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Il Sessantotto

Con la definizione di Sessantotto viene indicato linsieme dei movimenti di


contestazione che investirono, sia la societ occidentale che quella comunista. Vi
furono alcuni caratteri comuni, tra cui il rifiuto delle tradizioni e del principio di
autorit. Ma negli Stati Uniti il Sessantotto ebbe motivazioni e modi di svolgimento
diversi che nei paesi dellEuropa Occidentale. Le differenze furono pi marcate rispetto
agli avvenimenti che si svolsero in alcuni paesi comunisti (Cecoslovacchia e Cina). Il
Sessantotto perci non fu una rivoluzione ma un insieme di rivolte.

Le cause del Sessantotto

Gi agli inizi degli anni Sessanta cerano state alcune avvisaglie del disagio e del
malcontento giovanili. Il Sessantotto ebbe origine nei paesi pi ricchi e a opera di
studenti che provenivano anche da strati agiati. Il loro malcontento non derivava dalla
miseria, ma dallinsoddisfazione che provavano per il fatto che le loro aspettative
venivano deluse dalla societ. Il Sessantotto nacque nelle universit degli Stati Uniti,
alcuni anni prima di diffondersi in Europa. La guerra nel Vietnam, diede una forte
caratterizzazione pacifista al movimento statunitense, che avanz subito, con grande
forza, la richiesta della fine della guerra. Anche i movimenti dei paesi europei si
batterono per la pace nel Vietnam, ma non fu il loro obiettivo principale. Trasferendosi
dalle universit statunitensi a quelle europee i movimenti del Sessantotto si
radicalizzarono e si rivolsero contro tutte le istituzioni. La prima ad essere presa di
mira fu la stessa universit, questa consentiva a tutti di studiare e di ottenere una
laurea, ma non garantiva pi un avvenire brillante. Gli studenti che provenivano dalle
classi meno agiate si accorgevano che la laurea non un traguardo, ma un punto di
partenza. La delusione fu forte soprattutto tra i giovani della sinistra, presso la quale in
passato si era diffusa lidea che listruzione fosse uno dei principali strumenti di
emancipazione e mobilit sociale. Questi giovani cominciarono perci ad immaginare
ununiversit diversa.

Il Sessantotto negli Stati Uniti e in Francia

Negli Stati Uniti i movimenti non ottennero risultati immediati, ma la lotta contro la
guerra in Vietnam no fu priva di effetti, infatti convinse i gruppi dirigenti che bisognava
cercare una soluzione pacifista. La Francia fu il paese europeo dove il Sessantotto
ebbe una diretta influenza sulle vicende politiche. La sua azione ebbe risultati
spettacolari nel maggio del Sessantotto, con imponenti manifestazioni studentesche a
Parigi. De Gaulle per, imped un fronte unitario con gli operai, poich concesse a
questi ultimi importanti concessioni salariali. Il movimento per ebbe forti adesioni da
parte degli intellettuali, ma lasci freddi i partiti socialista e comunista.

La primavera di Praga

In Cecoslovacchia i problemi erano del tutto differenti dai paesi dellEuropa


Occidentale, lobiettivo che si ponevano a Praga era la libert, come abolizione del
potere. Il governo cecoslovacco infatti aveva esercitato una dura repressione contro
ogni tentativo di avviare processi di liberalizzazione. Questo stato aveva creato
crescente tensione che persuase gli stessi dirigenti comunisti ad un cambiamento
radicale.
Il Sessantotto in Italia

In Italia gli avvenimenti del Sessantotto si prolungarono almeno per un decennio,


poich questo diede origine ad una profonda trasformazione dei costumi della societ
italiana, con la bocciatura del referendum che chiedeva labolizione della legge sul
divorzio e con lo sviluppo dei movimenti femministi, che chiedevano la parit dei diritti
per le donne. Politicamente, il Sessantotto chiuse la vecchia epoca contrassegnata
dalla contrapposizione tra un blocco di guidato dalla DC e unopposizione
egemonizzata del PCI. Il Sessantotto, fu seguito da un periodo di transizione, con i
tentativi di trovare formule di governo che consentissero la collaborazione tra tutte le
forze politiche. Questa fase conobbe un momento drammatico nel 1978 con il
rapimento e luccisione di Aldo Moro e si concluse nel 1981, con la formazione del
primo governo guidato dal Partito repubblicano italiano.

Il Sessantotto nelle universit

Nel 1962 let dellobbligo scolastico fu innalzata a quattordici anni e ci apr la strada
della continuazione degli studi a molti ragazzi dei ceti piccolo-medio borghese. Nel
1961 era entrata in vigore una riforma che ampli laccesso universitario anche ai
frequentanti degli istituti tecnici, concedendogli la possibilit di iscrizione alle facolt
scientifiche. Questo provvedimento fu precedentemente limitato per i contingenti
stabiliti per anno e sede, ma nel 1965 fu esteso a tutti gli studenti. Dal 1962 al 1966 il
numero degli immatricolati crebbe del 60%, gi nel 1963 fu istituito lassegno di studio
universitario. Questi provvedimenti erano inseriti in un tentativo di programmazione
scolastica che, avrebbero dovuto favorire lo sviluppo economico. Questo progetto per
non venne realizzato e nel 1968 molti studenti si resero conto che gli sbocchi
occupazionali post laurea erano pressoch limitati, e che questultima non garantiva
n posizioni prestigiose n salari redditizi. Inoltre n sul piano didattico n su quello
edilizio, le universit erano in grado di affrontare il crescente numero di studenti

Il disagio studentesco

La scoperta dellimpossibilit di raggiungere il benessere, spinse gli studenti a


rifiutarlo. Anche se in realt non veniva respinto il benessere stesso, ma la falsa
promessa che la societ borghese ne faceva. Fu allora immaginata una societ
alternativa, collettivistica, che dava valore alle capacit individuali ed alla creativit,
ritenuta qualit propria di tutti gli studenti, trov espressione nel rifiuto della cultura
corrente e nella creazione di una controcultura. Il disagio riguardava anche gli studenti
di provenienza medio-alta borghese, che erano divenuti pi colti dei loro padri in
quegli anni. Avevano o credevano di avere idee nuove ed erano impazienti di formare
la nuova classe dirigente. Il malcontento studentesco diede vita alle prime agitazioni
nel 1966, in quellanno si svolsero alcune occupazioni a Trento, dove gli studenti
chiesero il riconoscimento della figura del sociologo e listituzione della facolt di
sociologia. Ma nel 1968, partendo dalla Cattolica di Milano, listituzione universitaria fu
investita da una violenta contestazione.

Lideologia del Sessantotto

Furono gli studenti delluniversit di Trento a proporre un movimento di ideologia


marxista. In realt, in punto di riferimento in quegli anni non fu Marx, ma Mao Zedong,
che con la sua rivoluzione culturale aveva obiettivi diversi dal Sessantotto europeo ed
americano, ma fu assunta come modello di rivolta contro le tradizioni ed il principio di
autorit. Al centro della polemica ideologica fu posta la questione del potere: infatti il
movimento, diversamente dalle teorie marxiste che ponevano il binomio inscindibile
produzione-potere, consideravano detentori del potere tutti coloro che avevano
funzioni dirigenti. Si chiese anche labolizione dei manicomi, considerati luoghi di
repressione e punizione. Era convinzione diffusa che il sistema capitalistico avrebbe
dovuto garantire benessere a tutti e se ci non avveniva, la colpa era di chi deteneva il
potere. Non si lottava per correggere gli aspetti deteriori del sistema, ma per
abbatterlo. Lobiettivo era la rivoluzione anticapitalistica, ma sui modi di perseguirla
esistevano opinioni e progetti differenti tra i gruppi in cui ben presto si divise il
movimento. Ad ogni modo era comune a tutti lavversione contro i giudici ed i
poliziotti, considerati servi dei padroni. Anche la famiglia fu vista come modello
negativo. Oltre a chiedere la distruzione di ogni potere economico, politico e sociale, i
membri del movimento rivendicarono la pi assoluta libert nella sfera dei
comportamenti individuali, infatti la forma di individualismo che nacque nel
Sessantotto, si svilupp nei sentimenti e nellimmaginario materiale: si sognava una
societ fondata sulluguaglianza delle condizioni economiche, in cui tutti potessero
liberamente sviluppare le proprie capacit.

Il Sessantotto nelle fabbriche

Nel settembre del 1969 uno sciopero nazionale dei metalmeccanici diede inizio a
quello che fu definito l autunno caldo. Gli scioperi si estesero rapidamente in tutto il
paese, talvolta promossi dai sindacati, ma spesso organizzati dai comitati base
formati dagli operai. Nel decennio precedente la composizione della classe operaia
nelle grandi citt del Nord era cambiata, a causa dellimmigrazione nelle fabbriche
settentrionali lavoravano molti operai meridionali. Ci rafforz la richiesta di
solidariet tra nord e sud, e port nel 1969 allabolizione delle gabbie salariali, per le
quali, a parit di qualifica un operaio del sud guadagnava meno di uno del nord: gi
nel primo lustro degli anni sessanta erano state abolite le differenze di salario dovute
alla differenza di sesso. Le motivazioni e gli obiettivi delle lotte operaie erano pi
concrete di quelle degli studenti, infatti questi erano riusciti ad ottenere, sia subito che
negli anni seguenti, una serie di conquiste nel campo salariale e normativo. Nel
maggio del 1970 fu approvato lo Statuto dei lavoratori , grazie al quale erano tutelati i
diritti costituzionali in fabbrica. Furono ottenute anche migliori condizioni per le
lavoratrici madri e per i disoccupati. La spinta operaia si esaur altrettanto
rapidamente di quella studentesca: gi nel 1970 il numero delle ore di sciopero
diminu, anche se grazie ai risultati ottenuti, le condizioni di vita ed il lavoro degli
operai migliorarono.

Un bilancio complessivo

Se si fa un bilancio del Sessantotto, appare evidente che il movimento influ


soprattutto sul piano dei costumi, contribuendo alla modernizzazione della societ
italiana. Leredit politica fu pressocch nulla, poich i movimenti avevano ottenuto il
consenso delle piazze, ma non quello della maggioranza dei cittadini. Infatti le elezioni
del 1972 diedero vincitrice ancora una volta la DC e allopposizione il PCI. Dopo
quattro anni di scontri e agitazioni, fu eletto un parlamento di centrodestra guidato dal
democristiano Giulio Andreotti come presidente del consiglio. Inoltre nel settembre del
1971 era stato eletto un altro democristiano come presidente della Repubblica, il
moderato Giovanni Leone, a scapito di Pietro Nenni candidato proposto dalla sinistra.
Fu pi ricca leredit che il Sessantotto lasci nel campo socio-antropologico e che si
espresse in una serie di atteggiamenti e di comportamenti nuovi, assunti sia nella vita
sociale che individuale, dal rifiuto delle tradizioni alla libert sessuale. Il Sessantotto
contribu soprattutto riguardo la completa conquista dei diritti civili e specialmente dei
diritti delle donne. Il tema delle pari opportunit da offrire a tutti i cittadini, senza
distinzione di sesso, in quegli anni fu posto con grande forza e costitu una delle
importanti conseguenze del movimento. Alcuni diritti erano gi affermati nella
Costituzione, ma erano rimasti sulla carta. Infine, il Sessantotto diffuse la
consapevolezza che ciascuno ha il diritto di compiere in piena autonomia le scelte
fondamentali della propria vita.

Il femminismo

Il diritto di decidere autonomamente fu anche la base dello sviluppo del movimento


femminista. Il femminismo era nato e si era diffuso nel corso degli ultimi decenni
dellOttocento: allinizio del Novecento grazie alle lotte sociale, anche molte operaie
erano entrate attivamente nella politica. Il femminismo originario era caratterizzato
dalla richiesta di eguali diritti politici; quello che nacque nel Sessantotto fu connotato
invece, dal richiamo non solo alluguaglianza, ma anche alla diversit. I primi gruppi
femministi nacquero intorno al 1970, ma il movimento si svilupp intorno al 1975,
quando londata politica del Sessantotto stava gi perdendo forza. Nel 1975 le donne
ottennero il diritto alla famiglia, ovvero la parit giuridica tra i coniugi. Il femminismo,
soprattutto quello italiano, chiedeva per ancora di pi: la valorizzazione della
differenza di genere, cio dei valori tipicamente femminili. La rivendicazione delle
diversit port a vere e proprie forme di separatismo che, staccando il femminismo dai
movimenti e dai partiti politici, indebol la sua capacit di influire sulla vita pubblica,
mentre rimase rilevante la sua influenza nella vita privata.

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