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Decadentismo
Tra Verismo e Decadentismo

I cambiamenti di poetica

Matilde Serao

produzione di consumo

naturalista ma con sguardo compassionevole

verista con poca impersonalità

Romanzi di matrice verista

De Marchi

coniuga naturalismo e verismo con narratore moralista manzoniano

Luigi Gualdo

romanzo decadenza su un parlamentare inghiuttito dalla noia

Il regionalismo

attenzione folklorica senza una riflessione sulla forma di narrazione

Grazia Deledda

luoghi e miti del Lazio

profondità dei comportamenti umani, destino insondabile

rimorso

Il romanzo di consumo

Salgari

stile avventuroso e esotico

Invernizio

letteratura rosa, impiego di una lingua e retorica stereotipate

La narrativa breve

Decadentismo 1
Temi di impatto, D'Annunzio, Pirandello

rielaborazioni del verismo

Fogazzano

Biografia
Nacque a Vicenza nel 1842 e vi morì nel 1911. Laureatosi in legge, solo per
accontentare il padre, abbandonò la professione legale per dedicarsi all’attività
letteraria. Aderì al movimento riformatore del modernismo, che si proponeva di
conciliare il progresso scientifico con la religione. La Chiesa, però, non guardo di
buon occhio questo movimento, al punto che nel 1907, con l’enciclica Pascendi,
Pio X condannò il modernismo definendolo la somma di tutte le eresie.
Intervenne anche la Congregazione dell’Indice, che mise nell’elenco i libri proibiti
degli scrittori modernisti, tra cui due opere dello stesso Fogazzaro: Il Santo e
Leila. Alcuni modernisti si staccarono dalla Chiesa, mentre Fogazzaro fece atto
di sottomissione.
La personalità
Fogazzaro ebbe una personalità complessa ed inquieta. In particolare, l’ardente
sensualità non sempre era frenata dalla sua religiosità. Egli aspirava ad una
superiore purezza e spiritualità, proiettata nei protagonisti dei suoi romanzi che
hanno sensazioni ambigue, morbose e persino patologiche, e quindi questi
romanzi hanno un valore autobiografico. Vi sono i primi segni di quella
disgregazione e inettitudine a vivere tipica del Decadentismo.

Il pensiero
Uno dei problemi che appassionò l’autore fu quello di conciliare la teoria
evoluzionistica di Darwin con la religione. Secondo lo scrittore la teoria
evoluzionistica, che fa discendere l’uomo dalla scimmia, non è in contrasto con il
racconto biblico della creazione di Adamo, perché Dio ha creato l’uomo
soffiando lo spirito vitale, ma, appena la materia ha raggiunto il grado necessario
di evoluzione, si è espressa in una nuova forma. Per Fogazzaro si verifica
un’evoluzione col passaggio dal dominio degli istinti e passioni alla vittoria dello
spirito. Lo stesso dovrebbe verificarsi nella vita sociale, con l’attuazione di
riforme, creando una separazione tra Stato e Chiesa, allargando le basi della
democrazia con l’estensione del diritto di voto a tutti e attuando la giustizia
sociale, con un’equa distribuzione dei beni.
La poetica
Anche la concezione della poesia è connessa all’applicazione dell’evoluzionismo
al cuore umano. Abbiamo già detto che l’uomo può evolversi passando dalla

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schiavitù dei sensi alla più elevata purezza e spiritualità. In questo processo di
purificazione la poesia, essendo la più alta espressione dello spirito umano, gli
fornisce lo stimolo più efficace a salire sempre più in alto. Perciò l’autore concepì
il romanzo, non come opera di intrattenimento, ma come strumento di
educazione e purificazione spirituale. Questa concezione educativa e formativa
della poesia è vicina a quella del Manzoni.

Le opere in versi
Fra queste il poemetto “Miranda” che si collega alle novelle sentimentali del
primo Romanticismo, mentre le liriche dal titolo “Valsolda”, la località originaria
della madre, risentono del secondo Romanticismo, del realismo e Scapigliatura.

Romanzi
I romanzi più notevoli sono: Malombra, Daniele Cortis e Il mistero del poeta. In
Malombra la protagonista crede di essere la reincarnazione di una sua antenata.
Di lei si innamora uno scultore, Silla, in cui la protagonista sente viva l’anima
dell’antico amante. Silla combattuto tra sensualità e religione, volendosi liberare
della donna, viene ucciso dalla stessa in preda alla pazzia. Fu pubblicato nello
stesso anno dei Malavoglia (1881) e come dice Momigliano: nei Malavoglia è
vivo il senso della triste realtà di ogni giorno, mentre in Malombra il senso della
vita invisibile. In Daniele Cortis si narra l’amore tra Elena, sposa di un barone
siciliano insegno di lei, e il cugino Daniele Cortis, impegnato in un sogno di
rinnovamento sociale di ispirazione cristiana. In loro, tuttavia, prevale il buon
senso e si separano, continuando ad amarsi spiritualmente. In questo romanzo
traspare l’ideologia politica dell’autore e la necessità di attuare grandi riforme
sociali, grazie alla partecipazione dei cattolici nella vita parlamentare. Ne Il
mistero del poeta il tema centrale è l’amore. Un poeta racconta la storia del suo
amore per una fanciulla inglese che gli muore tra le braccia nel giorno delle
nozze. Lo spirito della ragazza rimarrà a vivere nel poeta, facendogli sentire la
dolcezza della sua presenza.

Rimbaud

Biografia

Arthur Rimbaud è nato nel 1854 nelle Ardenne, in Francia. Nel 1870 fuggì di
casa , iniziando così quella vita vagabonda, sregolata e burrasca che lo
avrebbe fatto ascrivere al gruppo dei cosiddetti poeti "maledetti" francesi,
portabandieri del Simbolismo decadente . Visse con il poeta Paul Verlaine
un intenso e burrascoso rapporto affettivo. Troncato la relazione , Rimbaud

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viaggiò per tutta Europa finchè, malato e bisognoso di cure, fece ritorno alla
casa natale di Charleville.

Nel 1880 accettò di fare da agente commerciale in Abissinia. A riportarlo


in Francia fu una grave malattia che in pochi mesi lo condusse alla morte.
Autore precocissimo, Rimbaud compose quasi tutte le sue liriche tra i 17 e i
20 anni. La sola opera che volle pubblicare fu tuttavia Una stagione
dell'inferno, stampato nel 1873 a spese della madre. Tutte le altre raccolte,
fra le quali la più nota è Illuminazione, furono pubblicate postume (dopo il
1891, anno della sua morte).
La produzione poetica di Rimbaud, caratterizzata da originali analogie e
ardite figure retoriche , è popolata di immagini allucinate e sconvolgente che
convivono con altre rasserenanti o pervase da un'impercettibile inquietudine.
Rimbaud teorizzò infatti la figura del poeta "veggente", capace di cogliere,
grazie al deragliamento dei sensi e al rifiuto delle convenzioni, sia poetiche
sia sociali , la visione dell'assoluto, dell'ignoto . La sua poesia si propone
pertanto come il mezzo ideale per indagare non solo la natura, ma anche gli
oscuri sentieri dell'inconscio.

Lettera del veggente


La lettera scritta da Rimbaud a Paul Demeny il 15 maggio187, quando il il
poeta aveva 17, costituisce la base della poetica di Rimbaud, del
Simbolismo e di tutte le correnti letterarie moderne
Per Rimbaud, il compito del poeta è quello di essere veggente, cioè di
vedere nella realtà degli aspetti che l’uomo comune non è in grado di
percepire. Proclamando la necessità per il poeta moderno di portare delle
novità alla poesia, nuove idee e una nuova forma, Rimbaud ha voluto
sperimentare su se stesso questa nuova ispirazione poetica.
Per giungere a un tale risultato è necessario che il poeta si imponga un
lungo, immenso e ragionato regolamento di tutti i sensi e provocare con tutti
i mezzi le esperienze capaci di arricchire la sua visione: è solo così che
diventerà veggente. In altre parole, occorre che il poeta ricerchi
sistematicamente le sensazioni estreme per poter così giungere all’ignoto e
creare del “nuovo”. Ecco perché Rimbaud scrive che è necessario che il
poeta “esaurisca in sé tutti i veleni, per conservarne soltanto le
quintessenze”. Rimbaud si augura che anche la donna possa assolvere a
tale compito, liberandosi dall'"infinita schiavitù" a cui finora è stata
sottoposta. Con questo suo metodo egli intende superare i poeti romantici
che sono starti “veggenti” senza rendersene troppo conto e soltanto perché

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stimolati da emozioni accidentali. Intende anche spingersi oltre Baudelaire
che considera “re dei poeti”.. In Baudelaire, Rimbaud trova un limite che gli
ha impedito di essere un vero veggente: Baudelaire è stato prigioniero di un
ambiente troppo artista ed eccessivamente condizionato da una forma
troppo ricercata e quindi “meschina”.
Auspica, infine, l'avvento di un "linguaggio universale" che possa essere
compreso da tutti i sensi contemporaneamente, ricollegandosi in ciò alla
teoria delle corrispondenze di Baudelaire.
Il significato del testo è questo:
Il decadentismo vede perdere la fiducia positivista nei confronti della scienza
e della politica; cerca una risposta nell'arte e soprattutto nella sua
componente irrazionale e misteriosa. In questo senso il poeta è qualcuno
che va al di là delle cose, che vede in quella dimensione simbolica che è
l'arte (non a caso si parla di Simbolismo) il segreto della realtà. Questa
strada era stata già aperta alcuni anni prima da Baudelaire con la sua teoria
delle “Correspondances”

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