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Il vero esordio del futurismo avviene a parigino con la pubblicazione del manifesto del futurismo, di
Marinetti. Nasce una nuova poetica fondata essenzialmente su dinamismo, velocità, sintesi e forza. Vero
tema centrale del manifesto è la nuova estetica legata alla moderna tecnologia e al suo principale
strumento di diffusione: la macchina. E la sua manifestazione più clamorosa e seducente è l’automobile con
il suo vibrante rumore, e soprattutto con la sua velocità. Il clima generale è sempre più dominato da un
nazionalismo con aggressiva richiesta di rinnovamento e azione.
BOCCIONI
Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria nel 1882. Nel 1907 si iscrive all’accademia di belle arti di venezia.
Aderisce con entusiasmo al futurismo e collabora alla stesura del manifesto dei pittori futuristi.
STATI D’ANIMO
In essa l’artista analizza uno stesso evento nei suoi diversi risvolti emotivi, che corrispondono ad altrettanti
stati d’animo. L’opera consiste in un ciclo di tre dipinti: Gli addi; Quelli che vanno; Quelli che restano.
Esistono due versioni di questo trittico: una precedente all’incontro con i pittori cubisti, l’altra successiva.
Gli elementi essenziali della pittura di Boccioni sono la concezione della pittura come espressione di
sensazioni che devono apparire sulla tela con forza, e la riaffermazione della tecnica divisionista.
Gli addii II
Questa versione, risente fortemente dell’esperienza cubista. Figure
sfaccettate, lontano da qualsiasi naturalismo, ripetono il gesto
dell’abbraccio moltiplicandolo nello spazio. Al centro del dipinto,
inoltre, emerge il profilo di una locomotiva a vapore, il numero di
serie della macchina, un traliccio allude alla futura elettrificazione
delle linee, simbolo di progresso e modernità.