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Il superamento del Positivismo

Verso la fine dell’800 l’epoca positivistica stava tramontando, lasciando il posto alla grande
depressione, un periodo di stagnazione che colpì l’economia del capitalismo trascinando con se la
crisi agraria e industriale. Ma alcuni intellettuali avvertivano un altro tipo di disagio, il contrario di
quello dominato dalla borghesia l’esclusivo guadagno, era necessario manifestare la propria
diversità della estraneità alla logica del profitto. Il fondamento di queste tendenze erano care al
Romanticismo come: il rifiuto delle convenzioni borghesi, l’eccezionalità dell’artista o il
ripiegamento verso una dimensione interiore, che spingeva i letterati a disinteressarsi dei problemi
sociali e politici. Questi comportamenti portarono alle nuove soluzioni artistiche e letterarie alla
necessità di un’arte libera dai condizionamenti. Il termine decadenza che secondo Verlaine indicava
un’epoca al tramonto, fu utilizzato dalla critica in senso dispregiativo per indicare una nuova
generazione di poeti che rifiutavano la morale borghese e si ponevano al di sopra della norma. In
seguito questi poeti lo rivendicarono come diversità nei riguardi del presente e l’estraneità rispetto
alla società borghese. Il decadentismo fu un movimento di difficile classificazione infatti, non
esistono date per collocare lo sviluppo di questo movimento, gli studiosi indicano l’inizio del
decadentismo gli ultimi decenni dell’800 e il suo tramonto intorno ai primi anni del ‘900. L’età del
decadentismo vede decadere l’identificazione dell’intellettuale come uomo di cultura appartenente
alla classe dirigente, infatti, l’alfabetizzazione, l’affermazione della borghesia cambiarono il ruolo
degli intellettuali modificando anche il loro status sociale. A mettere in discussione il pensiero
positivista nella naturale tendenza dell’uomo e della società al miglioramento, fu il nichilismo
(nulla) di Nietzsche (si legge Nice).Nietzsche fu uno dei più grandi critici del suo tempo, oltre che
un profeta delle tragedie che si stavano per abbattere in Europa e sul mondo. In così parlò
Zarathustra formulò il concetto di superuomo, cioè di un uomo libero dai condizionamenti della
morale comune, votato a esperienze straordinarie e ad esprimere le proprie infinite possibilità. Il
superuomo è colui che si impegna a realizzare totalmente se stesso, superando gli ostacoli, morali e
ideologici. Alla figura del superuomo si affianca il concetto di volontà di potenza e di spirito
dionisiaco (deriva da dionisio dio greco). Lo spirito dionisiaco si contrappone allo spirito apollineo
(deo greco) e rappresenta la volontà di potenza dell’uomo e il desiderio di agire. In sostanza lo
spirito dionisiaco incarna la parte istintuale, violenta dell’animo umano, lo spirito apollineo
rappresenta la calma, la serenità e l’equilibrio.
Il filosofo Bergson sviluppa la sua critica sul positivismo a partire dalla tradizione spiritualista, il
suo pensiero riguarda l’idea del tempo che sfugge e che concepì in due modi diversi:
il tempo come successione di momenti uguali e misurabili, tempo lineare e il tempo come durata
pura, misurabile, un tempo interiore vissuto dalla coscienza come un insieme di istanti simultanei
nel presente, e memoria del passato e anticipazione del futuro. Egli distinse altri 2 modi di vedere le
cose, uno esterno e l’altro che va dal cuore alle cose, che chiamò intuizione. Nelle scienze umane il
medico Freud studiando le malattie mentali, scoprì la zona oscura dell’inconscio, capace di
condizionare l’attività dell’individuo. Freud definì 3 livelli della vita psichica: Es, Io, Super-Io.
L’ES corrisponde agli istinti profondi, alle paure che risiedono nell’inconscio e che la coscienza
non ha accettato. Il Super-Io è l’insieme delle regole che fin dall’infanzia ci vengono impartiti,
svolge di solito, alla funzione repressiva dell’Io. L’Io è la parte cosciente, mira a raggiungere un
equilibrio con l’ambiente che lo circonda esercitando una funzione di mediazione tra l’ES e il
Super-Io. Il mancato equilibrio tra questi 3 livelli genera nevrosi e patologie psichiche. Dalla
pubblicazione di un piccolo articolo scritto da un fisico tedesco Einstein modificò le poche certezze
che si avevano sulla fisica. L’ipotesi che formulò fu la teoria della relatività.
Negli elementi centrali della sensibilità decadente vi è la critica del mondo borghese,
l’anticonformismo, invece, nella letteratura si possono individuare temi come: il rifiuto dei valori e
delle convenzioni morali della società, oppure l’interiorità, la malattia e la morte. Il Vitalismo per
esempio è l’esatto contrario della malattia, esalta la vita senza freni morali, è legato al superuomo di
Nietzsche. Le figure ricorrenti nella letteratura decadente si possono individuare “l’artista
maledetto” che esprime l’odio verso il mondo che lo circonda. L’esteta, rappresenta un personaggio
aristocratico e corrotto che ama circondarsi di oggetti preziosi e disprezza la vita dell’uomo
comune. Il superuomo che afferma la sua eccezionalità infrangendo le regole o il malato che
rinuncia a vivere la propria vita e osserva lo scorrere dell’esistenza altrui con malinconia.
L’insoddisfazione e il disprezzo per il materialismo della società moderna portarono alcuni artisti a
creare un movimento chiamata Preraffaellismo fondato a Londra, pittori e poeti invocavano il
ritorno dell’arte alla semplicità dei pittori italiani medioevali prendendo a modello i poeti dello
stilnovo. In Francia nasce in opposizione alla poesia romantica il movimento parnassiano ad opera
dei poeti e cultori della poesia raffinata e colta, capace di dominare la passione.
Il poeta francese Baudelaire fu l’ideatore del simbolismo, era uno studioso di problemi estetici e fu
l’iniziatore della poesia moderna, elaborò il concetto di poesia pura e ricercava la perfezione della
forma. Alla base del simbolismo c’è il rifiuto della scienza e della ragione positiviste che dietro alla
realtà percepibile si nasconde una realtà più profonda che si può raggiungere attraverso la poesia.
Solo il poeta attraverso l’associazione di parole è capace di dare un senso ai legami tra colori,
profumi e suoni, per questo i simbolisti usavano il linguaggio carico di senso in grado di evocare
folgoranti illuminazioni.
Baudelaire con la raccolta poetica dei I fiori del male aprì la stagione dei poeti maledetti così
definiti per l’abuso di alcol e droga. Questa raccolta poetica, mette in evidenza l’alienazione
dell’individuo, che non accetta le regole della società borghese e la vita frenetica della
metropolitana. Il poeta più vicino a Baudelaire è Verlaine per affinità di sentimenti come la noia
esistenziale, la ricerca del linguaggio o la rivolta antiborghese. Per Verlaine, il poeta non deve
descrivere la realtà, ma trasmettere le impressioni e suscitare emozioni attraverso immagini e parole
che evochino molteplici significati. Un amico di Verlaine era Rimbaud egli riuscì a rivoluzionare
la poesia moderna, per lui il poeta doveva indagare l’ignoto e penetrare nel fondo delle cose,
abbandonarsi alle sue visioni vagando senza punti di riferimento, solo, incompreso e maledetto
dagli uomini comuni che non possono capire il suo travaglio. Mallarmè invece, era il poeta
simbolista e caposcuola del movimento. I temi della sua poesia sono l’ispirazione all’elevazione,
all’evasione dalla vita reale e a cogliere la loro essenza. Il linguaggio utilizzato ricercava la parola
pura, priva di significato e sintassi tanto da risultare spesso oscura e di difficile compressione. Tra le
sue opere più famose vi fu Il pomeriggio di un fauno in cui si fondono la poesia, la pittura e la
musica, dove il protagonista e la natura danno origine al panismo.
Sempre negli ultimi anni dell’800 nasce un altro movimento l’Estetismo, che ha come principio
l’arte per l’arte che esalta il valore della bellezza artistica, e rifiuta l’utilitarismo borghese. L’artista
deve trasformare la propria vita in una forma d’arte, da qui nasce la figura dell’esteta, la persona
aristocratica, che fa della sua vita la ricerca del bello anche nella quotidianità. L’esteta odia la vita
comune, è attratto dalla mondanità, dagli oggetti raffinati e preziosi, sostituendo alla morale il culto
del bello. Il poeta francese Huysmans inizialmente naturalista, abbandona questi canoni per
abbracciare i valori esteti. A Ritroso rappresenta l’esteta, un intellettuale in piena crisi spirituale
che non condivide i valori della società che vive e trova rifugio nel mondo della bellezza artistica
ma nonostante tutto non riesce a colmare il suo vuoto interiore.
La Gran Bretagna dominata dal purtanesimo e dal moralismo perbenista il saggista Pater fu
l’esponente dell’arte per l’arte, il suo capolavoro è Mario l’epicureo un romanzo in cui mostra il suo
ideale di vita estetizzante.Anche Oscar Wilde fu un esteta e fece scandalo con le sue opere, l’opera
più celebre è il romanzo Il ritratto di Dorian Gray. Dorian Gray è un esteta che dedica la sua vita
alla ricerca di un bello superiore e allo stesso tempo è una maschera dietro la quale si nascondono i
problemi reali. In Italia l’esponente esteta era D’Annunzio, nel romanzo il piacere ritrae la figura di
un uomo, dedito ai piaceri e alla vita raffinata. D’Annunzio sviluppa l’idea individualistica grazie
all’incontro con Nietzsche, creando una figura tipica del Decadentismo quella del Superuomo. I
rappresentanti del decadentismo in Italia furono, Pascoli, D’Annunzio, Fogazzaro, Pirandello e
Svevo. Il Decadentismo fu ispirato dal simbolismo francese, riguardo l’aspetto della poesia pura,
dall’uso del linguaggi allusivo ricco di metafore, in cui la parola può perdere il significato.
D’Annunzio nel decadentismo è articolato, attraverso il culto della bellezza, e dell’arte e il
disprezzo della morale, rappresenta l’estetismo. Invece, nei romanzi di Fogazzaro si colgono ansie
spiritualistiche e misticheggianti, i personaggi sono creature eccezionali, chiusi nei loro tormenti e
sono ancorati alla morale della borghesia. La sua opera più importante è Malombra.

Il piacere d’annunzio
La vicenda è ambientata a Roma, Andrea Sperelli è un giovane che vive per l’amore, per l’arte e la
cultura. Conduce una vita estetizzante. Andrea aveva una relazione burrascosa con l’amante Elena
Muti che lo abbandonerà senza motivo. Andrea cerca conforto in numerose relazioni fino a quando
incappa in un amante geloso che lo ferisce in un duello. Si rifugia dalla cugina in campagna per
farsi curare, qui incontra una giovane donna Maria Ferres, moglie del Ministro Guatemala. Finita la
convalescenza, rientra a Roma e riprende la vita mondana, continua ad incontrare Elena, ma lei è
decisa respingerlo, così inizia a sedurre la Ferres. Si ritrova così in una duplice relazione, quando
riesce ad ottenere da Maria una notte d’amore si tradisce lasciandosi sfuggire il nome di Elena, a
questo punto Maria inorridita, fugge abbandonandolo nella disperazione.
Andrea Sperelli è un eroe decadente, un cultore del bello aristocratico, ricerca l’eleganza, la
bellezza e il piacere, ritiene che la vita deve essere modellata come un’opera d’arte. La sua vita
oscilla tra momenti maliconici a slanci appassionati, con il rifiuto di riconoscere la realtà. Il piacere
rappresenta l’amore tra due tipologie di donne contrapposte, la femme fatale sensuale (Elena) e la
donna pura e spirituale simbolo dell’innocenza (Maria). Il piacere è un romanzo a sfondo realistico
e egoistico, vi è l’aspetto narcisista di sé, le suggestioni magiche. Andrea Sperelli rappresenta gli
ideali di grandiosità di D’Annunzio, l’autore e la sua creatura vivono in sintonia.

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