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DECADENTISMO

Il 26 maggio 1883 sul periodico parigino «Le Chat Noir» («Il gatto nero»)Paul Verlaine pubblicava il sonetto
«Languore» in cui affermava di identificarsi con la decadenza dell’Impero romano, associando il suo stato
d’animo di languore all’Impero romano invaso dai barbari.Il sonetto descrive il sentimento di decadenza
che accomuna i poeti maledetti, poeti di talento che, incompresi, rifiutano i valori della società e conducono
uno stile di vita provocatorio, pericoloso, autodistruttivo (fanno uso di alcol e droghe). In questo periodo è
diffusa la corruzione dei costumi e la crisi morale e il poeta si sente stanco, incapace di forti passioni e di
azioni energiche.

Il termine «decadentismo» venne poi usato per indicare una corrente culturale nata in Francia, e poi
diventata europea, che inizia negli ultimi 2 decenni dell’Ottocento e che termina nel primo Novecento. Il
termine decadentismo in origine ha avuto un’accezione spregiativa. Il critico Benedetto Croce, per esempio,
dava un giudizio moralmente negativo sulla «malattia» decadente, senza rendersi conto che proprio questa
«malattia» consentì agli scrittori di andare a fondo e di esplorare una crisi epocale. Il giudizio crociano nei
confronti del decadentismo italiano è negativo perché la sua visione della poesia come dovere e come
impegno non si incontrava con le tendenze irrazionaliste e decadenti.

È ormai chiaro che il Decadentismo, pur avendo avuto origine con un’accezione negativa, non ha favorito
per nulla una decadenza della cultura e dei valori artistici, anzi si è dimostrato un terreno fertile, da cui
sono scaturite opere profonde e innovative. Gli scrittori italiani più rappresentativi del Decadentismo sono
Pascoli e D’Annunzio.

LA VISIONE DEL MONDO DECADENTE

I decadenti non credono nel Positivismo e nel Razionalismo; pensano infatti che la ragione e la scienza non
possano portare alla vera conoscenza del reale perché l’essenza del reale è al di là delle cose. Solo
attraverso l’inconscio, rinunciando alla ragione, si può attingere all’ignoto: i decadenti distruggono ogni
legame e si abbandonano in un vortice tenebroso perché sono convinti che solo questo abbandono possa
garantire la scoperta della realtà più vera.

DECADENTISMO E NATURALISMO (1880)

Notevoli sono anche le differenze tra Decadentismo e Naturalismo:

Gli scrittori naturalisti hanno fiducia nel progresso. Quando la fiducia nella scienza inizia ad esaurirsi, allora
termina il Naturalismo e si affermano le tendenze del Decadentismo.I naturalisti sono integrati nell’ordine
borghese, mentre i decadenti escono totalmente dall’orizzonte culturale borghese.

Decadentismo e Naturalismo, in alcuni casi, però si mescolano tra loro: aspetti decadenti sono ravvisabili in
scrittori naturalisti e, viceversa, aspetti naturalistici sono presenti in quelli decadenti. Ad esempio nello
scrittore Zola (il più rappresentativo del Naturalismo) si riscontra il compiacimento per atmosfere malate,
torbide,perverse, tipiche del Decadentismo.

DECADENTISMO E ROMANTICISMO (1770-1848)


Quasi tutte le tendenze e le tematiche del Decadentismo erano state anticipate nel clima del Romanticismo
e, perciò, il Decadentismo è una seconda fase del Romanticismo

Analogie tra Decadentismo e Romanticismo:

irrazionalismo, rifiuto della realtà, fuga verso un «altrove» ideale e fantastico.

Differenze tra Decadentismo e Romanticismo:

 nel Romanticismo c’era uno slancio entusiastico, mentre nel Decadentismo prevale un senso di
stanchezza (il presentimento di fine e di sfacelo inibisce ogni slancio energico);
 nella letteratura il Romanticismo aveva ambizioni costruttive, mirava alle grandi costruzioni
concettali, mentre il Decadentismo punta al frammento, a opere brevi, quintessenziate;
 la poesia del Romanticismo trattava grandi problemi, pensava di poter incidere sulla realtà;
 in quella del Decadentismo l’artista rifiuta ogni impegno, vuole una poesia pura, non contaminata
da interessi politici, morali, pratici.

LA VISIONE DEL MONDO DECADENTE

Il decadente crede nel Simbolismo, secondo il quale la realtà è mistero e il mistero è dietro la realtà visibile.

«Corrispondenze» di Baudelaire= (corrispondenze=legami misteriosi) l’artista deve osservare la natura che


lo circonda come se fosse una «foresta di simboli» da interpretare e decifrare; deve avere, dunque, la
capacità visionaria del «veggente» che va oltre la superficie e ci svela l’ignoto. Ogni forma visibile non è che
un simbolo di qualcosa di più profondo.Tutti gli aspetti dell’essere sono legati tra loro da arcane
corrispondenze. Il poeta veggente è in grado di spingere lo sguardo là dove l’uomo comune non vede.

LA VISIONE DEL MONDO DECADENTE

Per scoprire l’ignoto, i decadenti ricorrono ad altre forme di estasi:

Panismo= dal greco pan, «tutto». È un sentimento di comunione gioiosa dell’uomo con la natura. È una
percezione molto profonda del mondo esterno, soprattutto dei paesaggi naturali. Si crea così una fusione
tra l’uomo (il poeta, l’artista) e un elemento naturale (foglia, nuvola…). Di solito poniamo la natura al di
fuori di noi, come se fosse una realtà a sé stante, ma in realtà noi, in quanto creature naturali, siamo parte
integrante della natura. Il dio greco Pan era il dio delle montagne e della vita agreste. Il panismo ricorre
soprattutto in D’Annunzio, ne «La pioggia nel pineto» (piove sui nostri volti silvani)

Epifanie= «apparizione, manifestazione». Un qualunque e comune particolare della realtà si carica di


significato e affascina come se fosse un messaggio proveniente da un’altra dimensione, una rivelazione di
Dio.

I POETI «MALEDETTI»

Il Decadentismo ebbe i suoi precursori nei «poeti maledetti» (Verlaine,Mallarmé, Rimbaud, Baudelaire),
così denominati proprio da uno di loro,Verlaine.Se nel Romanticismo l’artista era chiamato a dare un
messaggio politico-morale ed era considerato poeta-vate (cioè dotato di un’aurea sacra, animato da spirito
profetico), ora, nel Decadentismo, diventa un bohemien (zingaro) ai margini della società che rifiuta la
mentalità comune.
Sarà Baudelaire, nella sua poetica, ad esplicitare quelle novità e quelle tematiche che poi avrebbero
caratterizzato gli inizi del Novecento, come, per esempio, il cambiamento del ruolo dell’artista.

I POETI «MALEDETTI»

L’artista, disprezzato dai perbenisti borghesi e bollato come «decadente» o «maledetto», sceglie dunque
l’isolamento, l’evasione, e sposta il suo interesse verso l’irrazionale. Per alterare la ragione, la percezione e
ridurre l’autocontrollo, ricorre all’alcol, alle droghe, all’assenzio (un liquore verde amaro che si ottiene
distillando fiori e foglie dell’omonima pianta e che provoca ebbrezza). Il linguaggio dell’artista diventa
oscuro, complesso e allusivo e il lettore,per comprenderlo, deve fare un duro lavoro di interpretazione e
decifrazione.

«I FIORI DEL MALE» DI BAUDELAIRE

«I fiori del male» (1857), la raccolta di poesie di Baudelaire, suscitò la reazione dei moralisti e della censura
e il poeta venne condannato per il contenuto che parve eccessivamente volgare nel suo crudo realismo.

Il titolo contiene un’allegoria (le parole hanno un valore allusivo, diverso da quello letterale) e un ossimoro
(accosta parole che esprimono concetti contrari. Es.: «lucida pazzia») ed è provocatorio: da sempre i «fiori»
riportano alla bellezza che solo l’arte sa realizzare, ma Baudelaire li associa al «male», al vizio,alla
corruzione, al degrado e alla volgarità della società.Vuole così dire che è impossibile raggiungere la bellezza,
l’innocenza, vista la condizione degradata e disperata a cui la civiltà moderna ha condannato l’uomo.

La raccolta si compone di 6 sezioni:

Spleen e ideale= («spleen» è un termine inglese che significa «tristezza, malinconia»; dal greco «milza» che,
tradizionalmente, è considerata la sede dei sentimenti e delle emozioni). Il poeta, per sfuggire allo spleen,
uno stato di depressione, noia, disgusto per il mondo in cui vive, si protende verso la bellezza, la purezza,
ma tutto risulta vano e ripiomba in basso;Quadri parigini= il poeta si immerge nello squallore della
metropoli moderna industriale, alienante;

Il vino= tratta dei tentativi di evasione attraverso alcol e droghe;

I fiori del male= parla dell’esperienza del sesso, del vizio e della sregolatezza dei sensi;

La rivolta= parla del rifiuto della morale e del satanismo;

La morte= essa si presenta come la via per oltrepassare il limite ed esplorare l’ignoto.

ESTETISMO

Per il Decadentismo l’arte è il valore più alto e questo culto dell’arte ha dato origine al fenomeno
dell’Estetismo che si afferma con la prosa dell’autore dublinese Oscar Wilde.

Estetismo è l’amore per l’arte, per il bello. La vita dell’esteta non è regolata dai valori morali, dal bene, dal
male, dal giusto, dall’ingiusto, ma solo dal bello.Il bello conduce all’edonismo (stile di vita che allontana
dall’umanità comune e dalla sua mediocrità)

«IL RITRATTO DI DORIAN GRAY» DI OSCAR WILDE

«Il ritratto di Dorian Gray» (1891)= il tema centrale è il narcisismo che si esprime nello sdoppiamento tra il
protagonista Dorian (giovane, ricco, bello) e i suo ritratto. Dorian comincia a rendersi conto del privilegio
del suo fascino quando Basil Hallward, un pittore (nonché suo amico), gli regala un ritratto da lui dipinto.
Per un misterioso sortilegio o una sorta di patto col diavolo, il ritratto è destinato nel tempo a registrare i
segni dell’invecchiamento, mentre Dorian conserva intatta la propria giovinezza, nonostante i vizi, i difetti, i
delitti.

«IL RITRATTO DI DORIAN GRAY» DI OSCAR WILDE

Dorian, vedendo che la sua figura nel quadro invecchia e assume spaventose smorfie tutte le volte che egli
commette un atto feroce e ingiusto, come se fosse la rappresentazione della sua coscienza, nasconde il
quadro in soffitta e si dà a una vita all'insegna del piacere, sicuro che il quadro patirà le miserie della sorte
al posto suo. Non rivelerà a nessuno l'esistenza del quadro e, alla fine, ucciderà Hallward,ritenendolo causa
dei suoi mali in quanto creatore dell'opera. Infine, stanco della sua malvagia vita, lacera il quadro con lo
stesso coltello con cui aveva ucciso Hallward.I domestici, accorsi, si troveranno di fronte a un cadavere col
viso rugoso, avvizzito, e a un ritratto del loro padrone giovane e bello, proprio come l’avevano visto l’ultima
volta.

«IL RITRATTO DI DORIAN GRAY» DI OSCAR WILDE

Oscar Wilde conquisterà i salotti di Londra e Parigi e con il suo anticonformismo e la sua stravaganza,
affascinerà e scandalizzerà la società vittoriana. Verrà processato e condannato a 2 anni di prigione per una
relazione omosessuale. Con lui si afferma la figura del dandy.

Dandy= nell’Inghilterra del primo Ottocento il dandy era l’individuo che, per contrapporsi al conformismo
borghese, ostentava maniere, comportamenti,gusti fuori dalla norma, eccentrici.

LINGUAGGIO POETICO DEL DECADENTISMO

Il significato della parole si fa labile, evanescente. Le immagini nitide vengono sostituite dal vago,
dall’indefinito; la parola assume un significato diverso da quello comune, diventa formula magica e non più

strumento comunicativo immediato;il poeta comunica in forme cifrate, allusive, enigmatiche, rivolte non a
tutti, ma a pochi iniziati; la parola ha valore puramente fonico, è importante la musicalità delle parole; il
loro suono crea suggestione, evoca e suscita echi profondi dal valore evocativo; la sintassi si fa vaga e
imprecisa;sono molto diffuse la metafora (sostituzione di un termine proprio con uno figurato. Es.:invece di
dire «Achille è forte e invincibile» diremo «Achille è un leone») che allude alle segrete relazioni che
uniscono le cose (corrispondenze) e la sinestesìa (accostamento di termini che appartengono a sfere
sensoriali diverse. Es.: luce fredda).

TEMI E MITI DELLA LETTERATURA DECADENTE

Una civiltà ormai vicina al crollo crea prodotti culturali, una letteratura sicuramente più affascinante, in cui
si denota un’attrazione per la raffinatezza, per il lusso, per le sottili perversioni come il sadismo (il sadico
prova piacere infliggendo dolore fisico e umiliazioni al proprio partner) e il masochismo (il masochista prova
piacere nel subire tali pratiche). La ricerca del nuovo e dell’inaudito è fondamentale per trovare nuovi
stimoli e non cadere nell’inerzia e nella noia.

La sensibilità si fa più acuta, esasperata, al limite della nevrastenìa (disturbi del sistema nervoso che si
manifestano con umore cupo, ricerca di isolamento e insofferenza per la realtà circostante). La nevrosi è
una costante che segna tutta la letteratura decadente e,spesso, colpisce i protagonisti di romanzi, poesie,
drammi.
TEMI E MITI DELLA LETTERATURA DECADENTE

In generale, la malattia, in ogni sua forma, è un altro grande tema decadente perché rappresenta la
metafora di una precisa condizione storica, di un momento di crisi profonda, ma rappresenta anche una
condizione privilegiata, segno di distinzione. La morte è un altro tema dominante, ossessivo. Nelle pagine
della letteratura decadente c’è una forte attrazione per il nulla e un grande desiderio di annientamento. In
contrapposizione alla morte, si registra un forte vitalismo, cioè l’esaltazione della pienezza vitale (senza
limiti né freni imposti dalla morale) e la ricerca del godimento. In realtà morte e vitalismo sono 2 temi solo
apparentemente in contraddizione: la verità è che il vitalismo serve per esorcizzare (tenere lontano)
l’attrazione morbosa per la morte. Tutti questi atteggiamenti altro non sono che il rifiuto della normalità e
una ricerca esasperata del diverso.

GLI EROI DECADENTI

Nella letteratura decadente ci sono alcune figure ricorrenti:

Artista maledetto= odia le convenzioni, sceglie il male e una vita sregolata che possa condurlo
all’autoannientamento attraverso una sessualità sfrenata, l’uso di alcol e droghe;

Esteta= vuole trasformare la propria vita in un’opera d’arte, andando alla continua ricerca di piaceri
raffinati. Rifiuta la vita comune, la mediocrità e si circonda solo di bellezza e arte;

Inetto a vivere= si sente escluso dalla vita a cui egli non sa partecipare per mancanza di energie vitali.
Vorrebbe provare forti passioni, ma si sente impotente. Può solo rifugiarsi nelle sue fantasie, compensatrici
di una realtà frustrante;

GLI EROI DECADENTI

Donna fatale (femme fatale)= di contro a questi uomini deboli, malati, incapaci di vivere, nella letteratura
decadente si profila la donna fatale, mangiatrice di uomini, dominatrice del maschio fragile e sottomesso,
maga ammaliatrice al cui fascino non si può sfuggire. Questa donna succhia le energie vitali dell’uomo e lo
porta alla follia, alla perdizione, alla distruzione;

Fanciullino pascoliano= è una variante dell’inetto. Rifiuta la condizione adulta, la vita di relazioni al di fuori
del «nido» familiare. Il fanciullino ha una visione fresca e ingenua delle cose perché le coglie nella loro
vergine essenza, libere dalle convenzioni della vita «adulta»;

Superuomo dannunziano= è un uomo superiore alla massa mediocre, forte e dominatore, che si muove
sicuro di sé, senza dubbi e incertezze. Ha anche una valenza politica poiché il suo compito è quello di
riportare l’Italia alla grandezza del passato.

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