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Interlingua e interferenza:

L'interlingua (Selinker, 1992) è un sistema linguistico a se stante che procede verso la lingua
obiettivo e quindi sempre in evoluzione; ne fanno parte l'enciclopedia universale e l'interferenza
con l1, cioè la sovrapposizione con la lingua madre, e i conseguenti errori- come ad esempio il
transfert fonetico/fonologico- che sono accettati in quanto spia del progredire dell'apprendente.
Interlingua e fossilizzazione:
l'interlingua è un sistema linguistico a se stante che procede verso la lingua obiettivo e man mano
diventa sempre più complesso, apprendendo cose nuove, e si modifica quindi costantemente; nel
momento in cui si ferma avviene la fossilizzazione, non c'è niente di appreso e niente di
dimenticato.
Teoria iceberg di Cummins:
serve a spiegare il principio di interdipendenza linguistica, ovvero così come dell'iceberg sono
visibili in superficie solo dei picchi che paiono isolati, ma che sono sorretti da un'enorme massa di
ghiaccio in profondità, e più essa è grande, più questi si innalzano; allo stesso modo ciò che
compare in “superficie” è solo una parte della nostra competenza comunicativa e col crescere
della nostra capacità di elaborare una lingua, immettendone un'altra, si innalzano anche i “picchi”
della competenza comunicativa, non solo della lingua straniera ma anche della lingua materna.
Tecniche per facilitare l'acquisizione del lessico:
il docente deve porre l'accento non soltanto sul significato delle parole, ma sulle interazioni tra il
significato delle parole e il loro comportamento formale; ciò riporta all'approccio lessicale, in cui
lessico e grammatica sono insegnati in modo integrato, e le cui tecniche sono la
contestualizzazione, l'organizzazione di parole in catene di azioni e la divisione delle parole
secondo il loro ruolo Qualia (Pustejovsky).
Scopi e criteri del QCER:
criteri:trasparente, esaustivo, coerente. Scopi: migliorare la comunicazione tra gli europei,
favorire la mobilità e favorire la cooperazione tra individui.
Metodo nozionale-funzionale:
è il più diffuso per realizzare l'approccio comunicativo. Fonde i concetti di “nozione” e di “atto
comunicativo” con la struttura metodologica del metodo situazionale. É il metodo di riferimento
dei manuali di oggi. Risente molto della pragmalinguistica e della sociolinguistica, il percorso segue
le tre p (presentation, practice, production). Lo studente non è più una tabula rasa, mentre il
docente, ancora fulcro dell'attività didattica, si affida però ad input esterni. La lingua è vista più dal
punto di vista pragmatico e si fa più attenzione alle regole socio-culturali.
Competenza linguistica nel QCER:
è definita come conoscenza e capacità d'uso di strumenti formali con cui si possono comporre e
formulare messaggi ben strutturati e dotati di significato; è composta da competenza lessicale,
grammaticale, semantica, fonologica, ortografica, ortoepica.
Second language acquisition theory di Krashen, aka SLAT:
parte dall'ipotesi di Chomsky e formula l'opposizione tra acquisizione ( memoria a lungo termine,
fa parte delle competenze della persona) e apprendimento (memoria a breve termine, è una
competenza provvisoria e può essere usata al massimo come monitor). Krashen indica tre principi
per produrre acquisizione: input comprensibile, i+1, collocato secondo il cosiddetto ordine
naturale, dove 1 è l'area di sviluppo potenziale , e il concetto di filtro affettivo, da evitare il più
possibile.
Metodi per sviluppare le abilità di dialogo:
drammatizzazione, dialogo a catena, dialogo aperto, role-taking, role-making e roleplay,
interviste impossibili, scenario e talk show, diaologo su chatline, metodologia tandem.
Approccio orientato all'azione del QCER:
nel senso che considera le persone che usano e apprendono una lingua innanzitutto come “attori
sociali”, cioè membri di una società che hanno dei compiti da portare a termine in circostanze
date, in un ambiente specifico e all'interno di un determinato campo d'azione.
Domini:
sono gli ampi settori della vita sociale in cui operano gli attori sociali e in campo linguistico sono i
contesti in cui avvengono attività linguistiche; sono : il dominio pubblico, personale, educativo e
professionale.
Vocabolario di base:
è stato pubblicato per la prima volta nel 1980 in appendice a “Guida all'uso delle parole” di Tullio
de Mauro, conta circa 7000 parole e ha un'articolazione interna collegata al grado di istruzione: FO
(fondamentale), circa 2000 parole, copre il 90% di qualunque testo, licenza elementare; AU (alto
uso), circa 3000 parole, copre il 6-8 %, licenza media; AD (alta disponibilità), circa 2000 parole,non
è direttamente collegato a una fascia di istruzione ma fa riferimento a situazioni e ambienti
quotidiani. Uno studio del 1993 ha confermato la validità del VDB.
Competenza sociolinguistica del quadro:
è relativa alle conoscenze e abilità implicate nella dimensione sociale dell'uso linguistico e
comprende: gli elementi linguistici che segnalano i rapporti sociali ( i saluti etc), le regole di
cortesia, le espressioni della saggezza popolare, le differenze di registro, il dialetto e l'accento.
Metodi clinici:
si interessano più alla dimensione psicodidattica che a quella linguistica. Sono: Total Physical
Response (Asher, anni Sessanta), Community Language Learning (Curran, fine anni Sessanta),
Silent Way (Gattegno), Suggestopedia (Lozanov, anni Sessanta-Settanta).
Criteri per scrivere bene:
individuati da M. Emanuela Piemontese:
-scrivere frasi brevi
-una sola informazione per frase
-scrivere frasi semplici e lineari (soggetto, verbo, complemento)
-preferire la coordinazione alla subordinazione
-evitare forme implicite come il gerundio
-evitare gli incisi
-usare la forma attiva
-usare la forma affermativa
-evitare le doppie negazioni
Competenza semantica, connotazione e denotazione:
riguarda la consapevolezza e il controllo che l'apprendente ha sull'organizzazione del significato e
si divide in semantica lessicale, grammaticale e pragmatica. Il significato di una parola, oltre che
distinguersi in lessicale e grammaticale, si può distinguere anche in denotativo e connotativo. Il
significato denotativo è la proprietà di una parola di indicare non un singolo oggetto, ma tutti gli
oggetti che possiedono quelle caratteristiche. Il significato connotativo riguarda quegli aspetti del
significato che hanno carattere di attributo, per esempio specificano l'atteggiamento del parlante
nei confronti del referente della parola.
Unità d'acquisizione :
si definisce sulla base della psicologia della Gestalt che descrive la percezione come una
sequenza di tre fasi (globale, analitica, sintesi) che trasforma ciò che è percepito in recepito ed
eventualmente acquisito.
Fasi di acquisizione dell'interlingua:
1° fase: Pre-basica: parole e formule fisse, risorse non linguistiche, organizzazione nominale, verbi
ed elementi funzionali non presenti.
2° fase: Basica: presenza del verbo, assenza di morfologia (no flessione) e di sintassi,
arricchimento del lessico.
3° fase: Post-basica (varietà intermedie avanzate, quasi native): tempo verbale finito,
organizzazione sintattica, categorie lessicali e grammaticali acquisite.
Teoria della processabilità di Pienemann:
è del 1998; dice che la mente è disponibile ad imparare per prime le cose che richiedono meno
sforzo cognitivo, cioè ciò che è più vicino alla lingua materna, ciò che è più frequente, ma
soprattutto ciò che in un dato stadio dello sviluppo dell'interlingua è più evidente da osservare
nell'input.
Livello soglia
è il livello di autonomia comunicativa e corrisponde al b1;l'apprendente è in grado di mantenere
interazioni per un periodo prolungato in maniera efficacie, cioè riesce a esprimere e ottenere ciò
che desidera, e sa far fronte a problemi di tipo quotidiano.
Sei funzioni della lingua secondo Balboni:
funzioni: personale, interpersonale, regolativo strumentale, referenziale, poetico immaginativo e
metalinguistico.

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