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1-LA GRECIA E LA NASCITA DELLA FILOSOFIA

Secondo la tradizione il pensiero filosofico è nato in Grecia tra il settimo e il sesto secolo.
● essi risultano gli autori dei primi testi scritti di filosofia
● la cultura e la tradizione speculativa hanno origine in grecia
● i greci sono stati i primi ad impegnarsi in quel tipo di indagine critica e
razionale,creando il pensiero filosofico

ORIENTALISTI E OCCIDENTALISTI
Ragioni degli orientalisti
Per gli orientalisti la filosofia greca trova le sue origini nel sapere orientale,perche;
● prima/contemporaneamente alla filosofia greca,in estremo oriente esistevano
grandi dottrine filosofico-religiose(induismo,buddismo,taoismo,ecc)
● le civiltà pre-greche avevano sviluppato importanti invenzioni tecniche e
interessanti ricerche scientifiche(medicina,chirurgia,astronomia,matematica)
● tra l’ellade e l’oriente esistevano rapporti commerciali favoriti dall’attività marinara
dei greci.
Ragioni degli occidentalisti
Per gli occidentalisti il sapere orientale è:
● concentrato soprattutto sul problema della salvezza e della liberazione dell’uomo
● di tipo religioso e tradizionalistico;privilegio e patrimonio di una casta sacerdotale
● teso a scopi pratici
Il sapere greco è un’indagine libera e razionale,perchè;
● nasce come un atto di libertà davanti alle precedenti tradizioni
● ogni uomo può filosofare
● caratterizzato da un interesse teorico

NASCITA E SVILUPPO DELLA FILOSOFIA SONO FAVORITI SOPRATTUTTO DALLA;


-Tendenziale democraticità delle poleis greche,nelle quali;
● si afferma il principio dell’isonomia
● è incoraggiata la partecipazione alla vita pubblica
● si diffonde un atteggiamento critico verso i modelli del passato

prima dell’affacciarsi della filosofia,la cultura greca aveva già prodotta diverse forme di
riflessione sul mondo e l’uomo:
-cosmologie mitiche:nascita cosmo
-religioni misteriche:particolarmente l’orfismo
-sentenze morali dei sette slavi
-riflessione morale dei poeti

orfismo:movimento religioso;l’anima si trova nel corpo fino a quando ritorna da Dio.


metafisica:dottrina delle cause ultime e supreme

PERIODI DELLA FILOSOFIA ANTICA;


-cosmologico:problema del principio unitario del mondo
-antropologico:problema dell’uomo
-ontologico:problema dell’essere/realtà
-etico:condotta umana
-religioso:salvezza umana e dio
2-LA RICERCA DEL PRINCIPIO DI TUTTE LE COSE

I PRIMI FILOSOFI
-I filosofi che vengono prima di Socrate vengono chiamati presofisti,che si occuparono
principalmente del problema della natura e della realtà
presocratici=presofisti

scuole e correnti presofistiche:


-fisici ionici,appartenenti alla scuola di Mileto:Talete,Anassimandro,Anassimene
-i pitagorici,appartenenti alla scuola fondata da Pitagora a Crotone
-gli eraclitei,seguaci di Eraclito
-gli eleati,appartenenti alla scuola di Elea,seguaci di Parmenide
-fisici pluralisti/posteriori:Empedocle,Anassagora,Democrito

SCUOLA DI MILETO
La filosofia nacque a Mileto (colonia greca) con la prima scuola di pensiero filosofica.
Talete, Anassimandro ed Anassimene si pongono il problema di che cosa è l’ARCHE’ e di
che cos’è il PRINCIPIO.
Hanno dato delle risposte seguendo la loro ragione. Per Talete il principio è l’acqua, perché
dove non c’è acqua non c’è vita. Non acqua in senso fisico ma in senso metafisico (come
materia vivente). La conoscenza sensibile è la conoscenza che ci deriva dai sensi. I sensi ci
mettono in contatto con il mondo che ci circonda. I filosofi di Mileto affermano che quello
che vediamo con i cinque sensi è apparente perché il principio non può venire dal mondo
perché tutto nasce e tutto muore mentre il Principio non può morire. Dietro il molteplice
(mondo) deve esserci un principio alla base di tutto. Il molteplice è il caos, mentre il principio
è l’ordine. I filosofi di Mileto concepiscono l’archè come qualcosa di fisico e vivente che è in
tutto (ilozoismo e panteismo).

TALETE
Perché Talete è considerato il primo filosofo? Fino a prima di Talete, il mezzo per provare a
dare spiegazioni sul mondo e sui fenomeni naturali erano miti e leggende. Talete, invece,
fornisce una spiegazione logica ed argomentata alle sue affermazioni. Certo, non è ancora
un vero e proprio metodo scientifico, ma è comunque la metodologia che verrà utilizzata fino
all’avvento di Galileo. Per più di due millenni, quelle che per noi oggi sono materie di
pertinenza delle scienze saranno trattate dai filosofi.
Come anticipato prima, il principale scopo della filosofia di Talete è individuare l’archè. Che
cos’è l’archè? L’archè sarebbe un principio da cui tutto nasce, e che tutto conserva, dunque
da cui tutto trae il suo nutrimento. Secondo Talete, l’archè è l’acqua. Questo perché il
nutrimento di tutte le cose è umido: i semi e il caldo, ad esempio, che fanno crescere le
cose, sono umidi, e poiché le cose sono rese umide dall’acqua, l’acqua deve essere il
principio di tutte le cose. Le cose poi si muovono e mutano grazie alla loro anima. Vedete
come, per quanto oggi il suo ragionamento ci possa sembrare tutto fuorché scientifico, se
contestualizzato in un’epoca in cui la scienza era rappresentata dai miti, questo tipo di
pensiero è un grosso passo avanti.
ANASSIMANDRO
Il secondo filosofo della scuola di Mileto è Anassimandro. Anassimandro, considerando gli
elementi primordiali e non vedendone nessuno prevalere sugli altri, sostiene che l’archè non
possa essere né acqua, né aria, né fuoco né terra. Individua quindi l’archè in una sostanza
indefinita, infinita ed illimitata che chiama apeiron, che significa appunto indefinito e che non
si identifica con nessuna cosa in particolare. Secondo Anassimandro, l’apeiron è soggetto
ad un movimento costante all’interno del quale i contrari si separano, ed è proprio così che
le cose hanno origine. Per questo motivo, l’archè non può essere nessuna cosa definita, o
avrebbe un contrario che ovviamente non potrebbe essere composto da quella cosa. Ad
esempio, è piuttosto difficile pensare che il fuoco sia fatto di acqua, come di fatto Talete ha
supposto. I primi contrari ad essersi separati, quelli fondamentali, sono caldo e freddo. Il
freddo ha dato origine all’acqua, alla terra e all’aria, il caldo al fuoco, che lui si immagina
come una patina che sovrasta tutto il resto ed origina gli astri.

ANASSIMENE
L’ultimo filosofo appartenente alla scuola di Mileto è Anassimene. Secondo Anassimene,
l’archè è l’aria. Sceglie quindi anche lui, come Talete, un elemento definito, ma opta per
l’aria perché questa è in grado di diffondersi, non ha bisogno di supporti, ed è da sempre
considerata principio vitale: il soffio, il respiro sono concetti strettamente legati alla vita.
Dall’aria si generano le cose per rarefazione e condensazione. Rarefacendosi, l’aria diventa
fuoco, condensandosi diventa man mano vento, poi nuvola, poi acqua, terra e pietra.
I tre filosofi della scuola di Mileto sono detti anche monisti, perché individuano l’archè in un
unico principio, a differenza dei successori pluralisti, che individuano l’archè in elementi
molteplici.

SCUOLA PITAGORICA:
La scuola pitagorica - Pitagora nacque a Samo nel 570 a.C.
ed il suo nome significa “Annunciatore del plizio” (oracolo di Apollo).Pitagora, infatti, era
ritenuto un santo e gli venne attribuita la capacità di fare miracoli. Egli fondò a Crotone una
comunità che comprendeva anche le donne e che aveva fini etico-religiosi, politici,
economici e scientifici. Diede, inoltre, un grande contributo alla matematica, inventando il
teorema di Pitagora.
Secondo i Pitagorici, l'origine del mondo è attribuita ai numeri, che fornivano armonia e
ordine a tutte le cose.
Il numero uno è il principio generatore di tutti i numeri ed il numero 1 è parimpari, poiché se
aggiunto ad un numero pari lo rende dispari e se aggiunto ad un numero dispari lo rende
pari. I numeri avevano anche un significato simbolico, mistico ed etico. Inoltre, ai numeri
venivano attribuiti poteri magici, soprattutto la Decade, in altre parole il numero dieci che è il
numero perfetto ed è fonte di vita eterna.(SANTA TETRADE).
La filosofia dei pitagorici, riassunto
PITAGORA, PENSIERO
I Pitagorici si basavano sul dualismo, cioè la contrapposizione di alcuni elementi
fondamentali alla vita: Bene e male, Maschio e femmina, limite ed illimitato, pari e dispari,
maschio e femmina, uno e molteplice, destra e sinistra, stasi e movimento, retta e curva,
luce e tenebre, quadrangolo e rettangolo. L'opposizione fondamentale è quella tra limite ed
illimitato e pari e dispari. Infatti, il pari è considerato illimitato e quindi qualcosa di negativo,
imperfetto e disordinato, mentre il dispari è considerato limitato, quindi buono, perfetto e
ordinato. Secondo i Pitagorici, inoltre, l’anima (psiche) è prigioniera del corpo (soma) e
viene liberata solo se, quando è nel corpo, riesce a purificarsi da una colpa originaria. Per
purificarsi, l’anima, alla morte di un corpo, deve reincarnarsi in un altro corpo e questo
concetto viene chiamato metempsicosi.

SCUOLA PITAGORICA, FILOSOFIA


Ai pitagorici venne attribuito anche un notevole contributo alla medicina. Essi introdussero il
metodo scientifico ed aprirono nella Magna Grecia molte scuole di medicina. Inoltre ebbero
numerose intuizioni come quella che gli impulsi non partissero dal cuore ma dal cervello
(teoria cefalocentrica).Anche riguardo all’astronomia, fu importante il contributo dei
Pitagorici che introdussero l’idea di vuoto cosmico e sostennero che esistesse un fuoco
centrale intorno al quale ruotavano dieci corpi celesti. Fu proprio Pitagora a coniare il
termine FILOSOFIA che vuol dire: amore per la conoscenza.

ERACLITO
Eraclito vive ad Efeso, nella Ionia;è un nobile aristocratico (sappiamo molto poco di lui);sono
rimasti dei suoi aforismi (frasi brevi), di lui rimangono poche fonti dirette, questi frammenti
sono stati raccolti in un’opera da titolo” Intorno alla natura”.
I suoi Aforismi sono oscuri / enigmatici, non sono aforismi chiari, Aristotele parla di Eraclito
come l’oscuro,perché Eraclito non voleva farsi comprendere .
Ha una mentalità Aristocratica, nutre disprezzo sui suoi cittadini di Efeso (non li ritiene
all’altezza del suo pensiero). Eraclito ordina di conservare lamine d’oro dove sono incise sue
aforismi fino quando lui non morirà.
Verso fine sua vita si rifugiò in montagna e lasciò Efeso. Questa mentalità èlitaria
aristocratica si vede anche nel suo pensiero.
GLI SVEGLI E I DORMIENTI
Alla base del pensiero di Eraclito vi è la contrapposizione tra la filosofia, che è per lui la
verità e la mentalità degli uomini che è ritenuta luogo di errore. Eraclito infatti distingue gli
svegli dai dormienti.
I Dormienti rappresentano la maggioranza della popolazione, perché la maggioranza delle
persone vivono come un sogno (credono all’apparenza) e non riescono a cogliere l’essenza
della natura profonda. Mentre gli svegli sono i filosofi che non credono all’apparenza e quindi
riescono ad cogliere questa natura profonda che si nasconde. Infatti Eraclito dice che Uno
vale per me 10.000 se è migliore dei dormienti.
LA TEORIA DEL DIVENIRE
Eraclito fonda la teoria del divenire perché vede il mondo come un flusso perenne in cui
"tutto scorre"(panta rei), infatti nel mondo qualsiasi cosa animata o inanimata cambia in
continuazione;infatti per Eraclito la natura profonda delle cose é il cambiamento. Ad esempio
lo stesso fiume cambia in continuazione, non è possibile toccare due volte una sostanza
mortale nello stesso stato.
IL FUOCO COME ARCHé (PRINCIPIO)
Per eraclito l'archè il fuoco che è l' immagine di questo divenire continuo perché è l'elemento
molto mobile infatti è difficile toccarlo ed è l'elemento più distruttore che esista. Per Eraclito
quindi tutto ciò che esiste viene dal fuoco e ritorna al fuoco attraverso la via in su e in giu.La
via in giù sarebbe la condensazione (fuoco si condensa, diventa acqua e si condensa
ancora e diventa terra), la via in su rarefrazione percorso inverso (terra, acqua e fuoco).

DOTTRINA DEI CONTRARI


La parte più originale del pensiero di Eraclito è la teoria dei contrari, secondo la quale i
contrari lottano tra di loro ma nello stesso tempo un contrario non può vivere senza l'altro
(esempio la salute senza la malattia). Quindi per Eraclito questa lotta tra i contrario non
porta al disordine e al caos ma è RAZIONALE; infatti la lotta tra opposti è la legge che
governa il mondo e questa legge è definita LOGOS.
per Eraclito i principi fondamentali dell'universo sono due: Il fuoco (come principio fisico) e il
logos (come legge che governa il mondo).
Quindi per Eraclito l'armonia del mondo non consiste nell'armonia degli opposti ma nel
conflitto. Quindi per Eraclito la vita è lotta ed opposizione; infatti Eraclito scrive:la guerra di
tutte le cose è madre.
LA VISIONE DI DIO
Eraclito ha visione di Dio che è di tipo Panteistica cioè Tutto è Dio), perché per Eraclito, Dio
è il logos, principio divino, che è in tutta la natura, è il logos dentro la realtà empirica
(immanente). La divinità è giorno/ notte, Inverno/estate, guerra/pace, sazietà/fame. Ed essa
muta come il fuoco. Eraclto ha una Visione ciclica dell'universo, tutto parte e ritorna dal
fuoco, eventi si ripetono e ci sono fasi di produzione e distruzione. I cristiani invece visione
del tempo inizia con genesi, visione lineare del tempo.

SENOFANE
Senofane nasce a Colofone verso il 570 a.C. Viaggia molto facendo il rapsodo, cioè il poeta
girovago che vive cantando le proprie composizioni poetiche. È stato tradizionalmente
ritenuto il fondatore della scuola eleatica, ma alla luce di alcuni dati storici irrefutabili si può
solo confermare un certo rapporto di ordine teoretico con Parmenide e la sua scuola. Di
notevole importanza è la sua critica razionalistica alla concezione antropomorfica degli dei,
giudicata una fuorviante costruzione fatta dagli uomini, che in essa proiettano i propri difetti e
vizi. La sua teoria, sviluppata secondo le esigenze della ragione (lógos), identifica Dio con il
cosmo e deduce da ciò una serie di caratteri: l'unità, la superiorità rispetto agli altri dei,
l'onniscienza, l'onnipotenza. Non è però una forma di monoteismo che crede in un Dio
personale, Senofane non esce dai limiti naturalistici e i suoi termini sono metafore filosofiche
di ciò che si può concepire dell'Universo-Tutto. Senofane ha anche una dottrina fisica, che
riconosce come principio la Terra.
Formula pure principi etici che danno rilievo alla dimensione interiore e intellettiva dell'uomo,
in grado di cercare autonomamente la verità contro miti e superstizioni.

PARMENIDE
Nasce e vive a Elea (a cavallo tra i secc. VI e V a.C.); scrive una sola opera, un poema Sulla
natura. Parmenide ha un grande influsso sul pensiero greco, perché per la prima volta
introduce e sviluppa il problema dell'essere. Nel suo poema la filosofia è intesa come
rivelazione e ricerca razionale: infatti la protagonista del poema è la dea della Verità, che si
svela a Parmenide e mostra l'esistenza di due vie: la via della verità e la via della falsità.
La via della verità ha per principio: "L'essere è e non può non essere, il non essere non è e
non può in alcun modo essere"; la via della falsità nega tale principio. Ma solo la via della
verità è percorribile: infatti solo ciò che esiste può essere pensato e detto; la via della falsità,
invece, si riferisce alla negazione dell'essere, al non essere delle cose, che di per sè non
può né essere pensato né essere detto, pur essendo attestato dai sensi. Allora essere e
pensare sono la medesima cosa. Per Parmenide l'essere è "ingenerato"(se si generasse
dovrebbe derivare dal non essere, che non c'è), e "incorruttibile"(se si corrompesse
andrebbe nel non essere, che non c'è); non ha un passato (che implicherebbe non essere
più) né un futuro (che implicherebbe il non essere ancora); non è soggetto ad alcun
mutamento ed è immobile (in quanto mutamento e movimento implicano alterità e non
essere); è indivisibile (perché ogni divisione implica alterità e non essere) e dunque è
assolutamente uguale in ogni sua parte ("simile a una massa di ben rotonda sfera"); è perciò
finito (per i greci solo ciò che è finito è perfetto, mentre l'infinito viene percepito come
imperfezione).
Se la verità coincide con questo essere di assoluta integralità, ne viene di conseguenza che
tutte le cose di cui parlano i mortali sono mere apparenze, perché non si riferiscono
all'essere in quanto essere ma ammettono il divenire e il mutamento, che implicano il
passaggio dall'essere al non essere e viceversa. Di queste realtà, che sono attestate dai
sensi, non è possibile avere scienza, ma soltanto opinione, in greco dóxa. Parmenide, nel
tentativo di conciliare le caratteristiche dell'essere con la realtà esperita dagli uomini, parla di
un'opinione plausibile delle cose, percorribile come terza via, in cui la molteplicità e il
divenire, attestati dai sensi, sono ammessi non come puro essere o puro non essere, ma
solo come apparenza fenomenica.

ZENONE
Discepolo di Parmenide, Zenone vive a Elea fra i secc. VI e V a.C. Per difenderne le teorie
paradossali elabora il metodo della dimostrazione dialettica, la quale prova la verità di una
tesi dimostrando la falsità del suo contrario (antitesi). Gli otto argomenti che egli produce per
dimostrare l'assoluta immobilità e unità dell'essere sono dunque rivolti contro il movimento e
la molteplicità.
L'argomentazione contro il movimento si fonda sul cosiddetto argomento della dicotomia (in
greco: tagliare in due), il quale sostiene che il movimento è impossibile perché un corpo per
raggiungere la meta dovrebbe attraversare infiniti intervalli, per i quali occorrerebbe un
tempo infinito. Gli esempi più celebri sono quello di Achille e la tartaruga (per cui il
velocissimo Achille non riuscirà mai a raggiungere il lento animale), e l'argomento della
freccia (la freccia occupa in ogni istante del volo un punto fermo, e quindi la somma di punti
fermi non può dare origine a un movimento) si basa su principi analoghi.
Il gruppo di argomenti contro la molteplicità si basa invece su questo ragionamento: perché
esista una molteplicità devono esistere molteplici unità. Ora, siccome non è possibile fissare
un limite alla divisibilità di un oggetto, queste molteplici unità sono di numero infinito. Se poi
ciascuna di queste infinite unità ha un'estensione, per quanto minima, l'oggetto/molteplice
che compongono risulterà spazialmente infinito, in quanto somma di infinite estensioni. Se
invece le unità costitutive non fossero dotate di estensione (e d'altra parte un'unità estesa
non sarebbe una vera unità, perché sarebbe divisibile in altre unità), se insomma la loro
estensione fosse uguale a zero, il corpo composto equivarrebbe alla somma di infiniti zeri, e
dunque scomparirebbe nel nulla. Questo argomento (detto dell'infinitamente grande e
dell'infinitamente piccolo) è il fondamento dell'argomentazione contro la molteplicità.
Alla base delle argomentazioni di Zenone vi è un'indebita identificazione fra realtà logica e
realtà empirica, che, però, ha avuto il merito di portare la filosofia successiva ad affrontare il
confronto fra il piano dell'essere e del logós-pensiero e quello della realtà sensibile. Il
pensiero dello stesso Parmenide veniva però così radicalizzato, in quanto la via dell'opinione
plausibile, che lasciava una qualche parvenza di verità anche al mondo dell'opinione, era in
tal modo cancellata.

MELISSO
Nasce a Samo fra il VI e il V sec. a.C. È l'ultimo rappresentante e il sistematore della scuola
eleatica. Descrive l'eternità dell'essere, che Parmenide aveva presentato come istante
senza svolgimento nel tempo, con la formula della durata infinita: "sempre era e sempre
sarà". Corregge la concezione parmenidea della finitudine dell'essere (che implicitamente
introduceva la nozione di non-essere o vuoto come limite), affermandone l'infinitudine e
l'assoluta unicità. In nome della asserita unità e infinità nega la divisibilità dell'essere e la sua
corporeità: essere corpo infatti significa avere parti e limiti. Con ciò non intende affermare la
spiritualità dell'essere, ma trarre tutte le conseguenze dalle premesse assunte.
Al pari di Zenone Melisso elimina la via dell'opinione plausibile di Parmenide, attestata dai
sensi, e riduce la conoscenza alla via della assoluta verità. Melisso tenta quindi di delineare
una concezione positiva dell'essere, laddove Parmenide aveva soprattutto espresso che
cosa l'essere non può essere.

I FISICI PLURALISTI
-Essi,a differenza dei filosofi della scuola di Elea,si concentrano di più sul problema
della natura
-La loro filosofia è però un primo esempio di sintesi fra l’eraclitismo e l’eleatismo;di
Eraclito accettano l’idea del divenire incessante nelle cose,mentre di Parmenide il
concetto dell’eternità e dell’immutabilità dell’essere vero.
-Finiscono per giungere al principio per cui in natura “nulla si crea, nulla si
distrugge, ma tutto si trasforma” soltanto. I fisici pluralisti si chiamano fisici perché
si occupano della natura, ma pluralisti perché ritengono che i principi naturali siano
molteplici.

EMPEDOCLE
-Nasce ad Agrigento tra il 484 e il 481 a.C,e morì a circa sessant’anni.
-Empedocle è consapevole dei limiti dei poteri conoscitivi dell’uomo e sostiene che
esso scorge solo una piccola parte della vita,che è definita fuggevole e incompleta.
Nascita e morte sono per lui mescolanza e dissoluzione di determinate sostanze che
sono ingenerate e indistruttibili e quindi che permangono eternamente uguali.
Queste sostanze sono quattro : acqua, terra, aria e fuoco, ed Empedocle le chiama
"radici di tutte le cose". Empedocle inoltre chiama l’amore la forza che tiene unite
le quattro radici, e Contesa la forza che separa le une dalle altre radici producendo il
divenire cosmico.
C’è una fase in cui l’amore domina completamente,chiamata sfero,dove tutti gli
elementi sono uniti insieme in completa armonia;l’azione dell’odio spezza questa
armonia separando gli elementi.
-Empedocle dunque ritiene che il divenire dell’universo sia ciclico, una sorta di
eterno ritorno che culmina ad un estremo col caos e dall’altro con lo sfero,in cui tutte
le cose sono armonizzate.
-Egli identifica la conoscenza con l’incontro tra elementi simili interni ed esterni
all’uomo.Solo il simile è conoscibile

ANASSAGORA
-Anassagora fu il primo ad introdurre la filosofia ad Atene.
-Per lui gli elementi che danno origine a tutto sono i semi,particelle piccolissime e
invisibili alla materia,che sono tutti diversi tra di loro.
-Il carattere fondamentale dei semi è la loro divisibilità all’infinito.
-Non esistono grandezze massime o minime;ciascuna cosa è grande o piccola a
seconda del termine con cui la confronta.
In Anassagora l’ “intelligenza divina”, il nous, in qualità di potenza attiva ed
ordinatrice, organizza il caos, “l’aiperon”, creando così il mondo. Così il nous separa
le cose che prima erano mescolate. L’intelligenza è autonoma e separata dalle cose.
Ciò che colpisce è che l’intelletto è un potere assoluto, separato da tutto e per questo
non condizionato da nulla,capace di sottoporre tutto al suo dominio. L’intelletto
cosmico è quindi un’intelligenza differente rispetto a quella umana: il nous ha un
potere incomparabile, essendo l’unica cosa data non da una mescolanza di semi.

DEMOCRITO
nascita:460 a.c
morte.370 a.c

Democrito,filosofo pluralista,è un presocratico anomalo,essendo nato e morto dopo


socrate.porta le ricerche dei presocratici al loro massimo livello.

L’ARCHE’ PER DEMOCRITO:ATOMI E VUOTO


Democrito si basa su un’istituzione del suo maestro Leucippo,ossia sulla possibilità di
trovare l’archè basandosi sulla dicotomia antologica dei filosofi di Elea,senza legare un
elemento alla perfezione e l’altro al nulla.Democrito identifica così gli atomi;sono una
pluralità di elementi materiali immutabili,indivisibili e quindi perfettamente ed eternamente
pieni.essi si muovono incessantemente nel vuoto e creano per necessità della natura e non
per casualità divina;si muovono da soli perchè è il loro modo di esistere,seguendo una forma
di determinismo e meccanicismo.La condizione necessaria per il movimento degli atomi è il
vuoto.La concezione di vuoto è rivoluzionaria,perchè nella cultura greca si pensava che tutto
fosse pieno di materia e non esistesse neanche lo zero come concetto matematico,inoltre
Democrito in questo modo fa coesistere essere e non essere;individuando l’essere con gli
atomi,individua poi il non essere con la nozione intuitiva di spazio vuoto,rendendosi non
essere pensabile

CARATTERISTICHE DEGLI ATOMI


Mentre gli atomi sono perfettamente pieni,le cose che essi formano hanno degli intersizi di
spazio vuoto,e quando il movimento degli atomi li porta ad allontanarsi,gli interstizi si
allargano finchè il vuoto prevale e quella cosa si disgrega e si distrugge,ed è così che
avviene il nascere e il perire di tutte le cose.
Gli atomi sono piccolissimi,ma di dimensioni finite e non divisibili,e differiscono tra di loro per
forma geometrica,orientamento e ordine nello spazio.
GLI ORGANISMI VIVENTI
Gli organismi viventi,rispetto a quelli non viventi sono particolari aggregati di atomi,poichè gli
atomi da cui sono composti generano calore muovendosi.Gli organismi si tengono in vita
assumendo nuovi atomi tramite la respirazione e la nutrizione,e si riducono combinando i
propri atomi.Essi infine muoiono quando svanisce il calore da esso generato

TEORIA DELLA CONOSCENZA


Quando dei flussi di atomi si staccano dalle cose e colpiscono gli organi di senso,producono
nell’anima delle immagini,delle cose da cui provengono.
Invece la percezione,ossia tutte le qualità di una cosa sono soltanto caratteristiche delle
immagini e non reali proprietà di quella cosa.Quindi le reali proprietà delle cose sono
soltanto forma,grandezza e posizione,tutto il resto dipende dal nostro modo di
percepirle.Così Democrito dice che l’esperienza percettiva non mette in contatto con la vera
realtà,ma soltanto con la ragione se può avere una forma superiore di conoscenza che porta
alla realtà.

LA DIMENSIONE PRATICA DELL’ESISTENZA UMANA


Democrito dice che l’uomo possiede la facoltà dell’imitazione;gli esseri umani si sono evoluti
dai pesci,per poi diventare terrestri e cominciare ad imitare la natura per produrre.Così gli
uomini imparano ad agire dagli atti animali mediante l’imitazione e dagli uomini mediante
l’educazione,che è un tipo speciale di imitazione.L’educazione fa sì che le persone si
abituino a seguire le leggi,che garantiscono l’esistenza di una società giusta,i cui membri
possono trovare la felicità individuale.E una perosone deve cercare un contesto in cui poter
trovare delle persone a lei affini,che costituiranno la comunità in cui troverà la felicità e sarà
libera di esprimersi,perchè se proverà ad omologarsi in una comunità che non è la sua,la
sua diversità intriseca le porterà infelicità.La società giusta è un mezzo che porta al fine
dell’esistenza,ossia la felicità individuale,che consiste in uno stato di distacco nei confronti
del mondo e dipende da ciò che si è,perchè se dipendesse da ciò che si ha saremmo
condannati all’eterna infelicità.

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