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DECADENTISMO: SIMBOLISMO ED ESTETISMO

commento

Il decadentismo è un movimento letterario sviluppatosi tra la fine dell’ottocento e


l’inizio del novecento in Francia, che si oppone al positivismo, e si divide in due
principali filoni: il simbolismo in Francia e l’estetismo in Inghilterra.

Il componimento che meglio descrive il decadentismo è “Languore” di Verlaine,


poesia manifesto,che,sfruttando l’immagine della decadenza dell’impero romano,
la riporta metaforicamente ai suoi tempi. Si parla di Barbari bianchi: sono quelli
che porteranno alla distruzione dell’impero; essi simboleggiano le forze nuove
che stanno per irrompere e porre in crisi il pensiero dell’età precedente. Questa
poesia è, inoltre, un esplicito attacco ai valori del mondo borghese, che non sono
più adatti: non ci sono più valori che possono considerarsi generali; sono
decaduti, e ora bisogna cercare altre realtà, un nuovo linguaggio poetico, che si
risolverà in quello simbolico dei poeti di questo periodo.
Inoltre la parola poetica corrisponde alla realtà occulta, complessa e nascosta
dietro i simboli e la mediazione si raggiunge con la scoperta della realtà.
Due delle poesie più famose sono :
- ALBATROS, che descrive la condizione del poeta tramite la metafora
dell’uccello: questo mentre è in volo è maestoso e bellissimo (momento
creativo), mentre quando si posa sulla poppa della nave è goffo e
impacciato e viene deriso da tutti (il poeta all’interno della società).
La genialità è fattore d’esclusione.
- FORESTA DEI SIMBOLI, che esplica proprio il significato dell’espressione
“simbolico”.

Ci spostiamo ora in Inghilterra, dove fiorì l’estetismo, movimento che rifiuta


fermamente il positivismo tanto da prenderne le distanze, causate dalla
sensazione di inadeguatezza nei confronti della società positivista.
I massimi esponenti furono Oscar Wilde e Walter Peter, che con la sua opera
“Mario l’epicureista” opera un distacco dalla realtà ed esplica in parte i principi
dell’estetismo in quanto il protagonista è un disimpegnato che cerca solo i
piaceri. Per l’esteta tutto è bellezza e piacere, e l’arte non ha valore simbolico,
ma esiste per sé stessa (art for art’s sake).
Si opera quindi una rivoluzione copernicana, in quanto al centro è ora l’esistenza,
la quale deve diventare un’opera d’arte. Gli esteti, a differenza dei simbolisti, non
operano una “mediazione”: la realtà è vista come espressione di beltà e piacere.

Infine possiamo individuare in Pascoli e D’annunzio i principali esponenti


rispettivamente del simbolismo e dell’estetismo.

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