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PLATONE

● Il platonismo può essere compreso in riferimento alla crisi politico culturale di Atene, caratterizzata dalla fine dell’età d’oro
dell’Atene di Pericle, dove sia un declino in ambito culturale ateniese, dall’esasperazione della sofistica e dalla
dissoluzione del socratismo. Platone, essendo un filosofo, concepisce la situazione come crisi dell’essere umano nella
sua totalità; egli idealizza la figura di Socrate come un simbolo di crisi ma allo stesso tempo di speranza per superarla.
Platone si convinse della necessità di una riforma globale dell’esistenza umana, mediante una rinnovata filosofia capace
di tradursi in una rivoluzione culturale in un progetto politico riformatore; quindi progetta una rifondazione della politica alla
luce del sapere. Quella di Platone una mente universale che spazio in tutti i punti.

La fedeltà all’insegnamento di Socrate è il carattere dominante dell’attività filosofica di Platone: la ricerca platonica si configura
come un’interpretazione della personalità filosofica di Socrate. la scrittura platonica e il dialogo socratico hanno la stessa
concezione della filosofia come sapere aperto; il dialogo riproduce l’andamento della ricerca di tappa in tappa e riproduce carattere
di socialità.Platone, tuttavia, pratica la filosofia come una ricerca mai conclusa: una verità che l’essere umano non possiede mai
totalmente, ma sulla quale è doveroso continuare a interrogarsi.
Un’altra caratteristica di Platone è l’uso dei miti, ossia di racconti fantastici attraverso cui esporre concetti e dottrine filosofiche. Il
mito riveste due significati: è uno strumento per comunicare in maniera più intuitiva le proprie dottrine ed è anche il mezzo per
parlare di realtà che vanno aldilà dei limiti dell’indagine. Il mito è qualcosa che inserisce nelle lacune della ricerca filosofica, è
qualcosa che si può ritenere vero; ma il mito platonico possiede una profondità di rimandi provi, e l’uso dei miti rende più difficile
interpretazione platonica, ma conferisce al platonismo un aspetto suggestivo.

L’apologia di Socrate e il Critone descrivono l’atteggiamento di Socrate in occasione dell’accusa. L’apologia spiega il compito di
Socrate di fronte agli altri e l’esaltazione della vita consacrata alla ricerca filosofica. Il Critone presenta Socrate di fronte
all’accettare la morte oppure accogliere la proposta degli amici di fuggire, ma la ricerca della verità e per Socrate una missione
importante che non può tradire.
egli illustra i capisaldi dell’insegnamento socratico: la virtù è una sola ed è una scienza; in quanto scienza, insegna abile; la virtù
consiste la felicità umana.La tesi fondamentale è che la virtù è scienza e di implica che la virtù sia una sola, la scienza del bene. Se
la virtù è una, lo deve essere anche il valore che tende a realizzare: cioè il bene. Per intraprendere la ricerca il primo passo è
riconoscere la propria ignoranza: non può esistere nessuno che conosca il bene faccio il male, perché il male è sempre ignoranza.
nel Protagora si dice che la virtù è un patrimonio privato, che non può essere trasmesso agli altri. Protagora non può affermare
che la virtù sia insegna abile: soltanto la scienza si può insegnare, infatti essa si può trasmettere solo in quanto è scienza. Il
Protagora scredita la sofistica nel suo complesso e l’insegnamento di Socrate appare in tutto il suo valore.
L’Eutidemo offre una rappresentazione di confutare tutto quello che via via si dice, forse è vero che sia. Il fondamento e la dottrina
secondo cui l’errore non è possibile e qualsiasi cosa si dica è vero. Qui Socrate ribatte che allora non ci sarebbe nulla da
insegnare, è la stessa euristica sarebbe inutile. Così il dialogo si trasforma in un’esortazione alla filosofia che per Platone e l’uso
del sapere a vantaggio dell’essere umano.
Nel Gorgia Platone attacca l’arte dei sofisti, ma nella prospettiva sofistica voleva essere una tecnica della persuasione; a questa
concezione Platone oppone l’idea secondo cui ogni arte è veramente persuasiva soltanto se si esprima in riguardo l’oggetto che le
proprio. La retorica e quindi soltanto una pratica adulatorio. Qui il male per l’uomo non consiste nel subito un’ingiustizia, ma nel
commetterla, perché se macchia corrompe l’anima.quello che la giustizia è un tema fondamentale, ed è intesa come convenzione
umana da Callicle, infatti la legge di natura non sicura della giustizia con la legge del più forte. Quindi si annulla l’identificazione
socratica di virtù perché felice per i sofisti è il malvagio che viola la legge mossa dal proprio piacere. Il bene consiste nella ricerca di
una misura razionale con cui mettere in ordine nella propria vita tenendo a freno gli istinti. Quindi il bene è inteso come ragione è il
male come impulso irrazionale. Platone rimane del principio secondo cui chi fa il bene vive bene e chi fa il male soffre, ma in
questa vita, la rende anche infelice. All’etica della ragione, oppone un’etica della salvezza religiosa e spira dall’orso Ismo, secondo
la quale gli uomini scelgono il bene anche per il timore di pene da scontare nell’aldilà.
Nel Cratilo si chiarisce che il linguaggio deve essere adatto a farci discernere le cose a cui si riferisce. Prima della creazione del
linguaggio, gli uomini devono conoscere le cose per altra via. Il criterio per intendere il valore delle parole ci porta a cercare la
natura delle cose aldilà delle parole stesse. Il Cratilo contiene tre alternative fondamentali: la tesi di Democrito II cui il linguaggio
pure convenzione e dipende dalla libera iniziativa degli uomini; la tesi di Cratilo dove il linguaggio è prodotto dall’azione casuale
delle cose; e quella di Platone secondo quel linguaggio è uno strumento dell’intelligenza umana. Platone ammette che non si tratta
di una produzione arbitrario ma diretta alla conoscenza delle essenze cioè della natura delle cose. Platone afferma quindi che si
può dire il falso.

● Platone elabora un suo pensiero personale, che probabilmente appartiene alle fonti orali; egli dà molta importanza alle
definizioni, interpretandole come il primo passo verso il sapere assoluto. Mediali platonici la teoria delle idee rappresenta il
cuore del platonismo maturo, infatti a Platone parla di risolvere i massimi problemi della filosofia soltanto dopo averlo
elaborata. La teoria dell’idea è basata nell’approfondimento platonico del concetto di scienza.Platone ritiene che la
scienza debba avere i caratteri di stabilità e immutabilità; e anche convinto che il pensiero riflette l’essere, ossia che la
mente sia uno specchio di qualcosa che esiste.il filosofo si chiede quindi quale sia l’oggetto proprio della scienza. Socrate
volevo individuare il quid est, ovvero l’essenza di una certa cosa, indipendentemente dalle opinioni altrui. Platone voleva
trovare un oggetto esistente stabile, corrispondente alla definizione cercata da Socrate. Secondo lui oggetto proprio della
scienza sono le idee, ovvero un’entità immutabile perfetta che esiste per proprio conto e che insieme ad altre idee forma
una zona dell’essere diversa da quella in cui viviamo, detta iperuranio, una dimensione sovra sensibile. Per il filosofo le
cose sono copie delle idee.
Platone fa quindi una distinzione tra episteme, cioè scienza, e dosta, cioè l’opinione. L’opinione rispecchia le cose del mondo
sensibile che sono mutevoli e imperfette; la scienza rispecchia le idee del mondo ipe uranio, che sono immutabili e perfette. La
scienza conduce da una verità perfetta poiché le idee sono perfette, invece l’opinione conduce una verità imperfetta. il dualismo tra
opinione e scienza è detto gnoseologico, mentre quello tra le cose le idee è ontologico.
Il rapporto tra idee e cose si configura in una duplice direzione, dal momento che le idee sono: criteri di giudizio delle cose,
secondo un significato conoscitivo gnoseologico, le idee sono la condizione della pensabilità degli oggetti; e sono a causa delle
cose, secondo il significato ontologico, poiché gli individui sono in quanto io mi sono le idee. Tra le cose sensibili e le idee
avvengono tre fenomeni: la mi mesi per cui le cose imitano le idee, la metessi per cui le cose partecipano dell’essenza delle idee, e
la parusia secondo cui le idee sono presenti nelle cose.
Le idee sono organizzate gerarchicamente in una piramide. All’apice troviamo l’idea di bene; sotto le idee valori corrispondenti ai
principi medici estetici e politici, con punti di riferimento del bene, bellezza, e giustizia, che formano idee valori; poi le idee
matematiche corrispondenti ai principi dell’aritmetica e della geometria; le idee delle cose naturali con tutte le cose presenti in
natura; e infine le idee delle cose artificiali dove troviamo tutte le cose artificiali. Tutte le idee sono partecipi dell’idea del bene.
Le idee sono trascendenti in quanto esistono oltre la mente e le cose, in una dimensione ulteriore rispetto al nostro mondo
sensibile. Le idee devono costituire l’oggetto di una visione intellettuale ossia di uno sguardo della mente, o occhio dell’anima, in
grado di cogliere l’idea che forma un esemplare comune a una pluralità dispersa di oggetti.
Platone ricorre alla dottrina della reminiscenza o anàmnesi. Egli afferma che l'anima, ha vissuto nel mondo delle idee, dove prima
di calarsi nel nostro corpo, ha contemplato gli esemplari perfetti delle cose, e l'anima conserva un ricordo di cio che ha visto. Quindi
conoscere è ricordare. Si presenta dunque una forma di innatismo, secondo cui la conoscenza deriva da metri di giudizio innati,
cioe' preesistenti nel nostro intelletto.Pero', per Platone, l'uomo non possiede già tutta la verità', ma la porta dentro di sé come un
ricordo e noi dobbiamo tirare fuori la conoscenza vera.
illustra la sua teoria dell'immortalità dell'anima, per chiarire anche il problema del destino, ne "Il mito di Er". Er è un guerriero che,
morto in battaglia e resuscitato dopo 12 giorni, racconta agli uomini cia che succede dopo la morte: alle anime malvagie spettano
1000 anni di sofferenza, mentre alle anime buone 1000 anni di felicità; dopo questo periodo tutte le anime si presentano di fronte a
Lachesi, una delle tre Moire, per scegliere la loro vita futura, cioe' il proprio daimon, una forza divina che presiedeva alla sorte di
ciascuno. Una volta scelto il destino, le altre due Moire, cloto e Atropo, lo confermano e le anime si abbeverano al fiume lete acque
inducono al sonno, da cui si risveglieranno in un nuovo corpo, scordando la vita precedente.
Ogni anima sceglie il modello di vita che incarnerà, prendendo una scelta ponderata e non lasciarsi abbagliare da vite che
appaiono felici i mentre celano l'infelicità. Ogni individuo sceglie il destino condizionato dalla vita passata.

Il Fedro ha problema di come l'anima umana possa raggiungere la bellezza suprema. Qui Platone distingue nell'anima tre parti:
razionale che ha sede nel cervello e grazie a cui si dominano gli impulsi e le passioni ed ha come virtu' la saggezza (ha anche
funzione genomica perché cerca di conciliare le altre due componenti dell'anima); parte concupiscibile o desiderante che ha sede
nel ventre ed è il principio di tutti i desideri e impulsi, e ha la vintur della temperanza ; la parte irascibile o impulsiva che ha sede nel
petto e lotta per ciò che ritiene giusto, e ha come virtu' il coraggio. Questa tripartizione viene chiarita da Platone con un mito: il mito
del carro alato. Qui l'anima è paragonata a una biga alata, guidata da un auriga e trainata da 2 cavalli.Il Fedro ha problema di come
l'anima umana possa raggiungere la bellezza suprema. Qui Platone distingue nell'anima tre parti: razionale che ha sede nel
cervello e grazie a cui si dominano gli impulsi e le passioni ed ha come virtu' la saggezza (ha anche funzione genomica perché
cerca di conciliare le altre due componenti dell'anima); parte concupiscibile o desiderante che ha sede nel ventre ed è il principio di
tutti i desideri e impulsi, e ha la vintur della temperanza ; la parte irascibile o impulsiva che ha sede nel petto e lotta per ciò che
ritiene giusto, e ha come virtu' il coraggio. Questa tripartizione viene chiarita da Platone con un mito: il mito del carro alato. Qui
l'anima è paragonata a una biga alata, guidata da un auriga e trainata da 2 cavalli. L’auriga corrisponde alla parte razionale e vuole
trascinare i cavalli verso il cielo. il cavallo nero però corrisponde alla parte irrazionale e va verso il basso, mentre quello bianco é la
parte coraggiosa che obbedisce. Le anime che hanno visto più iperuranio andrá in un corpo con il culto di sapienza e amore, quelle
che hanno visto meno in individui alla ricerca di verità e bellezza.
La vista vede solo la bellezza, che fa da mediatrice tra l’anima caduta e il mondo delle idee. L’amore è guida dell’anima verso il
destino. Platone espone il modello di una retorica del vero, cioé che rende capaci di parlare e pensare e pensa che soltanto la
filosofia possa accedere alla veritá.
Nella Repubblica, Platone descrive uno Stato ideale, in cui vive una comunità immaginaria perfetta, in cui ogni persona può vivere
felice. è anche uno Stato giusto solo se ognuno si occupa al meglio della funzione che gli spetta. Nello stato ideale, Platone
prospetta una aristocrazia di filosofi pronti a governare. nella società vede una sorta di anima ingrandita e il gruppo dei cittadini che
costituiscono la società rispecchia le tre parti dell'anima. La comunità umana è formata da governanti, che rappresentano la classe
sociale più elevata che corrisponde all'anima razionale e devono essere caratterizzati da virtù e saggezza; di seguito ci sono i
guerrieri, soldati, nobili che devono provvedere a difendere la società, questa classe sociale costituisce la classe meda, che
corrisponde all'anima irascibile. I guerrieri erano uomini colti, studiavano la geometria, l'aritmetica, la musica, l'astronomia e si
dedicavano all'attività fisica; infine, vi erano i lavoratori (contadini e artigiani), la classe sociale più bassa, che corrisponde all'anima
concupiscibile, hanno il compito di produrre per tutta quanta la società, possono avere dei possedimenti, ma non troppi, devono
avere la virtù della temperanza che è anche di tutte le classi. Per Platone, i governanti devono essere scelti tra i filosofi e i cittadini,
soprattutto tra quelli delle classi superiori che devono vivere in comunione di beni. Abbiamo gli individui razionali, portati al
governo, gli individui impulsivi nel combattimento e gli individui soggetti al corpo i suoi desideri nel lavoro manuale.
Per Platone la divisione in classi dipende da un’inclinazione naturale, ma solitamente i figli assomigliano ai padri e soltanto
eccezionalmente avviene il contrario.Per far funzionare bene lo Stato Platone suggerisce l’eliminazione della proprietà privata e la
comunanza dei beni solo per le classi superiori così che attendono più efficacemente alla gestione della cosa pubblica. Il sistema
sociale di Platone si presenta come un comunismo che però non riguarda tutta la società. La classe al potere non avrà la famiglia;
le donne dovranno godere di una completamente uguaglianza rispetto agli uomini e le unioni matrimoniali saranno temporanee e
verranno stabilite dallo Stato in base ai criteri eugenetici per la protezione dei paesani: così si vivrà come una grande e solidale
famiglia. La felicità risiede nella giustizia, ossia nell’adempimento convinto del proprio compito, in vista dell’armonia e della felicità
complessiva dello Stato. invece i filosofi sono felici di per sé e non hanno bisogno di cercare la propria realizzazione nei beni
materiali.Lo Stato da lui descritto non esiste ma rappresenta un modello ideale, da usare come riferimento in quelli già
esistenti.ideale può essere definita come un’aristocrazia di filosofi, di cui Platone elenca le possibili degenerazioni: la democrazia,
cioè il governo fondato sull’onore; l’oligarchia cioè il governo fondato sul censo, Dove il comando è riservato a pochi; la
democrazia, dove si ribella il ceto povero al ceto ricco che detiene il potere; e la tirannide che nasce come reazione all’eccessiva
libertà concessa dalla democrazia. la dottrina politica di Platone prende mossa da un’ostilità nei confronti della democrazia e critica
anche gli uomini politici che avevano riformato la città in senso democratico. la teoria platonica è una forma di organicismo politico,
poiché per funzionare bene necessita dell’accordo tra le funzioni di tutte le sue parti, che sono tutte indispensabili.egli ritiene che la
politica non sia un’arte destinata a tutti ma soltanto la parte più alta della città.rigetto della democrazia si accompagnano statalismo
esasperato, cioè una concezione che prevede la regolamentazione della vita della società nei minimi particolari, Questo finisce per
tradursi nella delineazione di un regime liberale autoritario.infatti lo Stato descritto nella Repubblica e aristocratico in quanto
governo dei migliori ma questi ultimi sono tali per il possesso del sapere. la ragione al potere i filosofi al governo sono novità
dell’aristocraticismo di Platone.
Governanti o custodi prima di saper custodire gli altri devono custodire se stessi, da qui nasce il sistema educativo.lo Stato tende a
configurarsi come una sorta di grande accademia con lo scopo della formazione permanente di custod. L’educazione al sapere e
alla virtù di Platone riguarda soltanto le prime due classi, infatti educazione dei cittadini per Platone non può alcun cenno, ma è
convinto che il sapere sia una prerogativa delle classi superiori in quanto risulta impossibile che la massa rifletta filosoficamente.

All’essere autentico e assoluto delle idee corrisponderà la scienza; al non essere corrisponde all’ignoranza; al divenire del mondo
sensibile a corrispondere all’opinione. Platone paragona la conoscenza a una linea che viene divisa in due segmenti di conoscenza
sensibile e razionale, che vengono allora volta divisi in altri due segmenti di ragione matematica e filosofica. la conoscenza
sensibile, cioè l’opinione, rispecchia il mondo mutevole testimoniato dai sensi e si distingue l’immaginazione, che ha per oggetto le
immagini delle cose, e credenza, che ha per oggetto le cose sensibili.la conoscenza razionale rispecchia il mondo immutabile delle
idee e si distingue in: ragione matematica, che ha per oggetto le idee matematiche e i loro ragionamenti, e intelligenza filosofica
che ha per oggetto le idee valori. Per Platone la filosofia è superiore alla matematica, ma pensa che discipline matematiche
abbiano ancora troppi appigli nel mondo sensibile, in quanto le loro nozioni sono attente attraverso oggetti percepiti dei sensi. la
filosofia invece era l’ipotesi come tali, cioè come sempre ci punti di partenza per risalire ai principi supremi (Le idee) e poi al
principe tutto (il bene). La filosofia vede l’orizzonte complessivo entro cui tutte le scienze sono in grado di svolgere ciò che le
compete in funzione al bene che tutto governo. Quindi la filosofia e la scienza delle scienze. Quindi tutte le scienze devono
rientrare in un progetto educativo e politico nella filosofia. È un’azione svolta nel passaggio dalla conoscenza sensibile alla
conoscenza razionale matematica; effettuato grazie alla misura, A cui si deve ricorrere per introdurre ordine e oggettività. Lo
discipline matematiche fondamentali sono: l’aritmetica, cioè la teoria del numero, la geometria piana, che con il volume diventa
quella dei solidi, l’astronomia, che spiega il movimento perfetto su base razionale, e la musica intesa come teoria dell’armonia, cioè
come studio dei rapporti numerici tra i suoni.esse preparano i giovani alla scienza delle idee e coloro Che supereranno il corso di
filosofia andranno nelle cariche militari e civili, e dopo soltanto gli ottimi potranno assurgere al governo dello Stato. la teoria della
scienza dell’educazione può riassumersi nel mito della caverna: in una caverna ci sono due schiavi incatenati e costretti a guardare
davanti all’oro e sulle pareti ci sono delle immagini che non sono altro che delle ombre di statuine così tra di loro degli uomini
attraverso il fuoco.lo schiavo che si è cimentato nell’impresa di uscire dalla caverna buon avvisare i compagni per rendere il the
partecipi della sua scoperta, ma quando entra nella caverna i suoi occhi vengono offuscati dal buio e perciò verrebbe deriso dai
suoi compagni per avere gli occhi guasti. Se il fuggitivo dovesse insistere liberare i suoi compagni e si verrebbero infastiditi e
finirebbero per ucciderlo.Secondo l’interpretazione comune la caverna rappresenta il mondo sensibile E gli schiavi incatenati gli
uomini, e le catene in ignoranza; i portatori delle statue sono invece i venditori di illusioni della società e le statue rappresentano le
cose, cioè imitazioni delle cose reali; il sole invece potrebbe essere il bene o la giustizia e infine il mondo esterno rappresenta il
mondo delle idee. filosofo è colui che ha il coraggio di vedere la realtà per quello che è mettendo in discussione tutto.

● nei dialoghi della vecchiaia Platone rivede le proprie dottrine e cerca di precisare meglio la natura del mondo delle idee e
del rapporto tra le idee e le cose.questo lo affronta nel Teeteto, Dove analizza le nozioni di verità ed errore; nel Parmenide
luce alcuni aspetti problematici della teoria delle idee; il sofista dover risolvere i problemi sollevati nel Parmenide; nel
Timeo, Dove spiega il passaggio Del mondo reale al mondo materiale con la dottrina mito del demiurgo, un elemento
ponte tra il mondo sensibile e il mondo delle idee. I principali problemi nel Parmenide sono la difficoltà di conciliare l’unicità
dell’idea con la molteplicità delle cose, la concezione dell’idea come una molteplicità di oggetti considerati nella loro unità,
e l’ammettere la molteplicità delle idee rimanendo fedele al principio e le attico, ma questo non è un problema radicale
perché necessaria mettere che hanno idea non è l’altra. nel sofista risolvere questi problemi con la dottrina dei generi
sommi dell’essere e dove le supreme determinazioni possibili delle idee sono l’essere, identità, la diversità, la stasi e il
movimento. le idee sono identiche a se stesse e sono diverse da tutte le altre le idee, possono essere in stati un
movimento, queste determinazioni si apre, anche al mondo naturale finendo per configurarsi come le caratteristiche
fondamentali dell’essere in generale.a questa dottrina si lega una nuova concezione del non essere, secondo cui questo
può essere inteso in due sensi: assoluto o relativo, secondo cui il non essere esiste e partecipa all’essere.Questo
consente anche di risolvere il problema dell’errore, che risulta possibile perché non consiste nel dire nulla. parlando del
timeo, Si affronta il rapporto tra il mondo delle idee e il mondo sensibile, qui Platone delinea la mitica figura del demiurgo:
una figura divina dotata di intelligenza e volontà che plasma il mondo sensibile sul modello delle idee dando ordine forma
alla chora, La materia principale caotica.dando forma alla materia, il demiurgo la vivifica, dotando la realtà sensibile
dell’anima del mondo, una sorta di soffio vivificante Che trasforma il cosmo in un immenso organismo vivente.l’universo
plasmato dal demiurgo è una meravigliosa opera d’arte, contrassegnata da una struttura matematica.questo ci fa
intendere la stima che Platone aveva per l’arte, ma da giovane, Platone aveva concezione dell’arte negativa perché la
vedeva come un imitazione delle cose del mondo sensibile, che era sua volta imitazione del mondo delle idee quindi
considerava l’arte l’imitazione dell’imitazione.

ARISTOTELE
● Il tempo in cui vive Aristotele è diverso da quello del suo maestro Platone.la crisi della Polis appare il reversibile e si
finisce di fronte alla pressione della potenza macedone.in questa situazione il cittadino perde la passione per la politica ed
è interesse di pensiero scientifico, gnoseologico ed etico. la frattura esistente tra Platone Aristotele rispecchia la divisione
tra età classica ed ellenistica.Platone crede nella trinità politica, invece Aristotele fissa lo scopo della filosofia nella ricerca
disinteressata e vede il filosofo come un sapiente dedito all’indagine della realtà e l’insegnamento.Platone guarda il
mondo secondo un’ottica verticale e gerarchica, in un primo tempo Aristotele pensa anche agli che l’oggetto proprio della
filosofia sia il divino.ma maturando il suo pensiero il filosofoGiungi a guardare il mondo secondo un’ottica orizzontale e
unitaria che considera tutte le realtà su un piano di dignità pari a tutte le altre scienze.al contrario di Platone in Aristotele
c’è tendenza organizzare il discorso filosofico in un sistema chiuso, cioè in un insieme fisso e immutabile di verità o tra
loro connesse.e concepisce la filosofia come una speculazione razionale e specialistica, dove ogni rapporto con la poesia
è superato.Platone per interesse per la matematica , Mentre Aristotele manifesta passione per le scienze naturali.ma
Aristotele è pur sempre il discepolo di Platone e quindi entrambi sembrano formare un blocco di base di pensiero unitario,
frutto di due divisioni globali del mondo che presentano molti punti di contatto.
Aristotele ritiene che la filosofia si differenzi dalle altre scienze perché si interroga sull’essere È la realtà che gli studia in quanto
tali.in tal modo la filosofia diviene la scienza prima, cioè la disciplina che studia l’oggetto comune a tutte le scienze, cioè l’essere.la
filosofia appare così come l’anima unificatrice delle scienze, in quanto studia il loro comune fondamento e continua ad essere la
regina delle scienze per quanto in senso diverso da quello di Platone.

● ristoro delle distingue tre gruppi di scienze: le teoriche che hanno come oggetto il necessario, come scopo la conoscenza
disinteressata della realtà, e come metodo quello dimostrativo; Esse sono la metafisica, la fisica e la matematica.quelle
pratiche e poietiche hanno come oggetto il possibile e come scopo l’orientamento dell’agire, e come metodo un
ragionamento non dimostrativo; Le scienze pratiche sono le etica e la politica, e le scienze poietiche sono le arti e le
tecniche.
con il termine metafisica il disegno la parte della filosofia che indaga le strutture profonde e le cause del reale, che vanno aldilà dei
sensi. Per indicare questa disciplina si usa l’espressione filosofia prima.nella sua opera Aristotele da quattro definizioni della
metafisica: quella che studia le cause e principi primi, che studia l’essere in quanto essere, che studia la sostanza, e che studia Dio
e la sostanza immobile.Aristotele insiste più sulla seconda che equivale a dire che se non ha Per oggetto una realtà particolare, ma
l’aspetto fondamentale e comune di niente.soltanto la metafisica considera l’essere in quanto tale e studiando le caratteristiche
universali che strutturano l’essere come tale.La metafisica consente di raggruppare oggetti diversi sotto la comune nozione di
essere.la metafisica intesa come scienza dell’essere in quanto essere si spinge oltre.l’intento dell’ontologia è quello di mostrare
come essere abbia un’originaria molteplicità di significati Che non si possono ricondurre a unità.
Q essere inteso in diversi modi.può essere univoco quando in tutte le sue occorrenze è inteso sempre nello stesso senso, ovvero
come esistere, e considera questo l’errore della filosofia di Parmenide; insostenibile e anche il carattere equivoco del significato
dell’essere, ovvero l’idea che l’essere vada inteso ogni volta in un senso diverso, a seconda del contesto; Infine può essere inteso
non come univoco né come equivoco, ma come politico poiché si dice in molti sensi.gli studiosi medievali parleranno di significati
analoghi per indicare che diversi tipi di essere si presentano in parti uguali e in parte diversi. Aristotele attribuisce all’essere una
molteplicità di aspetti o significati, ma tra questi cerca di mettere in luce quelli basilari: come essere peraltro, cioè come accidente;
come essere per se, cioè secondo le categorie; Come vero; e come Potenza e atto.per categorie Aristotele intende le
caratteristiche fondamentali dell’essere: la sostanza, la qualità, quantità, relazione, l’agire, il subire, il dove, il quando; a questi otto
categorie, Aristotele aggiunge altre due: L’avere e il piacere.Dal punto di vista ontologico le categorie sono i modi con gli aspetti
fondamentali e generali in cui la realtà si presenta, dal punto di vista logico sono invece i modi fondamentali in cui l’essere si
predica delle cose.la più importante tra le teorie è quella della sostanza dal momento che tutte le altre la presuppongono. Ma
Aristotele considera essere per sé tutte le categorie; ogni cosa per essere qualcosa deve anche avere le altre categorie.la
categoria della sostanza è però quella fondamentale che implica due conseguenze: rappresenta il senso unitario che raccoglie tutti
i significati dell’essere, poiché ogni cosa può venire da te essere in quanto esprimo la sostanza; è una domanda che cos’è l’essere
diventerà che cos’è la sostanza. Per sostanza Aristotele intende l’individuo concreto che funge da soggetto ontologico di proprietà
e da soggetto logico di predicati. Aristotele la chiama anche tode ti, ossia questo qui. il questo qui è un ente autonomo, cioè
qualcosa che ha vita propria.ognuna di queste sostanze forma un sino cioè comunione indissolubile di due elementi: la materia, ciò
di cui ho fatto una cosa, e la forma, la struttura profonda che la rende quella che è.La forma è ciò che costituisce la sostanza della
sostanza, ovvero l’essenza che fa sì che un individuo sia quello che è. Dalla sostanza in quanto essenza e necessario distinguere
l’accidente, una qualità o proprietà che una cosa può avere o non avere, ed esprime una caratteristica casuale o fortuita della
sostanza.si può parlare anche di un accidente non casuale o eterno o per se, Riferendosi a una qualità che è strettamente legata
alla sostanza e deriva dalla definizione dell’ente in questione.
la metafisica anche compito di esaminare i principi supremi della conoscenza.le varie scienze procedono per astrazione, cioè
spogliando i loro oggetti di studio tutti i caratteri che non risultano importanti.per Aristotele deve procedere la filosofia o la
metafisica, la quale deve ridurre i significati della parola essere un significato unico; per fare questo si appoggia ai principi logici
generalissimi, validi anche per tutte le altre scienze. Aristotele sostiene che è impossibile che la stessa cosa sia insieme non sia:
questo sarà definito il principio di identità o di determinazione; questo a due valenze: da un punto di vista logico afferma che è
impossibile pensare che è una cosa non sia quella cosa, ma da un punto di vista antologico afferma che ogni cosa è una natura
determinata necessario che non può essere negata.Il principio di non contraddizione stabilisce che è un’affermazione e la sua
negazione non possono essere entrambe vere nello stesso tempo.il principio del terzo escluso afferma che parte due informazioni
contraddittorie l’una deve essere vera e l’altra falsa, senza una terza possibilità.il principio fondamentale si esprime con le due
formule di determinazione e non contraddizione. Aristotele chiama sostanza la natura necessaria di un essere qualsiasi ed è
l’equivalente ontologico del principio più saldo di tutti.
Per Aristotele la causa può essere: materiale, con causa della materia (Ciò di cui hai fatto qualcosa); formale con la
forma(L’essenza necessaria ad esempio la razionalità e la causa formale dell’uomo, che è necessaria per distinguere l’uomo dagli
animali); efficiente, Dove si fa riferimento alle azioni umane, cioè ciò che dà inizio al mutamento; finale dove si fa riferimento allo
scopo e l’obiettivo finale.
il divenire e visto per la prima volta con Eraclito, dov’era movimento.concependo il divenire come un passaggio da una forma di
essere l’altra, risorgere lo identifica anche gli con il movimento.distingue quattro tipi di movimento: locale, che consiste nello
spostamento di un corpo da un posto ad un altro, qualitativo che avviene quando in un corpo cambia una caratteristica accidentale
o una sua qualità, quantitativo che consiste nell’accrescimento o nella diminuzione che riguardano cercata quantità (Ad esempio di
gradimento di una persona), sostanziale che riguarda la sostanza è l’essenza (come la nascita e la morte).i primi tre tipi movimento
avvengono in una sostanza che resta immutata, mentre il quarto movimento riguarda precisamente la sostanza.
Aristotele elabora anche i concetti di Potenza e atto: per potenza intende la possibilità della materia di assumere una determinata
forma; per atto intende la realizzazione di questa capacità.per Aristotele la potenza sta alla materia come l’atto sta alla forma, è
quindi prioritario l’atto. L’atto viene chiamato anche entelechia, cioè realizzazione. I principi che scandiscono il divenire sono la
materia, la privazione e la forma, oppure la potenza e l’atto, i quali costituiscono un altro dei significati fondamentali dell’essere.se
tutti i movimenti natura vanno da una materia è una forma, Da un lato troviamo la materia pura detta materia prima, che pura
potenza priva di determinazioni ed è una materia madre di cui si parla nel Timeo; Essa è un’azione teorica ma che non può
conoscere constatare di fatto, poiché ciò che esiste nel mondo è sempre materia formata. Dall’altro lato il divenire dell’universo
presuppone una forma pura, o atto puro, cioè una perfezione completamente realizzata che costituisce la sostanza più alta
dell’universo.così Aristotele si chiede qual è la causa prima del mondoE risponde con la prova dell’esistenza di Dio. La metafisica
tratta della teoria del movimento, inteso come possibilità di assumere nuove condizioni o forme.afferma che tutto ciò che è in moto
è necessariamente mosso da altro.Felici più primo e immobile lo identifica con Dio.Dio, essendo il primo motore immobile, non può
essere soggetta ad alcun movimento, ed è forma pura. Egli muove come causa finale, cioè come oggetto d’amore. L’universo è
uno sforzo della materia verso Dio, c’è un desiderio incessante di prendere forma. L’universo aristotelico quindi è il mondo che
ispirandosi a Dio si auto ordina e autodetermina.Dio costituisce un’entità perfetta e compiuta, che non manca di nulla e non ho
bisogno di nulla, a cui appartiene il genere di vita più alto, cioè la vita delle intelligenze.se la vita divina e la piacere lente è felice,
Dio pensa alla perfezione stessa, ovvero se stesso.Dio sarà dunque pensiero di pensiero e possiede da sempre tutta la sapienza.

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