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GLOTTODIDATTICA metodi e alla selezione delle tecniche e delle

tecnologie adeguate.
È la scienza che si occupa dell’educazione
linguistica, sia dal punto di vista dell’educatore
(l’insegnante), sia dal punto di vista di colui CAPITOLO 1: L’apprendimento di una lingua
che viene educato (l’apprendente). È una
scienza che per decenni è stata identificata Lingua materna (spontanea e in un contesto naturale)
con la linguistica applicata, ma dagli anni Lingue Lingua Seconda
Sessanta circa del secolo scorso, è considerata
disciplina a sé stante rispetto alla linguistica, L2
anche se ad essa è strettamente connessa.
Diversamente dalla linguistica, scienza Lingua Straniera
finalizzata alla conoscenza, come la biologia o 1.1 Il processo di apprendimento della lingua materna
la chimica, la glottodidattica è una scienza
finalizzata alla soluzione di un problema (es. L’apprendimento della lingua materna è il primo ad avere luogo ed il più
l’acquisizione di una lingua), come la medicina importante, dato che si sviluppa di pari passo con lo sviluppo sociale e
o la farmacologia. cognitivo del bambino. Ciò non accade con una L2.
Studia i processi di acquisizione,
apprendimento e di insegnamento della o Pensiamo ad un meccanismo linguistico come la deissi. Una volta che il
lingua materna, seconda, straniera, etnica, bambino ha compreso il meccanismo di dipendenza di tali elementi
classica e ha come scopo il conoscere i deittici dal contesto di occorrenza, lo ha capito una volta per tutte: vi
meccanismi di tali processi per poterli attivare. sono fondamentali aspetti dell’apprendimento della lingua materna
La glottodidattica ha due caratteristiche che vengono utilizzati per l’apprendimento di ogni altra lingua, perciò
principali: nell’apprendimento di una lingua non materna i presupposti cognitivi
- lingua = obiettivo e mezzo di insegnamento;
di base sono già dati.
- transdisciplinarità.
o L’apprendimento della lingua materna è collegato alla formazione
La glottodidattica si configura come una dell’individuo come membro di una comunità sociale, ciò non è allo
scienza transdisciplinare al cui interno si stesso modo vero per l’apprendente di una L2.
individuano: o Nella lingua materna un bambino procede dai significati alla lingua e
- una componente teorica (che mira a genitori e bambino comunicano tra di loro assai prima che
conoscere il meccanismo dell’acquisizione quest’ultimo possegga una lingua: un sistema comunicativo
linguistica, al fine di derivarne degli approcci funzionante costituisce il prerequisito per l’acquisizione linguistica, che
adeguati); avviene dalla comunicazione alla parola.
- una componente operativa, spesso detta
glottodidassi, che porta alla definizione di
o L’apprendimento della lingua materna avviene tramite un processo di Tali fattori appena citati sono però difficilmente influenzabili, come anche
riduzione di complessità, lentamente, e si trascurano morfologia ed le motivazioni dell’apprendente, le capacità individuali, l’attitudine
eccezioni di rilievo. Parlando di processi di semplificazione ne sono un all’apprendimento, le conoscenze pregresse.
esempio le formule e le frasi fatte, e a loro volta la ritualità dei
1.2.1 L’input modificato nei parlanti nativi quando comunicano con i nn
comportamenti: la ripetitività e la ritualità sono collegate al sistema
nervoso del bambino e permettono dunque la costituzione di stabili Nel linguaggio modificato che un nativo utilizza quando comunica con un
strutture cognitive e nervose. non nativo vanno distinte due tipologie: il linguaggio semplificato e il
foreigner talk, che si distingue per la sua sgrammaticatezza. La sua non
grammaticalità è il risultato di tre processi: omissione (cancellazione di
1.1.1 L’input modificato degli adulti quando comunicano con il bambino
articoli, copula, pronome), espansione (la frequente richiesta di
Il meccanismo di acquisizione linguistica viene attivato tramite comprensione, l’inserimento delle persone davanti all’imperativo) e la
l’interazione con parlanti più capaci, che modulano i propri comportamenti conversione (uno zio di me, invece che mio zio; no piace, al posto di non ti
verbali rendendoli accessibili fonologicamente, sintatticamente e piace).
semanticamente, ad esempio usando una particolare intonazione, la
1.2.2 L’input modificato nei parlanti nativi quando comunicano con i nn al
duplicazione sillabica, un’articolazione più chiara, pause più lunghe,
fine di rendere più facile la comprensione
velocità di emissione ridotta, insomma adoperano la lingua in modo tale
che il bambino possa capire come si costruiscono le frasi, fornendo un Molte caratteristiche del foreigner talk sono associabili a quelle del
modello corretto di quanto il bambino va dicendo in modo incerto. linguaggio usato dagli adulti quando comunicano con i bambini. Il
discorso si sviluppa in modo tipicamente verticale, con una sintassi meno
1.2 Il processo di apprendimento di una L2
complessa, lessico di alta frequenza, evitando le espressioni idiomatiche. Il
Componenti fondamentali del processo di apprendimento secondo parlante nativo ricorre frequentemente a domande di tipo polare (sì/no),
l’ottica dell’apprendente, analizzate da WOLFGANG KLEIN: e meno a domande cappa (chi/cosa/come/perché?).

o Lo scopo o le ragioni per cui l’apprendente impara una lingua 1.2.3 L’input modificato: strategie di didattica naturale
straniera;
PETER AUER elenca una serie di strutture interazionali che possono
o Le capacità linguistiche possedute dall’apprendente;
contribuire all’apprendimento di una L2. Vediamo dunque come si
o Il tipo di accesso alla lingua.
comporta il parlante nativo quando comunica con un parlante non nativo,
Questi fattori andranno a influire nei processi di apprendimento, più nello sia rispetto ai dati di entrata che fornisce, in altre parole come usa lingua,
specifico: sia rispetto ai dati di uscita, cioè alle sue reazioni alla produzione linguistica
del non nativo.
o Come il processo sarà strutturato nel suo sviluppo;
o Il tempo necessario a tale sviluppo; Da parte del parlante nativo. Modificazione dei dati di entrata.
o Il risultato finale. Livello del contenuto:
- Lascia libero il controllo del tema. Ecco quindi le strategie adottate dal non parlante nativo sia a livello di
- Scegli i temi rilevanti. produzione che di ricezione.
- Tratta i temi brevemente, non insistendo sui dettagli e tollerando i salti.
Da parte del non nativo. Livello di produzione.
- Dai il dovuto rilievo ai nuovi temi introdotti dal non nativo.
Strategie di evitamento
Livello della forma:
- Usa il tipo di lingue di cui disponi (incluse forme pidginizzate e parafrasi).
- Usa un ritmo lento.
- Usa la L1.
- Non usare espressioni dialettali o gergali: pronuncia distintamente.
- Usa una lingua franca o un interprete.
- Accentua le parole chiave; fa una pausa prima di esse.
- Non parlare di cose che sono troppo difficili da esprimere.
- Scomponi i tuoi enunciati in strutture tema/rema .
- Non parlare affatto.
- Ripeti le componenti centrali delle frasi o le frasi stesse.
Strategie di testing
- Scomponi blocchi informativi semanticamente complessi.
- Prova a sottolineare quanto dici:
- Non usare allusioni, ironia, espressioni a doppio senso.
a) Innalzando il tono della voce sull’elemento problematico;
- Impiega il foreigner talk o un registro semplificato che includa la
b) Facendo procedere precedere e seguire una pausa elemento
scomposizione in tema e rema, e che aggiunga forme di semplificazione
problematico o ponendolo per
morfologica e sintattica.
ultimo (stimolando così feedback dell'ascoltatore nativo).
Livello del contenuto
- Ripeti le espressioni prodotta dal parlante nativo la cui correttezza sarà
- Accetta un cambiamento tematico non intenzionale da parte del non
controllata dal nativo.
nativo.
- Chiedi la correzione.
- Tollera l'ambiguità.
- Usa strategie del “come si chiama?” e del “come si dice?” (appelli
Livello dei segnali di ritorno (backchannel behaviour)
all’autorità).
- Conferma spesso la tua comprensione e in modo esplicito.
- Stimola congetture.
- Ripeti le espressioni prodotti dal non nativo.
- Richiedi informazioni linguistiche discorso metalinguistico.
Livello delle riparazioni
Esercizio (messa in pratica)
- Controlla la comprensione del non nativo chiedendo feedback.
- Ripeti l'espressione del parlante nativo.
- Chiedi chiarimenti generali o specifici.
- E ripeti il tuo enunciato possibilmente modificandolo.
- Fai correzioni ad incastro in modo non esposto.
- Usa nonsense, duelli verbali, giochi linguistici ecc.
- Fornisce ripetizioni grammaticale di parte di espressione non
grammaticali. Da parte del non nativo. Il livello di ricezione.
- Fai congetture per completare contributi del non nativo incompleti o - Richiede chiarimenti.
errati. - Ripeti gli elementi problematici.
- Espandi i frammenti in sintagmi e frasi grammaticali. - Ripeti gli elementi che hai inteso (segnando così l’incomprensione degli
elementi restanti).
- Richiede un ritmo più lento. - Apprese in situazioni fondamentalmente diverse;
- Manifesta la tua incompetenza in altri modi. - Il risultato degli apprendimenti differisce in modo spesso notevole.
Differenza tra apprendimento della L1 e della lingua straniera nello schema
Il tipo di input e le occasioni di accesso alla lingua costituiscono l'unico
di ROD ELLIS:
fattore veramente modificabile nell’apprendimento di una L2. Può essere
- La quantità di tempo: L1 ha molto più tempo a disposizione
pedagogicamente utile analizzare esempi concreti di interazione
- Contenuti strutturali: alla lingua straniera viene offerto un input
nativo/non nativo in contesti di comunicazione spontanea al fine di
attentamente selezionato e graduato
comparare gli aggiustamenti operati dai parlanti nativi con linguaggio
- Evitare gli errori: nella L1 gli errori sono permessi; nella L2 gli errori sono
usato, invece che l'insegnante di classe.
evitati e corretti.
1.3 Rapporto tra l’apprendimento della L1 e di una L2 - Età: l’apprendente di una L2 è di solito più maturo e il periodo critico e
spesso già supera superato
Tesi che sostengono come tra i due processi vi siano alcuni aspetti di - Motivazione: il bambino ha una forte motivazione; un apprendente di
identità, ma molti aspetti diversificazione, in particolare il ruolo diverso lingua straniera è necessariamente più debole
dei meccanismi innati, delle strategie cognitive, dei principi di - Conoscenze linguistiche: L2 affronta il compito conoscendo già una
progettazione ed elaborazione grammaticale, delle motivazioni ad lingua e potenzialmente trasferisce tale conoscenza
imparare. - Cultura: l’apprendente di una L1 acquisisce norme culturali durante il
1.3.1 Aspetti di similarità tra l’apprendimento della L1 e di una L2 processo di acquisizione linguistica, mentre l’apprendente di una L2 ha già
L’apprendente dovrà acquisire nuove parole, ma relativamente pochi acquisito un insieme di valori culturali.
nuovi concetti. In ambito pragmatico non saprà come si formano le
domande nella L2, ma sa che cos'è una domanda in quanto atto CAPITOLO 2: Ipotesi teoriche relative all’apprendimento di una L2
linguistico; sa come prendere il turno di parola; come iniziare e
concludere un incontro. Il processo della lingua materna costituisce
dunque un fondamentale prerequisito che fa da battistrada per
l’apprendimento di ogni altra lingua. L’apprendente possiede inoltre le
operazioni logico formali che gli permettono di distinguere un verbo
passivo da uno attivo, un nome astratto da uno concreto e i mezzi per
adoperare la lingua come strumento di pensiero: apprendendo la lingua
materna, ha appreso il linguaggio.

1.3.2 Aspetti di differenziazione tra l'apprendimento della L1 e di una L2


La formulazione di teorie sistematiche risale soltanto a partire dagli anni
Secondo WOLFGANG KLEIN:
‘60 del secolo scorso. La ricerca non ha dunque una lunga tradizione,
- L'apprendimento avviene in diverse età;
infatti esistono ancora relativamente pochi studi e ricerche, tuttavia nel
- Seguono soltanto in parte la stessa sequenza di apprendimento;
nostro paese l'interesse è andato via via crescendo, fino a portare alle
principali ipotesi teoriche relative all’apprendimento di una L2 sviluppatesi per manipolare la lingua tramite tecniche di
negli ultimi anni ‘40 e ’50. sostituzione e di trasformazione (es. «Volgi al
plur./sing.»);
2.1 Ipotesi teoriche in prospettiva psicologica e/o linguistica - approccio strutturalista;
1. 2.1.1 La teoria comportamentista e l’analisi contrastiva - ruolo primario delle strutture
morfosintattiche VS ruolo secondario del
SKINNER afferma che l'apprendimento della lingua materna è il risultato lessico.
della formazione di abitudini, ed avviene tramite la ripetuta associazione
di catene di stimoli e risposte rinforzato positivamente. L'apprendimento
Limiti del comportamentismo
di una L2 consiste nel processo di formazione di nuove abitudini che
vincano l'influsso di quelle create dalla lingua madre. ROBERT LADO Se l’apprendimento linguistico avviene
sostiene che gli individui tendono a trasferire alla lingua straniera le forme esclusivamente tramite l’imitazione e la
e i significati nella loro lingua madre. ripetizione di stimoli, come è possibile
spiegare la produzione da parte del bambino di
Il fenomeno dell’interferenza e dell'errore dell’analisi contrastiva
un numero indefinito di frasi che non ha mai
Lo sviluppo della L2 viene spiegato in termini puramente linguistici cioè in sentito né prodotto precedentemente? Come
funzione delle differenze esistenti tra la lingua madre dell’apprendente e è possibile che un bambino impari in un lasso
la lingua straniera: l’esistenza di un errore fa da spia di difficoltà indica di tempo così breve un sistema linguistico
cioè quel meccanismo che non ha operato correttamente. Gli errori molto complesso?
vengono commessi a causa del fenomeno dell'interferenza o transfert
negativo: laddove le due lingue sono simili vi sarà una facilitazione laddove 2. 2.1.2 L’ipotesi innatista del Cogntivisimo (Language Acquisition
sono diverse il discente incontrerà difficoltà. Il punto fermo diviene quindi Device)
che si consente al discente di commettere errori, ma ciò avrà effetti
negativi sull’apprendimento futuro. Per evitare ciò si sviluppano tecniche Innatista: poiché ipotizzano che
di insegnamento che controllano severamente la produzione del discente nell'apprendente esista una capacità innata di
apprendere le lingue, una facoltà del
e che mirano a minimizzarne gli errori.
linguaggio, che va attivata attraverso gli stimoli
Implicazioni glottodidattiche del esterni.
comportamentismo e dell’analisi contrastiva
L'errore è ora considerato un indice di sviluppo naturale del linguaggio. Le
- Insegnamento organizzato in unità di stimoli e
sue cause non sono da attribuire soltanto ad interferenza inter o intra
di risposte da esercitare = overlearning (cicli
linguistica ma anche a strategie universali di apprendimento. CHOMSKY
intensivi – approccio strutturalista);
sostiene che l'acquisizione della lingua madre consista di un processo di
- uso estensivo di pattern drills (es. strutturali)
elaborazione di regole formali, che avviene attraverso la formulazione di 3. L’output non deve dell’input;
ipotesi, e la loro verifica sui dati in entrata. Tale capacità degli esseri umani discostarsi dai dati 3. L’output sarà
è dovuta ad una loro predisposizione ad imparare una lingua, cioè forniti; necessariamente
all’esistenza di un meccanismo innato di acquisizione, il LAD (Language 4. Esito: esecuzione diversificato;
Acquisition Device) e di una Grammatica Universale (GU), intesa come prevista; stigma della 4. Esito: conoscenza
sistema di regole ed elementi propri del linguaggio umano. L’acquisizione deviazione. implicita di un sistema;
della grammatica della lingua cui è esposto il bambino gli permette di si sedimenta un intake
comprendere e di creare un numero infinito di frasi che non ha mai ritenuto dalla memoria
sentito né prodotto precedentemente. Tale risultato non coincide con a lungo termine.
l’ipotesi comportamentista secondo cui l’apprendimento avviene soltanto
in base all’imitazione e alla ripetizione. Nel comportamentismo la
creatività è un pericolo perché permette errori, nella teoria cognitivista la 3. 2.1.3 L’ipotesi dell’interlingua e la concezione dell’errore
creatività è cercata, è normale che si facciano errori perché si stanno
Con l'avvento della teoria di Chomsky cambia anche la visione dell’errore
facendo ipotesi.
nell’apprendimento linguistico: il discente commette quindi errori dovuti a
strategie di apprendimento quali: la sovra generalizzazione, la
Caratteristiche e implicazioni del semplificazione e la riduzione di complessità. Gli errori possono essere
cognitivismo considerati delle false formulazioni di ipotesi. La lingua del discente è una
- Esiste un ordine naturale di sviluppo lingua instabile con la sua grammatica peculiare, ma sistematica: una sorta
indipendente dalla sequenza degli stimoli di dialetto idiosincratico o sistema approssimativo - adottato
forniti; dall’apprendente nel tentativo di utilizzare la L2 - che non corrisponde né
- Stimolo ambientale = opportunità di alla grammatica dell’L1 né a quella della L2. La lingua del discente è simile
apprendimento;
all’L2 in quanto è sistematica; è diversa dalla L1 e dalla L2 in quanto è
- La L1 è un supporto per l’apprendimento
semplificata. Formattata in base a processi analoghi a quelli di
della L2 perché fornisce esempi di
pidginizzazione e di creolizzazione, l'interlingua costituisce una forma
realizzazione dei principi della Grammatica
Universale (GU); ridotta della lingua standard in senso qualitativo e in senso quantitativo, ed
- L ’errore risulta utile all’apprendente perché è sia variabile (all’interno di un continuum che sta tra L1 e L2) che
gli permette di controllare i limiti delle regole permeabile (in quanto il sistema dinamico si differenzia da discente a
che ha ricostruito. discente). Alla fine del continuum della variabilità e della permeabilità, vi è
la fossilizzazione in base a cui non vi è più un intake da parte
dell’apprendente, cioè non si verifica alcun cambiamento. In sintesi, la
COMPORTAMENTISMO COGNITIVISMO nozione di errore viene associato al processo di apprendimento linguistico:
1. Non indaga sui 1. Indaga sui processi
l'ipotesi secondo cui il bambino segue degli stadi di sviluppo
processi mentali; mentali;
2. Imitazione dell’input; 2. Elaborazione
nell'acquisizione della sua L1 viene dunque estesa al discente di una L2: in o Ipotesi dell'ordine naturale: le regole della lingua vengono
entrambi i casi viene considerato un processo attivo e creativo. apprese in un ordine prestabilito e prevedibile esiste, cioè, un
sillabo interiore che funge da guida all'apprendimento. La
4. 2.1.4 L'ipotesi innatista dell'identità
costruzione di ipotesi semantiche strutturali avviene
Innatista: poiché ipotizzano che automaticamente in base ad un processatore linguistico interno
nell'apprendente esista una capacità innata di (Internal Language Processor), simile al meccanismo di
apprendere le lingue, una facoltà del acquisizione linguistica postulato da Chomsky;
linguaggio, che va attivata attraverso gli stimoli o Ipotesi del monitor: l'ipotesi sostiene che l'apprendimento
esterni. consapevole è reso possibile da monitor o editor la cui funzione
principale è quella di controllare ed eventualmente correggere il
L'ipotesi dell’identità è un’ipotesi innatista che considera l'apprendimento messaggio linguistico prodotto. Tale controllo avviene in base a
spontaneo di una L2 come uguale all'apprendimento della lingua madre, tre condizioni:
costituisce cioè una replica dell’apprendimento della lingua materna ed  Se il discente ha tempo sufficiente per elaborare i dati;
avviene tramite processi autonomi e universali. Tende a considerare  Se l'input è focalizzato sulla forma della lingua, ovvero se il
soprattutto l’apprendimento di aspetti grammaticali, trascurando discente riesce a pianificare e a ricostruire la correttezza
fenomeni di ordine lessicale, testuale, pragmatico. L'ipotesi pone due formale del messaggio;
caratteristiche qualificanti:  Se il discente conosce la regola implicata;
- L'esistenza di stadi di acquisizione; o Ipotesi dell'input: l'apprendimento progredisce quando il discente,
- La non incidenza di fattori esterni sull'apprendimento. giunto ad un certo stadio di conoscenza, riceve un input che
appartiene allo stato immediatamente successivo;
5. 2.1.5 La teoria cognitivista del monitor o Ipotesi del filtro affettivo: per poter elaborare l'input e farlo
Tra le teorie relative all’apprendimento di una L2, la più completa ed diventare intake il discente deve anche essere aperto, cioè ben
influente sulla pedagogia linguistica è stata probabilmente la teoria del disposto.
monitor di STEPHEN KRASHEN la quale si articola in cinque ipotesi: Secondo Krashen dunque gli adulti hanno due modi per impadronirsi di
o Ipotesi dell’acquisizione e apprendimento: esistono due modi una L2: tramite un processo involontario o tramite un processo
basilarmente diversi e separati, in cui si sviluppa la competenza di volontario.
una L2: Ripercussioni didattiche dell’ipotesi del monitor L'ipotesi del monitor ha
 l'acquisizione (involontario): più importante perché dato luogo al cosiddetto natural approach elaborato da Krashen stesso
naturale; insieme a Tracy Terrel, che propone quanto segue:
 l'apprendimento (consapevole): caratterizzato dalla
correzione di errori e dallo studio di regole esplicite; o Che la focalizzazione dell’insegnamento sia sul significato e non
sulla forma;
o Che non vi sia alcun tipo di gradazione strutturale dei materiali con l’affermazione di cinque stadi di sviluppo in un ordine implicazionale.
didattici; Il modello multidimensionale postula le seguenti ipotesi:
o Che nella classe sia instaurato un clima rilassato e piacevole.
o Le strutture grammaticali sono acquisite in una sequenza di
La distinzione operata da Krashen tra acquisizione ed apprendimento è sviluppo (teoria della processabilità);
troppo netta ed è difficile accettare il ruolo secondario assegnato o Le sequenze di sviluppo riflettono il modo in cui gli apprendenti
all’apprendimento. È piuttosto da supporre che acquisizione ed superano i limiti processuali;
apprendimento siano interdipendenti. Allo stesso modo i concetti di o L'insegnamento avrà successo solo se gli apprendenti avranno
processatore linguistico interno e di filtro affettivo dovrebbero essere padroneggiato le operazioni processuali precedenti.
maggiormente differenziati tenendo conto dei risultati degli studi cognitivi
Ripercussioni pedagogico didattiche L'ipotesi dell'interlingua ha avuto un
relativi ai processi di soluzione dei problemi. Infine, si osserva che non
notevole impatto sulla pedagogia linguistica innanzitutto rendendo la
sembra esservi ragioni di postulare una differenziazione tra contesto
situazione istituzionale di apprendimento di una L2 il più simile possibile
naturale e contesto istituzionale di apprendimento: va sottolineato come
alla soluzione naturale. Inoltre, novità come l'organizzazione del sillabo e
la lingua costituisca sia una realtà esternalizzata che una presentazione
il trattamento dell'errore. Va comunque rilevato come gli stili di
internalizzata con una sua originale strutturazione.
apprendimento di alcuni aspetti della grammatica di determinate lingue
2.2 Ipotesi relative all'ordine di acquisizione dell’interlingua siano uguali per tutti, ma ciò non è vero per i tempi. I processi di
apprendimento, infatti, sono estremamente variabili. La grande diversità
2.2.1 L'evoluzione dell’interlingua
di tempo necessario per raggiungere lo stesso stadio, inoltre, è molto
Le ipotesi teoriche relative all'ordine di acquisizione in contesto naturale
difficile stabilire percorsi di insegnamento uguali per tutti i discenti di
pongono l'esistenza di sequenze grammaticali fisse ed eguali per tutti gli
classi mistilingue. L'ipotesi che l'Interlingua del discente passa attraverso
apprendenti della stessa L2.
stadi sviluppo naturali, ha messo in dubbio la rilevanza di ricorrere alle
Lo stadio iniziale dell’interlingua infantile Nell’interlingua l’età adotta tradizionali pratiche di selezione e gradazione dei materiali didattici.
strategie di tipo sociale e di tipo cognitivo che gli permettono di ottenere i L'attenzione si concentra ora sull’attivazione di una competenza del
migliori risultati possibili e che gli diano modo di imparare a partecipare processo piuttosto che di una competenza del prodotto; l'errore viene
alla comunicazione con il minore sforzo cognitivo possibile. trattato in maniera diversa (c'è una maggiore tolleranza e possono
L'apprendimento di una L2 è focalizzato su tre aspetti fondamentali del esisterne cause accidentali o cause pedagogiche nella produzione), inoltre
linguaggio: il lessico, le formule e la grammatica. non tutti gli errori sono della stessa gravità o producono gli stessi risultati.

2.2.2 Il modello multidimensionale e la teoria della processabilità Stadi e sequenze acquisizionali


Il modello multidimensionale elaborato da PIENEMANN costituisce Varietà o stadi di acquisizione:
l'elaborazione di un’indagine chiamata progetto ZISA che si proponeva di 1. pre-basica
studiare la sequenza di apprendimento della sintassi tedesca da parte dei 2. basica;
lavoratori italiani e spagnoli emigrati in Germania. L’indagine si conclude 3. intermedia;
4. intermedia avanzata; - L’apprendimento avviene tramite;
5. avanzata interazione con il parlante/l’insegnante;
- la negoziazione dei significati tra N e NN;
Sequenze acquisizionali: riguardano categorie - la generazione di input comprensibile.
specifiche (morfologiche, sintattiche,
morfosintattiche…).
Es. di sequenza acquisizionale in inglese L2 LASS (Bruner)
1. anteposizione di wh- (fronting: es. «*what Language Acquisition:
you study?»); Crea le condizioni perché LAD possa funzionare
2. uso di alcuni aux. e modali (es. «*what she is (motivazione);
doing?»); Support:
3. inversione dei primi aux. appresi («what are Non fonte, modello, ma gestore dell’input;
they?»/ «*what they did?»); System: non intervento mono-materiale,
4. inversione con aux. (has, am); inversione con monometodologico, mono-personale ma
do ma con qualche errore («how do you do ‘sistema’.
it?», «*do he make that?»).
2. 2.3.2 Ipotesi dell’acculturazione
2.3 Ipotesi teoriche in prospettiva sociale e culturale
SCHUMANN cerca di spiegare perché lavoratori stranieri con
1. 2.3.1 Ipotesi (Socio)Interazionista un’occupazione in Germania acquisiscano soltanto una versione
pidginizzata della lingua seconda. Secondo Schumann l’incontro
GOUGH pone in rilievo il ruolo dell’interazione nello sviluppo dell’individuo con una cultura e una lingua dominanti rende l’individuo
dell’interlingua. L’apprendente non nativo costruisce i suoi enunciati su insicuro a causa del rischio di perdere la sua identità culturale, sociale e
quelli del parlante nativo. L’interazione non gioca soltanto un ruolo linguistica, e ciò lo indurrebbe ad apprendere soltanto un livello
positivo nello sviluppo dell’interlingua, infatti le situazioni interattive elementare della L2. L’ipotesi dell’acculturazione perciò pone in rilievo gli
facilitano la produzione comunicativa del discente, ma n on lo aiutano aspetti di natura affettiva e motivazionale.
necessariamente ad acquisire microsistemi linguistici complessi (cfr.
consecutio temporum). La situazione interazionale favorisce la paratassi, 3. 2.3.3 Ipotesi socioculturale e costruttivista
che dà luogo ad una produzione verticale, piuttosto che orizzontale.
La comunicazione in una L2 comporta la capacità di stabilire relazioni
- Apprendimento = Cognitivismo; anche tra la propria cultura e quella altrui, richiede cioè lo sviluppo di una
- Meccanismo di apprendimento: per attivare il consapevolezza culturale critica, raggiunta attraverso la comparazione e il
LAD chomskyano serve interazione con contrasto. L’apprendimento linguistico non viene più inteso come
l’ambiente (Language Acquisition Support apprendimento di regole grammaticali raggiunto utilizzando
System [LASS]; Bruner 1983); esclusivamente principi cognitivi e psicolinguistici. La conoscenza non è un
insieme di nozioni teoriche apprese, ma frutto di un processo dinamico, Nello schema proposto da Leech:
cioè della partecipazione attiva di un soggetto all'interno di un contesto,
data dall'interazione con gli altri membri e la situazione circostante. I 3.1.1 Il primo livello è quello referenziale, suddiviso in significato formale
docenti abbandonano quindi una concezione di scuola vista e significato semantico.
esclusivamente come luogo di trasmissione delle conoscenze, incentrata
3.1.2 Il secondo è quello pragmatico, suddiviso a sua volta in primario –
sul processo di insegnamento. Questo tipo di approccio richiede al
quando l’intenzione del parlante è chiaramente espressa - e derivato –
discente di operare prevalentemente in gruppi collaborativi, ricchi di
indica invece una forza di secondo grado.
scambi intellettuali e di conoscenze.
Ci deve essere corrispondenza tra ciò che si apprende e ciò che può essere Es. Quanti anni hai? Ha la forma di una frase interrogativa. La forza
utile al di fuori del contesto scolastico (poiché si apprende per utilizzare al primaria di tale affermazione equivale a Ti chiedo di dirmi quanti
di fuori dell'aula). anni hai, in determinati contesti può assumere una forma derivata,
Si vuole rendere il discente consapevole di cosa sta facendo, cosi capisce
e manifestare ironia o sarcasmo.
come sta apprendendo le lingue, si parla di METACOGNIZIONE (ragiono su
cosa sto facendo), acquisisco degli strumenti che posso applicare quando 3.1.3 Significato discorsivo, scisso in:
studierò da solo.
o Significato discorsivo sequenziale: relativo alla collocazione degli
enunciati nella sequenza discorsiva. Tutti gli enunciati compaiono
CAPITOLO 3: La descrizione di una lingua in contesto sequenziale e ciò consente all’ascoltatore di
3.1 Descrizione della lingua come insieme di tipi e di livelli di significato interpretarli.
o Significato discorsivo relativo all’evento comunicativo nella sua
Una lingua, secondo LEECH si costituisce di vari tipi di livello e di interezza: anche gli eventi comunicativi nel loro complesso sono
significato: fonologico, grammaticale, sintattico, semantico, pragmatico. costruiti in base a regole convenzionali; le varie convenzioni
Tanto più ci allontaniamo dalla forma per prendere in considerazione l’uso comunicative (insieme dei modi tipici di comportamento
e il discorso, tanto meno i significati sono convenzionali e dunque linguistico nelle varie occasioni comunicative) creano attese nei
predicibili. partecipanti all’interazione. I significati discorsivi relativi agli eventi
Es. comunicativi nel loro complesso possono riferirsi sia al contenuto
 Quante volte ti devo dire di chiudere la porta? proposizionale (cosa viene normalmente detto o scritto nelle varie
 Chiudi la porta! situazioni comunicative), sia alle routine retoriche adottate (come
 Chiudi la porta? tale contenuto viene espresso).
 Puoi chiudere la porta?
 Ti dispiace chiudere la porta? 3.2 Dalla frase, all’enunciato, all’evento linguistico
 Ti dispiacerebbe chiudere la porta? 3.2.1 Studio della lingua in quanto oggetto formale
La linguistica si riferisce allo studio degli aspetti formali e strutturali delle • E (end): gli scopi dell’evento, sia consci (finalità che spingono ad agire),
lingue. Tale studio include la fonetica e la fonologia, la morfologia, la sia i risultati (gli obiettivi raggiunti);
sintassi e la semantica. Si tratta di una concezione di studio linguistico • A (act sequences): la forma ed il contenuto degli atti linguistici prodotti
basata su due assunzioni riconducibili a F. De Saussure (1916): sequenzialmente nell’evento considerato;
o La lingua di una comunità linguistica può essere considerata • K (key): la chiave interpretativa da attribuire ai messaggi che viene
invariante; spesso fornita attraverso tratti prosodici, come il tono della voce,
o La lingua (langue) va studiata in quanto sistema statico e l’intonazione, o da tratti non verbali come i gesti, la postura, gli sguardi,
sincronico. ecc.;
Queste assunzioni e il disinteresse per la parole, cioè delle reali pratiche • I (instrumentalities): i mezzi o gli strumenti adoperati dagli interlocutori
linguistiche, hanno dato luogo ad una concezione astratta della lingua, che nell’evento particolare. Ad esempio, il canale in cui ha luogo la
la isola dalle sue matrici sociali, culturali e storiche e anche dai suoi fruitori comunicazione (scritto, parlato, visivo, auditivo); la lingua e la varietà di
e dai contesti in cui viene usata. Più recentemente però si è dato spazio registro adoperate; i mezzi non verbali;
allo studio della lingua in quanto uso, e ai livelli tradizionali di analisi si • N (norms): le norme che regolano lo svolgimento dell’evento linguistico,
sono aggiunte la pragmatica e il discorso. La linguistica ha così ampliato il ad esempio le regole di cortesia, le massime conversazionali, le condizioni
suo raggio di interesse. di felicità degli atti linguistici prodotti nell’evento;
• G (genre): il genere discorsivo o testuale adottato nell’evento, le sue
3.2.2 Studio della lingua in quanto uso: la competenza comunicativa (o peculiarità compositive e contenutistiche.
sociolinguistica)
3.3 La pragmatica
A partire dalla fine degli anni ‘60 si fa strada una concezione di studio
linguistico che riconosce la necessità di ampliare il campo di indagine. Al  Pragmatica vista all’interno del sistema formale
concetto di competenza linguistica si contrappone quello di competenza  Pragmatica interazionale
comunicativa elaborato dall’antropologo e linguista HYMES. Costui
definisce la competenza comunicativa come la capacità del parlante di 3.3.1 La pragmatica come livello di significato all’interno del sistema
selezionare, nell’ambito di tutte le espressioni linguistiche a sua formale: la teoria degli atti linguistici
disposizione, le forme che riflettono le norme sociali che governano il
comportamento verbale in situazioni specifiche. Hymes elabora un La concezione più influente di pragmatica è quella di JOHN AUSTIN e JOHN
modello denominato Speaking, acronimo composto dalle iniziali dei suoi SEARLE. Tali studi considerano gli enunciati scritti e orali come l'esecuzione
componenti principali: di atti. Sotto la loro influenza si fa strada in linguistica un nuovo modello di
lingua, che la considera composta da sequenza di atti linguistici ben
• S (situation): la situazione di un evento che definisce le coordinate identificabili. Questa teoria ha avuto una grande influenza e fornirà
spazio-temporali in cui l’evento ha luogo in una determinata cultura; l'ispirazione e la legittimazione teorica per la costruzione dei sillabi
• P (partecipants): i partecipanti all’evento e il rapporto che esiste tra di nozionali-funzionali.
loro;
3.3.2 La pragmatica interazionale
L'argomentazione più cogente contro l'ipotesi della pragmatica come
all’interno del sistema formale, è che parte degli enunciati non può essere 5.3 Motivi esterni di cambiamento
definita come realizzazione di un unico e particolare atto linguistico: Vieni
qui! ad esempio può costituire sia un ordine che una richiesta. Tali critiche In Italia i motivi esterni di cambiamento negli approcci di insegnamento di
supportano l'avvento di una nuova concezione pragmatica che si interessa una L2 sono:
a ciò che avviene in un discorso e gli effetti che esso produce. Questa 1. Cambiamento della popolazione scolastica (molti studenti sono
accezione di pragmatica può essere definita come lo studio della lingua in stranieri);
relazione all'essere umano nel suo complesso: come persona dinamica e 2. Il progetto di rinnovamento del sistema scolastico per
come prodotto di un determinato sviluppo culturale. Tale tipo di armonizzarlo a quelli di altri paesi dell’UE, che sollecitano il
pragmatica non studia soltanto la forza illocutiva degli enunciati bensì cittadino ad un apprendimento permanente.
anche gli effetti che si determinano. La pragmatica diviene così la scienza
dell'uso linguistico ovvero del cosa fa la gente con le parole. 5.4 Motivi Interni di cambiamento

CAPITOLO 5: La pedagogia Linguistica Possiamo distinguere tre tappe nella didattica delle lingue straniere:
5.4.1 La prima si focalizza sulla descrizione degli elementi grammaticali e
5.1 Come guardare ai cambiamenti nella didattica linguistica lessicali da apprendere. Questi sono definiti contenuti fondamentali o di
base e la loro scelta è basata su criteri di frequenza, occorrenza,
Tenderemo a considerare la convinzione di CHRISTIAN PUREN, che disponibilità (nella memoria), copertura (utilizzabilità) dei segni linguistici.
riconosce in maniera ciclica due momenti storici della didattica:
5.4.2 La seconda tappa si focalizza, sì, sui contenuti di insegnamento, ma
o Una fase dinamica di cambiamento, nella quale ci si appoggia a intesi come microfunzioni e nozioni grammaticali che, insieme, servono
teorie nuove e, a partire da esse, si esige un profondo allo sviluppo della competenza comunicativa, cioè quella che permette di
cambiamento delle pratiche di insegnamento. sapere adeguare i propri enunciati a fatti, situazioni e interlocutori. Essa si
compone a sua volta di tre competenze che sono quella grammaticale,
o Una fase più statica, o “gestionale”, nella quale le teorie sono viste quella sociolinguistica e quella strategica: in particolare, quest’ultima
con sospetto: un buon insegnante non può essere schiavo dei riguarda la capacità del parlante di organizzare il suo discorso nel modo più
manuali. efficace possibile per raggiungere gli scopi comunicativi. Nasce dunque
l’insegnamento comunicativo costituito da un insieme di approcci
accumunati da una insoddisfazione verso il cognitivismo, lo strutturalismo
Per riassumere, dunque, ad una prima fase di sistematizzazione, si e verso gli approcci situazionali degli anni Sessanta oltre che dalla esigenza
sostituisce una fase successiva di de-sistematizzazione. di rendere gli apprendenti capaci non solo di utilizzare la L2 in modo
grammaticalmente corretto, ma anche di utilizzarla appropriatamente
5.2 Come e perché cambiano gli approcci metodologici nelle varie situazioni comunicative: non si privilegia la conoscenza
regolistica della lingua quanto più la capacità di esprimere e negoziare
Gli approcci metodologici cambiano per due ordini di motivi che posso significati. Dalla nascita di questo approccio deriva anche lo sviluppo della
essere esterni o interni.
competenza metalinguistica che sembra essere altrettanto indispensabile contesto non linguistico, concede tempo al discente per imparare, ma
se non ci si accontenta di una produzione linguistica approssimativa. pretende molta partecipazione.
Infatti, la riflessione sui fatti linguistici ha la funzione di ridurre la Un esempio di un importante modello lanciato dall’insegnamento
complessità linguistica e ha un ruolo informativo che mira a facilitare e orientato all’azione è l’interazione incentrata su temi che mira ad
accelerare l’apprendimento in quanto fa porre l’attenzione su fatti eliminare la dicotomia tra individualismo e collettivismo. La fine di tale
linguistici che potrebbero passare inosservati offrendo al discente un input dicotomia deve essere posta al gruppo classe, gruppo inteso composto da:
che sia comprensibile.  l’io
 il noi
5.4.3 La terza tappa invece esalta l’individualizzazione dell’insegnamento  il tema
(fino agli anni 90) e privilegia la descrizione dei profili individuali degli  l’ambiente
apprendenti, cioè si focalizza sull’individualizzazione dell’insegnamento.  elementi esterni
Un curricolo centrato sul discente esclude un accordo di centralità dei  elementi interni
contenuti e la prassi rigidamente determinata. Diventa piuttosto uno
sforzo collaborativo tra insegnante e allievi in quanto questi sono Le più importanti finalità educative sono:
coinvolti nel processo decisionale relativamente al contenuto del curricolo - Il discente impiega tutte le sue facoltà emotive, spirituali e fisiche.
e non a come si svolgerà. A tale scopo vengono proposte attività creative in cui tutte le
facoltà possano svilupparsi;
5.5 Tendenze nella glottodidattica a partire dagli anni Novanta del secolo - Sviluppo della dimensione affettivo-emotiva;
scorso - Allargamento dell’esperienza.

5.5.1 Sviluppo della competenza di azione tramite l’adozione di una Ciò che è nuovo di questi fini educativi è il tentativo di raggiungere, nel
didattica ecologica rapporto insegnante/apprendimento, un rapporto di equilibrio dinamico
Durante gli anni Novanta si sviluppano nuove tendenze, come ed armonico tra il singolo studente, il gruppo e i materiali scolastici.
l’insegnamento orientato all’azione, il quale si prefigge lo sviluppo di
capacità necessarie alla conduzione di uno stile di vita socialmente Vediamo, infine, i principali riflessi sulla prassi didattica:
responsabile, partecipativo e volto alla società piuttosto che - Importanza degli aspetti psicologico affettivi e relazionali del
all’individualismo. Con questa nuova tendenza cambia la considerazione gruppo classe;
che si ha di: scopi e contenuti dell’insegnamento, i tipi di attività - L’insegnante come animatore dei processi creativi;
didattica, il ruolo degli errori e della valutazione, ma soprattutto la - Discente assume le sue responsabilità;
concezione del ruolo dei partecipanti al processo di insegnamento: allievo - Come insegnare e come imparare ad imparare prevalgono sul
e insegnante diventano partner che comunicano in un contesto sociale e cosa insegnare;
personale, prefiggendosi scopi comuni. - Scarsa rilevanza a descrizioni puntuali della lingua;
Questo tipo di didattica accetta sorprese, incomprensioni, rischi, ed è volto - Il concetto di attività sostituisce quello di esercizio;
ad un processo di apprendimento libero, riconosce l’importanza del - Processo sostituisce prodotto;
- Valutazione globale piuttosto che parziale.
l’aspetto che maggiormente accomuna approcci e metodologie
5.5.2 Importanza accordata alla psicologia sviluppatisi a partire dagli anni Novanta del secolo scorso a tutt’oggi.
La rilevanza accordata alla psicologia durante le ultime decadi del secolo
scorso si traduce in un’attenzione alla figura dell’apprendente: dalle 5.6 Problematiche centrali al dibattito glottodidattico attuale
variabili affettive individuali, ai diversi stili di apprendimento,
all’autostima, alla motivazione. Il discente deve diventare arbitro di sé 5.6.1 L’educazione plurilingue da raggiungere tramite percorsi formativi
stesso, che sappia auto valutarsi. L’approccio psicologico con maggiore paralleli
interesse nella didattica è la psicologia umanistica, sviluppatasi negli USA, i Per realizzare l’obiettivo di un’educazione plurilingue:
quali aderenti fondano la American Humanistic Psychology (AHP). - Un uso ragionato delle nuove tecnologie;
Quest’ultima fonda il proprio pensiero su una concezione ottimistica della - L’acquisizione non focalizzata di competenze linguistiche;
natura umana. La parola d’ordine diventa personal growth. Secondo CARL - Lo sviluppo delle competenze differenziate delle lingue;
ROGERS l’apprendimento è facilitato quando: - Lo sviluppo dell’autonomia del discente;
- Lo studente partecipa totalmente al processo di apprendimento - L’apertura alla dimensione internazionale.
cioè ne controlla la natura e la direzione;
- L’insegnamento è basato primariamente su problemi di ordine Secondo la comunità europea ogni cittadino dovrebbe conoscere tre
pratico, sociale e personale; lingue: più precisamente lo scopo è arrivare ad una didattica del
- L’autovalutazione costituisce la modalità principale di controllo plurilinguismo ponendosi:
dell’apprendimento. - Obiettivi di tipo culturale, ovvero capacità di comprendere ed
interpretare le culture straniere;
5.5.3 La pedagogia non direttiva - Obiettivi di tipo linguistico, cioè conoscenza delle lingue richieste
Sempre Rogers descrive il concetto di pedagogia non direttiva, la quale, - Obiettivi di tipo cognitivo, ovvero l’uso di strategie adeguate a
affonda le sue radici nella psicologia umanistica. Questo tipo di pedagogia sopperire alle lacune nella conoscenza linguistica.
si oppone a quella tradizionale e parte dalla premessa che in ogni uomo vi
sia un grande potenziale di energia: al centro del processo educativo deve In considerazione della difficoltà a raggiungere scopi così complessi, la
essere il discente con i suoi bisogni ed interessi, e non l’educatore con i ricerca glottodidattica suggerisce di fornire dei percorsi formativi paralleli
suoi scopi di insegnamento. quali: soggiorni esteri, CLIL, autoapprendimento.

5.5.4 Centralità del discente Le tecnologie possono essere certamente di grande aiuto a tale scopo. Per
L’insegnante diviene l’agente principale della programmazione curriculare mezzo delle tecnologie informatiche è possibile attingere ad un serbatoio
in quanto una pedagogia centrata sul discente presuppone dei curricula illimitato di nozioni linguistiche e prodotti culturali. Queste nuove
personalizzati che tengono conto dei bisogni del singolo, del suo stile di tecnologie possono servire da ausilio ai processi di apprendimento
apprendimento, del bagaglio di conoscenze, delle sue precedenti fornendo il realismo e la varietà di situazioni che la classe di lingua da sola
esperienze, delle sue prospettive future. Per concludere: il considerare il non può fornire. D’altro canto, l’insegante deve familiarizzare con le
processo di apprendimento dal punto di vista del discente, costituisce nuove risorse ed individuare principi didattici adatti ad un loro uso
proficuo.
I vantaggi della metodologia CLIL
Acquisizione non focalizzata di una L2 (CLIL, da approfondire sul Balboni) - incremento dell’esposizione e dell’uso della
Il CLIL è un classico esempio di apprendimento non focalizzato in cui il lingua straniera;
contesto disciplinare si sviluppa attraverso la L2 e la L2 si sviluppa - maggiore autenticità della lingua - maggiore
attraverso il contesto disciplinare. In una fase iniziale di apprendimento autenticità delle attività (real world tasks);
della lingua è preferibile veicolare discipline dai contenuti fortemente - focus su contenuti e processi (focus on
contestualizzati, per facilitare la comprensione e la rielaborazione es. meaning);
GEOGRAFIA, MATEMATICA. È preferibile riservare ad una fase successiva - maggiore motivazione all’apprendimento
discipline caratterizzate da contenuti più astratti come STORIA, soprattutto degli studenti meno interessati alle
LETTERATURA, FILOSOFIA. LS o con meno attitudine;
- Focalizzazione dell’attività didattica sul discente (strategie di problem- - promuove la collaborazione tra studenti e tra
solving); docenti
- Gestione attiva della classe (cooperative learning, learning by doing, - rinnovamento nelle metodologie didattiche
modalità di lavoro task-based); (motivazione dell’insegnante / impatto anche
- Uso di metodologie didattiche diversificate, adeguate all’età e agli stili di sulla didattica in L1)
apprendimento degli alunni, al compito, al contesto e alle competenze da
sviluppare…); LE FASI DELL’APPRENDIMENTO DI UNA L2
- Acquisizione di competenze nella ricerca di materiale (task che SECONDO CUMMINS
promuovono la ricerca, la scoperta ecc.); B.I.C.S. Basic Interpersonal Communication
- Stimolo della riflessione metacognitiva. Skill (abilità comunicative interpersonali di
base) (da 6 mesi a 2 anni)
Il CLIL è una scelta metodologica rivolta a tutti C.A.L.P. Cognitive Accademic Language
gli studenti, un’esperienza possibile sia come Proficiency (padronanza linguistica cognitivo-
laboratorio nella scuola di base, sia come accademica) (3-7 anni)
approfondimento disciplinare nell’istruzione BICS (Basic Interpersonal Communication
secondaria di II grado, ma utile anche nei Skills): competenza linguistica che permette
percorsi professionalizzanti in occasione di interazioni non sofisticate su argomenti
progetti e scambi europei. comuni e quotidiani. Viene raggiunta
Un percorso CLIL può essere scelto per attraverso l’insegnamento di una L2/LS
potenziare sia la lingua e la cultura straniera, CALP (Cognitive Academic Language
sia la disciplina, sia l’apprendimento in sé; Proficiency): competenza linguistica elaborata
infatti, focalizzandosi in egual maniera su e sofisticata che prevede attività cognitive di
lingua e contenuto, il CLIL richiede e sviluppa ordine superiore. Si ottiene attraverso
determinati processi cognitivi. l’insegnamento veicolare (CLIL), in quanto fa
riferimento anche a concetti astratti tipici di
alcune discipline.
5.6.2 La pedagogia interculturale e lo sviluppo della competenza
CLIL: alcuni principi glottodidattici di base comunicativa interculturale
Il movimento della pedagogia interculturale nasce nelle scuole elementari
Scaffolding: «impalcatura» di sostegno fornita tedesche e francesi nella seconda metà degli anni Ottanta a seguito del
dal docente per sostenere l’apprendimento e grande afflusso di emigrati nei due paesi. Conseguente al formarsi di
rendere lo studente sempre più autonomo società multilinguistiche e multiculturali la nozione di competenza
(apprendere ad apprendere) comunicativa tende ad essere sostituita dalla nozione di competenza
+ comunicativa interculturale, basata sullo sviluppo di una propensione al
Rule of forgetting (Krashen): maggiore dialogo, all’accettazione di punti di vista diversi dai propri.
focalizzazione sul compito (processo) piuttosto
che sulla lingua (prodotto) Autenticità del CAPITOLO 6: Il nesso lingua-cultura: dalla competenza linguistica alla
compito e della lingua usata competenza comunicativa interculturale
=
Maggiore motivazione ad apprendere Oggi si sta assistendo ad un’intensificazione delle relazioni interetniche e
interculturali dovuta ai massicci flussi migratori. Ciò ha importanti
Task-based language teaching & CLIL ripercussioni sulla formazione e sulla ridefinizione delle identità personali
e culturali: il contatto tra lingue e culture cambia anche le richieste nel
La lingua viene usata per portare a termine un mondo dell’istruzione. Il riconoscere una cultura è il tramite
compito concreto in una situazione sociale imprescindibile per comprendere e produrre significati e questo si traduce
autentica o semi-autentica. Il lessico, le nella proposta di una didattica più ampia, ovvero lo sviluppo di una
espressioni linguistiche e le strutture competenza comunicativa interculturale. Le culture coinvolte in questo
grammaticali da usare sono in parte già note, processo sono due: quella materna e quella della L2.
in parte da elicitare all’inizio dell’attività
6.1 Le nozioni di cultura e di civiltà
Competenza differenziata delle lingue
Una considerazione che può aiutare l’apprendimento plurilinguistico è che Spesso i due termini vengono assimilati e intesi come informazioni culturali
molte lingue europee hanno proprietà simili tra loro: la conoscenza di una scelte in base ai contenuti tematici di materiali didattici. Tali informazioni
lingua può costituire una via regia. Un progetto inerente tale dovrebbero fornire delle conoscenze fattuali dei paesi stranieri. Non esiste
considerazione è il GALATEA. Quest’ultimo mira allo sviluppo simultaneo uno stacco tra aspetti didattici e contenuti informativi e non si opera
dell’abilità di comprensione in quattro lingue romanze. Gli obiettivi alcuna distinzione tra cultura e civiltà.
fondamentali diventano ora: “Cultura, o civiltà, è l’insieme complesso che include le conoscenze, le
- “Capire” una lingua e non “sapersi esprimere”; credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e
- Imparare ad imparare; abitudine acquisita dall’uomo come membro di una società”. Il termine
- L’autonomia del discente. civiltà indica però molte altre cose:
o Un bene collettivo costituitosi nel tempo; L’oggetto del processo è il “discorso”, che esprime concretamente il
o Un processo di evoluzione culturale dell’umanità. rapporto lingua-cultura. Attraverso il discorso si individuano i modi in cui
le persone di una data cultura e lingua costruiscono i rapporti sociali,
6.2 Insegnamento tradizionale della cultura2: offerta di informazioni esprimono le loro intenzioni ed emozioni, si possono ricavare argomenti
culturali e/o immersione completa nel paese straniero accettabili e quelli tabù e quali sono i registri più appropriati alle varie
situazioni.
Nelle classi di lingua, la cultura si insegna con queste modalità:
o Sporadiche informazioni culturali o affiancamento ai corsi di 6.3.1 La prospettiva Interazionista: la competenza comunicativa (o
lingua corsi di civiltà; sociolinguistica)
o Periodi di permanenza prolungata all’estero. La prospettiva Interazionista del concetto di cultura si basa sulla nozione
di competenza comunicativa. La competenza linguistica non è altro che
Cultura intesa come prodotto un tipo di competenza socioculturale in quanto la scelta di come
Produzione di materiali: organizzare linguisticamente gli atti e gli eventi comunicativi discende
o Cultura alta: produzione letteraria, artistica, musicale e scientifica direttamente dagli aspetti socioculturali del contesto in cui la
o Cultura istituzionale: aspetti organizzativi di tipo collettivo di una comunicazione ha luogo. La componente culturale dell’insegnamento
società, politica, economia, giustizia, istituzione scolastica; linguistico viene ad essere costituita quindi dalle funzioni e nozioni
o Cultura quotidiana: stili di vita e abitudini, il folklore e le espresse attraverso la comunicazione linguistica.
tradizioni.
6.4 Il nesso lingua-cultura e le sue componenti
La cultura vista come prodotto viene insegnata per proporre agli studenti
aspetti del patrimonio collettivo di un gruppo umano. Sono assenti Il rapporto lingua-cultura si realizza in tipi, o livelli, di contesti differenti e
giudizio di valore. Insegnamento della cultura tramite immersione prevede lo sviluppo di competenze diversificate ma connesse tra loro.
completa del paese di cui si studia la lingua: solitamente, i periodi di
permanenza vengono proposti senza dare all’apprendente una cornice 6.4.1 Le dimensioni sociolinguistica e socioculturale della lingua
concettuale che funga da guida e supporto, che lo aiuti ad articolare idee e La competenza sociolinguistica: usi funzionali del linguaggio e degli atti
punti di vista relativi alla diversità culturale. linguistici.
La competenza socioculturale: si esplica in un contesto socioculturale in
6.3 Insegnamento della cultura intesa come processo cui è impossibile rapportare in modo diretto le realizzazioni linguistiche a
singole variabili situazionali e sociali. Il contesto fa da sfondo essendo
Esiste una chiave di lettura di cultura intesa come processo attraverso cui formati da valori, credenze, atteggiamenti, modi di pensare e ricordare,
si manifestano sistemi di conoscenze e atteggiamenti. In questo caso punti di vista, le attese, i concetti cognitivi e psicologici dei
l’insegnamento della cultura rende gli studenti consapevoli del sistema di parlanti. Si deve operare una distinzione tra:
valori e norme, dei modi di vedere della comunità di cui studia la lingua. o Contesto immediato;
La competenza culturale della L2 va intesa quindi come procedimento o Contesto culturale.
piuttosto che come accumulo di informazioni.
Le due dimensioni non possono essere scisse in quanto esse interagiscono - Componente di azione: un agire che permetta di gestire la vita materiale
continuamente ed è spiegabile in quanto le relazioni linguistiche, da un e relazionale quotidiana tramite attività verbali e non verbali;
lato, e le formazioni sociolinguistiche e socioculturali dall’altro, sono - Componente relativa alla comunicazione interculturale propriamente
sempre mediate dalla lingua. Per questa ragione la cultura detta: competenze verbali necessarie alla gestione delle interazioni con
riguarda sempre l’insegnamento linguistico. parlanti nativi e forme di educazioni interculturali quali curiosità, interesse
e accettazione della diversità;
6.5 L’educazione interculturale come area educativa - Componente interpretativa: capacità di interpretare e spiegare la società
in cui si vive;
L’educazione culturale si limita a porre l’accento sulle differenze culturali
con cui vengono spiegati problemi riconducibili a diversità di tipo 6.6.1 Sviluppo di consapevolezza culturale critica
economico, sociale, religioso. Questa enfasi sulle diversità porterà un È indispensabile sviluppare un relativismo culturale nella società
giorno alla riaffermazione di valori etnici e nazionale. Oggi il concetto di multietnica in cui viviamo. L’interculturalismo produce una perdita di
educazione interculturale tende invece a cancellare l’accento sulla sicurezza nell’individuo: la perdita della certezza linguistica fa perdere
diversità culturale e a definirsi piuttosto come educazione alla diversità: anche la certezza di identità. L’esperienza della diversità offre
l’alterità non viene sottaciuta o negata in quanto non esiste interculturalità l’opportunità di acquisire strutture nuove come imparare a riflettere sulla
senza pluralismo. L’educazione interculturale propone quindi di sostituire propria cultura e divenire capaci di proiettarsi in culture diverse e provare
un’educazione plurilingue e policentrica alla tradizionale educazione empatia verso gli altri.
monolingue ed etnocentrica.
CAPITOLO 8: L’organizzazione di un corso di lingua
6.6 Dimensioni della competenza comunicativa interculturale e il loro
sviluppo 8.1 Il curricolo

L’aggiunta della nozione interculturale all'obiettivo dell'insegnamento Il termine curricolo viene usato per indicare tutti gli aspetti di
della L2 pone quest’ultimo in una prospettiva che si focalizza pianificazione, implementazione, verifica e valutazione di un programma
sull’educazione alla tolleranza, al confronto, alla mediazione e all’incontro di insegnamento linguistico. Esso comprende:
tra differenze. Quello che viene proposto è un’integrazione tra obiettivi o Una pianificazione iniziale che include l’analisi dei bisogni dei
linguistico-comunicativi e obiettivi di competenza culturale, includendo la discenti;
consapevolezza culturale critica, ossia la capacità di decentrarsi dalla o La definizione degli obiettivi del corso;
propria cultura. o La selezione e sequenziazione dei contenuti d’insegnamento in
La competenza comunicativa interculturale presenta le seguenti termini di conoscenze e capacità (sillabi);
componenti: o Scelta dei materiali didattici e delle attività da svolgere in classe;
- Componente etnolinguistica: capacità di identificare le norme sociali o La gestione della classe;
relative ai comportamenti comunicativi che influenzano la buona riuscita o Le modalità di controllo, verifica e valutazione delle conoscenze e
della comunicazione; capacità acquisite.
Oggigiorno il modello ciclico usato non vede la verifica e la valutazione negoziazione dei significati nella comunicazione orale e scritta, i secondi
come uno stadio finale, bensì un indispensabile momento di presa di sono incentrati sull’esplorazione di come la comunicazione ha luogo e di
coscienza dei risultati ottenuti in ciascuna tappa del processo curricolare. quali abilità vengono introdotte quando si comunica.
Una distinzione collegata alle tappe dell’attività curricolare è quella tra:
• Curricolo pianificato: è un piano d’azione di ciò che si vuole raggiungere I sillabi processuali tout court aggiungono alla focalizzazione sui processi
in un corso di studi e di come si intende farlo. di comunicazione e di apprendimento un forte interesse per ciò che
• Curricolo attuato: si riferisce a quanto è stato effettivamente fatto avviene nella situazione di classe, oltre che un’attenzione particolare al
durante il percorso d’insegnamento. rapporto esistente tra comunicazione e apprendimento. I sillabi
• Curricolo valutato: descrizione di ciò che gli apprendenti hanno processuali sono quindi costituiti da:
imparato durante il corso di studi. o Un piano contenente le decisioni più importanti che insegnante
La distinzione è utile perché indica la funzione di base e di guida che il ad alunni devono prendere;
curricolo svolge per la valutazione del corso e dei risultati ottenuti. o Una banca di attività di classe, formulate sotto forma di compiti.

8.2 Il Sillabo Un esempio di sillabo basato su dei compiti è la “lista di tipi di compiti”
usati nel Bangalore Project (1987): non contiene alcuna specificazione
Il termine sillabo indica la parte dell’attività curricolare che si riferisce ai linguistica, ma soltanto degli inventari organizzati in:
contenuti di insegnamento. La loro specificazione viene fatta in termini di o Preparazione al compito (pre-task): rende nota la natura del
conoscenze e di capacità. compito, fornisce la lingua necessaria all’espletamento, ne regola
MICHAEL BREEN propone una prima differenziazione tipologica dei sillabi: le difficoltà permettendo agli apprendenti meno competenti di
1. Sillabi proposizionali: considera le conoscenze e le capacità da imparare dai tentativi dei compagni più competenti.
acquisire come sistematiche e quindi esprimibili in termini ben o Compito (task): svolto singolarmente, ha uno scopo espresso.
definiti. Possono essere: o Feedback: ha la funzione di indicare al discente in quale modo ha
o 8.2.1 Formali portato a termine il suo compito.
o 8.2.2 Funzionali
L’importanza di un sillabo a spirale
2. 8.2.3 Processuali: considerano le conoscenze e le capacità come Comporta che, ad ogni livello, si proceda:
procedimenti e operazioni che sottostanno al saper fare di cui si – alla presentazione di nuove opzioni;
vuole che il discente si impadronisca. Possono essere: – ad una ripresa ed eventuale
o Basati su dei compiti (task-based) approfondimento degli indici linguistici
o Processuali veri e propri connessi già presentati assecondando al
contempo il processo naturale di acquisizione
Nella preparazione dei programmi di studio, ora viene accordata la priorità linguistica che procede per integrazione
ad approcci integrati, centrati sulle attività in cui gli apprendenti si devono successiva (“inbuilt syllabus”).
impegnare. Il sillabo basato su dei compiti propone al discente sia compiti
comunicativi che di apprendimento: i primi si focalizzano sulla Ogni obiettivo previsto – funzionale,
morfosintattico, lessicale, testuale… - dovrebbe competenza, il programmare per comprendere, il valutare per
essere ripreso e approfondito in diversi competenze sono diventati un leitmotiv del lessico didattico di tutti gli
momenti e con diverso grado di insistenza, ambiti disciplinari.
fino ad arrivare alla riutilizzazione attiva e alla Le competenze chiave sono definite come "combinazione di conoscenze,
riflessione metalinguistica abilità e atteggiamenti appropriati al contesto". Le competenze chiave,
inoltre, sono "quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo
Le procedure didattiche sono innanzitutto sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e
delle PROCEDURE cioè degli schemi l'occupazione". Esse sono: 1. Comunicazione nella madrelingua; 2.
organizzativi che evidenziano i tratti salienti, Comunicazione nelle lingue straniere: 3. Competenze in matematica e
non i dettagli, in grado di tradurre competenze di base in scienza e tecnologia; 4. Competenza digitale; 5.
concettualmente e organizzativamente in Imparare a imparare; 6. Competenze sociali e civiche; 7. Spirito di iniziativa
azioni le teorie acquisizionali e di generare e imprenditorialità (o intraprendenza); 8. Consapevolezza ed espressione
azione didattica: tecniche, attività, uso delle culturale.
tecnologie, procedure valutative, ecc. Si precisa anche il significato dei termini "conoscenze", "abilità",
Si procede dal MODULO, all’UNITA’ "competenze", nel quadro europeo.
DIDATTICA, all’UNITA’ DI ACQUISIZIONE.
 «conoscenze»: risultato dell'assimilazione di informazioni
8.3 Dal sillabo linguistico all’impianto curricolare complessivo attraverso l'apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti,
principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio.
Un altro tipo di sillabo è quello che mette al centro della pianificazione Le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche;
didattica lo sviluppo di competenze. In questo caso il sillabo perde la sua
specificità per assumere un carattere più ampio, cioè di strutturazione  «abilità»: indicano le capacità di applicare conoscenze e di
curricolare complessiva. Quindi una specificazione per competenza diventa utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere
una didattica per competenze. Nel 2006, soprattutto con il documento problemi. Le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l'uso
Quadro Europeo delle Qualifiche per l’Apprendimento Permanente, la del pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti
nozione di competenza viene posta al centro del processo di l'abilità manuale e l'uso di metodi, materiali, strumenti);
apprendimento/insegnamento. Ne viene riconosciuta la dimensione
evolutiva e mutevole oltre che il carattere cross-disciplinare. Quest’ultima
 «competenze»: comprovata capacità di utilizzare conoscenze,
caratteristica rende necessaria l’individuazione di macroaree disciplinari e
abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di
di competenze trasversali.
lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Le
competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.
8.3.1 Le competenze chiave
Gli studiosi e gli insegnanti si concentrano sul tentativo di orientare la
La nozione di competenza ricorre anche negli studi di politica del lavoro, di
progettazione curricolare allo sviluppo di competenze chiave che superino
psicologia cognitiva e socioculturale, di aziendalistica. È di grande interesse
la parcellizzazione disciplinare. Quindi negli ultimi anni la didattica per
nella formazione degli insegnanti data la centralità che ha assunto, in
particolare per le ricadute e le implicazioni che ne derivano per le politiche gruppi formati tenendo conto di parametri come lo stile di apprendimento,
scolastiche, in cui la nozione è indicata come criterio innovatore. Nel l’occupazione futura, l’abilità linguistica che gli studenti intendono
campo della formazione scolastica il termine è inteso come un costrutto sviluppare primariamente. Questa proposta comporta tuttavia grossi
complesso ed integrato in cui convergono diverse componenti, non tutte problemi organizzativi per l’istituzione educativa, ma ritiene che le
necessariamente cognitive. difficoltà siano superabili se i risultati sono soddisfacenti.
Un altro modo di guardare alla nozione di competenza è quello di
considerarla come pensiero pratico in azione o competenza esperta. 8.4.1 Aspetti metodologici del curricolo centrato sul discente
Secondo AJELLO le sue caratteristiche fondamentali sono: In un curricolo centrato sul discente, anche i procedimenti didattici, e non
o Organizzazione; solo i contenuti del corso, devono essere negoziati con gli apprendenti. Il
o Articolazione; problema sta nel fatto che spesso i discenti non sono favorevoli a tecniche
o Contestualizzazione; o attività che gli insegnanti ritengono invece utili ed appropriati. Studi
o Flessibilità. condotti su scala nazionale in Australia hanno dimostrato come vi fosse
una scarsa concordanza di opinioni. Per gli allievi, adulti emigrati, le attività
Queste caratteristiche hanno come obiettivo quello di pervenire alla più utili sono: esercizi di pronuncia, spiegazioni, conversazione, correzione
maggiore contestualizzazione possibile della conoscenza a disposizione per di errori, lo sviluppo del vocabolario; mentre per gli insegnanti: la scoperta
far fronte al compito da svolgere. Per quanto riguarda la didattica dell’errore da parte degli apprendenti, il lavoro di coppia, l’ascolto di
linguistica, se ne sottolinea soprattutto il carattere interdisciplinare. Silvia cassette registrate. Per conciliare i principi di insegnamento centrato
Minardi pone l’accento sul fatto che l’educazione linguistica è, per sua sull’apprendente con una metodologia che da enfasi e priorità diverse
natura, trasversale a tutte le discipline, non ridotta al solo asse del rispetto a quelle assegnate dagli allievi, probabilmente non vi è altra via se
linguaggio. Le competenze hanno bisogno delle discipline perché senza non quella di insegnare agli allievi a diventare migliori apprendenti in
saperi disciplinari rischiano di essere etichette nuove su scatole vecchie. modo che possano compiere scelte più motivate e ragionate.

8.4 Curricoli incentrati sull’apprendente 8.4.2 Aspetti valutativi del curricolo centrato sul discente
Per quanto riguarda la valutazione curricolare, essa non deve costituire
NUNAN propone un modello curricolare che integri i due approcci orientati soltanto l’ultima fase del percorso d’insegnamento, bensì un momento
al prodotto e al processo d’insegnamento. Questa modalità integrata si ricorrente che permette di controllare se gli allievi hanno raggiunto gli
contrappone agli approcci in cui la pianificazione avviene prima dell’inizio obiettivi intermedi previsti, e che dà modo di decidere se un programma di
del corso; rivaluta il ruolo dell’insegnante nello sviluppo curricolare. Il studi, o alcuni aspetti, devono essere modificati in corso d’opera.
punto di partenza per la costruzione di un curricolo centrato sul discente è
un’analisi dei suoi bisogni comunicativi e delle sue caratteristiche di CAPITOLO 9: L’analisi dei bisogni dei discenti
apprendente. Un altro aspetto è quello relativo alla formazione dei gruppi
classe: Nunan propone di rendere più flessibile il raggruppamento Oggi il discente viene messo al centro del processo di insegnamento. Ciò
tradizionale basato generalmente sul livello di conoscenza linguistica. È comporta l’esigenza di un nuovo modo di porsi di fronte alle sue necessità
meglio lasciare all’apprendente la possibilità di muoversi tra i vari e alle sue motivazioni. Bisogna quindi individuare le diversità per operare
un raccordo tra le attese e ciò che l’insegnante ritiene necessario per
metodo e contenuti. L’analisi dei bisogni permette di giungere a una L’analisi dei bisogni può essere utile all’insegnante per stabilire le
specificazione degli obiettivi, venendo così ridefinite le richieste generiche motivazioni, le necessità e le preferenze di particolari gruppi di allievi. Può
in maniera più definita. essere condotta a vari livelli:
o Globale: individuare i contesti, le situazioni e le relative attività
9.1 L’analisi dei bisogni in quanto area di ricerca sociologica e linguistica linguistiche in cui gli studenti necessiteranno la L2;
o Tipi di testo e discorso: individuare testi e discorsi ricorrenti nei
9.1.1 Definizione statica e deterministica dei bisogni comunicativi contesti della L2, specificando caratteristiche retoriche e struttura
Quando nasce quest’area di ricerca negli anni ’70, si rivolge l’attenzione a informativa;
discenti adulti con motivazioni e necessità comunicative precise e o Strutturale: individuare modi ricorrenti in cui la struttura
differenziate. In questo modo, una volta individuate, l’insegnante può dell’informazione viene segnalata dalle forme linguistiche e dagli
organizzare il percorso didattico più adatto. RICHTERICH definisce gli atti stilemi retorici (es. topicalizzazioni, focalizzazioni ecc.).
linguistici come unità minime di apprendimento, distinte in base a:
o Situazione comunicativa in cui occorrono; 9.3 Strumenti per l’analisi
o Operazioni che realizzano.
9.3.1 Strumenti per il livello globale di analisi dei bisogni
In un secondo lavoro egli individua due macrocategorie di discenti, Questionario, intervista, osservazione diretta di produzione scritta e orale
suddivise in base alle esigenze culturali o professionali, all’interno delle caratterizzano la comunicazione nei contesti individuati. Il problema sorge
quali operano ulteriori suddivisioni. L’individuazione di tali gruppi quando gli studenti non hanno idee chiare sui propri bisogni linguistici e
permette di isolare i bisogni comunicativi di ogni gruppo e quindi di sulle motivazioni. In questo caso l’insegnante può compiere un’inchiesta
specificare inventari linguistici tramite l’uso di sillabo funzionali (cioè basati sulle prospettive future e possibili degli allievi per cercare di capire gli
più su atti linguistici che su regole grammaticali). interessi e le preferenze. L’analisi dei bisogni risulta quindi essere una
raccolta di info utili a creare e gestire un corso di L2, in modo da poter
9.1.2 Bisogno come autodefinizione degli apprendenti stessi vedere quali contenuti ed attività privilegiare.
La precedente nozione di bisogno non tiene conto della componente
sociologica del punto di vista degli individui interessati e perciò ha subito 9.4 Conclusioni
delle critiche, considerata troppo schematica ed oggettiva. I repertori non
tengono in considerazione la mutevolezza sia della lingua che delle La presa in considerazione di bisogni oggettivi e soggettivi è anche utile a
circostanze in cui essa si manifesta: i bisogni cambiano con il tempo e le responsabilizzare gli studenti, in quanto li rende attivamente partecipi dei
circostanze, a seconda del livello e degli scopi che si intende raggiungere. processi decisionali che li riguardano e li motiva tramite il coinvolgimento.
La lingua è il mezzo per soddisfare i reali obiettivi, non ci sono più corsi per Bisogno è un termine generico: può indicare necessità di tipo materiale,
scopi speciali perché tutti i corsi sono specifici e hanno scopi speciali. Si ma anche di natura sociale, psicologica, affettiva e comunicativa. Tali
cerca di rendere il discente autonomo (imparare ad imparare). informazioni saranno utili per scegliere il tipo di lingua da insegnare, i
contenuti da convogliare, le abilità e i saper fare da privilegiare, le attività
9.2 L’analisi dei bisogni come strumento pedagogico di classe da proporre. L'analisi dei bisogni offre così all'insegnante la
possibilità di pianificare un programma che prevede una definizione in
itinere dei bisogni stessi e un conseguente dialogo motivato e motivante o L’insegnante decide chi deve parlare;
tra insegnante ed allievi. o L'insegnante pone domande di tipo pedagogico.

CAPITOLO 10: Le attività esercitative e la gestione della classe Non si tratta di bandire dalla classe la pratica meccanica, in quanto essa
svolge una funzione specifica e in molti casi insostituibile: il vero problema
10.1 Tipi di interazione nella classe di lingua: il cosa e il come è quello del passaggio dell'esercitazione meccanica alla produzione
libera, da esercizi totalmente centrati sulla forma ad esercizi che siano via
Secondo Leo Van Lier classificheremo le attività che si svolgono in classe via più centrati sul contenuto liberamente espresso, conducendo così
tenendo conto di due parametri: il che cosa si richiede agli apprendenti di gradualmente alla comunicazione.
dire e come si intende che lo dicano. A volte si privilegia il cosa han detto
altre volte il come. I 2 parametri permettono di fornire una 10.2.1 Gli esercizi meccanici (drills)
categorizzazione relativa ai tipi di interazione che possono avere luogo in La didattica linguistica ha il compito di avvicinare il più possibile le
classe: situazioni esercitative condotte in classe, alle situazioni di uso autentico, in
ciò sostenuto dalle ipotesi formulate dagli psicolinguisti secondo cui
o Meno orientamento all'argomento, meno orientamento all'attività l'apprendimento di una L2 avverrebbe tanto più celermente ed
= conversare (talking), efficacemente quanto più la situazione scolastica è simile a quella che si
Esempi: conversazione casuale, quattro chiacchiere bevendo un caffè; incontrano fuori della classe.
o Più orientamento all'argomento, meno orientamento all'attività = Fino a pochi anni fa si pensava che producendo in classe la frase “Vorrei un
dire (telling), chilo di patate”, l’allievo avrebbe imparato anche a dire in una stazione
Esempi: annunci, spiegazioni, conferenze; ferroviaria “Vorrei un biglietto per Londra”. Ciò che non si considerava era
o Più orientamento all'argomento, più orientamento all'attività = che in questo modo non si risolverà il problema del trasferimento da una
istruire/elicitare (istructing/eliciting), situazione puramente esercitativa ad una situazione autentica. Il
Esempi: elicitazione da parte dell'insegnante, interviste, riassunti, storie, conseguente problema didattico è quello del passaggio dalle esercitazioni
dibattiti; formali, alle espressioni di intenzioni comunicative. Vediamo ora degli
o Meno orientamento all'argomento, più orientamento all'attività = esercizi meccanici, per poi indicare come si possono apporre dei
esercitare (drilling), miglioramenti. Gli esercizi meccanici tradizionali consistono nella
Esempi: esercizi di ripetizione e di sostituzione. ripetizione di modelli formali, allo scopo di rendere meccanica la
conoscenza di una struttura della L2 tramite la sua memorizzazione.
10.2 Dall'esercitare al conversare All'allievo viene chiesto di risolvere un problema formale tramite
operazioni quali la sostituzione, la cancellazione, l'espansione, la
Spesso i materiali didattici definiscono come attività di classe attività che trasformazione. Un miglioramento di un esercizio di questo genere
anche ad un’analisi superficiale risulta non esserlo affatto, come ad consiste nella sua contestualizzazione, per esempio commentando e
esempio una conversazione tra un insegnante di inglese e i suoi allievi. giustificando delle risposte a domande polari. L'esercizio deve risultare
Si noti infatti che: strutturalmente trasparente. Ciò è possibile se viene esplicata
o L'insegnante conosce già il tema in discussione; l'equivalenza dei contenuti, proposti tramite l'uso della lingua madre. In
secondo luogo, l’esercizio può essere reso meno meccanico, se vengono 10.4 Dai compiti ai progetti
esplorati potenziali semantico e pragmatico della struttura esercitata
tramite una pratica gioiosa che permette l'uso di variazioni. L'inizio Con progetto si possono intendere due nozioni tra loro collegate, ma
dell'esercizio è bilingue, ma alla fine diventa monolingue. Le varie fasi parzialmente differenti:
vanno dallo scambio all'ampliamento a rimodellamento verso la o Progetto come naturalmente sviluppato da una didattica
produzione personale. comunicativa basata su un insieme coordinato di compiti;
o Progetto come forma identica a sé stante, mirante ad
10.3 Dagli esercizi ai compiti (tasks) un’educazione integrale ed autonoma dell’apprendente, e in cui
quest'ultimo agisce per raggiungere uno scopo.
Una forma interessante di pratica comunicativa è costituita dai cosiddetti
compiti. I presupposti per tale attività sono i seguenti: In questa accezione il concetto di educazione proposta da DEWEY è basato
o C’è dell'informazione preselezionata da trasmettere; su tre assunti:
o C’è un interlocutore che ha bisogno delle informazioni per portare o La necessità che gli scopi educativi siano fondati sui bisogni in sé
a compimento un certo compito; dell'individuo
o C'è consapevolezza dell'esistenza di un divario informativo tra i o Il rapporto dello scopo educativo e metodo cooperativo
due interlocutori: uno solo dei due possiede l’informazione o La valenza educativa in sé delle varie attività e la loro connessione.
necessaria.
Un tipico esempio di compito così inteso è quello che consiste nel fornire a 10.4.1 Progetto come connessione e commistione di compiti
due allievi delle mappe di città o delle carte geografiche, contenenti Secondo il modello di LEGUTKE i progetti possono essere di tre tipi:
informazioni diverse. I due allievi devono riuscire ad ottenere le o Testuali
informazioni mancanti nella loro mappa geografica ponendosi o Di scambio di corrispondenza
reciprocamente delle domande nella L2. o Di ambiente
I primi due tipi sono condotti in classe; il terzo ha bisogno di un contatto
I tipi diversi di compito sono stati distinti in categorie quali: diretto con i parlanti nativi e la L2 è la lingua di comunicazione. Progetti
o Compiti di apprendimento linguistico: hanno lo scopo di intesi come mezzo per apprendere nuove conoscenze oppure un modo
sviluppare capacità linguistiche discrete relativamente ai tipi e per approfondire conoscenze già possedute. Sicuramente i progetti più
livelli di significato. complessi sono quelli del terzo tipo in quanto sono ad alto grado di
o Compiti pre-comunicativi: il loro scopo è quello di rendere l’allievo comunicazione, in situazioni reali. Ovviamente sono anche quelli più utili.
capace di reagire ad una diversità dei testi; Oltre alla competenza linguistica, i discenti sviluppano anche quella
o Compiti comunicativi: che portano alla messa in opera di un gran organizzativa, relazionale, gestionale e di cooperazione. In questo modo i
numero di capacità di natura relazionale, linguistico e discenti diventano autonomi (modello didattico orientato
paralinguistica, oltre che la conoscenza di determinati contenuti; all’azione). Si ampliano le varietà di materiali e questo porta ad aumento di
o Compiti strumentali gestionali: hanno lo scopo di sviluppare la motivazione e interesse. L’apprendimento non è più trasferimento di
capacità di ottimizzare il processo di apprendimento. informazioni dall’insegnante al discente ma partecipativo sia tra
gli allievi che tra questi e l’insegnante, che diventa una guida.
o In classe dopo avere ascoltato le interviste gli allievi svolgono
10.4.2 Progetto come forma di didattica attiva attività di follow up che includono simulazioni, dibattiti, sviluppo
Mentre nell’insegnamento tradizionale si presentano ai discenti i contenuti del piano di azione per affrontare problemi particolari.
in modo sistematico, sequenziale, nei progetti si apprendono le
conoscenze che servono per la conduzione del progetto stesso. 10.5 L’organizzazione e la gestione della classe: dalla lezione frontale alle
Caratteristiche della didattica per progetti: attività collaborative
o Rapporto tra progetto e contesto;
o Modello organizzativo stabilito da portare avanti per tutta La lezione frontale tradizionalmente si caratterizza per una disposizione dei
l’attività: fasi e tempi specifici; banchi verso l’insegnante e per un posizionamento più elevato di
o Risorse: materiali ma anche umane. quest'ultima su una pedana. Però così non vengono incoraggiate
Cosa impara l’apprendente: l'interazione e la collaborazione degli apprendenti tra di loro o con
o A progettare; l'insegnante. Questo modello educativo sta cedendo il passo ad un nuovo
o Valutare e auto valutarsi; modello che assegna invece rilievo ad attività collaborative tra insegnante
o Acquisisce strategie metacognitive; e allievi e soprattutto tra allievi. Tale cambiamento è conseguente ai nuovi
o Acquisisce capacità di comportamenti sociali e collaborativi; orientamenti psicologici e pedagogici: si ricordi la psicologia umanistica, la
o Riflette sui propri punti di forza e limiti; pedagogia non direttiva, la competenza di azione, la competenza di
o Apprende conoscenze procedurali; comunicazione e il concetto di educazione, proposto da Dewey. Altro
o Utilizza abilità in contesti reali e autonomamente. contributo di stimolo alle attività collaborative è il fenomeno gruppo. La
conseguenza di tale interesse è riscontrabile nello sviluppo di approcci
Di utilizzare i progetti come forma didattica stabilendo un collegamento tra metodologici e di tecniche di insegnamento basate sul lavoro di gruppo. Il
lavoro interno alla classe ed esterno, se ne è occupato in primis un corso lavoro congiunto permette così la crescita dell'individuo in quanto il
denominato Oral Communication Course, portato a termine da Carol singolo ha la possibilità di stabilire contatti, di porre domande, di trovare
Montgomery e Miriam Eisentein alla fine degli anni Ottanta e strutturato in risposte. Infine, tramite il lavoro comune l’individuo riesce a raggiungere
una serie di visite settimanali in ambienti della comunità dove la L2 è usata obiettivi che da solo non potrebbe raggiungere oltre a riuscire a
come lingua di comunicazione: sopportare più facilmente eventuali fallimenti. consideriamo i vantaggi del
o Gli allievi ascoltano una registrazione connessa al lavoro che lavoro in coppia o in gruppo in attività quali il role play e le simulazioni. Tali
pratiche esercitative offrono:
svolgeranno sul campo e completano esercizi di comprensione;
o Opportunità di praticare strategie di apertura, di sviluppo e
o In piccoli gruppi gli allievi lavorano ad una varietà di esercizi orali
chiusura di incontri conversazionali;
che conducono allo sviluppo di un compito;
o Richiedono agli apprendenti di sviluppare dei significati in modo
o Lavoro sul campo. Gli allievi pongono domande ad un ospite
collaborativo;
straniero venendo dunque al contatto con la L2 in una situazione
o Permettono la pratica di routine conversazionali;
autentica;
o Gli allievi completano un foglio valutativo per determinare quanto o Coinvolgono gli apprendenti nella assunzione di ruoli di volta in
hanno capito dell'interazione con l'ospite; volta diversi che necessitano dell'uso dei siti diversi dal discorso;
o Richiedono un completamento negoziato di compiti;
o Comportano la condivisione dell'informazione; 11.3 Tipi di lavoro di riparazione
o Focalizzano l'attenzione su input e output comprensibile e
significativo. L’attività di riparazione può essere disgiuntiva (atta a valutare) o
congiuntiva (atta ad aiutare); quest’ultima si suddivide in:
CAPITOLO 11: Il controllo e il lavoro di riparazione • Riparazione orientata al codice, focalizzata sulla strutturazione della L2;
• Riparazione orientata al messaggio, focalizzata sulla trasmissione di info
11.1 La correzione degli errori e idee;
• Riparazione orientata all’attività didattica, focalizzata
L’errore per lungo tempo è stato considerato frutto di un’ingerenza sull’organizzazione dell’ambiente classe e sul regolamento delle sue
negativa, da evitare assolutamente e da correggere tempestivamente, attività
onde evitare che l’apprendente si fossilizzasse su una forma sbagliata. In
seguito, si è iniziato a considerare l’errore come indice di tutte le ipotesi 11.3.1 L’autoriparazione
fatte dall’apprendente nel corso della costruzione dell’interlingua, che A ciò si aggiunge l’attività di autoriparazione, cioè il costante confronto, da
viene poi sostituito naturalmente dalla forma corretta. L’errore può essere parte dell’apprendente, dei dati in entrata col proprio livello personale, in
frutto di sovra generalizzazione o di un bad transfer dalla L1. La modo da correggere o confermare le sue ipotesi riguardo alle strutture L2.
correzione tempestiva e manifesta dell’errore, soprattutto quando Le modalità di controllo, che si possono osservare in dinamiche N-NN,
associata ad un voto, può risultare dannosa in quanto fortemente variano a seconda del lasso intercorso tra espressione verbale e
demotivante per l’apprendente. riparazione e della forma che tale riparazione assume:
o L’NN indica la sua insicurezza relativamente a quanto ha prodotto,
11.2 Il lavoro di riparazione attraverso una richiesta esplicita di conferma o disconferma della
correttezza di quanto appena detto. Solo allora il N scioglie il
Il concetto di riparazione è diverso da quello di correzione, si tratta di un dubbio fornendo la risposta corretta.
monitoraggio continuo dei progressi dell’apprendente, senza che ci si o Attraverso una richiesta di ripetizione il N esprime dubbio su
focalizzi sull’errore in sé e dando all’apprendente stesso facoltà di quanto detto dal NN chiedendogli implicitamente di ripetere. Così
autocorrezione, attuando dinamiche simili a quelle extrascolastiche, di facendo gli dà modo di rendersi conto dell’errore commesso e di
modo che il discente impari ad auto monitorarsi. autocorreggersi.
Il rapporto insegnante-apprendente diventa quindi simile a quello tra N e o L’NN interrompe il suo racconto con una pausa e ha messo in
NN, in cui il N aiuta il NN nella comunicazione, fornendogli input adatti e dubbio la correttezza dell’espressione enfatizzando la produzione
correggendo i suoi output senza sminuirlo. Tale dinamica, detta didattica del determinante, e manifestando rammarico per non aver
naturale, è l’adozione di strategie atte a comunicare in situazioni ottenuto una qualche forma di feedback da parte del NN.
problematiche; non è chiaro poi se nasca per facilitare spontaneamente
l’apprendimento o piuttosto per mantenere semplicemente aperto il flusso 11.3.2 Forme di controllo e monitoraggio
della comunicazione. Tre forme basilari di controllo:
Il primo tipo di controllo è denominato online: è una forma di
monitoraggio che porta a correggere sé stessi o gli altri. Nel caso di
autocontrollo avviene tramite la formulazione di parafrasi di quanto detto -Come commento: ripetizione dell’elemento problematico con l’aggiunta
o la produzione di correzioni relative al contenuto o alla forma del proprio di una sorta di commento, spesso inframmezzato da risate o intercalare
messaggio; nel caso di etero-controllo tramite l’offerta di parole che per alleggerire (“Romeo e Giulia” “Eh, in italiano [ride] si dice Giulietta”)
l’interlocutore sembra non trovare in memoria ecc. -Come richiesta di spiegazione vera e propria, può causare problemi di
Un secondo tipo di controllo è leggermente ritardato rispetto al faccia al NN.
comportamento verbale e può essere provocato dall’interlocutore tramite
segnali di non audizione o di non comprensione, oppure tramite la 11.5 Caratteristiche delle strategie di riparazione adottate dal parlante N
richiesta esplicita di riformulare un enunciato o di chiarire un concetto.
Un terzo tipo di controllo costituisce una riflessione vera e propria che Di norma, le strategie di riparazione adottate dal parlante N presentano
assume forma di meta comunicazione. Tale riflessione è di grande diverse caratteristiche:
importanza. • Non sono immediate, in modo da lasciare al NN il tempo di correggersi
da solo;
11.4 Il lavoro di riparazione in scambi N/NN • Sono selettive: gli errori corretti sono per lo più quelli riguardanti tabù o
simili; quando la comprensione risulta comunque possibile, errori di
Esempi di lavoro di riparazione in una situazione di contatto Tandem: sia la stampo grammaticale vengono ignorati, per tener conto dei problemi di
didattica naturale che le strategie di mantenimento della comunicazione faccia;
sono in atto. Si riscontra una preferenza per l’autocorrezione, di solito • La correzione di solito avviene senza interrompere il flusso tematico;
avviata dal NN stesso: benché lo scopo ultimo sia la comunicazione, si • Sono indirette, mascherate da interlocuzione o da segnale di ascolto: di
finisce sempre per concentrarsi anche sulla forma, oltre che sul contenuto. norma tali interazioni sono ad incastro e pronunciate con tono più basso,
per non interrompere il flusso tematico sono poste in forma di domanda o
11.4.1 Il lavoro di riparazione iniziato dal parlante NN congettura;
Riparazione iniziata dal NN:
- Richiesta esplicita di aiuto, si verifica solitamente agli stadi iniziali di 11.5.1 La riparazione non è immediata
apprendimento e di solito è di natura lessicale (come si dice?) il tempo di attesa del parlante nativo per un’eventuale autocorrezione è
-Richiesta di spiegazione: si realizza in sequenze che possono piuttosto lungo.
interrompere il tema della discussione. In tali circostanze, però il N tende a
ricoprire il ruolo istituzionale, assumendo un atteggiamento scolastico 11.5.2 La riparazione è selettiva
(“Mia amica ha mangiato lasagne e erano bene” “Buone” “La differenza?”) Molti errori commessi dal NN vengono ignorati quanto alla scelta degli
errori da correggere essa non sembra essere casuale: i criteri adottati
11.4.2 Il lavoro di riparazione iniziato dal parlante N sembrano basarsi su giudizi intuitivi di comprensibilità del messaggio,
Riparazione iniziata dal N: appropriatezza alla situazione, accettabilità dell’errore nella cultura
-Ad incastro: volta ad eliminare un elemento di disturbo nell’interazione in straniera.
atto, consiste nella ripetizione dell’elemento problematico. Il NN può
prendere atto della riparazione e correggersi senza perdere la faccia (La 11.5.3 La riparazione mira a non far perdere la faccia all’interlocutore
cosa che non mi piace è che molta gente dicano dicono, sì […] dicono)
Il parlante nativo cerca di non procurare problemi di faccia al NN. Lo fa in o Introdurre e guidare i discenti
una varietà di modi con una correzione o poco evidente, spesso in forma di all’autoascolto e autovalutazione.
congettura.

11.6 Lavoro di riparazione in classe


11.8 Conclusioni verso l’autocontrollo e l’autovalutazione
Dato il contesto istituzionale, la correzione è unidirezionale; ciò, unito al
fatto che in questo caso spesso l’apprendimento non è una libera scelta L’autocontrollo dell’apprendente risulta fondamentale per lo sviluppo
del discente, può causare frustrazione e perdita di motivazione. Nel caso dell’interlingua. L’automonitoraggio del discente può essere sviluppato
della correzione in classe, questa di norma: adottando una serie di operazioni:
o Si focalizza troppo sull’errore e sulla correzione in sé; tutto 1. Un esempio è la registrazione delle attività di classe, che verranno poi
l’insegnamento risulta basato sugli errori, che diventano unico riascoltate. Il discente dovrà classificare in seguito i propri errori,
criterio di valutazione; ipotizzarne le cause e le possibili conseguenze nella comunicazione e
o Attua una riparazione fissa e non varia a seconda dell’attività chiedere ai compagni alternative alla propria produzione scorretta;
(meccanica o comunicativa); 2. Un’altra operazione di monitoraggio è attuabile nei test: per ogni
o Nel caso di insegnanti rigidi, più questi esercitano il controllo sulla domanda, il discente deve giustificare la risposta e il grado di sicurezza con
classe, più la riparazione interrompe il flusso tematico e inibisce cui l’ha data. Tale valutazione verrà in seguito valutata anche in termini di
l’iniziativa del discente, che così non può sviluppare la propria punteggio: ciò comporta che il discente stesso avrà maggiore interesse a
autonomia comunicativa; migliorare nell’autovalutazione e diventerà quindi indipendente più in
fretta.
Le soluzioni a questi problemi potrebbero
essere: CAPITOLO 12: La verifica formale e la valutazione dell’apprendimento
o Rendere la correzione più selettiva;
o Variare il lavoro di riparazione a Spesso, le parole verifica e valutazione
seconda dell’attività; vengono usate in modo intercambiabile, come
o Aumentare il tempo di attesa prima di sinonimi, mentre in realtà si riferiscono a due
procedere alla correzione per dar procedimenti piuttosto diversi:
modo al discente di autocorreggersi • la verifica riguarda l’accertamento di
o Non interrompere il discente, fornirgli conoscenze, abilità, competenze, capacità
un lasso di tempo maggiore dopo la attraverso la somministrazione di prove di
produzione, in modo da permettergli di diverso tipo, la raccolta dei risultati e la loro
autocorreggersi; elaborazione statistica.
o Operare una riparazione congiuntiva, • la valutazione riguarda l’interpretazione dei
sotto forma di richiesta di ripetizione o risultati della verifica alla luce di variabili (es.
correzione indiretta; obiettivi di apprendimento, progressi dello
studente, la sua storia personale ecc.) che effettuata la verifica, essa assume scopi
chiamano in causa il giudizio del valutatore. diversi:
• di carattere diagnostico nella verifica iniziale
L’accertamento nel corso dell’apprendimento è fondamentale per (prove di livello e di accertamento iniziale)
valutare sia la preparazione del discente, che le modalità di insegnamento. • di carattere formativo nella verifica in itinere
Se negli anni Sessanta l’importanza era data per lo più agli aspetti sintattici (prove di progresso/profitto)
e alla valutazione delle singole conoscenze e competenze, dagli anni • di carattere sommativo nella verifica finale
Settanta, col variare delle teorie linguistiche e pedagogiche, alla (prove di controllo o sommative)
competenza linguistica è stata associata quella comunicativa.
VALUTAZIONE SOGGETTIVA E OGGETTIVA
Quale funzione svolge la valutazione • La valutazione soggettiva è affidata alle
nella programmazione? capacità personali e discrezionali del
Dipende dal modello di programmazione: valutatore e non supportata da tecniche e
• MODELLO LINEARE-SEQUENZIALE strumenti di rilevazione di tipo oggettivo (es.
• MODELLO CIRCOLARE-SISTEMICO prove di produzione orale e scritta)
• La valutazione oggettiva è quella che tiene
Modello lineare-sequenziale conto di prove che richiedono risposte
• la valutazione costituisce solo la fase univoche e predeterminate e che prescindono
conclusiva dal giudizio del valutatore.
• risulta scollegata dalle altre fasi
• rimane estranea al processo di 12.1 Testing
insegnamento/apprendimento La valutazione può concretizzarsi in:
• svolge una funzione essenzialmente selettiva 12.1.1 • Test fattoriali: valutano competenze isolate, devono essere validi
nel valutare una specifica competenza, affidabili (fornire risultati uguali a
Modello circolare-sistemico prescindere da chi corregge), oggettivi (una sola risposta per quesito) e
• è prevista ad ogni fase, come feedback quantificabili (possibile comparare i risultati). Generalmente si tratta di
• consente l'autoregolazione del sistema nel test del tipo scelta multipla, vero-falso o fill-in-the-blank;
suo complesso e al livello delle sue diverse fasi 12.1.2 • Test integrati: consistono di contesti discorsivi, che uniscono
• è parte integrante del processo di comprensione e produzione. Test come dettato, riassunto, elaborati
insegnamento / apprendimento scritti, comprensione del testo;
• svolge una funzione di promozione 12.1.3 • Test pragmatici: verificano l’effettiva capacità del discente di
dell’apprendimento (funzione promozionale) interagire in L2 in situazioni analoghe a quelle reali. Secondo Doyè devono
essere sempre integrati, richiedere un agire linguistico e l’impiego di mezzi
A seconda delle diverse fasi della linguistici in base allo scopo e al contesto dell’interazione e prevedere che
programmazione e dei momenti in cui viene il discente porti a termine compiti analoghi a quelli “naturali”, di vita reale.
Il test pragmatico si riferisce il più possibile a contesti autentici e ha lo La capacità di agire oralmente è difficile da valutare a causa della
scopo di far formulare atti linguistici di vario tipo. Lo studente deve variabilità delle dinamiche della comunicazione stessa. Esistono tuttavia
produrre contenuti appropriati a quella determinata interazione e diverse sperimentazioni a riguardo.
“identificarsi” nel ruolo. Più i test sono pragmaticamente naturali, 1. Interazione faccia a faccia, riguardante la vita pratica e professionale e
maggiore iniziativa può prendere lo studente. Sono più difficili da che preveda l’uso di strategie argomentative e di espressioni correnti di
preparare e valutare, ma possono effettivamente verificare la reale saluto, offerta, scusa e ringraziamento;
capacità del discente di interagire in L2. 2. Discorso orale interattivo, in cui si esprimono sentimenti nell’ambito di
un discorso di registro familiare o in situazioni di vita pratica, o ci si
12.2 Valutazione della competenza comunicativa esprime adeguatamente in un contesto formale e intellettuale;
Tali possibili test vengono valutati secondo criteri di intelligibilità, vale a
La competenza comunicativa (insieme di conoscenze parziali necessarie dire se l’atto linguistico è stato compreso e ha avuto successo.
per comunicare) va distinta dalla capacità d’uso (necessaria per la Le abilità linguistiche possono essere verificate singolarmente o in combo.
comunicazione autentica, realizzazione di competenze in condizioni Un esempio è la combinazione orale-scritto, in un test che preveda
psicologiche e relazionali vincolanti); le due vanno valutate separatamente l’ascolto di una lezione e la stesura di una sintesi scritta a riguardo.
e diversamente.
12.4 Sviluppo della consapevolezza del ruolo di apprendente
12.2.1 Valutazione delle sotto competenze comunicative
La competenza comunicativa si suddivide in: 12.4.1 L’autovalutazione risulta fondamentale per sviluppare nel discente
o Sotto competenza linguistica: valutabile in modo parziale (se si la consapevolezza del proprio ruolo, per concretizzare i suoi obiettivi di
esaminano specifici aspetti grammaticali) o integrato (se si sceglie apprendimento e i suoi progressi, facilitare la pianificazione di
di valutare la capacità globale del discente di comunicare in L2). La apprendimento individuale e la preparazione agli esami.
valutazione può essere effettuata tramite esercizi come la Esempio di prove valutative:
correzione di errori da parte dei discenti. Tuttavia, tale valutazione 1. Lo studente parla di argomenti noti;
risulta poco efficace per valutare la correttezza formale; 2. Lo studente espone e interpreta una vignetta, foto o quadro;
o Sotto competenza sociolinguistica: accerta la capacità di capire e 3. Lo studente esegue in un role play una conversazione telefonica o con
produrre determinati atti linguistici. La sua valutazione dà tuttavia un esaminatore;
un’attenzione troppo scarsa al contesto di realizzazione di tali atti; 4. Lo studente discute con l’esaminatore riguardo un libro letto
o Sotto competenza strategica: l’abilità di selezionare i mezzi adatti
a portare a compimento un determinato atto comunicativo; 12.5 Conclusioni
Le sotto competenze vengono valutate in base alla loro generalità e
frequente ricorrenza. A conclusione della prova, il discente doveva rispondere ad un
questionario relativo alla prova, che deve essere accettabile (valutare ciò
12.2.2 Valutazione della capacità di agire oralmente in L2 che è importante per lo studente), trasparente, con grado di difficoltà
adeguato e giusta (non causare timore e ansie nel discente).
Il criterio essenziale è sempre la trasparenza, sia per quel che riguarda il
processo sommati, che per le prove. Ciò vuol dire che le consegne devono
essere comprensibili, le tecniche adottate familiari, i criteri di giudizio
devono essere esplicitati.
L’apprendente di L2 deve essere aiutato ad imparare ad imparare, a
comprendere i propri bisogni comunicativi, il proprio stile di
apprendimento, le proprie preferenze, in modo da diventare autonomo
nel proseguimento del proprio apprendimento.

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