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DECADENTISMO

(anni ’80 dell’Ottocento)

“Decadentismo” è una parola che entra nell’uso in Francia e che si riferisce


principalmente ai poeti simbolisti.
Nel 1886 comincia a uscire la rivista “Le Décadent”, pubblicando una sorta di
“manifesto”: Nascondersi lo stato di decadenza al quale siamo prevenuti
sarebbe il colmo dell’insensatezza. Religioni, costumi, giustizia, tutto decade.
L’uomo moderno è annoiato.
Già Baudelaire aveva espresso più volte il desiderio di lasciare tutto e di partire per
un “altrove” qualsiasi, purché lontano dalla confusione dalla volgarità della città
moderna.

Nella pittura gli uomini raffigurati nei ritratti amano vestirsi bene e circondarsi di
cose belle, raffinate, stravaganti e artificiali.
Questo atteggiamento nei confronti della vita ha conseguenze di enorme rilievo in
campo letterario. Il romanzo abbandona la vocazione realista per dedicarsi allo
scavo nell’interiorità di uno o pochi personaggi, focalizzandosi sulla loro
personalità.

Decadentismo in Francia
Nella seconda metà dell’Ottocento la lezione di Baudelaire viene sviluppata da due
dei più grandi poeti dell’età moderna, Arthur Rimbaud e Stéphane Mallarmé.
Arthur Rimbaud, porta alle estreme conseguenze l’immaginazione analogica di
Baudelaire, descrivendo mondi che sembrano visti in sogno, o attraverso
allucinazioni.
Stéphane Mallarmé, “battezza” il movimento simbolista. Attorno a lui si riunisce
un gruppo di giovani poeti che nel 1886 sottoscrivono il Manifesto del Simbolismo.

La vera rivoluzione poetica coinvolge la forma: il linguaggio della poesia diventa


sempre più raffinato e criptico. Le cose non vengono dette esplicitamente ma
evocate. La poesia si fa irrazionale.

Decadentismo in Italia
In Italia, quel sentimento di crisi e stanchezza si manifesta soprattutto nelle opere
di Gabriele d’Annunzio e Giovanni Pascoli.
Il più celebre dei romanzi dannunziani, “il piacere”, deve moltissimo deve moltoal
lavoro del decadentismo Francese; ma toni e atmosfere decadenti di una crisi
indotta da un “eccesso di civiltà”. D’Annunzio stesso fu, per tutta la vita, un
prototipo di uomo decadente.
Giovanni Pascoli è, un tipo caratterialmente quasi opposto a d’Annunzio.
Ma decadente è il sentimento non solo di una crisi ma quasi di un’apocalisse, della
fine di un mondo amato e già rimpianto; e decadente è il tentativo dell’uomo di
fuggire non verso i Tropici, ma verso il paese natale.

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