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PLATONE

UNA NUOVA CONCEZIONE DELL’ESSERE: GLI SCRITTI DELLA VECCHIAIA


I nuovi problemi
➢ I dialoghi della vecchiaia rappresentano le terza e ultima fase del pensiero di Platone
➢ Il filosofo mette in discussione di nuovo tutto il suo pensiero per formularlo in modo
diverso e sviluppare anche nuove teorie
➢ Questa capacità di mettersi in dubbio incessantemente è diretta eredità di Socrate
➢ Le due questioni su cui si sofferma sono:
○ Come si deve pensare il mondo delle idee
○ Com’è concepito il rapporto tra le idee e le realtà naturali
Le nuove riflessioni sul mondo delle idee
Il Teeteto: la conoscenza e l’errore
➢ Il giovane Teeteto dialoga con Socrate riguardo la conoscenza
➢ Il giovane è d’accordo con Protagora e gli eraclitei nel dire che la conoscenza è
sensazione umana.
➢ Tuttavia se fosse vero, che ciò che ciascuno di noi percepisce, in un singolo
momento, è la verità allora:
○ La verità sarebbe soggettiva e mutevole
○ Oppure che la verità si baserebbe sul pensiero di una maggioranza
➢ Nessuna delle due ipotesi sono plausibili, quindi deve per forza esistere una verità a
sé stante, che non deve dipendere dal giudizio di ogni singolo uomo.
➢ Una verità che mostra le cose come sono nella loro essenza
➢ Platone quindi distrugge così il relativismo gnoseologico, dimostrando che è
impossibile definire la conoscenza nei limiti (basandosi) del pensiero mutevole
dell’uomo e quindi senza guardare al mondo delle idee.
➢ Si giunge alla conclusione che la conoscenza sensibile non è conoscenza vera, e
che quindi i sensi sono solo un mezzo tramite il quale l’anima conosce.
➢ L’anima riceve dai sensi una prima conoscenza imperfetta, e la deve giudicare e
ordinare i suoi dati empirici, così da giungere ad affermazioni universali.
➢ Risulta però incomprensibile come si possano commettere degli errori. Se l’anima
collega e riordina gli elementi secondo i loro legami prestabiliti, come è possibile che
si leghino in modo sbagliato?
➢ La riposta migliore si ritrova nei limiti della memoria umana. Infatti l’anima formula
questi giudizi basandosi sul ricordo del mondo delle idee, che ha visitato prima di
incarnarsi nel corpo (mito della reminiscenza)
➢ Per questo motivo può capitare che l’anima si ricordi male a volte, e da questo nasce
l’errore.
➢ La conclusione del Teeteto riporta alla domanda iniziale: infatti non si può stabilire se
i dati empirici sono stati collegati in maniera sbagliata se non si sa in cosa consiste la
vera conoscenza, cioè la verità
➢ Questo porterà ad affrontare il tema del non essere nel Parmenide e nel Sofista
Il Parmenide: la sfida della concezione eleatica dell’essere
➢ Esprime delle difficoltà riguardo il suo mondo delle idee, per bocca di Parmenide
➢ Sono 3 le difficoltà:
a. L’Unità delle idee contro la molteplicità delle cose: come si può conciliare
l’essere unico delle idee con la molteplicità delle cose nelle quali le idee sono
contenute? idee sono uniche ma contengono tante cose
b. La teoria del terzo uomo: dalla prima difficoltà si riscontra la seconda teoria
che sostiene che se si ha un’idea quando si considera in essa una
molteplicità di oggetti (come per esempio tutti gli uomini), allora si avrà
un’idea anche quando si considera tutti questi oggetti più la loro idea, messi
insieme daranno vita ad un’altra idea (tutti gli uomini più l’idea di uomo), e
continuando con questo meccanismo si avrà l’idea di “un terzo uomo” e poi di
“un quarto” e così all’infinito.
c. Il non essere: secondo Parmenide soltanto l’essere è, invece il non essere
non è. Platone si rende conto che questa teoria distrugge la sua teoria delle
idee, in quanto le idee sono molteplici e un’idea è se stessa ma non è un’altra
idea; risultando in questo modo nella contraddizione della teoria di
Parmenide, che ha concluso che l’essere è unico.
■ Platone non vuole rinunciare alla sua teoria delle idee, perché sono un
punto fermo attraverso il quale si ordinano i dati empirici e la
molteplicità delle cose.
■ Quindi nel Sofista avverrà un vero e proprio “parmenicidio”
IL Sofista: la nuova concezione dell’essere
La dottrina dei generi sommi dell’essere
➢ Per spiegare la molteplicità delle idee ed il loro rapporto, Platone elabora degli
attributi fondamentali delle idee: l’essere, L’identico, il diverso, la quiete, il movimento
○ Innanzitutto, ogni idea esiste quindi rientra nel genere dell’essere
○ Poi, ogni idea è identica a se stessa quindi rientra nel genere dell’identico
■ Questi sono due generi differenti e non coincidenti tra loro, sennò tutte
le idee si raggrupparebbero in un’idea sola.
○ In terzo luogo, se ogni idea è identica a se stessa ma diversa dalle altre,
allora rientra nel genere del diverso
➢ Proprio in questo punto inizia la vera critica contro Parmenide. Infatti Platone spiega
che Parmenide ha confuso il non essere con l’essere diverso, infatti dicendo che A
non è B, non è vero che si implica il nulla assoluto, infatti significa solo che A è
diverso da B.
➢ In conclusione esiste un modo in cui il non essere esiste, ed è quello dell’essere
diverso.
➢ Grazie a questa dottrina riesce anche a superare la questione dell’errore, in
precedenza esso non poteva esistere in quanto implicava il non essere, invece
secondo Platone l’errore sta nel dire le cose in modo diverso rispetto a come sono
realmente.
➢ In questo modo giustifica la molteplicità delle idee, non solo con i tre generi già visti
(essere, essere identico, essere diverso) ma aggiungendo anche i due generi del
movimento e della quiete
○ Infatti l’idea può esistere da sola (essere in quiete)
○ Ma può anche entrare in relazione con le altre idee (essere in movimento)
Essere come possibilità
➢ Platone ricerca una definizione generale dell’essere che non includa la materialità e
l'immaterialità perché entrambe esistono.
➢ Quindi Platone definisce l’essere: come qualunque cosa che abbia in sé una
qualsiasi possibilità di agire o di subire un’azione; qualsiasi cosa che è in grado di
entrare in relazione con altre cose; infatti il non essere non può entrare in relazione
con niente e quindi non esiste.
➢ Questa teoria dell’essere come possibilità-relazione si avvicina molto all'ontologia di
Aristotele
La dialettica
➢ La dialettica è la scienza che studia la relazione tra le idee, studia come le idee si
connettono o non si connettono tra loro
➢ Negli scritti giovanili la dialettica di Platone coincideva con quella di Socrate: cioè
l’arte del dialogo
➢ Nell’ultima fase della sua vita, Platone ritrova due motivi per i quali la dialettica di
Socrate era fragile e inconcludente
a. È una dialettica aperta: è un dialogo incessante che quindi non può portare
ad una verità indiscutibile
b. É una dialettica negativa: infatti Socrate smentendo tutte le teorie dei suoi
interlocutori arriva a conclusioni che sono solo negazioni e non ad effettive
definizioni positive.
➢ Lo scopo di Platone è quello di costruire una dialettica che sia la scienza della verità
e costruzione di un sapere vero e solido (non soltanto che smentisca le opinioni
false).
➢ Vuole passare dalla dialettica-dialogo alla dialettica-scienza che è fondata sulla verità
➢ Questa teoria molto diversa si vede nella Repubblica, nella quale l’uomo che sa è in
grado di dialogare e di insegnare agli altri. Non si parte più dall'ignoranza per
intraprendere la ricerca.
Il metodo dialettico
➢ Essendo una scienza con uno scopo, la dialettica ha anche un metodo preciso, che
consiste in due momenti diversi:
○ Il primo momento detto ascensivo consiste nell’unificazione del molteplice
sensibile con l’idea, è un passaggio o ascensione dai dati empirici che raccolti
si riconducono all’idea.
○ Il secondo momento detto discensivo è il contrario del primo, in quanto parte
dall’idea generale per suddividerla nelle più piccole idee particolari che la
compongono, per analizzare ciò che le lega tra loro
➢ Platone smentisce la teoria che tutte le idee possono entrare il relazione tra loro,
dicendo che in questo modo ogni discorso sarebbe vero e nessuno falso
➢ Smentisce anche la teoria che nessuna idea può entrare in relazione con le altre,
perchè in questo modo un’idea potrebbe entrare in relazione solo con se stessa
➢ Sviluppa quindi la teoria che alcune idee sono combinabili tra loro e altre non lo
sono.
➢ Quindi il momento discensivo consiste nel definire un’idea secondo un metodo
dicotomico, che divide per due un’idea finché non si giunge ad un’idea che non si
può più dividere.
➢ Un esempio che si può utilizzare è quello di definire la filosofia. E si può definire la
filosofia come un’attività, però le attività si possono suddividere in intellettuali o
manuali.la filosofia è un’attività intellettuale che però si può ulteriormente suddividere
in un’attività intellettuale che ha come oggetto le idee o le cose fisiche.
Successivamente si giunge a identificare la filosofia come un’attività intellettuale che
ha per oggetto le idee ma le idee si possono differenziare in idee valori e idee
matematiche.quindi si giunge al quarto passo identificando la filosofia come
un’attività intellettuale che ha come oggetto le idee valori. Quindi sommando tutte le
identificazioni e staccando le differenziazioni si ottiene la definizione di filosofia.
La natura dialettica dell’essere
➢ Il dialogo è ormai stato sostituito e trasformato in una dialettica del pensiero che
esprime un’oggettività dialettica dell’essere
➢ La forza della dialettica si ritrova nell’essere stesso che con il suo movimento rende
possibile il movimento del pensiero e del dialogo
Il Timeo: la visione cosmologica
➢ Nella fase finale della vita di Platone si ritrova anche l’approfondimento sul problema
cosmologico e sulla formazione dell’universo nel quale Platone vuole riconsiderare il
rapporto che c’è tra le cose e il mondo delle idee.
Il mito del demiurgo
➢ Anche se è vero che il mondo naturale non è stabile e saldo come quello delle idee
può comunque formulare un discorso verosimile e probabile con l’aiuto del mito.
➢ Spiegare il rapporto tra le idee e le cose Platone utilizza un termine particolare cioè il
demiurgo, questa figura è una specie di divino artefice che ha un’intelligenza e una
volontà e deve operare in una posizione che sta in mezzo tra l’essere perfetto delle
idee e quello imperfetto delle cose.
➢ Non esiste per Platone un Dio come persona ma soltanto l’idea del divino, il
demiurgo ha caratteri personali però è inferiore alle idee infatti deve solamente
guardarle per mettere in ordine una materia che già esisteva.
➢ Per Platone in origine il mondo era un caos informe quindi una materia senza vita
che viene chiamata chora o ananke ed compito del demiurgo plasmare questa
materia a immagine e somiglianza delle idee.
➢ In questo modo le cose sensibili hanno una parte di perfezione delle idee però non
completa
➢ Secondo questa teoria il demiurgo non è il creatore ma è colui che ordina e che
plasma una materia che già esisteva, eterna come le idee.
➢ Platone definisce lo scorrere del tempo come l’immagine mobile dell’eternità, quindi
lo scorrere o il movimento eterno dell’essere.
➢ Il demiurgo ha soltanto intenzioni positive e buone rispetto all’ordine del mondo, a
volte deve scontrarsi con la ribellione della materia
➢ È proprio in questo modo che Platone spiega il male del mondo che quindi è frutto
della ribellione della materia.
La visione matematica delle cose
➢ L’elemento più rivoluzionario del Timeo consiste nell’avvicinamento di Platone a
Pitagora
➢ Infatti la struttura del cosmo è di tipo matematico, infatti le cose plasmate dal
demiurgo sono ricondotte ai quattro elementi di Empedocle (la terra l’acqua l’aria e il
fuoco)
➢ Successivamente vengono ricondotte ad alcune figure geometriche essenziali che
poi sono collegate ai numeri
➢ Di conseguenza i numeri sono gli schemi strutturali delle cose e quindi la matematica
è il codice di interpretazione di tutto ciò che esiste
➢ In questo modo Platone non vuole avvicinarsi ai filosofi del mondo naturale che
vogliono spiegarlo attraverso cause meccaniche come Democrito, lui infatti vuole
dare delle spiegazioni collegate con lo scopo e il bene.
La parziale rivalutazione dell’arte
➢ Nella Repubblica aveva apertamente condannato l’arte e invece in questo dialogo la
rivaluta
➢ Infatti spiega che l’arte in se non è una minaccia rispetto al raggiungimento della
realtà, anzi dato che è un’imitazione comunque deve mantenere un collegamento
con il mondo delle idee.
➢ Distingue quindi due tipi di arte: quella icastica che quindi produce copie o anche
rappresentazioni della realtà e quindi delle idee, e la seconda cioè quella fantastica
che invece si allontana dalla realtà creando solo apparenze e illusioni ed immagini
false che allontanano dalla realtà.
➢ Quindi il tipo di arte icastico può essere definito come uno strumento di verità.
➢ Anche il teatro viene rivalutato perché gli attori rappresentano scene che sono
rappresentazioni e imitazioni di eventi reali proprio come gli oggetti sono imitazioni
delle idee
➢ Anche i poeti vengono riammessi per la loro cultura
➢ L’arte raggiunge il culmine della considerazione per Platone quando lui descrive il
cosmo come una grande meravigliosa opera d’arte plasmata dal demiurgo con criteri
di organizzazione matematica.
ARISTOTELE
Vita
➢ Aristotele è considerato il filosofo per eccellenza della tradizione occidentale
➢ È nato nel 384 a.C. a Stagira, polis nella penisola calcidica
➢ Il padre di Aristotele Nicomaco era il medico di corte del re di macedonia Aminta III,
nonno di Alessandro Magno
➢ Il padre gli diede il suo interesse per le scienze naturali, purtroppo però morì quando
lui era ancora giovane
➢ Viene affidato a un parente di nome Prosseno che conosceva Platone e quindi
quando Aristotele aveva 17 anni lo mando all’Accademia di Platone.
➢ L’Aristotele giunge all’Accademia di Platone quando lui era fuori città
➢ Inizia il suo percorso educativo costituito anche dallo studio delle scienze empiriche
➢ Appare però chiaro che il suo studio e la sua dedizione non hanno un fine specifico
anzi il sapere per Aristotele è fine a se stesso
➢ Un’altra differenza tra Aristotele il suo maestro Platone è proprio la visione del
mondo:
○ per Platone sono due quindi un dualismo ontologico
○ per Aristotele è uno solo quindi monismo ontologico
➢ Ormai la filosofia non ha più una finalità politica come per Platone
➢ La differenza della concezione della filosofia si deve ritrovare anche nei diversi
periodi storici nei quali sono vissuti Aristotele e Platone
○ Platone visse nella Polis democratica nella quale poteva partecipare
attivamente alla vita pubblica e politica
○ Aristotele invece visse in un periodo di transizione dove però c’è un sovrano e
quindi non si può più partecipare attivamente alla vita pubblica e politica.
➢ Filippo II convoca Aristotele per affidargli l’educazione di suo figlio Alessandro Magno
➢ Quando tornò ad Atene Aristotele fonda il liceo, sua scuola che fa concorrenza con la
scuola di Platone
➢ Con la morte di Alessandro Magno, Aristotele perde la sua protezione e viene
accusato di empietà e quindi sceglie di abbandonare la città per non far commettere
agli ateniesi un altro errore (come quello di Socrate)
L’allontanamento da Platone
La diversa concezione del sapere e della realtà tra Platone e Aristotele
➢ Poiché la crisi della Polis sembrava ormai irreversibile, il cittadino greco non poteva
più partecipare alla vita politica come un tempo, come già detto prima
➢ Per questo motivo sviluppa altri interessi come per esempio quelli scientifici
gnoseologici ed etici
➢ Le differenze che troviamo tra Aristotele e Platone sono da attribuirsi all’indirizzo
culturale diverso dell’età classica e di quella ellenistica
➢ La differenza più importante tra i due, come già detto, era la finalità del sapere che
per Platone era la politica (vivere in uno stato giusto per essere felici) invece per
Aristotele la filosofia è una ricerca disinteressata fine a se stessa
➢ Platone analizza il mondo secondo una visione verticale e molto gerarchica infatti
c’era una differenza di importanza tra la realtà vera e la realtà apparente
➢ In un primo momento Aristotele segue il suo maestro, ma successivamente nella
maturità si distacca
➢ Nella maturità, Aristotele tende a guardare il mondo con un’ottica orizzontale e
unitaria, secondo la quale tutte le realtà avevano la stessa importanza ontologica e
tutte le scienze avevano la stessa importanza gnoseologica.
I diversi metodi e interessi
➢ È anche presente un modo diverso di filosofare, infatti per Platone si utilizzava un
metodo molto aperto di dialogo incessante, invece per Aristotele il sistema è chiuso e
fisso, contiene immutabili verità tutte connesse tra loro
➢ Non utilizza più il mito perché considera la filosofia una speculazione razionale.
➢ Una grande differenza tra i due filosofi è l’interesse grandissimo di Aristotele per le
scienze empiriche e il quasi disinteresse per la matematica, invece per Platone era il
contrario
Le analogie
➢ Anche se sono state sottolineate tante differenze bisogna ricordare che Aristotele era
l’allievo di Platone quindi il loro modo di pensare è comunque connesso da un forte
legame.
L’enciclopedia delle scienze
➢ Per Aristotele le scienze erano diverse tra loro, ma di uguale importanza, ed è
proprio attraverso questo pensiero che giustifica le diverse emergenti scienze del IV
secolo
➢ La filosofia si differenzia dalle altre scienze perché non studia un campo della realtà
o dell’essere ma studia l’essere è la realtà in quanto tali in generale
➢ La filosofia appare come l’anima unificatrice e organizzatrice di tutte le scienze
perché studia il loro comune fondamento cioè l’essere e la realtà
➢ Quindi anche per Aristotele la filosofia è la prima delle scienze ma questo non vuol
dire che le altre non siano autonome
LA STRUTTURA DELLA REALTà: LA METAFISICA
La classificazione delle scienze
➢ Secondo Aristotele esistono tre gruppi di scienze: quelle teoriche, pratiche e
poietiche
○ Per quanto riguarda quelle teoriche hanno come oggetto il necessario, come
scopo la conoscenza disinteressata della realtà e come metodo quello
dimostrativo
○ Invece quelle pratiche e poietiche hanno come oggetto il possibile e il loro
metodo non è dimostrativo ma valido in un contesto, valido per lo più
○ Le scienze teoriche sono la metafisica (o filosofia prima), la fisica e la
matematica
○ Le scienze pratiche solo l’etica e la politica e studiano l’agire umano sia
individuale che collettivo
○ Le scienze poietiche studiano la produzione di oggetti quindi sono per
esempio le arti e le tecniche
I caratteri generali della metafisica
➢ Il termine metafisica in realtà non è stato inventato da Aristotele infatti lui la chiamava
la “filosofia prima”, quella scienza che studia le strutture profonde e le cause ultime
della realtà che vanno aldilà delle apparenze sensibili.
➢ Aristotele dà quattro definizioni della metafisica:
○ La metafisica studia le cause e i principi primi
○ Metafisica studia l’essere in quanto essere
○ La metafisica studia la sostanza
○ La metafisica studia Dio e la sostanza immobile
➢ La definizione su cui si sofferma di più è in realtà quella della metafisica che studia
l’essere in quanto essere, infatti solo questa disciplina si concentra sullo studio
dell’essere in quanto tale e non in un campo specifico
➢ Studia l’aspetto fondamentale e comune di ogni ente: L’ESSERE
➢ La metafisica studia le caratteristiche universali che strutturano l’essere come tale,
per questo viene chiamata filosofia prima
➢ Secondo Platone l’essere era il genere supremo all’interno dei generi sommi,
Aristotele cambia quest’idea di un essere come idea generale sotto cui si unifica tutto
il resto.
➢ Aristotele vuole dimostrare che l’essere non è l’unità di un principio metafisico ma
invece ha un’origine di molteplici significati che non possono essere ricondotti ad una
unità.
La dottrina dell’essere e della sostanza
L’essere e i suoi molti significati
➢ Secondo Aristotele l’errore della filosofia di Parmenide sta nel pensare che l’essere
sia univoco cioè che corrisponde all’esistenza, perchè se fosse così aggiungendo
una negazione ad una caratteristica dell’essere si metterebbe in discussione
l’esistenza di questo essere. Per esempio dicendo il cavallo non è bianco non solo si
sta negando il colore del cavallo ma l’esistenza del cavallo stesso.
➢ Chiarendo quindi che l’essere non abbia un’unica forma e un’unica accezione
Aristotele sviluppa diversi significati e caratteristiche, quelle fondamentali sono:
○ L’essere come accidente
○ L’essere secondo le categorie
○ L’essere vero
○ L’essere come Potenza e atto.
Le categorie sono quelle caratteristiche fondamentali e strutturali dell’essere che
sono indispensabili per esso, queste sono:
○ La sostanza
○ La qualità
○ Da quantità
○ La relazione
○ L’agire
○ Il subire
○ Il luogo
○ Il tempo
○ L’avere
○ Il giacere
➢ Le categorie sono i modi o gli aspetti fondamentali in cui la realtà si presenta
➢ Le categorie dal punto di vista logico sono i modi fondamentali in cui l’essere si
predica delle cose cioè le caratteristiche secondo cui si presenta
➢ La categoria più importante è la sostanza che può essere considerato il centro di
riferimento di tutte quante le altre categorie perché esse non potrebbero esistere
senza la sostanza
➢ La sostanza è fondamentale e implica due conseguenze:
○ Il senso unitario che raccoglie tutti i significati dell’essere, che non sono infiniti
ma neanche uno solo
○ La seconda invece parte dal fatto che l’essere si identifica con le categorie e
quindi la domanda da porsi non è più “cosa è l’essere per Aristotele” ma è
diventata “cosa è la sostanza per Aristotele”.
Che cos’è la sostanza
➢ La sostanza è l’individuo concreto, ha una vita propria al contrario di tutte le altre
categorie
➢ Deve rispondere sia al principio di identità sia a quello di non contraddizione: infatti la
sostanza è identica a se stessa
➢ La sostanza è prioritaria secondo un punto di vista logico ma anche ontologico
○ Da un punto di vista logico la sostanza regge le altre categorie
○ Da un punto di vista ontologico la sostanza viene prima delle altre categorie.
➢ La sostanza è il “questo qui” e anche un “sinolo” cioè un’unione indissolubile di due
elementi: la materia e la forma
○ Per materia Aristotele intende ciò di cui una cosa è fatta
○ Per forma intende invece la struttura profonda di una cosa che la rende
quella che è.
■ La forma ha quindi il compito di strutturare la materia in un certo modo
Che cosa sono gli accidenti
➢ La sostanza è l’essenza necessaria di una certa cosa
➢ L’accidente invece si può definire dicendo che è una proprietà, una qualità che una
cosa può avere o anche non avere senza mutare la sua natura.
➢ L’accidente esprime una caratteristica casuale della sostanza
➢ Esistono però degli accidenti non casuali che sono strettamente legati alla cosa, e
quindi sono eterni insieme ad essa
La dottrina delle quattro cause
➢ Per Aristotele la conoscenza e la scienza consistono nel cercare la causa delle cose,
partendo dalla realtà, tuttavia possono esistere diversi tipi di cause in base ai
contesti, lui ne individua quattro: materiale, formale, efficiente e finale
○ Materiale: la causa materiale è la materia ossia ciò di cui una cosa è fatta
○ Formale: la causa formale e la forma cioè l’essenza necessaria di una cosa
○ Efficiente: la causa efficiente è ciò che dà inizio ad un cambiamento della
condizione di un oggetto in uno stato
○ Finale: la causa finale è lo scopo al quale una cosa tende
➢ In realtà quindi per Aristotele comprendere le cause di qualcosa significa
comprendere la struttura interna di quella sostanza.
➢ Aristotele critica Platone dicendo che non ha senso che le idee siano fuori dalle cose
che vivano nell'iperuranio se poi si dice che le idee sono causa delle cose.
➢ Per questo motivo per Aristotele il principio di una cosa è interno a se stessa.
La dottrina del divenire
➢ Secondo il pensiero di Aristotele il divenire esiste ed è una modalità dell’essere infatti
lui considera il divenire come il passaggio da una forma di essere ad un’altra forma di
essere e non come il passaggio dall’essere al non essere e viceversa, perché questo
sarebbe impossibile.
Potenza e atto
➢ Per spiegare la sua idea del divenire Aristotele sviluppa il pensiero della potenza e
atto
○ La potenza e la possibilità interna alla materia di assumere una forma
○ L’atto invece è la realizzazione di questa capacità.
➢ Aristotele quindi considera il divenire come il passaggio dalla potenza all’atto, il punto
di partenza è la materia, e il punto di arrivo è aver assunto una determinata forma
➢ Aristotele ritiene che l’atto abbia una priorità gnoseologica, cronologica e ontologica
rispetto alla potenza.
○ La conoscenza della potenza, quindi la possibilità di realizzare qualcosa,
presuppone per forza la conoscenza dell’atto che si può raggiungere
○ Inoltre l’atto viene cronologicamente prima della potenza perché è vero che
l’uovo deriva dalla gallina ma è anche vero che l’uovo può esistere soltanto
grazie alla gallina. Per questo chiedendo ad Aristotele lui direbbe che è
venuta prima la gallina
○ Invece per quanto riguarda l’atto che è ontologicamente superiore alla
potenza, il motivo di questo è perché costituisce la causa, il senso e il fine
della potenza.
La materia prima e la forma pura
➢ Secondo Aristotele ciò che è forma, quindi un punto di arrivo di un movimento, può
diventare anche materia cioè un punto di partenza per un altro movimento
➢ Secondo il filosofo la catena non è infinita e presuppone due termini estremi.
➢ Da un lato esiste una materia prima ho un materia pura priva di qualsiasi
determinazione, infatti è un qualcosa che può diventare qualsiasi cosa, e per questo
motivo questa materia (che non è determinata) è soltanto una nozione teorica
➢ Dall’altro lato invece c’è una forma pura o un atto puro cioè una perfezione
completamente realizzata, una sostanza immobile e divina
La concezione aristotelica di Dio
➢ All’inizio della sua vita Aristotele studia l’essere in quanto tale successivamente si
dedica anche allo studio della teologia con il culmine dello studio dell’essere
La dimostrazione dell’esistenza di Dio
➢ Per provare l’esistenza di Dio, Aristotele utilizza la sua teoria del movimento che
quindi stabilisce che una cosa può assumere nuove condizioni o forme
➢ Deve però essere per forza mossa da qualcosa per muoversi, e questa cosa che la
muove deve a sua volta essere mosso da qualcos’altro, non si può risalire all’infinito
serve un principio assolutamente primo e immobile.
➢ In questo modo Aristotele spiega che il primo motore immobile è Dio.
Gli attributi di Dio
➢ Aristotele considera Dio come atto puro quindi un atto senza potenza perché la
potenza implica la possibilità di cambiamento e Dio è il motore immobile quindi non
può muoversi
➢ Dio è anche eterno perché era causa del movimento dell’universo che è eterno
➢ Ma la domanda sarebbe come può una cosa immobile far muovere delle altre cose?
○ Aristotele spiega e risponde a questa domanda dicendo che Dio è una forza
immobile che agisce come una calamita per muovere le cose e attrarle a sé.
➢ L’universo quindi aspirando alla relazione con Dio e per arrivare a Dio, si mette in
ordine da solo.
➢ L’universo desidera incessantemente di raggiungere la forma o l’atto puro, e quindi
raggiungere Dio
➢ Di conseguenza l’essere è un processo eterno verso la forma, verso l’avvicinamento
verso Dio che non può esaurirsi mai.
➢ Essendo Dio atto puro, essere eterno e causa finale del mondo deve corrispondere
ad un genere di vita più alto degli altri cioè la vita dell’intelligenza
➢ La vita dell’intelligenza o vita divina è la più eccellente e la più felice tra tutte
➢ Per Aristotele Dio possiede da sempre tutta la sapienza

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