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Il Fascismo

1. LA CRISI DEL DOPOGUERRA

Nel 1919 a Versailles → Conferenza di Pace tra le potenze vincitrici della


guerra.
Secondo il Patto Di Londra
→ l’Italia avrebbe dovuto avere la Dalmazia, lasciando Fiume agli
Austro-ungarici. Al tavolo delle trattative per conto dell'Italia c'erano Vittorio
Emanuele Orlando e il ministro degli esteri Sidney Sonnino.
→ nuovo stato Jugoslavo rivendico la regione dalmata
Wilson (America) che non era vincolato da nessun patto si mostrò intransigente
nei confronti dell'italia, la quale si ritirò dal tavolo delle trattative in segno di
protesta.
Si dice infatti che l’Italia subì una vera e propria VITTORIA MUTILATA.

Il governo Orlando si dimette; viene eletto presidente del consiglio Francesco


saverio Nitti, un democratico, che si trovò a dover contrastare le manifestazioni
di nazionalisti e atteggiamenti provocatori di Gabriele D'Annunzio
(occupazione della città di Fiume nel settembre del 1919). Nel 1920 tornò al
governo Giolitti che si impegnò a risolvere la crisi jugoslava con la firma del
trattato di Rapallo (La Dalmazia alla Jugoslavia, eccetto Zara; l'Istria all'Italia.
Fiume divenne uno Stato libero e indipendente tutelato dalla Società delle
Nazioni).

Le conseguenze sociali ed economiche della guerra toccarono principalmente i


ceti sociali deboli che avevano fino a quel momento svolto una funzione
importante al fronte: piccola e media borghesia e i piccoli proprietari terrieri.
➔ elevato numero di caduti e invalidi
➔ aumento del debito pubblico
➔ svalutazione della lira (che perse quasi il 40% del suo valore) e inflazione
galoppante

Durante la guerra molto spesso si era parlato dello slogan “terra ai contadini”,
un avere propria strategia messa in atto dal governo per incitare i contadini a
resistere al fronte. Nonostante l'Italia a quel tempo fosse un paese
prevalentemente agricolo i 9/10 dei proprietari terrieri possedevano soltanto 1
ettaro di terra che non era abbastanza nemmeno per svolgere un'agricoltura di
sussistenza: i piccoli proprietari terrieri erano costretti ad affittare i fondi dei
medi e grandi proprietari oppure lavorare come braccianti.

Durante la guerra lo Stato aveva promosso lo sviluppo della grande industria


accentrando nelle sue mani il controllo e la gestione economica. Era necessaria
una riconversione della produzione che determinò una crescente
disoccupazione. Si svilupparono le lotte sociali.
Nacquero nuovi sindacati
→ la confederazione Generale dei lavoratori (CGL)
→ la confederazione italiana dei lavoratori (CIL)
che indirono scioperi.
In questo movimento si affacciò anche il cosiddetto bolscevismo bianco: gruppi
di militanti cattolici che proponevano soluzioni simili a quelle dei socialisti.

Le lotte miravano ad ottenere :


➔ aumenti salariali;
➔ parziale redistribuzione delle terre;
➔ giornata lavorativa di otto ore.

Nel 1919 Don Luigi Sturzo fonda il partito popolare italiano (PPI) che segnò
l'inizio del coinvolgimento diretto dei cattolici nella vita politica del paese.
il programma
→ si rivolgeva soprattutto ai piccoli proprietari terrieri
→ furono avanzate proposte di riforme sociali da attuarsi pacificamente.
Differenza con i socialisti: Sturzo non accettò la critica alla proprietà privata e la
visione conflittuale dei rapporti tra le classi sociali
Differenza con i liberali: Sturzo lamentò la scarsa attenzione alla questione del
decentramento del potere politico e del disinteresse verso le misere condizioni
di vita di molti lavoratori.
Importante per la riuscita del suo progetto fu l’ aconfessionalismo: il consenso
al partito non doveva essere basato sull'appartenenza ecclesiale ma doveva
riguardare un'adesione per quanto riguarda il programma politico e elettorale.
Sempre nel 1919 nacque un nuovo movimento chiamato Fasci di
combattimento fondato da Benito Mussolini, avente ideologie prettamente di
sinistra e battendosi per radicali riforme sociali.
Il manifesto politico fu chiamato programma di Sansepolcro:
➔ minimo salariale;
➔ giornata lavorativa di otto ore;
➔ gestione dell'impresa estesa anche ai rappresentanti dei lavoratori;
➔ imposta progressiva sul capitale;
➔ estensione del voto alle donne.
In poco tempo il movimento si caratterizzò per l'aggressività verbale dei suoi
membri e la violenza della loro condotta.

2. BIENNIO ROSSO IN ITALIA

Nel novembre del 1919 si tennero le elezioni che rivoluzionarono il quadro


politico italiano:
➔ introduzione del sistema proporzionale (voluto da socialisti e popolari);
➔ confronto diretto tra le diverse liste di partito.
Risultarono vincenti i due partiti di massa meglio organizzati: partito socialista
(primo partito) e partito popolare (secondo partito).
Questi risultati non diedero stabilità al paese anzi ne aumentarono le difficoltà in
quanto il PSI rifiutò qualsiasi collaborazione con i governi borghesi.

1920 → occupazione delle fabbriche, dovuta al rifiuto da parte degli


industriali della richiesta fatta dal sindacato dei metalmeccanici riguardante il
rinnovo del contratto per ottenere aumenti salariali.
Ciò portò alla proclamazione di uno sciopero bianco (gli operai entravano in
fabbrica ma non lavoravano) → chiusura degli stabilimenti.

Quando nel 1920 tornò Giolitti a sostituire Nitti egli assunse un atteggiamento
neutrale nei confronti dell'occupazione, rifiutandosi di utilizzare la forza per
sgomberare gli stabilimenti.
Egli agì attraverso un'opera di mediazione tra CGL e industriali, garantendo
gli aumenti salariali e in cambio lo sgombero delle fabbriche.

I massimalisti guidati da Giacinto Menotti Serrati presero come modello la


rivoluzione russa.
I riformisti contavano invece su personalità come Turati e Treves: rifiutarono
il metodo rivoluzionario ma non riuscirono a far prevalere la propria linea di
partecipazione al governo.
Al congresso di Livorno le contraddizioni esplosero e Lenin si impose affinché
venissero applicati i 21 punti approvati dal comintern.
A questo punto la corrente guidata da Gramsci si staccò dal partito socialista e
fondò il partito comunista d'Italia, ispirato al modello sovietico, formato da
rivoluzionari professionali.

3. LA MARCIA SU ROMA

Nonostante l'indebolimento scaturito dal biennio rosso, nelle campagne i


contadini soprattutto di Val padana e Puglia erano riusciti a ottenere risultati in
quanto si erano stabiliti i contratti tra associazioni e proprietari.
Questo sistema poteva sembrare solido, ma era caratterizzato da divisioni:
→ i salariati: miravano alla socializzazione della terra
→ i mezzadri e piccoli affittuari: speravano di riuscire a diventare proprietari
terrieri.

A Bologna un evento segnò la nascita del fascismo agrario: il giorno


dell'insediamento del consiglio comunale a palazzo d'Accursio, quando il
sindaco si affacciò sulla piazza per salutare partirono dalla folla dei colpi di
pistola.
Tra il 20 e il 21 ci fu la svolta: venne accantonato il programma di
Sansepolcro e furono costituite formazioni paramilitari (squadre d'azione) per
intimidire il movimento socialista.
➔ ex combattenti;
➔ giovani;
➔ piccola borghesia.
Il successo dello squadrismo si deve alla neutralità e all'atteggiamento
indifferente delle forze dell'ordine.

A maggio del 1921 Giolitti accettò la composizione di liste comunali, formate


da liberali e fascisti (i quali ricorrevano alla guerra durante la campagna
elettorale).
A novembre 1921 Mussolini trasformò il movimento fascista in partito
nazionale fascista (PNF), con il quale cercava di proporsi come leader politico
affidabile.

Modificò il partito fascista


➔ dichiarandolo favorevole alla monarchia
➔ sostenendo l'economia liberista invece del capitalismo
➔ affermando che il partito di Don Luigi Sturzo era rivoluzionario.
Il 24 ottobre del 1922 riunì a Napoli le camicie nere in vista della marcia su
Roma. Facta chiese al re Vittorio Emanuele III di firmare e proclamare lo stato
di assedio. Il re si rifiutò e il 28 ottobre Mussolini entra a Roma. Il 30 ottobre
riceve l'incarico dal re di formare un governo.

4. DALLA FASE LEGALITARIA ALLA DITTATURA


Mussolini, una volta salito al potere, abbandonò la politica economica di
Giolitti, sciolse le amministrazioni comunali in mano socialisti e popolari e
adottò delle misure per rivalutare la lira.
Mussolini riceveva delle proposte per porre fine alla violenza come arma di
lotta politica e creò la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale
legalizzando lo squadrismo e trasformandolo in forza armata.

In questo periodo vanno ricordate due riforme


➔ la riforma della scuola sotto la responsabilità di Giovanni gentile
➔ la legge Acerbo che riformava il sistema elettorale in senso
maggioritario.

Nel 1924 il segretario del partito socialista Matteotti nel suo discorso denunciò
le violenze delle squadre fasciste. Il 10 giugno fu rapito da Roma e ucciso a
pugnalate.
Gli esecutori furono arrestati ma non furono mai trovati i mandanti. Si formò la
secessione dell'Aventino ovvero l'opposizione che sperava che il re ritirasse la
fiducia in Mussolini, ma il re non prese iniziativa.

L'assassinio di Matteotti segnò la morte della democrazia e la nascita della


dittatura fascista.

5. ITALIA FASCISTA
Il fascismo fece approvare delle leggi che lo trasformarono in una dittatura: le
leggi fascistissime. Queste leggi portarono delle modifiche alle istituzioni
all'amministrazione e allo Stato di diritto.
➔ modifiche alle istituzioni:
- tutti i partiti politici diventano fuorilegge
- il capo del governo risponde solo di fronte al re
- il capo del governo ha potere legislativo
- i cittadini possono votare una lista unica di candidati scelti dal gran
consiglio del fascismo.
➔ modifiche amministrative:
- la carica di sindaco viene sostituito da quella di podestà (nominato
dal governo)
- viene fondata l'OVRA, polizia segreta per la repressione e arresto
di antifascisti
- Tribunale Speciale per la difesa dello stato.
➔ modifiche allo stato di diritto :
- limitazione di libertà di stampa e di associazione
- abolizione del diritto di sciopero
- vengono messe fuorilegge tutte le organizzazioni sindacali
- censura della stampa e assunzione del controllo dei giornali da
parte del governo.

Per ottenere un posto nell’amministrazione pubblica o per conquistare


promozioni o privilegi divenne obbligatorio possedere la tessera del partito.
Furono create organizzazioni per coinvolgere i giovani :
- Opera Nazinale Dopolavoro, che proponeva gite e gare sportive nel
tempo libero;
- Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), stimolava e controllava
le attività sportive;
- Fasci Giovanili;
- Gruppi Universitari Fascisti (GUF);
- Opera Nazionale Balilla (ONB).

Nel 1927 venne fondato un ente radiofonico (EIAR) che si occupo della
gestione della radio come nuovo potentissimo mezzo di comunicazione
massiccia. Anche il cinema fu ampiamente sfruttato per fini propagandistici.
Nel 1929 si conclusero le trattative tra governo e Santa Sede (Cardinale
Gasparri) con la firma dei Patti Lateranensi. Il documento si compone di tre
parti :
➔ trattato internazionale, con il quale lo stato italiano veniva riconosciuto
dalla chiesa.
➔ convenzione finanziaria, che impegnava l’italia a versare un'indennità al
Vaticano
➔ concordato
- imponeva la religione cattolica come religione dello stato
- regolamentò l’insegnamento della religione nelle scuole
- garantì libertà alla chiesa nell'amministrazione dei beni
ecclesiastici.
Papa Pio XI fu soddisfatto dell’accordo, mentre Don Sturzo dimostrò amarezza
per la conciliazione.

La politica economica fascista fu di stampo liberista. Il programma economico


messo in atto non risultò sufficiente perciò Mussolini decise di cambiare linea
politica adottando misure protezionistiche.

Uno dei più importanti provvedimenti economici fu l’aumento del dazio sui
cereali, accompagnata dalla cosiddetta battaglia del grano.
Nel 1928 venne iniziato il progetto di bonifica integrale delle maggiori zone
paludose italiane. Ci furono interventi nell’Agro Pontino. Questo fu il primo
passo della politica dell’autarchia (che significa autosufficienza).

Secondo Mussolini i datori di lavoro e i lavoratori dovevano collaborare


nell’interesse della nazione: Questa posizione ideologica fu chiamata
corporativismo. L’ordinamento corporativo fu enunciato in modo ufficiale
dalla Carta del Lavoro del 1927: tutti i settori avrebbero dovuto organizzarsi in
corporazioni.

Per fronteggiare gli effetti della crisi economica fu istituito l’Istituto Mobiliare
Italiano (IMI), capace di prendere il posto delle banche. Fu creato l’Istituto
per la Ricostruzione Industriale (IRI).

Il governo italiano decise di invadere l’Etiopia nell’ottobre 1935.


Successivamente alla conquista la Società delle Nazioni condannò l’italia in
quanto aggressore di un altro paese membro; vennero anche decretate sanzioni
economiche al paese e imposto il divieto di vendita di beni militari.
Le sanzioni non vennero mai rispettate e servirono soltanto per far accrescere il
consenso a Mussolini .

Dal punto di vista economico l’occupazione non porto benefici, dal punto di
vista politico però si mostrò un successo dal momento che le sanzioni furono
ritirate e venne riconosciuto l’Impero italiano d’Africa da Gran Bretagna e
Francia .

La più grave conseguenza della guerra etiope fu il patto di amicizia tra Italia e
Germania (che aveva appoggiato la conquista coloniale italiana) firmato
nell’ottobre 1936 (Asse Roma-Berlino).
questo fu il periodo in cui l’Italia si adeguò alle decisioni del fuhrer tedesco
anche nella promulgazione di leggi razziali contro gli Ebrei. Essendo l’italia
però la sede della Chiesa, questa influiva molto con le sue ideologie nelle
decisioni della popolazione: il governo fascista perse consensi e si iniziò ad
incamminare verso una profonda crisi che sfocerà nella II guerra mondiale.

6. ITALIA ANTIFASCISTA
Dal 1926 l’opposizione al fascismo divenne un reato. Molti filosofi lasciarono
gli studi e adottarono uno stile di vita che si discostasse da atteggiamenti
antifascisti.
Un’eccezione fu il filosofo Benedetto Croce, che se inizialmente era un
simpatizzante del regime, e per questo tollerato, nel 1925 pubblicò il Manifesto
degli Intellettuali antifascisti in cui condannò Mussolini e la sua ideologia.

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