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Epicureismo e scetticismo

L’Epicureismo è un movimento filosofico fondato da Epicuro di Samo, definito il


filosofo del giardino (come tutti i filosofi appartenenti a tale scuola), poiché i filosofi
si riunivano in uno splendido giardino dove potevano assistere alle lezioni del
maestro e conducevano vita comunitaria, in cui erano incluse anche le donne. Per gli
epicurei, la filosofia era ripartita in logica, fisica e etica, che era reputata superiore
alle altre due e propedeutica ad esse. Secondo Epicuro, ogni forma di conoscenza è
empirica e si costituisce partendo dall’approccio con l'oggetto sensibile da conoscere,
il quale rilascia in noi una rappresentazione e immagine chiamata da Epicuro
anticipazione, dal momento che una volta memorizzata l’immagine, questa può
essere riutilizzata e combinata con altre, dando vita a figure fantastiche. Ad esempio,
se si dice: «Un uomo sta arrivando», per gli epicurei vuol dire che nell’intelletto si ha
già l’immagine di un uomo che arriva. Infatti, si è in grado di parlare della stessa
azione di arrivare e, al futuro, arriverà o, al passato, arriverò.
La fisica spiega il mondo sensibile e la conoscenza; gli epicurei ripropongono la
teoria atomica di Democrito sostenendo che ogni cosa è formata da atomi in
movimento nel vuoto e che sia l’anima che l’intelletto sono formati da atomi. Durante
la conoscenza, effluvi di atomi si staccano dagli oggetti, entrano a contatto con gli
atomi dell’anima e producono la rappresentazione, che consente ad Epicuro di
affermare che la sensazione non sbaglia mai o lo sbaglio è dovuto all’intelletto, nel
momento in cui esso si sforza più del dovuto nel cercare spiegazioni e, pertanto,
interpreta male la sensazione. Poiché l’errore è intellettuale, per correggerlo si deve
ritornare all’esperienza.
Gli atomi di Epicuro sono differenti da quelli di Democrito:
Mentre Democrito sostiene che l’atomo è indivisibile (a-tomos), anche se ora è stato
diviso. Mentre Epicuro sostiene che l’atomo non è divisibile materialmente, ma
mentalmente una sola volta (teoria dei minimi), per Democrito gli atomi hanno una
posizione, una figura e un ordine; mentre per Epicuro hanno anche un peso che ne
influenza il moto. Così come, secondo Democrito, gli atomi si muovono
perpendicolarmente, per Epicuro, posso deviare la loro traiettoria, collidendo con altri
atomi. L’aggregazione di atomi darà vita a disgregazione e la morte (teoria del
clinamen = deviazione)
Sulla fisica gli epicurei costituiscono l’etica, definita etica della liberazione. Per
Epicuro, il fine ultimo dell’umanità è la felicità, inoltre elabora una particolare
medicina che guarisce l’uomo dalle paure = tetrafarmaco, perché per Epicuro ci sono
4 antidoti per 4 paure diverse, che impediscono agli uomini di vivere felici:

Nome: Giorgio Cognome: Zucaro Classe: I B Scuola: Liceo Classico “A. Oriani” Pagina 1
 paura degli dei: non bisogna avere paura di loro dal momento che essi non si
curano dei problemi degli umani, poiché vivono in un’altra dimensione
(intermondia = dove sono felici e beati e superiori agli uomini, per cui non si
abbasserebbero mai al loro livello). Gli dei non possono interessarsi delle
vicende degli umani, perché sono troppo intelligenti e porterebbero il male,
anche se già esiste a causa degli atomi. Essi sono indifferenti agli uomini e al
male nel mondo, poiché loro sono superiori agli uomini e non provano invidia
nei loro confronti.
 paura della morte: non bisogna temere la morte dal momento che essa è sola la
fine della vita e finché ci siamo noi, la morte non c’è, e quando c’è la morte,
non ci siamo noi.
 paura del male fisico e morale: non bisogna avere paura del dolore, perché,
quando è intenso, è sopportabile, poiché l’uomo può sopportare il dolore,
mentre, quando è intenso, la morte ci libera. L’apatia, l’indifferenza è la
migliore arma davanti al dolore.
 paura dell’assenza di piacere: timore infondato, perché basterà distinguere
piaceri naturali e necessari da quelli innaturali e non necessari (es. il cibo). Gli
epicurei, infatti, non si privano dei piaceri non necessari, ma ne usufruiscono
con moderazione. Molti piaceri, come il cibo e la ricchezza, inquinano l’anima
e non fanno vivere bene l’uomo. Difatti, l’epicureo è noto per non amare la vita
politica.
Il motto dell’epicureismo è «vivi nascosto». Il giardino di Epicuro era aperto a tutti,
però il loro ideale di vita era quello di una comunità filosofica; infatti, esalta, non i
piaceri carnali, ma l’amore puro, pur concedendosi delle volte dei piaceri, per non
finire dipendenti da essi.
Epicuro non era ateo, ma agnostico e non nega la possibile esistenza degli dei, ma
sostiene che l’uomo non può conoscere Dio.
Pirrone, invece, fu il fondatore dello Scetticismo, ma non ha scritto niente, come
molti filosofi. Insieme ad Alessandro partecipò alla spedizione in India, durante la
quale rimase molto colpito dalla filosofia del posto. Si conoscono le sue dottrine
grazie ai silloi, satire scritte dal suo discepolo Timone, noto come il sillografo.
Pirrone sosteneva che l’uomo conosce attraverso i sensi e attraverso l’intelletto, ma
entrambi non sono portatori di conoscenze sicure. Al contrario, i sensi sono mutevoli,
influenzati dalla soggettività, come l’intelletto, poiché non tutti ragionano e pensano
allo stesso modo (Relativismo). Ogni sapere è solo probabile, per cui c’è la negazione
della metafisica: le essenze, quindi, non esistono. L’atteggiamento di Pirrone non è
un attacco alla ragione critica, ma all’uso dogmatico della ragione. La finalità della
filosofia, per Pirrone, è il raggiungimento dell’atarassia, pace interiore. Sostiene il
fenomenismo e la scienza si riduce ad una raccolta di fatti esperienziali, senza trarre
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da essi una conclusione. L’accademia platonica, con Arcesilao, si apre allo
Scetticismo che diventa una forma di probabilismo. Platone sosteneva che per
dimostrare un fatto, bisognerebbe identificare assiomi, cioè verità evidenti che non
hanno bisogno della logica per essere spiegate. La rappresentazione non può essere
evidente per tutti gli esseri umani. Le proposizioni possono essere più o meno
plausibili, ovvero simili. Carneade riprenderà questo probabilismo, definendo i
principi da cui partiamo ipotesi e, quindi, ogni dimostrazione si risolve in un
procedimento ipotetico-deduttivo. Carneade bandisce la metafisica, ma non esclude la
scienza e può appellarsi ad un criterio di attendibilità di un fenomeno, al grado
massimo, sempre garantito dalla sua logica, oggettività e utilità. Le filosofie
ellenistiche contestano il razionalismo dogmatico della filosofia classica che si
afferma nel campo delle scienze fisiche, nel rispetto dell’empirismo o conoscenza
sensibile, che porterà al razionalismo e allo sperimentalismo dell’età moderna.
Aristotele rappresenta il vecchio razionalismo, mentre Archimede rappresenta il
nuovo razionalismo ellenistico.

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