Per didattica narrativa si intende un’attività in cui qualcuno racconta una storia, sia
esso l’insegnante o gli studenti, sia la storia vera o inventata, autobiografica o meno.
Il raccontare, l’ascoltare e il condividere esperienze e opinioni è alla base dei nostri
rapporti sociali e ha un ruolo fondamentale nel nostro sviluppo. Dai primi anni
Novanta, sempre più persone hanno potuto avvicinarsi alla narrazione tramite
immagini e video e condividere in rete le loro opere. Negli anni si è quindi sviluppato
un nuovo genere narrativo, chiamato digital storytelling: è un filmato breve,
realizzato con l’uso di più media (testo scritto, immagini, animazioni, materiale
audio e video) e condiviso in rete, che prevede il coinvolgimento emotivo dello
spettatore e che mette in gioco il narratore, il quale racconta una storia personale.
Due delle peculiarità più interessanti sono quindi le seguenti: la multimedialità e la
condivisione in rete. Quest’ultima permette di diffondere le proprie storie digitali,
ma anche di condividere il prodotto di altri e di commentarlo istantaneamente
interagendo con l’autore. Il digital storytelling prevede il sentirsi parte di una
comunità di narratori e ascoltatori.
Il digital storytelling racchiude in sé molteplici competenze: comunicativa,
iconografica, musicale, cinematografica, di letto-scrittura, le competenze tecniche
per produrre il video e diffonderlo in rete. Sarà inoltre necessario possedere le
strumentazioni tecnologiche, alcune delle quali oggi sono gratuite, atte a realizzare il
video, montarlo ed editarlo.
L’utilizzo del digital storytelling è una pratica che si va sempre più diffondendo in
ambito didattico. Nelle scuole il digital storytelling viene usato principalmente
secondo due modalità:
- mostrando narrazioni video create dall’insegnante, che può così introdurre un
nuovo argomento, attirare l’attenzione degli studenti e favorirne il pensiero
critico. L’attività produce nei discenti benefici di vario tipo (cognitivo,
metacognitivo, relazionale, motivazionale, legato alle varie abilità);
- facendo realizzare agli alunni una loro storia digitale, richiedendo quindi le
competenze di un testo argomentativo e favorendo al tempo stesso la media
literacy, ovvero l’educazione a un utilizzo critico e consapevole delle nuove
tecnologie.
La pratica del digital storytelling offre risultati particolarmente interessanti
all’interno delle classi di lingue. Può essere anche utilizzato efficacemente con
apprendenti di italiano L2 provenienti da un contesto migratorio. La
sperimentazione di Welisch ha riguardato la formazione di un laboratorio rivolto a
richiedenti asilo con bassissimo livello di scolarità: gli studenti erano chiamati a
realizzare ciascuno una storia digitale, in particolare un curriculum video che
prevedesse la presentazione di sé e il racconto delle proprie esperienze di vita. In tal
senso, l’uso del digital storytelling si rivela particolarmente importante per diverse
ragioni:
- sviluppo delle competenze orali, di letto-scrittura, di una maggiore
consapevolezza fonetica nella L2;
- riflessione metalinguistica sulla L2 (strutturazione di un discorso,
pianificazione del parlato, acquisizione di nuove parole);
- sviluppo della media literacy e introduzione alla registrazione, al montaggio,
all’editing dei video;
- sviluppo delle capacità di socializzazione e cooperazione tramite l’ascolto
attivo delle testimonianze dei compagni;
- stimolo alla creatività e alla personalizzazione (come la possibilità di inserire
video, audio, immagini cambiare l’ordine delle scene);
- supporto nel percorso di ricostruzione della propria identità in seguito
all’esperienza migratoria.
Per gli arabofoni è difficile riconoscere alcuni suoni, ad esempio “F/V”, “P/B” o lo
scambio vocalico “e/i”.
- Te in funzione di soggetto;
- Gli per “a lei”;
- Forme ’sto, ’sta per “questo”, “questa”;
- Gli per “ci” locativo, ipercorrettivo da “ci” italiano popolare per “gli”;
- Risalita “lunga” del clitico in complessi verbali;
- Anacoluto (o tema pendente o nominativus pendens);
- Che invariabile senza clitico di ripresa;
- Di cui, a cui, ecc. + clitico di ripresa;
- Concordanza a senso di verbo plurale con soggetto collettivo;
- Mancata concordanza del verbo con soggetti posposti che rappresentano il
nuovo;
- Affatto e assolutamente usati con significato negativo, specialmente nelle
risposte;
Cosa lo studente può fare nel gruppo Facebook con l’aiuto di altri (scaffolding)
Il contesto:
- Studenti universitari;
- Università pubblica (l’Universidad Complutense de Madrid);
- Diffusione generalizzata dei dispositivi portatili;
- Numerose distrazioni (feste, alcool, droghe leggere e non);
- Poco tempo a disposizione
Obiettivi:
Ipotesi di ricerca:
- Due corpus a confronto: i testi creati dal gruppo FB e dal gruppo CTL;
- Si è analizzata la quantità di errori lessicali in commenti gruppo FB e gruppo
CTL;
- Alcune caratteristiche dei corpus mediante estrazione automatica del lessico
(Profiling-UD) e il software messo a disposizione da ILC-CNR e
dall’Università di Pisa.
- Gruppo CTL: Parole L1 (43,60%), Ibridi (43%), Parole non L1 (5%), Transfer
(8%);
- Gruppo FB: Parole L1 (17%), Ibridi (60%), Transfer (22%)
Varietà lessicale:
Il Gruppo FB aveva in media valori più alti circa la densità lessicale, il Ttr lemma
chunks, il Ttr lemma chunks 200, rispetto al Gruppo CTL.
1. Utilizzare elementi tipici del gioco in contesti non tipici del gioco;
2. L’uso di meccaniche di gioco per raggiungere determinati obiettivi
Elementi di gioco:
Obiettivo motivazionale:
Obiettivo linguistico:
Kahoot!
Non nel solo utilizzo classico, in cui l’insegnante propone il quiz e gli studenti
rispondono.
Seconda fase: creazione dei kahoot – ad ogni gruppo sono fornite le credenziali ed è
chiesto di creare un quiz da cinque domande sempre sull’argomento scelto;
Terza fase: torneo – A turno, ogni squadra prende il posto dell’insegnante in cattedra
e sfida le altre squadre col proprio kahoot.
1. Autonomia;
2. Competenza;
3. Relazionalità
Per un alto livello di motivazione intrinseca, gli scolari devono soddisfare entrambi i
bisogni della competenza e dell’autonomia. C’è poi una chiara motivazione
estrinseca, nella forma del premio, tanto più efficace se frutto di una negoziazione tra
studenti e insegnante. La gamification lavora meglio se e quando possiamo allineare
motivazioni intrinseche e premi estrinseci e dovremmo sforzarci di ottenere tutto ciò
che è possibile.
- Osservazione e affiancamento;
- Individuazione dei gruppi-classe;
- Raccolta di osservazioni e informazioni;
- Individuazione degli obiettivi didattici;
- Scelta del tipo di attività da progettare;
- Progettazione e realizzazione del gioco;
- Playtest in classe e valutazioni sulla proposta
Cosa è un C.A.S.
Struttura di accoglienza emergenziale in cui dovrebbero essere ospitati i migranti per
il tempo strettamente necessario all’attesa del trasferimento in un centro di seconda
accoglienza.
Frequenza non costante – anche i ragazzi del gruppo classe erano molto altalenanti a
livello di presenze;
Motivazione è:
Il gioco:
Componenti didattiche:
Percorso ludico:
- Diverse attività ludiche proposte nelle classi per monitorare l’efficacia delle
singole caratteristiche;
- Questionario di valutazione
Caratteristiche specifiche:
- Livello di competitività;
- Divisione in turni / gioco in simultanea;
- Componente aleatoria;
- Ricorsività dei turni / evoluzione delle meccaniche;
- Complessità del regolamento;
- Simmetria/Asimmetria dei ruoli
• Interventi del seminario "Sperimentazioni sul campo di didattica della scrittura nella
secondaria di I e II grado"
Come intervenire?
- Legge 170/2010
- Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA
- Non tiene conto delle parole omografe, della punteggiatura e della prosodia del
testo
Obiettivo:
Quattro ruoli:
- il lettore, che doveva leggere ad alta voce i brani fatti in casa e da studiare
registrandosi con il telefono/registratore, per poi condividere i file con tutta la
classe tramite Google Drive. Le registrazioni sono rese disponibili per tutta la
classe: tutti possono provare a studiare e ripassare ascoltando anziché
leggendo;
- Lo scrittore: implica selezionare e redigere tutti i testi da inserire nel libro e
riguarda sia le parti in prosa o in poesia sia le eventuali parti a fumetti
(vignette, didascalie…). Affinché venga svolto un lavoro omogeneo, tutto il
gruppo sceglie la modalità nel quale creare i propri capitoli del libro: fumetto,
prosa, poesia…Chi scrive i testi deve tenere sempre in conto le scelte del
gruppo;
- Il disegnatore: implica preparare e reperire disegni e immagini, originali e non,
da inserire nei propri capitoli. I disegni dovranno rispettare le modalità decise
dal gruppo;
- Il grafico: implica assemblare insieme tutti i contenuti in maniera organica,
utilizzando se è necessario anche altri supporti (scanner, applicazioni…). I
contenuti possono essere immagini, testi, audio…
Alcuni lavori:
Giocare con i grandi autori è una proposta sperimentale che continua a dare buoni
risultati in più sensi: la drammatizzazione e il gioco; l’integrazione plurisemiotica e
multimediale (utile per turbe dislessiche, preziosa perfino nel caso dell’autismo). Per
rovesciare il senso di un testo in poesia e in prosa, occorrerà prima capirlo, esercitare
il buon senso ed attivarsi con l’uso del vocabolario. Anche la struttura ludica sa
rivelarsi quindi molto importante.
Il 70% della popolazione italiana si colloca al di sotto della soglia minima di literacy,
necessaria per interagire attivamente nella società contemporanea.
- Pre-scrittura;
- Pianificazione e stesura;
- Revisione del testo
Sarà necessario lavorare sulla meta-cognizione della scrittura. In tal senso, la scrittura
collaborativa ci permette di favorire l’apprendimento attraverso lo scambio di
informazione, la co-costruzione delle conoscenze, la selezione e strutturazione dei
contenuti, la selezione delle forme linguistiche con cui esprimerli. In generale, la
scrittura collaborativa produce testi qualitativamente migliori sul piano ideativo e su
quello della correttezza linguistica rispetto a quelli che gli apprendenti potrebbero
produrre individualmente.
Strumenti utilizzati: Google Drive e Google Docs, che hanno permesso la scrittura
collaborativa anche in DAD tramite dispositivi diversi. Il programma tiene traccia di
tutte le modifiche realizzate sul testo.
Lo studio sulla poesia è iniziato direttamente dai testi, in particolare dello scrittore
Ungaretti. Solo attraverso i testi, gli scolari hanno intuito diversi elementi della
poetica ungarettiana. Successivamente, la consegna prevedeva la redazione di un
commento letterario: gli scolari avevano diversi modelli di scrittura a loro
disposizione. Lo scopo era l’antologia, ovvero la realizzazione di una raccolta di testi
poetici con accanto i commenti ai testi realizzati dai discenti. Gli studenti sono
riusciti a costruire un’interpretazione poetica mediante il dialogo. I discenti si sono
immedesimati anche emotivamente nel testo (la morte di Mohammad Sceab è
paragonata alle difficoltà vissute nella pandemia, o la sensazione di privazione del
testo “Fiumi” è messa in parallelo alle problematiche della quarantena).
Criticità:
Valutazione dell’esperienza:
- I ragazzi hanno apprezzato il lavoro sulla poesia a gruppi; sono anche rimasti
contenti della possibilità di lavorare in autonomia;
- Hanno riscontrato difficoltà nell’esposizione della loro ricerca di gruppo
Blog di classe:
Google Drive:
Il libro gioco è un testo non lineare. Lo sviluppo del racconto interattivo viene
attivamente modificato dalle scelte del lettore. Rientra nel genere dell’hypertext
fiction.
Ipertesto – un insieme non lineare di documenti (nodi) collegati fra loro per mezzo
di connessioni logiche e rimandi (link) che consentono al lettore di muoversi
liberamente attraverso la rete così creata, generando ogni volta percorsi di lettura
personalizzati e sempre diversi.
Il libro gioco nella didattica avvicina alla lettura e permette di affrontare temi storici
o sociali.
- Lettura;
- Pre-scrittura;
- Scrittura;
- Revisione;
- Impaginazione
- In classe;
- A casa in gruppo (software VoIP)
- Ideazione;
- Selezione;
- Pianificazione
- Revisione attraverso commenti di compagni di gruppo, compagni di classe,
esperto, attraverso lo scambio di testi e il beta test (gli studenti hanno potuto
giocare ai libri-gioco per rivederne la struttura e scovarne bug)
Lo strumento utilizzato era Book Creator, che permette di creare prodotti ipertestuali.
La scuola si avvale della piattaforma Google Suite for Education. Il tirocinio è stato
un monitoraggio sull’uso delle tecnologie.
Perché?
Le modalità di lavoro:
- Individuale – scrivere con continuità permette ai ragazzi di sviluppare
notevolmente le competenze coinvolte nella redazione delle diverse tipologie
testuali;
- Collaborativo – la scrittura a piccoli gruppi risulta particolarmente efficace per
innalzare il livello di motivazione, per rendere la comunicazione più efficace,
per favorire una logica di inclusione e valorizzazione delle differenze;
- Collettivo, da atto solitario e individualistico, la scrittura si fa comunitaria e
“verbale”. L’intera classe redige il testo
Quattro fasi:
Le consegne sono state date mediante Adobe Spark. Gli strumenti: Google Drive e
Google Docs.
Criticità:
Obiettivo – Riuscire a fare interagire i ragazzi con una qualità audio buona
Dall’osservazione dei dati raccolti, si può osservare l’analisi del processo di scrittura.
La tendenza è quella di seguire la struttura del manuale. Si è notata anche una scarsa
comprensione dei testi: secondo Prada e Doto (2000), tale difficoltà dipenderebbe da
una consultazione quotidiana dei dispositivi tecnologici, dove gli studenti fanno
skimming concettuale sia su ciò che leggono sia su ciò che scrivono. Non mancano le
scelte lessicali inappropriate; non mancano problematiche nell’ambito della
consecutio temporum e nell’utilizzo dell’interpunzione. I discenti sembrano
richiedere regole grammaticali sempre valide e mostrano una certa apprensione per la
lunghezza dell’elaborato. La fase di revisione si rivela spesso superficiale; solo gli
studenti linguisticamente più preparati premono per leggere più accuratamente il
testo; chi ha più debolezze, tende a minimizzare le imperfezioni nell’intento di
consegnare il prima possibile. I risultati migliori sono stati raggiunti da chi ha
applicato il modello CDO (Controllo, Diagnostica e Opera).
Questionario utile:
Cosa può spingere lo studente a prestare meno attenzione al voto e più a ciò che
l’insegnante gli segnala?
Proponendo un lavoro attivo sul testo di autocorrezione, Lo scolaro non dovrà fare
correzioni sostitutive, ma correzioni classificazioni dove viene indicata solo la
tipologia di errore. Il lavoro di autocorrezione che propongo si basa su una griglia di
simboli.
Proposte:
- Correzione dell’auto-correzione;
- Modifica della griglia di simboli per personalizzarla;
- Utilizzo della griglia anche per altre materie;
- Utilizzo della griglia sul lungo periodo per confrontare la quantità e la tipologia
di errori
7ling nasce dal progetto Xceling e rappresenta un sussidio e uno strumento per
favorire l’integrazione linguistica e culturale delle persone immigrate.
- Istruzioni;
- Frasi utili;
- Regole e parole;
- Vocabolario
- In contesto
Integrazione culturale
Contenuti utili:
La app mostra vantaggi nell’apprendere con i propri ritmi, senza dovere rendere
conto del docente o del confronto con altri apprendenti. L’app è straordinariamente
facile da usare, godendo quindi di un’ottima usability. I contenuti sono stati valutati
in modo decisamente positivo, sia dal punto vista linguistico sia da quello culturale.
Prospettive di lavoro:
I corsi online di italiano L2 per la scuola secondaria di secondo grado del progetto
“Oggi parlo io – a noi la parola
Situazione di partenza:
Obiettivi
Promuovere nelle scuole un uso consapevole del digitale per la didattica dell’italiano
L2, coinvolgendo tutti gli attori, per un’azione di sistema: gli studenti non italofoni
ma anche i docenti, che hanno avuto un ruolo di primo piano soprattutto nella fase
iniziale;
Destinatari
Criticità
- Facilità d’uso;
- Possibilità di monitoraggio e replicabilità;
- Possibilità di inserire materiali digitali
I corsi:
Il testo propone corsi su diversi livelli di apprendimento della lingua italiana (A1, A2,
Italiano per la comprensione dei testi) e su diverse discipline come la manutenzione
tecnica, la chimica, l’economia, la meccanica, l’elettronica, l’informatica. Ciascun
corso propone tantissime attività, alcune delle quali rimandano a link esterni
(LearningApps, Google Docs, ePubEditor).
45 studenti hanno partecipato al questionario sui corsi di italiano L2, che hanno
riconosciuto un miglioramento delle loro competenze nella lingua italiana. Gli
studenti hanno anche palesato il proprio interesse nei confronti dei corsi e dei
contenuti di questi.
Dopo la drammatica esperienza del regime fascista, la scuola italiana conosce nel
dopoguerra un movimento di rottura rappresentato dalla scuola di Barbiana di Don
Milani e dalle esperienze innovative di maestri come Bruno Ciari, Mario Lodi,
Orlando Spigarelli e Maria Maltoni.
La scuola di Barbiana si proponeva di recuperare ragazzi e ragazze bocciati (se non
cacciati) dalle loro scuole, con livelli bassi di scolarità e scarso interesse nei confronti
delle varie discipline. Don Milani, che soleva scagliarsi contro le ottuserie dei docenti
di allora, basava il suo metodo didattico su alcune innovative idee chiave: la
centralità della lingua nell’esperienza scolastica, l’aderenza alla realtà
nell’insegnamento linguistico e la dimensione cooperativa nell’apprendimento
linguistico.
Il maestro Ciari si ispirava invece alla pedagogia cooperativa di Freinet, cui devono
farsi risalire molte delle innovazioni proposte da Ciari, come la corrispondenza inter-
scolastica e la tipografia scolastica. Ha anche sviluppato la tecnica del testo libero
orale, resa poi famosa da Mario Lodi e dal successo pubblico di alcuni suoi libri.
Questa tecnica si basa sulla discussione in classe tra docenti e discenti, guidata dalle
domande-stimolo dell’insegnante e che diventa occasione per gli scolari di
osservare, descrivere, raccontare, argomentare e fare ipotesi sui più disparati temi
della cultura.
Il maestro Spigarelli ha invece valorizzato il retroterra linguistico-culturale dei suoi
discenti, anche attraverso la produzione di pezzi di scrittura mistilingui (italiano-
dialetto). Infine, Maria Maltoni ha stimolato i suoi discenti alla scrittura essenziale,
semplice, scarna ma sempre funzionale al contenuto. Nascono così i “Quaderni di
San Gersolè”, diari scritti dai suoi scolari e mirati alla descrizione semplice e schietta
della natura che li circonda.
Infine, resta importante l’esperienza di Don Sardelli, che ha lavorato in un contesto
di sradicamento linguistico del sottoproletariato urbano della capitale. All’interno di
una realtà linguistica dissociata, anche Don Sardelli, proprio come Don Milani, ha
esaltato l’importanza della parola nella nostra società.
Di fianco alle esperienze educative di cui abbiamo scritto, si era venuta formando
una nuova generazione di studiosi del linguaggio, che iniziarono a denunciare le
gravi carenze scolastiche in fatto di educazione linguistica. Nel 1963 l’autore Tullio
De Mauro pubblica Storia linguistica dell’Italia unita, opera capitale che traccia il
quadro della situazione linguistica italiana a partire dall’unificazione politica. De
Mauro ricorda dapprima come la storia linguistica di un paese sia inestricabilmente
connessa con le sue vicende sociali, economiche, politiche, culturali: pertanto,
accanto a questioni squisitamente linguistiche, compaiono di frequente tabelle, liste
di dati, numeri e percentuali relativi a fenomeni quali l’assetto demografico delle
varie aree del paese, l’urbanesimo, le migrazioni interne ed esterne, il livello di
scolarità. Grazie alla Storia si imposero all’attenzione dei linguisti temi quali
l’analfabetismo, i risvolti linguistici delle grandiose trasformazioni sociali, il
plurilinguismo diffuso nella società italiana, la denuncia di una “aulicità
spropositata” e della assoluta “negligenza delle reali condizioni linguistiche dei
discenti”. Inoltre De Mauro ha denunciato, fatto grave per la scuola italiana, la
mancanza di una descrizione analitica del sistema grammaticale e sintattico italiano
e di un’analisi sociolinguistica che dia conto dei modelli regionali e del loro ambito di
legittimità spaziale e sociologico-stilistica.
Prima di addentrarci nella situazione italiana, dobbiamo ribadire l’importanza
rivestita da alcune figure di sociologi dell’educazione e linguisti di area
anglosassone: pensiamo soprattutto a Basil Bernstein e William Labov. Il nome del
primo è legato alla teoria della deprivazione verbale, secondo cui le differenze
socioeconomiche influiscono in modo determinante sulle capacità linguistiche e
quindi sul rendimento scolastico. La critica più serrata alla teoria descritta sopra si
deve invece a Labov, che ha mostrato come le differenze tra parlanti di status
diverso sono imputabili principalmente ad uno stile differente relativamente al
contesto di comunicazione e non a capacità cognitive di livello differente.
Nel 1967 viene a costituirsi la Società di Linguistica Italiana (SLI), mossa da un
duplice interesse di natura teorica e applicativa. Fin dai primi convegni, la SLI si
approccia all’insegnamento della lingua, indicando nuovi percorsi o denunciando
pratiche e strumenti ritenuti dannosi e inadeguati. Dalla SLI nasce nel 1973, per
filiazione diretta, il GISCEL (Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione
Linguistica), che farà del rinnovamento della pedagogia linguistica tradizionale il suo
cavallo di battaglia, anzi la sua unica ragion d’essere. Nel 1975, il GISCEL pubblica le
Dieci Tesi per l’educazione linguistica democratica: scritto in un linguaggio semplice
e diretto, ha il pregio di raccogliere e sistematizzare le spinte innovatrici di maestri e
linguisti.
Didattica dell’oralità
Uno dei più gravi limiti della grammatica tradizionale è la scarsa attenzione nei
confronti dell’oralità. Parlare è un processo spontaneo che emerge entro i due anni
di vita, ma lo sviluppo delle abilità orali nelle più diverse situazioni comunicative,
specie quelle più formali, deve essere opportunamente stimolato con specifiche
attività. Non a caso, un maestro straordinario come Bruno Ciari aveva messo a punto
la tecnica del “testo libero orale”, che prevede la discussione in classe tra discenti e
docente su un tema particolare. Oggigiorno, le tecnologie possono fornire il loro
aiuto attraverso la creazione di podcast e web radio, come possibile fare mediante
l’applicazione Spreaker. Realizzare un programma radiofonico richiede la capacità di
parlare davanti ad un microfono, di tenere alto il ritmo, di sapere esporre con
naturalezza l’argomento scelto, e ancora di sapere rispettare il proprio turno di
parola, di collaborare con il proprio compagno di trasmissione.