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EA/04484

Corso di Laurea in Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe

Relazione
Il ciclo di incontri AAF, presieduto dal professore Alberto Manco, si è tenuto
nel mese di maggio 2022 presso la sede dell’Università “L’Orientale” di via
Duomo dove si sono svolti dei seminari utili al potenziamento delle basi della
Linguistica. Il corso si è svolto in quattro lezioni aventi ognuna un argomento
diverso da trattare con la presenza di dottorandi, studentesse e professori,
affrontando delle tematiche di linguistica associata ad eventi e/o fenomeni
presenti nel nostro quotidiano. Gli argomenti esaminati in aula sono stati:
identità di genere nel mondo dei social, dello spettacolo e attraverso il
linguaggio utilizzato nei siti d’incontri; l’utilizzo di termini discriminanti e
l’utilizzo di designazioni; ma anche l’identità di genere nella sociolinguistica, lo
studio della lingua nella società e l’approfondimento delle relazioni tra la lingua
e i gruppi sociali, grazie all’intervento della prof.ssa De Rosa. Insieme a quattro
studentesse abbiamo analizzato alcuni elementi, utilizzati come oggetto di
analisi per le loro tesi di laurea triennale, della linguistica applicata ai fenomeni
di marketing di alcuni brand di cosmetica, catturando l’attenzione del cliente
con pubblicità mirate. Abbiamo, inoltre, effettuato un’analisi di linguistica
applicata su fenomeni quali i Chatbot, software progettati per simulare
conversazioni istantanee con utenti, e su come siano in maggiore evoluzione al
punto tale da conversare con l’uomo attraverso forme fluide della lingua, con i
giusti tempi verbali, con la giusta punteggiatura e con la corretta costruzione
grammaticale della frase.
Una delle lezioni che ha maggiormente colto l’attenzione degli studenti in aula
è stata quella proposta dal professore Manco sul tempo verbale del congiuntivo.
Dopo aver introdotto le modalità di analisi che avremmo successivamente
adottato durante il corso della lezione, ossia attraverso un lavoro svolto su testi
proposti dal professore, l’attenzione si è spostata su un discorso più ampio
riguardante la conversazione: quando ci troviamo dinanzi ad un parlante,
possiamo riuscire ad analizzare variazioni fondamentali della linguistica:
diatopia, dal greco diá «attraverso» e tópos «luogo», un’analisi su base
geografica (Treccani – D’Achille), riguarda la variazione attraverso i luoghi in
cui una lingua è parlata e in cui i suoi parlanti risiedono o da cui provengono;
diastratia, formata col prefissoide dia- e la radice strato, o “variazione
sociale”, indica gruppi sociali di parlanti appartenenti alla stessa collettività che
differiscono nel modo di parlare. Tale variazione è sistematicamente legata ad
alcune caratteristiche intrinseche: anziani/giovani, abitanti di città/di campagna,
istruiti/non istruiti, professione che si esercita, ecc.. (Treccani – D’Agostino).
Quando una lingua cambia in base alla condizione comunicativa, ossia i diversi
modi in cui viene emesso un messaggio linguistico a seconda del contesto in cui
si trova, parleremo di diafasia; quando una lingua ha la capacità di cambiare a
seconda del mezzo utilizzato (grafico-visivo, fonico-acustico, ecc..) parleremo,
invece, di diamesia. Queste variazioni, spiega il professore, le riscontriamo al
giorno d’oggi in quello che viene definito linguaggio giovanile, una varietà
connotata sia a livello diafasico, cioè si realizza in situazioni che prevedono
argomenti specifici con temi isolati (scuola, amore, sballo, divertimento, ecc..),
sia a livello diastratico, caratterizzato dall’appartenenza del parlante a un
gruppo sociale specifico. Il linguaggio giovanile presenta delle funzioni:
1. Identitaria = necessità di darsi un’identità, quindi segnare l’appartenenza
ad un gruppo
2. Ludica = risolvere la necessità di deformare il linguaggio del singolo
gruppo
3. Ibrida = entrano dei termini che non fanno parte del sistema linguistico
nel suo apparato
4. Autoaffermazione = il linguaggio autoafferma sia nei confronti del
gruppo sia nel suo interno
Il linguaggio giovanile presenta un tono colloquiale informale, l’utilizzo
dialettale della scrittura, parole tratte da gerghi e tramandate nel tempo e termini
ricavati dai mass-media (TV, podcast, ecc..). Il professore ha poi fornito agli
studenti una serie di testi che differivano tra loro per la modalità e il periodo di
scrittura. Il primo è stato “Il Congiuntivo”, un brano di L. Baglioni, il cui video
è stato analizzato in aula. Il protagonista è un ragazzo il quale, dopo essersi
dichiarato con un biglietto con su scritto “se io starei con te sarei felice” capisce
di dover recuperare le proprie lacune in materia vedendo la ragazza scappare
via. Baglioni insiste sul fatto che il congiuntivo si usa per eventi che non sono
reali e citando il testo ha quindi “un ruolo distintivo” e questo passaggio è
provocatorio in quanto esso congiunge, non distingue ed esprime incertezze,
possibilità. Diversamente avviene nei testi musicali rap/trap. Il congiuntivo
appare in contesti in cui non serve mantenere un registro alto e nella maggior
parte i verbi sono volitivi e di espressione/comunicazione. Al 69% volere, al
5% credere o al 10% pensare sono i verbi utilizzati nei testi di Ghali, Rkomi,
ecc.. Infine con il cantautorato italiano degli anni ‘50/’60 troviamo testi di Rino
Gaetano, Guccini, De Andrè dove il verbo al congiuntivo è più frequente.

In conclusione i temi affrontati in queste giornate sono stati da spunto per un


approfondimento riguardante aspetti della linguistica che non sempre emergono
da studi riguardanti la materia in considerazione. Ho trovato d’ispirazione la
ricerca sul campo che alcune studentesse hanno svolto per elaborare la propria
tesi di studio sulle differenti modalità di proposta di un prodotto in diversi punti
vendita della stessa catena di negozi, così come ho trovato interessante come
fenomeni informatici siano stati esaminati sotto una lente linguistica, che non
avrei mai considerato prima.

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