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TEETETO: La conoscenza e l’errore

All’inizio del dialogo si sostiene che la conoscenza è sensazione.


Tuttavia, se si ammette ciò, allora bisogna concludere che la verità è soggettiva, o che
essa va determinata in base a ciò che dice la maggioranza.
Poiché queste affermazioni sono insoddisfacenti allora si arriva a dire che: deve
esistere un vero in sé, che non dipenda dal giudizio di un singolo individuo, ma che
rifletta le cose come sono per natura e secondo la loro essenza.
La conoscenza secondo Platone può essere definita come opinione vera in quanto
giudizio sulla sensazione.
Si apre così la questione della verità e della possibilità dell’errore.

Il concetto di falso sembra coincidere con un errore nella coordinazione degli


elementi, ma qual è l’origine di tale errore?
Una possibile risposta è quella che chiama in causa i limiti della memoria umana: nel
formulare i suoi giudizi, la conoscenza si serve infatti del ricordo, ma è possibile
ricordare male.
La conclusione del Teeteto, in realtà, riporta il discorso alla questione di partenza,
ovvero alla definizione della conoscenza.
Non si può sapere cos’è l’errore finché non si sia chiarito cos’è la conoscenza, cioè la
verità.
Questa riflessione conduce Platone al problema del non essere, affrontato nel
Parmenide e nel sofista.

NUOVA CONCEZIONE DELL’ESSERE

Il PARMENIDE
Platone si rende conto che le affermazioni di Parmenide “l’essere è, il non essere non
è”, decreterebbero la morte della teoria delle idee, Poiché non sarebbe ammessa la
molteplicità delle idee. (infatti Parmenide aveva concluso che l’essere è unico)
Così Platone è costretto a rinunciare al principio eleatico.

IL SOFISTA
L’errore di fondo di Parmenide, secondo Platone, è stato quello di confondere il
diverso con il nulla.
Così, Platone si sbarazza del problema del nulla.
Di conseguenza
Elabora la teoria dei generi sommi dell’essere, cioè degli attributi fondamentali
delle idee, che sono 5.
 L’essere (ogni idea è o esiste)
 L’essere identico (ogni idea è identica a se stessa)
 L’essere diverso (ogni idea è distinta dalle altre)
 L’essere in quiete (ogni idea può starsene in sé)
 L’essere in movimento (ogni idea può entrare in relazione con le altre)

Platone inoltre, cercando una definizione ancora più generale e universale dell’essere,
perviene alla tesi secondo cui l’essere è possibilità: cioè che esiste tutto ciò che è
capace di entrare in un campo di relazione qualsiasi. Possibilità/relazione.

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