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Durante la guerra molto spesso si era parlato dello slogan “terra ai contadini”,
un avere propria strategia messa in atto dal governo per incitare i contadini a
resistere al fronte. Nonostante l'Italia a quel tempo fosse un paese
prevalentemente agricolo i 9/10 dei proprietari terrieri possedevano soltanto 1
ettaro di terra che non era abbastanza nemmeno per svolgere un'agricoltura di
sussistenza: i piccoli proprietari terrieri erano costretti ad affittare i fondi dei
medi e grandi proprietari oppure lavorare come braccianti.
Nel 1919 Don Luigi Sturzo fonda il partito popolare italiano (PPI) che segnò
l'inizio del coinvolgimento diretto dei cattolici nella vita politica del paese.
il programma
→ si rivolgeva soprattutto ai piccoli proprietari terrieri
→ furono avanzate proposte di riforme sociali da attuarsi pacificamente.
Differenza con i socialisti: Sturzo non accettò la critica alla proprietà privata e la
visione conflittuale dei rapporti tra le classi sociali
Differenza con i liberali: Sturzo lamentò la scarsa attenzione alla questione del
decentramento del potere politico e del disinteresse verso le misere condizioni
di vita di molti lavoratori.
Importante per la riuscita del suo progetto fu l’ aconfessionalismo: il consenso
al partito non doveva essere basato sull'appartenenza ecclesiale ma doveva
riguardare un'adesione per quanto riguarda il programma politico e elettorale.
Sempre nel 1919 nacque un nuovo movimento chiamato Fasci di
combattimento fondato da Benito Mussolini, avente ideologie prettamente di
sinistra e battendosi per radicali riforme sociali.
Il manifesto politico fu chiamato programma di Sansepolcro:
➔ minimo salariale;
➔ giornata lavorativa di otto ore;
➔ gestione dell'impresa estesa anche ai rappresentanti dei lavoratori;
➔ imposta progressiva sul capitale;
➔ estensione del voto alle donne.
In poco tempo il movimento si caratterizzò per l'aggressività verbale dei suoi
membri e la violenza della loro condotta.
Quando nel 1920 tornò Giolitti a sostituire Nitti egli assunse un atteggiamento
neutrale nei confronti dell'occupazione, rifiutandosi di utilizzare la forza per
sgomberare gli stabilimenti.
Egli agì attraverso un'opera di mediazione tra CGL e industriali, garantendo
gli aumenti salariali e in cambio lo sgombero delle fabbriche.
3. LA MARCIA SU ROMA
Nel 1924 il segretario del partito socialista Matteotti nel suo discorso denunciò
le violenze delle squadre fasciste. Il 10 giugno fu rapito da Roma e ucciso a
pugnalate.
Gli esecutori furono arrestati ma non furono mai trovati i mandanti. Si formò la
secessione dell'Aventino ovvero l'opposizione che sperava che il re ritirasse la
fiducia in Mussolini, ma il re non prese iniziativa.
5. ITALIA FASCISTA
Il fascismo fece approvare delle leggi che lo trasformarono in una dittatura: le
leggi fascistissime. Queste leggi portarono delle modifiche alle istituzioni
all'amministrazione e allo Stato di diritto.
➔ modifiche alle istituzioni:
- tutti i partiti politici diventano fuorilegge
- il capo del governo risponde solo di fronte al re
- il capo del governo ha potere legislativo
- i cittadini possono votare una lista unica di candidati scelti dal gran
consiglio del fascismo.
➔ modifiche amministrative:
- la carica di sindaco viene sostituito da quella di podestà (nominato
dal governo)
- viene fondata l'OVRA, polizia segreta per la repressione e arresto
di antifascisti
- Tribunale Speciale per la difesa dello stato.
➔ modifiche allo stato di diritto :
- limitazione di libertà di stampa e di associazione
- abolizione del diritto di sciopero
- vengono messe fuorilegge tutte le organizzazioni sindacali
- censura della stampa e assunzione del controllo dei giornali da
parte del governo.
Nel 1927 venne fondato un ente radiofonico (EIAR) che si occupo della
gestione della radio come nuovo potentissimo mezzo di comunicazione
massiccia. Anche il cinema fu ampiamente sfruttato per fini propagandistici.
Nel 1929 si conclusero le trattative tra governo e Santa Sede (Cardinale
Gasparri) con la firma dei Patti Lateranensi. Il documento si compone di tre
parti :
➔ trattato internazionale, con il quale lo stato italiano veniva riconosciuto
dalla chiesa.
➔ convenzione finanziaria, che impegnava l’italia a versare un'indennità al
Vaticano
➔ concordato
- imponeva la religione cattolica come religione dello stato
- regolamentò l’insegnamento della religione nelle scuole
- garantì libertà alla chiesa nell'amministrazione dei beni
ecclesiastici.
Papa Pio XI fu soddisfatto dell’accordo, mentre Don Sturzo dimostrò amarezza
per la conciliazione.
Uno dei più importanti provvedimenti economici fu l’aumento del dazio sui
cereali, accompagnata dalla cosiddetta battaglia del grano.
Nel 1928 venne iniziato il progetto di bonifica integrale delle maggiori zone
paludose italiane. Ci furono interventi nell’Agro Pontino. Questo fu il primo
passo della politica dell’autarchia (che significa autosufficienza).
Per fronteggiare gli effetti della crisi economica fu istituito l’Istituto Mobiliare
Italiano (IMI), capace di prendere il posto delle banche. Fu creato l’Istituto
per la Ricostruzione Industriale (IRI).
Dal punto di vista economico l’occupazione non porto benefici, dal punto di
vista politico però si mostrò un successo dal momento che le sanzioni furono
ritirate e venne riconosciuto l’Impero italiano d’Africa da Gran Bretagna e
Francia .
La più grave conseguenza della guerra etiope fu il patto di amicizia tra Italia e
Germania (che aveva appoggiato la conquista coloniale italiana) firmato
nell’ottobre 1936 (Asse Roma-Berlino).
questo fu il periodo in cui l’Italia si adeguò alle decisioni del fuhrer tedesco
anche nella promulgazione di leggi razziali contro gli Ebrei. Essendo l’italia
però la sede della Chiesa, questa influiva molto con le sue ideologie nelle
decisioni della popolazione: il governo fascista perse consensi e si iniziò ad
incamminare verso una profonda crisi che sfocerà nella II guerra mondiale.
6. ITALIA ANTIFASCISTA
Dal 1926 l’opposizione al fascismo divenne un reato. Molti filosofi lasciarono
gli studi e adottarono uno stile di vita che si discostasse da atteggiamenti
antifascisti.
Un’eccezione fu il filosofo Benedetto Croce, che se inizialmente era un
simpatizzante del regime, e per questo tollerato, nel 1925 pubblicò il Manifesto
degli Intellettuali antifascisti in cui condannò Mussolini e la sua ideologia.