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Dalla pi tenera infanzia, ho la viziosa tendenza di considerarmi diverso dai comuni mortali. Anche questo sta per riuscirmi.

Salvador Dal
Salvador Dal nacque l11 maggio 1904 a Figueras, una piccola citt di provincia della Catalogna, nella zona nordorientale della Spagna. Suo padre (un notaio anche lui di nome Salvador) era ateo, sua madre Felipa cattolica osservante. Salvador venne chiamato cos non soltanto in omaggio al padre, ma anche per ricordare un fratello maggiore dallo stesso nome che era morto a soli ventun mesi. Il giovane Salvador si identific subito, in modo esasperato e per certi versi quasi morboso, con il fratello scomparso: si convinse di essere in un certo senso un suo sostituto e questo ebbe notevoli ripercussioni sulla sua personalit. Col passare degli anni il disagio si tramut in ribellione. Dal era uno spirito inquieto, frequentava la scuola con profitti modesti, mostrando interesse e talento solo per il disegno; questa sua predisposizione venne incoraggiata da un pittore del luogo, Roman Pitxot. Nel 1921, allet di 17 anni, si iscrisse allAccademia di Belle Arti di Madrid, ma il solo risultato che trasse fu una serie di importanti amicizie allacciate con giovani intellettuali che presto sarebbero diventati famosi. Per quanto riguarda la pittura, lAccademia gli servi a poco, perch Dal si riteneva gi allora molto pi bravo dei suoi stessi insegnanti. Nel 1924 il giovane Dal fu sospeso dallAccademia per insubordinazione. Vi torn lanno seguente, ma nel 1926 fu definitivamente espulso per aver pubblicamente mancato di rispetto ai professori durante un esame: alla prima domanda dichiar di non poter rispondere perch nessuno dei suoi professori era allaltezza di giudicarlo. Cos si reca per la prima volta a Parigi per conoscere personalmente Picasso che rimase colpito dalla sua mostra presso la Galleria Dalmau di Barcellona. Nei primi anni Dal aveva seguito diverse tendenze, si ispir soprattutto a Picasso, ma con landare del tempo fu sempre pi attratto dal Surrealismo, un movimento che, privilegiando tutto quanto era strano, bizzarro e assurdo, ben saddiceva alla sua personalit anticonvenzionale ed eccentrica. Nel 1928 collabor con lamico Luis Bunuel alla realizzazione di Un cane andaluso, un film surrealista, lavoro che richiama lattenzione di Andr Breton, fondatore dellanima surrealista, e nel 1929 Salvador Dal entr a far parte del movimento. Nello stesso anno conosce la donna che sarebbe diventata la sua musa e manager, Gala Eluard, moglie di Paul Eluard, uno dei maggiori poeti francesi del XX secolo. I due divennero amanti e nel 1932 Gala divorzi da Eluard. Nel 1937 aveva fatto un primo viaggio in Italia dove subisce la forte influenza dellarte classica rinascimentale. Nel 1939 viene espulso dal movimento surrealista per essersi rifiutato di prendere le distanze dal generale Franco durante la Guerra Civile. Al pari di molti altri artisti, anche Salvador Dal lasci lEuropa durante la Seconda Guerra Mondiale, stabilendosi negli Stati Uniti dove ottenne grandi successi ed un curioso soprannome: Avida Dollars (avido di dollari), ottenuto anagrammando il suo nome, poich era diventato molto bravo a far soldi. Torn a Port Lligat, in Spagna, nel 1948, dove incominci a creare una serie sconfinata di prodotti commerciali. Nel 1964-65 espose a Tokyo e nel 1979 il Centre Pompidou di Parigi gli dedic una mostra che venne poi trasferita alla Tate Gallery di Londra, che richiam una folla record di visitatori. Nel 1982 lasci Port Lligat dopo la morte di Gala, trasferendosi prima a Pubol e pi tardi in seguito ad un incendio, a Figueras. Oramai lartista aveva perso la maggior parte della sua voglia di vivere. Si lasci deliberatamente disidratare, forse un tentativo di suicidio o forse un tentativo di porsi in uno stato di animazione sospesa, come aveva letto che possono fare alcuni microorganismi. Il 23 gennaio 1989 muore per un altro attacco di cuore a Figueras, ha 84 anni, e viene sepolto nel locale TeatroMuseo Dal.

Il surrealismo
Nasce intorno agli anni Venti da una cerchia di poeti, guidati da Andr Breton e provenienti dallesperienza del dadaismo parigino. Diversamente dallanarchico impulso di distruzione predominante nei dadaisti, il surrealismo vuole definire una prassi artistica alternativa a quella tradizionale. Il surrealismo il dettato del pensiero, con assenza di ogni controllo, esercitato dalla ragione (Manifesto del surrealismo di Andr Breton), dunque il tentativo di esprimere lio interiore in piena libert, senza lintervento della ragione che inibisce, obbligando a reprimere istinti e sentimenti, a nasconderli seppellendoli nel pi profondo della mente. Dietro a tale proposito si

nasconde lutopia delluomo nuovo in una societ nuova, utopia che i surrealisti ricercano attraverso la liberazione del mondo delle pulsioni, lasciando guidare linconscio, come accade nel sogno, quando le immagini si susseguono senza un legame apparente, rivelando la realt recondita molte volte ignota a noi stessi. Inutile dirlo, questi artisti furono influenzati dalle nuove teorie dello psicoanalista austriaco Freud e dalla sua opera pi famosa, L'interpretazione dei sogni; sogni e desideri diventano quindi il materiale preferito del surrealismo che, burlandosi della volont cosciente del soggetto, tenta di farli affiorare mediante un procedimento noto come scrittura automatica, tecnica secondo la quale lo scrittore smette di tenere sotto controllo la sua opera e lascia che sia il subconscio a dettargli parole ed immagini. Inizialmente Breton applic i principi del Surrealismo esclusivamente al campo della letteratura, in seguito, per, riusc a portare anche la pittura allinterno della corrente. Nel 1924 la corrente fu ufficialmente costituita con la pubblicazione del manifesto. Salvador Dal aderisce al surrealismo nel 1929; ovviamente, egli, colp questi artisti francesi per la sua arte, proponendo di ricreare il delirio onirico in modo oggettivo e sistematico, dando sostanza anche in stato di veglia a tutta la sostanza del sogno; questa tecnica pi comunemente conosciuta come metodo paranoico-critico ovvero metodo spontaneo di conoscenza irrazionale basato sullassociazione critico-interpretativa di fenomeni interpretativa di fenomeni deliranti. Il pittore catalano rappresenta con minuzia ossessiva ogni oggetto entro spazi conclusi dalla linea dellorizzonte, senza inventare forme nuove, bens componendo insieme immagini reali, collocandole in posizioni irreali e spesso deformandole in modo innaturale. Dunque noteremo che, nonostante riesca raramente a trasmettere la commozione, c in lui qualcosa in pi di un semplice gioco meccanico di immagini, c un autentico surrealismo, ossia la trascrizione poetica della realt interiore. In conclusione la pittura surrealista di Dal una pittura illusionistica, fondata su un'intensa concentrazione di immagini legate ad ossessioni di castrazione, putrefazione, onanismo, coprofilia e impotenza.

Gli inizi
Artista precoce, Dal si avvicin alla pittura allet di dieci anni osservando i lavori di un artista impressionista e amico di famiglia, Ramon Pitxot. Pi tardi si iscriver allAccademia di Belle Arti di Madrid dove far la conoscenza di Bunel, suo caro amico ed importante collaboratore. Il periodo che corrisponde a questi anni fu per lartista unepoca di lavoro intenso, di ricerche, di esperienze umane, che inevitabilmente influenzarono il suo animo e la sua arte. Linflusso picassiano, accanto al quale vi quello della Metafisica italiana, impregn le sue tele. Dipinse anche molti paesaggi di Cadaqus e dei dintorni, i luoghi che rappresentavano una delle sorgenti pi feconde di immagini e suggestioni; egli si compiaceva di vedere legato il proprio destino alla geologia stessa di questo lembo del Mediterraneo. Le imponenti rocce degli ultimi contrafforti dei Pirenei sono il fondale grandioso di alcuni dipinti come Venere e amorini e Penya Segats - Donna davanti agli scogli, Donna sdraiata. Si tratta di scenari dellinfanzia, dal cui ricordo il pittore non si distaccher per tutta la vita. Il primo un piccolo dipinto a soggetto mitologico, pretesto per raffigurare un idillio marino nel quale compaiono luoghi e motivi che ritorneranno, con una costanza persino ossessiva, lungo tutta la produzione dell'artista. Le tormentate rocce della costa settentrionale della Catalogna, dove la catena dei Pirenei emerge dal mediterraneo acquistando i suoi aspetti pi bizzarri, faranno da sfondo a tante celebri immagini daliniane,

come egli stesso ribadir pi volte, ricordando quale importanza i luoghi incantati della sua infanzia si siano impressi nella sua sensibilit. Venere, seduta su uno scoglio e circondata da amorini che giocano tra loro,

mostra a chi guarda quelle abbondanti forme tornite di ascendenza ingresiana che tanto affascinavano Dal. Nel dipinto sono evidenti le influenze delle opere contemporanee di Picasso, soprattutto nell'immagine dell'amorino di destra, quello che porge ad Afrodite una conchiglia, il cui volto ha i tratti inconfondibili delle figure del maestro di Malaga. Ma linflusso picassiano ancor pi evidente nel secondo dipinto, Donna sdraiata. Durante il suo primo viaggio a Parigi, nell'aprile del 1926, Dal fa visita a Pablo Picasso, la cui opera gi conosceva bene, presentato dal pittore cubista Ortiz, che gli era stato presentato a sua volta da Garcia Lorca. Al suo ritorno a casa, dipinse un gruppo di opere che egli riuniva sotto la denominazione di "momento delle accademie neocubiste" e questo quadro fa parte di esse. Nello studio, pare Dal tenesse appese alcune riproduzioni di opere di Picasso, tra cui quella dell'olio "Due donne che corrono nella spiaggia". Pi che una semplice influenza, possiamo parlare in questo caso di un quadro dipinto nello stile di Picasso, tante sono le caratteristiche che lo richiamano. La monumentalit della figura, costituita per solide masse che sembrano fondersi con la roccia sottostante, dalla quale assorbono tutta la violenza, esaltata dallo scorcio che riduce l'anatomia a una geometrica struttura stellare. Il corpo, con le due potenti cupole dei seni, diventa esso stesso paesaggio. Pare che per questopera abbia usato come modello la sorella Ana Maria, identificabile nellombra che il profilo del volto proietta sul braccio, come in molti altri suoi quadri di questo periodo. Daltro canto il Cestino di pane un evidente omaggio alla tradizione pittorica spagnola con chiari riferimenti a Velazquez e Zurbaran. A quest'ultimo, soprattutto, pare che guardi l'artista per il panno su cui appoggiato il cesto, che ricorda molto da vicino la stoffa dei sai del Beato Serapione. Ma proprio la natura morta con il pane che fa pensare a Zurbaran, nella cui opera ricorre spesso il motivo del cesto. La minuziosa precisione con la quale vengono rappresentati l'intreccio del cesto e le minime protuberanze della crosta di pane, sar quasi una costante nell'opera di Dal e la si ritrover ancora nei suoi dipinti surrealisti. Vent'anni pi tardi, nel 1945, quando si trova in America, egli dipinger una seconda versione, un poco differente. Ma lasciamo alle parole dellartista linterpretazione stessa del dipinto: "Dipinsi questo quadro per due mesi consecutivi, quattro ore al giorno. In questo periodo sono accaduti i pi sorprendenti e sensazionali episodi della storia contemporanea. Quest'opera fu completata un giorno prima della fine della guerra. Il pane stato sempre uno dei soggetti feticisti ed ossessivi pi antichi delle mie opere, quello a cui sono rimasto pi fedele. Diciannove anni fa dipinsi lo stesso soggetto. Se mettiamo a confronto attentamente due opere, possibile studiare tutta la storia della pittura, dal fascino lineare del primitivismo fino all' iperestetismo stereoscopico. Quest'opera tipicamente realista quella che ha soddisfatto di pi la mia immaginazione. Eccovi un dipinto sul quale non si pu dire nulla: l'enigma assoluto!".

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Il periodo surealista

Il gioco lugubre (1929)


Il gioco lugubre mescola tematiche ricorrenti nei suoi quadri, scelte tra le pi sconvolgenti. La tela in questione, ispirata da una forte credenza nelle teorie freudiane, in particolare dalla lettura dellopera Linterpretazione dei sogni, raffigura in modo inquietante simboli relativi alle fobie infantili, ai sensi di colpa, relitti di immagine religiose e in particolare le onnipresenti allegorie sessuali. Al centro la grande testa, gi presente in dipinti dellautore, che alcuni identificano come un suo autoritratto, ha una enorme cavalletta posata dove dovrebbero trovarsi le labbra, che qui per sostituita da alcune pliche della pelle; sopra e sotto di essa fluttuano sogni e ricordi rimossi, tra cui si nota un'enorme presenza di elementi sessuali. Tra questi, una mano che tiene tra le dita la sigaretta (di suo padre, Dal dice che fumava sempre), posteriori femminili dal colore rosso acceso, una serie di borghesi cappelli con la tesa. A sinistra, su un piedistallo, vi una statua, di richiamo dechirichiano, la cui enorme mano un'allegoria dell'autoerotismo, mentre il senso di vergogna che accompagna tale pratica esplicitato in essa nel gesto di coprirsi il viso. Ma la figura pi angosciante all'interno del quadro l'uomo in basso a destra: con le sue mutande macchiate di escrementi, l'espressione perversa del volto e uno straccio insaguinato in mano (simbolo dell'evirazione) sconvolse perfino gli altri aderenti al Surrealismo.

La persistenza della memoria (1931)


Questo dipinto, noto anche con il titolo Gli orologi molli, uno dei pi famosi ed enigmatici di Dal. Egli raccont che una sera aveva mangiato un formaggio Camembert tanto maturo da squagliarsi che laveva indotto a meditare sullidea della consistenza delle cose. Prima di andare a letto, si ferm a guardare il dipinto sul quale stava lavorando, una veduta della baia di Port Lligat al crepuscolo, e si rese conto che cera bisogno di qualcosa che caratterizzasse lopera: gli venne improvvisamente lidea degli orologi che si liquefanno e li aggiunse nelle due ore successive. La figura centrale, il volto dalle lunghissime ciglia che ricorre ossessivamente in tutti i dipinti di questo periodo, si ispira a una bizzarra roccia che il pittore aveva visto a capo Creus, la cui forma era assai vicina a quella di questa figura oppure anche interpretata come un autoritratto di Dal. Gli scogli aguzzi della Costa Brava sullo sfondo e la totale desolazione dellalbero suggerisce il distruttivo trascorrere del tempo. Dal associa e deforma liberamente gli orologi della persistenza della memoria: i due dilatati ricordano che la durata di un evento pu essere dilatata nella memoria, secondo quanto sosteneva lo stesso Bergson, il terzo orologio deformato il simbolo del modo in cui la vita distorce la forma geometrica e lesattezza matematica del tempo meccanico. Questi tre orologi deformati dalla persistenza della memoria, sul punto di sciogliersi al sole, rappresentano, perci, laspetto psicologico del tempo, il cui trascorrere, nella soggettiva percezione umana, assume una velocit e una connotazione diversa, interna, che segue solo la logica dello stato danimo e del ricordo. Lunico orologio non deformato dalla persistenza della memoria ricoperto di formiche, che sembrano divorarlo, quasi ad indicare lannullamento di un tempo cronologico e dello strumento razionale per eccellenza che ha sempre permesso di misurare il tempo e di dividerlo in modo da piegarlo alle esigenze pratiche e quotidiane.

Reminiscenza archeologica dellAngelus di Millet (1935)


L'Angelus un dipinto realizzato dal pittore Jean-Franois Millet. Il soggetto pittorico composto da una coppia di contadini che interrompono il lavoro al suono delle campane che annunciano l'Angelus, mostrati nella loro devozione, intenti nella preghiera. L'Angelus stato frequentemente riprodotto su diversi oggetti e supporti e copiato e reinterpretato da altri artisti nel XIX e XX secolo. Salvador Dal, in particolare, era talmente affascinato da questo lavoro da consacrare ad esso un intero libro intitolato Il tragico mito dell'Angelus di Millet. Nel suo libro Dal afferma che si era presentata d'improvviso al suo spirito, senza che alcun ricordo recente n associazione cosciente possa darne un'immediata spiegazione, l'immagine dell'Angelus di Millet. Tale immagine costituisce una rappresentazione visiva nettissima e a colori. pressoch istantanea e non d seguito ad altre immagini. Ne sono grandemente impressionato, grandemente turbato, poich, nonostante che nella mia visione di tale immagine tutto "corrisponda" esattamente alle riproduzioni del quadro da me conosciute, essa "mi appare" nondimeno assolutamente modificata e carica di una tale intenzionalit latente che l'Angelus di Millet diventa "d'improvviso" per me l'opera pittorica pi inquietante, pi enigmatica, pi densa, pi ricca di pensieri inconsci che sia mai esistita ". Attraverso una straordinaria serie di associazioni istantanee, Dal applica qui magistralmente il suo metodo, "un metodo spontaneo di conoscenza irrazionale basato sull'associazione critico-interpretativa dei fenomeni deliranti", al celebre quadro di Jean-Franois Millet.

Metamorfosi di Narciso (1937)


Il quadro , come tutti quegli di Dal, ricco di particolari e complesso nella forma. Leggendolo da sinistra a destra, ritroviamo una figura accovacciata (Narciso), il quale, con la sua posa statuaria simile ad un blocco marmoreo, troneggia sullo specchio dacqua lucida del lago sottostante, e spostandoci verso destra avviene la metamorfosi citata nel titolo, con la trasformazione in un doppio, una gigantesca mano rocciosa sulla cui punta del pollice sta in equilibrio un uovo con una crepa da cui nasce il fiore che porta il nome del personaggio mitologico. La trasformazione non immediata, ma basata su una narrazione consecutiva evidente nei passaggi cromatici: si passa dai colori opachi che danno un senso di leggerezza e di evanescenza ad una presenza di colori pi spenti nella resa pittorica, arrivando ad un realismo che simbolo del risveglio graduale dopo una visione, la quale appare nei sogni ed sintomo dellinconscio umano. La ricchezza di figure di nudi sullo sfondo caratterizzati da pose classicheggianti richiamano larte rinascimentale (ci deriva da un viaggio in Italia compiuto dal pittore nel 1936). In questo quadro si rileva un uso continuo del metodo critico-paranoico, ossia la descrizione di un oggetto mediante il suo ricordo onirico, miscuglio di coscienza, paranoia e cassetti mentali. Limmagine mostrata come ponte fra realt e illusione, in una fitta trama tra verit ed inganno, con un

lento passaggio dal corpo di Narciso, piegato in posizione fetale, emblema della ricerca della solitudine che vi nel grembo materno, figura gigantesca che si riflette parzialmente in un lago invaso da una dorata luminescenza, la quale riproduce latto della nascita, fino alla sagoma della mano, avente la sua stessa fisionomia, che tiene in equilibrio un uovo crepato da cui nasce il fiore narciso. Questultima figura richiama alla mente un quadro del 1937, opera di Pablo Picasso, intitolato Guernica, dove nella parte bassa della tela si nota una mano che impugna una spada spezzata da cui nasce un fiore, evidente simbolo della possibilit di riscatto delluomo (la speranza che insita nella natura umana), mentre nel quadro di Dal il fiore solo lultima propaggine di un percorso chiuso, impregnato sullamore verso se stessi, che pu sfociare nellomoerotismo, tematica resa dal pittore mediante la figura della mano, che indica latto della masturbazione. Inoltre, essa anche simbolo di morte, tema caro al pittore e qui accentuato dalla presenza di formiche sulla base del pollice, rappresentazione della decomposizione e dellinesorabile avanzare della fine della vita, e dal gusto per la rappresentazione in un angolo quasi nascosto di uno sciacallo, intento a divorare una carogna. Lintera opera permette allo spettatore di assistere allinesorabile processo a cui vanno incontro coloro che si chiudono nellegoismo e nel vanaglorioso culto personale, incapaci di dare dei reali contributi al progresso, destinando la loro esistenza ad una metamorfosi, che si esemplifica con lannullamento del proprio essere e che finisce per identificarsi con una sparizione, in Narciso, la sparizione di tutti i tratti caratteristici dellanimo umano, assenti nel fiore.

Apparizione del volto e del piatto di frutta sulla spiaggia (1938)


Questa una delle applicazioni pi fantasiose della doppia immagine, un tema che affascinava moltissimo Dal, dove la combinazione delle figure fa apparire pi cose simultaneamente. Dal scrisse: Attraverso un processo nettamente paranoico possibile ottenere unimmagine doppia, rappresentazione di un oggetto che, senza la minima modificazione figurativa o anatomica, sia al tempo stesso la rappresentazione di un oggetto assolutamente diverso. Al centro del dipinto, un viso si trasforma in un piatto di frutta, che a sua volta parte del cane che riempie il resto della tela. Nello stesso anno, Dal realizz un dipinto simile: Linvisibile afgano con lapparizione sulla spiaggia del viso di Garcia Lorca nella forma di un piatto di frutta con tre fichi. Egli spieg come le immagini doppie potessero diventare triple e quindi multiple: La doppia immagine pu essere estesa dallavanzata panoramica, per cui basta unaltra idea dominante perch si crei una terza immagine, e cos via: il numero di immagini si fermer soltanto per un calo della capacit panoramica della mente.

Sogno causato dal volo di unape intorno a un melograno, un attimo prima del risveglio (1944)
Dal, che si dimostra ancora una volta un appassionato lettore di Freud, ha qui voluto illustrare una delle scoperte dello scienziato intorno al meccanismo dei sogni, e precisamente il fatto che a volte si inseriscano nel sogno stimoli derivati da avvenimenti esterni, quali vengono immediatamente integrati in esso con assoluta coerenza. In questo caso Gala, distesa e quasi fluttuante su uno scoglio, che si risveglia dal sogno proprio nel momento in cui il ronzio di unape che vola intorno a un melograno le evoca limmagine di un altro enorme melagrano da cui fuoriesce un pesce che "genera" due tigri dietro a una baionetta pronta a pungerla. La sequenza del racconto onirico viene rappresentata da Dal attraverso le immagini spesso assurde che si vedono in sogno, come lelefante in secondo piano, dalle sottili, lunghissime zampe aracnoidi. Questa bizzarra immagine, derivata dalla scultura di Gian Lorenzo Bernini dellelefante che regge sul dorso lobelisco, nella piazza di Santa Maria sopra Minerva a Roma, ritorner in altri dipinti del maestro catalano, come nelle Tentazione di santAntonio.

Il soggetto della donna sdraiata sulle rocce in alcuni dipinti e disegni del 1926, ma il potente espressionismo di quelle figure ha ceduto qui il passo a una forma di languido classicismo che avr modo di oggettivarsi nella serie di nudi dalla resa vagamente fotografica.

La tentazione di SantAntonio (1946)


Questo dipinto fu realizzato in occasione di una gara organizzata da Albert Levin, un produttore cinematografico americano che cercava unimmagine per un film tratto dal romanzo di Guy De Maupassant, Bel Ami, storia di un giovane egoista e sensuale (la gara fu alla fine vinta dal surrealista Max Ernst). SantAntonio abate fu un eremita del IV secolo che, per la sua vita ascetica, soffr di numerose allucinazioni di donne seducenti e demoni scatenati che ne misero a dura prova la fede. I pachidermi che animano i suoi sogni-visioni hanno esilissime prolunghe al posto delle gambe. I quattro elefanti trasportano gli emblemi della tentazione: Il primo elefante porta sul dorso un calice da cui emerge una voluttuosa donna nuda che ostenta i seni: un simbolo di libidine. La chiesa in miniatura che apre i battenti per mostrare il torso nudo di una donna stata interpretata come lo spirito perverso del materialismo. Molto vicino (quasi a trascinarli come su una stessa mensola) un edificio a pianta centrale vetusto, sul cui tetto vaga Ade. Sul fondo si intravede fra le nuvole unimmagine dellEscorial (famoso monastero reale in Spagna), che suggerisce lunione tra potere spirituale e temporale. Il cavallo che inizia la parata pu avere varie connotazioni simboliche nellarte: qui rappresenta la sensualit sfrenata. Mentre tutti vagano verso lovest, il primo elefante e il cavallo avanzano verso il Santo, in direzione sud, che si difende con lunica arma possibile: il crocifisso ricavato da due legni uniti da una corda.

La Madonna di Port Lligat (1950)


Questa nuova tela inaugura una nuova fase nella pittura di Dal, segnata da un recupero della tradizione della Chiesa cattolica e da un massiccio ingresso dei soggetti religiosi nei suoi quadri. Il suo nuovo entusiasmo per la religione lo indusse anche a richiedere unudienza al papa Pio XII, al quale present una versione di dimensioni pi contenute di questo stesso quadro. Ispirata alle pale rinascimentali e soprattutto alla pala di Brera di Piero della Francesca (nel gesto della Madonna, ma anche nel misterioso uovo sospeso e nella conchiglia, che qui per rovesciata) presenta molte caratteristiche che si erano annunciate in quadri precedenti di Dal, quali la Leda atomica e Separazione dellatomo. Il carattere saliente di tutti questi dipinti rappresentato dalla separazione dei diversi elementi della composizione, che appaiono come sospesi nello spazio, tenuti in equilibrio da misteriose forze

di attrazione e repulsione, alla maniera degli elementi costitutivi degli atomi. Il quadro presenta una singolare mescolanza di immagini, alcune delle quali divenute ormai una costante nei suoi quadri, come la figura di Gala, replicata qui ben tre volte, e la veduta della baia di Port Lligat. Altre sono un recupero di antichi motivi daliniani, come il pesce, le conchiglie e soprattutto il pezzo di sughero appeso al chiodo. Altre ancora, anticipazione di ossessioni future, come il rinoceronte con il corno spezzato, nel piedistallo della Vergine. proprio intorno al corno del rinoceronte che Dal costruir tutta una sua stravagante teoria sullaffinit tra la spirale logaritmica (alla base di molte strutture vegetali e animali) e il dipinto La merlettaia di Jan Vermeer, conservato al Louvre.

Il Cristo di San Juan de la Cruz (1951)


Queato , forse, il pi spettacolare dei dipinti religiosi di Dal e uno dei suoi pi famosi in assoluto per loriginalit dello scorcio ardito e una indubbia abilit nella tecnica esecutiva. Egli disse di essersi ispirato a un dipinto mistico spagnolo del XVI secolo San Juan de la Cruz, che disegn una crocifissione mentre si trovava in uno stato di estasi mistica, e a unimmagine che aveva visto durante un sogno, di un cerchio contenuto in un triangolo. Questa figura, nella quale egli credette di riconoscere il nucleo dellatomo, successivamente acquis un significato metafisico; cio lunit delluniverso: Cristo! Poi, grazie a padre Bruno, osserv da vicino la figura di Cristo disegnata da San Juan de la Cruz. Allora concep una forma geometrica comprendente un triangolo e un cerchio, la somma ascetica totale di tutte le mie precedenti esperienze, e mise il Cristo al centro del triangolo. Un aspetto originale dellinvenzione la mancanza sil Cristo dei simboli tradizionali della Passione, come la corona di spine e i chiodi nelle mani e nei piedi. Dal giustifica queste omissioni con volont di dipingere Cristo bello come un dio quale Egli era veramente. Per realizzare la figura del Cristo, Dal prese un modello che guardava dallalto attraverso un pavimento di vetro. Per le due piccole figure in basso, si bas sulle opere di due artisti del XVII secolo che ammirava molto: per quella a sinistra si ispir a un disegno di Diego Velzquez, per quella a destra (vicino alla barca) a un dipinto di Louis Le Nain. Sullo sfondo, si vede la spiaggia di Port Lligat, il paese dove egli viveva.

Oltre la pittura
Oltre ad essere un brillante pittore Dal fu anche scultore, scrittore, cineasta e designer. Nel periodo americano produsse molti oggetti soprattutto per guadagno pi che per arte, riuscendo cos a conciliare l' arte applicata all' industria con la volont di liberare gli oggetti dalla schiavit della loro funzione. Nascono cos varie opere come la Giacca afrodisiaca decorata con veri bicchieri o il Divano modellato sulle labbra di Mae West, che risponde alle visionarie predizioni di Breton per il quale la donna smontabile e dissociata nei suoi attributi corporali incarner il nuovo ideale erotico; opera darredamento destinata alla produzione in serie. Altre opere di questo genere sono il telefono col ricevitore a forma di aragosta, la spilla Ruby lips e quella ad Occhio-orologio. Dal si occup anche di fotografia e cinematografia, per questultimo ambito possiamo prendere in considerazione la produzione del film surrealista Un chien andalou del 1928, con lamico Buuel. Ritenuto un poema in immagini apertamente anti-narrativo, "un disperato, un appassionato appello al delitto" (cos il regista lo ha definito), una vertiginosa immersione negli abissi dell'inconscio. A partire dal titolo: slegato, in piena tradizione surrealista, dalle immagini del film, la traduzione in francese di "Un perro andaluz", dalla raccolta di scritti che, realizzata da Buuel al "Romancero" di Garcia Lorca, ne rappresenta una sorta di negativo. E il "cane" in questione pu essere un epiteto rivolto al poeta, che proviene dall'Andalucia. A fronte di una poesia convenzionale, ricca di immagini splendenti, bucoliche e vitali, Dal e Buuel aspirano a un cinema rivoluzionario, concreto, prosaico, quasi funereo. Per quanto non si vuole attribuire riferimenti culturali definiti, altamente probabile che i due registi abbiano bene in mente il Primo Manifesto del Surrealismo e in particolare il tema della "bellezza convulsa" di Lautramont. La sequenza di apertura tra le pi celebri della storia del cinema: la nuvola e l'occhio tagliato. Tutto sconvolge ed affascina in questo cortometraggio: la luna foriera di sventura, l'atto del taglio quale simbolo di iniziazione, o di castrazione, la necessit di guardare oltre la superficie delle cose, per addentrarsi nei meandri dell'inconscio. La presenza dello stesso Buuel nelle vesti dell'attore che impugna la lama (l'occhio tagliato invece quello di un vitello), nonch il montaggio relativamente classico della prima scena, contrapposto a quello pi libero del resto del film, rafforzano questi sentimenti. La trama del film: essa si snoda grazie al sintagma surrealista della "concatenazione", semplice giustapposizione di elementi incongrui, e procede per analogie, associazioni e dissociazioni, contrapposizioni, volte a creare un effetto straniante. Quest'ultimo ottenuto con espedienti quali dissolvenze, rallenty, sovrapposizioni, presenti tuttavia in misura limitata rispetto alle coeve opere di avanguardia. Gli autori ci presentano la loro opera come se fosse realizzata con il preciso intento di non obbedire ad alcuna regola se non a quelle dell'inconscio, ma non del tutto cos assoluta come testimoniano i ripetuti riferimenti ad altri artisti. Le citazioni pi

evidenti sono: La merlettaia" di Vermeer e l'"Angelus" di Millet. Importante la scena del "doppio", quando il protagonista si imbatte in un altro se stesso ed arriva ad ucciderlo. L'origine di tale incubo autobiografica: deriva dell'ossessione di Dal verso un suo fratello morto di cui ha ereditato il nome. Nell'assassinio dell'alter-ego la critica ha visto il tema freudiano del ritorno all'infanzia; in generale, tutto il film mostra le difficolt del superamento del passato e della liberazione dai pesi della societ.

Bibliografia e sitografia

I classici dellarte Il Novecento DAL Rizzoli Galleria darte Dal vol.5 Deagostini Dal edizione editalia http://democramente.altervista.org/ http://www.ondacinema.it/film/recensione/chien_andalou http://www.academyfanclub.altervista.org/viewtopic.php? p=9483&sid=8eb8d19845de891da27088888f0670f9 P. Adorno A. Mastrangelo DellArte e degli Artisti DAnna http://it.wikipedia.org/wiki/Salvador_Dal%C3%AD http://it.wikipedia.org/wiki/L'Angelus http://voxnova.altervista.org/dali.html

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