere sul lessico; incastro di parole, per rafforzare
svolte in maniera quasi automatica, senza la competenza sintattica; incastro di
richiedere creatività né particolare riflessione spezzoni di frase, variante incentrata in
di tipo cognitivo da parte dell’apprendente, questo caso sulla competenza sintattica e
quelle descritte in questa sezione, per la sulla testualità, in quanto richiede anche il
quale abbiamo scelto la definizione di rispetto dei criteri di coerenza e coesione;
“riutilizzo guidato”, sono invece più libere e incastro di paragrafo, utile per guidare
p re s u m o n o p e r t a n t o u n a m a g g i o re l’apprendente a riutilizzare essenzialmente le
autonomia per la loro esecuzione. competenze acquisite in relazione alla
competenza testuale.
Tra le tecniche che possono consentire
tale operazione didattica possiamo ricordare Riflessione
il cruciverba, definizione all’interno della
quale comprendiamo tutte le attività di tipo Dalla presentazione delle regole del
metodo grammaticale-traduttivo si passa
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con l’approccio comunicativo a percorsi di l’acquisizione delle abilità e delle
tipo induttivo che, tramite la scoperta, competenze necessarie per interagire nei
portano alla riflessione e alla sistema- vari domini della vita sociale potrà più
tizzazione delle regole sulla lingua e sull’uso adeguatamente basarsi su un diverso tipo di
della lingua. tecniche, tali da consentire appunto un
riutilizzo produttivo.
Nei manuali analizzati questa operazione
viene realizzata anche con tecniche già viste L’abilità di produzione scritta richiede il
per “presentare” la regola. La differenza è in possesso di conoscenze e competenze che
questo caso data esclusivamente dalla non riguardano soltanto l’ambito linguistico-
posizione nella quale la tecnica si colloca: si comunicativo: dalle capacità cognitive alle
tratta di una “presentazione” se l’attività è conoscenze generali o enciclopediche, dalla
posta all’inizio del percorso didattico, di competenza pragmatico-funzionale, a quella
una “riflessione” se lo conclude. A tale testuale, morfosintattica, lessicale e
scopo possono quindi essere ancora una o r t o g r a fi c a . P e r p o t e r n e v e r i fi c a r e
volta utilizzate il completamento schema, l’acquisizione ci si potrà avvalere della
l’evidenziazione, la griglia. tecnica di stesura testo scritto che, come
proposto dalle più recenti teorie
In alcuni casi troviamo anche un’ulteriore, glottodidattiche, non può consistere in
specifica, tecnica che abbiamo definito quella che era un tempo la composizione a
analisi / riflessione metalinguistica in quanto carattere generale. Anche i manuali
lo scopo che sembra si intenda conseguire propongono infatti attività che richiedono la
è proprio quello di invitare l’apprendente a produzione di testi mirati a specifici
riflettere sul funzionamento della lingua. destinatari o ascrivibili ad un particolare tipo
o genere e sempre comunque corredati da
Riutilizzo “produttivo” coordinate che guidino l’apprendente a
produrre un testo coerente, coeso ma
anche adeguato al dominio d’uso e alla
Una didattica comunicativa efficiente e
specifica situazione comunicativa. La
valida dovrebbe avere come obiettivo
stesura del testo può essere sia libera che
primario quello di rendere gli apprendenti
guidata: in questo secondo caso si può
autonomi, in grado cioè di riutilizzare in
ricorrere sia ad una traccia scritta che a
maniera libera e produttiva quanto appreso
immagini.
durante il percorso didattico.

Se la stesura di testi scritti consente di


Questo obiettivo può essere a nostro
mettere in gioco conoscenze e competenze
avviso raggiunto tramite l’operazione
necessarie ai fini della produzione scritta, è
didattica che abbiamo scelto di definire
tramite il monologo che può essere invece
“riutilizzo produttivo”, operazione che può
sviluppata l’abilità di produzione orale.
essere anticipata nella fase di svolgimento o
Anche in questo caso è necessario fornire
di sintesi, ma che può essere poi ripresa in
coordinate che guidino gli apprendenti nella
fase di conclusione, controllo o, come è
loro performance, indicando l’argomento da
ancora più evidente, output comunicativo.
trattare, i destinatari, lo scopo ecc. o
guidandoli ancora una volta con una traccia
Se per la verifica delle strutture
scritta o iconica.
morfosintattiche, del lessico, dell’ortografia
o della pronuncia possono essere adeguate
le tecniche proposte per la fissazione,
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Oltre alle abilità di tipo produttivo – re c u p e ro d i i n d i c a z i o n i d i m a t r i c e
produzione orale e produzione scritta – in costruttivista e cooperativa, prevedono alla
questa fase è utile che gli apprendenti fine del percorso l’inserimento di quelle che
dimostrino anche di essere in possesso abbiamo scelto di definire “attività per
delle strategie e delle competenze sia compiti”. Pur non essendo infatti
linguistiche che pragmatico-funzionali riconducibili a tecniche cooperative in senso
necessarie per gestire le abilità di stretto, né potendo essere considerate veri
interazione orale. e propri project work, queste attività
recuperano alcune caratteristiche e alcune
La tecnica che con maggiore frequenza procedure operative rintracciabili in queste
viene utilizzata a tale scopo è probabilmente due tipologie di tecniche. Si tratta infatti di
il role-play, ovvero la tecnica che, fornendo attività che prevedono l’alternanza di diverse
alcune fondamentali coordinate sulla modalità di lavoro (individuale, a coppia o in
situazione comunicativa nella quale si dovrà gruppo, con l’intera classe), che richiedono
svolgere l’interazione – luogo, partecipanti, di svolgere più di un compito (leggere,
scopo della comunicazione ecc. – spinge gli prendere appunti, scrivere, riferire ecc.) e
apprendenti a eseguire il compito con un che spesso oltre a richiedere quindi il ricorso
certo margine di libertà e di creatività. a molteplici abilità, mirano anche a
sviluppare più di una competenza, sia sul
In alcuni casi però il lavoro di coppia può piano orale che scritto e sia a livello
non prefigurarsi come un vero e proprio linguistico che comunicativo: dalla
role-play, in quanto non vengono date competenza lessicale a quella
istruzioni alle quali gli interlocutori devono morfosintattica e testuale, dalla competenza
attenersi ma viene solo indicato un pragmatico-funzionale, a quella socio-
argomento del quale parlare. Talvolta la culturale o culturale a quella intercultrale.
conversazione può essere libera, in altri casi
conversazione guidata, ad esempio tramite La rassegna delle tecniche alle quali può
traccia iconica. essere utile ricorrere per stimolare gli
apprendenti a riutilizzare le competenze
La discussione, di gruppo o che apprese si conclude con la presentazione di
coinvolga l’intera classe, è la tecnica che due tipologie che abbiamo scelto di
con più frequenza viene adottata non solo differenziare pur essendo tra loro simili: in
dai manuali, ma anche dagli stessi docenti, entrambi i casi prevale infatti l’aspetto ludico
non solo per favorire l’elicitazione, ma anche ed entrambe hanno quindi lo scopo di
per sviluppare la capacità di produrre attenuare l’ansia e consentire di apprendere
messaggi corretti e adeguati, di costruire scordandosi che si sta imparando.
testi orali più o meno complessi, di gestire
turni di discorso, ma anche di saper Il primo tipo di tecniche qui presentato è
controbattere, argomentare, esporre le quello che abbiamo scelto di definire gioco
proprie idee. Talvolta questo tipo di attività, su schema. Si tratta di attività nelle quali
che come la conversazione può anche viene richiesto agli apprendenti di svolgere
essere stimolata da immagini, ha come un gioco seguendo specifiche regole. In
obiettivo quello di sviluppare, tramite il alcuni casi si tratta di un gioco “codificato”,
confronto, la competenza interculturale. come ad esempio il gioco dell’oca, il bingo,
la battaglia navale, in altri di un
Con sempre maggiore frequenza i adeguamento di uno di questi giochi, in altri
manuali, probabilmente influenzati dal ancora di un gioco inventato dall’autore.

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Nella definizione di tecnica ludica maniera autonoma di avere raggiunto o
abbiamo scelto di raccogliere invece le meno gli obiettivi previsti.
attività che, sempre ricorrendo al gioco e
permettendo agli apprendenti di distogliere Sempre nella fase di conclusione si può
l’attenzione dal compito didattico, prevedere anche l’utilizzo (all’interno o al di
richiedono di utilizzare la lingua per una fuori dell’aula). Come suggerito infatti da
comunicazione/interazione quanto più Vedovelli (2010) a proposito della definizione
possibile autentica oltreché libera da ansie, di “output comunicativo”, la fase di
ricorrendo spesso all’umorismo. conclusione può prevedere una espansione
oltre il contesto scolastico, ovvero la
Le tecniche didattiche per la fase di possibilità di riutilizzare quanto appreso in
“conclusione” maniera libera, giocando «“senza rete”,
senza la protezione del docente, senza il
Ogni micro percorso operativo deve suo orientamento, senza il suo costante
prevedere una fase conclusiva durante la aiuto, implicito o esplicito». (Vedovelli 2012:
quale ci si accerta che gli apprendenti 145).
abbiano acquisito tutti i contenuti –
linguistici, pragmatico-funzionali, culturali – A queste si aggiungono poi le operazioni
selezionati come oggetto di tale fase del di recupero e di rinforzo, utili per aiutare gli
processo didattico. studenti a rinforzare competenze relative a
singoli aspetti o sviluppare processi di
In questa fase, definita qui “conclusione” comprensione profonda tramite attività di
come indicato nell’UdL, si procede quindi recupero.
alla verifica della competenze e conoscenze
acquisite, ovvero a quello che l’UD definisce Verifica
“controllo”. Oltre che sottoforma di vero e
proprio controllo, tramite ad esempio un Oltre a quelle già individuate per il
test formale, la verifica può essere realizzata riutilizzo produttivo, che può in questa fase
anche chiedendo agli apprendenti di essere visto come “utilizzo fuori dalla
svolgere compiti e attività nelle quali classe”, tra le tecniche utili per la verifica
riutilizzare in maniera significativamente possiamo segnalare tecniche più
rilevante le competenze acquisite: è questo d i re t t a m e n t e i n c e n t r a t e s u a s p e t t i
forse il motivo della scelta di definire “output specificatamente linguistici, quali il lessico e
comunicativo” la fase finale dell’unità la morfosintassi e quindi già proposte per la
didattica/unità di lavoro proposta dal fissazione: manipolazione, riempimento
Vedovelli (2010). spazi vuoti, accoppiamento, cloze, incastro
ecc.
Le operazioni didattiche che possiamo
prevedere in questa fase sono quindi innanzi Autovalutazione
tutto la verifica, effettuata dal docente allo
scopo di valutare in maniera formale se gli Un’altra operazione che con sempre
obiettivi didattici previsti sono stati maggiore frequenza ricorre nella didattica è
conseguiti da tutta la classe e l’auto- l’autovalutazione. Questa può consistere in
valutazione, tramite la quale lo stesso scopo una vera e propria autoverifica, oppure può
può essere conseguito affidandone la essere realizzata ancora una volta con
responsabilità direttamente all’appren- tecniche già analizzate, quali
dente, al quale si richiede di verificare in accoppiamento, pairing, scelta multipla o,
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infine, con una tecnica che, sia la forma che Proprio perché trasversali, ma anche
per la varietà dei contenuti scelti come perché effettivamente inseriti molto spesso
obiettivo, abbiamo scelto di definire quiz. proprio dopo la conclusione dell’unità, li
presentiamo in questa ulteriore fase.
Rinforzo e recupero
Approfondimento/ampliamento socio-
Se, una volta completato il percorso culturale
didattico, alcuni apprendenti presentano
ancora lacune possono essere infine Svolta tramite la presentazione non solo
proposte attività di rinforzo o di recupero. di testi ma anche di immagini, questa
Per il primo, “che si riferisce alle carenze operazione mira a sviluppare le diverse
nell’acquisizione di obiettivi su cui si sta competenze linguistico-comunicative
lavorando nell’unità in corso” (Balboni 1998: affrontando anche argomenti della realtà
129), si agisce ancora una volta con socio-culturale italiana: cinema, cucina,
tecniche tipiche della fissazione. Per il moda, sport ecc.
recupero, che richiede “un progetto globale
che intende sopperire a carenze Approfondimento/ampliamento culturale
generalizzate nell’acquisizione della lingua”,
(Balboni 1998: 129) è invece necessario Con tale definizione ci riferiamo a quegli
riproporre le tecniche che sono state aspetti che hanno affascinato nel corso dei
individuate per il “riutilizzo produttivo”, in secoli non solo gli artisti, i poeti, i letterati
quanto più indicate per stimolare la ma anche tantissimi stranieri “comuni” e
riflessione profonda dell’apprendente. hanno costituito quindi da sempre una delle
principali motivazioni all’apprendimento della
Le tecniche didattiche per un possibile nostra lingua. L’obiettivo culturale, affrontato
ampliamento anch’esso quasi sempre in questa fase, può
essere introdotto sia da testi scritti, quali ad
L’UdL prevede, come abbiamo ricordato, esempio brani letterari e poesie, sia da
un percorso che si articola in tre momenti: immagini, in questo caso più fotografie che
introduzione, svolgimento e conclusione. In disegni, spesso accompagnati da attività
realtà, come si può verificare anche didattiche di vario tipo.
analizzando i manuali per l’insegnamento
dell’italiano L2, è spesso presente Per lo svolgimento di tali operazioni
un’ulteriore fase durante la quale diversi didattiche molti manuali propongono la
possono essere gli obiettivi da conseguire. semplice lettura di testi, talvolta
a c c o m p a g n a t i d a i m m a g i n i : p re v a -
Si tratta in realtà di obiettivi che lentemente fotografie, ad esempio di opere
potrebbero essere considerati trasversali alle d’arte, se l’obiettivo e la competenza
tre fasi sopra descritte, come del resto culturale, anche disegni se invece si intende
anche l’autovalutazione, qui collocata nella sviluppare competenze di tipo socio-
fase finale e che può/deve in realtà culturale. Altre tecniche adottate a tali scopi
attraversare l’intero percorso didattico, o sono domande aperte e domande-
come l’ampliamento di temi e contenuti, la elicitazione, stimoli a discussione in classe e
revisione o il rilassamento, che potrebbero attività per compiti.
collocarsi anche nella fase di svolgimento.

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Confronto interlinguistico/interculturale ricamente ludiche che di quelle di tipo
enigmistico, qui chiamate cruciverba.
Ancora una volta si è scelto, per praticità
e per una cercare di garantire una possibile Le tecniche didattiche nei manuali per
razionalizzazione, di situare dopo la fase di l’insegnamento dell’italiano L2
conclusione un obiettivo che potrebbe in
realtà essere affrontato in ogni momento del Come anticipato nell’introduzione, questa
percorso didattico. Si tratta di un obiettivo di proposta è scaturita da una ricerca
grande rilievo nella didattica delle lingue, incentrata sull’analisi di un campione di
disciplina che richiede il confronto con manuali per l’insegnamento dell’italiano L2.
popoli, lingue e culture diverse, e sul quale A conclusione di questo breve saggio
deve essere quindi posta molta attenzione. presentiamo quindi alcuni dei risultati
ottenuti, riguardanti in particolare le scelte
Tra le tecniche adottate a tale scopo effettuate dagli autori in merito alle tecniche
possiamo segnalare ancora una volta, tra la privilegiate in funzione dello sviluppo delle
altre possibilità, la domanda aperta e la diverse competenze linguistico-
domanda elicitazione, che può essere utile comunicative.
per far sì che gli apprendenti notino e
confrontino aspetti linguistici e culturali riferiti Nella prima colonna della tabella
alle diverse realtà (la lingua e la cultura proposta qui di seguito sono indicate le
target e la lingua e la cultura di principali competenze oggetto di
appartenenza degli apprendenti), le attività apprendimento, mentre nelle successive
per compiti e la discussione in classe. colonne sono riportate le tecniche che, in
Risultano infine particolarmente adatte ordine decrescente, sono state scelte dagli
anche le tecniche ludiche, quali ad esempio autori per favorirne l’acquisizione. La
le vignette umoristiche. seconda colonna riporta quindi la tecnica
adottata con maggiore frequenza, la terza
Rilassamento colonna quella che rappresenta la seconda
tecnica adottata, l’ultima colonna indica la
Un ulteriore obiettivo che tale fase, terza tecnica in ordine di preferenza.
probabilmente più di altre, può prevedere è
quello di fornire un momento di relax e di In alcuni casi il risultato può essere
rilassamento, tramite vignette, attività ritenuto ampiamente prevedibile: la
ludiche, giochi con la lingua, anche allo manipolazione per la competenza
scopo di dare a tutti gli apprendenti il tempo morfologica, il dettato per quella ortografica,
di completare in maniera piena e completa il il role-play per la competenza pragmatico-
processo di acquisizione dell’input relativo al funzionale, solo per fare alcuni esempi.
percorso didattico appena concluso. Prima di lasciare al lettore l’esplorazione
della tabella, riteniamo però opportuno
Pensata come momento di transizione f o r n i re i n d i c a z i o n i s u a l c u n e d e l l e
fra un’unità e l’altra, non solo per competenze segnalate.
stemperare ansie e tensione, ma anche per
permettere a tutta la classe di completare il Innanzi tutto la distinzione fra com-
processo di acquisizione prima di ripartire petenza culturale e competenza socio-
con una nuova unità, questa operazione si culturale. Nel primo caso ci riferiamo a
può avvalere ancora una volta sia delle quegli aspetti della cultura italiana che
tecniche che abbiamo definito gene- hanno affascinato nel corso dei secoli non
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solo gli artisti, i poeti, i letterati, ma anche specifica a coloro che intendono diventare
tantissimi stranieri “comuni” e che hanno docenti e quindi poco diffusa nei manuali
costituito quindi da sempre una delle per l’insegnamento delle lingue, questa
principali motivazioni all’apprendimento della competenza è comunque presente in
nostra lingua. Nel secondo caso invece alla alcuni, particolari manuali, quale ad esempio
realtà socio-culturale italiana, al cibo, alla Affresco Italiano C2 (Trifone, Filippone e
moda, agli usi e ai costumi in genere. Sgaglione 2011), dedicato ad apprendenti in
possesso di una competenza linguistico-
Competenza cognitiva: si tratta di una comunicativa molto elevata.
competenza in parte riconducibile alla Competenza socio-
capacità di apprendere individuata nel linguistica: lo stesso
QCER e che abbiamo trovato affrontata in m a n u a l e , i n fi n e , Stefania
attività che richiedono all’apprendente di affronta in maniera Semplici
svolgere, utilizzando la L2, anche compiti esplicita anche
Università
che vanno oltre la conoscenza della lingua, aspetti di tipo socio-
linguistico della lin- per Stranieri
quali ad esempio i calcoli matematici.
gua italiana. Siena
Competenza glottodidattica: pur essendo
indubbiamente rivolta in maniera più

- 23 -
COMPETENZA TECNICA 1 TECNICA 2 TECNICA 3

ARGOMENTAZIONE Discussione in classe Elicitazione Attività per compiti /


domanda aperta

COGNITIVA Attività per compiti

CULTURALE Attività per compiti Elicitazione Domanda aperta

ENCICLOPEDICA Elicitazione Domanda aperta Ludica

FONETICA Ripetizione Riconoscimento Inclusione

INTERCULTURALE Domanda aperta Elicitazione Discussione in classe

GLOTTODIDATTICA Attività per compiti

LESSICALE Accoppiamento Riconoscimento Riempimento spazi


lingua/immagine

METACOMPETENZA Autoverifica Attività cooperativa Attività per compiti

METALINGUISTICA Analisi/riflessione Accoppiamento Completamento


metalinguistica schema/attività per
compiti/ ludica

MORFOLOGIA Manipolazione Riempimento spazi Completamento


schema

ORTOGRAFICA / Dettato Dettato-cloze Inclusione/scelta


ORTOEPICA binaria

PARALINGUISTICA Riconoscimento Autoverifica

PRAGMATICO- Role-play Role-taking Pattern drill


FUNZIONALE

SEMANTICA Riconoscimento Osservazione Accoppiamento

SINTATTICA Manipolazione Riempimento spazi Pattern drill

SOCIO-CULTURALE Elicitazione Lettura Accopp. lingua-


immagine

SOCIOLINGUISTICA Parafrasi Riconoscimento

TESTUALE Stesura testo scritto Stesura testo guidata Domanda aperta


(su immagine)

TESTUALITÀ ORALE Monologo su traccia Monologo Monologo su testo


iconico

INTEGRAZIONE Attività per compiti Gioco su schema Discussione in classe


COMPETENZE

- 24 -
Indicazioni bibliografiche e sitografia

ANTHONY E. M., “Approach, method, technique”, in English Language Teaching, 1963, 17,
pp. 63-67

BALBONI P.E., Fare educazione linguistica. Attività didattiche per italiano L1 e L2, lingue
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BALBONI P.E., Fare educazione linguistica. Insegnare italiano, lingue straniere e lingue
classiche, Torino, UTET, 2013

BALBONI P.E., Tecniche didattiche per educazione linguistica, Torino, UTET, 1998

BALBONI P.E., Tecniche didattiche e processi d’apprendimento linguistico, Padova, Liviana,


1991

BALDASSARI D., Lavorare in classe. Tecniche e Attività nelle classi di Italiano Seconda
Lingua, Perugia, Guerra, 2008

CAON F., RUTKA S., La lingua in Gioco. Attività ludiche per l'insegnamento dell'italiano L2,
Perugia, Guerra, 2004

CELCE-MURCIA M., (cur.), Teaching English as a Second or Foreign Language, Boston, MA,
Heinle & Heinle, 2001 (I ed. 1991)

CROOKES G.,CHAUDRON C. “ Guidelines for Language Classroom Instruction”, in M. Celce


Murcia (cur.), Teaching English as a Second or Foreign Language, Boston, MA, Heinle
& Heinle, 2001, pp. 29-65

CROOKES G., GASS S. (cur.), Tasks and Languages Learning, Clevedon, Avon, Multilingual
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CROOKES G., GASS S. (cur.), Tasks in a Pedagogical Context: Integrating Theory and
Practice,, Clevedon, Avon, Multilingual Matters, 1993

DANESI M., Manuale di tecniche per la didattica delle lingue moderne, Roma, Armando,
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DANESI M., Una tassonomia di tecniche visive per l’insegnamento delle lingue seconde,
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JOHNSON D.W., JOHNSON R.T., HOLUBEC E.J., Apprendimento cooperativo in classe.


Migliorare il clima emotivo e il rendimento, Gardolo, Erickson, 1996

JOHNSON S., JOHNSON R., Developing Individualized Instructional Materials, Palo Alto,
CA., Westinghouse, 1970

LA PROVA A., Apprendimento cooperativo e differenze individuali, Gardolo, Erickson, 2008

- 25 -
LARSEN FREEMAN D., Techniques and Principles in Language Teaching, Oxford, Oxford
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LEWIS M., HILL J., Principal Techniques for Language Teaching, Hove, Language Teaching
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MOLLICA A., “Games and Language Activities in the Italian High School Classroom”, in
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MOLLICA A., “L’uso didattico del testo umoristico: la vignetta”, in P. Diadori (cur.), 2011a, pp.
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NUNAN D., Designing tasks for the Communicative Class, Cambridge, Cambridge University
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NUNAN D., Tasks-Based Language Teaching, Cambridge, Cambridge University Press, 2004

PERUZZI P. “L’uso didattico dell’immagine”, in P. Diadori (cur.) 2011, pp. 394-405

RICHARDS J., RODGERS T., “Method: approach, design, procedure”, in TESOL Quarterly,
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ZANOLA M.T., “Tecniche didattiche e glottotecnologie”, in A. De Marco (cur.), 2000, pp.


143-154

Manuali di Italiano L2 analizzati

BOZZONE COSTA R., FUMAGALLI R., ROTA D., Primo contatto. Corso di italiano per
stranieri. Livello 1, Torino, Loescher, 2011

BOZZONE COSTA R., GHEZZI C., PIANTONI M., Contatto. Corso di italiano per stranieri. 1A
Livello principiante [A1], Loescher, 2008

BOZZONE COSTA R., GHEZZI C., PIANTONI M., Contatto. Corso di italiano per stranieri. 1B
Livello elementare [A2], Loescher, 2009

BOZZONE COSTA R., GHEZZI C., PIANTONI M., Contatto. Corso di italiano per stranieri. 2A
Livello intermedio [B1], Loescher, 2007

BOZZONE COSTA R., GHEZZI C., PIANTONI M., Contatto. Corso di italiano per stranieri. 2B
Livello post-intermedio [B2], Loescher, 2009

GUASTALLA C., NADDEO M. C., Domani 1. Corso di lingua e cultura italiana, Firenze, Alma,
2010

GUASTALLA C., NADDEO M. C., Domani 2. Corso di lingua e cultura italiana, Firenze, Alma,
2011

GUASTALLA C., NADDEO M. C., Domani 3. Corso di lingua e cultura italiana, Firenze, Alma,
2012

- 26 -
MAGNELLI S., MARIN T., Nuovo Progetto italiano 1a. Corso multimediale di lingua e civiltà
italiana. A1 Quadro Europeo di Riferimento, Atene-Roma, Edilingua, 2010

MAGNELLI S., MARIN T., Nuovo Progetto italiano 1b. Corso multimediale di lingua e civiltà
italiana. A2 Quadro Europeo di Riferimento, Atene-Roma, Edilingua, 2010

MAGNELLI S., MARIN T., Nuovo Progetto italiano 2a. Corso multimediale di lingua e civiltà
italiana. B1 Quadro Europeo di Riferimento, Atene-Roma, Edilingua, 2010

MAGNELLI S., MARIN T., Nuovo Progetto italiano 2b. Corso multimediale di lingua e civiltà
italiana. B2 Quadro Europeo di Riferimento, Atene-Roma, Edilingua, 2010

MEZZADRI M., BALBONI P.E., Nuovo Rete A1. Corso multimediale di italiano per stranieri,
Perugia, Guerra, 2009

MEZZADRI M., BALBONI P. E., Nuovo Rete A2. Corso multimediale di italiano per stranieri,
Perugia, Guerra, 2010

MEZZADRI M., BALBONI P. E., Nuovo Rete B1. Corso multimediale di italiano per stranieri,
Perugia, Guerra, 2010

MEZZADRI M., BALBONI P. E., Nuovo Rete B2. Corso multimediale di italiano per stranieri,
Perugia, Guerra, 2012

TRIFONE M., FILIPPONE A., SGAGLIONE A., Affresco italiano A1. Corso di lingua italiana per
stranieri, Milano, Mondadori, 2007

TRIFONE M., FILIPPONE A., SGAGLIONE A., Affresco italiano A2. Corso di lingua italiana per
stranieri, Milano, Mondadori, 2007

TRIFONE M., FILIPPONE A., SGAGLIONE A., Affresco italiano B1. Corso di lingua italiana per
stranieri, Milano, Mondadori, 2008

TRIFONE M., FILIPPONE A., SGAGLIONE A., Affresco italiano B2. Corso di lingua italiana per
stranieri, Milano, Mondadori, 2008

TRIFONE M., FILIPPONE A., SGAGLIONE A., Affresco italiano C1. Corso di lingua italiana per
stranieri 1, Milano, Mondadori, 2010

TRIFONE M., FILIPPONE A., SGAGLIONE A., Affresco italiano C2. Corso di lingua italiana per
stranieri, Milano, Mondadori, 2011

- 27 -
Didattica del congiuntivo e
(neo)purismo linguistico
i verbi di opinione e l’ipotesi dell’irrealtà
Tommaso Marani

Il comune senso dell’errore “morte del congiuntivo”, sono in realtà del


tutto infondati (Della Valle, Patota 2009, 27–
Il congiuntivo e il suo uso corretto (o 54; Prandi 2012, 121–125; Sgroi 2013, 43–
mancato) in italiano è uno dei temi che 45), ma i numerosissimi e intransigenti
ricorre più di frequente non solo nelle censori non sembrano ancora averne preso
discussioni di linguisti e insegnanti ma atto. Se ormai da decenni lettori indignati
a n c h e n e l l e q u o t i d i a n e r i fl e s s i o n i lamentano la decadenza nell’uso del
metalinguistiche dei parlanti. Come hanno congiuntivo, o si dolgono della sua
osservato Valeria della Valle e Giuseppe scomparsa, in appassionate “lettere al
Patota, l’attenzione rivolta da un parlante direttore”, pubblicate ad intervalli regolari sui
italiano mediamente colto agli errori, reali o principali quotidiani (circa dieci volte l’anno
presunti, nell’uso del congiuntivo, è su Corriere della Sera, Repubblica e La
altissima: Stampa secondo Della Valle e Patota 2009,
21–23), da qualche tempo la “questione del
Nel recinto di quello che potremmo
congiuntivo” ha fatto la sua comparsa, con
definire il “comune senso dell’errore” (cioè
la censura che la comunità dei parlanti grande successo, anche nei social media: al
esercita sull’errore di lingua) molti italiani momento in cui quest’articolo è stato
sono meno tolleranti che nel corrispettivo scritto, gruppi come “Il congiuntivo non è
sociale rappresentato dal comune senso una malattia degli occhi” e “Aspettando il
del pudore. In particolare, un congiuntivo giorno in cui il congiuntivo tornerà di moda”
ritenuto sbagliato o mancato viene contano su Facebook rispettivamente circa
percepito come il più grave degli errori 210.000 e 70.000 iscritti. Questi interventi
[…] tale da suscitare nei censori reazioni su vecchi e nuovi media hanno perlopiù un
che vanno […] dal disprezzo indignato atteggiamento neopurista o “neocrusc” che,
all’elogio di un passato in cui i congiuntivi come osserva Salvatore Claudio Sgroi, “in
non si sbagliavano. (Della Valle, Patota genere denuncia (per lo più condannandolo)
2009, 9) il mutamento della lingua, mostrando nel
contempo una fedeltà assoluta a essa”;
La ricerca più accorta ha mostrato che i questo diffuso atteggiamento è però
timori di una prossima, o già avvenuta,
contraddittorio con l’essenza stessa del Dopo i verbi di opinione: congiuntivo o
linguaggio verbale, che esiste indicativo?
unicamente in funzione dei mutevoli e
i m p re v e d i b i l i b i s o g n i e s p re s s i v i - Il congiuntivo dei bei tempi andati?
comunicativi-cognitivi dei parlanti di una
comunità. I cambiamenti, lungi
d a l l ’ e s s e re s e g n o d i d e c a d e n z a , Il mancato uso del congiuntivo in una
corruzione o degenerazione della lingua frase completiva oggettiva dipendente da
sono invece indizio della sua vitalità. un verbo (o sostantivo) di opinione come
(Sgroi 2013, 4) pensare, credere o ritenere è uno dei casi
che provoca più di frequente le reazioni
Il congiuntivo rappresenta un tema scandalizzate dei “parlanti mediamente
“sensibile” anche nella didattica dell’italiano colti” preoccupati per la decadenza
per stranieri: il congiuntivo indipendente dell’italiano contemporaneo da una non
esortativo è presente come “imperativo di meglio precisata età dell’oro. In realtà (come
cortesia” già nei corsi di livello A2, mentre il mostrano Rati, 2004 e Durante 1981,
suo uso nelle frasi subordinate è solitamente 272-273) l’uso dell’indicativo in queste frasi
introdotto nei corsi di livello B1. Il è largamente diffuso già nel Duecento e nel
congiuntivo è spesso vissuto da studenti e Trecento, fin dalle origini della letteratura
insegnanti come un argomento difficile e italiana. Ad esempio, nel canto tredicesimo
insidioso, sia probabilmente per l’effetto della Divina Commedia troviamo un noto
inibitorio, sugli insegnanti e quindi anche passo con tre frasi oggettive in sequenza, la
sugli studenti, di quel malinteso “comune prima all’indicativo e le due seguenti al
senso dell’errore” di cui si è detto poco congiuntivo (vd. Sgroi 2013, 143–157, per
sopra, sia anche per una scarsa chiarezza le interpretazioni date dai grammatici di
su alcuni suoi usi fondamentali riscontrabile questi versi),
in molti libri di testo. Nelle note che seguono
verrà preso in esame il modo in cui cinque Cred’ïo ch’ei credette ch’io credesse
corsi di italiano per stranieri (Domani 3; che tante voci uscisser, tra quei bronchi,
Nuovo Magari; Nuovo Contatto; Bravissimo! da gente che per noi si nascondesse.
e Universitalia) e tre grammatiche di italiano (Inf. XIII, 25-27)
per stranieri (La grammatica avanzata della
lingua italiana (GAI), la Grammatica italiana Anche nel Canzoniere di Petrarca
per stranieri (GPS), la Große Lerngrammatik abbiamo un indicativo in dipendenza da
Italienisch (GLI)), analizzano due usi del credere:
congiuntivo nelle frasi subordinate: nelle
frasi completive oggettive dipendenti da perché qui fra noi
verbi di opinione e nell’ipotesi dell’irrealtà. quel che tu val’ et puoi,
L’analisi di questi testi evidenzierà come su credo che ‘l sente ogni gentil persona.
questi due aspetti prevalgano nei corsi di (Canzoniere, 270, 9-11)
italiano posizioni sostanzialmente (neo)pu-
riste che, fornendo una rappresentazione in Il Decameron offre molti casi di indicativo
parte fuorviante della realtà linguistica dopo un verbo di opinione, per esempio
dell’italiano contemporaneo, possono nella quarta giornata in dipendenza da
causare incertezze nello studente di italiano pensare:
e impedirgli l’accesso a utili strutture
linguistiche. Ma dopo alquanto, temendo la donna di
non aggiugnere al suo danno vergogna,
- 29 -
pensò che senza alcuno indugio da dovuta al fatto che in tali contesti
trovare era modo come lui morto si l’indicativo è an-etimologico rispetto al
traesse di casa. (Decameron, IV, 10) latino […] Una posizione, questa, “vetero-
purista”, che ci sembra insostenibile. Per
Considerando la storia della lingua almeno due ragioni. In primo luogo, non
viene violato il principio della funzione
italiana, “ognuno ha solo l’imbarazzo della
comunicativa del linguaggio. La presenza
scelta” nell’esemplificare dalle origini fino a
dell’indicativo al posto del congiuntivo
oggi “usi illustri, parlati e scritti, con […] non comporta infatti in alcun modo
l’indicativo pro congiuntivo” (Sgroi 2013, ripercussioni negative sul significato delle
13): da Dante fino a Italo Calvino diverse frasi, trasparenti
(“‘Bradamante, non sono Agilulfo: son indipendentemente dalla scelta del
Rambaldo!’” lui le vorrebbe subito gridare, mondo. In secondo luogo, non viene
ma pensa che è meglio dirglielo da vicino, Il violato il principio sociolinguistico della
cavaliere inesistente, XI) e Umberto Eco variazione diastratica del linguaggio. La
(“Trovai un’altra donna, ma questa volta era presenza dell’indicativo […] non è
la meretrice di Babilonia. Non mi colpirono specifica della varietà diastratica bassa,
tanto le sue fattezze, ma il pensiero che cioè dell’italiano popolare, ma caratterizza
anch’essa era una donna come l’altra”, Il l’italiano di tutt’Italia, di ogni livello
nome della Rosa). culturale, colto e incolto, trattandosi di
una forma di italiano neo-standard o
dell’uso medio, peraltro di antica matrice.
Indicativo AUT congiuntivo (Sgroi 2013, 43)

Come considerare questi e gli altri L’uso dell’indicativo in 2. si trova cioè


innumerevoli casi di indicativo in dipendenza senza dubbio all’interno dell’”italiano
da verbi di opinione nell’italiano scritto e comune”, quella zona di intersezione tra
parlato? Esemplificando: come valutare le l’italiano standard normativo (l’italiano colto
frasi 1. e 2. qui di seguito? ancien régime delle grammatiche), e
1. Credo che Daniela abbia ragione. l’italiano dell’uso/neo-standard che
2. Credo che Daniela ha ragione. costituisce l’oggetto dell’insegnamento per
il docente di italiano a stranieri (vd. Berruto
2012, 67–75 e Lepschy 2005 su italiano
I grammatici puristi considerano corretta
standard e neostandard; Diadori, Troncarelli,
solamente la frase 1) e ritengono la frase 2)
Palermo 2009, 160–168 sulla definizione e
sbagliata, sostenendo quindi un rapporto in
l’individuazione dell’“italiano comune” da
distribuzione complementare tra indicativo e
insegnare agli stranieri). La ristandar-
congiuntivo: se si usa un modo non si può
dizzazione in atto nella lingua italiana non ha
usare l’altro, una relazione insomma
fatto che consolidare l’uso, già presente in
INDICATIVO AUT CONGIUNTIVO (Sgroi
tempi antichi, dell’indicativo accanto al
2013, 42). Il perché dell’errore non è
congiuntivo nelle completive oggettive
sempre chiarito dai grammatici puristi, talora
dipendenti da un verbo di opinione (Berruto
sembrerebbe che si tratti di un uso non
2012, 80-81).
presente nei classici, altre volte si
tratterebbe di un uso dialettale (e
meridionale) dell’indicativo: Indicativo VS congiuntivo

C’è però da sospettare che la ragione


La seconda valutazione possibile di 1. e
inconscia, non dichiarata, del giudizio di
condanna dell’uso dell’indicativo sia 2., meno rigida, neopurista, ritiene corrette

- 30 -
entrambe le frasi ma individua tra di esse, Dio esista, ma dovrebbe poter dire solo
oltre a una differenza di registro stilistico (1. Credo che Dio esiste. Diverse inchieste
più formale di 2.), anche una diverso mostrano invece che dei credenti
significato, supponendo cioè una relazione realizzano Credo che Dio esista senza
di opposizione semantica INDICATIVO VS sentire in alcun modo messa in dubbio la
CONGIUNTIVO (Sgroi 2013, 45-49): l’uso propria fede.
dell’indicativo in 2. indicherebbe una
certezza rispetto al congiuntivo di 1. che Indicativo VEL congiuntivo
darebbe alla frase un significato di
soggettività, incertezza e dubbio. Sostenere La questione della presunta relazione VS
però un’opposizione semantica tra frasi del tra indicativo e congiuntivo è strettamente
tipo 1. e 2. è estremamente problematico. legata a quella circa l’esistenza,
Sgroi (2013, 30-31, 49-51, 62-63) propone indipendentemente dai suoi usi, di un unico
prove di tipo linguistico, interlinguistico, valore inerente al congiuntivo. Come ha
ontogenetico e ontologico per confutare dimostrato Michele Prandi (2002, 2012; vd.
una relazione di tipo VS: anche Stewart 2002), il congiuntivo non ha
a) prove linguistiche: la capacità di dare alla frase subordinata in
cui è usato uno statuto modale di non
(I) la relazione VS si realizza solo in frasi
realtà, ovvero di soggettività, incertezza e
del tipo 1. e 2., ma non in una frase
dubbio:
con prolessi dell’ogget-tiva del tipo
Che Daniela abbia ragione, lo credo, I l p r o fi l o m o d a l e d e l c o n t e n u t o
in cui è possibile solo l’uso del intenzionato - del contenuto della subor-
congiuntivo, restando identico il signi- dinata - è integralmente predefinito in
modo tautologico dalla semantica del
ficato referenziale se non per la
verbo principale […]. In caso di
diversa tematizzazione;
alternanza tra indicativo e congiuntivo in
(II) il congiuntivo si trova anche in presenza di una stessa accezione di uno
completive dipendenti da verbi stesso verbo, cambia il registro stilistico
fattuali, che presuppongono cioè la dell’espressione, ma non cambia il valore
verità dell’enunciato: mi dispiace che modale della completiva, dato che non
tu sia partito (su questo punto vd. cambiano né il contenuto del verbo
anche Prandi 2002, 29-33; 2012, principale né la relazione grammaticale,
che sono gli unici fattori pertinenti.
100-104).
(Prandi 2002, 38)
b) prova interlinguistica: la relazione VS non
è valida né in francese né in spagnolo. Il valore di “soggettività, incertezza e
c) prova ontogenetica: se vi fosse un’oppo- dubbio” in 1. e 2. non è dato quindi dall’uso
sizione VS di tipo semantico i bambini del congiuntivo o dell’indicativo ma
non avrebbero difficoltà ad apprenderne esclusivamente dal verbo di opinione della
l’uso, come non ne hanno a contrapporre frase principale. La differenza tra completive
semanticamente enunciati assertivi polari oggettive con l’indicativo o con il
del tipo piove VS non piove. congiuntivo in dipendenza da un verbi di
opinione è cioè solo di registro linguistico,
d) prova ontologica: se esistesse una
più formale in 1., meno formale in 2.
relazione di opposizione semantica, un
Entrambe le frasi, però, pur con diverso
credente vero non potrebbe realizzare,
livello di formalità, sono all’interno dell’area
senza provare grande disagio psico-
dell’italiano comune e quindi del tutto
logico, un enunciato del tipo Credo che
- 31 -
corrette. La relazione tra frasi del tipo 1. e 2. nell’uso). Solamente Universitalia 2, dopo
è di conseguenza di tipo INDICATIVO VEL che nell’unità 11 (100) verbi ed espressioni
CONGIUNTIVO, non implicando una di opinione sono stati indicati come
differenza semantica ma esclusivamente Auslöser del congiuntivo, nell’unità 16 (172)
“una scelta stilistica, una variazione fa riferimento alla tendenza a usare
d i a f a s i c a , d i re g i s t ro f o r m a l e ( d e l l’indicativo dopo penso che/credo che nella
congiuntivo) rispetto al registro informale lingua parlata (considerando quindi la
(dell’indicativo)”; la differenziazione tra variazione sul piano diamesico e non
congiuntivo e indicativo, va notato, non è di correttamente su quello diafasico). Nei
tipo diamesico, ovvero scritto vs parlato, ma manuali presi in considerazione (con
solo diafasica, cioè “di tipo formale (scritto o l’eccezione di Universitalia 2) l’uso del
parlato) e informale (parlato o scritto)” (Sgroi congiuntivo dopo i verbi di opinione è
2013, 47). indicato come l’unico possibile, non
menzionando la possibilità di usare anche
Frasi dipendenti da verbi di opinione nei l’indicativo, ed assumendo così, di fatto,
corsi di italiano per stranieri una posizione purista.

Come vengono trattate nei corsi di La scelta adottata da questi corsi di


italiano per stranieri presi in esame le frasi italiano è tutto sommato vicina a un’osser-
completive oggettive dipendenti dai verbi di vazione di Martin Maiden che, dopo aver
opinione? Quest’uso del congiuntivo è in preso posizione in favore della relazione
genere uno dei primi a essere affrontato nei INDICATIVO VS CONGIUNTIVO, soste-
libri di testo. Nuovo Contatto B1 (Unità 3), nendo che “dopo i verba credendi può
Universitalia 2 (Unità 11), Domani 3 (Unità 4) apparire l’indicativo quando la subordinata
lo introducono come primo esempio d’uso contiene una proposizione presentata come
del nuovo modo; Bravissimo! 3 (Unità 3) lo un dato di fatto (Crede che Dio esiste =
presenta subito dopo aver trattato l’uso del Crede nell’esistenza di Dio)”, conclude
congiuntivo in dipendenza da verbi di affermando che “dal punto di vista didattico,
emozione e stato d’animo come odiare, immagino sia meglio insegnare che tali verbi
sopportare, piacere ecc. Nella grammatica richiedono generalmente il congiun-
in appendice di Domani 3 si afferma che “Il tivo” (Maiden 2005, 116). Fornire una
congiuntivo di solito si usa con i verbi che ricostruzione incompleta di una parte del
esprimono opinione o situazioni non sicure sistema linguistico, dare cioè una regola di
come penso, credo, immagino” e che “Il fatto “sbagliata” e pretenderne l’appli-
congiuntivo si usa dopo i verbi che cazione non può essere però privo di
esprimono un’opinione soggettiva” (Domani conseguenze. Come rispondere a uno
3, 227-228;); un’analoga formulazione si studente di italiano che, dopo aver imparato
trova anche in Nuovo Magari B2 (160), in che l’uso del congiuntivo è il solo possibile
Nuovo Contatto B1 (“Il congiuntivo può dopo un verbo di opinione, si imbatta in un
essere usato con verbi ed espressioni che indicativo pro congiuntivo letto su un
indicano opinione”, 89-90) e in Contatto 2B romanzo o su un quotidiano, ascoltato in tv,
(21). Bravissimo! 3 (46) indica l’uso del al cinema, in un’aula universitaria o in
congiuntivo come l’unico possibile dopo Parlamento e ne chieda conto? Affermare
penso/credo/mi sembra/suppongo che ma che gli indicativi trovati dallo studente in un
aggiunge che con sono sicuro/sono romanzo di Umberto Eco, in una lettera
convinto che è possibile usare anche rivolta da alcuni ministri di governo al
l’indicativo (senza specificare differenze presidente della Camera dei deputati (“ha

- 32 -
portato la Democrazia Cristiana a ritenere comunque tutto interno a quella area
che sono venute meno le condizioni”, “La linguistica che costituisce l’oggetto e il fine
Repubblica”, 9 aprile 1987) o magari in un dell’insegnamento agli stranieri.
discorso di un ex presidente del consiglio e Spostandoci sul piano del lessico, è più
ministro degli esteri (Giulio Andreotti: “Io problematico considerare di “registro
penso che non mi hanno fatto male”; neutrale”, espressioni colloquiali sub-
“Penso che le mie prove sono state più standard, inserite in un corso di livello B1,
leggere”, Farina, Andreotti 2004, 8, 59) come “non me ne frega niente”, “fare una
sono forme errate o eccessivamente cazzata”, “figo” o “che palle!” (Nuovo
“colloquiali” non è, come si è visto, Contatto B1, 84-85, 143) che menzionare e
sostenibile. La soluzione migliore, qui come utilizzare la possibilità offerta dal sistema di
altrove, è cercare di dare una rappre- usare l’indicativo dopo un verbo di opinione.
sentazione la più possibile vicina alla realtà D’altronde anche corsi di livello B2, per il
del sistema linguistico dell’“italiano comune” quale il QCE pone come obiettivo la
che ci si propone di insegnare, semplif- competenza di sapersi esprimere in un
icando sì la descrizione che ne se ne dà a “registro formale e informale” (QCE, 122),
fini didattici ma non così tanto da deformare indicano l’uso dell’indicativo come l’unico
la realtà. Per esempio proponendo una possibile (per esempio Contatto 2B, S21;
riflessione metalinguistica del tipo: “In Nuovo Magari B2, 160).
italiano dopo i verbi di opinione come
pensare, credere, ritenere si usano il Se i corsi di italiano presi in esame danno
congiuntivo e l’indicativo. L’uso del congiun- una rappresentazione eccessivamente
tivo è più formale rispetto all’indicativo ma semplificata e, di fatto, (neo)purista della
tutti e due gli usi sono corretti.” Secondo scelta del modo verbale in dipendenza da
l’esperienza di chi scrive, studenti un verbo di opinione, le grammatiche di
responsabilizzati a cui sia stato spiegato 1) italiano per stranieri offrono un quadro più
che il sistema linguistico in questo caso offre approfondito anche se non sempre
una libertà di scelta (tra indicativo e convincente. Nella GAI troviamo un’inter-
congiuntivo) 2) quali sono le conseguenze di pretazione in termini INDICATIVO VS CON-
questa scelta (un registro linguistico più o GIUNTIVO dell’alternanza dopo i verbi di
meno formale) non useranno il congiuntivo opinione:
peggio (o meno) di studenti a cui ne sia
Con i verbi di opinione, e specialmente
stato semplicemente prescritto l’uso in un nella lingua parlata, quanto più il senso
contesto in cui non è obbligatorio. della frase vuol essere argomentativo e
quindi dimostrare realmente un’opinione
La scelta di non menzionare la possibilità e una riflessione, tanto più si userà il
di usare l’indicativo dopo i verbi di opinione congiuntivo. Quanto più il verbo di
non si giustifica neanche con il fatto che il opinione esprime invece solo un forse
Quadro comune europeo di riferimento per tanto più trova spazio l’indicativo. In
lingue (QCE) indichi, tra le competenze particolare con verbi estremamente
sociolinguistiche di un discente di Livello B1 comuni come pensare l’uso dell’indi-
la capacità di esprimersi in un “registro cativo è frequente proprio perché il verbo
neutrale” (QCE, 122). L’uso dell’indicativo pensare può non esprimere un pensiero
dopo un verbum putandi appartiene a pieno davvero argomentato, ma essere solo un
modo per introdurre delicatamente una
diritto, come si è visto, all’ “italiano
questione (il senso non è di “riflettere”
comune”, denotando un registro meno
quanto piuttosto di “essere piuttosto
formale rispetto all’uso del congiuntivo ma
convinto”). (GAI, 180)
- 33 -
La differenza d’uso è interpretata come 5. Se lo sapevo non ci sarei venuto.
una variazione diamesica parlato vs scritto 6. Se l’avessi saputo non ci venivo.
(e non, correttamente, diafasica, più o meno
formale); viene inoltre supposta una Anche in questo caso, esempi di ipotesi
differenza di significato (più argomentativo dell’irrealtà con l’imperfetto indicativo sono
vs meno argomentativo) tra congiuntivo e largamente attestati in tutta la storia della
indicativo, connessa ad una diversa lingua italiana (D'Achille 1990, 295–312;
intenzione comunicativa del parlante e Mazzoleni 2010). Ne troviamo nella Divina
inquadrabile quindi anche nella scelta di un Commedia:
diverso registro linguistico. Nella GPS non si
fa riferimento alla variazione diamesica o
Che se 'l conte Ugolino aveva voce
diafasica ma solo al fatto che “la scelta del d'aver tradita te de le castella,
congiuntivo significa di solito che voglio non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.
trasmettere un pensiero più articolato, (Inf, XXXIII, 85-87)
argomentato, ragionato” (GPS, 67). La GLI
riporta l’uso dell’indicativo PRO congiuntivo
nel Principe di Machiavelli: “Non posseva
a una variazione sia diamesica (parlato vs
Teseo dimostrare la sua virtù, se non
scritto) che diafasica (indicativo usato in
trovava gli Ateniesi dispersi” (Il Principe, cap.
situazioni meno formali, GLI, 236). Altri
VI); nell’Orlando Furioso
esempi si possono trovare in Sgroi (2013,
59-123), che analizza il congiuntivo nella
E ben si ritrovò salito a tempo,
grammatografia italiana per stranieri
che forse nol facea, se più tardava.
“allofoni, ispanofoni, francofoni, anglofoni,
(Orlando furioso, XVI 83)
germanofoni e magiarofoni” (per le
grammatiche rivolte a studenti di lingua
nei Promessi Sposi: “Se Lucia non faceva
tedesca prende in esame Schwarze,
quel segno, la risposta sarebbe proba-
Colombo 2009) e si chiede polemicamente
bilmente stata diversa (Promessi sposi, cap.
se, in alcuni casi, non si abbia a che fare
III); nelle Cosmicomiche di Italo Calvino: “Se
con della “fanta-grammatica” e con un
volevo salvarmi, dovevo subito sbranarla” (“I
“congiuntivo fantasmatico”.
dinosauri”, La memoria del mondo e altre
cosmicomiche), sui quotidiani: “Se Cossiga
Ipotesi dell’irrealtà, congiuntivo o
lo chiedeva, firmavo” (Giulio Andreotti, La
indicativo?
Repubblica, 2 luglio 1991); “E molti dicono
la cosa più ovvia, che se venivi qui non eri
Un altro tema che desta grande interesse su quella strada tra Codogno e Casalpuster-
sia tra i numerosi indignados del congiuntivo lengo” (Gianni Mura, La Repubblica, 20
che tra gli insegnanti di italiano agli stranieri dicembre 1992).
è quello dell’ammissibilità o meno di
un’ipotesi del terzo tipo formata con
Come con l’indicativo dopo i verbi di
l’imperfetto indicativo, ovvero di una frase
opinione, anche l’uso dell’indicativo
del tipo 4. 5. o 6 (5. e 6. sono esempi di
imperfetto nell’ipotesi del terzo tipo in
periodi ipotetici misti), corrispondente a una
alternativa a congiuntivo trapassato e
frase del tipo 3. con congiuntivo trapassato
condizionale composto è “del tutto
e condizionale composto:
normale” (Berruto 2012, 79) e “non si può
3. Se l’avessi saputo non ci sarei venuto considerare un’innovazione dell’italiano, ma
4. Se lo sapevo non ci venivo. va vista come la ripresa di una solida
tendenza, già affermata in tempi
- 34 -
remoti” (Simone 2008, 87); la concordanza mezzogiorno e quindi lo troveremo
al doppio imperfetto indicativo (frase 4.) e sicuramente in albergo.
quella mista irreale (frasi 5. e 6.) si sono 8. ? Se prendeva il treno delle 3 arrivava alle
insomma ormai stabilizzate nell’”italiano nove; se invece prendeva quello delle 5
comune” (Mazzoleni 2002, 74, 2012, 146). arrivava alle 11; adesso è mezzogiorno e
Più in generale, l’uso dell’imperfetto quindi lo troveremo sicuramente in
ipotetico, che indica “un’azione irreale o non albergo.
realizzatasi nel passato” (anche in una frase Non è poi possibile sostituire in un’ipotesi
principale: “Facevi meglio a stare zitto!”), va l’imperfetto indicativo con congiuntivo e
visto nel quadro del sovraccarico funzionale condizionale, nei casi in cui l’imperfetto
a cui è sottoposto l’imperfetto indicativo abbia valore iterativo e il se significhi quindi
nell’italiano contemporaneo, insieme ogni volta che, ogni qualvolta ( (Mazzoleni
all’imperfetto attenuativo (o di cortesia: 1992, 173, 2002, 67):
“Volevo due etti di mortadella”) e all’im-
perfetto ludico (“Facciamo che io ero un 9. Da bambino, se andavo a trovare mia
nonna lei mi regalava sempre la
cowboy e tu un indiano”; Diadori, Tron-
cioccolata.
carelli, Palermo 2009, 169-170). Come ha
evidenziato Luciana Soliman questi usi 10.? Da bambino, se fossi andato a trovare
rientrano in un contenuto di base di inac- mia nonna, lei mi avrebbe regalato
cessibilità e controfattualità dell’imperfetto sempre della cioccolata.
indicativo, che comunica “l’immagine vicina
e lontana, viva e allo stesso tempo Se si escludono le coppie di ipotesi di
irraggiungibile di un passato che si tenta di tipo 7. 8. (tutto sommato un caso limite) e 9.
riesumare” (Soliman 2012, 181-182). 10. (più frequenti), tra un’ipotesi del terzo
Proprio in virtù della controfattualità inerente tipo espressa con congiuntivo e
al periodo ipotetico con l’imperfetto condizionale e la corrispondente ipotesi
indicativo, non sempre è possibile in espressa con l’imperfetto indicativo non c’è
u n ’ i p o t e s i d e l t e r z o t i p o s o s t i t u i re differenza di significato ma solo di registro.
congiuntivo trapassato e condizionale La differenza tra un’ipotesi di tipo 3. con
composto con l’imperfetto indicativo. Marco congiuntivo e condizionale e le ipotesi di
Mazzoleni, che argomenta efficacemente a tipo 4., 5. e 6. con l’imperfetto indicativo è,
favore del superamento dei tre tradizionali come nel caso delle frasi completive
tipi di ipotesi verso un’opposizione binaria oggettive dipendenti da un verbo di
“maggiore vs minore probabilità” o “pos- opinione, solamente nel registro linguistico,
sibile verità vs possibile falsità” (Mazzoleni più formale per le frasi di tipo 3., meno
1992, 175–180, 2002, 68–72 a cui si formale per l’ipotesi con l’imperfetto
rimanda per un’analisi dettagliata delle indicativo (Mazzoleni 2012, 146), con una
diverse tipologie di ipotesi), evidenzia come relazione quindi, anche in questo caso,
una frase ipotetica con congiuntivo del tipo INDICATIVO VEL CONGIUNTIVO. La
7. (con un significato non controfattuale ma variazione, diafasica (più formale/meno
di debole “ipoteticità nel passato”) non formale) e non diamesica (scritto/parlato),
possa essere trasformata in un costrutto rimane comunque all’interno dell’italiano
condizionale con l’imperfetto indicativo, che comune, ovvero l’ipotesi con l’imperfetto
ha un contenuto controfattuale di base: indicativo è corretta e pienamente
accettabile: è uno strumento linguistico da
7. Se avesse preso il treno delle 3 sarebbe
sfruttare e valorizzare in un corso di italiano,
arrivato alle 9: se avesse preso quello
delle 5 sarebbe arrivato alle 11; adesso è non da affrontare di sfuggita o evitare del
tutto come quasi sempre avviene.
- 35 -
L’ipotesi del terzo tipo nei corsi di italiano La GPS considera la differenza anche sul
per stranieri piano diamesico oltre che diafasico: “Nella
lingua parlata, o in quella meno ‘controllata’,
L’ipotesi del terzo tipo è solitamente in frasi che ipotizzano una situazione
introdotta nei corsi di italiano di livello B2 ‘impossibile’ si usa l’imperfetto
(per esempio in Universitalia 2, Unità 15; indicativo” (GPS, 53). La GAI (197-199) e la
Bravissimo! 4, Unità 4), sebbene alcuni GPS (58, 62) propongono anche diverse
manuali la trattino al livello C1 o anche C2, attività ed esercizi per esercitare l’ipotesi
come Nuovo Magari C1/C2 (Unità 20). Dei con l’imperfetto indicativo. La GLI (329)
manuali presi in esame Nuovo Magari C1/ include l’ipotesi con l’imperfetto indicativo
C2 (276), e Universitalia 2 (156) non nella descrizione del periodo ipotetico ma la
considerano la possibilità di un’ipotesi del ritiene solo propria della lingua parlata.
terzo tipo con l’imperfetto indicativo,
Contatto 2B vi accenna nelle note Un’ipotesi da valorizzare
grammaticali, considerando la differenza di
tipo diamesico e non diafasico: “Nel parlato L’ipotesi dell’irrealtà con l’imperfetto
colloquiale, il periodo ipotetico del 3° tipo indicativo è una struttura che fa parte
tende, per semplicità, ad essere espresso dell’architettura dell’italiano fin dalle sue
con l’imperfetto indicativo: Se studiavi, origini, è largamente utilizzata sia nella
passavi l’esame” (S24). Nella sola parte lingua parlata che nella lingua scritta, fa
dedicata agli esercizi, è proposta in parte a tutti gli effetti dell’italiano comune,
un’attività una frase contenente un’ipotesi oggetto dell’insegnamento agli stranieri – è
del terzo tipo con l’indicativo imperfetto, su cioè del tutto corretta e ammissibile anche
cui si invita lo studente a riflettere (Contatto se meno formale dell’ipotesi corrispondente
2B, 78). Anche Bravissimo! 4 (72) considera con congiuntivo e condizionale – ma è,
la differenza di tipo esclusivamente dia- abbastanza incomprensibilmente, perlopiù
mesico, segnalando nelle note grammaticali ignorata dai corsi di lingua per stranieri.
la possibilità di usare “nella lingua parlata” Eppure è una costruzione molto semplice
l’imperfetto indicativo per l’ipotesi del terzo dal punto di vista morfologico che consente
tipo, ma senza proporre nell’unità dedicata in modo economico, con pochi mezzi
al tema (unità 4) attività per analizzarne o linguistici, di realizzare un’importante
esercitarne l’uso. La GAI pone sullo stesso funzione, la formulazione di un’ipotesi
piano ipotesi dell’irrealtà con congiuntivo e controfattuale. L’ipotesi del terzo tipo con
condizionale e ipotesi con l’imperfetto l’indicativo imperfetto è una struttura che
indicativo e, correttamente, sottolinea che la andrebbe valorizzata in un corso di italiano,
differenza è solo di tipo diafasico: anche in considerazione del fatto che si
La differenza fra periodo ipotetico tratta di uno dei pochi casi in cui l’uso
dell’irrealtà espresso con congiuntivo e dell’imperfetto indicativo è chiaramente
condizionale o con l’imperfetto è delimitato rispetto al passato prossimo. Può
esclusivamente stilistica. Quanto più essere presentata insieme al periodo
voglio fare intendere che la mia ipotesi è ipotetico dell’irrealtà con il congiuntivo a
articolata e pensata tanto più userò partire dal livello B2, ma può essere utile
congiuntivo e condizionale. Quanto più proporla agli studenti già a un livello B1,
voglio fare intendere che l’ipotesi è insieme all’ipotesi del secondo tipo, affinché
leggera, poco argomentata o anche si possano formulare ipotesi anche per il
ironica tanto più userò l’imperfetto. passato senza un sovraccarico di nuove
(GAI, 194) forme verbali. La struttura è così semplice

- 36 -
dal punto di vista morfosintattico che può hanno incluso espressioni dell’italiano
essere in realtà già introdotta in corsi di popolare e substandard, ma permangono
livello A2, come fa la GPS nel volume A1/A2 delle resistenze a introdurre strutture meno
(158), per rafforzare l’uso dell’imperfetto formali senza congiuntivo: Nuovo Magari
indicativo e per sviluppare un’ulteriore C1/C2 dedica l’unità 15 alla funzione di
funzione nella narrazione del passato. Il ingiuriare (“Non solo parolacce”), ma non
QCE (35) menziona l’abilità di formulare prende in considerazione né l’ipotesi irreale
ipotesi e reagire ad esse come propria del con l’imperfetto indicativo né i verbi di
livello B2, nei corsi di italiano l’ipotesi del opinione seguiti dall’indicativo. Anche sul
secondo tipo è però in genere tradizio- piano della morfosintassi si sono realizzate
nalmente analizzata al livello B1, mentre il sostanziali aperture all’italiano parlato,
connettivo se e la funzione di formulare introducendo strutture proprie della lingua
ipotesi del primo tipo al presente e al futuro parlata, come ad esempio la frase scissa
vengono spesso introdotti già al livello A2 (vd. Nuovo Magari B2, Unità 6), ma rimane
(per esempio Nuovo Contatto A2, Unità 1, una sostanziale chiusura ad includere usi
Unità 4). L’ipotesi del terzo tipo con dell’indicativo pro congiuntivo, che si
l’imperfetto indicativo non presenta maggiori distinguono per un registro meno formale
difficoltà logiche o morfosintattiche rispetto, ma sono parte del sistema linguistico
per esempio, a un’ipotesi del primo tipo italiano, sia nella varietà scritta che in quella
rivolta al futuro e la si può quindi proporre parlata, fin dalle sue origini. La conseguenza
anche a gruppi di livello A2 per consolidare è che nei corsi di italiano presi in esame
l’uso dell’imperfetto e potenziare la funzione viene di fatto proposto, per i due usi del
di “parlare del passato”. congiuntivo qui considerati, un italiano “iper-
standard”, in cui la variante più formale è
Conclusioni descritta come l’unica possibile, stabilendo
un uso obbligatorio del congiuntivo (dopo i
Nella didattica dell’italiano agli stranieri verbi di opinione) non previsto dal sistema
sono stati compiuti molti sostanziali passi in dell’italiano comune e non offrendo agli
avanti per avvicinare la lingua insegnata studenti la pos-
all’italiano comune, parlato e scritto, sibilità di apprendere
lasciando da parte il paludato italiano e utilizzare l’ipotesi Tommaso
standard delle grammatiche tradizionali e del terzo tipo con Marani
forme più o meno esplicite di (neo)purismo l’indicativo, una FAU
linguistico. Sul piano del lessico, come si è struttura utile, mor-
Erlangen-
già visto con alcune espressioni del fosintatticamente
Nürnberg
linguaggio giovanile, molti corsi di lingua semplice e di facile
impiego.

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- 37 -
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- 39 -
UNIVERSITALIA 2 = PIOTTI, D. – SAVORGNANI, G. de – CARRARA, E., UniversItalia 2,
Corso di italiano. Ismaning 2010.

- 40 -
Ascoltare per comprendere e
imparare
Gabriella De Rossi

Introduzione 1. Norimberga/Amburgo 2013. I lavori


sull’Ascolto autentico rilassato
In queste pagine vorrei ripercorrere i lavori da me
coordinati nei laboratori sull’Ascolto proposti Il workshop di Amburgo/Norimberga
dall’ADI nel seminario del 20151 e presentava in una simulazione di lezione alcune
precedentemente nei due workshop che hanno tecniche di comprensione auditiva, in particolare
avuto luogo nel 2013 ad Amburgo e a una, che io ritengo la più interessante tra quelle
Norimberga2. L’intento non è quello di impiegate per lo sviluppo dell’abilità di
un’esposizione esauriente delle tecniche lì comprendere testi orali, a molti ben nota come
presentate, in merito alle quali rimando alla vasta “Ascolto autentico rilassato” e proposta dalla
letteratura sugli argomenti e alle loro numerose Dilit-IH di Roma in manuali, articoli, seminari3.
applicazioni pratiche, bensì quello di esporre in
sintesi le mie posizioni riguardo ad alcune
Questo tipo di ascolto si definisce ‘autentico’
domande poste dai colleghi in fase di
perché chiede agli studenti di confrontarsi con
commento a quei lavori, e in tal modo ribadire
un testo orale autentico, cioè non costruito o
alcuni criteri ad essi sottesi che personalmente
manipolato, un dialogo, un’intervista o che si
mi sembrano importanti e tuttora controversi.
voglia, volgendo l’attenzione esclusivamente ai
suoi contenuti, senza distrarsi in questioni di tipo
linguistico formale, proprio come farebbe un
ascoltatore, appunto, autentico nella propria
madrelingua; è inoltre ‘rilassato’ in quanto li invita
a immergersi nella sequenza di suoni senza

1
“Tecniche didattiche e strategie per l’italiano LS”, Cultura, Hamburg, 22 giugno 2013; FAU, Nürnberg,
Technische Universität Dresden, 20-21 novembre 29 giugno 2013.
2015. 3 www.dilit.it
2
“Siamo tutt’orecchi. L’attività di comprensione Per una descrizione dettagliata dell’attività e delle sue
orale: a che punto siamo?”, Istituto Italiano di finalità rinvio, ad esempio, a: P. Catizone et al.,
Volare, Guida per l’Insegnante, 1997, Klett Verlag.

- 41 -
preoccupazioni di sorta, timore di non capire, di virtuale, Victoria Beckham4. L’obiettivo
essere controllati dall’insegnante, o ansia di dell’ascolto non era solamente e, come
dover arrivare a dei risultati predefiniti. vedremo, neanche esplicitamente quello di
comprendere i contenuti dell’intervista, almeno
Un gruppo di colleghi si calava dunque nel non nei limiti di tempo previsti per l’attività.
ruolo di studenti di una classe di lingua di livello Accanto a questo traguardo, non indicato
intermedio; gli altri svolgevano prevalentemente all’inizio come certo ma piuttosto come
compiti di osservazione e analisi dell’attività. Al eventuale, né tantomeno “preteso”
termine dei lavori i due gruppi avrebbero nell’immediato, venivano indicati scopi più
commentato il percorso didattico da due ampiamente propedeutici, di approccio al testo,
prospettive, da quella di chi l’aveva “vissuto” e di metodo.
da quella di chi l’aveva osservato con giudizio
critico professionale. Dopo una introduzione ai lavori, ai suoi
obiettivi e, con procedura di informale
Il testo orale in lingua inglese da me utilizzato elicitazione, al personaggio intervistato, l’attività
aveva un carattere più di monologo che di nel suo insieme era scandita da due momenti
dialogo e pertanto presentava qualche sfida non più volte ripetuti: 1) ascoltare; 2) socializzare,
trascurabile anche ai colleghi più avanzati ossia scambiare i personali risultati dell’ascolto
linguisticamente che, pur intenti a osservare la con quelli degli altri membri della “classe”.
“mini-lezione”, avrebbero potuto discutere Quest’ultima operazione, di natura più
insieme quesiti sul dialogo. Così, mi ero “scolastica”, era articolata a sua volta in scambi
riproposta tra le finalità collaterali del mio lavoro tra coppie di “studenti” sempre diverse; la lingua
anche quella di mostrare una possibile di scambio era lasciata libera: si poteva,
differenziazione in classe degli obiettivi di volendo, ricorrere alla propria madrelingua.
un’attività didattica, in quel caso di un Ascolto,
partendo da uno stesso testo, e avevo Ma quali erano concretamente i compiti da
predisposto che anche i principianti e i molto svolgere durante la fase di ascolto? Quali
esperti in lingua inglese, dopo aver terminato istruzioni avevo dato ai miei “studenti”? Su
l’osservazione e protocollato i loro dati, questo punto vorrei soffermarmi non solo per
potessero svolgere dei compiti per la chiarezza di esposizione qui dovuta, ma anche,
comprensione dell’intervista. Il vero e proprio come ho premesso, per ribadire con maggior
gruppo target di “studenti” era però quello di precisione le risposte che in fase di commento
livello intermedio (nella scala QCER circa B1). al termine dei lavori avevo dato ai colleghi
Qui di seguito esporrò pertanto le istruzioni- partecipanti. Non a caso, proprio sulle istruzioni
guida da me date a quegli “studenti”, più avanti dell’insegnante e quindi sugli obiettivi espliciti
farò invece solo qualche breve cenno o qualche dell’ascolto previsti dalla tecnica di cui mi sono
rimando in nota ai compiti assegnati in modo avvalsa sono sempre sorti i dubbi più
mirato agli altri due gruppi di colleghi, quello dei interessanti. Ebbene, avviata l’attività, dopo aver
molto avanzati e quello dei principianti in lingua dato alcune istruzioni preliminari relative alla
inglese, che nell’economia del workshop generale disposizione al lavoro, ad esempio
avevano ricevuto l’incarico primario di osservare quella di rilassarsi, di concentrarsi sul dialogo
e analizzare l’attività. senza tensione o ansia di non capire, ho invitato
la classe “semplicemente” ad ascoltare (e
Il dialogo consiste in una video-intervista a un osservare)5 la sequenza videoregistrata.
personaggio della jet society interessante
soprattutto per la sua notorietà nel mondo

4 5
http://www.youtube.com/watch?v=rcxe8ptftOI Non mi soffermerò in questa sede sui vantaggi (e
svantaggi!) della visione nelle attività di ascolto. Nella
- 42 -
Apparentemente, nel contesto di Tutto questo, dunque, si attivava nella mente
apprendimento organizzato nella classe con gli degli “studenti”, e in ciascuno di loro secondo
“studenti” raccolti in cerchio a ridosso del tempi e modalità diversi: ascoltare e
videoschermo e l’”insegnante” appartato al di comprendere lingua parlata così come
fuori del gruppo, ogni ascoltatore si ritrovava percepire e capire qualsiasi altro fenomeno,
nell’impatto col testo duramente abbandonato comunicativo o meno, è infatti un processo
a se stesso. Nelle fasi di scambio invece il individuale, selettivo e attivo. Capire discorsi,
gruppo si animava e in ciascuna coppia era come conveniamo, vuol dire inoltre attribuire
evidente il desiderio di domandare, confrontare, significati a sequenze di suoni in un contesto
verificare quanto si era sentito o creduto di sociale-culturale7 che fornisce e delimita al
sentire. contempo la scelta dei significati comprensibili,
ovvero attribuibili al testo.
In realtà, nei due minuti6 dell’intervista e in
ognuna delle sue repliche da me già È dunque partendo da questi assunti che
preannunciate ciò che si creava tra avevo dato la consegna del compito, quella
l’ascoltatore/spettatore e l’evento comu- appunto di ascoltare. Ciò che io nei panni
nicativo veicolato dal video era una realtà a sé dell’insegnante mi aspettavo che accadesse nel
stante, avulsa dal contesto della classe e quasi gruppo era che nelle ripetute fasi di ascolto e
magica, qualcosa che ci richiama alla mente ciò scambio delle esperienze gli “studenti”
che si instaura tra un lettore e un buon romanzo, riuscissero progressivamente, sempre meglio,
tra uno spettatore e un film di qualità, tra un non soltanto a cogliere e connettere tra loro dati
ascoltatore e un brano musicale di pregio. Lo e impressioni sulla persona intervistata e su
“studente” in quel momento non era quello che diceva, ma anche ad avanzare
abbandonato bensì immerso nella realtà che a ipotesi, dare forma a dubbi, intuire questioni che
ogni replica delle parole e delle espressioni dei avrebbero potuto porre agli altri ascoltatori nella
due personaggi si costruiva nella sua mente con fase di consultazione.
tratti via via più chiari e distinti.
La parola, invece, che avevo volutamente
Ciò che avveniva nelle menti degli “allievi” (e evitato di usare era ‘capire’. E perché avrei
che io mi aspettavo che avvenisse) si svolgeva dovuto usarla? Non è scontato che chi ascolta
su due piani diversi e paralleli ma complementari altre persone che interagiscono voglia capire
di elaborazione dei dati in entrata: sul piano della quello che esse stanno dicendo e facendo? E
percezione, relativo ai suoni (sia verbali che non non sarebbe stata per i miei “studenti” una sfida
verbali, quelli soprasegmentali, per intenderci, e frustrante quella di dover (!) capire interlocutori
del contesto) e su quello, più genericamente che conversano in una lingua straniera
definito cognitivo, dell’elaborazione dei dati disinvoltamente e senza accortezze nei
stessi che man mano si organizzavano in fatti e confronti di eventuali ascoltatori inesperti? O
contesti logici correlati, quello insomma della forse avrei dovuto suggerire loro di riconoscere
(ri)costruzione dei contenuti - alcuni certi altri solo alcune informazioni da me prescelte e
presunti - che gli ascoltatori coglievano e/o certamente presenti nel dialogo? Questo però
attribuivano al testo dell’intervista. sarebbe stato un obiettivo didattico molto
diverso da quello che stavano perseguendo!

mia descrizione richiamo l’attenzione solo sui ricostruendo) schemi interpretativi e comportamentali
fenomeni auditivi-acustici. sempre più complessi. Lavora insomma a una sorta
6
Esattamente 2’16’’. di “intercultura” che da parte dell’insegnante è bene
7
Così come fa nell’appropriarsi della nuova lingua, nutrire con sempre nuovi input, ricerche e nuovi
anche nell’approccio alla nuova cultura lo studente confronti, non farcire di preconcetti, cliché, luoghi
procede progressivamente costruendo (e comuni.
- 43 -
Quella che gli “allievi” stavano svolgendo era verrebbe più agevolmente risolto, è anche vero
un’operazione del tutto ispirata a ciò che fa un che resterebbe trascurato ciò che uno studente
ascoltatore autentico nella propria madrelingua, dovrebbe più urgentemente praticare, non solo
e che lungi dal porsi come esercizio “scolastico” in classe ma anche fuori della classe, vale a dire
chiede loro di comportarsi come ascoltatori esporsi a un input di lingua adeguatamente8
autentici, con la sola condizione di rilassarsi, di massiccio, ricco e soprattutto autentico nella
“immergersi nel mondo dei suoni” e di calarsi nel massima autonomia e nella migliore delle
contesto evocato dall’intervista. L’unico disposizioni psichiche mettendo in atto,
intervento didattico era, come dicevo sopra, la sull’esempio e a emulazione di ciò che si fa nella
possibilità data alla “classe” di vita reale e nella propria madrelingua, tutte le
riascoltare/rivedere più volte la videosequenza. strategie di comprensione dei significati, la
creazione di ipotesi, la formulazione, la convalida
Certamente, si può in generale obiettare che o l’abbandono delle stesse.9
è sempre auspicabile, se non altro per
economia di tempo, aiutare lo studente nel suo Ribadisco dunque in questa sede
percorso esplorativo dei significati del testo, nel l’eccellenza dell’attività di ‘Ascolto autentico
suo lavoro di comprensione e “appropriazione” rilassato’ rispetto ad altre strategie di ascolto.
della rete di informazioni in esso presente, lo si Sostengo inoltre che le tecniche di introduzione
può sostenere con interventi didattici mirati, ad a un’attività di comprensione auditiva che non si
esempio tramite attività “guidate” come quella limitino semplicemente
appena accennata qui sopra, o fornendogli ad attivare nel soggetto conoscenze pregresse
vocaboli chiave, facendogli svolgere lavori e aspettative sui contenuti
lessicali di preparazione all’ascolto e via di globali dei testi e sui loro contesti ma si
seguito. Tuttavia, se è vero che in tal modo il estendano al piano strettamente linguistico
compito relativo a quel determinato testo formale guidando l’ascoltatore nel lavoro di

8
Non affronto qui il problema dell’adeguatezza di un da Stephen Krashen nella sua ‘ipotesi dell’input’:
testo autentico per un certo livello di competenza. http://formazione.dilit.it/articoli/LoStatoDellInsegnam
Sono numerosi i fattori che determinano la entoDelleLingueStraniere.htm?height=400&width=60
comprensibilità di un brano per un determinato 0&keepThis=true&TB_iframe=true
soggetto. La complessità, per esempio, di un e 2) alla seguente intervista di Paolo Torresan e
dialogo, le più o meno frequenti “opportunità” date Manuela Derosas a Christopher Humphris:
dal testo all’ascoltatore di inferire informazioni, la http://www.itals.it/articolo/circa-l%E2%80%99uso-
maggiore o minore correlazione della sua rete di dati dei-testi-autentici-colloquio-con-christopher-
e fatti con schemi più o meno convenzionali nella humphris
9
cultura di riferimento, il fatto che questi schemi siano Non intendo con ciò negare in toto l’efficacia dei
più o meno simili a quelli della cultura del discente, percorsi didattici studiati per la comprensione
per non parlare di altre complicanze occasionali, per auditiva che prevedono fasi di introduzione alle
esempio di ordine acustico come i disturbi sonori attività volte a sostenere fortemente il lavoro dello
nell’ambiente, e così via, tutto può rendere più studente. Riconosco utile, insomma, ma del tutto
difficile il rapporto dell’ascoltatore col testo. diverso soprattutto nella portata dei suoi obiettivi, il
L’autenticità, però, o quantomeno un’ottima compito di riconoscere nel testo parole, sintagmi, o
approssimazione all’autenticità (anche a teatro informazioni, anche contestuali, tramite un ascolto
ascoltiamo dialoghi autentici) resta una proprietà a mirato, di tipo selettivo, in un’attività “guidata” dal
sé, sempre valida a prescindere da quanto un testo compito assegnato e orientata alla scoperta di
sia facile o difficile e resta l’unica condizione che a componenti, vuoi di tipo formale, per esempio
mio parere deve essere salvaguardata nella scelta di fonico, vuoi di contenuto, utili per la comprensione
un brano per un’attività didattica. Per un approccio del testo stesso. Alcuni di questi erano stati
alla radice della questione, rimando a due fonti: 1) al effettivamente i compiti che avevo chiesto di svolgere
seguente articolo di Christopher Humphris al gruppo di colleghi-osservatori nel caso in cui
sull’argomento della comprensibilità di un testo nel avessero terminato di osservare/protocollare e
quale l’autore, come in altri scritti, riprende e critica il avessero avuto tempo residuo.
concetto di comprensibilità così come è stato diffuso
- 44 -
decodificazione fino ad anticipargli addirittura il lo sviluppo delle sue competenze facendo leva
significato di vocaboli “chiave” (scelti sui processi subcoscienti della mente, non
dall’insegnante e non da lui!) a) inducono consapevoli e soprattutto non monitorati
l’apprendente ad affidare di regola la dall’”esterno”, da un insegnante, da un
decodificazione di un testo orale a ciò che manuale, da un corso formale di lingua.
l’insegnante gli ha indicato come chiave di Sostengo insomma che a fronte di una
interpretazione del discorso, cioè al lessico, che tradizione educativa ancora fortemente
è una ma non l’unica delle componenti di un dominata dal controllo delle attività dello
evento comunicativo; b) gli suggeriscono di studente e dal sanzionamento delle sue
conseguenza di privilegiare - di regola - una prestazioni, le attività “estensive” di ricezione e di
strategia di ricerca dei significati basata su una produzione linguistica non hanno ancora
modalità di elaborazione dei dati (che non sono trovato, al contrario di quanto si crede, il giusto
solo linguistici) “dal basso”, una strategia cioè riconoscimento. L’apprendimento “guidato”
affidata prevalentemente alle componenti della grammatica, basato su processi attentivi
linguistico-verbali, trascurando proprio nella fase consapevoli, è senz’altro molto importante in un
di iniziale approccio al testo quella “dall’alto”, curricolo linguistico, tuttavia non dovrebbe
orientata sulla globalità dei contenuti, sulle esaurirlo. Non è tra gli obiettivi di questo articolo
conoscenze pregresse sia linguistiche che approfondire la distinzione e il rapporto tra i due
culturali ed enciclopediche, modalità processi di Acquisizione e Apprendimento
corroborata proprio dalla capacità nell’imparare una lingua seconda o straniera, mi
di rischiare anticipazioni e percorsi pare però degno di nota che nel dibattito
interpretativi diversi; c) gli propongono, glottodidattico la questione a tuttoggi non
conseguentemente, di procedere nel lavoro di sembra ancora appianata.10 Chiudo
decodifica sempre e in modo cosciente su l’argomento limitandomi a ribadire quello che ho
entrambi i piani di elaborazione dei dati relativi sempre premesso a ogni presentazione di
all’evento comunicativo, quello dei contenuti e tecniche didattiche, cioè che è utile tenere
quello delle forme linguistiche, piani che non separate le attività orientate sui contenuti
necessariamente l’apprendente, soprattutto a comunicativi da quelle puntate sulle forme
un livello elementare di competenza, riesce a linguistiche, così come è opportuno tener conto
mantenere attivi nella sua mente con lo stesso del grado di consapevolezza richiesto al
grado di attenzione e di efficienza; d) non lo discente dalle attività stesse. È importante inoltre
sostengono a procedere autonomamente nella rendere lo studente consapevole di queste
gestione del proprio processo di crescita nella strategie di studio.
comprensione auditiva con conseguenze anche
di lunga durata: reticenza ad affrontare in futuro Prima di terminare questa esposizione
nuovi testi autentici senza il supporto di un dedicata all’Ascolto rilassato vorrei dare spazio
insegnante o di un esperto, resistenza a esporsi a un’ultima ‘domanda frequente’ posta da
a un input linguistico ricco e complesso, alcuni colleghi a commento della tecnica.
condizione fondamentale anche del suo Perché costringere gli studenti ad
progresso linguistico generale. ascoltare/vedere un’intervista ripetute volte? E
quante volte bisogna tenerli legati al testo?
A tale proposito, vorrei sottolineare Ebbene, chi ha l’impressione che in queste
esplicitamente e con enfasi quanto siano attività gli studenti si sentano ‘costretti’ ad
preziose in un percorso di formazione linguistica ascoltare si pone a considerare il lavoro ancora
tutte le attività di acquisizione “spontanea” della dalla prospettiva sbagliata, quella
lingua, quelle cioè che promuovono nel discente dell’insegnante. Per rispondere alla domanda

10
Per l’approfondimento della questione rimando Principles and Practice in Second Language
direttamente all’opera di Stephen Krashen, ad es.: Acquisition, 1982.
- 45 -
occorre invece mettersi nella posizione degli ultimo, con la propria disponibilità a condividere
studenti. Saranno loro, gli allievi, a voler tali ipotesi con altri ascoltatori, a volerle discutere
riascoltare tante volte quante saranno loro per confermarle insieme o per confutarle.
necessarie a soddisfare ogni “curiosità”.
Saranno loro a chiedere di riascoltare finché non 2. Dresda 2015. L’Ascolto analitico
avranno colmato le proprie lacune, che loro
stessi giudicheranno importanti nella Il workshop condotto al seminario di Dresda
decodificazione del testo e nell’interpretazione nel 2015 (e ripetuto in due giornate consecutive)
dell’evento comunicativo. Insomma, il motore di intendeva proporre agli “studenti” alcuni esempi
un’attività didattica risiede, come tutti di analisi linguistica partendo da un brano orale
conveniamo, nella motivazione. E la motivazione già globalmente compreso in una precedente
in un’attività di ricezione/comprensione dipende attività di ascolto autentico, che fosse di tipo
dall’interesse sia per l’argomento che per il ‘rilassato’, come quello presentato a
compimento dell’attività didattica. Se dunque Norimberga/Amburgo, oppure realizzato grazie
tale duplice interesse (autentico!) manca, ad altre strategie di approccio al testo, per
l’attività è destinata a fallire e il suo obiettivo, la esempio sostenuto da un compito, da una
comprensione del testo, sarà mancato11. domanda, ecc., in un lavoro preliminare
comunque focalizzato sulle informazioni del
Per concludere questa prima sezione testo stesso. La condizione premessa
dedicata al workshop del 2013 richiamo i tratti all’ascolto analitico era dunque che il testo preso
essenziali della tecnica di ‘Ascolto autentico in esame fosse già noto agli “allievi” nei suoi
rilassato’ che avevo messo in pratica e ricordo contenuti, almeno per sommi capi.
che essa era articolata in più momenti mirati tutti
insieme a favorire un’esposizione quanto più Le attività inizialmente previste erano due: 1)
interessante ma non frustrante, orientata al il cosiddetto Puzzle linguistico e 2) un Ascolto
progresso ma non banalmente ripetitiva (e analitico fonologico e ritmico12 Nei reali limiti di
noiosa), libera ma non caotica, autonoma ma tempo a disposizione l’attività da me
non velleitaria, a un input di lingua parlata propriamente presentata è stata quella del
autentico, cioè non creato a fini didattici ma Puzzle. Le modalità di organizzazione dei lavori
raccolto dalla realtà linguistico-comunicativa di erano analoghe a quelle adottate per i seminari
parlanti lingua inglese. La consegna del compito di Amburgo/Norimberga: simulazione di una
invitava gli studenti a “perlustrare” un contesto lezione di lingua, osservazione e analisi dei lavori
comunicativo che presumibilmente era per loro svolti nelle loro varie fasi, plenum finale con
interessante, e al contempo li aiutava a imparare feedback, domande e commenti.
come “gestire” i suoni percepiti: “con l’orecchio”
lasciandosi “immergere” con leggerezza nel
mondo dei suoni e con la mente, cioè con la I testi prescelti erano, nell’ordine, una serie di
propria capacità di immaginare, anticipare, brevi interviste in inglese sul significato del
considerare o scartare ipotesi, e infine, non per museo come istituzione culturale in
cambiamento nel mondo contemporaneo e una

11
Questa è anche la ragione per la quale alcuni Ma per loro stessi, esperti nella lingua insegnata, il
colleghi che hanno già introdotto la tecnica nelle loro testo non presenta nessuna questione da risolvere,
classi, raccontano che, paventando il rifiuto da parte nessun impulso a scoprire! È qui invece che
degli studenti di assecondare le loro istruzioni, dovrebbe iniziare il lavoro della classe.
12
pongono un limite molto contenuto (e arbitrario) al In realtà, nel laboratorio ho accennato, almeno per
numero degli ascolti. In questo modo però essi quanto mi è stato possibile nei ridotti limiti di tempo,
interrompono negli ascoltatori il normale processo di a più attività didattiche non solo di ascolto analitico
costruzione delle interpretazioni. Il loro timore è che ma anche di produzione di lingua orale, sulla base di
gli studenti siano irritati dalle ripetizioni degli ascolti, diversi testi, tutti convergenti allo stesso ambito
che si annoino come loro stessi si annoierebbero. tematico.
- 46 -
canzone italiana dal testo critico nei confronti sempre nell’ambito della lingua parlata, siamo
della mercificazione dei valori nella nostra consapevoli della complessità dei significati
società. L’ampia tematica nella quale entrambi presenti in un singolo enunciato così come in
si inscrivevano era quella della tutela del una sequenza di ‘battute’ che definiscono uno
patrimonio culturale, della cura del sentimento scambio verbale, sappiamo cioè che il senso di
civico nei confronti della cultura e dei valori in uno scambio verbale è dato almeno 1) dalle
generale. ‘informazioni’ relative alla realtà fisica e psichica
cui le parole rimandano, cioè dal loro significato
Per introdurre le due attività di ascolto referenziale; 2) da quelle pertinenti la forza
analitico e inserirle più chiaramente nell’ampio performativa degli enunciati, dal significato
discorso degli obiettivi didattici di una classe di pragmatico delle parole; 3) da quelle infine
lingua, richiamo l’attenzione su un paio di relative all’evento comunicativo nel suo insieme,
assunti che mi sembra utile ricordare accanto a che rimandano alle convenzioni di natura
quelli già menzionati sopra a proposito della culturale, per esempio alle routine
comprensione sommaria di un brano. Gli argomentative, alle formule di apertura e
obiettivi delle due modalità di ascolto sono infatti chiusura del discorso, insomma dal significato
in parte diversi ma pur sempre correlati. L’analisi discorsivo.13
linguistica, ad esempio, di un dialogo produce
non solo un approfondimento della natura delle Il secondo assunto riguarda il soggetto
singole componenti in esso presenti (per percipiente, il lettore o, come nel nostro caso,
esempio del lessico) e delle loro relazioni di l’ascoltatore. In una classe di lingua l’ascoltatore
significato così come esse nel testo si posto davanti al compito di capire e/o
configurano (per esempio la sintassi), ma approfondire un testo opera non solamente
ovviamente anche un complessivo avvalendosi della sua attitudine naturale, diversa
ampliamento della rete di informazioni che lo per ciascun individuo, a percepire suoni, della
compongono, cioè una migliore comprensione sua capacità di distinguere fonemi, di una
del dialogo nel suo insieme. Così come, per memoria di lavoro più o meno sviluppata, ecc.,
ribadire quanto menzionato sopra, e non solo affidandosi al proprio stile cognitivo
analogamente un approccio globale focalizzato preferendo per esempio un approccio alla
sui contenuti come quello proposto dall’Ascolto decodificazione del testo più olistico o più
autentico rilassato alimenta, anche se per vie per analitico, bensì anche ricorrendo a precisi stili di
così dire occulte, il processo di acquisizione apprendimento e di studio acquisiti nelle sue
‘spontanea’ della lingua e così in ciascun allievo precedenti esperienze raccolte nel contesto
lo sviluppo della sua interlingua. I due approcci culturale di origine.14 Vorrei osservare, insomma,
al testo sono dunque complementari, e l’uno che gli effetti delle attività di analisi non sono
non esclude né riduce il valore dell’altro. sempre uguali e garantiti per ciascun soggetto,
così come essi non garantiscono per tutti i
Il primo assunto che vorrei qui menzionare, soggetti una stessa ricaduta sulle prestazioni di
ormai chiarito nella didattica delle lingue dalla riutilizzo nelle produzioni linguistiche, sia guidate
grammatica testuale, riguarda la definizione che libere. Soprattutto gli apprendenti che
dell’oggetto della comprensione di un hanno bisogno di più tempo per assimilare le
messaggio verbale. Ciò che facciamo nel regole linguistiche, infatti, spesso deludono le
tentativo di capire discorsi è essenzialmente attese dell’insegnante.
ricostruirne il significato. Sappiamo però trattarsi
non di uno ma di diversi significati. Per rimanere

13 14
Leech, G.N., Principles of Pragmatics,1983. Vedi, ad esempio, la teoria dell'Experiential
https://de.scribd.com/doc/144931484/Principles-of- Learning di D. Kolb.
Pragmatics-Leech-1983
- 47 -
Entrambe le considerazioni, dunque, ci presenza di un’espressione idiomatica
devono ricordare che le attività di analisi, o in apparentemente dissonante con la logica del
generale “puntate” sulle singole componenti di discorso, al fine di “giocare” con i colleghi e
un discorso, saranno in grado di contribuire a rispondere a una loro immediata curiosità dando
sviluppare nello studente sia la sua abilità di spazio alla loro sfida contro le difficoltà poste da
comprensione dei testi sia la sua competenza un nuovo segmento. I due brani erano i
linguistica a condizione che 1) esse rispondano seguenti16:
a una esigenza concreta e sentita come
“presente” dallo studente al fine di 1. I think the museum of the future will be a
comprendere/analizzare quel determinato place where you can have an experience with the
brano; 2) trovino quindi il discente “pronto” ad real in a world that’s increasingly networked,
accoglierne i risultati e a integrarli nella sua digitized and separated, it’s a place where you
grammatica “interinale”, cioè a metabolizzarli; 3) can come in and have a genuine physical
non smembrino la lingua atomizzandola in experience with things.
componenti che rischiano inesorabilmente di
rimanere separate e perciò prive di significazione
2. I think a lot of people still have the sort of
reciproca (la dualità di funzionamento della
traditional idea of what a museum is and that’s a
lingua); 4) non compromettano la compiutezza
sort of a dusty institution where nothing changes
anche estetica di un testo (basti pensare a
much. So I think …ehm …the future museum will
quante analisi grammaticali vengono
be a lot more open to change and sort of also a
forzatamente condotte su brani musicali,
lot more appealing to a wider audience, so it won’t
canzoni, testi poetici); 5) la scelta delle attività e
just be sort of the curator dictating what goes into
del loro oggetto, pur fatta dall’insegnante o dal
the museum but also… I think museums in the
supporto didattico, sia però rispettosa degli stili
future will take into account a lot more what their
di apprendimento di ciascun membro della
audiences want, what their local communities
classe e consenta comunque una varietà di
want and in that way they will be sort of leaders in
approcci e modalità di lavoro.
facilitating positive changes in society.

2.1 Il Puzzle linguistico


Il lavoro è stato affrontato questa volta da tutti
i partecipanti e, credo, con vivo interesse. A una
Alla luce di tutte le premesse qui sopra prima trascrizione del maggior numero possibile
esposte considero il Puzzle linguistico (o Lingua- di parole, realizzata grazie a ripetuti ascolti del
Puzzle)15 l’attività analitica di un testo orale più brano, sono seguite, come previsto dalla
proficua e anche più idonea a promuovere sia la tecnica, molteplici consultazioni tra pari e infine
competenza linguistica che l’autonomia del una discussione plenaria, supportata
discente. dall’”insegnante”, su alcuni punti dell’intervista
che ponevano nell’economia del testo qualche
Nel laboratorio di Dresda la videosequenza di difficoltà più rilevante e quindi maggiore
interviste si prestava felicemente a una resistenza a inserirsi nella logica del discorso.
suddivisione del lavoro di analisi in base al L’obiettivo esplicito era la trascrizione
numero di persone intervistate e mi ha dell’intervista, nella sua compiutezza logica e
permesso quindi di sottoporre agli “allievi” ben nella sua formale integrità. Sia nelle fasi
due dei brani in essa contenuti, uno per la individuali della trascrizione che in quelle della
dimostrazione sistematica dell’attività, l’altro, per consultazione tra pari e della discussione
molti più difficile nel lessico a causa della plenaria dei “nodi” del testo gli “studenti”,

15 16
Per la descrizione dettagliata dell’attività rimando a https://www.youtube.com/watch?v=Ul06FHUZiSU
P. Catizone et al., Volare, Guida per l’Insegnante,
1997, Klett Verlag.
- 48 -
avvalendosi della logica, della loro personale “precoscia” acquisita grazie al contatto
esperienza su ciò che si può sostenere a (sistematico e motivato) con la complessità della
proposito dei musei, delle considerazioni fatte ricca lingua autentica. Nella sua veste di guida
dai loro compagni di gruppo, così come delle all’esplorazione del brano, il docente non ‘dà’ la
loro differenti nozioni sulla lingua inglese, grammatica ma la integra, non impartisce
cercavano di ricostruire il brano ovviando alle nozioni ma assume piuttosto ruoli di sostegno,
carenze di ciò che gli consegnava l’orecchio. a partire da quello di semplice tecnico del suono
fino a quello di aiuto-sintetizzatore delle singole
Nel loro impegno a ricostruire il “puzzle”, informazioni linguistiche nella struttura sempre
dunque, gli studenti non perseguono uno scopo più ampia e complessa della competenza
puramente “compilativo”, limitato alla metalinguistica, nelle nozioni esplicite e
trascrizione delle frasi del testo. L’obiettivi formalizzate della grammatica così come lo
didattico sovraordinato a quello esplicito della studente le trova nel suo manuale.
trascrizione, ciò che gli studenti molto più
profondamente e più ampiamente praticano Quello del docente in questa attività non è
grazie a questo esercizio si può definire come dunque un ruolo trascurabile, e tuttavia la
‘grammatica del testo’ (a tutto campo), ciò a cui delimitazione dei suoi movimenti nella classe di
devono rispondere sono domande di diversa lingua trova ancora molte resistenze. Il dover
natura, questioni lessicali, sintattiche, restringere, da parte dell’insegnante, il proprio
fonologiche, semantiche socioculturali, e così campo di azione, il dover rinunciare alla capacità
via. Ciascuno dei componenti del gruppo, e alle continue opportunità di “dare” regole
facendo tesoro delle proprie risorse e di quelle giuste e sopprimere gli errori commessi dagli
degli altri membri, sviluppa, arricchisce, amplia il studenti fa sì che proprio l’insegnante sia, a mio
suo “programma interno”17, la sua grammatica, avviso, il maggior ostacolo all’affermazione di
la sua interlingua. tutte quelle tecniche didattiche che intendono
rifarsi a un approccio
La fase di discussione plenaria (di alcune) all’apprendimento/insegnamento della lingua
delle difficoltà di decodificazione mette in luce fondato sulla centralità dell’apprendente e
con chiarezza il ruolo dell’insegnante. sull’orientamento all’azione delle attività. Ciò che
Nell’osservare i suoi interventi constatiamo che una strategia investigativa come quella
la sua funzione non è semplicemente quella di promossa dal Puzzle linguistico coerentemente
fornire dall’alto soluzioni e regole, né tantomeno promuove nella classe è un vero e proprio
quella di elargire premi e punizioni, di ammettere ribaltamento del rapporto insegnante-studente
le risposte giuste alle questioni che si e di conseguenza una radicale redistribuzione
presentano e sanzionare quelle sbagliate. Più delle energie tra i membri che la compongono.
esattamente, il docente “si limita” a spronare la
ricerca del discente sollecitandolo a non 2.2 L’Ascolto analitico fonologico e ritmico
accontentarsi dei “suoni” raccolti dall’orecchio e
fare appello invece a tutto ciò che sa sulla nuova Come già accennato, non sono riuscita per
lingua (e sulle lingue che già conosce), a tutta la questioni di tempo a presentare l’attività al
sua conoscenza enciclopedica, a ciò che seminario di Dresda. Il percorso didattico,
intuisce possa essere corretto e logico in quel scandito da un ascolto autentico ‘rilassato’ per
segmento di evento comunicativo, a ciò che si la pura e semplice fruizione del brano, da una
aspetta18 debba essere giusto, a fare leva, in produzione orale sui contenuti della canzone, da
generale, sia sulla sua competenza linguistica un’ analisi del testo, fino alla riproduzione in
appresa consapevolmente che su quella karaoke del ‘ritornello’ da parte dei partecipanti

17 18
Cfr. Corder, S.P. 1967. Si parla infatti di „grammatica pragmatica delle
aspettative“.
- 49 -
mi era invece riuscito con successo poco tempo Gli aspetti da analizzare/esercitare erano in
prima, in un precedente workshop allestito, in dettaglio due: la pronuncia delle frasi, con
collaborazione con i colleghi di alcuni licei della particolare riferimento agli accenti tonici e al
città, all’Università di Würzburg insieme a due fenomeno della ‘sinalefe’, e il ritmo dato
colleghe del dipartimento di Italiano nel quadro dall’insieme di questi e altri elementi (come la
delle manifestazioni promosse dal Ministero durata dei suoni) e dalle pause presenti nelle
degli Esteri per la Settimana della Lingua Italiana strofe. Gli obiettivi dell’analisi erano almeno tre:
201519. 1) quello prettamente linguistico mirato alla
scoperta degli elementi formali suddetti; 2)
In questa breve esposizione, dunque, quello ‘didascalico’ della messa in pratica di una
riferisco per sommi capi almeno la parte tecnica di analisi; 3) quello pragmatico-ludico
dedicata al ‘ritornello’ della canzone al fine di della preparazione di una replica in karaoke da
completare il discorso finora svolto con un’altra parte del gruppo.
tecnica analitica focalizzata questa volta su
singoli aspetti formali di un brano orale. La Anche questo lavoro era stato preceduto,
canzone in questione, un brano ‘rap’ lanciato nel come sempre, da altre attività estensive sulla
2012 a un concerto di solidarietà dopo il canzone, che avevano permesso ai ragazzi di
terremoto in Emilia, è “Se il Mondo Fosse”20, il comprenderne globalmente e di discuterne i
testo del ‘ritornello’, il seguente: significati. Si era passati quindi all’analisi del
‘ritornello’ e alla ricerca degli elementi formali
grazie a diversi ascolti e con il supporto della
trascrizione delle strofe su un foglio di lavoro
distribuito in precedenza; questa fase di raccolta
Forse la vita è il bene più caro
dei dati si era alternata con la consultazione tra
se il mondo fosse un regalo pari e il confronto dei risultati individuali; infine, a
se non contasse quanto denaro chiusura di questa fase, c’era stata una verifica
se il mondo fosse un regalo in plenum dei risultati definitivi dell’analisi, da me
se Dio camminasse tra gli uomini supportata attraverso domande e sollecitazioni
se il paradiso fosse qui a confrontare e scegliere. Qui di seguito la sintesi
se il mondo fosse un regalo. del lavoro (le barre trasversali separano le unità
tonali, la sillaba sottolineata indica l’accento
tonico preminente):
Forse la vita è il bene più caro
se il mondo fosse un regalo Forse // la vitaèil // bene più // caro
se non contasse quanto denaro seil mondo // fosseun re // galo
se il mondo fosse un regalo se non // contasse // quanto de // naro
se Dio camminasse tra gli uomini seil mondo // fosseun re // galo
se il paradiso fosse qui se Dio cammi // nasse tra // gliuomini
se il mondo fosse un regalo. seil paradiso // fosse qui
seil mondo // fosseun re // galo

19
A. Bernar, G. De Rossi, A. Radatti, “Gli Italiani ‘XV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo,
Cantano”, 28 ottobre 2015, Universität Würzburg, L’Italiano della musica, la Musica dell’Italiano’.
20
Neuphilologisches Institut/Romanistik, contributo alla https://www.youtube.com/watch?v=oJ-fgHhCWsI
- 50 -
Forse // la vitaèil // bene più // caro per il quale l’insegnante tende a “esagerare” nel
seil mondo // fosseun re // galo suo zelo pedagogico, convinto che per evitargli
se non // contasse // quanto de // naro lo stress debba necessariamente fornirgli tante
informazioni preliminari al vero e proprio Ascolto:
seil mondo // fosseun re // galo
vocaboli, domande guida, nozioni grammaticali.
se Dio cammi // nasse tra // gliuomini Un input, questo, che invece di incoraggiare lo
seil mondo // fosseun re // galo studente a confrontarsi con le informazioni del
seil paradiso // fosse qui testo si traduce spesso in controproducenti
se il mondo // fosse un re // galo “distrazioni” dai veri obiettivi: ascoltare,
ipotizzare, verificare.
Non sorprende che all’interesse mostrato dai
ragazzi durante la fase di analisi sia seguito, Ciò che, invece, l’insegnante può fare per
dopo un primo momento di esitazione, un vero aiutare lo studente, oltre che introdurlo in una
e proprio entusiasmo nell’esibizione collettiva del certa tematica e motivarlo con attività ausiliarie
brano. intorno ai suoi contenuti, come una discussione,
per esempio, è “semplicemente” creargli le
Conclusioni condizioni migliori per lavorare, da una parte
lasciandogli lo “spazio mentale” per muoversi in
In oltre mezzo secolo di attività teorica e piena autonomia, sempre restando disponibile
applicata la glottodidattica si è dovuta per ogni sua
costantemente confrontare con la difficile sfida richiesta, dall’altro
imposta dalla comunicazione orale e in primo facendo leva sul Gabriella De Rossi
luogo con l'abilità di capire interlocutori che suo interesse
Universität
interagiscono in tempo reale, la capacità di all’esplorazione e
Würzburg
cogliere il senso di discorsi, documenti audio e alla scoperta sia dei
video, e così via. E non a caso. Sappiamo tutti contenuti che della
per esperienza che per lo studente di lingua “lingua” nel testo.
(L2/LS) la comprensione orale si presenta come
un’impresa più ardua rispetto a quelle delle altre
abilità comunicative. A differenza degli altri
compiti, l'ascolto impone i propri tempi, sfugge
a facili tattiche di aggiramento e non si lascia
costringere in ruoli subordinati o ausiliari.
Affrontare la comprensione auditiva in lingua
straniera, insomma, significa fin dal primo
momento confrontarsi con un mondo di suoni
“chiuso”, quasi impenetrabile.

Nell’approccio di lavoro discusso nei due


laboratori qui presentati si propongono strategie
di ascolto che aiutano lo studente ad accostarsi
ai testi orali con modalità operative del tutto
diverse a seconda che voglia comprenderne le
informazioni o che voglia focalizzare la sua
attenzione su uno o più aspetti linguistico-formali
dei testi stessi. Il primo compito, che è sempre
condizione per lo svolgimento del secondo,
pone al discente le più grandi difficoltà, motivo

- 51 -
Indicazioni bibliografiche e sitografia

http://formazione.dilit.it/

CATIZONE, P. et al. 1997, Volare, Guida per l’Insegnante, Klett Verlag.

http://formazione.dilit.it/articoli/LoStatoDellInsegnamentoDelleLingueStraniere.htm?height=400&width
=600&keepThis=true&TB_iframe=true

http://www.itals.it/articolo/circa-l%E2%80%99uso-dei-testi-autentici-colloquio-con-christopher-
humphris

KRASHEN, S., 1982, Principles and Practice in Second Language Acquisition, Oxford, Pergamon
Press.

LEECH, G.N. 1983, Principles of Pragmatics, Longman London and New York.

CORDER, S.P. 1967, The Significance of Learner’s Errors, International Review of Applied Linguistics,
5, 161-170.

- 52 -
Suggerimenti
Pagine a
cura delle
case
editrici
Foto: .puddle. • CC: BY-NC
Allegro nuovo A1 _____________________________________________________________56

Simona Rasi, Maria Gloria Tommasini, Mimma Flavia Diaco

Spazio Italia__________________________________________________________________58

Corso di italiano per stranieri

UniversItalia 2.0_______________________________________________________________60

L’Italia all’università e a casa

Marinella Vannini

Catalogo Edilingua____________________________________________________________62

Campus italiano per stranieri ___________________________________________________64

a cura di Mondadori Education / Le Monnier


Suggerimenti

Allegro nuovo A1
Simona Rasi

Allegro nuovo A1 è la riedizione del manuale Allegro (Kle0) per l’apprendimento della lingua
italiana des7nato a chi si avvicina per la prima volta al suo studio. Si ada0a perfe0amente a
principian7 assolu7, ma anche a chi possiede già qualche conoscenza pregressa. Oltre alle nove
lezioni di dieci pagine ciascuna che seguono la progressione gramma7cale, lessicale e tema7ca del
Quadro Comune Europeo, il testo con7ene tre Ripassi di due pagine dedica7 all’approfondimento
di alcuni aspeE quo7diani e culturali della vita in Italia. Nella seconda sezione del volume si
trovano l’eserciziario per il fissaggio dei contenu7 e delle stru0ure linguis7che e un Supplemento,
raccolta di aEvità ed esercizi per un ulteriore ripasso e per il consolidamento delle competenze
acquisite. Il manuale con7ene un CD per lo sviluppo delle abilità di comprensione orale che offre
dialoghi spontanei per avvicinare lo studente all’uso auten7co della lingua.

Grazie ai suggerimen7 e all’esperienza didaEca di insegnan7 e studen7 che avevano lavorato con
la precedente edizione sono state apportate significa7ve modifiche per facilitare ulteriormente sia
l’insegnamento che l’apprendimento dell’italiano: si apprezzano le tema7che più a0uali, l’aggiunta
di nuove foto e un layout in generale più snello e moderno. La progressione dei contenu7 è più
graduale per perme0erne una maggiore assimilazione da parte dei corsis7: a questo proposito è
stata anche inserita una breve lezione iniziale di due pagine con formule di saluto e numeri da 0 a
10. Nelle lezioni sono sta7 aggiun7 diversi esercizi e modelli di dialoghi per facilitare la
comunicazione, le le0ure sono state semplificate e i ripassi resi più cor7 e semplici grazie anche
all’introduzione di giochi che mo7vano e favoriscono lo sviluppo delle competenze orali.

Certamente, tra i pun7 di forza, si apprezza la fruibilità dei materiali, il cui impiego è senza dubbio
piacevole, efficace e mo7vante. Le tema7che sono introdo0e da immagini e ascol7 “input” che
perme0ono agli studen7 di avvicinarsi al nuovo partendo da un contesto s7molante e auten7co
della realtà italiana. La grande a0enzione all’aspe0o comunica7vo non penalizza l’analisi delle
stru0ure linguis7che chiaramente tra0ate negli specchieE gramma7cali e comunica7vi e nelle
sezioni di fone7ca.

Il manuale si è dimostrato un oEmo strumento di lavoro sia per me come docente che per i
corsis7 che lo hanno u7lizzato nel loro percorso di apprendimento.
Suggerimenti

Maria Gloria Tommasini, Mimma Flavia Diaco

Spazio Italia
CORSO DI ITALIANO PER STRANIERI

Un approccio pragmatico, facile e incoraggiante, per comunicare da subito e imparare


divertendosi.

Mimma Flavia Diaco, Maria Gloria Tommasini Maria Gloria Tommasini, Mimma Flavia Diaco Maria Gloria Tommasini, Mimma Flavia Diaco Maria Gloria Tommasini
SPAZIO ITALIA
con CD-ROM

SPAZIO ITALIA • Easy reader inclus


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Corso di italiano per stranieri Corso di italiano per stranieri • Video autentici ttivi Corso di italiano per stranieri • Video autentici ttivi Corso di italiano per stranieri
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1 MANUALE + ESERCIZIARIO 2 MANUALE + ESERCIZIARIO


LIVELLO A2
3 MANUALE + ESERCIZIARIO
LIVELLO B1 4 MANUALE + ESERCIZIARIO
LIVELLO B2
LIVELLO A1

DVD-ROM DVD-ROM DVD-ROM

RISORSE RISORSE RISORSE


ONLINE ONLINE ONLINE

Il progetto
• Un corso per stranieri adulti e giovani • Video autentici mostrano esempi reali dei
adulti, finalizzato all’acquisizione della principali aspetti socioculturali della lingua
competenza comunicativa, per interagire d’uso.
in contesti diversi.
• Il focus è centrato sulla lingua parlata,
• Pensato soprattutto per studenti di senza trascurare le abilità di produzione e
madrelingua tipologicamente distante comprensione scritte.
dall’italiano.

La struttura del corso


Quattro livelli (A1, A2, B1, B2) costituiti da Volume + Eserciziario per lo studente. Ogni livello
propone:
• un manuale e due test redatti sui modelli • una storia modello easy reader (livelli A1 e
degli enti certificatori; A2);
• un eserciziario; • oltre 100 esercizi aggiuntivi.
• glossari multilingue, fra cui tedesco;
Suggerimenti
La struttura dell’unità

Ogni unità del manuale è suddivisa in tre sezioni:


• VIVERE LA LINGUA: introduzione all’unità • SAPERE LA LINGUA: riporta l’attenzione
e esercizi di tipo comunicativo, proposti su pronuncia, grafia, grammatica, fun-
attraverso diversi input: zioni comunicative e lessico dell’unità, e
sullo sviluppo delle abilità di compren-
• immagini e dialoghi;
sione e produzione.
• brevi documenti;
• CIVILTÀ: invita alla riflessione su
• brevi tabelle grammaticali da comple- somiglianze tra cultura italiana e le culture
tare. Si conclude con la sezione di provenienza degli studenti. Seguono le
Giochiamoci su! rubriche L’Italia in video e L’Italia in
Internet.
Spazio Italia digitale
Il Libro in digitale di Spazio Italia si trova sulla piattaforma Booktab. Con il Libro in digitale è
possibile:
• navigare all’interno delle pagine del manuale (tutto il testo sfogliabile, in PDF);
• ingrandire e proiettare parti del libro;
• eseguire tutte le attività in modalità
interattiva e multimediale;
• controllare e soluzioni;
• collegarsi direttamente dalla pagina ai
contenuti audio e video;
• includere note e aggiungere eviden-
ziazioni;
• accedere direttamente ai materiali
extra;
• salvare il lavoro svolto.

La dotazione multimediale ad accesso riservato


• Ascolti del manuale e • Glossario in francese Glossario
dell'eserciziario;
• Glossario in tedesco (a cura di Unità 1 Italiano Tedesco

• Ascolti delle attività B. Bergero e G. Pedrotti, il Vivere la lingua


Ciao, come stai? Hallo, wie geht es dir?

extra; glossario in tedesco segue


ciao hallo
come wie
stare hier: nach dem Befinden
l’ordine progressivo delle unità fragen

• Trascrizioni; Abbinate le parole alle


foto.
hier: Ordnen Sie die Wörter
den Bildern zu.

traducendo i lemmi in base alla abbinare


parola, la
zuordnen
Wort

• L'Italia in video; loro comparsa, ma è anche foto, la


pizza, la
Bild
Pizza

fruibile come file excel in cui


spaghetti, gli Spaghetti

• Glossario; caffè, il
cappuccino, il
Kaffee
Cappuccino

riordinare i lemmi a proprio Colosseo, il Kolosseum (Rom)

• Soluzioni; piacimento)
mare, il
gondola, la
Meer
Gondel
In coppia Zu zweit

• Glossario in inglese
Quali altre parole italiane hier: Welche anderen
conoscete? italienischen Wörter kennen

• Eserciziario per russofoni. quale


Sie?
welcher, welche, welches

- 59
47 -
Suggerimenti

UniversItalia 2.0
L’Italia all’università e a casa
Marinella Vannini

Per gli studenti e i


docenti delle università,
politecnici, scuole interpreti,
conservatori, accademie
musicali e artistiche, da
settembre 2016 sarà nelle
librerie il volume A1/A2 di
UniversItalia 2.0, la nuova
edizione, completamente
rinnovata, di UniversItalia.

Un corso di italiano in
due volumi (il secondo
volume, B1/B2, uscirà nel
2017) su misura per gli
interessi e le abitudini di
apprendimento degli
studenti.
Un libro di testo moderno
che risponde alle
aspettative e alle esigenze,
sia degli studenti di
romanistica, che hanno
bisogno di una formazione
approfondita, sia degli
studenti di tutte le altre
facoltà ed istituti, che
vogliono imparare l’italiano
in un arco di tempo rela-
tivamente breve.
Un manuale che consente agli studenti di progredire rapidamente nelle quattro abilità, di
Suggerimenti
imparare a comunicare in situazioni quotidiane come se fossero in Italia, di sviluppare la
propria consapevolezza interculturale e di affinare le proprie strategie di apprendimento.

I presupposti didattici che hanno reso UniversItalia un libro di successo sono rimasti
invariati. Ma che cosa c'è di nuovo in UniversItalia 2.0?

La struttura delle lezioni è ancora più chiara, al fine di facilitare l’orientamento di studenti e
docenti.

I contenuti sono nuovi, attuali e legati alla vita studentesca. Sono nuovi gli ascolti, le letture
e gli esercizi nel libro di testo e nell’eserciziario.
L’opera è più compatta e consta di sedici dinamiche ed agili lezioni (otto per ognuno dei due
volumi) con un layout moderno, colorato e accattivante, con nuove foto e illustrazioni.

Nella prima pagina di ogni lezione, le immagini supportano il titolo e introducono gli
studenti nel tema. Lo specchietto colorato anticipa le funzioni comunicative trattate nella
lezione e il progetto da realizzare.

Nell’ultima pagina, un progetto, opzionale, propone agli studenti compiti creativi e orientati
all'azione per attivare, ripetere e fissare quanto appreso.

Alla fine di ogni lezione, una sintesi delle strutture grammaticali trattate aiuta gli studenti a
sistematizzarle.

Un’interessante e stimolante novità, in preparazione, è l’aula Moodle, una piattaforma


tecnologica da affiancare alla didattica in presenza, strutturata secondo la progressione del
libro di testo e strettamente legata ai suoi contenuti e obiettivi di apprendimento.
L’aula Moodle offre un’ampia gamma di attività ed esercizi supplementari da svolgersi a casa
e, soprattutto, promuove l’apprendimento autonomo degli studenti, offrendo loro
l’opportunità di prepararsi per gli esami così come se svolgessero un periodo di studio o uno
stage in Italia.

In preparazione anche una app – un’altra interessante novità – che permetterà di ascoltare
i testi orali senza bisogno di usare il CD.

Entro la fine del 2016 sarà, inoltre,


Titolo: UniversItalia 2.0
disponibile la guida per gli insegnanti
Corso di italiano - vollständige
del volume A1/A2 (la guida del
Neubearbeitung
secondo volume, B1/B2, uscirà alla fine
del 2017). Nella guida verranno illustrati Kursbuch + Arbeitsbuch + 2 Audio-CDs
i presupposti didattici e la struttura del 280 Seiten
manuale, verranno fornite le indicazioni
metodologiche per ogni attività, nonché Prezzo: € 26,99 (D)
le trascrizioni dei testi audio e le ISBN: 978–3–19–105463–2
soluzioni degli esercizi.

- 61
49 -
Edizioni Edilingua – Roma
L’italiano nel mondo… da insegnanti a insegnanti

Piccolo e forte!
Corso multimediale di lingua italiana per bambini

Con Piccolo e forte! si va a completare il corso Forte! che è quindi


così strutturato: Piccolo e forte! A e Piccolo e forte! B (volumi
propedeutici), Forte! 1 (A1), Forte! 2 (A1+) e Forte! 3 (A2).
Forte! è un corso originale e innovativo per bambini dai 4 agli 11
anni che si avvicinano alla lingua italiana in Italia o all’estero. La
ricchezza dei materiali, le proposte ludiche e la ripresa successiva
dei contenuti rendono Forte! adattabile a diversi stili di
apprendimento e a diversi contesti d’insegnamento.
In base all’età e alla competenza linguistica dei bambini, si può
scegliere di utilizzare:
• Piccolo e forte! A e poi Piccolo e forte! B prima di passare a Forte! 1
oppure
• Piccolo e forte! B prima di passare a Forte! 1

Libro + 1 CD audio Piccolo e forte! A è indicato per bambini di 4-6 anni e prevede un
ISBN 978-88-99358-04-4
pp. 112 - formato 21 x 29 primo contatto con l’italiano esclusivamente orale; Piccolo e forte!
B è indicato per bambini di 5-7 anni che si avvicinano
all’apprendimento della lingua italiana anche scritta.

Piccolo e forte! A si articola in:


• 1 Unità introduttiva e 6 unità, introdotte da canzoncine seguite da attività motivanti e
dall’ascolto di un breve episodio illustrato a fumetti;
• 2 Intervalli!!!, con attività e giochi stimolanti e divertenti per il riepilogo delle conoscenze;
• Il tesoro delle parole, un piccolo dizionario per immagini, utili a fissare e richiamare il lessico
acquisito;
• L’angolo del taglia e incolla, con le immagini da ritagliare e
utilizzare durante le attività proposte;
• Gioca con le flashcard!, con immagini per realizzare flashcard e
giochi come il memory e la tombola.

Piccolo e forte! B si articola in:


• 1 Unità introduttiva e 6 unità, suddivise in 2 sottounità introdotte
da canzoncine seguite da attività motivanti e dall’ascolto di un
breve episodio illustrato a fumetti;
• 2 Intervalli!!!, con attività e giochi stimolanti e divertenti per il
riepilogo delle conoscenze;
• L’angolo delle formule, che raccoglie tutte le espressioni viste;
• L’angolo dell’ABC, che fornisce i primi strumenti per imparare a
leggere e a scrivere in italiano;
• Il tesoro delle parole, un piccolo dizionario per immagini, utili a
fissare e richiamare il lessico acquisito;
• L’angolo del taglia e incolla, con le immagini da ritagliare e
utilizzare durante le attività proposte.
Libro + 1 CD audio
ISBN 978-88-99358-05-1
Entrambi i volumi offrono in allegato 1 CD audio, contenente i brani di ascolto, le
pp. 132 - formato 21 x 29
filastrocche, le canzoni (di cui viene fornita anche la sola base musicale per poter
giocare al karaoke).
Completa il corso la Guida per l’insegnante (disponibile anche online) che fornisce spiegazioni
dettagliate, indicazioni e consigli per lo svolgimento delle attività e dei giochi e materiale di
lavoro fotocopiabile.
Forte in grammatica! (A1-A2)
Teoria, esercizi e giochi per bambini

Forte in grammatica! è una grammatica di base rivolta a bambini


italiani e stranieri dai 7 agli 11 anni che presenta in modo chiaro,
intuitivo e giocoso le strutture fondamentali della lingua italiana e le
esercita tramite attività di diverso genere.
Data la sua versatilità, Forte in grammatica! può affiancare oltre al
corso Forte! qualsiasi altro corso di lingua italiana per bambini; si
adatta a diversi contesti e situazioni di apprendimento; infine, grazie
alle chiavi fornite in appendice, il volume si presta anche a un
percorso di autoapprendimento: il bambino può esercitarsi da solo a
casa sotto la guida di un adulto.
Forte in grammatica! presenta fenomeni grammaticali di difficoltà
progressiva attraverso esempi linguistici chiari e rappresentativi che
incoraggiano il bambino a formare induttivamente regole
ISBN 978-88-98433-32-2
pp. 152 - formato 21 x 29
grammaticali semplici.
Le 28 unità del volume sono percorse da un filo conduttore che narra
le avventure di un gruppo di bambini in gita scolastica: le situazioni presentate sono verosimili e
familiari, così come il lessico proposto, che è di immediata spendibilità.
Ogni 5 unità, nonché alla fine del libro, sono presenti dei test di ricapitolazione per misurare
i progressi del bambino in lingua italiana e per farlo diventare “forte in grammatica”!

Glossari interattivi
Applicazioni gratuite per smartphone e tablet

Un modo originale, efficace e divertente per imparare o


consolidare il lessico!

Lo studente può esercitarsi partendo dalla traduzione o


dall’italiano. Seleziona l’unità e comincia a studiare...
giocando!
L’applicazione propone le parole in ordine casuale. Lo
studente ha due pulsanti a disposizione: con scopri vede
la traduzione; mentre con aiuto può scegliere fra 3
alternative la traduzione corretta ricevendo un feedback
immediato.
Lo studente può inoltre salvare nei favoriti le parole da
ripassare, eliminare quelle meno importanti e,
soprattutto, ascoltare la pronuncia corretta, con la qualità
di Google Translate!

È disponibile l’applicazione dei glossari interattivi dei


principali corsi Edilingua:


Campus Italiano per stranieri

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e servizi per gli insegnanti
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unità campione dei libri, suggerimenti di lettura e pillole di cultura.
In quest’area indicazioni sugli incontri in programma e le istruzioni per
partecipare ai concorsi della casa editrice.

Per insegnare
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esercitare la lingua suddivise per livelli e per tipologia, approfondimenti di
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Inoltre, indicazioni sulle certificazioni della lingua e dell’insegnamento e tante
risorse per affrontarle.
Nella sezione Formazione docenti, articoli sui profili dei diversi apprendenti
della lingua italiana e utili spunti di riflessione sulla didattica.

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• Saggi di didattica e consultazione
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