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Cristianesimo 7-03

Quando nasce il cristianesimo? Come religione autonoma risp al giudaismo, a metà del 2 secolo. Si fa coincidere la
nascita nel momento in cui la comunità si dota di scritture sue, canone delle scritture cristiano. Nel 150 – i 4 vangeli
come testi di riferimento della comunità cristiana, quindi separazione dal cristianesimo e dell’ebraismo. Il libro di
pesce ci mostra come questi testi come i vangeli – base dellla religione cristiana – furono scritti prima che si possa
parlare di cristianesimi. Testi non cristiani in cui ancora non esiste tale cristianesimo e vengono ripresi dopo come testi
base. La formazione di queste scrittura non è semplice e lineare, ma hanno scritto per motivi altri. Come sono studiati?
Da una parte sono testi letterari (analisi e critica del testo x verificare se sono stati manipolati, se hanno avuto un
periodo in cui si sono andati assestando, in quale lingua sono scritti? La 70 è una traduzione in greco dell’ebraico del 3
secolo ac del vecchio testamento – poi questa in greco è quella che al nuovo testamento fonda la bibbia cristiana.
Ma i vangeli? Ciò che sta nel nuovo testamento, la sua lingua è il greco. È un greco molto facile. Ciò che gesu avvea
detto in aramaico (lingua più diffusa verso certe fasce sociali, perché chi volve aricorcardo e trasmettere e sue
memorie perché lo scrivono in greco? Traducendolo? È già un’operazione culturale – un traduzione del messaggio di
colui al quale volevano garantire fama e copertura, ed importanza sempre più universale. Il grande romanzo dei
vangeli – racconta la storia del nuovo testamento attraverso un’attenzione diversa, non come gli autori dei testi che
stanno nel nuovo testramento per comunicare la fede, immaginano di raccontare la storia contenuta ne vangeli a chi
si accosti a questi testi come un extra terrestre quindi non avendone completamente idea.

09-03

Storia e storiografia: storia scienza che ha a che fare con gli eventi sequenze di fatto lungo una linea ordinata di fatti,
storiografia scrittura della storia il modo in cui si scrive la storia che non è mai un modo oggettivo. È come la fotografia
che dipende sempre dall’occhio di chi guarda. Narrazioni storiche - le narrazioni medievali mettevano in elenco gli
eventi più importanti, che sono più che altro delle cronache. Il modo in cui ciascun autore racconta i fatti tenendo
conto dei dati storici, la manualizzazione dell’aspetto economico, militare e la simpatia di chi li ricostruisce
intervengono. Mettendo a confronto alcuni manuali evince la formazione degli autori e i loro interessi, che sono
decisivi al taglio che si da alla storia. La storiografia ci aiuta ad aumentare il nostro spirito critico. Ci permette di capire
i punti di vista dello scrittore. È importante anche per la storia della critica in letteratura. Ecpoca di mezzo, medieoevo
> crisi, carestie, guerre – sono tante i motivi per cui uno storico si interessa ad un particolare elemento. 2 modulo –
storiografia contemporanea di gesu.
Periodizzazioni: strumenti della storie e/o della storiografia -> è un operazione indispensabile per accostarci alla storia,
essa è un’operazione culturale che ha l’obiettivo di organizzare il fluire storico secondo partiture di tempo più o meno
estese alle quali si riconoscono caratteri precisi e qualificanti (53-ac fino alla sua caduta ad esempio l’impero romano)
– sono modi di organizzare e costruire il tempo secondo dei criteri che definiscono un epoca. Questa segmentazione
corrisponde ad esigenze didattiche cioè rende più leggibile il susseguirsi degli eventi ed il loro incatenarsi. Le
periodizzazioni situano nel corso della storia pietre miliari fruibili a livello di comunicazione e di memoria. Individuare
date simbolo che aprono o chiudano una fase storica (giova a fissare concrete coordinate, dento le quali collocare i
fatti della storia, che assumono così anche un più pregante carico di senso. Una volta che diventono di uso comune
acquisicono senso storico 476 deposizione ultimo re di Roma per gli storici è diventata una data intoccabile, uno
spartiacque – data fine del mondo antico.
periodizzazioni – arbitrari e utili per la ricostruzione ed interpretazione della storia. Non segnano linee di
demarcazione tracciate una volta per tutte. Esse sono soggette a verifiche e modifiche dettate da nuove acquisizione
della ricerca e dagli orientamenti cui è sottoposta.la larga frontiera tra mondo antico e mondo medievale non
possiamo dire esattamente quando finisce e quando termina  fino a che punto si parla di tarda antichità o alto
medievo. La riflessione per certe epoche non si è mai esaurita e dipende dagli elementi caratterizzanti che
caratterizzano l’epoca, quale data sia pià importanti, quali siano le condizioni di quel territorio in quel momento. I
criteri con il quale si decide di periodizzare per quanto arbitrari devono essere supportati da ragionamenti importanti.
Non tutte le periodizzazioni sono sottoposte a verifiche continue, alcune ormai sono assunte come oggettive come
grandi necessarie semplificazioni come quelle che troviamno nei manuali scolastici. Per esempio alla canonica
distinzione tra storia antica, medievale e modera, una distinzione in connesione con eventi politici individuabili. Perché
per tanto tempo la storia è stata basata su eventi politici, poi in seguito si sovrappone una riflessione che fa guardare
in modo diverso. Storia come storia di eventi politici, ad un certo punto inizia a far strada il concetto di storia totale
(inizio del 900 e matura nel 1950 si cominciano ad analizzare la storia non solo dal punto di vista politico). Ci sono delle
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periodizzazioni acquisizioni ormai automatiche ed altre che invece riflettono esigenze più complesse che non
riguardano solo fatti politici ma anche ai risultati dibattiti storiografici, questo ripensamento della periodizzazione
intodotta dalla rivista della… boh; (storia delle donne etc) non riguarda solo la cronologia, ma anche la denominazione.
Dal passaggio da antichità e medievo si sono introdotte altre periodizzazioni e denominazioni come tarda antichità e
alto medioevo. Quindi anche come chiamare un periodo è problematico – a secondo di come si guarda un periodo o
viene considerato la fine o l’inizio, ad esempio l’inzio del medioevo alto medioevo. A volte si sovrappongono il 6 secolo
chiamarko tardo antichità o alto medievo non è la stessa cosa.

I dibattiti sulla periodizzazione sono assai accessi poiché si confrontando:

- Metodologie e scuole di pensiero diverse e perfino opposte posizioni ideologiche

Esse riguradano il presente e coinvolgono il discorso pubblico e poliitco sulla storia di ogni tempo (con possibili cadute
degeneranti nei cosìdetti revisionismi). Per fare qualche esempio il concetto di medioevo – il concetto di caduta
dell’impero romano – il concetto di barbaro (migrazioni oggi si preferisce rispetto ad invasioni) sono tutti concetti sui
quali si animano e si sono animati importanti dibattiti storiografici. Questa attenzione è sollecitata dagli studiosi.

L14-03.-22

Come chiamiamo quell’epoca è già una dichiarazione, ogni narrazione storica è sempre un racconto dal puto di vista di
chi li racconta. Adattato anche in funzione dei destinatari

La tardoantichità – coincide con i secoli che andremo a studiare

È questo il caso del dibattito che ha occupato una buona parte dello scorso secolo e prodotto la categoria storiografica
di Tardo Antichità, i cui limiti cronologici restano ancora piuttosto fluidi, ma che si colloga grosso modo nei secoli
centrali dello scorso millennio (III-VI secolo e per qualcuno anche II-VIII). Proprio durante questo lasso di tempo si
avviarono e maturarono alcune delle più profonde e fecondate trasformazioni della storia occidentale. I limiti
cronologici rimangono fluidi. Secoli centrali (terzo-sesto) c’è chi lo colloca nel secondo secolo (nasce il cristianesimo
come religione e l’affrncmento del cristianesimo dal giuidaismo con i suoi testi fondamentali). (ottavo secolo che
include anche Carlo Magno). scegliere i secoli implica che valorizziamo degli eventi piuttosto che altri (il 3 secolo
iniziano le persecuzioni anti cristiane). Quando si parla di periodi storici non va mai dimenticato che:
il modo in cui guardiamo alla storia c’è la nostra conoscenza culturale pregressa, quindi giocano le diverse tradizioni
culturali, didattiche e di ricerca. Né si può trascurare l’uso della terminologia nella scelta di metodo, il pso del discorso
pubblico sulla storia. Alla formulazione del concetto di tarda antichità e al dibattito è legata la comprensione del
cristianesimo. (non soltanto si giova della mese a fuoco della presenza culturale del cristianesimo perché lo mette al
centro e ne comporta la comprensione – attuale comprensione del cristianesimo come fenomeno storico, un fatto,
esperienza che non solo è prodotta della storia ma a sua volta produce storia. Si può affernare che la tardoantichità sia
una categoria storiografica chiave per la collocazione spazio temporale del cristianesimo antico. Nel quadro della
tardoantichità delle sue problematiche e delle sue acquisizioni, la storia del cristianesimo antico smette di essere
ancilla heologiea (ancella della teologia, un pezzo della storia confessionale intesa come fede che come fenomeno
storico) per guardagarsi uno spazio autonoma tra le discipline storico.

Rivista scientifica  il processo di pubblicazione e divulgazione dei risultati della ricerca di istituzioni private o
accademica. Hanno qualcosa in comune con riviste come Vogue e Io donna, cosa caratterizza la rivista? Neanche il
fatto che ci scrivono tante persone perché potrebbe essere anche un volume; le riviste sono periodiche escono con
regolarità. (riviste scentifiche max 2 all’anno).

Rivoluzione storiografica: parte dellla storia, religione, economia, etc parte della storia non solo fatti politici. La
collaborazione fra storie diverse ha fatto si che ci si concentrasse non solo su fatti politici, ma anche su quei fatti meno
visibili. Pensare all’interrelazione tra storia come successione di eventi e spazio. <storia del mediterraneo, dei paesi
che hanno contribuito e collaborando intorno ad uno spazio geografico. Solo questa prospettiva attenta a fattori
economici etc, ha potuto valorizzare il medioevo e riconoscerlo come un epoca importante in cui si è affermato il
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cristianesimo. Per cui la religione non può riguadare solo i fatti privati. Un modo diverso di leggere la storia, di mettere
in evidenza dei fatti piuttosto che degli altri, dove non significa perdere degli elementi – ma cosa sta prima e dopo e
come si arriva a questo punto, ma rimane semplicemente un fatto storico. Per comprendere i fatti è necessario tenere
conto degli elementi che stanno intorno, tutte le storie diverse economica, filosofica etc, che ci fanno guardare alla
storia passata e contemporanea in modo diverso.

Impero del sacro romano impero

Antropologia 14-03

Consumo energetico contraddistingue gli ultimi 150 anni. L’azione dell’uomo come una forza chiodica – va ad alterare
i sistemi ecologici. Si prende in considerazione l’energia industriale in particolar modo. Per quanto riguarda le
condizioni ecologiche tutto questo pone quanto non possiamo dissociare gli equilibri ecologici dall’agire umano – si
parla di sistemi socioecologici. Non è possibile non prendere in considerazione l’agire umano perché questo ha
contrassegnato la vita ecologica, questo è uno dei fattori importanti. Il mondo naturale non si può analizzare come
veniva fatto nell’800 non si riteneva che l’agire umano potesse modificarlo. Nel corso del 900 vediamo che
l’antropologia è andata a riassumere certi caratteri che Pina de Cabral riassume in una ragione sociocentrista e
presanazionalista. Sociocentrista – riconoscere il primato alla dimensione sociale andando a ridimensionare l’agire
sociale che si va a esplicare mediante la sfera sociale l’agire del mondo. Ognuno di noi in quanto persona è diverso da
un altro. Le forme intraprese Questo suo essere persona e nel contesto sociale in cui partecipa è data anche dal suo
posizionamento sociale. Le forme intraprese nel 900 della socialità l’antropologia è andat a ridursi allo studio delle
singole forme di vita. Noi diventiamo delle persone attraverso gli altri. Prende come andiamo a definire noi le identità
degli altri, in termini anche di appartenenza etnica, familiare, di genere. La ragione antropologica ha intrapreso questi
due caratteri  sociocentrismo e presantazionalismo
SOCIOCENTRISTA: prende avvio dalla sociologia francese (durkeim) nella prima parte del 900 per quanto riguarda le
società primitive prenserebbero come rappresentazioni collettive non sono in rgado di pensarsi individualmente ma in
modo collettivo, una sorta di passitività degli individui. Boooh

Quelli che chiama i vincoli del rappresentazionismo sono quelli che riconoscono un primato alla dimensione simbolica,
delle rappresentazioni del mondo dove la rapp degli altri e del mondo – come se il mondo fosse qualcoda di esteriore
al vivere umano. Noi orientraci nel modno a parteire dalle rappresentazioni, come se fossimo incapaci di entrare in
relazione con il mondo senza queste rappresentazioni.

Mentre nell’ipotesi rappresentazionalista c’è un interruzione tra noi ed il mondo, nel caso della prospettiva proposta
da Cabral interessata al processo vitale e formano le rappresentzione del mondo.

(l’antropologia come studio del processo vitale (ontogenesi) con cui i soggetti formano le rappresentazioni del mondo
(i soggetti formano rappresentazioni del mondo in continuità con il mondo) e non come studio del loro carattere
rappresentazionale (il soggetto fuori dal mondo lo replica mentalmente, tramite la classica triangolazione soggetto/
rappesentazione/mondo).

Ciò che ci motiva nella nostra vita quotidiana


mondiazioni  molteplici rappresentazioni del mondo
mente basica  mente che definisce lagire intersoggettivo
mente impalcata  di carattere riflessivo e simbolico è tipico degli umani. La mondiazione è un oscillazione tra i due.
Introno ai 12 mesi di età i bambini comunicano le proprie intenzioni in maniera gestuale sulla base dell’intenzionalità
condivisa

Cabral prende distanza dai vincoli sociointerazonismo e rappresentazionalismo –

La Parola WORLD PROVIENE dall’antico inglese “woruld” che significa esistenza umana e gli affari della vita. Il mondo
esiste ed immanent nel senso che è anteriore al linguaggio sia da un punto di vista ontogenico che filogeneico. Il
mondo non è costruito dagli esseri umani anche se nel 900 – ciò che contradissgtingue l’essere umano la capacità di
crearsi il mondo in cui ognuno vive. Quindi viviamo in mondi diversi. Noi viviamo immersi nel linguaggio ma questo
non vuol dire che entriamo in relazione con il mondo esclusivamente con il linguaggio. L’antropologia è chiamata a
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vedere tramite l’etnografia, come il mondo lì fuori funziona per noi – sia che attualmente ci sia o non ci sia. Come altri
animali, ma diversamente da loro, noi sviluppiamo un pensiero proposizionale (simbolico). Il mondo in cui abitiamo
non è solo umano, è soggettivo per cui non vi è contraddizione nel sostenere che tutti gli esseri abitano in uno stesso
mondo che antecede loro e che essi sono continuamente impegnati da una posizione e con modi e motivazioni
diverse, a configurare il mondo.

Wittgestein – mette in evidenza finte problematiche filosofiche traggono ispirazione dai limiti del linguaggio filosofico.
Sta a smascherare e che non è vero che il linguaggio della metafisica (un linguaggio filosofico basato sui principi
aristotelici) è un linguaggio che mette ordine nella realtà. Se tutto ha origine dal verbo e senza il linguaggio non
saremmo capace di vivere, si devono ribaltare queste tesi.

15-03

Carattere euristico dello studio dell’esperienza della mondiazione: Nella prospettiva di Pina Cabral la mondiazione
viene proposta cojme quel processo vitale (ontogenesi) con cui i soggetti formano le rappresentazioni del mondo
(dove le rapp non sono però delle operazioni cognivite che scindono la realtà in due, ma una parte reale e una parte
simbolica, da una parte il mondo dall’altra il suo duplicato mentale o semantico. Solo un sogetto duori dal mondo
potrebbe tramite la triangolazione semantica soggetto/rap/mondo reduplicarlo mentalmente lasciandolo intantto. Per
Pina i soggetti dell’etnografia vengono presentati come formanti rappresentazione del mondo di una interazione e
continua ricorsività col mondo.Nel chiamarle rappresentazioni del mondo, il “del” non deve essere inteso come un
genitivo ogggettivo. In quanto il mondo stesso viene attraverso soggetti che formano rappresentazioni, si rappresenta
in essi. Nella prospettiva antropologica di Pina viene presentato un mondo della vita nel quale ogni atto simbolico è un
atto reale.

Vuole superare i vincoli del rappresentazionalismo e del sociointerazionismo e riconoscere un primato delle
rappresentazioni collettive che orientano il nostro vivere nel mondo, nel caso di Durkheim non erano prese in
considerazione …… veniva assunto come forze coercitive in modo da imporsi sugli individui. Questo modo di entrare in
relazione con il mondo porta ad enfatizzare come noi saremmo formatori di mondi nella quale prendono forma le
rappresentazioni collettive. Le rapp del mondo è concepita mediante la triangolazione semantica – contempliamo e ci
rappresentiamo il mondo. Noi ci orientiamo da un punto di vista pragmatico a partire della convinzione che abbiamo
del mondo – il pensiero riflessivo simbolico.  esso come si viene a formare in noi? Rimane un qualcosa di incompiuto
in ambito antropologico. Nella prospettiva della mondiazione di Pina oltre a prendere distanza dai vincoli, lui prende
distanza anche dai ciò che ha caratterizzato l’antropologia del 900 west and rest (?) questo andare alla ricerca di
concezioni e visioni alternative a quelli occidentali. Pina anche prende distanza di questa vocazione primitivista perché
non ritiene che contribuisca al bene della conoscenza – l’antropologia se permane ancorata a questa sindrome non è
in grado di proporre una conoscenza universalista, vuole parlare solo per alcune forme di vita? O vuole avere anche la
capacità di andare oltre – west and rest? Basta ha fatto il tempo che ha fatto questa visione primitivista. Sono possibili
anche altre forme di vita. Esempio: Negli anni 80 un antropologa che fa ricerca nella Melanesia sta a proporre come
queste popolazioni definisco la concezione di persona e proporre la nozione di biindividualità  come essere parti di
relazioni, non si concepiscono come indivudui ma come parte di relazioni. La parte relazione  definisce l’essere
persone secondo l’antropologa. Da una parte ha contribuito come la nostra concezione indicidualista dell’essere
persona che noi abbiamo elaborato sulla base del diritto romano – individuo che ha un fondamento giuridico; in altri
ambiti sociali non viene riconosciuto in modo così significativa. Il pronlema è che lei propone Bi-dividualità  valore
per quelle popolazioni, non mette a confronto quella nozione con la nostra tutte e due permangono – una di fronte
all’altra. Abbiamo a che fare con un contesto sociale in cui la popolazione si pensa in modo diverso. La relazionalità nn
viene da lei problematizzata anche perché vediamo che la stessa notizone di relaizone la va a concepire in termini
esckusivamente sociali come se le relazioni avessero solo natura sociale, anche se possono avere ancheunìaltra
natura. Pina ne riconosce certi meriti, ma dall’altra i suoi limiti. Questa sindrome del west and rest. Un’altra sindrome
da cui prende distanza “ all or nothing” sono state proposte diverse svolte  linguistica (dobbiamo andare ad
analizzare la vita sociale e culturale prende vita con il linguaggio nei limiiti del linguaggio, cioè oltre il linguaggio non ci
sarebbe vita) questa svolta ha sostenuto che non esistono delle conoscenze etnografiche oggettive ma sono sempre
linguistiche e duqneu ciò che tocca fare è un’analisi delle forme retoriche e linguistiche att cui gli antropologi hanno
rapp la vita sociale culturale. Basta con questo mito elaborato da Malinoski, che viene messa in discussione pure
dall’antropologia interpretativa.

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Noi nel mondo ci posizioni sevondo la nostra posizione sociale noi osserviamo anche il mondo a partire da questa
posizione e dunque è una visione personale e non oggettiva del mondo così come gli etnogrofani fanno lo stesso.

Una comune umanità da cui si vanno a differenziare diverse specie (nell’onologia comune animalità) non vi è posta
una differenza tra aniamli ed umani nell’ambito del prospettivismo amazonico, non c’è una contrrappozione tra nautra
e cuktura. I limiti di questa concezione ontologica – io non voglio proporre una rapp del mondo che hanno le
popolazione amazzoniche – bisogna abbraciare l’udea di una diversità ontologica.

Realismo minimalista  per quale motivo dovremmo chederci se il mondo esiste o non esiste? Dal momento che
faccio etnofrafia posso cmq farla perché ritengo che le relazione che abbiamo con il mondo vengono prima della
nostra acquuisizione del linguaggio. Noi non entraimo in reazione con il mondo con il linguaggio ma prima ancora.
Vediamo che i significati che noi andiamo al mondo non possiamo andarli a concepire in una maniera socientriesta
come prodotto collettivo,. Ma hanno un carattere personalexk la nostra esperienxa del mondo è personale.
Configuriamo il mondo in maniera diversa.

Non dobbiamo pensare alla socialità come modalità astratta che esiste nei temrini dellespecie o del raggruppamento,
ma come parte della persona. La socialità umana rimane sempre vincolata alle interazione incorporata dalle singole
persone. La nostra esperienza corporea del mondo è costitutiva delle nostre più basiliari capacità mentali. Per le
persone che sono penerate nel linguaggio opposte a altri animali, abitare il mondo non è solo esserci nel mondo, in
quanto per loro l’abitare nel mondo si confronta con il mondo in modo formale, nel senso di pensare in modo
proporzionale (simbolico). Gli esseri umani abitano il monso sia in modi intenzionali che proprozionali (gli umani come
persone sono in una permanente ontogenesi, attraverso la quale lavorano riflessivamente alla fabbricazione della
propria singolarità). Entriamo nel mondo della comunicazione umana (l’abilità mentale e l’impegno nel pensiero
simbolico) attraveso l’attrazione di altri umani (a loro volta attratti da altri prima di loro (non possiamo abitare il
mondo in solitudine, perché le possibilità del pensiero emergono solo in compagnia). L’apprendimento è un processo
di partecipazione (non di imitazione) in dei compiti in un mondo in cui le accessabilità sono condivise. Gli umani
impiegano i loro significati nel mondo e poi interagiscono con queste reificazioni – quelle loro e di altre persone.

16-03.-22

Tra i padri fondatori della tardo antichità  Rielg uno storico dell’arte – il primo ad aver attributi valore positivo a
questi secoli. Egli procede alla valutazione degli elementi artistici giungendo alla denonimazione di tardo antico o
tardo romano. Per lui l’arte del periodo tra costantino e carlo maglio non è la fase degenerante delle forme classice
ma un arte dotata di caratteri autonomi, originali e innovativi. Costantino (prima metà del 4 secolo) Carlo magno
incoronato imperatore del sacro romano impero ( 8 sec) – non assistiamo alla fine del mondo antico ma è un epoca in
cui si cominica a intravedere degli aspetti innovativi. Cambia il segno e assume un valore positivo, anche se solo da un
punto di vista artistico, di questo periodo. Un epoca che non è più antica e nemmeno medievale ma da essere
considerata autonoma per l’originalità.

Anche il cristianesimo ha confini fluttuanti come la tardoantichità – qui parliamo di cristianesimo antico o tardo antico
 considereremo le possibilità di segmentazioni. “il cristianesimo delle origini” (il volume 7 di una storia delle
religioni)  la trattazione comincia un paragrafo su gesu di poche pagine per concludersi con il concilio di Nicea del
325. Il volume ripartisce il primo cristianesimo in 3 fasi:

1) Espansione ed emancipazione dal 30 (morte di Gesù) al 125 ca (primi anni del regno di adriano 117-138)  i seguaci
di gesù fino all’espansione e l’emancipazione da che cosa? Si intende dalla religione madre che è il giudaismo.
Momento in cui il cristianesimo si affranca dal cordono ombellicale rispetto al giudaismo. Facciamo concidere questo
momento con il momento in cui le comunutà sacre distinguono i testi sacri del cristianesimo, dei sinottici.

2) Dalla setta alla chiesa: dal 125 al 250 ca (cioè fino all’epoca delle prima persecuzioni sistematiche)  esiste la chiesa
come istituzione ed in cui si riconosco già gli esponenti (vescovi etc)

3) La chiesa e lo stato ( il cristianesimo diventa un fattore politico) dal 250 al 325 ac.  la chiesa non è più contro lo stato
e viceversa. Ma sono due entità congiunte che indica come in effetti come chiesa e stato cominciano a non

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sovrapporsi, a non confondersi. L’imperatore che convoca il concilio di Nicea – vescovo di chi sta al di fuori della chiesa
– chi vigila chi sta al di fuori della chiesa. Il concilio è importante xk rappresenta il manifestarsi dell’eresia ariana – è
impo xk segna quella nuova relazione tra la chiesa e lo stato – ma 2 entità che si compenetrano, si influenzano e
acculturano reciprocamente senza confondersi. E il fatto è che dopo costantino questi 2 elementi iniziano a
collaborare. Il cristianesimo entre nell’impero grazia allo sdoganamento di costantino, non intende intervenire
concretamente sulla società – ma il messaggio di gesù è un messaggio di salvezza personale ed è proiettata in un
regno dei cieli che si deve realizzare, non ha a che fare con la realtà politica. La religione del giudaismo  si rivolge ad
un popolo che in terra è straniero. Svolta costantiniana  il cristianesimo si introduce nel fatto politico. Diventa un
fatto politico. Da qui si capisce perché sarà il vescovo romano ad incoronare Carlo magno  si parla di SACRO
ROMANO IMPERO. È un concilio importante per la costruzione del dogma – questa data

(questi libri hanno segmentato il cristianesimo sulla base di fatti a cui gli autori hanno dato importanza – raccontano la
stessa storia in modo diverso )

Alla fine degli anni 90 – il nuovo manuale dedicato a l’antichità, facente parte di una storia del cristianesimo –
articolata in 4 volumi. Si tratta di un libro di altra dimensione e di rinnovata impostazione metodologica – tripartito:

1) Giudaismo del secondo tempio e le origini del cristianesimo (515 -135 dc)

2) Alla ricerca di un’identità cristiana (fino alla persecuzione diocleziana inizio IV – affrancamento della religione cristiana
fino a costantino)

3) Da costantino a Gregorio Magno (vescovo di Roma fino alla morte avventuta nel 604) – prende in considerazione un
imperatore e ben oltre la caduta dell’imperatore fino al 6 secolo che è problematico – quello che rimane dell’impero,
un secolo acerbo)

Ma anche quando le trattazioni non presentano scarti così accentuati esse mostrano come i limiti contronologi che
tendono ormai ad allungarsi sia all’indietro che in avanti, dipendendano da un’opzione di partenza, da un proceiso
progetto di ricostruzione storica.

STORIA TOTALE  eventi come processi.

Questa tendenza ad allargare i confini del cristianesimo antico:

da un lato ha a che fare con l’incremento progressivo degli studi (di area europea ed extraeuropea) sul cosìdetto gesu
storico – ci interessa la sua vita xk storicamente studiata si è registrato negli ultimi 30/40 anni ( e sdoganato in italia a
partire dal Vaticano II). Questo modo di studiare Gesù esisteva già prima ma in italia è stato rallentato propri dalla
resistenza della commisione vaticano che rispetto a questo metodo per tanto tempo ha resistito con la
preoccupazione che lo studio storico potesse deligittimare la sacralità dei testi e del fondatore stesso.

Dall’altro è dettata dal rinnovato interesse per la costruzione dell’Europa e dell’identità europea, che ha stimolato la
ricerca sull’epoca della formazione dei regni romano-barbarici e sul ruolo culturale del cristianesimo e del
monachesimo nella porzione finale della tardoantichità.

21-03

Dobbiamo collocare non prima della metà del 2 secondo secolo – gesu morto da non più di 100 secoli – il suo messaggi
diventa scritto, canonizzazione delle scritture sacre – vangeli canonici.

Cristianesimo e istituzioni

“Date a cesare quel che è di cesare”

La più importante prescrizione contenuta nei Vangei in tema di relazioni fra autorità civile e fede, ma la sua prima
attestazione (in ordine cronologico) non è quella presente nei vangeli.
Il libro della Prinzivalli  si occupa della prima fase del rapporto tra cristianesimo e istutizioni. E si conclude con uno
stralcio della lettera anonima indirizzata ad uno conosciuto molto difficile da collocare xk si è incerti sulla data –

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collocato dentro la letteratura apologetica. Non si sa bene se in oriente o a Roma, ma dentro il 2 secolo. Nella fase in
cui c’è già il messaggio di Gesù ma non possiamo ancora parlare di cristianesimo almeno fino alla metà del secolo.

Loghion  espressione che viene riferita dai vangeli come detta da Gesù. “Date a cesare quel che è di cesare”. Fra i
criteri che vengono applicati a questi loghion per accertare con il massimo di probabilità (parliamo di un testo scritto in
greco ciò che gesù avrebbe detto in aramaico – pensiamo al telefono senza fili, quindi quello che viene ascoltato e
detto dagli altri). PENSIAMO AD UNA TRADIZIONE CHE E’ ORALE E NON SCRITTA – E POI VIENE MESSA PER ISCRITTO.
Sono stati elaborati dei criteri che servono per indicare questi loghion – e dare livelli più o meno alti di probabillità che
siano stati detti da lui. Uno di questi criteri è la discontuimità  se c’è con il contrsto o con il messaggio.
attestazione multipla: se un loghion si trova in un solo vangelo, ed è un loghion di rottura (discontuinità) – se si
incrociano due criteri maggiore è la probabilità.

Questa espressione di Cesare rispetto al contesto rappresenta una rottura, una discontinuità (siamo nel I secolo) cioè
quando Gesù lo diceva. Si ritrova nei 3 sinottici. Ambito sacro e profano ( e a dio quel che è di dio). Se consideriamo
che nel contesto romano – religione poltica sono interconnesse – questa frase di gesù – elemento di rottura. D’altra
parte è impo individuare in questa espressione e prescrizioni rispetto al tema delle relazioni tra autorità civile e fede.
Attribuite a gesù  (anni 30 del I secolo) ma la prima attestazione in ordine cronologico non è quella presente dei
vangeli. La sequenza che i nuovi testamenti hanno non è quella cronologica nella quale i vangeli sono stati scritti. Le
cose più antiche scritte incluse nel nuovo testamento sono le lettere di paolo (anni 50 del I secolo) non ha conosciuto
gesù, era un persecutore – viaggio a damasco visione (lo troviamo negli atti degli apostoli). I vangeli non sono
nell’ordine in cui sono stati scritti (il primo che troviamo nella bibbia è quello di Matteo che è stato scritto dopo quello
di Marco – da collocare tra il 60 ed il 70 d.C – dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme; matteo e luca vengono
scritti dopo e l’elemento macroscopico è che entrambi fanno riferimento a Marco – i quali a loro volta hanno degli
elementi in comune che non condividono con marco e delle parti autonoma. Questi vangeli si chiamano sinottici,
quello di Giovanni è completamente diverso e più tardi – fine del primo secolo o inizio del secondo. Non ha la stessa
sequenza che seguono i sinottici posti su 3 colonne parallele. In marco no natività di gesù ma si inizia con giovanni
battista – alcune parabole sono esclusive di Luca. Marco è stato fonte di tutti e due, la porzione che non condividiono
con lui i filolofi l’hanno dovuta ricostruire sulla base di quello concide con luca e matteo. elenco e fatti di gesù. La
cornice narrativa è da ascrivere a Marco. I fatti di gesù secondo una sequenza cronologica che non coincide con i
vangeli.il 1 racconto passato da parola in parola è quello della passione. Gesù  personaggio impo – morte e
risurrezione. Per molto tempo le feste del mondo cristiano era la pasqua. Fondamento della religione, figlio di Dio. Poi
venivano messe per iscritto delle parabole – poi il resto. Non è un racconto unitario solo dopo lo diventa. La sua prima
attestazione in ordine cronologico non è quello dei vangeli, ma sarà rinconducibil a lettere di paolo – in ordine la prima
è lettere 13 ai romani. La formula di tributo e tassa da dove esce fuori? Le tasse o il tributo fanno riferimento a date a
cesare quel che è di cesare (le parole di gesù valide e sacre per sempre) ma in modo particolare per la comprensione
del testo è importante capire chi lo ha chiesto a gesù – sono stati i farisei (collaborazionisti dei romani – sono
filoromani) – la storia della Palestina di Gesù c’erano tante figure – il battezzatore e gesù sono solo un paio di
personaggi – c’erano gli esseni; c’era un malcontento – guerra permanente, sofferenze economiche. Però i romani nei
confronti degli ebrei  mantennero un atteggiamente di giudeofobia per la loro marca identitaria e nel modo in cui
gestuvano la loro vita. Rispetto alla romanitas – senso forte della religione politeista . che poteva includere punti
diversi affinche si rispettassero quelli basiliari. Gli ebrei erano in una situazione di oppressione sia economica, che della
libertà – oppressi da questa dominazione che pretendeva da tutte le provincie il pagamento di una tassa pro capite –
ciascuno pagare un tot . monete che i farisei chiedono a gesàù a chi devono darlo? Lo stanno provocando. Andava in
giro a dire fasi rivoluzionari che non erano ben percepite da tutti. In mondo in cui religione e politica sono
interconnesse  la predicazione di Gesù poteva destabilizzare l’equilibrio. Io fariseo vuole saepre se Gesù sta con i
romani o no. Gesù prende la moneta e dice date a cesare quel che è dicesare (c’era la sua faccia stampata) e a dio que
che è di dio. Divide il pagamento del tributo (quello politico) dalla sfera religiosa. Quando in paolo leggiamo la lettera
13 qualsiasi autorità – è qualcosa che dio ha previsto e che dio vuole. Quindi non ti sottrarre. Uno dei problemi che
viene presto imputato ai cristiani  essere atei xk non praticano il culto dell’imperatore e non portano i sacrifici
dovuti agli dei. Questo testo di Paolo è stato a lungo dibattuto. Da paolo e dalla sua interpetazione deriva il rifiuto
cristiano di prestare culto all’imperatore pur se vi leggiamo un tentativo di non esasperare il conflitto tra le due sfere.
Il senso del testo non deve essere de-policizzato in modo radicale – il senso è non conformatevi alla mentalità di
questo mondo. In Paolo si trova chiara eco della frase presente dei sinottici, e ne da già quella che possiamo

7
considerare un’interpretazione. (nei sinottici come frase di gesù- paolo se ne serve per rispondere ai romani e sedare
gli animi
Le comunità ebraiche venivano da varie parti del mondo. Paolo atteggiamento di lealismo – senza essere
collaborazionista, è un atteggiamento che non plaude al conflitto e alla rottura ma cercare compromessi. Questo lo ha
collocato al suo essere cittadino romano – nato in una città greca, ma veniva da una famiglia aveva aquisito privilegio
la condizione di civis romanus che è molto importante. E’ un ebreo del mondo ellenico e che nello stesso tempo ha
maturato un tributo, un’amicizia con il mondo romano.
Il tributum capitis era gravoso e pagato con una moneta (il denarius) . nel momento in cui dice date a dio quel che è di
dio  propone una desacralizzazione del potere politico e che successivamente con la svolta costantiniana si azzera.
Insiste sulla sfera del sacro. E quindi mette in evidenza la distinzione tra Dio e Cesare. (tutti gli imperatori) la
competenza di cesare non è divina. Che poi paolo lo utilizzi per sedare gli animi è interessante, spostandosi fuori dal
contesto possono essere riutilizzati.
Sulla line di paolo è la letera a tito (pseudoepigrafa – attribuite a Paolo ma non sono di Paolo) fanno parte della
ricezione del messaggio di Gesù, come la frase di Gesù sia rivolta a un preciso contesto ma può essere riferita. Ricorda
loro di essere sottomessi ai capi e alle autorità, di obbedire etc. siamo in una fase diversa rispetto a quella che
abbiamo trovato a paolo – insiste suolla disponibilità e sull’obbedienza. Nel frattempo la comunitèà si sta strutturando
che ha bisogno di non essere soggetta ad aggressioni che quel tipo di ragionamento poteva rischiare di mettere in
movimento.

La prima lettera di pietro  ancora una volta troviamo una situa che spiega ancora megolio come un buon seguace
deve seguire il messaggio di gesà ma stare pacificamento all’interno dell’impero. Tutto ciò che sta dentro il nuovo
testamento – è stato scritto da persone e in un epoca in cui non collochiamo ancora il cristianesimo nel senso proprio
che si è affrancata dal giudaismo, testi intresenchi in cui vediamo tentare da parte di chi si è messo, a seguito di Gesù,
a scrivere è al massimo un teocristiano e si rivolge a persone nella medesima posizione. State sottomessi ad ogni
istituzione umana per causa del signore (sottostare all’impero romano xk anche questa è volontà di dio( e di chiudere
la bocca all’ignoranza degli stolti. Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate l’imperatore. <chi si
oppone all’imperatore verrebbe inteso come un sovversivo pericoloso.

Cosa è cambiato rispetto alle parole di Gesù dette negli anni 30 e ciò che viene scritto dopo nelle lettere? Quando si
parla di malfattori, comportatevi bene – c’è un messaggio di sottomissione che serve ad evitare la conflittualità (non
siamo ancora nel contesto di persecuzione). Tendevano a farne una categoria pericolosa e piano piano si arriva alle
persecuzioni. Questi pseudo cristiani erano a molto rischio rappresentavano un politico a livello politico. Questo
sentimento di provvisorietà è prevalente.

Fuori dal nuovo testamento:

La prima lettera di Clemente ai Corinzi, intorno agli anni 90 d.C – la comunità è in crisi e gli ebrei in questa circostanza
trovano una sorta di compromesso, per cui senza trasformare l’onore dovuto verso l’imperatore in culto, lo traducono
cercando di non entrare in conflitto con il concetto di lealismo. Gli elementi importanti di questa lettera: esorta a
comportarsi bene di fronte dio e i governanti; invoca la protezione da chi odia i cristiani ingiustamente; invoca la pace
x diventare obbediente; invoca Dio xk spera le decisioni dei capi terreni possano essere esercitate con pietà ed il
potere che egli ha dato loro – e dunque anche essi abbiano proprizio Dio nei loro confronti.

Non si trova ancora preghiera per la conversione dei capi terreni.


Di nuovo dentro il testamento
La lettere a Timoteo, fine I secolo – anche essa alla fine del primo secolo

23-03

8
Testi che fanno si che i cristiani che cominciano a registrare certi toni di ostilità, era una presenza che faceva
problema, rispetto a questo inizia a passare nei testi cristiani l’idea di un lealismo con l’establish politico dell’impero.
Noi abbiamo visto i testi di parte cristiana (non si possono dire del tutto cristiani – non siamo in presenza di un
cristianesimo affrancato – testi che rapp l’atteggiamento del mondo civile. Oggi vediamo dal punto di vista di chi stava
all’esterno della comunità di gesù, dei pagani, come si sono presentati nei loro confronti? Perché ne erano preoccupati
e spaventati? Perché maturavano un’ostilità nei loro confronti?? La scorsa lezione abbiamo preso in esami testi dei
nuovi testamento e fuori (tra il 1 secolo ed il 2) – quelli che stanno fuori sono limitrofe. Che ci sono serviti a
rappresentare il quadro della relazione tra istituzioni civili e mondo cristiano – a partire dall’affermazione di Cesare
(logia) noi abbiamo visto poi dopo che non smettono a partire da questo di interessarsi questi scritti delle istituzioni
civili. E si confrontono quindi all’inizio con il mondo ed il contesto giudaico (luogo in cui il cristianesimo si forma) e poi
le comunità di romani – non abbiamo preso in considerazione il mondo classico, ma il rapporto tra la fede e le
istituzioni. Il tema delle autorità civili era un tema che faceva problema perché non essendo giunto o manifestandosi
l’evento del regno manifestatno da gesù, chi aveva raccolto il suo messaggio non poteva più realizzare la sequela di
Gesù andando fuori città e mettendo in pratica la rivoluzione, vivono nelle città. Si rivolgono a comunità cittadine che
devono fare i conti con le comunità cittadine. Meglio essere leali nei confronti di queste autorità civili – tutte le
autorità vengono da dio, eviedentemtne l’ostilità di questo movimento era macroscopica e da quale il cristiano deve
proteggersi. Cercando di praticare una forma di equilibrismo – lealismo – non un opposizione violenta ma nello stesso
tempo uscire ad evitare a conflitto. Che ci sarà quando inizieranno le persecuzioni, finche possono i cristiani lo evitano.

Gli intellettuali pagani e la legislazione imperiale

Momenti importanti della storia del cristianesimo antico sono segnati dai rapporti con l’impero e ke sue istituzioni. Il
cristianesimo in 3 secoli circa cioè dal 2 al 4 è passato da una situazione di marginalità, durante la quale è oggetto di
disprezzo e ostilità a quella di una visibilità osteggiata, poi a quella di religio licita e privilegiata (perché i membri del
clero venivano esentati dal pagamento delle classe, creare le basiliche con costantino metà del primo secolo , vescovi
che hanno un ruolo giudirico in certi contesti) per arrivare a rappresentare la religione di stato (teodosio I secolo
seconda metà del 4 secolo, stato tra virgolette non è ancora uno stato e iniziano le persecuzioni contro chi non è
cristiano – pagani, ebrei e cristiani che non corrispondo alla definizione di cristianesimo cattolico)

L’ostità degli intellettuali - dato che il cristianesimo si estendeva al di fuori del mondo giudaico in senso stretto –
questa tendenza ad allargarsi fu uno dei motivi per cui il cristianesimo diventa un fenomeno tale da suscitare
preoccupazione. Era una novità inquietante.

Le prime critiche contro il cristianesimo di parte pagana si possono raggrupparsi in due tipi:

1. Filosofico-religioso: preoccupazioni per i valori tradizionali  sul sentimento e i valori tradizionali della cultura classica
che possono essere destabilizzati, che non è una filosofia per gli intellettuali pagani (diffusa nelle aree più orientali
grosso modo – pensatori di lingua greca)

2. Religioso sociale: preoccupazioni politiche  quindi meno legate ai valori ma al funzionamento dello stato e alle
preoccupazioni politiche, non dobbiamo dimenticare che il mondo imperiale era una religione affatto banale nella vita
degli abitanti, ma un religione sotto controllo dato che era pubblica. Una religione alla quale veniva afffidata la sorte
della politica – gli dei in nome di questa armonia sostengono la comunità. (ambito occidentale degli scrittori antichi di
lingua latina)

Ciascuna tipologia muovono accuse nei confronti del cristianesimo legati a certi temi piuttosto che ad altri, non che si
possano separare in modo radicale queste critiche.

Alla prima tipologia si possono ascrivere i seguenti esempi: (conflitto che si gioca sul piano della cultura e delle
politica)

- Epitteto 50-130; in un solo passo parla dei galilei (i cristiani?) che non hanno paura della morte: come i bambini e
come i pazzi  confusione tra galilei e cristiani è molto diffusa, dal punto di vista esterno cristiani e galilei
rappresentano lo stesso gruppo religioso politico e soprattutto sociale. Si riferisce cmq ai seguaci di Gesù.

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- Luciano di Samosata, scrive sotto Marco Aurelio, in uno dei suoi dialoghi nomina un certo Peregrino (un ciarlatano, per
breve tempo cristiano) e attraverso questo personaggio rappresenta i cristiani come fanatici e creduloni. Ne mostra la
poca stima che ne ha l’autore.

- Marco Aurelio 121-180 (imperatore 117-138) l’indifferenza dei cristiani verso la morte non è esito di un percorso
intellettuale. Non si tratta di un indifferenza nei confronti della morta ottenuta da una serie di passaggi legati
all’esercizio spirituale – questa indifferenza che manifestano i cristiani -> creduloni

- Galerio 130-200; valorizza il disprezzo cristiano della morte e la loro condotta di vita, ma attribuisce loro la stessa
credulità di semplicità intellettuale, ingenuità intellettuali.

Epitteto (I-II sec)

Scrive le dissertazioni  dove l’autore spiega che il vero saggio può farsi guidare solo dalla ragione. Aphobia
soprattutto di fronte alla morte appartiene ai galilei cioè i cristiani e i filosofi – e può dipendere dalla follia, abitudine o
ragione. Solo il filosofo comprende la logica della morte è un evento che appartiene a una religiosità immanente e
naturale. È venuto il momento per la materia di ritornare agli elementi di cui è costituita. Per i cristiani non si trattava
di questo, ma di passare a miglior vita, una vita autentica che è quella dimensione appunto post mortem ancora
migliore – la follia è il contrario della ragione, e rappresenta cioè che è avvertito dall’essere umano come il
radicalmente altro – è come se il folle non entra nella categoria umana a pieno titolo perché la ragione è cioè che
rende diverso l’uomo dagli animali.

Marco Aurelio: a proposito della morte e dei comportamenti di chi la affronta con prontezza – chi è capace di essere
pronto deve derivare da un personale giudizio non da uno spirito di opposizione, come accade nei cristiani, sia invece
ragionata e dignitosa tale da persuadere altri senza pose da tragedia. La questione si risolve nel termine atrogodos –
l’assunzione di pose da tragedia è il centro della questione per l’imperatore filosofo che ai martiri contesta la
mancanza della massima virtù stoica: la misurata – saggia tranquillità. La razionalità manca al cristiano.

Galeno 129 fine II secolo

Sempre e solo il logos deve essere al centro di ogni pensiero umano – come capacità raziocinante
Nella polemica accomuna ebrei e cristiani e medici che non usano il sapere medico in termini scientifici

Sull’anatomia di Ippocrate: I filosofi paragonano chi esercita la professione medica sena conoscenza scientifica a mosè
( per criticarla) perché moseo legiferò per la tribù dei giudei scrivere senza offrire prove ma dicendo “dio ha ordinato,
dio ha parlato”.
Non scontro religioso, ma opposizioni culturali

Le accuse dei pagani sono accuse che si fondano sul concetto di follia, e sull’impossibilità della comunicazione
culturale

Filosofia e scienziati (logos) cristiani (pistis – fiducia) due modi di vivere e pensare. I cristiani stanno al di fuori, cioè si
autoescludono dalla dimensione della razionalità – livello più alto e distintivo dell’uomo per eccellenza. Il confronto è
sul piano etico esistenziale la morte primo indicatore della differenza (da una parte ritorno alla materia, dall’altra
morte che salva) quindi indifferenza della morte – filosofia ellenistico- romano; morte che salva (riflessione teologica-
salvifica: persecuzione e martirio)

Alla seconda tipologia invece si ascrivono: Tacito, Svetonio e Plinio – si tratta di giudizi che attengono alla sfera
politica, cioè al tema dell’ordine pubblico, e alla funzione della religione in relazione agli equilibri socio-politici

Tacito (55-120 d.C) Annali  interessante xk tacito racconta nei suoi annali le vicende della storia imperiale,
mostrando simpatie e antipatie anche in maniera molto chiara dei personaggi che ritrae e raccontando dell’incendio
che ha causato Neurone non mostra simpatia scrive che l’incendio fosse doloso. E nerone spaccio per colpevoli i
cristiani. Per tacito il cristianesimo è una funesta superstizione per le loro nefandezze. Cosa rende sgradevoli i cristiani
al mondo romano? Nemici del genere umano xk non sia attenevano alle regole di vita – e quando andavano alla morte
si aggiungevano loro gli scherni: si facevano dilaniare dai cani, dopo averli vestiti di pelli ferine; o si inchiodavano su
croci, o si dava loro fuoco. Non spende a favore dei cristiani, sono considerati pericolosi. Per tali spettacoli nerone

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aveva aperto i suoi giardini. Sebbene si trattasse di colpevoli che meritavano castighi che nasceva un senso di Pietà xk
morivano per saziare la crudeltà di uno, non per il bene di tutti. Cristiani indicati come odiatori del genere umano e
funesta superstizione  come elemento di disturbo

Infondo tacito in questo rappresentare con caratteri negativi e critici il periodo di Nerone e la vicenda dell’incendio di
Roma e i cui cristiani – colpevoli. Messi a morte per il capriccio di uno solo, erano meritevoli di castigo in quando
odiatori del genere umano – atei x avere rifiutato gli dei.

28-03

Ostilità da parte degli autori latini è più legata -> tema ordine pubblico

Svetonio (70-126) vita di Nerone 37-68 d.c)


Scrive delle biografie e dedica una vita a Nerone. Troviamo che nemmeno lui avesse grandi simpatia per questo
imperatore, e anche qui troviamo una formula per i cristiani – genere di uomini dediti a nuova e malefica superstizione
(anche quella dei giudei lo era). Non rientra tra quelle che possono essere chiamate religione. Superstizioso l’uomo
che presta osservanza ma soltanto perche ne benefici la propria progenia. Per i romani significa osservare ic ultu fare i
sacrifici perché garantisca il bene pubblico “il concetto di salus” sulla terra e non individuale ma del popolo romano.
Essere dediti ad una superstizione nuova e malefica era il peggio che potesse dire. Dice che furono prese misure
repressive ma anche nuovi regolamenti – freno al lusso, si ridussero i banchetti pubblici, fu vietato di vendere nelle
osterie cibi cotti ecct. Furono inviati al supplizio i cristiani. Popolo diverso dal popolo romano – pericolo pubblico.

Plinio a Traiani (111-112) lettera 96 (libro X) e la sua risposta


Non siamo ancora in presenxa massiccia del fenomeno del cristianesimo – non era ancora una religione con una
connotazione autonoma rispetto al giudaismo. Non c’è nulla di documentato relativamente al martirio fino alle
persecuzioni con Decio (3 secolo) parliamo ancora di una diffidenza, intolleranza che non ha però una direzione
univoca ed una ufficilizzazione. (Decio e Valerio 258 – l’altra ondata veramente violente con Diocleziano) quelle prime
parliamo di episodi di messa a morte dei cristiani che però non sono perseguiti in nome di legge, ma come disturbatori
dell’ordine pubblico. Plinio che è un dipendente diretto dell’imperatore, è Plinio il Giovane, scrive al suo imperatore
per avere delucidazione – io non sono stato mai presente ad un interrogatorio di Cristiani, così non so quale punizione
sia richiesta o quanto debba essere spinta avanti. Non comprendo le basi legali per un atto di accusa, né quanto
stringente tale atto debba essere se è rivolta a giovani e anziani, e ancora se un perdono debba essere concesso in
caso di ravvedimento o se invece non vi sia alcun riconoscimento per chi cessi di essere cristiani. E’ forse il nome
cristiano a essere perseguibile di per sé, anche se non vi sono atti criminali, o la criminalità è inevitabilmente connessa
al nome stesso? (non ci sono delle basi legali di per sé). L’attitudine ai cristiani a commetee “flagizia”. Se pone questi
problemi significa che il tema era abbastanza presente.

Traiano a Plinio lettera 97 (libro X)


Non è possibile affrontare una questione così delicata con una forma fissa o una formula specifica. (la categoria dei
cristiani è così complessa, delicata e variabile, non c’è un quadro definito di cosa sia e di che cosa faccia un cristiano
per cui non esiste nemmeno una regola o una legge che stablisca come trattarli) Bisogna evitare di andare in cerca dei
cristiani, (NON C’E’ L’INTENTO PERSECUTORE)ma se vengono portati davanti a te e l’accusa contro di loro viene
provata, essi devono essere puniti. Se qualcuno però afferma di non essere crstiano costui deve essere perdonato
sulla base del suo pentimento presente, per quanto possa essere stato sospetto nel passato. Lettere anonime non
vanno prese in esame nei procedimenti legali: sono un pessimo esempio e non sono proprie del nostro tempo.
Potevano distruggere la carriera di una figura politica mettendo in circolo calunnie. Mette in campo alcuni principi
come per tanto tempo fino alle persecuzioni di Decio si sono comportati.

Riepilogando:
il giudizio di Follia – attribuito a dottrine che favorivano e avallavan comportamenti socialmente pericolosi perché
disturbanti l’ordine pubblico e scandoli sulla base delle categorie culturali del territorio di riferimento – rappresento
un modo per isolare sostenitori eed imitatori del modello gesuano. E restò a lungo nelle argomentazioni politico.

- Una porzione non irrilevante del conflitto tra cristianesimo nascente e circostante contesto storico si declinò proprio
come contrasto precipuamente culturale e si, direbbe oggi, come conflitto tra civiltà assumendo i connotati di una

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contrapposizione tra logos e moria, tra logos e pistis, cioè tra ragione e follia, tra paideia (cultura) classica e rozzo
fanastismo, tra cultura e incultura.(non escludeva il fatto religioso perché cultura e religione all’epoca era legate)

Il secolo decisivo per la costruzione dell’identità cristiana – è il secondo secolo

Accuse e critiche espresse durante il secondo secolo fanno riferimento ai seguaci di Gesù, identificabili fino alla prima
metàè del II secolo con il così detto movimento gesuano ( ha a che fare con le parole di gesù vivente e che hanno un
peso - di coloro che diffondono le parole di gesù – la ricezione della predicazione di gesù orale )  Poi iniziano ad
essere messe per iscritto le passioni, parabole, dei detti e fatti di gesù – poi con il tempo prima è orale poi diventa
anche un tradizione scritta, poi una tradizione di cose che vengono scelte e inserite dentro il canone. Scritte anche
quando ancora il cristianesimo non esisteva (scritti fra la metà del primo e l’inizio del 2 secolo). Per tanto tempo non
sentivano l’esigenza di mettere per iscritto data l’imminenza del regno di Dio, poi perché gesù arlava alle pecorelle
smarrite una volta aver trovato il gregge non ne avevano bisogno. Poi ci fu la distruzione del tempio del 70 dc –
ulteriore sconvolgimento da parte degli apostoli dopo la sua morte. C’è un cambio degli scritti che identifica gesù con
cristo e figlio di Dio - quindi Solo a partire dalla seconda metè del II secolo si parla di cristianesimo come di una
religione autonoma.

I severi (193-235) – monoteismo inclusivista?


Durante la dinastia dei severi – una forma di tolleranza ai cristiani – si è perfino parlato di un’anticipazione della svolta.
(dobbiamo diffidare di quelle scritture che ci dicono che i cristiani sin dall’inizio furono maltrattati fino a Costantino).
L’imperatore Elagabolo accordò uno status privilegiato nel Pantheon romano al Sol invictus (divinità solare siriaca) di
cui egli stesso era sacerdote, prefigurando l’immagine dell’imperatore vescovo incarnata più tardi da Costantino.
(Eusebio - vescovi come controllori della direzione della comunità) Si parla di un assetto monoteista c’è un dio che sta
prima di tutti gli altri, anche se gli altri non vengono esclusivi.

Però bisogna dire che: Elagabalo meno moneteista di come viene descritto; Costantino meno cristiano di come si
immagina. La religione dell’impero al tempo di Elagabalo e poi di Costantino è diversa da quella prospettata da
Cicerone nel De natura deorum. Per Cicerone La religione è soggetta a delle trasformazioni che porta alla svolta, ha
una visione più rigida della religione dell’impero legata alla religione del Pantheon. I severi conoscono questo
attecchimento del cristianesimo.

Le persecuzioni vere e proprie cioè sistematiche e normate: DECIO E VALERIANO

Religione come pericolo pubblico dell’impero

249-250 – Decio – il primo atto legislativo – sorta di censimento religioso  periodo di crisi amministrativo, fiscale e
religioso e il fatto che non andassero a buon fine le sue compagen militari – crisi legata a questi nuovi culti. Non messa
a morte dei cristiani ma stabilità che tutti gli abitanti si recassero presso appostiti tribunali a farsi censire non come
abitanti – ma andare li, fare sacrifici agli dei, atti verso l’imperatore in quanto figura sacra e ricevevano in cambio un
certificato nel quale c’era scritto che avevano certificato di essere osservanti della religione. Questo li avrebbe riportati
dentro la religione e restituito la solidità all’impero. Nn ebbe l’effetto sperato da Decio. Questa faccenda ebbe due
effetti..

257-258 – Valerio: legislazione mirata corrisponde a una presa di atto dell’espansione del cristianesimo – presi di mira
in maniera precisa esponenti – diaconi, presbiteri etc – prende atto che questa religione “superstixio, ateismo” ha
attecchito verso le classi alti della società. Se la persecuzione di Valeriano avesse effetto questa persecuzione
(incarcerati, confiscati i beni) forse la storia sarebbe stata diversa in realtà era già cos’ capilarizzata la diffusione del
cristianesimo – non sterminò i cristiani. Da una parte ebbe come effetto la propaganda (perché queste persone che
andavano fino alla fine alla tortura, mostrando questo coraggio, sulla folla che assisteva – ebbe questo effetto di
propaganda – interessante e seria il cristianesimo dato che alcuni valori erano entrati in crisi con la crisi dell’impero) e
poi lapsi ( non avevano rinnegato gesù ma avevano trovato la documentazione x salvarsi dal martirio) al contrario di
chi invece si espose al rischio.

Tra valeriano e diocleziano (eusebio, storia ecclesiastica VII, 1: Piccola pace)

Effetto delle persecuzioni propaganda e crisi interna il fenomeno dei lapsi

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Diocleziano: apice della violenza – anche se solo il primo editto del 303 – non tutti gli editti vengono messi in atto
dappertutto – ma il 303 fu messo in atto ovunque. Consegnare i libri sacri, vengono considerati traditori. Questa
seconda ondata porta all’incremento di coloro che si procuravano certiifcati per non essere perseguitati (aver fatto i
sacrifici come bruciare l’incenso). 311 – editto di intolleranza. Con la svolta di costantino tutti coloro che si erano
riavvicinati alla religione tradiionale,e coloro che avevano tradito o perché avevano fatto sacrifici, o falsi certificati -
posero proboemi enormi all’intenro delle chiese. <come ci comportiamo con questi che vorrebbero essere riammessi
nella chiesa? E qui abbiamo comportamenti diversi, e scismi gravi. Cartesiano scrive sui de lapsis e su come trattarli
relativamente alla persecuzione del 258. I due scismi più importanti…..
Il cristainesimo ammette espiazioni e perdono.

Diocleiziano nonostante sia lìapice della violenza è impo per capire Costanino. Pone le basi di una certa concezione del
rapporto tra il potere dell’imperatore e il Dio/dei. (quando diviso l’impero in 4 parti e da l’avvio poi alla distnzione tra
occidente ed oriente – e mette a capo di queste due metà due imperatori “Augusti” amministratori dell’impero che
chiama Cesari che sono in una posizione appena inferiore, realizza questa tetrarchi. Egli non esigeva per sé il culto
divino non in quanto essere sacro dato che c’era il culto dell’imperatore, e lo trasformo dall’essere divino all’eletto –
colui che realizzava la volontaà del pantheon per questo scelse il soprannome di Iovius e per massimiano quello di
Hercules (per i due Cesari) questo appellattivi riguardavano se stesso ed il suo massimiano e po ad augusto e ai due
cesari. Costantino come imperatore custode della religione cristiana.

Galerio e l’editto di Sedica del 30.5 – 311 –editto di tolleranza (uno dei peggiori persecutori del libro di Lattanzio – che
assiste alla svolta e interpreta le morti dei peggiori persecutori come punizioni divine

Non nei momenti in cui si consumano i conflitti più aspri, ma nelle fasi intermedie, dove i confini tra le parti appaiono
confusi e si registrano esitazioni e ambiguit, si trovano elementi che cia aiutano a comprendere le grandi
trasformazioni della storia. Galerio rappresenta il fallimento della politica anticristiana nonostante la validità dei suoi
argomenti. Lui era in preda ad una malattia terribile pensa di aver fatto qualche errore nei confronti degli dei che del
dio dei cristiani, riconosce che questo dio è veramente potente. Ho sollecitato le persecuzioni contro i cristiani x
seguire le sue follie, ma riconosco la potenza di questo dio e stabilisco che non vengono persecuitati e di pregare per
la salvbezza della patria e dell’imperatore. Nella percezione romana essere appsoto con fli dei e gli dei tra gli altri –
significava garantire buon esito della vita dell’imperatore e dell’impero. Si contrappognono due visioni diverse ma
religiose. Rappresenta il fallimento della politica anti cristiana nonostante i temi contro i cristianesimo. Era legittima la
preoccupazione del cristianesimo e di una serie di provvedimenti contro il cristianesimo  difesa degli dei, difesa di
chi rappresentava lo stato. Fallimento della politica anticristiana che aveva anche dei temi. Galerio contraddizioni, ho
cercato di osteggiare ma a questo puntò che preghino snche per noi. Rappresentava l’impero per volontà divina.
Cicerone nel 1 secolo diceva che roma era forte x la sua religione per dare forza e stabilimento a tutta la civiltà
romana.

Antropologia 28-03

Intenzionalità: non è qualcosa che sta dentro la mente, ma è un richiamare l’attenzione a partire dagesti elementari
come il pointing. Questo ci mostra come la comunicazione tra le persone non è un processo riducibile a solo due
persone, ma triangolare – implica una nostra presenza del mondo. Ponendo l’attenzione su un oggetto del mondo. Nn
posso fare a meno del mondo per richiamare l’attenzione altrui. Nella prospettiva realista parla di quanto il mondo è
anteriore a noi, se non ci fosse il mondo non ci sarebbe comunicazione triangolare tra le persone. Mettere in
discussioni meccanismi cognitivi – ad esempio nel 900 la comunicazione si faceva riferimento solo alla presenza di due
individui, quanto il mondo fosse necessario della comunicazione e l’agire intenzionale della persona e anteriore della
socialità

Nomi propri in Brasile: Cabral chiede di conoscere i nomi da loro assegnati ai familari, si rivolge ai bambini. A seconda
dei familiari i nomi vengono combinati a maniera diversa. I padri alle auto, ad esempio. Si ha una libera associazione –
trae che c’è un continuo rimescolare le immagini associate sulla base anche di immagini passate e attuali, anche a
seconda dei contesti di utilizzo. Tutto questo ci evidenzia il dinamismo di queste attività. Possiamo dire che non
abbiamo a che fare con una relazione definita tra immagine e immaginazione – tutto questo per evidenziare che nella

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reltà che viviamo eche configuriamo il mondo – dobbiamo assumere in maniera sottoderminata e non ben
determinata. Un processo sempre in azione.

Le metafore incidono nel nostro sistema concettuale – le espressioni metaforiche e quindi linguistiche … cabral non
condivide. Perché loro riducono le forme di astrazione simbolica alle metafore –

Il manifestarsi della persona nel processo della vita

Questione: se il mondo è formato dagli essero imani e se l’essere persona è la condiziona caratteristica dell’umanità,
come si rivelano le persone nella socialità umana? (come gli uomini abitano il mondo)
presupposto: nel mondo in cui abitiamo, mente e corpo sono una cosa sola, non è questione né di materia, né di
spirito. La vita è una modalità di in-formare il mondo, che da luogo nel processo della vita (neòl tempo e nello spazio)
al consolidamento di scale di figurazioni ontologiche, la cui stabilità è dinamica.

L’essere persona  l’esistenza di una persona è una condiziona nefcessaria per la persona, ma non è sufficiente
affiche possa esserci una persona. La persona non è un’entità di tipo neo-kantiana – cioè una categoria della mente
(cioè noi ci orientiamo nel mondo a partire da categorie analitiche a priori – il rapporto con il mondo si va a costruire
con queste categorie) ma una immagine sintentica, un insiteme stocasticamente ricorrente di caratteristiche di
pensiero e dell’esperienza che opera mediante la combinazione di fattori primari di esperienza, all’interno di
particolari forme di vita. Il configurarsi di queste immagini sintetiche è correlato alla condizione incarnata degli esseri
umani, e alla disponibilità che incontrano nel mondo, non attraverso imposizioni logiche o forme preconfigurate. Le
immagini sintetiche emergono in un complesso modo stocastico dalle miriade di forme che la comunicazione umana
all’interno della socialità assume nella storia.
Il divenire persona è un processo graduale che richiede di avere rapporti con altri ess3ri umani che sono già divenuti
persone. (scattano relazioni intersoggettive). Dal pv materiale la persona nasce come membro della specie umana, ma
è solo nell’ontogenesi che si entra nelal vita umana, postulando la propria presenza. L’intersoggettività degli altri
provoca l’intersoggettivitàè che condividiamo con loro: i bambini nella socialità umana sono inclini a sviluppare il
pensiero proposizionale da un impegno con il modno. Nasciamo cablati (i bambini sorridono perche noi sorridiamo –
ragiscono ad una serie di sollecitazioni che normalmente le madri manifestano ai bambini xk riconoscono anche una
serie di suoni che ancora prima di venire alla vita hanno sentito riconoscendo quella persona – il primo step
dell’altoge…. Attenzione sugli altri ) in modo tale da avere una propensione e rimanerci dentro attraverso la memoria:
siamo chiamati alla persone da altri umani che erano stati già chiamati da altri prima di loro, in una lunga catena di
reciprocità-

Emergere dell’intenzionalità

Thomas Short definisce l’intenzionalità come atto dell’essere attenti a un aspetto del mondo, ovvero un impegno
attivo con il mondo che implica una valutazione costante che le caratteristiche del mondo hanno sull’agente.
Nell’intenzionalità, l’atto di attenzione implica uno scopo. Alla radice dell’intenzionalità (mente basica) c’è la socialità
che è una precondiziona per la proposizionalità (mente impalcata). Come esseri umani, quando nasciamo possediamo
capacità che distrinugiamo da altre specie animali. I bambini hanno una disposizione a percepire ciò che gli altri stanno
vivendo (alterocezione). Questa disposizione significa che gli esseri umani sono inclini a rispondere insieme agli altri
nel mondo, impegnandosi con gli altri nel mondo. Questa intenzionalità condivisa è una disposizione incarnata che si è
evoluta filogeneticamente. L’intenzionalità presuppone lo spazio e il tempo, coinvolge il passato e il futuro, ovvero la
variazione di modalità che risultano degli impegni intenzionali.

L’intersoggettività primaria (sorge ancora prima che sviluppiamo la nostra esistenza come persne) – è la porta
attraverso la quale i bambini entrano nel processo di comunicazione per mezzo dei gesti e dopo con il linguaggio.
Avviene per fasi ed è ciò che ci fa diventare persone e infine persone pienamente pensanti con una conoscenza
riflessiva della nostra esistenza nel mondo. E’ operativa in ciascuno di noi anche prima che sviluppiamo….
Quella secondaria – ad un anno di età per merito dell’intenzionalità condivisa (ci riconosciamo attraverso un
meccasismo psicologico) che coinvolge le persone e le loro intenzioni alla luce dei loro contesti di azione
(alterocezione) – aprire la finestra perché c’è caldo – dopo averli vista la prima volta siamo in grado di riconoscere il
loro scopo non dobbiamo fare ogni volta lo sforxo cognitivo di cosa sia quel gesto) e successivamente della
proposizionalità (la mente impalcata). La disposizione alla intersoggettività manifesta quanto gli esseri umani sono

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inclini a risp insieme agli altri nel mondo, impegnandosi con gli altri nel mondo, passando dalla comprensione degli
altri al dare un senso al mondo. L’entrare in comunicazione impegnandosi nella interspggettività con gli altri, avviene
per farsi ed è ciò che ci fa diventare persone.

Vediamo che i passi dell’ontogenesi della persone e del mondo sno 4:

1) Alteroceione – la percezione motivata degli altri e si basa su risposta immediata ai movimenti del corpo dell’altro
(alterocezione). Queste relazioni di partecipazione sono guidate da intenzionalità condivida.

2) Quando il bambino si confronta con i suoi assistenti che interagiscono tra di loro svolgendo dei compiti nel loro
ambiente di dimora mmediato. Questo è il passo in cui emerge la dualità, in quanto lui si separa da se stessp,
emergendo la prospeettiva sul mondo, in cui questo non lo include più ma che lui comprende come dominio

3) Quando il bambino scopre se stesso come un altro, in cui emerge nell’arena della resenza e dell’azone (reificazione e
contenimento)
Il bambino si guard

4) La persona inconcria la sua

Identità di genere si consolida nelle dinamiche di traingolazione della persona con il mondo:
- La percezione degli altri è la via per la persona-mondo come fonte
- Origine dell’individualità-mondo come dominio
- Emergere della presenza-mondo come limite

La consapevolezza della propria presenza separata (la propria singolarità) non è un processo solo mentale, è sia
narrativo che organico.

La mente proposizionale (riflessiva) è inerente al mondo socializzato in cui le persone perseguono la loro ontogenesi:
la vita mentale della persone deve essere vista come una forma di comunicazione nella socialitò

30-03

Galerio e l’editto di Serdica del 30.4.311: (muore il 5 maggio)

Non nei momenti in cui si consumano i profitti più aspri, ma nlle fasi intermedie, dove i confini tra le parti appaiono
confusi e si registrano esaltazioni e ambiguità. In questo tentativo di restaurare delle antiche leggi e le istituzioni
formani, e fare in modo che anche i cristiani che avevano abbandonato le religioni degli antenati, ritornassero a sani
propositi. – i cristiani furono colpite da tale follia che non vollero più seguire le tradizioni degli antichi istituite forse dai
loro stessi antenati. Ritorna il tema della follia, per lui sono ostinati e folli perché tradiscono le istituzioni dei loro stessi
antenati. Perciò quqndo noi promulgammo un editto con il quale si ingiungeva loro di conformarsi gfli usi antenati
sono stati molto perseguiti. Considerando la nostra benevolenza siamo soliti ad accordare il perdono a tutti, abbiamo
ritenuto di estendere la nostra clemenza anche al loro caso, e senza ritardo, affinche vi siano di nuovo dei cristiani e
affinchè si ricostruiscano gli edifici nei quali erano soliti riunirsi, a condizione che essi non si abbandonini ad azioni
contrarie all’ordine istituito.

Torna il problema dell’ordine pubblico. Dice che con un altro documento daremo istruizioni ai governatori su ciò che
dovranno osservare, in conformita di questo perdono, i cristiani dovranno pregare il loro dio per la nostra salute,
quella del loro stato e di loro stessi (i cristiani non pregano l’imperatore) in modo che l’integrità dello stato sia
ristabilita dappetutto ed essi possano condurre una vita pacifica nelle loro case. Eusebio riporta l’editto nel capito 17
della storia ecclesiastica.
Richiama temi che abbiamo già considerato. Galerio mette in risalto l’aspetto pubblico e politico della religione. Il
cristianesimo assume questa dimensione politica.

Costantino e Licino: Milano 313 – mettere per iscritto la fine delle persecuzioni – è un’affermazione di tolleranza, la più
larga e completa. In 70 anni circa questa dichiarazione  editto di tessalonia copovolge la storia dell’impero cambiano
il ruolo – i cristiani diventano i persecutori.
Costanino e Licinio due Augustus – ed esaminammo tutto quanto riguardava il profitto e l’interesse pubblico – editto

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per assicurare il rispetto della divinità – quindi dare a cristiani a tutti gli altri la libera scelta di seguire il culto che
volessero, in modo che qualunque potena divina e eleste possa essere propizia a noi e a tutti coloro che vivino sotto la
nostra autorità – è legato cmq a un discorso imperiale che ha a che fare con il contesto dell’impero romano. Non si
debbe negare ad nessuno la facoltà di seguire l’osservanza o il culto dei cristiani, e si dia a ciascuno facoltà di applicarsi
a quel culto che ritenga adatto a se stesso, in modo che la divinità possa fornirci in tutto la sua consueta sollecitudine e
benevolenza. Fu dichiato con un rescritto (lettere imperiali con funzioni di leggi) quello che ciò che ci sembrava giusto,
affinchè dopo la soppressione completa delle condizioni contenute nelle lettere precedenti da noi inviate alla
devozione a proposito dei cristiani, fosse abolito anche ciò che sembrava troppo sfavorevole ed estraneo alla nostra
clemenza, ed ognungo di coloro che avevano fatto la stessa scelta di osservare il culto dei cristiani, ora lo osservasse
liberamente senza essere molestato.

In un certo momento non soltanto costantino ha concesso la libertà di culto ma introduce nella legislazione una serie
di privilegi che sono preparatori alla ufficializzazione dell’esclusione di tutti gli altri membri appartenenti alle altre
religioni. Essi danno al clero, rispetto ai doveri pubblici, delle libertà speciali dove noi intravediamo il sovrapporsi di
questa istituzione chiesa del cristianesimo rispetto al peso che hanno le istituzioni civili. È come se a partire da Lui si
avallassero e si costruisse un canale di privilegi di carattere sociale ed economico del clero, ed è il momento in cui
inizia ad affiancarsi al diritto del mondo civile (ius pubblicum – leggi romane che in un secondo tempo post imperiale
vengono riunite da teodosio – tutto ciò che riguarda il diritto pubblico) allo ius ecclesiastico (dove le prendono queste
leggi sulla chiesa? Nei concili e nelle assemble collegiali che i vescovi si riunivano con regolarità che ebbero all’inizio
importante per la storia della chiesa – non tutti ma la maggior parte diventeranno parte di quello che oggi è definito
diritto canonico – lo ius ecclesiastico il modo in cui i concili vengono gestiti – come si devono comportare i fedeli etc)
soprattutto in occidente. Quindi lo ius pubblicum affiancato dallo ius ecclesiastico.

L’esenzione dai numera – doveri dei cittadini romani davanti allo stato – tasse che il cittadino romano doveva
corrispondere allo stato che comportavano l’impegno personale o e del proprio patrmonio – a seconda della posizione
e agiatezza. Poteva essere assolto con la mano d’opera o con un contributo. Basta questa esenzione a rendere i
membri del clero molto privilegiati rispetto agli altri cittadini. Nell’ottica di costantino il clero così si poteva occupare
solo delle cose che riguardavano la chiesa. Reigione che assume posizioni preminenti anche se non è ancora la
religione predomnante dell’impero.

Possibilità di liberare gli schiavi in chiesa in presenza del vescovo: la manumissio in ecclesia – accelerava e semplificava
il processo di affrancamento degli schiavi, incoraggiata dall’uguaglianza del nuovo testamento. Il sist ecclesiastico
entra nelle mani del sistema imperale e giuridico imperiale. Bastava la testimonianza del vescovo.

La gestione di procedimenti arbitrali su richiesta delle parti, cioè l’episcopalis audentia, con la quale il vescovo
prendeva decisione con forza di sentenza legale. Procedura con la quale il vescovo prendeva decisioni con forza di
sentenze ufficiali e legali – di fronte ad un tema anche ad esempio matrimoniali o di eredità, qualora le due parti in
causa se lo cheidevano tutti e due potevano rivolgersi al vescovo anche per cose che riguardavano il diritto privato.
Inizialmente le due parti a chiederlo, successivamente venne assegnato anche quando era una sola delle parti in
causa. Assume il ruolo di un giudice.

Santificazioni delle domeniche – anche in competizione con il sabato sacro degli ebrei al doppio fine di equiparare
anche ai cristiani un giorno sacro ma anche in competizione con le comunità ebraiche che rapp per i romani delle
spine nel fianco da sempre (culto espositista) erano dei gruppi guardati con disprezzo ma anche con un misto di
attrazione.

Cifre enormi per la costruzioni di edifici destinati al culto e chiese – Basilica pre cristiana non era ancora una chiesa
aveva una base rettangolare, la differenza sostanziale è che cambia l’ingresso della psoziione. La basilica romana è nel
lato lungo. Nelle basiliche attuali è nel lato corto. Perché più che l’accesso deve essere in un luogo sacro in fondo al
quale si crea l’altare è graficamente una proiezione verso dio e sottolinea l’importanza che si proietta verso ciò che c’è
davanti. E’ con Costantino che con Gerusalemme diventa la città sacra universale. Qaundo decide di trasformare i
monumenti della sacralitèà che erano stati i luoghi della storia di gesù – è lui che avvia la costruzione del santo
sepolcro

Teodosio – la religione di stato

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Editto di Tessalonica 380

La svolta è ancora più radicale, sebbene questo editto sia rivolto ad alcune aree e rappresenta il momento in cui
l’imperatore cambia di segno al cristianesimo. Con costantino tutti i leciti culti, teodosio mette fuori legge tutte le altre
religione. Individua in Pietro l’apostolo per eccellenza e nomina i due vescovi di roma ed alessandria. Damaso,
pontefici, che a partire da Matteo cerca di costituire il primato di Roma, inizia ad essere teorizzato dal vescovo di
Roma. Ma passerà molto tempo, almeno nel medioevo. Coloro che non seguono questa norma saranno considerati
solti eretici – e saranno condannati dal castigo divino, poi dalla nostra autorità, che ci viene dal giudice celeste.

4-4-22

Dalla provvisorità alla storia provvidenziale

Dalla morte di Gesù e per circa un secolo e mezzo, fino all’ “A Diogneto” (fine II secolo) presso i seguaci si mantiene un
sentimento di provvisorietà. Ogni abitante dell’impero che ha aderito alla nuova religione deve attenersi alle
indicazioni dei testi sia nella vita privata comunitaria che nella vita pubblica, cioè deve rispettare la sottomissione alle
autorità, che per i primi secoli sono ostili.
ogni abitante dell’impero che ha diritto alla nuova religione – deve sottostare alle autorità. Gli scrittori danno
indicazioni per come comportarsi

Decio..

Da costantino a Teodosio: svolta religiosa e svolta storica

A roma tra il 312 e il 350 furono costruite otto basiliche (non nel cuore pagano della città ma su proprietà imperiali).
Cambia l’aspetto della capitale da citta pagana – sede apostolica

Con l’editto di Tessalonica 380 emesso da Teodosio, si determina ancora un’altra svolta: l’obbligo di seguire la dottrina
cattolica a tutti gli abitanti dell’impero. In Aclune aree si producono effetti devastanti. Gerusalemme – città di
pellegrinaggio.

Con l’editto – seconda svolta con l’obbligo di seguire la religione cattolica e avra eventi drammatici in alcuni di questi
luoghi, come in Alessandria.
Il cristianesimo cittadino dell’impero produce: una serie di trasformazioni profonde e rivoluzioni inesorabili che
investono in modo capillare tutti gli ambiti della società del tempo: cultura, comportamento, diritto, società, politica –
cristianesimo religione pervasiva (non come quella romana che volesse che facessero in un determinato modo la loro
vita). Il cristianesimo ha veicolato dei modelli comportamentali che riguardavano ogni aspetto dell’esistenza, il diritto
al quale uniformarsi, i rapporti sociali, dal punto di vista culturale, è una religione che in qualche modo come
assorbente di ogni aspetto della vita pubblica e privata.

Il passaggio: religione lecita – religione privilegiata – religione esclusiva, determina una nuova relazione tra
cristianesimo e realtà mondana.

Una nuova idea di storia: la teologia politica

Si genera una diversa ide di storia e si va costruendo il concetto di teologia politica. Appare al tempo cui rivolgiamo
l’attenzione, questo significa occuparsi della teologia in rapporto con: le cose terrene, il presente storico e la salvezza.
Primi due secoli – plurità di attitudini

Cioè possiamo distinguere diversi attengiamenti dei vari gruppi nei confronti dell’ordini civile precostituito. Per gli
gnostici gli uomini non hanno una comune destinazione, questa mancanza di un fine unitario genera una naturale
disinteresse per il vissuto concreto che talora si esprime in un lealismo opportunistico. Presso i marcioniti invece
domina una visione unitaria dell’umanità. E della storia che porta all’opposizione assoluta di fronte al potere.

Con la visione provvedenziale e unitaria della storia: fra i pensatori cristiani si fa strada nel tempo una visione meno
negativa nei confronti della realtà umana e di chi la amministra, che risente degli eventi storici. (la svolta di costantino

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e di teodosio saranno decisive per questa visione provvienziale). In questo processo occupa un posto importante la
parte dell’apocalisse di giovanni e le interpretazioni sono diverse (prima della svolta)

Tre autori visione meno negativa della realtà umana:_

Melitone di Sardi (II secolo-190) motivato lealismo

Ireneo di Lione 135-140-202-203) lealismo disinteressato

Ippolito (170-235) visione negativa dell’impero, il quale ha solo il merito di segnare delle tappre di approssimazione
verso la fine dei tempi

Come viene pensata la stessa creazione? Abbiamo 3 pensatori che gestiscono queste rapporto tra visione concreta e
messaggio di fede. Per tutti e 3 nella visione provvidenziale si colloca una valutazione postiiva della creazione (che non
lo è per gli gnostici). Autori che stanno tra la fine del secondo secolo) la crisi che comincia a fare presagire la futura
dissoluzione dell’impero viene letta in chiave teologica e in modo

1. Da non incidere sull’idea della liberazione finale

2. Da non accenturare speranze apocalittiche

Come si evolve l’atteggiamento dei cristiani nei confronti del mondo politico?

La crisi tra II e III modifia il loro atteggiamento: meno comprensivi e più intransigenti. Ippolito interprta le scritture per
dare fiducia e speranza ai fedeli, e individuando la natura diabolica del potere politico tende a sollecitare
comportamenti resistenti al disordine etico e sociale.

Il padre della storia ecclesiastica: Eusebio – vescovo di Cesarea – autore di varie opere (storiche, apologetiche etc) è
detto il padre della storia ecclesisastica x la sua opera “la storia ecclesiastica – che narra gli eventi intercorsi dall’inizio
della chiesa fino al 324. Tenne il panegirico in occasione del trentennale di costantino, e poi ne scrisse la biografia per
celebrarne la morte.

La storia ecclesiastica:

- Fonda la storiografia cristiana, scrive la prima storia di una comunità religiosa che riguarda il popolo cristiano (non
legato al mondo romano o ellenistico); un impostazione che tenderebbe ad essere universalista quindi superare la
prospettiva etnica, narra i vari mutamenti ed eventi che riguardano il cristianesimo nel corso di molti secoli e per fare
questo si avvale questo della documentazione della biblioteca di Elia Capitolina.

(nel 4 secolo i vescovi, esponenti di classi colti)

Eusebio concepisce per primo l’idea di una teologia politica (gli veniva spontaneo, non dimentichiamo che nella
concezione romana la stabilità veniva dagli dei; romana come religione politica, niente di stranoc he dallo
sdoganamento dell’impero ne venga fuori un’acculturazione del cristianesimo prendendo alcuni principi classici – ma
anche dalla sua formazione dall’essere un membro dell’impero, concepisce la prima storia della chiesa, identifica
civiltà e impero (come già Origene del quale è ammiratore)  che porterà a rappresentare Costantino come il
realizzatore divino. È qui che si elabora il concetto di simultaneità tra rivelazione ed impero. Si cominciò ad individuare
nell’impero perché dio aveva fatto nascere Gesù in quell’epoca, in cui la politica era al massimo della sua estensione.
In questa visione che alla fine identifica con l’impero, il senso di far nascere gesù in quell’epoca – cioè fare in modo
che la rivelazione venisse a conoscenza con molte persone.

Critiche ad eusebio:

1. Imperfetta cognizione del dogma trinitario – influenzato dall’arianesimo, parlava di monarchia celeste e vedeva nella
monarchia costantiniana (monarchia come unico principio) – eccesso di ottimismo e collegato alla caduta dell’istanza
escatologica. Eusebio viene collegato anche ad una posizione che è una sorta di collezione imperfetta dell’arianesimo
e anche l’idea di un progresso. Regno di cristo reso possibile da constantino – visione ottimistica. Atteggiamento
trionfalistico.

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2. Caduta dell’istanza escatologica – in questa corrispondenza ha dimenticato l’istanza escatologia.

3. Non solo ogni autorità viene da dio (lo troviamo anche in Paolo) è Dio stesso che guida la storia e ha un’evoluzione
progressiva nella quale si vede la coincidenza della sovrapposizoone della sotira dell’umanità e della chiesa. Per cui il
regno di Cristo è reso possibile dall’era costantiniana. In questa visione ottimistica si perde l’idea che tutti i cristiani
non devono proiettare la loro esistenza nella terra (costantino interpreta la volontà divina) ma rimane importante la
visione escatologica, cioè dell’aldilà.

Questa lettura critica è stata rivisitata anche grazie all’applicazione ai testi della strumentazione fornita dalla categorie
narratologiche che sono più attente. Una cosa è prendere per buono quello che dice Eusebio, ma anche condizionato
dai destinatari. Come possiamo capire se non partiamo dal contesto e al quale si rivolgono? Ciascuno ha dei bacini di
riferimento che sono diversi e questo incide sul modo in cui vengono raccontati. Ciò vale per qualsiasi testo. E’
funzionale al letore del suo tempo. Queste domande ci aiutano a renderlo più dinamico e anche a renderlo quello che
è, una componente nel tempo in cui è stato scritto. Eusebio è abituato allo schema “preannuncio – compimento” già
nel nuovo testamento c’è un riferimento al vecchio testamento. L’unico modo per veicolare la fede di dio è leggere
cioè che è annunciato nell’antico testamento. Eusebio lo applica alla storia che racconta – passato e presente si
interfacciano. Il messaggio di Gesù per Eu è rivolto all’umanità e non può che allarciarsi a tutti gli uomini buoni e giusti
venuti prima dell’incarnazione. Che lui sia venuto in quel momento – massima espansione dell’impero.

6-04.-22

Il discorso sulla teologia politica – in che rapporto è il cristianesimo con la politica? La necessità di stare dentro
l’impero, dal momento in cui l’imperatore cambia orientamento da la possibilità di immaginare ai pensatori una
coniugazione tra esigenze politiche e religiose. L’idea della politica, della res pubblica, è condizionata da quel Dio che
nella prospettiva cristiana è a conoscenza di tutto, onnipresente, creatore. Alcuni pensieri della religione romana li fa
propri. La comprensione di costantino è molto esplicativa di quello che era l’idea di questa religione.

Eusebio fondatore della storiografia cristiana, scrive per prima la storia della comunità religisa superando la
prospettiva etnica ma universalistica - storia di tutti i popoli – coincida con il momento in cui è avvenuta la svolta.
Narra tanti eventi che riguardano il cristianesimo, della comunità che si qualifica ad un determnato orientamento
religioso. Letteratura cristiana scritta in tante lingue – elemento unificante è dato dalla religione. Secondo eusebio la
religione ha riunito tutto il mondo, Si avvvale della numerosa documentazione della biblioteca di elia capitolina

Eusebio concepisce per primo la teologia politica – provvidenza che guida i fatti – tutto questo non è così remoto – ad
esempio i promessi sposi c’è dentro la provvidenza che guida l’azione degli esseri umani, non è un caso che
incontriamo la provvidenza è un’imbarcazione che naufraga – cioè i malavoglia – non è un caso in nome di quella
imbarcazione che naufraga. La percezione della dimensione religiosa ci permette di capire anche autori più recenti.
Concepisce la prima storia della cheisa con lo spriito santo che diventa chiesa, perché prima di quel momento era il
gruppo riunito non l’eidifico. La intendiamo ora come istituzione- eusebio identifica la cività con l’impero.

Per capire un testo è necessario capire a chi sono rivolti e si capisce l’accentuazione di alcuni aspetti rispetto ad altri in
base all’autore. Ad esempio in matteo troviamo i magi – sono riusciti a credere – mentre gli ebrei non credevano nel
messia. Chi sono i lettori di eusebio? Persone che sono formata alla cultura di base e anche altre, cristiani che avevano
dimestichezza con le scritture. Risponde a delle esigenze di comunicazione mediatica.

Il nuovo testamento – mira a farci riconoscere colui che realizza il vecchio testamento, così questo elemento di
fruizione delle scritture per raccontare il presente come un compimento delle scritture è lo schemaz che segue anche
eusebio. La lettura provvidenzsiale permette di coniugare passato e presente, annuncio ed inveramento.

Eusebio fa tesoro di una lett cristiana che lo precede, rivolta a tutta l’umanità anche a quelli che vbegono prima come
la filosofia antica. Nelle pagine segnate si riprende un passo della dimostrazione evangelica (un’altra opera di Eusebio).

“proprio questo sarà il cristianesimo: né una forma di religione greca, né una forma di giudaismo, ma
quell’antichissimo genere di religione, intermedio fra queste; uella filosofia, le cui leggi sono state date a tutti
gli uomini del mondo intero solo di recente. Questo tipo di religione, rimasto a lungo silente, fu rinnovarto dal
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salvatore e signore nostro, secondo quanti i vaticini dello stesso mosè e degli altri profeti avevano predetto.  la
storia del cristianesimo riassorbita dalla storia che non inizia con gesù, ma con la notte dei tempi e le profezie bibliche
e recuperando quella vestutissima filosofia.

Perché dunque far nascerew gesù in certo momento piuttosto che in un altro? Sotto l’imperio di Tiberio farlo
predicare? L’obiettivo della volonta divina in termini di provvidenza, cioè che dio vede prima, è diffondere la parola
divina più esteso possibile. Questa è la ragione. Mentre la maggior parte del mondo sotto l’unico impero romano che
viene riuniticato con costantino. Perché dio ha scelto di mandare il proprio figlio in questo momento? Che il messaggio
arrivasse in un modo unificato e che perciò si espandesse: non è merito degli uomini ma volontà divina. Eusebio sotto
questo profilo appare ottimista.

Nella formazione dell’antropologia cristiana – antropologia: lo studio del mondo in cui si è percepito innanzi tutto,
percepisce se stesso e anche in relazione all’altro. Nasce come scienza in cui si sviluppa un confronto con l’alterità.
Questa antropologia che è quella che intravediamo in eusebio è quella che risente di posizione dualistiche – che
persiste. Significa che accentua la distinzione tra corpo-anima. Nella sua definizione di uomo, ogni essere umano è il
risultato dell’unione di due contrari: corpo e anima. Il corpo è un rivestimento, l’anima è fatta a somiglianza di dio.
L’uomo per aspirare alla vita celeste deve superare la prospettiva terrena, che eusebio legge in chiave negativa. Ed in
questa chiave legge anche la storia dell’impero. Per quanto possa vedere costantino come unificatore – è un
ottimismo limitato ad una parte dell’esistenza che per i cristiani è effimera. Può essere superata con una fuoriscita da
essa che è provvidenziale. Soltanto in questo tempo si può capire la vita di costantino, biografia di eusebio, solo
quando costantino è già morto. Esaltazione di una persona già morta, perché la vicenda umana è finita – non può
essere semplificato in un senso trionfalista. Dio tiene presso di se beni maggiori di quanto la mente umana psosa
concepire. Non signidica che costantino il nostro benen inizia a efinisce qui – se dio tiene presso di se quei beni è
chiaro che questo trionfo è limitato e meno ottimsta.

Triaconteterico – l’idea di Basileus  ancora meglio capiamo la funzione di costantino se ci accostiamo all’orazione
che eusebio ha pronunciato in occasione dei 30 anni dellìimpero costantiniamo. In cui l’imperatore è presentato come
corrispondente terreno del Logos divino, è celebrato in vita. Non come l’arteficie di un trionfo.

Il logos guida gli uomini nel regno dei cieli – il basileus guida gli uomini tra i pericoli del regno terreno per superarli ma
tutto ciò in vista del regno dei cieli. Il futuro celeste è la solo liberazione dai mali terreni. Si possono cancellare solo
quando si passa oltre, la proiezione escatologica è molto forte.

Basielus – rappresentante del logos sulla terra, ma solo il logos celeste guida gli uomini nel regno celeste.

Per un elaborazione di un’antropologia cristiana – antropologia in quanto essere umano, non possiamo fare
riferimento ai due bacini culturali dell’antropologia giudaica e filosofica greca che hanno contribuito al cristianesimo.
Nell’elaborazione dell’antropologia cristiana i concetti a partire dei quali noi possiamo accostarci alla comprensione
dell’elaborazione dell’uomo nel cristianesimo sono:

protologia- dottrina della creazione

escatologia: dottrina dell’aldilà e resurrezione dei morti

nel modo in cui l’essere umano sia stato forgato e cosa sia dopo la morte. nel cristianesimo la salvezza

dobbiamo fare riferimento a come e dove l’uomo è stato creato e a cosa è diretto nella creazione e nell’aldià.

Il fatto di essere stati creati ad immagine e somiglianza. Il momento creativo che fa parte del mondo giudaico e poi del
mondo musulamnano.

Il concetto di dio creatore fa parte anche del mondo musulamano. Il concetto di creazione non è in tutte le culture.
Sono due concetti importanti xk fanno riferimento a come l’uono si è pensato relativamente al all’oggetto creativo e
aldilà- la proiezione nell’aldilà era importante. Due concetti che ebtrano in gioco nel cristianesimo. Entra in gioco pure
la sessualità, la differenza nella creazione è stata centrale e l’idea di vivere casti era importante data l’imminente
venuta del regno di dio, quindi di vivere casti e puri. Nel mondo giudaico i leviti cioè i sacerdoti sono una casta chiusa

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perché sono non soltanto devono sposarsi perché i loro figli saranno sacerdoti. Nel cristianesimo il sacerdote per
ragione di purità deve essere casto e celibe. Nel mondo giudaico questo non c’è. Nell’antico testamento non avere figli
era una vergogna – l’autosessualità poteva rendere meno fertile. La sterlità era una vergogna. E l’adulterio era
condannato con la lapidazione. Nel mondo giudaico l’atto sessuale in sé non è demonizzato come invece si è
sviluppato nel cristianesiimo. O Ad un certo momento nel cristianesimo la valorizzazione della castità era importante,
anche s egesù non condanna mai, ma noi abbiamo motivo di credere che loro predicassero la continenza sessuale.
(gesù, il suo gruppo e Paolo pure).

Utili indicatori:

radici giudaiche – il testo di riferimento dell’antropologia cristiana è la genesi

rispetto all’eredità ellenistico-romana, una distanza tra capacità del pensiero e corporeità della materia fisica. Questo
è proprio del pensiero ellenistoc romano. (prende distanza dopo averla interiorizzata, non si può tenere conto di
questa dicotonima anche se alla fine è isolta in una valutazione positiva.Se nell’antropologia cristiana l’essere umano è
un tutto uno di mente e corpo, l’elemento di novità nel contesto della tradizione giudaica è la cristlogia, con la dottrina
dell’incarnazione, che rompe con la tradizione implicante l’assoulta trascendenza di dio. Il fatto che gesù prenda il
corpo umano – per l’identità cristiana colui che figlio di dio che attraverso la croce salva il popolo umano – prima di
stabilire dentro un concilio che componente umana e divina convivono passano secoli di dibattiti. Questo tompe con
l’assoluta trascendenza divina. Ci sono indicatori diversi che si combinano. Il tema dell’incarnazione viene introdotta
con scandalose novità che non ha origine ne nel contesto romano ne giudaico.

Nel giudaismo dio crea secondo la genesi crea l’uomo a sua immagine e somiglianza, ci sono due racconti di genesi che
sono considerati un tutt’uno ma in realtà sono due. Perché in uno dice che dio crea maschio e femmina
indistintamente, in un altro che da adamo crea la donna. Cioè che le donne sono state create in un secondo momento
e con un pezzetto del maschio. In questa concezione si intravede cioè che poi sarà la rappresentazione della donna nel
mondo giudaico. Nel mondo romano il concetto della creazione non c’è ma le donne sono qualificate dal pv di vista
intellettuale.

Nella concezione occidentale della genesi una tappa importante è rappresentata dalla filosofia greca,

Platone introduce:

1) Distinzione tra intellegibile e sensibile

2) Att all’anima il carattere di irriducibilità

La filosofia greca . dualismo antropologico


alla matrice giudaica – prospettiva unitaria

Con l’antropologia cristiana – demonizzazione del sesso. Ad un certo punto il peccato originale si confonde con il tema
della lussuria. Il peccato originale è in realtà il peccato di disobbedienza, che poi avrà a che fare con la
oncubinescenza. Da che cosa discende questa demonizzazione?
La vocazione ascetica – dell’imminenza del regno – delle comunità del 2-3 secolo. Le scelte ascetiche come opzione di
successo tornarono tra il 4 ed il 5 secolo. Parliamo di esperienza del monachesimo. Epoca in cui il cristianesimo entra
dentro l’impero e si istituisce e perde i connotati della prima comunità quindi ci fu un movimento di rilanco dei valori
originali (astinenza sessuale, semplicità

Nel pensiero giudaico prevale una concezione unitario delle componenti umane: corpo-anima. Solo nel giudaismo
ellenistico o nei testi con carattere apocalisttico riscontrano i riflessi della concezione dualista di matrice filosofica. Il
problema del male e della sua origine fra il 2 ac e il 2 dc…

Base dell’antropologia giudaica e cristiana è il racconto della creazione dell’essere umani nel testo sacro. I due
espisodi nel testo biblico sono in realtà di diversa origine e cronologica. In entrambi i racconti l’essere umano è
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presentato come entità unitaria (non si fa menzione di corpo e anima). In essi non vi è esplicita connessione fra male e
sfera sessuale, ma solo fra male e disobbedienza, fra male e arroganza. Mentre nella letteratura neotestamentaria
paolo inizia a fare distinzione nellle diverse componenti umani, anche se rinvia a un aconcezione unitaria dell’uomo.
ma è presente una valorizzazione della condizione continete /cioè chi si astiene dalla dimensione sessuale), ma non
c’è una lettura in chiave sessuale del peccato originale. Nei vanegli di gesù non esprime una concezione del male che si
riferisca al sesso e al peccato originale.

Nei 3 sinottici c’è una progressione che fa marco e matteo e luca fa registrare una progressiva valorizzazione della
continenza(anche se nn sei vergine decidi di mantenere la continenza) in prospettiva escatologica:

lo stato verginale nel presente garantisce la salvezza nell’aldilà – con una svalutazione del matrimonio

una svalutazione del matrimonio, rischia di diventare però una mina nella società, ad unc erto punto il matrimonio
dovra essere recuperato e lo recupererà Agostino. L’uomo non può plcare i suoi istinti sessuali ma glieli facciamo
passare dentro il matrimonio.

Nei testi del nuovo testamento la valorizzazione dello stato verginale ha rapporti con la proiezione escatologico e non
con la creazione. E viene accentualo dall’encratismo (corrente dentro il cristianesumo due filoni: uno radicale – che poi
sarà considerato eretico- e uno che rientra nel cristianesimo – esso rispetto al nuovo testamento proietta la
condizione continente indietro verso la dimensione protologica:

La verginità può garantire la salvezza in quanto si configura come recupero della purezza edenica, cioè della
dimensione dei protoplasti (adamo ed eva).

Si divide in:

encratismo ortodosso – la vergnitià a una dimensione edenica, parte dal progetto originario di Dio. Quindi colloca nel
progetto originario di dio la verginità come condizione di perfezione – disprezzo delle notte che sono considerate un
rimedio alla mortalitù

quello eterodosso – svalutazone del corpo – rigetto toale del matrimonio

ad essi si ispireranno alcuni movimenti ascetici. Hanno una lunga durata

Nell’ambito del pensiero gnostico, l’ooposizione copro (materia) e anima (spirito) comporta una lettura dualistica del
racconto genesiaco e nell’epressione a immagine e somiglianza. Distinguono la creazione del corpo a immagine e
dell’anima a somiglianza.

Nella concezione dualistica dell’uomo – implica la differenza e oppisizione tra spirito e materia. L’uomo è una
particella divina rinchiusa nel corpo umano che deve essere superato. E’ chiaro che si sviluppa ad una svalutazione del
corpo e quindi alla continenza.

Interpretazione dualistica del racconto genesiaco

- Valentiniani (movimento gnpstico) contemplano tre nature:

a) Spirituale (divina e superiore)

b) Psichica <8creata daò demiurgo, dio inferiocre=

c) Iliaca (materiale)

Risposta ortodossa si muove su due linee:

1) Scuola asiatica: ireneo di Lione – gli antiocheni. Leggono in modo unitario le due genesi e professano una concezione
unitaria, unitiva dell’uomo. Quindi creazione simultanea dell’uomo. Conezione unitaria dell’uomo: essere a immagine
di dio. Linea minoraitaria che sarà recuperata da agostino e che troverà un compromesso tra queste due linee –
riprendendo una concezione unitaria.
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2) Scuola alessandrina – propongono una lettura scorporante dei due racconti di Genesi e intendono l’essere a immagine
di dio come riferito solo all’anima. La linea unitaria risulterà in prima battuta minoritaria e verrà recuperata solo nella
recente teologia – ma sempre con una svalutazione di cio+c he è corporeo ma senza una dimension oppositiva.
Lettura scorporante cioè l’uomo è creato in due momenti diversi. Essere a immagine di dio è riferito solo all’anima.
Linea prevealentie solo fino ad un certo momento

Elemento comune a entrambe le scuole di pensiero:

Lettura di genesi in chiave cristologica – l’immagine di dio è cristo – l’uomo è a immagine dell’immagine di dio .

Differenza: scuola asiatica (valorizza la componente umana di Gesù) la scuola alessandrina (valoriza la componente
spirituale divina)

Scontro nel concilio di Efeso.

Genesi 1_ ad immagine e somiglianza non c’è distinzione uomo donna, la distinzione è nella genesi due. È una
ripetizione di due testi che raccontano la stessa cosa, e dal momento che confluiscono li devono fare combaciare. E in
questo caso da origene vengono distinti in due momenti: in una fase cè la creazione dell’anima intellegibile senza
distinzione sessuale e dopo a somiglianza del corpo sensibile e fisico e laddove interviene il fango maschile e la costola
femminile. In questa distinzione esigetica viene diviso in due fasi l’atto creativo. Da una parte abbiamo una distinzione
dell’anima indistinta, e poi la creazione corporea con le caratteristica. Nella concezione originaria del male non è
considerato autonomo, ma come mancanza di essere (l’essere come tutto identifica il bene) in questa visione
dualistica recupera l’intera genia umana. – dottrina dell’apocatastasi – una visione che svaluta l’aspetto corporeo della
concezsione antropologia ma reintegra l’intera umanità dopo òa distruzione identificano il male con il non essere, tutti
coloro che sono ritornano alla perfezione con tutte le creature. Il suo pensiero a una forma di encratismo moderato –
che rientra nell’ortodossia che non nega il matrimonio e l’accoppiamento – in questo encratismo l’opzione esistenziale
preferita che diventa primaria e migliore è quella ascetica. Cioè la rinuncia di qualsiasi slancio vitale. L’idea che
svalutando il corpo, riducendo al minimo tutto cioè che è slancio vitale: sonno fame e istinti sessuali. Cristianesimo
animati da posizioni che possono arrivare ad estremismi anche fortemente osteggiati.

Agostino: segna in maniera decisiva tutto il futuro sviluppo occidentale non solo il tema dell’antropologia cristiana.
Rifiuta l’idea di una creazione in due riprese cioè prima anima ad immagine e corpo a somiglianza (che deriva
dall’interpretazione divisiva dei due passi di Genesi che deriva ancora prima dalla filosofia greca) ma la creazione
dell’uomo simultanea ed unitiva e nella sua prospettaiva creato a immagine del dio trinitario – centrale il ruolo
salvifico del cristo incarnato. – l’elemento nuovo che rottura con la tradizione ebraico che con l’impero romano che è
l’incarnazione di dio e porta a un ripensamento del corpo. E’ pur sempre un fatto centrale nel cristianesimo e questa
incarnazione non può che essere un elemento di valorizzazione del corpo. E articola in 3 livelli pena e condanna divina
per il peccato di disobbedienza. La tripartizione dle peccato originale è:

1- Inimiciaziaz di dio – l’uomo ha tradito la fiducia di dio (adamo ed eva)

2- Morte: l’uomo diventa mortale – a seguito del tradimento

3- Concupiscenza: istinto sessuale – l’uomo nel diventare mortale e portare questa sicurezza edenica viene condizionato
dalla concupiscenza

L’istinto sessuale è impo per la specie o la moltiplicazione era già implicata? Dalla genesi noi sappiamo che il
moltiplicatevi non ha che fare con la condizione mortale ma era già nei suoi piani originari. Considerato che
l’accoppiamento era messo nel conto cosa aggiunge nell’antropologia del cristianesimo il peccato rispetto a questo
tema della sessualità. Il peccato che hanno messo i progenitori si trasmette a tutta la discendenza umana e tutti gli
uomini diventano trasmettitori del peccato e dunque la salvezza non può che discendere da dio che può accordare o
no. Questo porta alla perdita del libero arbitrio – solo dio decide se dare la salvezza o meno.

Secondo agostino nella fase edenica – nel tempo di adamo ed eva – la sessualità non comportava l’appetito carnale
ma era dominato dalla ragione – un automatismo e non qualcosa fuori controllo. Con il peccato originale la
generazione avviene attraverso l’esperienza della cuncupiscenza. Da questo momento in poi l’uomo è in preda alla
vita sessuale, non si accoppia razionalmente per seguire il moltiplicarsi ma subisce questo istinto. (poi
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successivamente agostino rinneghera tutto) il matrimonio per lui è un bonum in quanto funziona come rimedio alla
concupsicenza

Da queste posizioni diverse (origene ed agostino) – se è vero che origene sembra più severo nella doppia componente
umana e la dottrina dell’apocatasi – in questo processo alla fine tutti dopo la distruzione del mondo saremmo
riabilitati dentro un giudizio – influenzerà il rapporto tra esseri umani ed i propri corpi.

Se guardiamo alla storia e riflettiamo sulla concezione del corpo nelle letture ci accorgoiamo nei contenuti essenziali
del messaggio di gesù “chi mi ama mi segua” significava lasciare tutto e il suo gruppo pratica la continenza sessuale.
Non ci sono parole di gesù su questo, il modello di gesù è un modello afamiliare e fin dall’inizio chi si riunisce in gesù
ha un disinteresse x un matrimonio e del corpo in vista dell’imminenza del regno. Queste idee e messaggi negli esegeti
si traduce in pratiche e modelli che condizionavano la società che concisero con la valorizzazione della castità che
dienta un passaporto x l’aldilà, nella proiezione escatolofica, sono le lett degli encratiti che anticipano.

La castità è valorizzata nel pensiero di agostino (4 e 5 secolo) diventa collegata sia alla proiezione ultramondana che
anticipata da questa concezione dei protoplasti edenici e diventa un tratto distintivo del cristianesimo soprattutto tra il
2 ed il 3 secolo, prma della svolta costantiniama, la castità viene valorizzata come effetto di questa attesa della fine dei
tempi “escaton” che sollecita anche atteggiamenti anti cosmici e devianti

Quindi questo corpo è concepito in modo ambivbalente: da un lato il luogo del peccato in termini di istinti vitali e
specialmente sessuale; e strumento di affrancamento dalle passioni cioè il campo di battaglia privilegiato x superare il
corpo e quindi gli istinti x accedere alla salvezza escatologica. Il movmento dell’encretismo di sviluppa a partire
dall’esegenesi del racconto protologico e dalla condizione edenica dei protoplasti, in due direzioni. Addirittura quella
giudaica eterodossa giunse a considerare un male sia il matrimonio che la riproduzione.

Il corpo diventa la componente umana da sottoporre perfino a mutilazione, Origine giunse a praticare l’auto-
evirazione, secondo quello che ci racconta eusebio di cesareo che riporta il vangelo di matteo “si sono fatti eunuchi
per il regno dei cieli”- e d’altra parte abbiamo un’altra attesytazione di queste pratica nel primo concilio ecunemico
della storia del cristianesimo – conflito con l’arianesimo – norma che vienta l’autocastrazione e per rendere questo
divieto più incisivo vieta l’ingresso nel percorso del clero a tutti coloro che si fossero autocastrati. E laddove si fossero
trovati clerici già all’interno – sospensione.

Tra il 3 e 5 secolo  da religione osteggiata a religione poi lecita e privilegiata. Seconda fase l’ascetismo cristiano? E
perché si sviluppa tra 3 e 5 secolo? Rapp un rinnovamento nella gestione del corpo che è considerat un recupero di un
messaggio originario. Ascetismo  quando si avvia il cristianesimo a diventare un’isituzioen vera e proprio, e diventa
cittadino e conquista fasce alte della società cambiando i connotati, diventando pezzo dell’impero, per alcuni la scelta
del deserto diventa una scelta di opposizione e recupero di una dimensione comunitaria originaria e soprattutto pura
e autentica. Questo movimento di reazione che poi include anche personaggi con caratteristivche diverse (esodo verso
posti meno antropotizzati – per riprodurre il limitatio cristi) anche gesù era andato nel deserto per porre fine alle
tentazioni. E poi tale movimento si sivluppa ancora tra il 5 e 6 secolo, tra cui anche il monachesimo. Nel frattempo alla
fine del 5 secolo l’impero non c’è più quindi non è più la religione dell’impero il cristianesimo. Quindi insieme alla
sviluppo di una esegesi di genesi e sviluppo di antropologia c’è anche una pratica del corpo demoralizzazione e
strumentalizzazione del corpo attraverso il quale eliminare gli stinti. Diventa protagonista sia negativo e positivo, più lo
umili più ti innalzi. Nel deserto – diventano dei modelli competitivi quelli dei monaci del deserto. Portare il cielo nel
deserto, per un ritorno agli autentici e originari valori cristiani  per liverarsi dagli istinti della carne costrinsero il
proprio corpo a un incessante esercizio di automortificazione: digiuni-ipoalimentazione; veglie, mortificazioni corporali
ed esposizioni ai parassiti, uso di ferri e catene; astensione sessuale; vivenao in spazi angusti senza distendersi quasi
ma) l allotanamento di donne e fanciulli dal deserto per evitare tentazioni. Questi 4 punti rendevano l’asceta speciale
rispetto al resto dell’umanità, tanto che tra gli elementi che produssero un influsso importante nell’imposizione
celibataria del clero è questo modello vincente dell’ascetismo. Per cui quando si avvia l’esperienza del excursus
ecclesiastico per molto tempo avranno dei figli, ma questo aspettp

Le esperienza di questi esponenti del primo ascetismo molti scritti: storia lausiaca di Palladio, gli apoftegmi o detti dei
padri. Per le donne scegliere l’ascesi ebbe delle connotazioni diverse collegate alla dimensione sociale. Perché
legittimava il rifiuto dei ruoli riservati alle donne da plurisecolari tradizioni: quelli di moglie e di madre.

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